www.regione.lombardia.it TURISMO religioso IN COLLABORAZIONE CON TURISMO religioso in Lombardia Sondrio pag 33 Como pag 8 Varese Bergamo pag 37 pag 1 Monza e Brianza Brescia pag 4 pag 26 Milano pag 22 Lodi pag 13 Pavia pag 29 Cremona pag 11 Mantova pag 15 Referenze fotografiche: Si ringraziano Archivio Turismo Bergamo, Ardiani, Luigi Chiesa, Ugo Franchini, Dimitri Salvi per le fotografie di Bergamo; Bresciatourism per le fotografie di Brescia; Umberto Barcella per le fotografie di Pavia; Consorzio Turistico Valchiavenna per le fotografie di Sondrio. 01Bergamo:01Bergamo 21/03/12 11:23 Pagina 1 Bergamo Bergamo è una terra di grande religiosità, con un patrimonio storico, artistico e culturale conservatosi splendidamente anche nei centri più piccoli. Numerosi sono i santuari dedicati al culto mariano, ma una particolare attenzione alla provincia si impose a partire dall’elezione, nel 1958, di papa Giovanni XXIII, originario di un piccolo paesino della Bergamasca. Da allora Sotto il Monte, piccolo centro di campagna, divenne meta di un intensissimo flusso di visitatori interessati a scoprire le origini del Papa Buono. Oggi Sotto il Monte conta migliaia di pellegrini. I SANTUARI MARIANI ■ Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio Sono davvero molti i santuari presenti sul territorio. In provincia di Bergamo se ne contano ben 106 dedicati alla Madonna. Il Santuario più noto di tutta la Bergamasca è senza dubbio il Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, meta di continui pellegrinaggi anche dall’estero. Il grandioso complesso, voluto da San Carlo Borromeo e realizzato nel XVI secolo dall’architetto Pellegrino Tibaldi (1527-1596), sorge sul luogo sacro dove nel 1432 la Madonna apparve a una giovinetta del luogo. Sul sito del miracolo scaturì una fonte alla quale oggi attingono migliaia di fedeli. L’originario viottolo tra i campi di Caravaggio che conduceva al luogo del miracolo ora è sostituito da uno splendido viale alberato largo quasi 30 metri che porta dalla statale al Santuario. Qui si possono ammirare il Sacro Fonte, collocato proprio sotto l’altare maggiore, e le statue 1 della Madonna e di Giovanetta, che ricordano lo straordinario colloquio tra la Signora e la contadina. Sotto i piedi di Maria sgorga la sorgente, che fornisce acqua al Sacro Fonte e alle due piscine esterne. Viale Papa Giovanni XXIII 24043 Caravaggio (BG) Telefono: 0363-3571 ■ Santuario della Madonna delle Lacrime a Treviglio Poco distante da Caravaggio, a Treviglio, sorge il Santuario della Madonna delle Lacrime. Fondato nel 1619, celebra il miracolo avvenuto nel 1522, quando le truppe francesi, che avrebbero dovuto mettere a ferro e fuoco la città, vennero fermate da un’immagine della Madonna che piangeva. Il generale Lautrec, a capo dei francesi, fu colpito a tal punto dall’evento che annullò l’attacco e lasciò in quel luogo la spada e l’elmo, ancora oggi conservati all’interno del Santuario. TURISMO religioso 01Bergamo:01Bergamo 21/03/12 11:23 Pagina 2 soprattutto per il rapporto stretto che si creò tra questo luogo e il Beato Papa Giovanni XXIII. Lungo il sentiero che conduce al Santuario sono state costruite una decina di cappelle che rappresentano le tappe della Via Crucis. Bergamo 2 Ufficio IAT Treviglio e comprensorio Via Piazza Cameroni 3 24047 Treviglio (BG) Telefono: 0363-45466 Ufficio IAT Almenno Via Papa Giovanni XXIII 24030 Almenno San Bartolomeo (BG) Telefono: 035-548634 www.iatvalleimagna.com ■ Santuario di San Patrizio a Colzate ■ Santuario della Madonna della Cornabusa a Sant’Omobono Imagna Tra i santuari più suggestivi troviamo nel cuore della Valle Imagna il Santuario della Madonna della Cornabusa. Sulle pendici di un monte nella frazione di Cepino di Sant’Omobono Terme sorge questo speciale sito di culto, uno dei luoghi di preghiera preferiti dal vescovo Angelo Roncalli. Si tratta di una grotta naturale in cui è custodita una statuetta della Madonna Addolorata che, abbandonata durante gli scontri tra guelfi e ghibellini, venne ritrovata all’inizio del Cinquecento da una pastorella sordomuta: corsa a casa per comunicare il ritrovamento, improvvisamente la ragazzina si accorse di saper parlare. La devozione alla Madonna della Cornabusa è molto forte, TURISMO religioso Molto particolare è anche il Santuario di San Patrizio, posto su un colle presso Colzate, visibile percorrendo la Valle Seriana tra Vertova e Casnigo. Racchiude una chiesetta della fine del XIII secolo; isolato su pareti a picco tanto da sembrare un antico fortilizio, il Santuario venne costruito a partire dal 1580 e completato una ventina d’anni più tardi. Ogni anno, alla festa del Corpus Domini, a Gandino si tiene una grandiosa processione alla quale prendono parte le Confraternite e gli abitanti di tutta la zona. Ufficio IAT della Val Seriana e di Colere Via Europa 111/c 24028 Ponte Nossa (BG) Telefono: 035-704063 www.valseriana.eu SULLE ORME DEL BEATO PAPA GIOVANNI XXIII L’itinerario religioso attraverso il territorio bergamasco non può partire che da Sotto il Monte, comune a 20 km da Bergamo, che diede i natali ad Angelo Giuseppe Roncalli, divenuto papa nel 1958 con il nome di Giovanni XXIII. ■ La casa natale Si percorrono le orme del Papa Buono partendo dalla casa natale sita in via Brusicco 42, dove nacque il 25 novembre 1881. La casa, una tipica cascina contadina con un grande porticato, è visitabile tutto l’anno ed è affidata alla custodia dei Padri del PIME, che l’hanno conservata nella sua dignitosa e austera povertà. ■ Santa Maria in Brusicco Non lontano si trova Santa Maria in Brusicco, dove Angelo Roncalli ricevette il battesimo e celebrò la sua prima Messa. È una piccola chiesetta del 1450 che per la sua essenzialità offre al visitatore l’occasione per un momento di raccoglimento spirituale. 