Appunti di Economia Capitolo 1 - Libero Community Siti Personali

A p p u n t i d i E c o n o mi a
Ca pito lo 1
Introduzione ai sistemi economici
Il concetto di “sistema economico” ................................................................................. 1
Soggetti operanti in un sistema economico .................................................................... 2
Analisi dei fenomeni economici ....................................................................................... 3
Analisi del sistema “ex ante” ed “ex post” .................................................................... 3
Microeconomia e macroeconomia................................................................................. 3
Il funzionamento del sistema economico........................................................................... 4
Il mercato e l’importanza della moneta ......................................................................... 5
“Forme” caratteristiche di mercato ............................................................................... 6
Flusso reale e flusso monetario ....................................................................................... 6
Fenomeni finanziari .................................................................................................... 8
Gli strumenti per l’analisi economica .............................................................................. 8
Gli investimenti .......................................................................................................... 9
L’ammortamento......................................................................................................... 9
Contabilità economica e contabilità finanziaria........................................................... 10
Tecnica della “partita doppia” .................................................................................... 12
Il concetto di “sistema economico”
I mezzi per soddisfare i bisogni umani, in gergo chiamati risorse, sono sempre
limitati: si pone perciò il problema di scegliere quali obiettivi è preferibile
perseguire e con quali mezzi farlo.
Questa attitudine a soddisfare i propri bisogni fa nascere il concetto di utilità,
mentre la limitazione delle risorse fa nascere il concetto di ricchezza: è più “ricco”
colui che dispone di maggiori risorse per la soddisfazione dei propri bisogni.
In sostanza, l’economia tratta proprio questi argomenti. Sono state date diverse
definizioni di “economia”: si parla di scienza dell’acquisizione della ricchezza oppure
di scienza delle scelte o anche di scienza dell’utilizzazione delle risorse con la
finalità di soddisfare i bisogni umani. L’economia, inoltre, non riguarda solo il
singolo individuo, ma interessa soprattutto l’intera comunità, per cui si parla di
economia politica, nel senso etimologico che tale aggettivo possiede.
Nell’ambito di un sistema economico, si possono individuare due fondamentali
situazioni operative:
•
la produzione, che rappresenta l’attività economica per mezzo della quale
le risorse vengono trasformate in strumenti capaci di soddisfare i bisogni
umani. Si tratta di un concetto estremamente ampio: ad esempio, in esso
rientrano anche tutte le operazioni di carattere commerciale che consentono
di distribuire, e quindi di utilizzare, i prodotti realizzati;
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 1
•
il momento dell’utilizzazione dei prodotti, ossia il cosiddetto consumo, è
invece la seconda situazione, costituita appunto dal soddisfacimento dei
bisogni.
E’ importante notare che la produzione ed il consumo si possono riferire sia a
cose materiali sia a situazioni immateriali, capaci però di fornire una loro utilità:
parleremo perciò, con riferimento all’oggetto della loro funzione, di produzione o
consumo rispettivamente di beni fisici o di servizi.
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Per poter effettuare una analisi sui soggetti che operano in un sistema
economico, conviene aggregare i diversi individui secondo gruppi omogenei, ai quali
cioè attribuire caratteristiche significative di un comportamento globale.
Una prima semplice classificazione è quella che distingue chi produce beni e/o
servizi (produttori) e chi ne usufruisce (consumatori): i primi sono raggruppati nel
cosiddetto sistema delle imprese, mentre gli altri nel sistema delle famiglie.
E’ però importante osservare che questa classificazione non è individuale, bensì
funzionale, in quanto ciascun soggetto economico può essere contemporaneamente
un produttore di determinati beni (o servizi) ed un consumatore di altri beni o degli
stessi. La classificazione è dunque funzionale nel senso di voler individuare le
funzioni fondamentali che ciascun operatore svolge in un sistema economico.
Quando parliamo di sistema economico, facciamo riferimento ad una entità
corrispondente ad una parte ben definita di un qualcosa di molto più ampio.
Generalmente, questa entità coincide con il concetto di stato nazionale: questo
intrattiene rapporti di interdipendenza con altri paesi esteri, che vengono
raggruppati nel cosiddetto Resto del Mondo.
Il cosiddetto Resto del Mondo, quindi, è un sistema che va ad aggiungersi al
sistema delle imprese ed a quello delle famiglie. Ad essi si aggiunge anche il
sistema della Pubblica Amministrazione: esso rappresenta lo Stato stesso nelle
sue funzioni operative.
