Lezione 12 La domanda aggregata il modello IS-LM Argomenterò che i postulati della teoria classica sono applicabili soltanto a un caso speciale e non al caso generale... Accade, inoltre, che le caratteristiche del caso speciale considerato dalla teoria classica non siano quelle della società in cui di fatto viviamo, con il risultato che le implicazioni del caso speciale sono fuorvianti e disastrose, se si cerca di applicarle ai fatti dell’esperienza. John Maynard Keynes, Teoria Generale Il percorso La domanda aggregata La curva IS La croce keynesiana Il modello dei capitali di prestito La curva LM La teoria delle preferenze per la liquidità Il modello IS-LM: Tassi di interesse e reddito di breve periodo Dalla modello classico al modello keynesiano 1929-1933: La Grande Depressione 1936: John Maynard Keynes pubblica “The General Theory of Employment, Interest and Money”; Secondo Keynes, il basso livello della domanda aggregata è responsabile del basso reddito e dell’elevata disoccupazione che caratterizzano le recessioni economiche Gli economisti di oggi cercano di riconciliare le due visioni: modello keynesiano nel breve periodo, modello classico nel lungo periodo Keynes – La Teoria Generale • Critica dei neo-classici (chiamati anch’essi “classici”) – contro l’identificazione tra equilibrio e pieno impiego delle risorse (come ottima allocazione) – contro la neutralità della moneta (teoria quantitativa) Keynes – La Teoria Generale • La disputa sui salari – Neo-classici: disoccupazione dovuta al mancato abbassamento (rigidità) dei salari – L’elasticità dei salari li porta al livello di efficienza marginale ed elimina la crisi - gli investimenti pubblici contro la disoccupazione sono nocivi • perché mantengono rigidi i salari • sottraggono capitali all’investimento privato • Keynes: la crisi dipende dalla rigidità dei salari verso l’alto (l’opposto) Keynes – La Teoria Generale • Risparmio e investimento – I neoclassici: il livello d’investimento dipende dal livello di risparmio (I=S) – Keynes: l’investimento è indipendente (finanziato dal credito) – l’investimento determina il livello di reddito e quindi il risparmio (rapporto invertito) – Risparmio e investimento si parificano, ma non a priori (differenza tra risparmio e liquidità) Keynes – La Teoria Generale • Equilibrio di sotto-occupazione • l’equilibrio non è solo di massima occupazione • sono possibili diversi livelli di reddito e di occupazione tutti in equilibrio • l’investimento è limitato dalla domanda (risorse inutilizzate) • l’insufficienza della domanda è la causa della crisi di sotto-occupazione Keynes – La Teoria Generale • .I due fattori che frenano l’investimento: 1. Efficienza marginale del capitale • non è la produttività marginale reale; ma quella attesa • le aspettative modificano i dati reali • Dipende dalla fiducia degli operatori Keynes – La Teoria Generale 2. Preferenza per la liquidità • i (saggio d’interesse) non è dovuto all’astinenza (il tesoreggiamento non lo genera) • è dovuto all’impiego come capitale (dipende dal tempo di immobilizzazione) • risparmio a breve e risparmio a lungo termine • è determinato dal grado di incertezza e dalla domanda speculativa di moneta Keynes – La Teoria Generale • Intervento dello Stato (esogeno) – Politica monetaria espansiva: accresce l’offerta di moneta – abbassa i – incoraggia l’offerta (l’investimento) – il deficit spending – accresce i redditi: aumenta la domanda effettiva – buche da riempire Dalla modello classico al modello keynesiano Lungo Periodo Breve Periodo Modello Classico La sola offerta aggregata determina il reddito nazionale Modello Keynesiano La domanda aggregata contribuisce alla determinazione del reddito nazionale La