01Bergamo:01Bergamo 21/03/12 11:23 Pagina 3 ■ Ca’ Maitino Degna di visita è Ca’ Maitino, la grande casa prima residenza dei Roncalli già dal 1400, passata poi per varie proprietà fino alla famiglia Scotti, che la donò a papa Giovanni dopo la sua elezione a pontefice. Qui il vescovo e poi cardinale Roncalli passava le sue vacanze. Ora è una casa museo, in cui si ■ Chiesa di San Giovanni Battista La parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista, è stata edificata all’inizio del secolo con parte del materiale della parrocchiale abbattuta sulla collina. Nel 1959 è stata restaurata ed è stato eretto lo svettante campanile. Conserva alcune tele del Settecento, pregevoli affreschi e la statua lignea dell’Assunta, ■ Cappella della pace All’interno della Chiesa parrocchiale sorge la Cappella dedicata a Maria SS. Regina della pace, benedetta nel 1976. L’altare è stato ricavato da un sarcofago paleocristiano proveniente dalla basilica che Costantino fece erigere a Roma in onore di San Pietro. Sulla destra è posto un grande quadro a intarsio di papa Giovanni, composto da 70.000 pezzi di legno di diverso colore, opera dei Gusmai di Trani. Nella cripta della cappella sono custoditi i resti dei genitori del Papa. Per i pellegrini è sempre possibile trovare assistenza spirituale. ■ Abbazia di Sant’Egidio A Fontanella, piccola frazione di Sotto il Monte, sorge l’Abbazia di Sant’Egidio, gioiello d’arte romanica del X secolo ancora magnificamente conservato, immerso nel verde e nella quiete di boschi e vigneti. Oasi di pace e tranquillità, ospita il Centro Studi Ecumenici fondato da padre David Maria Turoldo. Nella sua architettura la chiesa richiama elementi di mistico simbolismo e all’interno conserva pregevoli affreschi del XII e XV secolo, oltre che preziose tele. Nel chiostro all’esterno è addossato alla parete della chiesa un tempietto con un sarcofago: la leggenda vuole che appartenga alla fondatrice dell’abbazia, Teoperga. ■ Santuario della Madonna del Bosco a Imbersago A Imbersago, in provincia di Lecco, sulle rive dell’Adda si trova il Santuario della Madonna del Bosco o della Madonna del Riccio, benedetto nel 1646. Il 29 agosto 1954 il patriarca di Venezia cardinale Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, incoronò il simulacro della Vergine e del Bambino. Papa Giovanni XXIII dichiarò più volte la sua devozione alla Madonna del Bosco. Chi sale i 349 gradini della Scala Santa vede stagliarsi tra il verde intenso la maestosa statua in bronzo del Pontefice (alta 4 metri e del peso di 30 quintali). Ufficio IAT Sotto il Monte Isola Bergamasca Via IV Novembre 1 24039 Sotto il Monte (BG) Telefono: 035-790902 www.iatsottoilmonte.it Promoisola Telefono: 035-4376798 www.isolabergamasca.org TURISMO religioso 3 Bergamo possono ammirare affreschi, quadri e doni ricevuti dal Pontefice a Roma e durante i suoi numerosi incarichi. del peso di circa 4 quintali, che ogni anno viene portata a spalla in processione per le vie del paese. 02Brescia:02Brescia 21/03/12 11:25 Pagina 4 Brescia Brescia 4 Scrigno di tesori artistici e architettonici, Brescia è diventata un polo culturale straordinariamente apprezzato, attirando ogni anno migliaia di visitatori italiani e stranieri. La visita ai numerosi edifici religiosi della città, alcuni dei quali risalgono all’età longobarda, è il punto di partenza per la scoperta di una provincia ricca di storia, che vanta le incisioni rupestri della Valcamonica, patrimonio dell’umanità, ma anche una tradizione fortemente permeata dalla religiosità, come testimonia la via dei santi che rivela una tradizione artistica di grande pregio, fatta di affreschi, sculture, mosaici e intarsi. ITINERARIO DI FEDE A BRESCIA ■ MONASTERO DI SANTA GIULIA L’antico Monastero benedettino femminile di Santa Giulia in Brescia è anche sede dell’omonimo museo cittadino di arte e storia. Il grandioso complesso di edifici che un tempo era sede del monastero rappresenta oggi il forziere dei tesori di arte e di storia della città. Le esposizioni presentano testimonianze dei vari periodi storici: antico, celtico, romano, longobardo, comunale, fino alla dominazione veneta. Sono in mostra anche le raccolte che provengono dalle donazioni di grandi e antiche collezioni private. Il Monastero di Santa Giulia è stato nominato quest’anno dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità con riferimento all’epoca longobarda. Info: vedi box Fondazione Brescia Musei. TURISMO religioso ■ CHIESA DI SAN SALVATORE Situata all’interno del complesso conventuale di Santa Giulia, la Chiesa di San Salvatore fu costruita come chiesa del monastero femminile nel 753 per volontà del duca Desiderio, futuro re dei Longobardi. Edificata in stile longobardo, venne rimaneggiata nei secoli successivi arricchendosi di nuovi elementi architettonici classici e bizantini. Del nucleo originario la Chiesa ha conservato la struttura a tre navate con colonne e capitelli di età classica; il campanile fu aggiunto nel XIV secolo. Al suo interno la Chiesa conserva affreschi di Paolo da Caylina il Giovane e Floriano Ferramola; la cappella a destra dell’ingresso custodisce il ciclo delle Storie di Sant’Obizio dipinte dal Romanino tra il 1526 e il 1527. Fondazione Brescia Musei Via Musei 55 25121 Brescia Telefono: 030-2400640 [email protected] www.bresciamusei.com ■ DUOMO VECCHIO Anche se il suo nome ufficiale è Concattedrale Invernale di Santa Maria Assunta, dai bresciani l’edificio è conosciuto come Duomo Vecchio. Pregevole esempio di rotonda romanica, costruito a partire dall’XI secolo sopra una preesistente basilica, al suo interno conserva preziose opere d’arte, tra cui un sepolcro 02Brescia:02Brescia 21/03/12 11:25 Pagina 5 ITINERARIO MINORE: LE VIE DEI SANTI IN VAL CAMONICA Piazza Paolo VI Telefono: 030-42714 www.diocesi.brescia.it ■ CIVIDATE ROMANA – CIVIDATE CAMUNO La Valcamonica è percorsa per tutta la sua lunghezza dal fiume Oglio, che sfocia nel Lago di Iseo. Dalle sorgenti dell’Oglio fino al lago la valle passa da caratteristiche territoriali e ambientali TURISMO religioso 5 Brescia di Bonino da Campione, un sarcofago marmoreo di Berardo Maggi, un ciclo di tele dipinte dal Moretto e dal Romanino. La cripta, risalente al VI secolo e successivamente rimaneggiata, rappresenta la più antica testimonianza a noi giunta della cristianità