Ci si può chiedere perché quest’ultimo sistema venga distinto da quello delle
famiglie e da quello delle imprese; il motivo risiede nei diversi criteri con cui tali
gruppi operano le proprie scelte: le imprese, infatti, decidono la propria azione
produttiva sulla base delle richieste che i consumatori (sistema delle famiglie)
propongono, per cui si potrebbe dire che il sistema delle imprese sceglie per gli
altri; anche il sistema della Pubblica Amministrazione sceglie per gli altri (per cui è
assimilabile al sistema delle imprese), ma in questo caso con criteri coercitivi
(rappresentati formalmente dalle leggi).
Per quanto riguarda, invece, la scelta di considerare il gruppo autonomo
denominato Resto del Mondo, essa nasce dal fatto che un sistema economico
nazionale, nelle sue componenti (imprese, famiglie e Pubblica Amministrazione), è
in continua interrelazione con unità produttive o di consumo, pubbliche o private,
di paesi esteri.
La Pubblica Amministrazione ha anche un’altra funzione, in quanto l’importanza
assunta dalle sue decisioni consente di classificare i sistemi economici dei vari
paesi: parliamo infatti di dirigismo statale quando le decisioni sono tutte
centralizzate e l’intervento dello Stato è perciò determinante per lo sviluppo
economico nazionale, mentre invece parliamo di stato liberale quando le scelte
sono più decentrate, demandate alla libera iniziativa dei singoli soggetti economici,
i quali perciò contribuiscono a condizionare le direttrici generali dello sviluppo
nazionale. Nella pratica, come spesso accade, si è in presenza di istituzioni in cui
Autore: Sandro Petrizzelli
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Introduzione ai sistemi economici
si cerca di adottare una ragionevole via di mezzo tra queste due forme
estreme .
Analisi dei fenomeni economici
Un qualsiasi fenomeno
fondamentali situazioni:
economico
può
essere
caratterizzato
tramite
due
•
la prima è direttamente legata agli scambi che avvengono tra i diversi
soggetti operanti: lo scambio, infatti, implica un concetto di movimento,
ossia una azione che, svolgendosi nel tempo, venga rappresentata da
parametri (ad esempio il volume dei beni scambiati) analizzati e
determinati relativamente ad un prefissato intervallo temporale;
•
la seconda situazione, che condiziona la prima, è invece legata all’analisi
(statica) delle quantità disponibili per lo scambio: le quantità preesistenti
di beni rappresentano un potenziale volume trasferibile nello scambio e
costituiscono un dato riferito ad un preciso momento (da cui l’aggettivo
“statica”). Per registrare le loro dimensioni, dobbiamo immaginare di
fotografare in un certo istante il sistema economico e di effettuare
l’inventario del suo stato.
Alle due situazioni appena descritte sono associabili i concetti di flusso e di
fondo:
•
il fondo (o stock) rappresenta una immagine statica di un sistema ed
esprime la potenzialità che questo possiede;
•
il flusso rappresenta invece quell’azione con cui il sistema evolve sulla
base delle proprie potenzialità. Nell’ambito dell’economia, questa azione
evolutiva si sviluppa in base al volume che, in un dato periodo di tempo,
può essere scambiato in base alle riserve che costituiscono il fondo.
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L’analisi di un fenomeno economico può essere svolta in due modi:
•
quando si fanno discorsi previsionali o attesi, si parlerà di stato dei fatti ex
ante e si dovrà tener conto che, in generale, lo stato reale differirà
comunque da quello atteso o previsto;
•
quando invece si fa riferimento a risultati finali registrati, cioè a dati certi
in quanto storicamente verificatisi, allora si avrà uno stato dei fatti ex
post.
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I criteri di indagine con i quali si possono esaminare i sistemi economici sono
orientabili secondo due diverse “angolazioni”, alle quali corrispondono due precisi
“settori” della scienza economica:
3
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 1
•
nella microeconomia vengono esaminati i comportamenti dei singoli
soggetti economici, tramite una analisi sviluppata su grandezze
effettivamente riscontrabili nella realtà operativa. In particolare, i
principali argomenti di studio, in questo settore, sono il comportamento
delle singole imprese nonché i criteri seguiti da tali imprese per
individuare determinati parametri caratteristici dipendenti dalla situazione
ambientale in cui esse operano.
