FONDAZIONE PIAZZA dei MESTIERI “Marco Andreoni” EX CONCERIE FIORIO Via Jacopo Durandi, 10 Torino RIQUALIFICAZIONE EDIFICIO PRODUTTIVO AI FINI DELLA REALIZZAZIONE DI CENTRO PER L’INNOVAZIONE, LA PRODUZIONE E LA FORMAZIONE MULTIMEDIALE “PIAZZA DEI MESTIERI 2” DOCUMENTO PRELIMINARE ALLA PROGETTAZIONE Torino 31.07.2009 Il responsabile del procedimento Dott. Dario Odifreddi DOCUMENTO PRELIMINARE ALLA PROGETTAZIONE “La creatività è motore per l'innovazione e fattore chiave per lo sviluppo delle competenze personali, professionali, imprenditoriali e sociali ed il benessere di tutti gli individui in società” Slogan creatività and innovation European Year 2009 1. L’IDEA La fondazione Piazza dei Mestieri Marco Andreoni (di seguito Fondazione) intende realizzare un centro per l’innovazione, la produzione e la formazione nel campo della multimedialità (di seguito Centro). L’idea di dare vita un Centro produttivo incentrato sulla creatività e sull’innovazione nasce dall’incontro tra una passione educativa e un’esigenza espressa da quella parte del mondo produttivo che opera nei settori del cinema di animazione, della grafica e stampa del design e della comunicazione in cui assume un rilievo particolare proprio il binomio creatività e innovazione. Si tratta di ambiti produttivi in cui sovente si fa uso di tecnologie sofisticate, ma soprattutto in cui l’innovazione di prodotto e di processo sono caratteristiche costanti, assumendo normalmente la caratteristica tipica dell’innovazione incrementale, ma talvolta anche quella radicale connessa a cambiamenti che possono portare a spostamenti significativi dal paradigma di riferimento con i conseguenti effetti di spiazzamento per chi opera su quei mercati. Il processo innovativo è sempre più complesso e spesso si configura come una variabile difficilmente controllabile da parte di una singola impresa; essa non può limitarsi a gestire strategie di sviluppo basate sulle tecnologie e sui processi presenti in un certo momento, ma deve imparare a produrre e gestire conoscenze e competenze di altissimo livello; in particolare diventa sempre più evidente che il fattore tecnologico non può essere inteso restrittivamente come la somma di aspetti tecnico–ingegneristici, ma deve essere considerato come la capacità dell’azienda “innovativa” di sfruttare le potenzialità che la tecnologia offre attraverso una revisione dei propri modelli di produzione, di organizzazione interna e di interrelazioni esterne. Le imprese appartenenti ai settori individuati presentano poi una costante legata alla capacità di essere “creative”, ma come è ben noto la creatività è prerogativa umana legata ai talenti delle persone e alla capacità di farli fruttare anche attraverso percorsi educativi adeguati. L’Obiettivo del Centro è proprio quello di fornire un framework di riferimento in cui i giovani che possiedono un talento creativo possano trovare un humus che ne faciliti lo sviluppo. In tal senso il Centro qui proposto presenta caratteristiche innovative sia legate ai percorsi formativi in senso stretto (creazione di un liceo artistico sperimentale privato), sia nella logica di una proposta ampia che coinvolge le diverse dimensioni dei giovani che vanno dalle proposte culturali a quelle sportive, dall’offerta di percorsi di alternanza scuola lavoro all’offerta di ambiti che facilitino la convivenza. Sul versante educativo il Centro Piazza dei Mestieri 2 intende innovare profondamente il concetto di istruzione e formazione, anche superando alcuni totem quali il riconoscimento legale del titolo di studio. Se è vero infatti che tale riconoscimento ha ancora una certa rilevanza, è altrettanto evidente che esso sempre più spesso non è più l’elemento centrale per assicurarsi un inserimento gratificante e motivato nel mondo del lavoro. Infatti per potersi collocare con successo nell’economia della conoscenza, occorre saper fare molto di più che assimilare e riprodurre informazioni: occorre saper utilizzare ciò che si è appreso in situazioni nuove e in modo creativo. Sul versante produttivo Il Centro Piazza dei Mestieri 2 intende innovare il concetto di struttura produzione di beni o servizi, creando una interazione continua tra formazione e produzione. Tale approccio è mirato da un lato al superamento del problema relativo al separazione tra l’apprendimento scolastico e il mondo del lavoro, dall’altro offrire alle aziende che operano sul mercato la possibilità di svilupparsi attraverso il contributo dello studio e della ricerca continua. Il tutto poiché si ritiene che la grande sfida dello sviluppo e dell’innovazione è perciò quella di trovare i modi per accrescere l’apprendimento con metodologie diverse, partendo dal presupposto che i ragazzi imparano meglio se coinvolti direttamente, se inseriti in progetti nei quali possano usare le proprie conoscenze e competenze in modo creativo, se possono fare ciò attraverso un’esperienza di convivenza in cui la quotidianità diventa interessante e avvincente, producendo risultati tangibili, finalizzati ad un mercato vero, nella realtà in cui operano. Dal lato della proposta complessiva il “Centro Piazza dei Mestieri 2 vuole essere un luogo di incontro privilegiato per sviluppare le attitudini individuali, un “luogo fisico” in cui la produzione possa svilupparsi, maturare e innovarsi, in modo continuo. Un luogo poi “sempre aperto”, sul modello di alcuni parchi scientifici e tecnologici, dove l’impresa e la scuola si aiutano e supportano a vicenda con l’obiettivo di migliorare la preparazione teorico-pratica degli studenti, i quali potranno, restituire in termini di nuove idee ciò che gli viene insegnato. Il Centro Piazza dei Mestieri 2 vuole essere più di una semplice proposta formativa: esso propone una rete di relazioni, un luogo di scambio e di incontri tra compagni, con personalità interessanti operanti nei settori di riferimento, con progetti e con idee. L’esperienza del Centro mira ad accompagnare il singolo ragazzo nel suo percorso di crescita, mettendo ognuno nelle condizioni di sviluppare e realizzare le proprie potenzialità, di immaginare il proprio futuro e raggiungere i propri obiettivi. La proposta del Centro tende a far esprimere il meglio di ognuno per sviluppare l’eccellenza, quel contributo che ciascuno, secondo il proprio talento, può dare per la costruzione e lo sviluppo di una società adeguata all’uomo. L’idea della Piazza dei Mestieri 2 nasce, infatti, dalla riscoperta dell’educazione dell’uomo nel senso più totale, con l’attenzione a quei fattori dell’esperienza e della conoscenza che contribuiscono a portare a piena maturazione tutte le componenti umane: l’intelligenza, la curiosità, la creatività, la libertà, il giudizio e la capacità di relazione. La complessità dell’attuale panorama economico-produttivo