Laboratorio di botanica A conclusione di un percorso biennale portato avanti durante il laboratorio di botanica, la classe 3°A dell’istituto comprensivo di Mel, ritiene opportuno rendere pubbliche le motivazioni, le fasi e i risultati della propria ricerca. L’anno scorso, infatti, la nostra professoressa di lettere, Della Morgia Delia, ha proposto quest’attività, che già dalla prima lezione abbiamo trovato molto interessante. Grazie alle ore passate in classe con l’esperto esterno, abbiamo imparato le nozioni principali della botanica, dell’erboristeria e l’uso delle piante officinali. Inoltre nel cortile adiacente l’edificio scolastico, abbiamo realizzato e coltivato un piccolo ”orto botanico”, mettendo a dimora alcune piante officinali tra cui: vari tipi di menta, dragoncello, rosmarino, camomilla, lavanda, ed altre piante aromatiche. La botanica e l’erboristeria La BOTANICA è quella parte di storia naturale che studia le forme, le strutture e le funzioni delle piante e dei vegetali in generale. L’ ERBORISTERIA è invece quella parte della medicina cosiddetta “alternativa”, chiamata farmacognosia, che tratta e utilizza le piante con metodi naturali. È basata su questo principio: “Il simile scioglie il simile”. Le piante officinali L’erboristeria utilizza le pianti chiamate “officinali”. Questo termine deriva dalla parola “officina”, laboratorio botanico di un tempo. Una pianta si dice officinale quando può essere destinata a tre usi: 1. Uso medicinale 2. Uso cosmetico 3. Uso liquoristico Abbiamo avuto anche l’opportunità di fare alcune uscite nei pressi della scuola, durante le quali, oltre alle spiegazioni dell’esperto abbiamo raccolto vari tipi di piante che, una volta tornati in classe, sono state aggiunte al nostro erbario. Sono state studiate, anche con le piante, le preparazioni erboristiche. Le preparazioni erboristiche Le preparazioni erboristiche sono tutti i preparati che utilizzano le piante officinali, secondo metodi precisi. Si possono dividere in tre gruppi fondamentali: 1. preparazioni tradizionali o semplici. Sono i preparati più semplici e comuni che derivano dalle esperienze umane e dalle tradizioni. A queste appartengono il macerato, l’infuso ed il decotto. 2. preparazioni magistrali o classiche, per le quali sono indispensabili studio e conoscenza delle scienze erboristiche e delle piante. Tra queste rientrano ad esempio le tisane, gli estratti, le tinture e gli oleoliti. 3. preparazioni galeniche, che prendono il nome dal grande medico dell’antichità, Claudio Galeno, il quale definì moltissimi medicamenti di origine vegetale ancora oggi in uso nelle farmacie, alle quali spetta il compito di prepararli. Un’altra attività gradita è stata quella dei preparati in classe. Infatti, sempre con l’aiuto della nostra insegnante e dell’esperto, abbiamo imparato a fare dei preparati molto utili, uno di questi ci ha maggiormente colpito: l’oleolito dei tre fiori. L’oleolito dei tre fiori L’oleolito è in preparato erboristico che rientra tra le preparazioni magistrali. Si chiama così perché utilizza l’olio come solvente per estrarre dalle piante le sostanze utili chiamate principi attivi. Normalmente si usano piante secche lasciate a macerare a freddo per un tempo di 40 giorni. “L’oleolito dei tre fiori” è un preparato ad uso cosmetico, ottimo protettivo della pelle, da usare come olio solare ed è molto indicato anche per i bambini. Utilizza tre piante officinali: la lavanda, l’iperico ed il meliloto. LA LAVANDA Nome comune della pianta: Lavanda Nome scientifico: Lavandula officinalis Chaix Famiglia botanica: Labiate Altri nomi: spighetta, spiga Parte della pianta utile (droga): sommità fiorite, foglie Descrizione della pianta La lavanda è una pianta perenne che cresce in terreni aridi, asciutti e soleggiati. È originaria dalle regioni mediterranee e cresce spontanea nel Sud della Francia ed in Spagna, ma anche in zone costiere dell’Italia. Viene coltivata in tutta Europa sia ad uso ornamentale nei giardini che ad uso industriale (soprattutto in Francia) per il suo olio molto ricercato. Il nome lavanda deriva dal latino lavabis, lavatum = lavare, detergere. La pianta è conosciuta da tempi remotissimi, nell’impero romano si utilizzava già come cosmetico per la bellezza personale e per purificare gli ambienti. Come si usa la pianta Per uso interno è un rilassante, un calmante del sistema nervoso. Per uso esterno la lavanda ha una proprietà disinfettante che uccide i batteri e i microbi e ne impedisce lo sviluppo. In commercio si trova sotto forma di olio essenziale (essenza) indicato come antisettico nelle punture di insetti (comprese le zecche) ed è utile nelle scottature da sole ma anche contro i dolori. Le spighette dei fiori freschi, succhiate lentamente, lavorano sul sistema nervoso e sono utili contro lo stress, la nausea ed i crampi. L’oleolito di lavanda è un protettivo della pelle. L’IPERICO