La microeconomia sviluppa quindi la cosiddetta teoria della domanda e
dell’offerta dei prodotti e dei servizi: la domanda e l’offerta costituiscono
infatti la rappresentazione del mercato, in quanto, incontrandosi, esse
determinano il prezzo in base al quale i prodotti dovranno essere trasferiti
dai produttori ai consumatori. Si studiano, attraverso rapporti
deterministici causa→effetto, tutti i fenomeni legati alla produzione,
distribuzione e vendita dei prodotti, analizzati dal punto di vista del
singolo soggetto che tenta di ottimizzare la gestione della sua attività;
•
successivamente, è necessario che l’indagine microeconomia venga
inquadrata in una analisi più generale, in cui il singolo soggetto non venga
più considerato come autonomo, bensì come operante in un sistema più
grande: è questo il campo d’indagine della macroeconomia, dove il
discorso viene effettuato aggregando, secondo criteri funzionali, soggetti
economici accomunati da caratteristiche simili nell’azione sviluppata verso
altri gruppi.
Cambiano, naturalmente, adesso gli strumenti tecnici di studio: mentre
la microeconomia usa essenzialmente un “determinismo casuale”, la
macroeconomia si basa su una analisi statistica (e quindi quantitativa)
della realtà effettiva; il volume dei dati da analizzare diventa molto più
consistente e l’indagine statistica si sviluppa sostanzialmente in due
momenti diversi: prima si studia il comportamento dei singoli aggregati
sotto l’influenza di specifiche condizioni e poi si ricompone il tutto in un
quadro globale dei fenomeni osservati.
Il funzionamento del sistema economico
Nell’ambito dello studio macroeconomico, è necessario considerare che la base
di fondo, per ogni attività che si possa sviluppare in un sistema economico
nazionale, è costituita dalla massa di risorse naturali, di beni prodotti, di servizi
disponibili. L’insieme di queste quantità costituisce la ricchezza della nazione ed
è necessario capire come essa venga trasformata, migliorata ed utilizzata
nell’ambito del sistema considerato.
Possiamo allora immaginare un sistema economico come un circuito, al centro
del quale vi sia il sistema delle imprese, alimentato a monte dai cosiddetti fattori
produttivi e tale da generare, a valle, prodotti destinati al sistema delle famiglie
consumatrici:
Famiglie
Beni e servizi
finali
servizi
produttivi
Autore: Sandro Petrizzelli
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Imprese
Introduzione ai sistemi economici
Le imprese sono quelle unità organizzate per compiere le trasformazioni delle
risorse in beni e servizi destinati a soddisfare le esigenze dei consumatori. Tali
imprese hanno una vita profondamente legata al capitale, che possiamo definire
come lo strumento tramite cui vengono attuate le strutture necessarie per
realizzare gli obbiettivi imprenditoriali. Gli obbiettivi imprenditoriali sono proprio
ciò che determina la nascita delle singole imprese.
Le imprese, alimentate dai fattori produttivi (cioè della risorse fisiche da
trasformare e dal lavoro degli operatori addetti a tale trasformazione) forniscono i
prodotti destinati al consumo finale.
E’ importante precisare che il termine “consumo” si riferisce ad una situazione
finale in cui il prodotto non può più subire ulteriori trasformazioni se non quella
connessa al soddisfacimento delle esigenze del consumatore. Di conseguenza, non
si può inglobare nel “consumo” anche lo scambio dei prodotti che, pur avendo già
subito talune trasformazioni, siano comunque destinati a subirne altre: infatti,
questa forma di scambio è semplicemente una funzione strumentale intermedia,
direttamente connessa con la produzione e quindi ancora preliminare al consumo
vero e proprio, che consiste nella “distruzione” parziale o totale del bene. Parlando
di consumo, quindi, si farà riferimento sempre ai beni e servizi finali.
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I prodotti forniti dal sistema delle imprese vengono indirizzati verso il sistema
delle famiglie consumatrici tramite il cosiddetto mercato: con questo termine deve
intenderci il luogo immaginario, oltre che fisico in taluni casi, in cui convergono, in
un dato momento, la domanda dei soggetti richiedenti e l’offerta dei fornitori, ossia
la disponibilità dei prodotti e/o servizi.
Le quantità domandate e quelle offerte si incontrano determinando il prezzo dei
beni, delle prestazioni, dei servizi. Si possono individuare allora due forme di
mercato, una piuttosto vecchia e l’altra invece più attuale:
•
la forma più antica di mercato è il cosiddetto baratto, che consiste nello
scambio di beni contro altri beni: si tratta cioè della situazione in cui si
vogliono scambiare certe quantità di prodotti con ben determinate altre
quantità di differenti prodotti; in questo caso, il prezzo (o ragione di
scambio) di un bene, in funzione di un altro, è dato dal rapporto tra la
quantità del primo bene e quella del bene che in cambio si vuole ricevere:
ad esempio, scambiando due arance con tre mele, si ottiene che una
arancia vale 1,5 mele;
•
il superamento del baratto è stato ottenuto, ormai diverso tempo fa,
dall’introduzione della moneta, convenzionale titolo di credito nei confronti
del sistema. Con la moneta il mercato può essere individuato
sostanzialmente tramite due fasi:
§
nella prima, si cedono i beni, le prestazioni e/o i servizi richiesti contro
l’acquisizione di una quantità di moneta corrispondente al valore
ceduto;
§
nella seconda fase, la moneta acquisita servirà ad
immediatamente o in futuro, altri prodotti richiesti.