è profondamente interconnessa con l’educazione e la formazione delle giovani generazioni: l’istruzione scolastica contemporanea rimane di fatto slegata dalle esigenze del tessuto produttivo per una serie di motivi legati sia alla costruzione strutturale dei piani formativi, sia ai contenuti e agli argomenti proposti. Circoscrivendo il ragionamento nell’ambito della creatività e dell’innovazione occorre sottolineare un errore di fondo consistente nel pensare che alcune forme di insegnamento, legate all’ampio concetto di creatività visiva, siano trasmissibili anche in età avanzata e che, in massima parte, sia solo un problema di trasferimento di competenze legate ai software o alle tecnologie. Appare evidente, invece, che le tecnologie sono principalmente strumenti per poter meglio realizzare un’immagine creativa e che in nessun modo possono sostituire la cultura della creazione e del pensiero creativo; così come è ormai appurato che alcune capacità o inclinazioni vanno educate sin da bambini e si codificano nell’età dell’adolescenza. Il tratto di un disegnatore di fumetti non si educa in università, ma molto prima, così come d’altronde un musicista non inizia di norma a solfeggiare a vent’anni. La creatività, quindi, passa attraverso moltissime fasi di acquisizione dell’immagine, del bello, della storia e del linguaggio; passa attraverso un’esperienza di vita, fatta di stimoli, di percezioni tattili, di allenamento, di prove e riprove con diversi strumenti e con diverse metodologie di apprendimento e non in ultimo attraverso una conoscenza specifica dei cicli e dei processi produttivi. Troppa divisione tra ruoli creativi e ruoli realizzativi in questi anni ha distorto il concetto di processo produttivo nei settori creativi. Troppo spesso si pensa che la creatività sia o esclusivamente intellettuale o esclusivamente tecnologica e questo ha portato a creare una netta divisione nei ruoli produttivi e formativi tra chi nel gruppo di lavoro “crea” e chi invece realizza. Questo si scosta in modo totale dalla realtà lavorativa che vede invece sempre di più l’esigenza di un diffuso uso delle tecnologie nella creatività, ma parallelamente una diffusa applicazione della creatività nelle fasi realizzative della produzione. Altro fattore fondamentale è che le aziende, soprattutto quelle creative, hanno sempre a che fare, per loro struttura e necessità, con un mercato mondiale. Il linguaggio creativo non può essere limitato al proprio paese o al proprio continente per moltissimi motivi (primo fra tutti il motivo economico), ma anche per cultura e storia. Diventa indispensabile, quindi, una formazione culturale che spazi e che trasmetta impulsi visivi e percettivi che arrivano da mondi ormai vicinissimi, ma spesso sconosciuti sia per concetti che per linguaggi. La formazione del futuro deve quindi trasmettere la comprensibilità delle lingue e del modo di affrontare la sintesi creativa di vari linguaggi, per facilitare la consuetudine a codici diversi, sempre in evoluzione; deve sostenere lo sviluppo e l’educazione visiva, attraverso il disegno dal vero, la modellazione (con creta o plastilina), il disegno geometrico (proiezioni ortogonali), e collaborare alla formazione di uno spirito aperto e critico, che conosca gli elementi dell’ambiente, delle scienze umane e delle arti. Il Centro si configura quindi sia come luogo volto principalmente alla creazione e allo sviluppo di attività produttive e di servizio alla produzione, oltre che, secondariamente all’erogazione di servizi educativi-formativi, sia come ambito di elaborazione e di analisi dei fabbisogni, che come luogo di produzione di beni e servizi, nonché come attività di studio e di ricerca. In tal senso il Centro opera in stretto raccordo con il territorio ponendosi obiettivi di sviluppo di tipo sistemico, che possono essere così sintetizzabili: a) costruire una rete tra coloro che operano sulle filiere su cui si concentra l’intervento al fine di identificare con chiarezza i fabbisogni emergenti di nuove professionalità e i relativi profili professionali con l’obiettivo di offrire ai nostri giovani opportunità lavorative congruenti con gli sviluppi del mercato; b) ricondurre a sistema organico diverse esperienze formative favorendone l’interazione e realizzando così concretamente la ricomposizione della filiera istruzione, formazione, lavoro; c) creare le condizioni per la costruzione di un sistema delle competenze condiviso dai diversi attori che ne faciliti la certificazione; d) coinvolgere il sistema delle imprese, soprattutto di quelle che operano su contesti internazionali e si collocano in posizioni di leadership nel proprio segmento. Tale azione porterà benefici che potranno estendersi oltre i confini del territorio piemontese permettendo di esportare eccellenze che già oggi hanno una presenza nazionale e talvolta sovranazionale; e) coinvolgere l’intero sistema degli stakeholder nel sostegno alle iniziative promosse dal Centro. In tal modo l’istruzione potrebbe tornare ad essere veramente fattore di promozione sociale, consentendo ai “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” di “raggiungere i gradi più alti degli studi” (art. 3 e 34 costituzione Italiana); f) fornire suggerimenti di policy sul tema della rivisitazione dei sistemi educativi. 2. L’IMMOBILE 2.1 Inquadramento Storico L’attuale Piazza dei Mestieri, così come il futuro Centro Piazza dei Mestieri 2 – Creatività e Innovazione, si trova nella zona ovest di Torino, nel Borgo San Donato, che assunse questo nome nel 1835 dall’unione dell’antico Borgo Martinetto e del nucleo industriale di origine settecentesca cresciuto lungo le sponde del canale “Torino” (interrato negli anni ’30 del ‘900 ma ricordato dalla denominazione delle vie Martinetto, Industria, Le Chiuse e Fucina ora Pinelli) che percorreva un tracciato racchiuso tra le attuali via San Donato, Pacinotti, Carena fino alla ferrovia di Porta Susa. A partire dagli ultimi anni dell’800 il borgo ebbe un “progressivo sviluppo industriale con l’installazione di una quindicina di fabbriche”, fra le quali i due birrifici Metzger e Bosio-Caratsch (la prima ancora oggi visibile in Via San Donato 68, la seconda, in C.so Principe Oddone 19 ormai scomparsa), la Conceria Fiorio (costruita nel 1837 in Via Durandi, che sarà molto attiva, parecchi anni dopo, nella lotta di Liberazione), i Mulini del Martinetto, poi Feyles (in corso Tassoni 56) e le due fabbriche di cioccolato Caffarel fondata nel 1818 in Via Carena e la Michele Talmone (aperta nel 1850, dapprima in via Artisti e poi ingrandita nella fabbrica di via Balbis, con negozio nel centro città, in via Lagrange). 