bresciana. Oltre a conoscere i luoghi di alcuni santi significativi del XIX secolo, questo percorso permette di scoprire monumenti straordinari, ma poco noti (la Cividate romana, la Pieve di San Salvatore, la Chiesa di Santa Maria in Esine, il Romanino a Pisogne, il Convento dell’Annunciata e anche il sito archeologico delle incisioni rupestri di Capodiponte, patrimonio dell’umanità). alpine a caratteristiche di tipo mediterraneo; malgrado il suo apparente isolamento, è aperta verso le vie di comunicazione esterne in funzione fin dall’antichità. Ciò ha favorito lo sviluppo di una cultura peculiare, dal Neolitico fino all’Età del Bronzo e del Ferro. Ben noti sono i complessi di incisioni rupestri conservatisi fino a oggi, che hanno assicurato notorietà alla valle. All’epoca della conquista romana i Camuni parlavano una lingua celtica, come provano precise testimonianze epigrafiche. Recenti scoperte, quali la casa camuna di Pescarzo, dimostrano che già alcune generazioni prima della conquista erano in corso profondi contatti culturali tra le due popolazioni. I Camuni furono inseriti nell’orbita romana dopo la conquista, avvenuta in seguito alla spedizione di Publilio Siro, nel 16 a.C. Dopo la conquista ci fu una veloce romanizzazione del territorio. La creazione del centro romano di Civitas Camunnorum costituisce la conferma di un processo già in corso, che modificò viabilità, economia, paesaggio, lingua, cultura. Dopo la fondazione di Civitas Camunnorum la Valcamonica romana passò gradatamente da un’amministrazione dipendente da Brescia a una propria, i cui abitanti ottennero, nel corso del I secolo d.C., la piena cittadinanza romana. La città capoluogo di Civitas Camunnorum conobbe, soprattutto dalla fine del I secolo e per tutto il II, un periodo di notevole prosperità e sviluppo edilizio. L’economia doveva basarsi sui proventi di un’agricoltura piuttosto povera e dello sfruttamento delle cave di pietra e delle miniere di ferro. Parecchi dei 02Brescia:02Brescia 21/03/12 11:25 Pagina 6 Brescia 6 suoi abitanti lasciarono la valle per cercare fortuna altrove. L’antico abitato si trova in una zona pianeggiante, nei pressi di un guado, in una posizione di passaggio obbligato rispetto alla Val di Scalve e l’alta Valcamonica. L’assenza di mura chiarisce che il centro non ebbe mai una funzione militare e riflette le condizioni di sicurezza in cui fu creato. L’impianto urbanistico è su base ortogonale, secondo un noto modello insediativo romano. Degli edifici pubblici sono noti, oltre al teatro e all’anfiteatro, anche le terme ora non più visibili, mentre il foro era situato probabilmente nell’area corrispondente all’attuale piazza Fiamme Verdi ai piedi della collina di Santo Stefano. Il momento di massima prosperità della città va dal I secolo alla prima metà del III secolo d.C. Più tardi si verifica nelle condizioni di vita un generale scadimento, comune a tutta l’area bresciana. Le domus della città risultano formate da una serie di ambienti allineati secondo un sistema assai semplice, con murature di ciottoli di fiume legati da malta, pavimentazioni di cocciopesto su vespaio di ciottoli, pareti a intonaco dipinto, con soglie in pietra. Non mancavano però case signorili. Ne è una prova l’edificio abitativo di cui è stata trovata parte al di sotto del portico del teatro. Si trattava di una dimora disposta scenograficamente sul pendio della collina, con terrazzamenti serviti da una scalinata. Una condotta idrica portava acqua all’abitazione, costruita nelle prime fasi dello sviluppo della città. La domus fu quindi abbattuta alla fine del I secolo d.C.; sulle sue rovine fu immediatamente edificato il teatro e accanto a esso, poco dopo, l’anfiteatro. L’operazione fu forse disposta dai decurioni, ma può essersi trattato dell’iniziativa di un benefattore appartenente al ceto dominante. Pro Loco di Cividate Camuno Piazza Bertolassi 1 Cividate Camuno (BS) Telefono: 0364-341244 [email protected] www.civitascamunnorum.com ■ MONASTERO DI SAN SALVATORE A CAPO DI PONTE Il Monastero di San Salvatore sorge sulle pendici di un monte, dalla parte sinistra del fiume Oglio, seminascosto dagli alberi, in un luogo dal fascino misterioso, considerato sacro fin dall’antichità. Del secolo XI-XII, è un gioiello del romanico borgognone in Italia, con decorazioni che rivelano l’influenza francese: equilibratissimo nelle forme, con il tiburio ottogonale che si erge con la severità di una torre ingentilito da bifore. L’interno, a tre navate con transetto e cupola a pennacchi, ha un’abside centrale affiancata da due più piccole e basse. La copertura originaria è rimasta solo nelle navate laterali, mentre quella centrale è con volte a crociera. L’apparato decorativo è molto ricco: si possono ancora ammirare le sculture del portale e dei capitelli interni su cui sono incisi rapaci, ippogrifi, sirene e motivi vegetali; le decorazioni pittoriche purtroppo sono andate perdute. Il monastero è divenuto di proprietà privata a partire dalla fine del Settecento. Pro Loco di Capo di Ponte Via S. Briscioli 42 25044 Capo di Ponte (BS) Telefono: 0364-42080 proloco.capodiponte@ invallecamonica.it www.proloco.capo-di-ponte.bs.it ■ CHIESA DI SANTA MARIA IN ESINE Si tratta di un vero e proprio tesoro artistico tra i più prestigiosi dell’intera Valcamonica. La chiesa di Santa Maria Assunta in Esine giace a nord-ovest dell’abitato omonimo ed è monumento nazionale. Costruita attorno al 1480, proponeva inizialmente una facciata a capanna con oculo tondo, a cui si è sostituita la struttura attuale nel 1776. Il campanile dalla cuspide conica è datato al Cinquecento e costruito in pietra giallastra. L’interno, a navata unica, si presenta completamente affrescato da Giovanni Pietro da Cemmo, che lavorò in questa chiesa tra il 1491 e il 1493. Tra i temi rappresentati spiccano le scene 02Brescia:02Brescia 21/03/12 11:25 Pagina 7 7 Pro Loco di Esine Via Mazzini 2 25040 Esine (BS) Telefono: 0364-466156 [email protected] www.esinearte.it ■ CHIESA DI SANTA MARIA DELLA NEVE A PISOGNE Ai margini di Pisogne, piccolo paese