acquistare,
La moneta svolge dunque una importante funzione nel mercato: essa rappresenta
infatti una comune unità di misura attraverso cui vengono espressi i prezzi, ossia il
valore dei beni e dei servizi disponibili per gli scambi. In questo senso, i prezzi
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Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 1
vengono a rappresentare le quantità di beni e servizi che nel mercato possono
essere scambiate con un unico comune denominatore, rappresentato appunto
dall’unità monetaria.
Come già accennato in precedenza e come si vedrà nella parte specificamente
relativa alla microeconomia, il prezzo di un prodotto viene determinato in base al
volume della domanda ed a quello dell’offerta: infatti, si verifica che il prezzo tende
ad aumentare con un aumento della domanda oppure con un diminuzione
dell’offerta e viceversa. In poche parole, quindi, il prezzo aumenta quando le
quantità in gioco sono piccole, mentre invece diminuisce quando tali quantità
risultano sovrabbondanti .
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Ci sono diverse forme caratteristiche di mercato. A titolo esemplificativo, ne
possiamo citare tre che, pur essendo degli estremi, servono comunque a spiegare
alcune effettive tendenze che si manifestano nella realtà:
•
si ha un mercato concorrenziale quando, essendo molto grande il numero
di imprese e di famiglie che concorrono alla formazione della domanda e
dell’offerta, il prezzo viene determinato semplicemente dall’incrocio tra
domanda e offerta globali, senza quindi venir influenzato dalle singole
unità economiche;
•
si verifica invece un regime di monopolio quando il prezzo viene
praticamente imposto da un unico grande operatore che è presente in
esclusiva sul mercato;
•
se invece ci sono più operatori, molto grandi ma comunque in numero
limitato, che riescono ad influenzare, entro certi limiti, l’andamento dei
prezzi, allora si parla più propriamente di oligopolio.
Flusso reale e flusso monetario
L’introduzione della moneta comporta due conseguenze fondamentali: da un lato,
consente di individuare meglio l’effettivo funzionamento di uno scambio tra diversi
operatori; dall’altro, comporta la necessità di distinguere due tipi di flusso che si
manifestano nei sistemi economici:
•
il cosiddetto flusso reale (o anche flusso economico) è costituito dalla
quantità di materie prime, di prestazioni lavorative, di risorse destinate alla
strutturazione delle unità produttive, che entrano nei sistemi di produzione. In
uscita, poi, da questi sistemi, alle suddette quantità si aggiungono anche le
quantità di beni e servizi direttamente prodotti dai sistemi stessi nonché quelle
che, provenienti da altre nazioni, vengono immesse nel mercato (attraverso il
fenomeno delle importazioni). Abbiamo così un flusso finale la cui
destinazione è duplice: parte di questo flusso si dirige verso il sistema delle
famiglie consumatrici nell’ambito nazionale, mentre la restante parte viene
fornita al Resto del mondo (attraverso il fenomeno delle esportazioni):
Autore: Sandro Petrizzelli
6
Introduzione ai sistemi economici
Resto del Mondo
Unità produttive
materie prime
prestazioni lavorative
risorse varie
beni e servizi
prodotti e/o
importati
Sistema
delle famiglie
Resto del Mondo
(esportazioni)
Schematizzazione del flusso economico
•
a questo punto, il flusso reale appena considerato subisce, tramite la funzione
del consumo, una radicale trasformazione, che lo tramuta in flusso
monetario: infatti, i consumatori entrano in possesso dei prodotti richiesti
cedendo un corrispettivo in moneta, il che determina quindi appunto un flusso
monetario che procede sostanzialmente in senso inverso a quello reale: esso,
infatti, nasce nell’ambito delle unità di consumo nazionali e/o estere (quindi
dalle famiglie consumatrici) e si dirige verso il sistema delle imprese e verso la
Pubblica Amministrazione. Una fondamentale caratteristica del flusso
monetario è la sua perfetta omogeneità: infatti, è la moneta che è
intrinsecamente capace di esprimere, in modo uniforme, il valore di qualsiasi
eterogenea quantità fisica. In ogni caso, la quantità di moneta in movimento è
sempre da intendersi come l’espressione dei valori fisici che hanno
contraddistinto il precedente flusso reale.