teoria delle fluttuazioni economiche di breve periodo Modello IS-LM Curva di domanda aggregata: DA Studio Modello DA-OA Principale interpretazione della teoria elaborata da Keynes Curva di offerta aggregata: OA fluttuazioni economiche di breve periodo Logica dell’analisi DA-OA e IS-LM Nel lungo periodo (DA-OA di lungo periodo): I prezzi sono flessibili La produzione è di pieno impiego (disoccupazione pari al tasso naturale) e dipende dalla tecnologia e dai fattori disponibili Nel breve periodo: Prezzi fissi La produzione dipende dalla domanda aggregata Gli shock e le politiche di stabilizzazione influiscono sulla produzione Una produzione inferiore a quella di pieno impiego è associata a disoccupazione Il modello IS-LM Obiettivi: Studio della domanda aggregata nel breve periodo in una economia chiusa (NX = 0) Analisi degli shock di domanda Determinazione del reddito di equilibrio Predisposizione delle politiche di stabilizzazione Variabili endogene: Reddito nazionale Y Tasso di interesse r Componenti della domanda: C, I Variabili esogene: Prezzi P Politica fiscale: G, T Politica monetaria: M La domanda aggregata e le fluttuazioni del reddito nel breve periodo: P Il modello IS-LM spiega gli spostamenti della domanda aggregata per ogni dato livello dei prezzi. Questi spostamenti influenzano il reddito prodotto nel breve periodo P OABP DA3 DA2 DA1 Y1 Y2 Y3 Y Il mercato dei beni La curva IS: investimenti e risparmio Definizione: La curva IS rappresenta le combinazioni di tasso di interesse e reddito per cui il mercato di beni e servizi è in equilibrio. Per derivare la IS usiamo la croce keynesiana: un semplice strumento grafico per determinare l’equilibrio tra domanda aggregata e produzione effettiva. Il mercato dei beni e la croce keynesiana Elementi fondamentali della croce keynesiana: 1. Distinzione tra spesa effettiva e spesa programmata 2. L’ipotesi di equilibrio dell’economia prevede che la spesa effettiva eguagli la spesa programmata Il mercato dei beni e la croce keynesiana Spesa effettiva Spesa effettiva: somma che imprese, individui e pubblica amministrazione spendono per acquistare beni e servizi. Sappiamo che la spesa effettiva deve essere uguale alla produzione Y Il mercato dei beni e la croce keynesiana Spesa programmata Spesa programmata: somma che imprese, individui e pubblica amministrazione desiderano spendere per acquistare beni e servizi. In forma di equazione: E C (Y T ) I G Il mercato dei beni e la croce keynesiana Spesa programmata e spesa effettiva Le componenti della spesa programmata: C, I, G La funzione di consumo: C C (Y T ) Gli investimenti programmati (esogeni): I I Le variabili fiscali (sotto il controllo del governo): T , G La croce keynesiana Spesa programmata e spesa effettiva Spesa programmata E Spesa programmata: E C (Y T ) I G PMC Reddito, Prodotto, Y La croce keynesiana Spesa programmata e spesa effettiva Perché la spesa effettiva può essere diversa da quella programmata? A causa di un investimento non programmato in scorte (se l’economia si trova in una condizione diversa da quella di equilibrio, le scorte subiscono variazioni impreviste che si traducono in variazioni del volume di produzione, reddito e spesa, facendo muovere l’economia verso il punto di equilibrio) Il mercato dei beni e la croce keynesiana Spesa programmata e spesa effettiva In Equilibrio Spesa programmata E = spesa effettiva Y Y E C (Y T ) I G La croce keynesiana Spesa programmata e spesa effettiva Spesa effettiva Spesa programmata Y E E Spesa programmata: E C (Y T ) I G 45o Reddito, Prodotto, Y La croce keynesiana Spesa programmata e spesa effettiva RIDUZIONE non programmata di scorte E Y1 AUMENTO non programmato di scorte Y E E C (Y T ) I G E1 