2.2 Inquadramento urbanistico L’area oggetto dell’intervento si trova nella tavola 1 foglio 8b del Piano Regolatore Generale (di seguito PRG) di Torino e nella tavola 168 della carta tecnica della città. All’interno del PRG l’immobile viene inserito in una zona normativa “urbana storico ambientale” n.XIII (Art.11 N.U.E.A. tavola normativa n.2), viene segnato in un’area normativa di tipo misto produttiva (MP Art.8 N.U.E.A), viene altresì inserito tra gli “Edifici di particolare interesse storico” con gruppo di apparteneza n.3, ossia edifici di valore storico ambientali. L’indice di edificabilità fondiario (def.) è pari 1,35mq SLP/SF. Come si evince dalle norma tecniche di attuazione, in base all’Art. 8 vengono definite le destinazioni d’uso ammissibili: “Art. 8 – Aree normative: classificazione e destinazioni d’uso Per le zone normative vengono individuate le destinazioni d’uso ammesse secondo le definizioni dell’art.3 con la precisazione che le attività di servizio pubblico di cui al punto 7 del succitato art.3 sono consentite in tutte le aree normative. Le aree normative, individuate nelle tavole di piano in scala 1:5.000, sono: omissis 10 Area MP 42 Isolati o complessi di edifici a destinazione mista produttiva: artigianale, commerciale, e servizi, anche in presenza di residenza. Sono escluse le attività nocive o moleste. 43 Gli usi consentiti sono: A. Attività commerciali al dettaglio di cui all’art. 3 punti 4A1a e 4A1b1 nei limiti e nel rispetto di quanto disposto nell’allegato C: 4. Attività commerciali A1) Attività commerciali al dettaglio (v. allegato C) articolate in: a) esercizi di vicinato (superficie di vendita non superiore a 250 mq); b1) medie strutture di vendita (superficie di vendita compresa tra 251 e 1800 mq); b2) medie strutture di vendita (superficie di vendita compresa tra 1801 e 2500 mq); B. Artigianato di servizio e di produzione (v. art. 3 punti, 3A1 e 3A2, 4A3) 3. Attività produttive A1) artigianato di servizio, attività industriali e artigianato di produzione compresa la produzione e la fornitura di servizi tecnici, informatici e di telecomunicazione. A2) depositi al coperto o all’aperto; A3) attività artigianali di servizio; 4. Attività commerciali NB. Art. 3 - Sono ammesse, entro il limite del 25% della S.L.P. esistente o in progetto, destinazioni accessorie strettamente necessarie allo svolgimento dell’attività principale e integrate nell’unità produttiva stessa quali residenza custode e/o titolare, attività commerciali di cui ai punti 4A1a, 4A1b1, 4A2, 4A3 e 4B nei limiti e nel rispetto di quanto disposto nell’allegato C e uffici. C. Attività di ricerca, servizi per l’istruzione, culturali, assistenziali, di interesse generale, ecc. (v. art.3 punti 3B, 7 lett. a, i, s e 8). 3. Attività produttive B) Attività di ricerca, anche a carattere innovativo finalizzate alla produzione e forniture di servizi tecnici e informatici purché fisicamente e funzionalmente connesse con l’attività produttiva insediata. NB. art.3. - Sono ammesse, entro il limite del 25% della S.L.P. esistente o in progetto, destinazioni accessorie strettamente necessarie allo svolgimento dell’attività principale e integrate nell’unità produttiva stessa quali residenza custode e/o titolare, attività commerciali di cui ai punti 4A1a, 4A1b1, 4A2, 4A3 e 4B nei limiti e nel rispetto di quanto disposto nell’allegato C e uffici. 7. Attività di servizio i) istruzione inferiore; s) istruzione superiore; a) servizi sociali, assistenziali, sanitari (esclusi ospedali e cliniche), residenze per anziani autosufficienti, centri di ospitalità, residenze sanitarie protette, centri civici e sedi amministrative decentrate, sedi per l’associazionismo, politiche, sindacali, attrezzature culturali e per il culto; o) attrezzature per lo spettacolo: teatri, cinema, ecc. (vedi punto 11A); 11A) Attività per lo spettacolo: cinema, teatri, ecc. conferenze. Le attrezzature cinematografiche si distinguono in: A) Attrezzature con una capienza massima di 1300 posti e superficie lorda di pavimento complessiva massima di mq. 4000, estendibile a mq. 5000, per ospitare attività accessorie quali attività commerciali al dettaglio, per la ristorazione, pubblici esercizi (v. punti 4A1a, 4A1b1 e 4A2 nei limiti e nel rispetto di quanto disposto nell’allegato C) e uffici pertinenti e connessi con le attività principali; 8. Centri di ricerca Attività finalizzate alla ricerca scientifica, tecnologica e industriale. Sono ammesse destinazioni accessorie strettamente pertinenti e connesse con l’attività principale quali residenza custode, uffici e servizi di supporto. È ammessa la permanenza dell’uso residenziale in atto. In caso di nuove edificazioni le attività complementari quali studi professionali, agenzie bancarie, ecc. (v. art.3 punto 5A) 5. Attività terziarie A) uffici pubblici e privati non a carattere direzionale: A1.studi professionali; A2. agenzie turistiche, immobiliari, assicurative, sportelli bancari, uffici postali, laboratori sanitari, ecc.; A3. attività per lo spettacolo (vedi punto 11A), il tempo libero, l’istruzione, la pratica sportiva e le attività per il culto; A4. attività associative e culturali. e la residenza (v. art.3 punto 1A) 1. Residenza A) residenze di civile abitazione, residenze per particolari utenze (universitari, anziani, ecc.).Sono inclusi nella residenza gli spazi di pertinenza cantine, soffitte, ecc.) e le attrezzature di uso comune. sono consentite per una quota non superiore al 30% della SLP totale. Sugli edifici mono e bifamiliari sono sempre consentiti ampliamenti una tantum necessari al miglioramento funzionale degli stessi non eccedenti il 20% della S.L.P. legittimamente esistente. Sono consentiti mq 25 anche se eccedono tale percentuale. 44 I parametri di trasformazione urbanistici ed edilizi sono quelli della zona di appartenenza. 45 È ammessa la realizzazione di parcheggi in sopra o sottosuolo.” 2.3 Dati catastali L’immobile in oggetto risulta censito al NCEU come di seguito riportato: Foglio 176 - N. 370 - Sub. 3 - Via Durandi 10 - p. 1 - cat.D/1 - r.c. 6.420,00 Foglio 176 - N. 370 - Sub. 106 - Via Durandi 10 - p. S1-1 - cat.D/8 - r.c.14.214,00 2.4 Interventi ammissibili1 Secondo l’Art. 26 delle NUEA il gruppo di appartenenza dell’edificio oggetto di studio ricade nella tipologia n.3: Edifici di valore storico, ammissibile il risanamento conservativo; in base alla tabella di riferimento il risanamento conservativo (RIS) è previsto in particolare per: - esterno degli edifici su spazi pubblici; - sistema distributivo; - cortili, giardini privati e fronti verso tali spazi. Mentre la ristrutturazione edilizia (RIE) è prevista unicamente per: - interno del corpo di fabbrica. L’allegato A delle NUEA contiene le specifiche in merito alla definizione di “risanamento conservativo” e di “ristrutturazione edilizia” di seguito riportate: “Estratto… (4). Interventi ammessi su edifici o parti per i quali è previsto nella tabella dei tipi di intervento (art. 10 e art. 26) il risanamento conservativo 4.0 Obiettivi per destinazioni ammesse dal piano, senza alterarne la caratterizzazione storicamente consolidata e nel rispetto del disegno esterno, delle strutture dell'edificio e dei caratteri di legamento con l'ambiente e con il tessuto edilizio circostante. 