della Valcamonica, sorge la Chiesa di Santa Maria della Neve, un semplice edificio del XV secolo impreziosito dal ciclo di affreschi raffiguranti la Passione di Cristo eseguito dal Romanino. La teatralità della composizione, con le volte popolate da figure di sibille e profeti e le pareti raffiguranti le scene della Passione ritratta come una grande rappresentazione popolare ricca di protagonisti, hanno guadagnato a questa chiesa l’appellativo di “Cappella Sistina dei poveri”. Ufficio Turistico di Pisogne Corso Giuseppe Zanardelli 5 25055 Pisogne (BS) Telefono: 0364-880517 [email protected] www.comune.pisogne.bs.it ■ CONVENTO DELL’ANNUNCIATA DI ROVATO Verso la metà del XV secolo il comune di Rovato concesse ai frati servi di Maria un terreno sul Monte Orfano dove un tempo sorgeva una cappella dedicata all’Annunciata. Nei cinquant’anni successivi i frati vi fecero erigere una chiesa con adiacente convento. Convertito in lazzaretto per accogliere gli ammalati di peste nel 1630, dopo la soppressione della comunità religiosa nel XVIII secolo per volontà della Repubblica di Venezia i frati ne riacquisirono il possesso nel 1960, procedendo alla ristrutturazione del complesso. La chiesa attualmente conserva un affresco settecentesco sopra il portale, un’Annunciazione del Romanino, un crocifisso ligneo del Quattrocento e una raffigurazione di San Sebastiano attribuita al Mantegna. Il convento si articola attorno a un bel chiostro classico a due piani di forma rettangolare. Ufficio Turistico IAT di Iseo Lungolago Marconi 2/C 25049 Iseo (BS) Telefono: 030-3748733 [email protected] TURISMO religioso Brescia raffiguranti l’annunciazione, Maria in trono, la storia della salvezza, i santi taumaturghi; gli affreschi furono realizzati su committenza delle nobili famiglie Federici e Beccagutti, oltre al rettore della Chiesa della Santissima Trinità di Esine, Isacco De Favis da Gandino. Oltre l’arco e la cancellata il presbiterio presenta una volta a crociera nel centro della quale si impone un Cristo pantokrator (di oltre tre metri) in mandorla, attorniato da una schiera di 72 personaggi rigidamente distinti per classi: santi, martiri, patriarchi, imperatori, profeti. Sulla parete di fondo del presbiterio è invece affrescata una crocefissione. Nel 1573 viene abbattuta una sezione di parete per creare la cappella del rosario, distruggendo affreschi che probabilmente raffiguravano un giudizio universale. 03Como:03Como 21/03/12 11:26 Pagina 8 Como Como 8 Nella cornice del Lago di Como, incastonato come un diamante tra le montagne, si specchiano antichi luoghi di culto tuttora conservati, che testimoniano la devozione delle genti della provincia. La storia religiosa del Comasco si snoda dall’Alto Medioevo all’età barocca. ARCHITETTURA RELIGIOSA A COMO ■ Basilica di Sant’Abbondio Edificata nel punto in cui sorgeva una chiesa paleocristiana, la Basilica fu rimaneggiata in stile romanico nella seconda metà dell’XI secolo. Le influenze d’oltralpe che raggiungevano Como sono evidenti nel verticalismo che contraddistingue l’edificio, ottenuto anche attraverso i due campanili gemelli posti nella zona absidale. La Basilica presenta cinque navate slanciate; conserva alcuni bassorilievi romanici e un prezioso ciclo di affreschi del Trecento. Le lastre di marmo chiaro e scuro visibili sul pavimento segnano il perimetro della precedente chiesa paleocristiana. Via San Abbondio 22100 Como Telefono: 031-3388111 (Rettore), 031-240295 (Associazione SS. Felice e Abbondio) TURISMO religioso ■ Basilica di San Carpoforo La Basilica di San Carpoforo sorse alla fine del IV secolo e fu la prima cattedrale di Como; dedicata al protomartire Carpoforo perseguitato da Massimiano e Diocleziano, attorno a essa si sviluppò la comunità cristiana locale. Estesa nell’VIII secolo e trasformata in forme romaniche dopo l’anno Mille, con l’aggiunta del campanile e di un monastero attiguo, attualmente la Basilica presenta tre navate sorrette da pilastri a sezione rettangolare, con copertura a capriate della navata centrale e a crociera delle navate laterali. Particolarmente suggestiva è la cripta, il cui piccolo altare è decorato con marmi policromi barocchi; custodisce le spoglie del fondatore San Felice. Attualmente la chiesa è inglobata nel complesso dell’Istituto San Carpoforo. Via San Carpoforo 7 22100 Como Telefono: 031-520372 (parrocchia) 03Como:03Como 21/03/12 11:26 Pagina 9 Presentazione al Tempio). A Ossuccio presso la Chiesa di Santa Maria Maddalena di Ospedaletto è stato recuperato l’antico Hospitalis per i pellegrini, sorto in epoca medievale. Trasformato oggi in Antiquarium, funge da sede museale e da visitor center per l’isola Comacina. Santuario della Madonna del Soccorso di Ossuccio Via al Santuario 22010 Ossuccio (CO) Tel. 0344-55277 (Comune di Ossuccio) [email protected] 9 Como ■ SACRO MONTE DI OSSUCCIO Posto sul lato occidentale del Lago di Como, il Sacro Monte di Ossuccio ha un notevole valore paesaggistico. Il complesso devozionale è situato su un pendio immediatamente alle spalle di Ossuccio (419 m s.l.m.), di fronte all’isola Comacina, in una splendida posizione panoramica sul lago. I lavori di edificazione del Sacro Monte iniziano nel 1635 presso il cinquecentesco Santuario della Madonna del Soccorso. I fondatori o promotori non sono noti, ma il complesso devozionale sembra essere nato per iniziativa dei Francescani e delle famiglie nobili locali. Il Sacro Monte è costituito da quattordici cappelle dedicate ai Misteri del Rosario, realizzate tra il 1635 e il 1710. Le cappelle sono distribuite lungo il percorso ascensionale che conduce al Santuario della Madonna del Soccorso, all’interno del quale è posizionata l’ultima edicola. L’insieme delle cappelle, circondate dalla vegetazione e collegate da una strada acciottolata che costeggia coltivazioni di ulivi, conferisce una grande armonia alla commistione fra architettura e paesaggio. Le forme costruttive variano fra cappelle rettangolari barocche e cappelle a pianta centrale. Il Sacro Monte è popolato da duecentotrenta statue in stucco e