UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PAVIA Scuola Avanzata di Formazione Integrata IL LASER A CASCATA QUANTICA: PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO E DISPOSITIVI COMMERCIALI Tesina di Miglierina Riccardo relativa al corso “Nanoscienze e nanotecnologie” Anno Accademico 2001/2002 Il laser a cascata quantica: principi di funzionamento e dispositivi commerciali 1. INTRODUZIONE AL LASER A CASCATA QUANTICA E PRINCIPALI APPLICAZIONI Il laser a cascata quantica, sviluppato a partire dal 1994 dal gruppo di ricerca del Prof. F. Capasso presso i Bell Laboratories, New Jersey, rappresenta una delle più interessanti realizzazioni pratiche nel campo delle cosiddette “Nanotecnologie”, ovvero particolari tecniche di ingegnerizzazione dei materiali le quali permettono di deporre sottilissimi strati di semiconduttore (tramite MBE, Molecular-Beam Epitaxy, ovvero epitassia a fascio molecolare), fino ad ottenere spessori paragonabili alle dimensioni della singola molecola (circa 0,25nm), [1]-[2]. Tali tecnologie, ideate attorno la fine degli anni ’60 e tuttora largamente utilizzate per la realizzazione di dispositivi commerciali di grande successo quali i laser a “buca quantica” per le comunicazioni ottiche, hanno permesso di realizzare una serie di materiali artificiali le cui proprietà fisiche possono essere alterate semplicemente variando parametri di tipo geometrico, ovvero aumentando o diminuendo lo spessore di uno strato. Questo risultato e’ decisamente interessante e presenta una serie di notevoli vantaggi tecnologici: •= Le tecniche di realizzazione dei materiali possono essere in qualche modo “standardizzate”, poiché nel processo vengono variate solo le proprietà geometriche lasciando invariata la tipologia di materiale semiconduttore utilizzato; non e’ dunque necessario cambiare completamente la tecnologia passando da un’applicazione pratica ad un’altra; •= E’ possibile creare materiali completamente nuovi (ovvero non reperibili direttamente in natura) che soddisfino in modo completo alle proprie necessita’ realizzative; 1 Il laser a cascata quantica: principi di funzionamento e dispositivi commerciali •= E’ possibile creare materiali alternativi a quelli convenzionalmente utilizzati, con il vantaggio di ottenere sia una semplificazione dei processi tecnologici, che una maggiore robustezza e affidabilità del prodotto finale. Il laser a cascata quantica, unendo ai vantaggi appena elencati la tecnica di “ingegnerizzazione delle bande”, si e’ affermato come un dispositivo di elevato interesse pratico poiché ha permesso di realizzare sorgenti laser affidabili con emissione di luce nel “medio infrarosso” (ovvero radiazione con lunghezza d’onda compresa tra 2 e 20 µm) evitando di utilizzare materiali semiconduttori di difficile lavorazione, quali i sali di piombo; dal punto di vista commerciale, questo risultato e’ di elevatissimo interesse per le sue possibili applicazioni in moltissimi campi, [1]-[2]: ♦= Controllo della concentrazione di gas prodotti in determinati processi industriali: infatti, il “medio infrarosso” e’ stato definito come “l’impronta digitale” delle molecole dei gas e dei vapori. Moltissimi composti gassosi (esempi tipici sono il monossido di carbonio (CO), il metano (CH4), l’ammoniaca (NH3) l’anidride solforosa (SO2)) assorbono la luce in questa gamma di lunghezze d’onda, con il vantaggio che l’atmosfera risulta esservi quasi completamente trasparente: avendo dunque a disposizione una sorgente laser adeguata ed utilizzando particolari tecniche di spettroscopia, e’ possibile rivelare la presenza di tali composti chimici anche in percentuali ridottissime (nell’ordine delle parti per miliardo). In più, tale rivelazione avviene senza bisogno di contatto fisico fra il sensore ed il gas stesso, il che permette di estendere il suo utilizzo anche al monitoring di composti