Rimanendo nell’ambito del flusso monetario, abbiamo detto che esso si dirige
verso il sistema della Pubblica Amministrazione e verso quello delle imprese. Tra
questi due aggregati si può a sua volta sviluppare uno scambio monetario, che è
quello prodotto dal meccanismo delle imposizioni fiscali.
In ogni caso, la destinazione finale del flusso monetario è ancora una volta
duplice: essa potrà essere costituita dal Resto del Mondo, come contropartita per i
beni e servizi precedentemente importanti, oppure, come più spesso avviene, sarà
costituita dai fattori di produzione (che hanno alimentato inizialmente il sistema
produttivo delle imprese), in seno ai quali avverrà cioè la remunerazione delle
prestazioni precedentemente fornite.
Quest’ultimo fenomeno determina la nascita di un fondo monetario disponibile
in tutte quelle famiglie che in precedenza hanno prestato, in termini concreti (reali),
la loro opera presso i sistemi produttivi:
•
a questo punto, le famiglie trasferiscono parte di questo fondo alla
Pubblica Amministrazione (tramite il pagamento delle imposte e delle
tasse), ricevendone in cambio i servizi generali che essa si preoccupa di
assicurare;
•
un’altra parte del fondo monetario viene invece trattenuta dalle famiglie in
previsioni di eventuali possibili esigenze future (questa è la funzione del
risparmio);
•
infine, la rimanente parte del fondo monetario viene concretamente
impiegata nel consumo: in questo modo, le famiglie cambiano adesso il
proprio ruolo da “fattori produttivi” a consumatori, entrando, con la loro
domanda, nel mercato dei beni e servizi finali, alimentandolo tramite un
nuovo flusso monetario.
7
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 1
F
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Abbiamo dunque evidenziato i due flussi principali tramite cui si sviluppano gli
scambi o, con un termine comune, le transazioni economiche: flusso reale e, in
direzione opposta, flusso monetario. Nella realtà, comunque, è difficile che i due
flussi si verifichino contemporaneamente. Per esempio, la prestazione dei fattori
produttivi non avviene, in generale, attraverso una immediata corresponsione della
contropartita monetaria, come anche l’acquisizione dei prodotti finali: in entrambi i
casi, si preferisce generalmente richiedere una dilazione temporale ( 1). Quindi, il
fatto economico (o reale) e quello monetario si sviluppano in momenti
generalmente diversi .
In base a questo meccanismo, esiste un intervallo di tempo tra la fine dell’evento
economico e l’inizio di quello monetario: in questo intervallo nascono perciò delle
reciproche posizioni di debito e di credito tra i vari operatori. Ad esempio, il datore
di lavoro che, a conclusione delle prestazioni fornite da un suo dipendente, aspetta
un certo numero di giorni (ad esempio la fine del mese) per pagargli lo stipendio,
sarà in debito con il dipendente, che viceversa sarà in credito con lui (della stessa
cifra ovviamente).
Le posizioni di debito e di credito possono nascere sia come posizioni di saldo
direttamente derivate dagli scambi economici (è il caso dell’esempio appena fatto),
ma si potranno anche sviluppare in seguito a transazioni di carattere
esclusivamente monetario, come ad esempio la concessione di un prestito (si pensi
ad un imprenditore che, per avviare una data attività, richiede un prestito ad un
apposito istituto finanziario).
Le posizioni di debito o di credito possono anche cumularsi nel tempo, ma in
ogni caso presenteranno delle scadenze di esigibilità, il che costringe ciascun
operatore coinvolto a fare delle previsioni sulle entrate e sulle uscite monetarie che
si verificheranno nel suo futuro. Queste previsioni determineranno, per
l’imprenditore, un quadro di fabbisogni monetari (definiti generalmente impieghi)
e, per contro, un quadro delle risorse (o fonti) da cui attingere per farvi fronte. In
questo modo, non è escluso che si verifichino eventuali sbilanci temporali negativi,
la cui copertura potrà avvenire solo contraendo nuovi debiti.
Tutti i fenomeni appena descritti vengono designati con l’appellativo di
finanziari. Nell’ambito dei fenomeni di scambio precedentemente descritti, essi
rappresentano sostanzialmente il ponte di collegamento tra le manifestazioni
economiche, che abbiamo detto corrispondere ad elementi fisici, e le corrispondenti
manifestazioni monetarie, che rappresentano la conclusione finale degli eventi.