2 Per le opere di risanamento conservativo occorre presentare i seguenti elaborati finalizzati al rilascio di autorizzazione o concessione, nel rispetto delle eventuali ulteriori prescrizioni contenute negli art.10 e 26: a. documentazione fotografica delle parti oggetto di intervento con riferimento ai legami con l'insieme. b. rilievo quotato in scala 1:50 esteso ad una porzione significativa dell'edificio o delle parti dell'edificio (vedi art.10 punto B) in cui si inserisce l'intervento con l'evidenziazione dei caratteri, dei materiali esistenti e dei legami con le parti adiacenti. È ammesso il rilievo in scala 1:100 in caso di trasformazioni non rilevanti dello stato di fatto e nel caso in cui gli interventi maggior dettaglio relativi agli elementi significativi. c. segnalazione sugli elaborati di rilievo delle epoche di costruzione delle diverse parti dell'edificio. d. progetto quotato in scala 1:50 o in scala appropriata in pianta, prospetto e sezioni degli interventi, con l'indicazione dei materiali da utilizzare. e. relazione di rilievo e di progetto. Rientrano negli interventi di risanamento conservativo relativo alle 4 parti dell'edificio, oltre alle opere elencate ai precedenti punti 1 e 2 (manutenzione ordinaria e straordinaria) le seguenti opere: (4.1) Esterno degli edifici su spazi pubblici 3 a) Rifacimento di parti di muratura esterna degradate e non recuperabili mantenendo il posizionamento e la conformazione del disegno, utilizzando materiali e tecniche congruenti e salvaguardando gli elementi di pregio. 4 b) Sostituzione degli elementi costitutivi del fronte con impiego di tecniche e materiali congruenti nel rispetto del loro disegno originario o storicamente consolidato o di quello degli elementi sostituiti se coerenti e con la salvaguardia degli elementi di pregio. Non è comunque ammesso l'impoverimento dell'apparato decorativo. 1 Ai fini della presentazione dell’offerta tecnica, si invita il concorrente a valutare e eventualmente proporre soluzioni che, rispettando i caratteri tipologici e costruttivi dell’edificio storico, possano offrire un valore aggiunto dettagliando la procedura che ritiene adatta al fine dell’ottenimento dell’eventuale autorizzazione in deroga da parte della CIE del comune di Torino e/o degli enti preposti. 5 c) Modeste modifiche dei prospetti (integrazione o riallineamenti di finestre, apertura di porte finestre al posto di finestre e viceversa, aggiunta di elementi decorativi) nel rispetto dei caratteri specifici del disegno architettonico dell'edificio. Tali modifiche devono essere comprese in un progetto esteso all'intera fronte dell'edificio e finalizzate alla eliminazione di parti aggiunte e modificazioni deturpanti o al ripristino di elementi che appartengono alla storia e al carattere dell'edificio. Le modifiche non devono comunque alterare l'immagine, né i caratteri propri degli edifici e dell'ambiente urbano nel suo insieme. 6 d) Modifiche delle aperture al piano terreno per la realizzazione di nuove vetrine e nuovi ingressi nel rispetto dell'ambiente storicamente caratterizzato, del disegno e dei materiali che connotano l'edificio. Tali modifiche devono essere comprese in un progetto esteso all'intera fronte dell'edificio. 7 e) Eliminazione o riplasmazione di sovralzi o superfetazioni incongrue esistenti sulle coperture degli edifici, finalizzata al ripristino del disegno originario o di un disegno coerente con i caratteri architettonici dell'edificio. (f) Integrazione delle sequenze di abbaini esistenti con altri di disegno uguale o coerente e creazione di nuovi abbaini (solo se già esistenti su edifici limitrofi con caratteristiche architettoniche analoghe) congruenti con il carattere architettonico dell'edificio e dell'ambiente, anche in difformità dalle prescrizioni del regolamento edilizio. g) Sostituzione di abbaini aggiunti con caratteri incongrui con altri di disegno coerente ai caratteri dell'edificio. h) È ammessa la realizzazione di lucernari purché compatibili con il disegno architettonico dell'edificio.) 8 i) Non sono ammesse alterazioni volumetriche e di sagoma dei tetti, ad eccezione della creazione di nuovi abbaini o della eliminazione o riplasmazione di sovralzi e superfetazioni incongrue di cui al punto e). (4.2) Sistema distributivo 9 a) Eliminazione o sostituzione delle scale prive di elementi di pregio. Nella creazione di nuovi vani scala devono essere adottate tecniche costruttive, materiali e elementi di forma e disegno coerente con i caratteri dell'edificio. 10 b) Integrazione del sistema distributivo caratterizzante l'organismo edilizio con nuove scale e nuovi ascensori. L'intervento non deve alterare i rapporti storici di gerarchia dei nodi di collegamento verticale e orizzontale. Tali scale e ascensori devono essere collocati, per quanto possibile, all'interno di corpi di fabbrica, nel rispetto dei caratteri compositivi degli ambienti, senza alterare elementi architettonici di pregio. 11 c) Inserimento di un nuovo ascensore all'interno dei vuoti dei vani scala esistenti, senza compromettere elementi architettonici di pregio. (4.3) Cortili, giardini privati e fronti degli edifici verso tali spazi 13 a) Rifacimento di parti di muratura esterna degradate e non recuperabili mantenendo la conformazione e la caratterizzazione del disegno, utilizzando materiali e tecniche congruenti e salvaguardando elementi di pregio. congruenti, nel rispetto del loro disegno originario o storicamente consolidato, o di quello degli elementi sostituiti se coerenti con l'originario, e con la salvaguardia degli elementi di pregio. Non è comunque ammesso l'impoverimento dell'apparato decorativo. 15 c) Modifiche dei prospetti su cortile o giardino al fine di realizzare, a piano terreno, nuove aperture purché congruenti con il disegno architettonico dell'edificio. 16 d) Modifiche dei prospetti su cortile come integrazione o riallineamenti di finestre, apertura di porte finestre al posto di finestre e viceversa, aggiunta di logge e balconi, nonché di impianti di ascensori che non sia possibile realizzare all'interno, se compatibili con il disegno architettonico e senza alterare in maniera irreversibile i caratteri dell'edificio. 17 e) Reintegrazione e ripristino delle parti degradate con l'impiego di materiali e tecniche congruenti con i caratteri dell'edificio. 