chimici corrosivi; ♦= Controllo senza contatto della produzione di composti tossici ed inquinanti tramite la tecnica LIDAR (LIght Detection And Ranging); 2 Il laser a cascata quantica: principi di funzionamento e dispositivi commerciali ♦= Rivelazione di composti gassosi prodotti in processi chimici illeciti o legati all’industria bellica; ♦= Realizzazione di sensori utili per il miglioramento del processo di combustione nei motori e per il controllo delle emissioni delle marmitte catalitiche; ♦= Applicazioni mediche non invasive; e’ infatti possibile diagnosticare alcuni tipi di cancro del colon (oppure anche il diabete e l’ulcera) tramite una semplice analisi del respiro del paziente; ♦= Comunicazioni ottiche nello spazio libero (FSO, Free-Space Optics), [3]; ♦= Sensori anticollisione per veicoli; per questa applicazione e’ molto importante che la radiazione utilizzata non sia assorbita dall’atmosfera; ♦= Contromisure militari; per esempio, laser che emettono tra 3 e 5 µm potrebbero essere utilizzati per “accecare” i sensori dei missili a ricerca di calore; ♦= Sonde spaziali per la rivelazione di tracce gassose. Alcuni gruppi universitari hanno già verificato la validità del laser a cascata quantica nella rivelazione di piccolissime concentrazioni di gas in aria utilizzando tecniche di spettroscopia ad elevata risoluzione; a titolo di esempio, un gruppo di ricerca presso lo Steven Institute of Technology, New Jersey, e’ stato in grado di misurare una concentrazione pari a 250 ppb (parti per miliardo) di ossido nitroso (N2O), utilizzando un laser a cascata quantica che lavorava in regime impulsato ad una temperatura prossima alla temperatura ambiente, [2]. Inoltre, sono in atto delle collaborazioni con gruppi di ricerca industriali e governativi americani, quali la Ford Motor Company ed il NASA-JPL (Jet Propulsion Laboratory) Dunque l’utilità del laser a cascata quantica e’ già stata sperimentata direttamente sul campo, il che ha aumentato notevolmente gli spunti di ricerca per i possibili miglioramenti del dispositivo. 3 Il laser a cascata quantica: principi di funzionamento e dispositivi commerciali 2. PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO 2.1. Introduzione Per comprendere il funzionamento di un laser a cascata quantica, e’ necessario chiarire prima di tutto che cosa sia un laser a semiconduttore convenzionale e su quale principio funzioni. Fondamentalmente un laser e’ una sorgente di luce; ciò che lo distingue nettamente da una sorgente di luce convenzionale (per esempio, una normale lampada) e’ pero’ la presenza di una cavità ottica, la quale ha il compito di selezionare un’unica lunghezza d’onda (ovvero un unico “colore”) sul quale il laser emetterà tutta la sua potenza: perciò si può parlare di una sorgente “monocromatica” (a differenza delle normali lampade, le quali emettono una luce fondamentalmente bianca, ovvero contenente tutti i colori). In particolare, un laser a semiconduttore e’ costituito da una giunzione pn (per tale motivo viene anche definito “diodo laser”) realizzata con materiali semiconduttori compositi (tipicamente GaAs). La potenza ottica viene dunque generata applicando alla giunzione una corrente diretta: in tali condizioni, un elettrone che si trova in banda di conduzione può ricombinarsi con una lacuna presente in banda di valenza, dando origine ad un fotone la cui lunghezza d’onda λ (il colore della luce emessa) dipende dalla cosiddetta “energia di gap” EG (ovvero il salto energetico fra la banda di conduzione e al banda di valenza), parametro dipendente a sua volta dal materiale semiconduttore scelto per la realizzazione del diodo. Ciò significa che per cambiare la lunghezza d’onda di emissione del laser e’ necessario cambiare il materiale utilizzato; per esempio, nel caso delle comunicazioni ottiche, i diodi laser che emettono a λ=0.8µm sono realizzati