Le colture ornamentali: cibo per la mente
Olanda, XVII-XVIII secolo
Fiori recisi e fogliame
Mercato mondiale annuale:
Fiori recisi ca. 5 miliardi di euro - Fogliame ca. 0.8 miliardi di
euro
Alla ricerca di nuove specie ornamentali:
esempio le Proteaceae (Sud Africa-Australia)
Produzioni principalmente in serra
condizioni di luce e temperatura che favoriscono la crescita tutto
l’anno e/o nei periodi di richiesta commerciale
Attuale maggiore produttore di rose a stelo corto:
Kenya
fiori
esportati
in aereo
Commercio mondiale di fiori (import-export)
Più del 60% del commercio mondiale di
ornamentali passa dall’Olanda: import - export
11 miliardi di steli di fiori recisi e 1,3 miliardi di piante sono venduti
annualmente attraverso le sei sedi delle aste di Flora Hollands. La più
grande è quella di Aaslemeer , con una superficie equivalente a ca. 80
campi di calcio. I fiori arrivano da 60 nazioni e vengono esportati in 140
nazioni
Conservazione dei fiori recisi
• I fiori sono tra i prodotti freschi più deperibili
– Elevata respirazione (produzione di calore e accelerazione
della senescenza)
– Ampia superficie traspirante (disidratazione)
– Mancanza di sostanze energetiche di riserva (limitata
energia disponibile)
– Per molte specie e varietà: sensibilità all’etilene presente
nell’ambiente e/o prodotto dai fiori stessi (ingiallimenti;
caduta foglie; fioritura più breve con appassimento e
caduta petali anticipati)
valido anche per le piante in vaso
Punti importanti per la conservazione dei fiori recisi
• Nutrire i fiori aggiungendo zucchero all’acqua
• Mantenere possibilmente a basse temperature
• Evitare l’entrata di bolle d’aria negli steli (embolia)
– Accorciare gli steli dei fiori recisi dopo l’acquisto di ca. 2,5 cm
sotto un getto d’acqua
• Acidificare l’acqua sia per contrastare la crescita batterica (materia
organica degli steli; zucchero nell’acqua) che per prolungare la vita
dei fiori per se
• Qualità dell’acqua: se troppo calcarea utilizzare acqua deionizzata
oppure acidificata
In commercio:
Soluzioni conservanti per fiori recisi (nutrimento + acidificante + biocida)
Alcune specie e varietà vengono preventivamente trattate con inibitori
dell’etilene dal produttore (richiesto dalle aste olandesi)
Effetto dell’etilene su fiori recisi e piante in vaso
protezione da etilene esterno ed interno al fiore
Gigli trasportati per 30 giorni e poi messi in vaso
per 7 giorni. A sinistra: trattamento calla raccolta on
inibitore dell’etilene
Effetto negativo
dell’etilene presente
nell’ambiente sulla
fioritura di piante in
vaso
Effetto sulla fioritura dell’esposizione a basse dosi di
etilene
Olanda: leader anche nella produzione e
commercializzazione di bulbi di fiori
Produzione in pieno campo di bulbi di tulipano
(solo per la produzione di nuovi bulbi, non per la commercializzazione dei fiori
recisi)
Commercio mondiale di bulbi da fiore (import-export)
I tulipani nella storia: la bolla speculativa (tulipanomania)
Il tulipano, introdotto in Europa nella metà del
XVI secolo dalla Turchia, ebbe una crescente popolarità in
Olanda, scatenando la "gara" fra i membri della classe
media a superarsi l'un l'altro nel possesso dei tulipani più
rari. I prezzi arrivarono a livelli insostenibili. Un prezzo
record fu pagato per il bulbo più famoso, il Semper
Augustus, venduto per 6000 fiorini (il reddito medio annuo
era di 150 fiorini!).
Nel 1636 i tulipani erano scambiati nelle borse
valori di numerose città olandesi. Questo incoraggiò tutti i
membri della società al commercio di tulipani, molte
persone vendevano e compravano immobili o altri
possedimenti per poter speculare sul mercato dei tulipani.
Semper Augustus, il bulbo più
costoso. (Le striature sono dovute
alla presenza di virus nelle cellule
dei petali)
Nel 1637 i commercianti di tulipani non potendo
più ottenere prezzi gonfiati cominciarono a vendere. La
bolla speculativa scoppiò e con essa il panico. Alcuni
detenevano contratti per comprare tulipani a prezzi dieci
volte maggiori di quelli di mercato (ormai crollato), mentre
altri possedevano bulbi che valevano un decimo di quanto
pagato. Centinaia di olandesi si trovarono finanziariamente
rovinati.
Il miglioramento genetico e la creazione di nuove varietà ornamentali
con ibridazione e poliploidia
Alcuni fiori tetraploidi
(4n)
Esempio di
poliploidia
Orchidea con corredi
cromosomici multipli
(poliploide)
Genitori diploidi 2n
Piante più rigogliose; fiori più grandi
Dalla biotecnologia tradizionale in agricoltura:
racchiude le tecniche già radicate e note basate
sull’ibridazione, creazione e sulla selezione artificiale di
piante tramite incroci inter- e intra-specifici
Alla biotecnologia moderna (ingegneria
genetica):
uso delle più recenti tecniche basate sul DNA ricombinante,
sulla moderna tecnica delle cellule in coltura, sul trasferimento
di geni non possibile con la biotecnologia tradizionale
Definizione di “Organismo Geneticamente Modificato” (dal sito ufficiale
dell’Unione Europea): si intende un organismo il cui materiale genetico è stato
modificato con modalità che non avvengono naturalmente per fecondazione e/o
per ricombinazione naturale. Gli OGM possono essere vegetali, animali o
microrganismi quali batteri, parassiti e funghi
La scoperta delle “forbici molecolari”
DNA di organismo a
Nel 1973 due biologi
americani scoprirono le
speciali enzimi in grado
di tagliare il DNA in punti
specifici,
produrre frammenti
“adesivi”
DNA di organismo b
DNA ricombinante
con geni di entrambi
gli organismi
e consentire quindi
l’unione in un’unica
molecola di DNA
RICOMBINANTE di
molecole diverse.