18 f) Eliminazione o riplasmazione di sovralzi o superfetazioni incongrue esistenti sulle coperture degli edifici, finalizzata al ripristino del disegno originario o di un disegno coerente con i caratteri architettonici dell'edificio. 19 g) Integrazione delle sequenze di abbaini esistenti o creazione di nuovi abbaini (solo se già' esistenti su edifici limitrofi con caratteristiche architettoniche analoghe) congruenti con il carattere architettonico dell'edificio e dell'ambiente. 20 h) Rifacimento di abbaini aggiunti con caratteri incongrui con altri di disegno coerente ai caratteri dell'edificio e dell'ambiente. 21 i) È ammessa la realizzazione di lucernari purché compatibili con il disegno architettonico dell'edificio. 22 l) Non sono ammesse alterazioni volumetriche e di sagoma dei tetti ad eccezione di quelle relative all'installazione di impianti tecnologici, purché realizzati con materiali e forme coerenti con i caratteri architettonici degli edifici, della creazione di nuovi abbaini e dell'eliminazione o riplasmazione di sovralzi e superfetazioni incongrue di cui al precedente punto f). 23 m) Realizzazione di autorimesse interrate, purché: - i sistemi di accesso (rampe, piattaforme elevatrici, anche a scomparsa) vengano risolti all'interno dei corpi di fabbrica o sotto il piano cortile, senza alterare i caratteri degli spazi di cortile; 24 - le pavimentazioni e le aiuole vengano reintegrate o rifatte in modo congruente con la caratterizzazione storica del cortile o del giardino, utilizzando sistemi e materiali tradizionali (lastricati di gneis, selciati di ciotoli, cubettatura in graniti e porfidi, ecc.). 25 n) Eliminazione o riplasmazione di superfetazioni quali tamponamenti di ballatoi, verande, tettoie e bassi fabbricati recenti e incongrui rispetto alla caratterizzazione consolidata dell'edificio e dell'ambiente. (4.4) Interno dei corpi di fabbrica 26 a) Demolizione e realizzazione di tramezzi e controsoffittature, parziale demolizione di murature portanti per adeguare l'edificio a mutate esigenze d'uso o per aggregare o suddividere le unità immobiliari, purché non siano alterati l'originaria disposizione degli ambienti di pregio e l'impianto strutturale caratterizzante (es. sistemi voltati o cassettoni lignei). 27 b) Consolidamento statico degli elementi strutturali. Qualora ciò non sia possibile a causa delle condizioni di degrado, è ammessa la sostituzione degli stessi limitatamente alle parti degradate, con l'impiego di materiali e tecniche congruenti con i caratteri dell'edificio. c) Rinforzo e integrazioni strutturali degli orizzontamenti conservando all'intradosso le strutture e le finiture originali. In corrispondenza di tali opere di consolidamento, ove necessario realizzare strutture collaboranti, sono ammesse lievi modifiche delle attuali quote di calpestio (tolleranza + 15 cm). 29 d) Ricostruzione di parti di elementi strutturali crollate. 30 e) Sostituzione, per necessità statiche, degli orizzontamenti, quando questi non presentino elementi di pregio, e non siano recuperabili con opere di consolidamento. I nuovi orizzontamenti dovranno essere realizzati possibilmente con i materiali originari o preesistenti, nel rispetto dei caratteri storici e costruttivi dell'edificio e potranno essere ammesse lievi modifiche di quota. 31 f) È ammessa la realizzazione di scale interne e soppalchi, nel rispetto delle indicazioni di piano, purché non alterino i caratteri architettonici e strutturali degli edifici. (5). Interventi ammessi su edifici o parti per i quali è prevista nella tabella dei tipi di intervento (art. 10 e art. 26) la ristrutturazione edilizia 5.0 Obiettivi 1 Gli interventi di ristrutturazione edilizia sono finalizzati al riutilizzo degli edifici esistenti attraverso interventi di parziale trasformazione edilizia, alla sostituzione di elementi strutturali, al risanamento dei tessuti edilizi ad alta densità e dei tessuti minori nella zona centrale storica (evidenziati nella tavola in scala 1:1000), al riordino e alla riqualificazione degli spazi interni degli isolati. 2 Per le opere di ristrutturazione edilizia occorre presentare i seguenti elaborati finalizzati al rilascio della concessione, nel rispetto delle eventuali ulteriori prescrizioni contenute negli art. 10 e 26: a. documentazione fotografica delle parti oggetto di intervento con riferimento ai legami con l'insieme. b. rilievo quotato in scala 1:50 esteso ad una porzione significativa dell'edificio o delle parti dell'edificio (vedi art.10 punto B) in cui si inserisce l'intervento con l'evidenziazione dei caratteri, dei materiali esistenti e dei legami con le parti adiacenti. È ammesso il rilievo in scala 1:100 in caso di trasformazioni non rilevanti dello stato di fatto, nel caso in cui gli interventi riguardino parti molto estese degli edifici e in caso di interventi sugli edifici recenti, con l'eventuale integrazione di rilievi in scala di maggior dettaglio relativi agli elementi significativi. c.. segnalazione sugli elaborati di rilievo delle epoche di costruzione delle diverse parti dell'edificio. d. progetto quotato in scala 1:50 o in scala appropriata in pianta, prospetto e sezioni degli interventi, con l'indicazione dei materiali da utilizzare. 0e. relazione di rilievo e di progetto. 3 Rientrano negli interventi di ristrutturazione edilizia relativa alle 4 parti dell'edificio, oltre alle opere elencate ai precedenti punti 1, 2 e 4 (manutenzione ordinaria e straordinaria e risanamento conservativo) le seguenti opere: (5.2) Sistema distributivo 10 a) Riorganizzazione del sistema distributivo principale, con formazione di nuovi percorsi orizzontali (androni) e verticali (scale, ascensori). 11 b) Eliminazione o sostituzione delle scale esistenti, con tecniche e materiali coerenti con i caratteri dell'edificio. 12 c) Integrazione del sistema distributivo caratterizzante l'organismo edilizio con nuove scale e nuovi ascensori. Le nuove scale e gli ascensori devono essere realizzati con tecniche e materiali coerenti con i caratteri dell'edificio e devono essere collocati, per quanto possibile, all'interno dei corpi di fabbrica, nel rispetto dei caratteri compositivi degli ambienti, senza alterare elementi architettonici di pregio. Per completezza è da segnalare la possibilità di avvalersi dell’art. 26 comma 3 bis delle N.U.E.A, che potrebbe consentire interventi di natura maggiore a quelli indicati in precedenza. 