in terracotta. Le opere di cui è documentata la paternità sono le sculture in terracotta di Agostino Silva e gli affreschi di Carlo Gaffuri, Innocenzo Torriani e Gian Paolo Recchi. Non esistono invece documenti relativi agli autori delle prime quattro cappelle (Annunciazione, Visitazione, Natività, ARCHITETTURA RELIGIOSA A GRAVEDONA Con le sue dodici chiese, alcune delle quali veri e propri capolavori d’arte, il paese di Gravedona, affacciato sulla sponda occidentale del Lago di Como, rappresenta una meta di grande interesse per il turismo religioso. La cosiddetta “area sacra”, che racchiude l’architettura religiosa del paese, comprende le Chiese di Santa Maria del Tiglio e di San Vincenzo. Splendido esempio di romanico comasco, la Chiesa di Santa Maria del Tiglio fu edificata nella seconda metà del XII secolo, sopra un precedente battistero risalente al V secolo; ha pianta centrale, tre absidi semicircolari e un campanile aggettante. Costruita con pietre bianche e nere alternate che riportano in rilievo simboli, archetti pensili, profili e cordoni delle finestre, al suo interno conserva resti di TURISMO religioso 03Como:03Como 21/03/12 11:26 Pagina 10 Como 10 vari affreschi, tra cui nella controfacciata il Giudizio universale, e un frammento di mosaico pavimentale risalente al V secolo. La Chiesa di San Vincenzo fu edificata nell’XI secolo sui resti di una basilica paleocristiana e completamente ristrutturata nel Seicento. Dell’impianto originario sopravvive la cripta con affreschi del XII e XIV secolo. L’interno conserva pregevoli opere pittoriche della prima metà del Seicento. L’itinerario prosegue con la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e l’attiguo ex convento agostiniano, attualmente adibito a biblioteca, fondati nel 1467 su un oratorio paleocristiano. La Chiesa ha una navata unica e tre absidi, di cui quella centrale con volta a vela, e presenta due portali in marmo di Musso. Le decorazioni interne, eseguite da pittori di scuola lombarda, risalgono al XV-XVI secolo; notevoli gli stucchi settecenteschi della volta e delle pareti. Infine merita una visita anche la Chiesa dei Santi Gusmeo e Matteo, sorta sul punto in cui i due Santi vennero martirizzati. La Chiesa conserva elementi in stile romanico, ma nel XVI secolo fu rinnovata e ampliata, modificandone l’orientamento e inserendo il nuovo presbiterio. L’interno è a navata unica, con pavimento a losanghe bianche e nere intervallate da lapidi; nella cappella dedicata alla Madonna del Rosario sono conservati una tela seicentesca raffigurante una Madonna col Bambino tra i Santi Domenico e Caterina e uno stendardo di seta risalente ai primi anni del Seicento. La volta del presbiterio è decorata da affreschi, tra cui un Dio Padre in Gloria eseguito dal Fiammenghino. Nelle varie TURISMO religioso frazioni di Gravedona si possono visitare altre piccole chiese, come la Chiesa di Sant’Abbondio, la Chiesa di Santa Croce a Naro, la Chiesa di San Carlo, la Chiesa della Madonna della Soledad. uno schema cruciforme, con vano quadrato, dove quattro colonne isolate reggono quattro archi perpendicolari, formando altrettante nicchie. Al centro si trova la vasca battesimale in serizzo per il rito dell’immersione. www.gravedona.it ■ Complesso monumentale di Galliano a Cantù Il complesso monumentale di Galliano comprende la Basilica di San Vincenzo e il Battistero di San Giovanni Battista. Edificato in età altomedievale, il complesso fu ricostruito tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo ed è considerato uno dei più importanti monumenti dell’arte romanica in Lombardia. Abbandonato per secoli e poi recuperato, di recente è stata celebrata la ricorrenza dei mille anni dalla sua fondazione. La Basilica di San Vincenzo ha una facciata semplice, senza decorazione, con ciottoli a vista; poche le finestre, disposte in modo non simmetrico nella zona centrale. L’interno conserva numerosi affreschi, sia sulle pareti della navata sia sull’intera zona absidale, che raffigurano episodi biblici e storie della vita dei Santi. Il Battistero di San Giovanni presenta ■ Pianello del Lario Ricollegandosi all’itinerario dei luoghi guanelliani della provincia di Sondrio, è possibile visitare presso la Casa Sacro Cuore dell’Opera Don Guanella la casa natale della Beata Chiara Bosatta, oggi luogo di formazione per le juniores delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza nonché sede di un piccolo museo. Presso la chiesa parrocchiale invece sono visitabili la canonica del sacerdote dove Don Guanella è vissuto e i luoghi dove è nata la comunità delle Figlie di Maria con Don Carlo Coppini. Proprio dal molo di Pianello partirono poi alla volta di Como per dar vita alla casa Divina Provvidenza, casa madre dell’Opera Guanelliana. Telefono: 0344-87137 (Casa Sacro Cuore), 0344-87116 (parroco Don Giuseppe Motta) 04Cremona:04Cremona 21/03/12 11:27 Pagina 11 Cremona Cremona è una città d’arte, con un ricco e variegato patrimonio culturale e monumentale tra cui spiccano gli edifici di natura religiosa. La piazza del Comune, con il complesso monumentale costituito dal Torrazzo, dal Duomo, dal Battistero, dal Palazzo del Comune e dalla Loggia dei Militi, costituisce uno dei più significativi esempi di architettura medievale, rimasto ancora integro in tutto il suo splendore. Anche la provincia riserva angoli suggestivi, tra cui le antiche pievi che ci parlano di un passato di profonda spiritualità, quando i pellegrini intraprendevano viaggi irti di difficoltà per testimoniare la loro devozione. Itinerario minore tra le antiche pievi matildiche: Pieve San Giacomo, Pieve Terzagni, ambedue con un mosaico pavimentale medievale; Sospiro, antica curtis regia longobarda; Caruberto, con un’antica chiesa affrescata; Scandolara Ravara, con la chiesa vecchia. Le pievi matildiche, monumenti che segnano il territorio dalla Bassa Mantovana sino ai rilievi dell’Appennino tosco-emiliano, giungono a noi come splendide testimonianze di tempi remoti, epoche in cui spiritualità, superstizione e quotidianità erano i principali