Reddito di equilibrio: La spesa programmata è pari a quella effettiva e tutto il reddito prodotto viene utilizzato in qualche componente della spesa. E2 Y2 In equilibrio le scorte di magazzino non variano 45o Y2 Y1 Y La croce keynesiana Un aumento della spesa pubblica E Y E E C (Y T ) I G 2 E C (Y T ) I G 1 G 45o E1 =Y1 Un aumento della spesa pubblica sposta la curva di spesa programmata verso l’alto. Le imprese prima riducono le scorte poi aumentano la produzione Y La croce keynesiana Un aumento della spesa pubblica E Y E E C (Y T ) I G 2 E C (Y T ) I G 1 Y Reddito di equilibrio: G 45o E1 =Y1 E2 = Y2 Y La politica fiscale e il moltiplicatore La spesa pubblica G Un aumento della spesa pubblica induce una variazione del reddito di equilibrio più che proporzionale: Y > G. Il rapporto: Y/G >1 è detto moltiplicatore della spesa pubblica ed è sempre maggiore di 1. La politica fiscale e il moltiplicatore La spesa pubblica G Perché la spesa pubblica ha un effetto moltiplicativo sul reddito? Effetto diretto: la domanda programmata aumenta istantaneamente di G e questo porta a un aumento di produzione e reddito equivalente Effetto indiretto. Il reddito disponibile aumenta. Una frazione del nuovo reddito, pari a PMC, aumenta i consumi. Quindi la domanda e il reddito aumentano ulteriormente. Di questo ulteriore aumento … una frazione PMC viene destinato a consumi. La variazione di reddito complessiva è superiore all’aumento di spesa pubblica iniziale La politica fiscale e il moltiplicatore La spesa pubblica G Variazione iniziale: Seconda variazione del consumo: G PMC x G PMC 2 x G Terza variazione del consumo: PMC Prima variazione del consumo: 3 x G …. Y G (1 PMC PMC 2 PMC 3 ...) Usando le regole matematiche delle serie: Y 1 G 1 - PMC Il moltiplicatore della spesa pubblica Una derivazione alternativa Esprimiamo la condizione di equilibrio Y = C + G + I in termini di variazioni (tenendo conto che I = 0): Y C G PMC x Y G Y PMC x Y G Y x (1 PMC ) G Quindi: Y 1 G 1 - PMC La croce keynesiana Una riduzione delle tasse E Y E E C (Y T2 ) I G E C (Y T1 ) I G Una riduzione delle tasse porta a un aumento del reddito disponibile e induce maggiori consumi. PMC x T Tuttavia l’impatto diretto è inferiore a quello della spesa pubblica 45o E1 = Y1 Y La croce keynesiana Un aumento della spesa pubblica E Y E E C (Y T ) I G 2 E C (Y T ) I G 1 Y Reddito di equilibrio PMC x T 45o E1 =Y1 E2 = Y2 Y La politica fiscale e il moltiplicatore La riduzione delle tasse T Variazione iniziale: Seconda variazione del consumo: PMC PMC PMC x (- T ) 2 x (- T ) 3 x (- T ) Terza variazione del consumo: PMC 4 Prima variazione del consumo: x (- T ) Y T ( PMC PMC 2 PMC 3 ...) Usando le regole matematiche delle serie: Y PMC T 1 PMC Il moltiplicatore delle imposte T Una derivazione alternativa Esprimiamo la condizione di equilibrio Y = C + G + I in termini di variazioni (tenendo conto che I = 0 e G = 0): Y C PMC x (Y T ) Y PMC x Y PMC ( T ) Y x (1 PMC ) T x PMC Quindi: Y PMC T 1 PMC Il moltiplicatore di G e di T Il moltiplicatore della spesa pubblica è positivo mentre quello fiscale è negativo. Il moltiplicatore della spesa pubblica è superiore (in valore assoluto) a quello fiscale Intuizione: L’effetto fiscale è indiretto e soltanto una frazione pari a PMC del nuovo reddito disponibile si materializza in nuova domanda aggregata. Il moltiplicatore di G e di T: un esempio Se la spesa pubblica è aumentata di un euro, G = 1 e la propensione marginale al consumo è pari a PMC = 0,6 allora il moltiplicatore della spesa pubblica è pari a: Y 1 Y 1 Y 2 ,5 G 1 0, 6 1 1 0, 6 Se la tasse sono ridotte di un euro T = –1 e la propensione marginale al consumo è pari a PMC = 0,6 allora il moltiplicatore delle imposte è pari