In definitiva, accanto al circuito reale ed a quello monetario, dobbiamo
immaginare un circuito finanziario, con il quale, attraverso l’incontro tra
fabbisogni e fonti finanziarie, si determinano reciproche (e dinamiche)
posizioni di debito e di credito tra i vari soggetti operanti nel sistema
economico .
Gli strumenti per l’analisi economica
Abbiamo già osservato in precedenza che un qualunque sistema economico può
essere analizzato sulla base dei concetti di stock e di flusso. Per compiere uno
studio attraverso il criterio di stock (o fondo), dobbiamo immaginare di fotografare
1
Si pensi, tanto per fare un esempio semplice, al fatto che gli stipendi vengono generalmente pagati ogni mese e che
l’acquisto di beni di un determinato valore (ad esempio una automobile) avviene tramite il versamento di un anticipo (a
volte nemmeno questo) ed il pagamento a rate della somma dovuta.
Autore: Sandro Petrizzelli
8
Introduzione ai sistemi economici
lo stato del sistema in un determinato istante e di effettuarne una sorta di
“inventario”, includendo in questo sia ciò che il sistema possiede materialmente in
quell’istante sia gli eventuali rapporti finanziari contratti nei confronti di altri
soggetti economici (rapporti che hanno sicuramente determinato posizioni di
credito e di debito). L’inventario di tutti questi elementi prende il nome di stato
patrimoniale (o anche conto patrimoniale) del sistema e deve contenere due sezioni:
•
da un lato, bisogna considerare ciò che il sistema possiede attualmente (in
termini di risorse fisiche o monetarie) oppure possiederà in relazione ai
crediti contratti: questo quadro è perciò denominato attivo;
•
dall’altro, bisogna considerare ciò che il sistema dovrà dare in base ai
debiti contratti per finanziare le proprie attività: questo sarà quindi il
passivo.
Ovviamente, essendo valida anche in Economia la legge per cui “nulla si crea e
nulla si distrugge”, le sezioni dell’attivo e del passivo, in termini di cifra globali di
saldo, dovranno coincidere tra loro, nel senso che un certo ammontare di debiti
contratti dovrà corrispondere ad una contropartita di poste attive finanziate.
Il nostro scopo è ora quello di dare dei cenni a come sono strutturati l’attivo ed il
passivo dello stato patrimoniale di un sistema economico.
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Nella parte relativa all’attivo del sistema economico in esame, sono indicate le
attività liquide o quasi liquide nonché le immobilizzazioni (o investimenti):
questo significa, in parole semplici, che sono menzionate sia le effettive
disponibilità monetarie (attività liquide) sia i crediti facilmente esigibili (attività
quasi liquide), cui si aggiungeranno poi altre poste (le cosiddette immobilizzazioni)
per le quali il discorso è più complesso, in quanto esse svolgono, nell’ambito del
sistema, una funzione diversa da quella che tende a trasformare direttamente le
poste in strumenti monetari.
In pratica, gli investimenti hanno la funzione di mettere il sistema in
condizione di operare secondo le finalità per cui è stato originariamente
costituito . L’investimento è perciò un bene durevole (o quasi durevole) che in
generale non “compare” nel prodotto finale, ma ne consente indirettamente la
realizzazione.
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L’azione indiretta degli investimenti per la realizzazione dei beni o servizi finali
può provocare, in alcuni casi (ad esempio negli impianti industriali), un
depauperamento degli investimenti nel tempo, nel senso che, dopo un certo
periodo di attività, il loro valore reale può risultare diminuito rispetto a quello
originale. Per questo motivo, in sede di inventario di fondo, la contabilizzazione
degli investimenti avviene nel modo seguente:
•
in primo luogo, si indicano i loro valori iniziali (ad esempio i costi pagati
per l’acquisto dei macchinari);
•
in secondo luogo, la quota parte di valore perduto viene indicata in una
apposita voce del passivo che prende il nome di ammortamento: essa
9
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 1
costituisce sostanzialmente una posta rettificatrice dell’attivo, ossia una
somma da sottrarre all’attivo per calcolare l’eventuale utile finale. In
pratica, l’ammortamento può considerarsi come il debito che sarebbe
necessario contrarre se si volesse realmente ricostituire il valore originario
degli investimenti fatti. Pensiamo ad un macchinario acquistato, ad un
certo prezzo, da una impresa: col passare del tempo, il macchinario può
deteriorarsi (semplicemente per l’usura) oppure può risultare meno
efficiente rispetto ad un modello innovativo introdotto più di recente;
allora, se l’azienda decide di sostituire il macchinario con un nuovo
modello, spenderà una somma superiore a quella spesa per l’acquisto
iniziale del macchinario: la differenza tra la somma spesa adesso e somma
spesa in precedenza costituisce l’ammortamento di quel macchinario.