ingredienti della vita di ogni individuo. Si tratta perlopiù di monumenti ampiamente rimaneggiati nel corso dei secoli, che mantengono tuttavia inalterato il fascino di un misticismo d’altri tempi abbinato a un contesto naturale spesso unico. Dotatevi di un buon paio di scarpe da ginnastica e astraetevi quanto più possibile dalle tensioni e dallo stress quotidiano: stiamo per guidarvi verso luoghi in cui il nostro concetto di tempo non trova cittadinanza. ■ Duomo di Cremona Dedicata a Santa Maria Assunta, la Cattedrale di Cremona venne edificata agli inizi del XII secolo e rappresenta, dal punto di vista artistico, uno dei principali e più insigni esempi di architettura religiosa del Nord Italia. Domina la piazza del Comune, fulcro e cuore dell’antica città medievale, nel punto più alto della città formando con il Torrazzo e il Battistero il polo della vita religiosa. Nella suggestiva piazza è collocato anche il Palazzo Comunale con la Loggia dei Militi, centro dell’attività civile e politica. Questa sistemazione urbanistica tipicamente medievale caratterizza, oltre a Cremona, gran parte degli antichi comuni dell’Italia settentrionale ed è la testimonianza di un rapporto di reciproco scambio tra potere religioso e politico. ■ Battistero Accanto alla Cattedrale sorge il Battistero, edificio romanico a pianta ottagonale (l’ottavo giorno sarebbe quello della Creazione e quindi del Battesimo). La sua edificazione iniziò nel 1167 ma venne largamente rimaneggiato tra il 1553 e il 1558. Il cambiamento più evidente interessa i due lati prospicienti la piazza: originariamente di cotto, vennero rivestiti di marmo per adeguarsi alla facciata della Cattedrale, anch’essa rivisitata in quell’epoca. Curiosa la traccia sul basamento perimetrale esterno, verso piazza Sant’Antonio Maria Zaccaria, dove sono incisi nella pietra i modelli con le misure standard del mattone e della tegola in uso nelle fabbriche di Cremona dell’epoca. A fine Cinquecento il Battistero fu anche dotato di un protiro con due leoni stilofori, opera di Angelo Nani e Pietro Capra, e la parte superiore della costruzione venne elevata e arricchita con una loggia di pilastrini. Nell’interno al centro è collocata la grande cisterna, un blocco unico in rosso ammonitico, opera di Lorenzo Trotti (1531). Non si tratta di un fonte battesimale ma di una vasca dove, durante la veglia pasquale, il vescovo benediva l’acqua da distribuire nelle parrocchie. Sulla parete sud, presso l’altare di San Giovanni, si trova un crocifisso ligneo del XIV secolo. TURISMO religioso Cremona ARCHITETTURA RELIGIOSA A CREMONA E PROVINCIA 11 04Cremona:04Cremona 21/03/12 11:27 Pagina 12 Cremona 12 ■ Torrazzo Affianca il Duomo la torre campanaria, comunemente chiamata Torrazzo. Alta circa 112 metri, è frutto della sovrapposizione di due strutture diverse. La prima, edificata probabilmente nel 1267, è una torre romanica con merlatura guelfa. La seconda è costituita da due tamburi ottagonali (ghirlanda) collocati alla sommità della torre. Si ipotizza che la costruzione sia stata terminata nel 1305. La palla e la croce poste sulla cupola risalgono al XVII secolo. Suggestiva è la salita del Torrazzo, dalla cui sommità si gode uno stupendo panorama della città e del fiume Po. La cella campanaria racchiude 7 campane fuse nel 1744. Ognuna è dedicata a un santo, compreso il protettore della città, Sant’Omobono. I loro suoni formano un concerto in la bemolle. L’orologio astronomico del campanile viene installato nel 1583 da Francesco Divizioli in sostituzione di uno più antico e a seguito della Riforma Gregoriana del calendario. Il meccanismo, perfettamente funzionante, è quello originale, mentre il quadrante è stato più volte ridipinto. La versione attuale risale al 1970. L’orologio indica, oltre alle ore, il moto degli astri, le fasi lunari e il moto del sole. Piazza del Comune 26100 Cremona Tel. 0372-27386 Associazione Battistero Telefono: 0372-495029 [email protected] www.turismocremona.it ■ SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLA CROCE Splendido esempio architettonico d’ascendenza bramantesca, questa chiesa, progettata nel 1490 dall’architetto lodigiano Giovanni Battagio, è un complesso organismo a pianta centrale, circolare all’esterno e ottagonale all’interno. D’effetto è anche la compagine decorativa interna, con tele cinquecentesche (Antonio e Bernardino Campi) e affreschi barocchi di grande respiro. Viale Santa Maria 26013 Crema (CR) Telefono: 0373-259597 www.turismocremona.it ■ SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA FONTANA A CASALMAGGIORE Nella pianura assolata presso le rive del Po, a Casalmaggiore, uno dei borghi caratteristici del Cremonese, sorge il Santuario della Madonna della Fontana, diventato centro di spiritualità e di devozione mariana. Prima del Mille, accanto a una fonte o pozzo che serviva ai viandanti per dissetarsi, venne costruita una cappelletta dedicata alla Madonna; la fonte prese il nome “Pozzo di Santa Maria” e i passanti si fermavano a bere, pregando intanto la Madonna affinché li proteggesse nel loro cammino. L’edificazione del Santuario attuale, nelle sue forme belle e dignitose, risale al 1463. La Madonna entrava così sempre più profondamente nella vita delle popolazioni del luogo, specialmente in occasione di pestilenze, che decimavano gli abitanti, di alluvioni del Po, di carestie dovute a siccità, di incursioni di soldatesche di ogni nazione. Francesi, Spagnoli, Austriaci si avvicendavano a dominare queste terre e la loro presenza era occasione di guerre e di guerriglie. La conseguenza logica era sempre la stessa: sofferenze e miseria per la popolazione. Gli abitanti di Casalmaggiore però con la loro laboriosità, sostenuta dalla fede, seppero in ogni occasione arginare il Po, bonificare le terre, renderle feconde di messi, vigneti e altre colture, e allevare bestiame. Di rilevante interesse è un affresco attribuito a Filippo Mazzola, padre del più famoso Francesco detto il Parmigianino, che si trova nell’atrio della chiesa. È certo che Parmigianino realizzò qui due