tramite la coppia di materiali GaAs/AlGaAs; per spostare l’emissione a λ=1.5µm, e’ necessario utilizzare il materiale InGaAsP, il quel richiede un processo tecnologico decisamente differente. Infine, per ottenere la 4 Il laser a cascata quantica: principi di funzionamento e dispositivi commerciali cavità ottica necessaria per l’emissione monocromatica, le superfici del pezzo di materiale in uso devono essere tagliate opportunamente. Il laser a cascata quantica si basa su un principio di funzionamento decisamente differente. La principale diversità sta’ nel fatto che l’emissione della potenza ottica e’ dovuta ad un solo tipo di portatore (tipicamente l’elettrone); per tale motivo, non e’ più necessaria una giunzione pn e dunque non si può più parlare di diodo laser. Il meccanismo di generazione dei fotoni e’ quindi completamente differente: essi vengono emessi non più tramite il meccanismo di ricombinazione elettrone-lacuna, bensì tramite una continua “caduta” di un elettrone (da cui il nome cascata quantica) da un livello energetico più alto ad uno più basso (vedere la Figura 2.1). CONVENZIONALE CASCATA QUANTICA FIGURA 2.1 Differenza fra i meccanismi di emissione dei fotoni nei diodi laser convenzionali e nel laser a cascata quantica. Nel laser convenzionale (sinistra), un fotone (freccia a spirale arancione) viene generato tramite la ricombinazione di un elettrone (freccia blu) con una lacuna (freccia rossa); in un laser a cascata quantica invece (destra) i fotoni vengono emessi solo tramite gli elettroni, i quali “cadono” da un livello ad energia più alta ad uno ad energia più bassa. 5 Il laser a cascata quantica: principi di funzionamento e dispositivi commerciali 2.2. Struttura di un laser a cascata quantica Nella Figura 2.2 viene mostrata la struttura delle bande di un generico laser a cascata quantica, [1]. Generalmente, il diagramma a bande indica quali sono i livelli di energia che l’elettrone (oppure la lacuna) può occupare all’interno di un particolare materiale. Come risultato della fisica quantistica, anche in un materiale omogeneo (per esempio, un semiconduttore massivo come il silicio) non tutti i livelli energetici sono disponibili; esiste infatti un intero intervallo di livelli energetici “proibiti” (meglio noto come energy gap, indicato con EG) nel quale l’elettrone o la lacuna non possono stare: i portatori vanno dunque ad occupare solo i livelli di energia permessi, i quali formano le cosiddette “bande energetiche” (da cui il nome “diagramma a bande”). FIGURA 2.2 Diagramma delle bande di un laser a cascata quantica e principio di funzionamento. 6 Il laser a cascata quantica: principi di funzionamento e dispositivi commerciali Per creare la struttura di un laser a cascata quantica, le banda energetica relativa agli elettroni (denominata “banda di conduzione”) viene opportunamente modellata accrescendo tramite MBE (epitassia a fascio molecolare, vedere la Sezione 1) una serie di strati di materiali semiconduttori con energy gap differenti (tipicamente della famiglia AlGaAs/GaAs); il risultato (vedi Figura 2.2, linea nera) e’ una successione di “buche e barriere” energetiche che, con i loro spessori, determinano le posizioni dei livelli energetici permessi: tale tecnica di modellazione delle bande viene definita “bangap engineering”. Il laser a cascata quantica e’ dunque costituito da un vero e proprio materiale artificiale, diviso longitudinalmente in una serie di sezioni, denominati “stadi”, che si ripetono periodicamente. Ogni singolo stadio e’ diviso in due parti distinte: •= ZONA ATTIVA: questa zona ospita i livelli energetici tramite i quali avviene la transizione ottica, ovvero l’emissione del fotone dovuta al decadimento di un elettrone da un livello energetico alto ad uno basso. In maniera analoga al problema quantistico della “particella in una buca”, gli spessori dei materiali