a: Y 0, 6 Y 0, 6 Y 1,5 T 1 0, 6 1 1 0, 6 La curva IS Derivazione grafica E (r1 ) E Y Costruiamo la curva IS a partire dalla funzione di investimenti: I = I (r) E (r2 ) I Consideriamo un aumento del tasso di interesse: r Y 45o Y (c) La croce keynesiana r r2 r r r1 I (r) I I2 IS I1 I Capitolo 10: La domanda aggregata, I (a) Funzione degli investimenti Y Y2 (b) La curva IS Y1 Y La curva IS Interpretazione economica La curva IS ha pendenza negativa. Una riduzione del tasso di interesse induce le imprese ad aumentare gli investimenti e questo aumenta la spesa programmata E. Per mantenere l’equilibrio sul mercato dei beni il prodotto (ovvero la spesa effettiva Y) deve aumentare. quindi minori tassi di interesse sono associati a maggiori livelli di produzione lungo la curva IS. La curva IS La politica fiscale E G Ogni curva IS è tracciata per un dato livello di G e T. Y = G / (1 – PMC) Un aumento della spesa pubblica sposta la domanda programmata verso l’alto. Per ogni livello di r, I(r) non cambia ma la maggior domanda sposta la IS verso destra 45o (a) La croce keynesiana Y r r IS1 Y1 (b) La curva IS Y2 IS2 Y L’interpretazione della curva IS Il mercato dei fondi mutuabili Come visto nel modello macro è equivalente studiare l’equilibrio sul mercato dei beni e quello dei fondi mutuabili (i due mercati devono essere contemporaneamente in equilibrio) L’identità del reddito nazionale infatti e i mercati di prestito implicano: Y–C–G= I e S=I Ovvero: S = Y – C(Y – T) – G = I(r) Il lato sinistro dell’equazione mostra che l’offerta di capitali dipende dal reddito, da T e da G mentre la domanda dipende dal tasso di interesse r. L’interpretazione della curva IS Il mercato dei fondi mutuabili La IS può essere interpretata come la relazione tra r e Y che garantisce l’equilibrio sul mercato dei fondi mutuabili. Un aumento del reddito aumenta il risparmio (poiché PMC < 1). Quindi, il tasso di interesse di equilibrio cala. r S(Y1) r S(Y2) r1 r2 I = I (r) I, S Capitolo 10: La domanda aggregata, I (a) Fondi mutuabili IS Y1 Y2 (b) La curva IS Y Il mercato dei saldi monetari reali La curva LM: liquidità e moneta Definizione: La curva LM rappresenta le combinazioni di tasso di interesse e reddito per cui il mercato dei saldi monetari reali è in equilibrio Per derivare la LM usiamo la teoria delle preferenze per la liquidità che mette in relazione la quantità di moneta reale con il tasso di interesse La teoria delle preferenze per la liquidità L’offerta di saldi monetari reali è esogena La domanda di saldi monetari reali: decresce con il tasso di interesse che rappresenta il costoopportunità di detenere moneta. cresce con il reddito che aumenta il numero di transazioni economiche. M P M P N.B.: Per ora ignoriamo il ruolo dell’inflazione attesa, quindi i = r D O M P L r,Y La teoria delle preferenze per la liquidità In equilibrio domanda e offerta sono uguali: M L (r ,Y ) P La teoria delle preferenze per la liquidità Tasso di interesse r Offerta saldi reali: M P O M P Tasso di interesse di equilibrio Domanda, L(r): M P M /P Saldi monetari reali, M/P D L r,Y Una riduzione dell’offerta di moneta Tasso di interesse Una riduzione dell’offerta di moneta porta a un eccesso di domanda. Gli individui sono disposti a rinunciare a interessi maggiori pur di detenere liquidità. r r2 r1 Domanda, L(r) M2 / P M1 / P M/P Analisi di un caso La stretta monetaria di Volcker Nel 1979 l’inflazione americana è > 10% Paul Volcker Presidente della FED annuncia una politica monetaria deflazionistica. Da agosto 1979 ad aprile 1980 la FED riduce M/P dell’8,3% Nel 1983 l’inflazione è pari a: = 3,7% Tassi di interesse e offerta di moneta Predizioni teoriche Teoria quantitativa, effetto di Fisher (teoria