delle sue opere più belle, che però furono trasportate altrove: a noi oggi non resta nulla della sua produzione artistica ma il suo corpo e il suo cuore riposeranno in eterno a Casalmaggiore. Viale del Santuario 2 26041 Casalmaggiore (CR) Tel. 0375-42279 05Lodi:05Lodi 21/03/12 11:28 Pagina 13 Lodi Il territorio sostanzialmente pianeggiante e il vasto patrimonio paesaggistico, artistico, enogastronomico e naturalistico fanno del Lodigiano un’eccellente meta per itinerari a piedi e in bicicletta: seguendo i percorsi ciclopedonali predisposti lungo i numerosi corsi d’acqua e le ampie zone golenali, i pellegrini possono immergersi in habitat che rappresentano vere e proprie nicchie di biodiversità, oltre a ripercorrere i passi dei devoti che nell’antichità si mettevano in viaggio lungo la Via Francigena. Un bell’esempio di “turismo lento” in un contesto armonioso e suggestivo. vista della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista Martire. Di fronte si può ammirare la cella benedettina di Cascina San Pietro risalente all’anno Mille, da poco ristrutturata come tutta l’antica aia, ora piazza Mercato Interno; due porticati aperti richiamano la struttura rurale intorno alla quale si sviluppò il paese. Possibilità di sosta per i pellegrini. Scendendo via Valle si ammirano la cinta a mezzogiorno e la bella struttura a bifore. Risalendo via Roma si giunge alla settecentesca Villa Litta Carini, commissionata dai Conti della Somaglia sulle rovine dell’antico castello di Orio, in posizione dominante la bassura lambrana. La maestosa villa, a sim- metria tardo-barocca, ospita bei soffitti a stucco con affreschi di scene mitologiche e un Museo di Storia della fotografia. Di fronte a Villa Litta i verdi giardini comunali di piazza Moro introducono la struttura rurale di Cascina Aione, fino agli anni Settanta tipica cascina lodigiana e ora sede del Municipio. Si scende la strada provinciale, dopo 200 metri a destra si prende la strada bianca per Cascina Cantarana che porta nella bassura un tempo paludosa e malsana, poi bonificata dall’opera dei cistercensi. Superato il ponticello sul colatore Ancona (antico corso del Lambro) si risale l’argine per ridiscenderlo a scavalco e giungere in vista del Po. Si segue il fiume verso valle e poco dopo la bella stele della Madonnina dei Pescatori si arriva al guado di Sigerico in territorio comunale di Senna Lodigiana. Una Colonna Francigena recentemente eretta segnala la via per Roma e l’imbarco dei pellegrini al porticciolo. Siamo a Corte Sant’Andrea, trentanovesima tappa sulla Via Francigena. L’antichissima località fu donata da Carlo Magno verso l’anno Mille al Monastero TURISMO religioso Lodi ■ UNA TAPPA LODIGIANA ALLA RICERCA DI ANTICHE TRACCE STORICHE. Itinerario a piedi (10 km) I pellegrini che volessero immergersi nella storia di questo antichissimo angolo della Bassa Lodigiana possono seguire questo semplice itinerario circolare che in poco più di una decina di km li condurrà al Transitum Padi di Corte Sant’Andrea. Dal ponte di Mariotto, percorsi 2 km di argine lambrano, si scende a sinistra lungo il sentiero erboso nella bassura oriese (Oreum de subtus); passando accanto all’ottocentesco Oratorio della Beata Vergine di Caravaggio si risale in 13 05Lodi:05Lodi 21/03/12 11:28 Pagina 14 Lodi 14 di Santa Cristina de Olona; in un diploma del 1183 il borgo è chiamato Santo Andrea ad Caudam, perché qui il territorio si incuneava fra Lambro e Po formando una lunga striscia di terra simile a una coda. Per tutto il Medioevo il luogo fu lo storico Transitum Padi dei pellegrini provenienti dall’Europa del Nord che trovavano un ospizio, una chiesa, le capanne dei contadini ma soprattutto la possibilità di un imbarco sullo zatterone per passare il Po e proseguire il viaggio verso Roma. L’itinerario da Orio Litta al guado del Po attraverso la bassura lodigiana misura 4 km. ■ DA ORIO LITTA A CORTE SANT’ANDREA. Itinerario in mountain bike (20 km) A Orio Litta, nel cortile degli scudieri di Villa Litta Carini, si noleggia una bicicletta mountain bike. Uscendo dal cortile si prende a destra la Provinciale in discesa per lasciarla dopo soli 200 metri e svoltare a sinistra. Il sentiero erboso conduce al ponte sulla Roggia Venere, passato il quale ci si dirige dopo 2 km a Ospedaletto Lodigiano, antico Hospitale dei pellegrini (Orio-Ospedaletto 3,5 km). Attraversato l’Arco della Pace (1804), meritano una visita la monumentale Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (1529, custodisce una pala del Giampietrino raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Gerolamo e Giovanni Battista) e l’Abbazia dei Gerolomini (XIV sec.). Si scende nuovamente dal terrazzo percorrendo l’ombrosa stradina della fede che conduce al Santuario della Madonna delle Grazie o Madonna del Fontanone TURISMO religioso (XVI sec.), lasciato il quale si sale dopo meno di un km a Senna Lodigiana (Ospedaletto-Senna 2,5 km). Qui, sul costone, si erge l’affascinante, storica Chiesa di Santa Maria in Galilea. Senna, posta sul promontorio padano, fu Corte Regia di Berengario re d’Italia. Un grande castello turrito fu distrutto dopo il Mille assieme all’Hospitale di San Pietro in Senna e al Monastero delle monache di Santa Maria in Galilea. Di tutte queste vicende non rimangono che pochissimi resti costituiti da grandi massi in granito giacenti nei cortili contadini. Da Santa Maria in Galilea si esce dal paese e dopo l’attraversamento della Lodigiana in direzione Ospedaletto si svolta a destra seguendo l’indicazione Mirabello. Dopo 2 km di stradina stretta e tranquilla si giunge proprio dietro la Parrocchiale di San Bernardino, che vanta una volta interamente affrescata dal pittore lodigiano Felice Vanelli: oltre mille metri quadri che la fanno assomigliare a una piccola Cappella Sistina (Senna-Mirabello 3 km). Visitata l’arti- stica chiesa, si segue la lineare via Po che attraversa tutto l’abitato e all’incrocio si attraversa la strada provinciale lodigiana entrando in Bellaguarda (resti romani presso la cava). Sulla sinistra si nota la piccola ma ben curata cappella privata dedicata alla Madonna di Caravaggio. Si continua a scendere per risalire dopo 1 km sull’argine (Mirabello-argine 3 km). Prendendo a destra si segue la segnaletica francigena e dopo 5 km di asfalto, lasciata sulla destra la frazione di Guzzafame Corte San Pietro, eccoci a Corte Sant’Andrea (per tornare a Orio Litta si segue a ritroso l’itinerario precedente partendo dalla colonna francigena del guado). L’itinerario circolare Orio LittaOspedaletto-Senna-Mirabello-Corte Sant’Andea-Orio Litta misura circa 20 km. Dal mese di marzo 2000 i due itinerari sono corredati da chiare e frequenti segnalazioni. Posto di ristoro consigliato con apposizione del timbro della Via Francigena presso il Museo di Storia Naturale e Fauna Ittica del Po - Corte Sant’Andrea. 