Restando sempre al problema dell’ammortamento, che costituisce uno dei temi
più spinosi dell’economia operativa, è importante osservare che esso, pur non
rappresentando un debito consolidato già contratto nel tempo, presenta comunque
un reale significato dal punto di vista della monetizzazione: infatti, se, per un
qualche motivo, in un dato momento si volesse rendere liquida la corrispondente
posta di investimento, si avrebbe una vendita con minore ricavo rispetto al valore
evidenziato nell’attivo patrimoniale. Oltre a questo, si aggiunge la già citata
considerazione per cui l’ammortamento si può vedere come il debito da contrarre se
si volesse ricostituire il valore originario dei beni acquisiti così come sono stati
inventariati.
In definitiva, nel passivo dello stato patrimoniale del sistema compariranno
sia i debiti veri e propri sia, in un conto a sé stante, alcune voci, tra cui quelle
dell’ammortamento,
che
possono
ritenersi
rettificatrici
dei
dati
precedentemente inventariati . Spesso, i valori di tali voci non sono accertabili
esattamente, ma solo sulla base di criteri teorici approssimati.
C’è poi un’altra voce del passivo, relativa al cosiddetto patrimonio (o capitale),
in cui si indica il debito contatto dal sistema economico in esame, all’inizio della
propria vita, con chi gli ha concesso i mezzi necessari per nascere ed operare: ad
esempio, nel caso di una società per azioni (S.p.A.), una delle voci del patrimonio è
sicuramente costituita dal capitale versato dai soci per sottoscrivere le azioni.
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In generale, oltre a quanto detto in precedenza, si devono poi contabilizzare da
un lato i proventi netti (o utili) e dall’altro le eventuali perdite che, registrati
(utili e perdite) nei diversi periodi di attività del sistema, si decida di utilizzare e
mantenere nel sistema stesso.
Quest’ultimo discorso sposta allora i termini dell’analisi: fino ad ora, si è
studiato il sistema sulla base del concetto di stock, mentre adesso, dovendo
esaminare l’attività del sistema in un periodo di tempo, bisogna effettuare uno
studio dal punto di vista del flusso. Quindi, mentre prima abbiamo immaginato di
fotografare lo stato patrimoniale del sistema in un dato istante, adesso dobbiamo
immaginare di lasciar libero il sistema di esplicare tutte le attività per le quali è
stato concepito. In particolare, bisogna fissare il cosiddetto periodo di esercizio (o
di gestione), ossia l’intervallo di tempo in cui analizzare il comportamento dinamico
del sistema.
All’interno del periodo di esercizio, le varie attività svolte dal sistema
determinano flussi reali, finanziari e monetari del tipo precedentemente descritto:
Autore: Sandro Petrizzelli
10
Introduzione ai sistemi economici
•
a monte del sistema entrano risorse che vengono trasformate in beni e
servizi da cedere al mercato dei consumi;
•
tali risorse, nel momento in cui vengono acquisite, devono essere
remunerate, per cui si manifestano dei costi, ossia delle vere e proprie
uscite monetarie;
•
d’altra parte, la vendita dei beni e servizi prodotti produce dei ricavi
economici, che si traducono in immediate entrate monetarie oppure in
posizioni di credito cui in seguito corrisponderanno effettive entrate di
moneta. Tali ricavi, quindi, compensano i costi precedentemente sostenuti
e, ottimisticamente, producono anche un ammontare del reddito.
Tutti questi eventi vengono dunque seguiti nella loro dinamica evoluzione,
attraverso appositi metodi di contabilizzazione. Questi metodi, a seconda del
campo di indagine cui si riferiscono, si dividono in due categorie: contabilità
economica e contabilità finanziaria.
La contabilità economica consiste nel registrare, in termini monetari, i costi
che si sono sostenuti a monte e i ricavi che si sono prodotti a valle. Relativamente
al periodo preso in esame, la differenza tra i ricavi ottenuti ed i costi sostenuti
corrisponde al risultato di esercizio del sistema in questione: se tale differenza è
positiva, allora si parla di utile netto, mentre invece, in caso contrario, si parla di
perdita netta.
Il riepilogo delle registrazioni contabili effettuate costituisce il cosiddetto conto
economico, il quale, insieme allo stato patrimoniale del sistema, costituisce il
cosiddetto bilancio, documento essenziale per l’analisi di qualsiasi sistema
economico.