2.5 Stato di fatto Lo stabile individuato come sede del progetto “Centro Piazza dei Mestieri 2”, ubicato a Torino in Via Jacopo Durandi 10 è delimitato dalle vie S.Donato, Vidua e appunto Durandi. Inserito nel tessuto urbanistico storico della città, presenta i caratteri tipici dell’architettura industriale del XIX secolo. Prima di ogni considerazione sulla situazione in cui si trova il complesso, è necessario identificare con chiarezza gli edifici che lo compongono. Si può, infatti, riconoscere un primo edificio (di seguito edificio principale), con due piani fuori terra, realizzato su progetto dell’Ing. Pietro Fenoglio2 avente una forma ad L con il lato lungo sulla via J. Durandi e il lato corto sulla via S.Donato, i due lati sono entrambi affacciati sulla corte interna; una seconda costruzione ad un solo piano (di seguito edificio secondario) realizzata successivamente alla prima, con fronte su via Vidua e sul cortile interno. Dal punto di vista planimetrico l’insieme dei due corpi dà una conformazione a “C”, chiusa sul 2 Pietro Fenoglio (Torino, 1865; d Corio Canavese, 22 ago. 1927). Ha studiato ingegneria civile al politecnico di Torino, laureandosi nel 1886. Negli anni successivi alla laurea, ha lavorato pressi alcuni dei maggiori studi del tempo fino al 1889 anno in cui ha iniziato l’esercizio in proprio della professione. Molte delle sue prime opere richiamano i caratteri tipici dell’architettura medievale piemontese come la fabbrica di Ansaldi (1899), in via Modena a Torino o il villino della Società Finanziaria Industriale (1900), in via Beaumont a Torino. Successivamente la sua architettura diviene man mano più eclettica fino a sfociare negli stilemi tipici dell’art nouveau. La consacrazione di Fenoglio si ha con la sua nomina al comitato artistico dell’ Esposizione Internazionale d' Arte Decorativa di Torino del 1902). Durante i seguenti anni la sua attività è stata molto intensa, intraprendendo più di 140 progetti nella prima decade di nuovo secolo. Nella sua vita professionale si potranno contare oltre 100 costruzioni eseguite, tra edifici privati e industriali. Le idee di Fenoglio possono essere riassunte nelle realizzazioni più rappresentative della sua opera quali la Palazzina Scott in Corso Lanza e la Casa Fenoglio all’angolo di Corso Francia e via Principi d' Acaja a Torino, entrambe del 1902. La sua carriera di progettista si esaurisce nel 1911 quando viene nominato coordinatore per il comitato tecnico dell' Industria e del Lavoro per l’Esposizione Internazionale di Torino. Successivamente si è dedicato alla attività dirigenziale in ambito economico. quarto lato da un muro di recinzione utile a definire il cortile interno. (vedi allegato B, parte 1 – tavola 1 e seguenti). Il complesso ha un’ampiezza complessiva di circa 3170 mq (circa) cosi suddivisi: - PT (piano terra – Ed. princ.) 1065 mq (lordi) - PT (piano terra – Ed. second.) 164 mq (lordi) - P1 (primo piano– Ed. princ.) 1065 mq (lordi) - P-1 (piano interrato– Ed. princ.) 544 mq (lordi) - Corte 332 mq Edificio principale Vista la complessità dell’oggetto edilizio, l’osservazione sullo stato di fatto viene effettuata secondo tre ambiti distinti: - l’esterno - l’interno - la corte a) L’esterno L’esterno dell’edificio, è caratterizzato da un fondo intonacato con finitura a buccia d’arancia a grana grossa, dal quale emergono le finestre e l’apparato decorativo. Partendo dal piano stradale troviamo uno zoccolo interrotto da vani in parte ciechi e in parte finestrati utili, questi ultimi, a dare luce al piano interrato. A salire, seguono le finestre del piano terreno, quelle del primo piano e il cornicione di chiusura. Le finestre del piano terreno sono circondate da una cornice in mattoni a vista interrotta agli angoli superiori e inferiori da una parte intonacata ospitante (nella parte superiore) una decorazione floreale stilizzata; un’inferriata in ferro battuto serve a proteggere da eventuali intrusioni. Le finestre del piano primo, simili a quelle sopra descritte, vanno ad unirsi al fregio superiore attraverso le parti intonacate e decorate che ritroviamo agli angoli superiori della cornice. L’apparato decorativo si chiude con un cornicione che richiama le tipiche costruzioni del tempo. Tutte le finestre hanno una dimensione pari a circa 160 cm di larghezza per 220 cm di altezza all’imposta dell’arco e 230 cm al centro dello stesso. Gli infissi sono formati da un reticolo in ferro, in parte fisso e in parte apribile, e da vetri rettangolari nel senso dell’altezza che non presentano caratteristiche di adeguatezza alle attuali esigenze di isolamento termo-acustico e di resistenza meccanica. Lo stato di conservazione dell’involucro e della struttura decorativa - cornici delle finestre, fregi e cornicioni - riscontrato sul fronte stradale, si può considerare in buone condizioni. Il portone di ingresso, in legno con intarsi semplici, è composto da due ante apribili completamente per consentire l’ingresso carraio; su una delle ante trova collocazione una porta di dimensioni ridotte, per consentire il solo accesso pedonale. b) L’interno I tre piani dell’edificio, interrato, terreno e primo, hanno una conformazione planimetrica a prevalente formazione a pianta libera. Il piano interrato, ubicato esclusivamente nella parte sottostante la manica su via Durandi dell’edificio principale, è formato da un unico spazio aperto. La struttura del piano è in muratura portante con presenza di archi e volte in parte intonacate e in parte a vista. La pavimentazione è in terra battuta e presenta tutte le negatività che un prolungato non utilizzo porta con sé. Al piano si può accedere da una scala presente nella corte o da una seconda scala situata all’interno della manica dell’edificio principale su via Jacopo Durandi. Dal portone si ha l’accesso al piano terreno attraverso il passo carraio che porta nei seguenti spazi: corte, vano scala e maniche dell’edificio. Dal punto di vista strutturale, l’edificio è composto da muri perimetrali realizzati in muratura portante, solai costituiti da travetti in cemento armato e orizzontamenti realizzati anch’essi in cemento (spessore soletta 12cm) poggianti sulla muratura portante e sostenuti centralmente da pilastri in cemento armato. Lo scalone è formato da rampe con una struttura reticolare in cemento armato, pedate in pietra, alzate rifinite con intonaco, con una larghezza pari a circa 150 cm per ciascuna rampa. Le due maniche che si dipartono dallo scalone hanno una pianta libera, le superfici murarie sono intonacate e decorate, i solai sono a vista e mettono in evidenza l’orditura dei travetti in cemento armato e la pavimentazione è in battuto di cemento. È da segnalare nella parte sinistra rispetto all’entrata un piccolo spazio soppalcato, verosimilmente utilizzato per ospitare uffici, al quale si accede attraverso una scala in legno in pessimo stato di conservazione. Il piano primo (secondo fuori terra) presenta le medesime caratteristiche generali del piano sottostante, anche se si nota la presenza di alcuni tramezzi che delimitano spazi di servizio funzionali alle precedenti destinazioni d’uso. A titolo esemplificativo, nella parte che si trova al fondo della manica più lunga, è presente un blocco bagni in evidente stato