27 settembre 2013
COMUNICATO STAMPA
Creare un incubatore dell’economia del mare con AREA Science Park
Questa la proposta del presidente camerale Antonio Paoletti al convegno che rende la blue
economy protagonista di TriesteNext
Si conclude con la proposta del presidente della Camera di Commercio, Antonio Paoletti, di creare
con AREA Science Park un incubatore dell’economia del mare, un "sea lab", il convegno “Start up
dell’acqua, innovazione e impresa. L’economia del mare per lo sviluppo locale”, organizzato da
Aries, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Trieste in collaborazione con AREA
Science Park nell’ambito di TriesteNEXT.
Non si è parlato infatti di crisi ma di progettualità e di sviluppo economico perché l’economia del
mare sta divenendo sempre più un tema strategico e di rilievo per le istituzioni europee e locali, e
offre una prospettiva di crescita per quei territori che sapranno sfruttare e mettere a sistema alcuni
elementi chiave: ricerca, impresa, innovazione e cultura del mare, elementi che proprio a Trieste
raggiungono livelli di assoluta eccellenza.
«Forse per la prima volta in tanti anni ho sentito parlare di innovazione e non di crisi – ha detto
Paoletti -. L’economia del mare è la strada giusta sia a livello locale sia a livello nazionale per cui
credo sia giunto il momento di lanciare questa sfida: creare un incubatore dell’economia del mare
con AREA Science Park. Quando si parla di blue economy si intende un ampio ventaglio di attività,
che spaziano dal turismo del mare, che in questa città è ancora poco sfruttato, alla navalmeccanica,
che vede la presenza di Fincantieri e Wartsila, alla logistica portuale, alla pesca e all'acqua-coltura,
fino alla ricerca scientifica. Trieste è diventata grande grazie all’economia del mare e quindi mi
sembra naturale che anche il suo rilancio passi per questa via. Nel nostro Paese la filiera del mare ha
un valore aggiunto di 41,3 miliardi di euro e rappresenta il 2,9 per cento del Pil, il doppio delle
telecomunicazioni, mentre in Friuli Venezia Giulia il dato sale al 5 per cento ed a Trieste al 14,6 per
cento. Come Camera di Commercio a Trieste stiamo lavorando già da anni a progetti incentrati sulla
blue economy. Siamo partiti incentivando la coltivazione dei mitili, per poi espandere la nostra
attività in numerosi settori ed ora vogliamo incentivare la start up operanti proprio nei settori che
hanno fatto grande la nostra città. Tramite Aries abbiamo già incentivato la nascita di Trieste
Refitting System e di Trieste Yacht Berths, che oggi rappresentano realtà economiche importanti e
dimostrano l’importanza di mettersi in rete e fare sistema. Ovviamente continuiamo a lavorare e
promuovere le nostre aziende e la città con missioni mirate ai più importanti saloni della nautica,
come quelli di Monaco e Miami».
«Trieste è una città che vive di mare - ha dichiarato Roberto Della Marina, vice presidente di
AREA Science Park -. Bisogna campire come il 18 per cento dei 41 miliardi di euro che rappresenta
il terziario avanzato nel quale rientra anche la ricerca possa favorire supportando gli altri comparti
una ripresa economica. Il Friuli Venezia Giulia è un territorio nel quale esiste un substrato
tecnologico, culturale e scientifico e che da grande potenzialità. Bisogna capire come sfruttarlo e
qui entra in gioco il ruolo di AREA Science Park, che conta 88 imprese. Non bisogna spezzare il
filo ce porta un’idea dalla fase iniziale fino al suo sviluppo».
L’evento, moderato dal giornalista scientifico Maurizio Menicucci, ha visto la presentazione di tre
start up legate al mare recentemente sorte a Trieste, e di una realtà europea nata come start up che si
è nel tempo consolidata nel Nord Europa. Non sono poi mancati lo sguardo di una importante
multinazionale attiva nel campo marittimo come Wärtsilä, dell’Istituto di ricerca nazionale su
tematiche marine e di un incubatore di successo in un Paese, Israele, che ha fatto dello sviluppo
delle sulla tecnologia dell’acqua un importante asset strategico.
«Nonostante questo momento non sia tra i migliori c’è la voglia di fare impresa, ma per riuscirci
serve un catalizzatore e noi lo abbiamo trovato grazie al finanziamento della Regione per i progetti
innovativi – ha spiegato Carlo Baroni, co-fondatore e vice presidente della Tergeste Power and
Propulsion Srl –. Abbiamo sviluppato un sistema di propulsore che sostituisce non solo l’elica, ma
anche il timone ed al contempo garantisce maggiore sicurezza rispetto all’elica tradizionale».
«Chi cresce a Trieste è spesso a contatto con il mondo della nautica – ha spiegato Marco Vascotto,
socio fondatore del portale web Barcheyacht.it -, per cui ci è sorta naturale l’idea di sviluppare un
portale web della nautica che permettesse di accedere facilmente a tutte le informazioni necessarie
al noleggio e l’acquisto di una barca».
«Oggi anche andare a vela ha un impatto ambientale perché gli scafi in vetro resina non sono
riciclabili - ha detto Cristiano fondatore di Blue Marine Srl -. Per questo stiamo sviluppando
un’imbarcazione da regata che sia interamente riciclabile».
«La nostra azienda è nata come start up in collaborazione con il sistema universitario – ha detto
Arvid Bjervamoen, direttore del Comparto vendite e tecnologie della Aanderaa Data Instruments As
- per sviluppare strumenti di rilevazione in ambienti marini. Da lì siamo cresciuti fino a creare
strumenti in grado di funzionare negli ambienti più ostili del pianeta».
«Wartsila nasce da una piccola azienda che però ha sempre puntato sull’innovazione e questa
politica ci ha portato ad essere ciò che siamo oggi – ha commentato Mikael Troberg, direttore dei
settori Ricerca e sviluppo e Test e performance di Wärtsilä Italia -. Ogni anno investiamo 180
milioni di euro sulla ricerca, il 4% del nostro fatturato e questo ci ha portato ad essere presenti in
tutto il mondo».
«Il mio è un Paese semi arido dal punto di vista delle precipitazioni per cui sono state sviluppate
tecnologie in grado di permettere l’approvvigionamento di acqua, che si è rivelato un bene
preziosissimo - ha commentato Raanan Adin amministratore delegato della israeliana Adin
Holdings Ltd -. Dobbiamo infatti utilizzare tutte le risorse a nostra disposizione, tra le quali anche la
dissalazione ed il riutilizzo e farlo al meglio, riducendo al massimo gli sprechi ed il consumo di
energia».
«L’impatto dell’azione umana sul sistema costiero è elevato, ma dobbiamo domandarci quali
influenza abbiano le nostre attività sul mare profondo - ha spiegato Fabio Trincardi, direttore
dell'Istituto di Scienze Marine (CNR) -. Si tratta di un mondo che conosciamo poco ma sul quale
abbiamo forte impatto. Dobbiamo renderci conto che tutti quello che viene fatto a livello locale ha
un effetto anche sul piano globale».
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