vengono opportunamente scelti per creare i livelli 3, 2 e 1 (vedere Figura 2.2); l’elettrone che si trova nel livello 3, decadendo verso il livello 2, causa l’emissione di un fotone: la lunghezza d’onda della radiazione emessa dipende da E3-E2 e, per valori tipici in gioco, e’ tipicamente compresa nella gamma del “medio infrarosso” (3.5-24µm). Il livello 1 viene inserito per rendere più efficiente il meccanismo di generazione dei fotoni. •= INIETTORE: questa sezione e’ costituita da un “superreticolo”, ovvero una continua ripetizione di buche e barriere con identico spessore ed altezza; una struttura geometrica di questo tipo crea una “minibanda”, ovvero una piccola struttura a bande interna alla banda di conduzione del materiale stesso. La progettazione di questa parte del materiale e’ cruciale, poiché essa ha il 7 Il laser a cascata quantica: principi di funzionamento e dispositivi commerciali compito di fornire gli elettroni al livello 3 della zona attiva e deve favorire l’estrazione degli elettroni decaduti sul livello 2. Un laser a cascata quantica può essere costituito da 25-75 stadi di questo tipo. Ciò equivale a dire che da un elettrone iniettato nella struttura si possono generare potenzialmente fino a 75 fotoni; un laser convenzionale invece può generare unicamente un singolo fotone da una coppia elettronelacuna: per tale motivazione, un laser a cascata quantica e’ in grado di generare potenze fino a due ordini di grandezza superiori (fino a 0.5W) ai convenzionali diodi laser realizzati tramite i sali del piombo, [1]. Inoltre, per cambiare la lunghezza d’onda di emissione non e’ necessario cambiare il materiale, basta solo cambiare gli spessori del materiale nella zona attiva: ciò porta dei notevoli vantaggi quali una parziale standardizzazione del processo tecnologico di realizzazione dei laser. La struttura finale viene ottenuta creando la cavità ottica necessaria per il funzionamento a singola lunghezza d’onda (singolo modo), proprietà molto importante per l’applicazione del laser a cascata quantica nell’ambito della spettroscopia ad alta risoluzione (vedere Sezione 1). Tale selezione viene tipicamente ottenuta tramite un DFB (Distributed Feedback, feedback distribuito), ovvero un reticolo distribuito che viene inciso direttamente sulla tessera del laser (Figura 2.3), [4]. FIGURA 2.3 Laser a cascata quantica con reticolo DFB per la selezione modale. 8 Il laser a cascata quantica: principi di funzionamento e dispositivi commerciali 3. NUOVE REALIZZAZIONI E PROSPETTIVE Un parametro di fondamentale importanza per qualsiasi laser a semiconduttore e’ la temperatura alla quale si trova la tessera del dispositivo: anche minute variazioni possono cambiarne la potenza emessa a parità di corrente di alimentazione e, soprattutto, la lunghezza d’onda della radiazione emessa. In alcune applicazioni e’ dunque fondamentale controllare la temperatura del dispositivo tramite particolari sistemi di controllo delle derive della temperatura. I laser a cascata quantica attualmente sperimentati nelle applicazioni di spettroscopia vengono utilizzati in due differenti condizioni di funzionamento: •= In regime impulsato (ovvero modulando la corrente di alimentazione) ed a temperatura ambiente (T=300K, circa 25˚C), raggiungendo potenze di picco pari a 0.5W; •= In continua (ovvero alimentando il laser con corrente continua) ed alla temperatura dell’azoto liquido (T=77K, circa –200˚C), raggiungendo potenze dell’ordine dei 0.2W. Un primo obiettivo della ricerca sul laser a cascata quantica e’ di ottenere dispositivi che funzionino “in continua” a temperature decisamente più elevate (al di sopra dei 200K), in modo tale da semplificare il metodo di termostatazione (abbandonare le celle ad azoto liquido per passare ai più comuni sistemi termoelettrici) e migliorare le prestazioni nelle misure ad elevata risoluzione, [1]. La