di degrado. È altresì da segnalare su tutto il piano, la presenza di un controsoffitto realizzato con tavelle in laterizio, intonacato sul lato in vista. La dotazione impiantistica è inutilizzabile; le parti di impianti ancora in opera non risultano evidentemente in grado di svolgere le proprie funzioni. Salendo ulteriormente si accede al piano di copertura piano, protetto con strato di guaina impermeabilizzante adatta al calpestio. Il perimetro del tetto piano è delimitato da una ringhiera in ferro dai motivi geometrici. c) La Corte La corte interna, sulla quale si affacciano l’edificio principale e quello secondario, è uno spazio coperto di dimensioni pari a mq 332. Lo stato di conservazione generale dello spazio corte non rispecchia la parte su strada, si evidenziano, infatti, diversi elementi di degrado. La copertura è realizzata con una struttura metallica formata da travi HEB per i pilastri e IPE per il reticolo orizzontale atto a sostenere i pannelli in ondulina di policarbonato. Sia la struttura che il manto di copertura presentano chiari segni di degrado: le parti metalliche sono state attaccate in molti punti dalla ruggine e la parte plastica risulta incompleta e in molteplici punti si sono verificate delle rotture della stessa. La facciata dell’edificio principale che affaccia sulla corte si presenta con mattoni faccia a vista e senza fregi o cornici in corrispondenza delle finestre a differenza di quanto descritto per le facciate su strada. L’unica concessione decorativa è il cornicione di chiusura, presente lungo tutto il perimetro. La parte di muratura coperta presenta diffusi problemi di efflorescenze dovuti probabilmente allo scorrimento dell’acqua piovana lungo le pareti, in conseguenza dell’imperfetto stato della copertura. La parte sulla corte dell’edificio secondario, essendo protetta da un intonaco, non presenta evidenti problemi alla vista, pertanto può definirsi in buono stato di conservazione. Chiude la corte un muro di recinzione di altezza pari a circa 4 ml, che separa la proprietà dagli edifici adiacenti. A questo muro si addossa una piccola costruzione in muratura ampia circa 8 mq, contenente uno spazio di deposito e un servizio igienico. Edificio secondario L’oggetto edilizio si estende su un unico livello di altezza pari a 4,80 ml e si conclude con un tetto piano. La struttura di sostegno è composta da muratura portante. I divisori interni sono realizzati mediante tramezzature in mattoni e in cartongesso. Il soffitto è ribassato da un controsoffitto. L’involucro esterno, rivestito ad intonaco, si presenta in buono stato. Gli infissi hanno telaio in legno e vetri tradizionali con scarse capacità di isolamento termoacustiche e meccaniche. Le aperture finestrate sono dotate di grate in ferro per la protezione dalle intrusioni sia nel lato verso corte sia in quello su strada. La situazione interna generale rispecchia lo stato di abbandono. La tinteggiatura delle murature è in gran parte scrostata, il controsoffitto è danneggiato in più punti, le porte interne sono di diverse tipologie e materiali. 2.6 Verifica Regolarità edilizia L’area oggetto dell’intervento si trova nella tavola 1 foglio 8b del Piano Regolatore Generale (di seguito PRG) di Torino e nella tavola 168 della carta tecnica della città. All’interno del PRG l’immobile viene inserito in una zona normativa “urbana storico ambientale” n. XIII (Art.11 N.U.E.A. tavola normativa n.2), viene segnato in un’area normativa di tipo misto produttiva (MP Art.8 N.U.E.A), viene altresì inserito tra gli “Edifici di particolare interesse storico” con gruppo di appartenenza n.3, ossia edifici di valore storico ambientali. L’indice di edificabilità fondiario (volume massimo costruibile sulla superficie fondiaria) è pari 1,35mq SLP/SF. Non risultano ad oggi atti di vincolo della sovrintendenza emanati sull’edificio, allo stesso modo per quanto attiene ai vincoli archeologici. Il grado di pericolosità geomorfologia segnalato è I(P). Dagli accertamenti compiuti presso l’Archivio edilizio del Comune di Torino è emersa una sostanziale rispondenza dello stato di fatto dell’immobile con la documentazione in atti. Per quanto attiene invece alla regolarità catastale, dal raffronto tra le schede depositate all’allora N.C.E.U. e l’attuale stato dei luoghi, non sono emerse difformità sostanziali. 2.7 Foto Angolo Via Durandi – Via Vidua Via Vidua Manica su via S. Donato (piano terreno) Manica su via S. Durandi (piano primo) Vista da Terrazzo su cortile interno Magazzino (piano interrato) Accesso Magazzino (piano interrato) Vano scala Vano scala (piano terreno) Edificio Secondario (interno) Cortile interno Cortile interno Sondaggi su elementi strutturali Fondazione sotto pilastro Fondazione sotto muro portante su via S. Donato Fondazione sotto muro portante di confine con altro edificio (manica si Via S. Donato) Foro su soletta piena in c.a. (12 cm) 3. ATTIVITA’ DA INSEDIARE Per rispondere agli obiettivi che la Fondazione si è data nel recupero dell’immobile, si ipotizza di insediare diverse attività, individuando in particolare: - il Centro di produzione multimediale e per il cinema d’animazione, finalizzato alla creazione di prodotti per il cinema d’animazione. La produzione sarà ad ampio spettro e andrà dalle serie televisive ai corto e lungometraggi, dagli spot pubblicitari alle illustrazioni editoriali, ideando e animando personaggi per pubblicità, televisione, cinema, internet e direct video; - il Centro della Comunicazione, del Design e dell’Innovazione, finalizzato non solo alla ideazione di oggetti con belle forme o con buone doti funzionali, ma attraverso lo studio e lo sviluppo di nuovi elementi e/o processi possa fornire un impulso allo sviluppo tecnologico ed economico delle aziende che operano sul territorio. In particolare il centro dovrebbe diventare punto di riferimento per le aziende supportandole nello sviluppo e nell’innovazioni sia dei processi produttivi sia dei prodotti finali; - Il Centro della Grafica e Stampa, finalizzato alla produzione di prodotti finiti, allo sviluppo di sistemi software a supporto dei processi produttivi e creativi; - Il Centro formativo, finalizzato all’insediamento di un percorso formativo quinquennale o triennale a supportare l’attività produttiva del centro; - Autorimessa interrata a servizio delle attività da insediare. 