Nome comune della pianta: IPERICO Nome scientifico: Hipericum perforatum L. Famiglia botanica: Ipericacee (Guttifere) Altri nomi: erba di San Giovanni, scacciadiavolo Nome dialettale: “fior de santa Cross” Parte della pianta utile (droga): sommità fiorite Descrizione della pianta L’ iperico è una pianta perenne erbacea o arbustiva, abbastanza comune anche nelle nostre zone e la si trova lungo i sentieri, ai margini delle strade, nei luoghi erbosi asciutti e soleggiati. È riconoscibile per i suoi fiori giallo-oro posti in cima allo stelo da cogliere d’estate, in particolare il giorno di S. Giovanni (24 giugno). Le foglie hanno la particolarità di essere tutte “perforate” da una punteggiatura trasparente ben visibile anche ad occhio nudo. Questa pianta è da sempre stata tenuta in grandissima considerazione e considerata una panacea (rimedio contro tutti i mali) per le sue innumerevoli proprietà medicinali, ma usata anche nelle credenze popolari. Come si usa la pianta Il preparato caratteristico è un oleolito, il famoso olio di iberico che ha tante proprietà: è ideale contro ogni tipo di scottatura ma è molto utile anche per la cura delle ferite, nelle punture di insetti, nelle emorroidi e nei disturbi della pelle. È un buon antidolorifico per uso esterno nelle nevralgie (infiammazioni nervose), nei dolori agli arti, nel mal di schiena e nel mal d’orecchi. Per uso interno la pianta è da sempre adoperata contro la depressione. A volte l’infuso dei fiori viene usato contro l’acidità di stomaco. Ad uso cosmetico l’applicazione di olio di iperico sulla pelle è una buona regola di prevenzione per mantenerla sana. IL MELILOTO Nome comune della pianta: Meliloto Nome scientifico: Melilotus officinalis (L), Pallas/Lam. Famiglia botanica: Leguminose (papilionacee) Altri nomi: trifoglio dei cavalli, erba vetturina. Nome dialettale: “Spagna selvarega”. Parte della pianta utile (droga): infiorescenze fresche od essiccate. Descrizione della pianta Il meliloto è una pianta foraggiera annuale o biennale che cresce tra le macerie, ai bordi delle strade e nei terreni ghiaiosi. Nelle nostre zone crescono spontanee due specie: il Meliloto officinalis o meliloto comune (giallo) e il meliloto alba (bianco). Entrambi hanno però le medesime proprietà. La pianta è originaria della Europa e dell’Asia ed è diffusa in quasi tutte le regioni della Terra. In Italia è assente in alcune regioni del Sud. La pianta, molto ramificata, può raggiungere il metro d’altezza. Ha le foglie trifogliate e i fiori gialli o bianchi, molto profumati e ricercati dalle api. Il nome della pianta deriva infatti da “miele” e da “loto”. Come si usa la pianta Per uso interno il meliloto è una pianta medicinale utile per rendere più scorrevole il sangue e combattere l’insonnia. Si usa sotto forma di infuso. Come antinfiammatorio, nelle varici, nei gonfiori di gambe e caviglie, nelle emorroidi e nelle flebiti si usa “la tintura madre”, che si trova nelle farmacie o nell’erboristerie. Per uso esterno è un ottimo rimedio per la vista. Si usa come collirio, ottenuto dalla distillazione dei fiori lasciati a macerare in acqua per 24 ore, oppure per fare lavaggi o compresse agli occhi. L’oleolito di meliloto è un ottimo protettivo della pelle. Procedimento di preparazione dell’oleolito dei Tre Fiori In una giornata di sole cogliere i fiori delle tre piante e farli essiccare all’ombra in un posto asciutto e ventilato. Successivamente mescolare i fiori in parti uguali ed immergerli nell’olio (possibilmente di extravergine d’oliva) in un contenitore di vetro. Quindi mettere a macerare il vaso in un luogo lontano dalla luce e a temperatura ambientale per tre cicli lunari (circa tre mesi), anziché per soli 40 giorni. La preparazione va fatta in luna calante. Se si preparano nei giorni di luna piena gli oleoliti irrancidiscono. Trascorso il periodo di macerazione, l’oleolito così ottenuto va spremuto e filtrato e quindi conservato in piccoli contenitori di vetro scuro, al riparo dalla luce. Come si usa la pianta Si usa applicato esternamente da una a tre volte al giorno, in piccole quantità e con un leggero massaggio. Se applicati a piccole dosi, gli oleolito vengono assorbiti direttamente dalla pelle nel giro di qualche minuto. Visto che noi ragazzi abbiamo trovato questo percorso molto utile e piacevole, abbiamo deciso di creare una pagina web dove esporre una sintesi del nostro lavoro. Noi crediamo che sia molto interessante e speriamo riesca a entusiasmare anche voi I ragazzi della 3°A Cesa Marco Colle Rebecca Da Canal Lisa Dal Piva Chiara De Gasperin Riccardo Ferrighetto Ivan Foltran Alessio Isotton Davide Kajbe Anita Mackaj Vilsan Mares Martina Pinna Davide Ponik Betim Quarzago Matteo Ruocco Gaetano Salce Ingrid Sbardella Francesca Scarton Nicola Susanna Veronica Todesco Valentina Turro Anna Gli insegnanti: Della Mogia Delia L’esperto botanico Comiotto Renzo