proprietà di poter variare la lunghezza d’onda tramite la temperatura (o tramite la corrente di alimentazione) viene attualmente utilizzata nella spettroscopia a scansione di lunghezza d’onda; da questo punto di vista, il laser a cascata quantica ha permesso di ottenere prestazioni decisamente superiori ai diodi laser realizzati con materiali convenzionali: e’ infatti possibile cambiare la 9 Il laser a cascata quantica: principi di funzionamento e dispositivi commerciali lunghezza d’onda anche di parecchie decine di nanometri, risultato non facilmente ottenibile altrimenti, [2]-[4]-[5]. Tale proprietà va pero’ associata ad una buona qualità della luce emessa, ovvero una radiazione quasi perfettamente monocromatica: sono attualmente in corso degli studi con lo scopo di “restringere” la riga di emissione del laser, risultato di elevato interesse per le applicazioni spettroscopiche ad alta risoluzione, [1]-[2]-[3]. Infine, vi sono alcune interessanti prospettive per estendere i campi di applicazione del laser a cascata quantica: •= Creare laser affidabili che emettano più lunghezze d’onda contemporaneamente. Tramite la tecnica di “bandgap enginering” e’ possibile creare una zona attiva la quale presenta più possibili transizioni ottiche, in modo tale da generare un fascio di luce a due o più lunghezze d’onda, [4]; molto interessante e’ la possibilità di applicazione di tali dispositivi nelle tecniche LIDAR a differenza di assorbimento, [1]; •= Ottenere dei laser che emettano a lunghezze d’onda nel “lontano infrarosso” (con λ fino a 100µm), [3]. Questo obbiettivo richiede lo studio e la realizzazione di strutture diverse rispetto a quella descritta nella Sezione 2.2 (per esempio la realizzazione a “superreticolo”), [1]-[6]; recentemente, un gruppo di ricerca presso l’Università di Neuchâtel, Svizzera, e’ riuscita ad ottenere un dispositivo che, pur non emettendo luce monocromatica, emette radiazione a bassa potenza ad una lunghezza d’onda di 88µm, [2]; •= Ottenere laser impulsati (sia tramite modulazione diretta della corrente che tramite tecniche di mode-locking o gain-switching) ad elevata frequenza per applicazioni nelle comunicazioni ottiche nel “medio infrarosso” (in particolar modo FSO, Free-Space Optics, comunicazione nello spazio libero), [3]-[5]. 10 Il laser a cascata quantica: principi di funzionamento e dispositivi commerciali Il futuro della ricerca sul laser a cascata quantica e’ dunque ricco di possibili spunti; ciò e’ un’evidente dimostrazione di come le Nanoscienze e le Nanotecnologie, nonostante gli ingenti sforzi economici necessari per il loro sviluppo, stiano prendendo piede sia nel mondo della ricerca che nel mondo delle applicazioni industriali. BIBLIOGRAFIA [1] F. Capasso et al., “High performance quantum cascade lasers”, Optics and Photonics News, Vol. 10, No. 10, Ottobre 1999, pp. 32-37. [2] F. Capasso, C. Gmachl, D. L. Sivco, A. Y. Cho, “Quantum cascade lasers”, Physics World, Vol. 12, No. 6, Giugno 1999, pp. 27-33. [3] F. Capasso et al., “Quantum cascade lasers: ultrahigh-speed operation, optical wireless communications, narrow linewidth and far-infrared emission”, IEEE Journal of Quantum Electronics, Vol. 38, No. 6, Giugno 2002, pp. 511-532. [4] C. Gmachl, A. Straub, R. Colombelli, F. Capasso, D. L. Sivco, A. M. Sergent, A. Y. Cho, “Single-Mode, Tunable Distributed-Feedback and Multiple-Wavelength Quantum Cascade Lasers”, IEEE Journal of Quantum Electronics, Vol. 38, No. 6, Giugno 2002, pp. 569-581. [5] F. Capasso et al., “New frontiers in quantum cascade lasers and applications”, IEEE Journal on Selected Topics in Quantum Electronics, Vol. 6, No. 6, Novembre-Dicembre 2000, pp.931-947. [6] C. Sirtori, H. Page, C. Becker, V. Ortiz, “GaAs–AlGaAs Quantum Cascade Lasers: Physics, Technology, and Prospects”, IEEE Journal of Quantum Electronics, Vol. 38, No. 6, Giugno 2002, pp. 547-558. 11