Un esempio di ingegneria genetica
trasferimento del gene umano
dell’insulina nei batteri
Molti Batteri possiedono, accanto
all’unico cromosoma, un breve
tratto circolare di DNA detto
PLASMIDE che può essere
facilmente trasferito da un batterio
ad un altro.
Si usa lo stesso enzima di
restrizione per tagliare il DNA
plasmidico e il DNA estraneo
da inserire.
Il frammento di DNA estraneo
(in blu) si inserisce nel plasmide
batterico insieme ad un gene
marcatore (es. resistenza ad
antibiotico) per riconoscere le
cellule trasformate.
Questo batterio, grazie al gene
estraneo
introdotto
nel
plasmide. ora è in grado di
sintetizzare proteine a lui
nuove, codificate dal DNA
estraneo.
• Anni ’70: si inserisce il gene umano, che codifica per l’insulina, in
batteri
• Anni ’80: conseguente produzione dell’insulina a grande scala per i
diabetici
• Si studia un batterio del terreno che trasmette alle piante
parte del suo DNA integrandolo nei loro cromosomi. Si
avviano le produzioni di piante transgeniche (OGM)
utilizzando parte del DNA del batterio (il plasmidio) per
“trasportare” geni estranei all’interno delle piante *
• Anni ’90: si avvia la produzione estensiva di mais e soia
OGM negli Stati Uniti seguiti da altri paesi del Sud America
* Nella foto: galle su radici causate da Agrobacterium tumefaciens, il batterio che può
Le tappe della biotec moderna
trasferire parte del suo DNA nelle cellule della pianta
Esempio di Pianta
transgenica
processo di produzione di
piante resistenti ad un virus
il carattere da trasferire (in
questo caso il gene del virus che
sintetizza la propria capsula)
viene inserito nel plasmide
batterico e tramite esso viene
inserito nelle piante che
esprimeranno il nuovo carattere
sulla superficie delle proprie
cellule, rendendole resistenti
all’infezione virale
Alcuni esempi di piante transgeniche
e loro potenziale utilizzo
• Piante resistenti ad uno specifico erbicida a largo spettro (minor
utilizzo di diserbanti alternativi e facilità di applicazione)
• Piante con inserito il gene della resistenza agli insetti (minor
numero di trattamenti insetticidi e ridotto rischio di sviluppo di
micotossine)
• Piante di riso con inserito il gene per la produzione della
vitamina A
• Resistenza a virus vegetali (pomodoro San Marzano)
• Inibizione della senescenza dei frutti dopo aver raggiunto la
qualità organolettica desiderata (pomodoro con assenza
dell’enzima che degrada le pareti cellulari)
• Patata con migliore composizione di amido per uso industriale
• Mais con enzima per migliorare la digestione dei fosfati negli
allevamenti di suini
Nazioni con colture OGM nel 2013 (in colore verde)
Le preoccupazioni di chi li ostacola…
• Rischi non prevedibili a lungo termine, per quanto non
determinati e quantificati. Per questo, posizione di totale rifiuto a
priori della tecnologia indipendentemente dai dati favorevoli
• Rischi ambientali e sanitari legati alla loro diffusione (aumento
delle allergie, una riduzione della sensibilità agli antibiotici,
inquinamento genetico e riduzione della biodiversità)
• Ragioni economiche: impatto economico degli OGM sui prodotti
nazionali e tipici (difesa dei prodotti nazionali e locali)
• Ragioni di marketing: rassicurare i consumatori (esempio la Coop)
creando un vantaggio competitivo vs le altre catene di
distribuzione
• Ragioni ideologiche: no 20anni fa come no ora,
indipendentemente da tutti i dati ottenuti nel frattempo
• Difficoltà ad etichettare prodotti “liberi da OGM” per la
concomitante presenza di piante OGM nello stesso territorio
Le motivazioni di chi li sostiene…
• Minor uso di pesticidi con minor inquinamento ambientale e minori rischi per
la salute (residui chimici e micotossine)
• Coltivazione di piante resistenti a parassiti quali batteri e virus contro i quali
non esistono mezzi di lotta efficaci
• Maggior produttività a parità di area coltivata e coltivazione in aree marginali
(non adatte all’agricoltura tradizionale)
• Prodotti agricoli con maggiore/migliore contenuto nutrizionale, quali vitamine
e antiossidanti o enzimi in mangimi
• Le piante transgeniche sono le più studiate dal punto di vista della salute e
quindi più sicure rispetto a varietà tradizionali che potrebbero contenere
composti tossici
• L’esclusione degli OGM nell’Unione Europea favorisce il rafforzamento
tecnologico e agroalimentare nei paesi che ne consentono l’utilizzo,
mantenendo una agricoltura marginale e di sostentamento in Europa.
• Comunque l’Europa, Italia inclusa, importa mangimi da colture OGM! Se ci
fossero i rischi dichiarati da chi si dice contrario, anche l’import dovrebeb
essere vietato…
La mela è stata consumata interamente…
grazie per la
partecipazione
e per
l’attenzione