Una volta registrati gli utili e le eventuali perdite conseguiti dal sistema durante
lo svolgimento della propria attività, li si dovrebbe usare per dedurre il vantaggio o
lo svantaggio che dal sistema traggono le persone che lo hanno realizzato. Se tali
persone decidono di demandare al sistema stesso l’usufrutto di tali vantaggi o
svantaggi, allora è necessario riportare, nel conto patrimoniale, le conseguenti
situazioni di credito o di debito che il sistema ha assunto nei confronti delle
suddette persone. Queste informazioni compariranno nell’apposita voce del passivo
denominata capitale, nella quale compaiono anche le analoghe posizioni debitorie
contratte alla nascita del sistema.
L’evoluzione dell’attività economica del sistema si manifesta dunque nel conto
economico (dei costi e dei ricavi). Una immediata conseguenza di tale attività è
l’insorgere di posizioni debitorie o creditorie conseguenti al fatto che sia i costi sia i
ricavi non necessariamente vengono liquidati in termini monetari non appena si
verificano. In più, le posizioni debitorie o creditorie possono svilupparsi anche a
seguito di trasformazioni che, nel tempo, si determinano nello stato patrimoniale
del sistema: ad esempio, se nel periodo considerato si dovesse far fronte a
indilazionabili necessità di denaro liquido, si potranno estinguere vecchi crediti
oppure si potranno contrarre nuovi debiti (ad esempio prestiti richiesti o concessi
ad altri sistemi).
Tutti questi fenomeni costituiscono dunque una attività finanziaria che può
essere seguita nelle sue mutevoli trasformazioni tramite un conto finanziario da
affiancare al conto economico. Tale conto finanziario ha importanza, tra le altre
cose, in quanto consente di determinare il flusso monetario effettivamente entrato o
uscito dalle casse del sistema, condizione necessaria per poter controllare la massa
monetaria di cui il sistema usufruisce e per evitare pericolose situazioni di
insolvenza nel corso delle attività.
In conclusione, un sistema economico può essere analizzato, in termini generali,
dai seguenti documenti:
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Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 1
•
lo stato patrimoniale (documento di fondo);
•
il conto economico (documento di flusso);
•
il conto finanziario ed un eventuale conto monetario di cassa.
Come detto, alla compilazione di questi documenti si arriva seguendo nel tempo,
ma comunque in un periodo ben delimitato, i diversi eventi, attraverso la
contabilità di esercizio.
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Ogni attività (economica, finanziaria e/o monetaria), attuandosi sulla base
di uno scambio, si svolge necessariamente alla presenza di due operatori
economici tra i quali si sviluppi un flusso : questo flusso sarà economico se
l’oggetto di scambio è rappresentato da una entità fisica (anche se essa viene
rappresentata in termini monetari), sarà finanziario se implica il mutamento nelle
reciproche posizioni di debito o di credito, oppure sarà monetario se si svolge
attraverso reali movimenti di strumenti monetari.
In generale, anche nello svolgimento delle contabilità si seguiranno analoghi
criteri operativi: utilizzando le tecniche della partita doppia, ciascun fenomeno
viene analizzato in funzione degli effetti economici e di quelli monetari. In altre
parole, nell’ambito degli scambi effettuati, si procederà nel modo seguente:
•
da un lato c’è il conto che rappresenta il soggetto che genera il flusso reale
di beni in uscita:
§ nella colonna dell’ “avere”, si registrerà il valore del flusso reale
fuoriuscito, il quale ha determinato una posizione di credito nei
confronti degli operatori cui tale flusso è stato diretto;
§ nella colonna del “dare”, invece, si registrerà il corrispondente flusso
monetario entrante, che determina una equivalente posizione di debito
rispetto al soggetto che l’ha trasmesso;
•
dall’altro lato c’è il conto dell’operatore verso cui era diretto il flusso reale
e dal quale è partito il corrispondente flusso monetario: qui verranno
compiute operazioni analoghe ma opposte rispetto all’altro conto, in modo
che, nell’insieme, il saldo totale delle registrazioni effettuate in una sezione
di un conto sia esattamente bilanciato dal saldo totale della sezione
opposta dell’altro conto ( 2). Nell’ambito, poi, di uno stesso conto, si
verificherà la coincidenza tra i saldi delle colonne del dare e dell’avere, il
che esprimerà l’esattezza dell’analisi compiuta sui fenomeni economici e
sulla loro contropartita finanziaria.
Autore: Sandro Petrizzelli
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Questo meccanismo di bilanciamento costituisce un comodo ed immediato controllo nell’ambito della stessa
tipologia di fenomeni.
Autore: Sandro Petrizzelli
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