classica): • I prezzi sono flessibili • La riduzione dell’inflazione riduce i tassi di interesse i < 0 Teoria della preferenza per la liquidità (teoria keynesiana): • I prezzi sono fissi nel breve periodo • Lo spostamento della curva di offerta di moneta porta a un aumento del tasso di interesse. i > 0 Tassi di interesse e offerta di moneta La stretta monetaria di Volcker Nel breve periodo i tassi di interesse sono cresciuti (come previsto dalla teoria keynesiana) mentre nel lungo periodo sono diminuiti (come previsto dalla teoria classica). Tasso di interesse nominale 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 1979 1980 1981 1982 1983 Anno La costruzione della curva LM Il mercato dei saldi monetari reali La LM è la relazione tra r e Y che garantisce l’equilibrio sul mercato dei saldi monetari reali. Un aumento del reddito aumenta la domanda di liquidità. L’eccesso di domanda porta a un aumento del tasso di interesse. r r LM r2 L( r,Y2) r1 L( r,Y1) M /P M/P Capitolo 10: La domanda aggregata, I (a) Mercato dei saldi monetari reali Y1 Y2 (b) La curva LM Y La curva LM Una interpretazione economica La curva LM ha pendenza positiva. Un aumento del reddito determina un aumento della domanda di moneta. Poiché l’offerta di saldi monetari reali è fissa (sia M che P non sono cambiati), esiste eccesso di domanda di moneta nel mercato, dato il tasso di interesse iniziale. Il tasso di interesse deve aumentare per ristabilire l’equilibrio sul mercato dei saldi monetari reali. La curva LM. La politica monetaria, M Ogni curva LM è tracciata per un dato livello di M. Un riduzione della moneta M sposta l’offerta verso sinistra Per ogni livello di Y, il mercato dei saldi monetari è in equilibrio solo se il tasso di interesse è superiore: Quindi la curva LM si sposta verso l’alto r r LM2 r2 LM1 L(r,Y1) r1 M2 / P M1 / P M/P Capitolo 10: La domanda aggregata, I (a) Mercato dei saldi monetari reali Y1 (b) La curva LM Y Il modello IS-LM Le curve IS e LM sono tracciate per date variabili fiscali, G e T e monetarie, M e P (variabili esogene). L’equilibrio di breve periodo è dato dalla combinazione di tasso di interesse r e reddito Y (variabili endogene) tali per cui sia il mercato dei beni e servizi sia quello dei saldi monetari reali sono in equilibrio. r LM: M L(r , Y ) P r* IS: Y* Capitolo 10: La domanda aggregata, I Y Y C(Y T ) I ( r ) G La teoria delle fluttuazioni economiche di breve periodo Croce keynesiana Curva IS Modello IS-LM Teoria preferenza liquidità Curva Curva di domanda aggregata: DA Studio Modello LM DA-OA Curva di offerta aggregata: OA fluttuazioni economiche di breve periodo In sintesi La croce keynesiana: Modello base di determinazione del reddito. Politica fiscale e investimenti sono esogeni. La politica fiscale ha effetti moltiplicativi sul reddito. La curva IS Deriva dalla croce keynesiana dato che gli investimenti programmati dipendono negativamente dal tasso di interesse reale. Rappresenta tutte le combinazioni di r e Y che uguagliano la spesa programmata con la spesa effettiva in beni e servizi. In sintesi La teoria delle preferenze per la liquidità Modello base per la determinazione del tasso di interesse. L’offerta di moneta M e i prezzi sono esogeni. Un aumento dell’offerta di moneta riduce il tasso di interesse. La curva LM Deriva dalla teoria delle preferenze per la liquidità in cui la domanda di moneta dipende positivamente dal reddito. Combinazioni di r e Y che uguagliano la domanda e l’offerta di saldi monetari reali. In sintesi Il modello IS-LM L’intersezione delle curve IS e LM rappresentano l’unico punto (Y,r) che soddisfa simultaneamente sia l’equilibrio sul mercato dei beni sia l’equilibrio sul mercato dei saldi monetari reali.