4. SPAZI E DOTAZIONI Le caratteristiche architettoniche dell’edificio principale che compone il compendio oggetto dell’intervento, dovranno essere tenute in debito conto nella proposta progettuale, rispettandone i caratteri tipologici, costruttivi ed estetici. La Fondazione Piazza dei Mestieri, volendo fare del Centro Piazza dei Mestieri 2 un punto di riferimento nell’ambito della produzione legata alla creatività e all’innovazione, richiede che anche le soluzioni individuate per la riqualificazione dell’immobile possano avere carattere di innovatività per le tecnologie utilizzate e per l’economicità della gestione, con attenzione particolare al contenimento energetico. Compatibilmente con quanto sopra, si dovranno prevedere soluzioni per il contenimento del consumo energetico, anche attraverso (se ritenuto) l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, cogenerazione, geotermico o altro). 4.1 Requisiti generali Il Centro dovrà essere pensato come una struttura unica, ma con caratteristiche di flessibilità a livello distributivo, impiantistico, funzionale e gestionale. In particolare si richiede che: - le soluzioni consentano di modificare le distribuzioni interne in funzione di eventuali necessità future (sono però da escludersi soluzioni con pareti mobili), a costi contenuti. Stessi caratteri dovranno essere considerati per la dotazione impiantistica; - gli spazi destinati alle diverse attività siano costituiti da nuclei omogenei il più possibile concentrati, in modo da garantire un livello di autonomia nei percorsi di accesso e nella gestione operativa corrente; - dovrà essere prevista l’accessibilità dei disabili in ogni spazio della struttura; I locali tecnici dovranno essere preferibilmente previsti in posizione interrata. Qualora si prevedano parti di impianti posizionati in copertura, si dovrà garantire un’adeguata schermatura delle stesse sia dal punto di vista acustico che estetico. Gli ambienti interni nei quali è prevista la permanenza di persone, dovranno essere dotati di condizionamento dell’aria in modo da garantire durante l’arco dell’anno il giusto confort abitativo. In particole si richiede che sia creato un sistema di controllo dell’impianto che possa assicurare una gestione a livello dell’edificio (complessivamente) e delle singole attività (singolarmente), monitorandone i rispettivi consumi. Dal punto di vista dell’impianto elettrico dovranno essere privilegiate soluzioni che consentono una gestione “intelligente” dei punti luce, anche attraverso l’utilizzo di soluzioni domotiche. Anche per questa tipologia di impianti, come per il sistema di allarme, dovrà essere previsto un sistema di controllo che possa assicurare una gestione centralizzata a livello dell’edificio (complessivamente) e delle singole attività (singolarmente), monitorandone i rispettivi consumi. 4.2 Corte interna La corte interna sarà coperta (in tutto o in parte) e destinata a spazio per le relazioni. Alla stessa dovrà essere assicurato uningresso carraio che possa consentire l’accesso a mezzi di emergenza e di sicurezza, oltre a permettere la possibilità di carico/scarico merci. 4.3 Centro di produzione multimediale e per il cinema d’animazione Ai fini dello svolgimento dell’attività in modo coerente con le necessità di un’azienda leader nel settore, che aspiri a diventare punto di riferimento a livello internazionale, la dotazione di spazio ipotizzata, prevede seguenti ambienti: - 1 sala disegno digitale con 20 postazioni attrezzate con 20 pc professionali - 2 archivi (produzione e amministrazione) - 1 sala riunioni per 25 persone circa - 3 sale montaggio, ognuna con 5 postazioni per la digitalizzazione dei bozzetti. Le postazioni dovranno poter essere attrezzate con pc e scanner; - 1 sala plastico-pittorica, per la produzione di modelli in creta; - 1 sala di disegno manuale, per la produzione dei disegni che formano le sequenze animate; - 1 Sala elaborazione per le riunioni operative degli staff di progetto; - 1 zona relax dove posizionare macchinette per il caffè e snak; - 9 uffici (direzione, amministrazione 2 posti, segreteria 2 posti, 6 operativi 2/3 posti, altro); - 1 sala proiezioni con una capienza massima di 99 posti a sedere con caratteristiche acustiche e tecnologiche adatte alla proiezione di film ad alta risoluzione (digital cinema) anche con tecnologia tridimensionale. Sarà prevista la presenza di un guardaroba per l’accoglienza degli utenti, sala regia e servizi igienici dedicati; - 1 deposito/magazzino; 4.4 Centro della comunicazione, design e dell’innovazione Per lo svolgimento dell’attività di un’azienda che aspira a diventare punto di riferimento a livello nazionale nel settore dell’innovazione legata al Design industriale e alla comunicazione, sarà necessario prevedere come dotazione minima i seguenti spazi: - 1 laboratorio modelli; - 4 uffici (direzione, amministrazione, segreteria, operativo) - 1 sala riunioni per 10/12 persone; - 2 ufficio open space adatti a contenere postazioni lavoro con strumentazione digitale, stampanti di grande formato, fotocopiatrici, altro; - 1 aula per svolgimento di attività di formazione e comunicazione con 20 postazioni; - 1 deposito/magazzino; - Bagni che dovranno avere dimensioni adatte a rispondere alle normative sugli uffici e all’accessibilità dei disabili. 4.5 Centro Formativo Il centro formativo dovrà contenere spazi da destinarsi allo svolgimento delle lezioni di didattica frontale e spazi utili alla gestione dell’attività. Ai fini dell’implementazione di un corso di studi sulla creatività, la dotazione di spazi dovrà essere prevista come di seguito elencato: - Aule in numero sufficiente a coprire l’intero ciclo formativo previsto in 5 anni. La capienza minima richiesta è pari a 20 posti allievi più 1 postazione docente per ogni aula; - uffici in numero sufficiente ad una gestione dell’attività didattica che si intende svolgere (segreteria, direzione, sala docenti, altro); - reception allo scopo di orientare il visitatore/utente; - bagni che dovranno avere dimensioni adatte a rispondere alle normative sui locali scolastici e all’accessibilità dei disabili; - 1 deposito/magazzino; 4.6 Centro per la Grafica e la Stampa Il centro per la grafica e la stampa digitale dovrà contenere spazi da destinarsi allo svolgimento delle attività ed in particolare dovrà essere previsto: - 1 sala per la stampa adatta a contenere: macchina da stampa digitale, plotter grande formato, stampanti, fotocopiatrice, rilegatrice, postazione/i pc per la gestione dei file di stampa e per la pre-stampa, altro; - 1 deposito/magazzino - Bagni 4.7 Autorimessa L’autorimessa interrata, da realizzarsi a servizio del Centro dovrà garantire accesso pedonale sia dall’esterno sia dall’interno della struttura, in modo da poter essere utilizzata indipendentemente dall’apertura del centro. Si richiede la presenza di posti auto e box auto in numero massimo realizzabili compatibilmente con gli spazi a disposizione. Documentazione Grafica N. B. Il “Rilievo geometrico” dell’edificio, oggetto dell’intervento in formato “.dwg”, puo’ essere ritirato presso gli uffici della Stazione Appaltante su supporto informatico previa richiesta scritta all’indirizzo email [email protected]