06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 15 Mantova Il territorio mantovano è disseminato di tracce numerose e indelebili che rimandano a un passato ricco di storia: i secoli di dominazione della famiglia Gonzaga, protagonista di mecenatismo artistico e culturale; il martirio di Longino, il soldato che portò in terra mantovana il Santissimo Sangue; l’esperimento di Sabbioneta, città costruita secondo i dettami dell’architettura rinascimentale. Ad accomunare queste testimonianze storiche sono le numerose chiese, i santuari e le abbazie edificati per celebrare le manifestazioni di devozione della popolazione. Nell’anno 804 accadde un evento che segnò la storia della città di Mantova: il ritrovamento di quella che si ritenne parte del sangue versato da Cristo in croce proprio nel luogo in cui oggi sorge la grandiosa Basilica di Sant’Andrea. Non meraviglia quindi che la città si sia arricchita di chiese di non comune rilevanza, nella cui realizzazione sono intervenuti artisti di grande fama. La città conta infatti circa un centinaio di edifici sacri. Purtroppo le vicende del Settecento hanno devastato larga parte di questo patrimonio; ciò che ne rimane tuttavia colloca Mantova tra le mete primarie per chi volge lo sguardo all’arte sacra. ■ CATTEDRALE DI MANTOVA Noto anche come Duomo, intitolato all’apostolo Pietro, l’edificio esisteva già nell’XI secolo quando, dopo un incendio, fu ricostruito in forme romaniche. Nei secoli successivi fu oggetto di costanti interventi volti ad ampliarlo e abbellirlo. L’attuale facciata fu realizzata a metà del Settecento, mentre il fianco destro è quanto rimane della costruzione del Trecento e Quattrocento. Il campanile romanico si innalza dall’interno di una torre forse romana. L’interno è opera di Giulio Romano, cui il cardinale Ercole Gonzaga commissionò la ristrutturazione del precedente romanico-gotico, e vede dieci altari laterali, ciascuno arricchito da pale di importanti artisti dell’epoca, veronesi, mantovani e parmensi. Sotto la mensa dell’altare sono custodite le spoglie di Sant’Anselmo, patrono della città e della diocesi che morì a Mantova nel 1086. Il corpo incorrotto è visibile il 18 marzo, giorno della festa. Nella Cattedrale è presente il Santuario dell’Incoronata, un tempietto realizzato nelle forme del primo Rinascimento toscano da Luca Fancelli, allievo di Brunelleschi. Vi si venera un’immagine a fresco della Madonna con il Bambino, davanti alla quale la tradizione vuole che abbia pregato Sant’Anselmo. Piazza Sordello 46100 Mantova ■ BASILICA DI SANT’ANDREA L’imponente chiesa, ultima creazione di Leon Battista Alberti, fu realizzata per dare degna collocazione alla reliquia del Sangue di Cristo. Secondo la leggenda Longino, il soldato che trafisse il costato di Cristo in croce, raccolse ai piedi della croce la terra imbevuta del Sangue divino; giunto a Mantova, prima di morirvi martire nascose sottoterra questa importante reliquia, che venne ritrovata nell’anno 804. Proprio in seguito alla notizia del ritrovamento Carlo Magno chiese al papa Leone III di recarsi nella città per verificare l’accaduto. Il Papa rispose all’invito ed elevò Mantova a sede episcopale. Sul sito del ritrovamento venne eretta una grande basilica romanica, sostituita dall’attuale, per decisione del marchese Ludovico iI Gonzaga. La costruzione e la decorazione si protrassero per oltre tre secoli, durante i quali il progetto dell’Alberti si arricchì dell’apporto di altri grandi artisti come Mantegna, Correggio, Giulio Romano. All’interno sono molti i riferimenti alla storia del Preziosissimo TURISMO religioso Mantova ALLA SCOPERTA DEI CENTRI DELLA FEDE 15 06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 16 Mantova 16 Sangue, custodito ancora oggi nella cripta in due elaborati reliquiari d’oro, a loro volta chiusi in una cassaforte sopra l’altare della cripta. Il Venerdì Santo la reliquia viene portata in processione notturna per le vie del centro. Piazza Mantegna 46100 Mantova www.santandreainmantova.it ■ ROTONDA DI SAN LORENZO È la più antica delle chiese mantovane, costruita nel 1083 per volontà della contessa Matilde di Canossa, destinata a integrare le varie chiese edificate lungo i percorsi dei pellegrini per aiutarli a prepararsi spiritualmente alla venerazione del Preziosissimo Sangue. La forma ricorda la Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme che racchiude il sepolcro di Cristo: per questo motivo la Rotonda è idealmente collegabile alla Basilica di Sant’Andrea. Piazza Erbe 46100 Mantova Telefono: 0376-322297 ■ BASILICA PALATINA DI SANTA BARBARA La Basilica fa parte del complesso di Palazzo Ducale e fu voluta dal duca Guglielmo Gonzaga per sostituire l’antica chiesa di corte con un edificio più ampio TURISMO religioso e solenne. Venne realizzata da Giovan Battista Bertani e conclusa nel 1572. Il duca ottenne di farla divenire una sorta di diocesi autonoma, distinta da quella di Mantova, e dotata di privilegi tra cui una liturgia propria. La facciata si ispira a quella della Basilica di Sant’Andrea e l’interno conserva ancora i pregevoli dipinti originali. Piazza Santa Barbara 46100 Mantova ■ CHIESA DI SANTA MARIA DELLA CARITÀ Ricostruita nel 1613, dell’originaria chiesa rimane solo il campanile forse trecentesco. Sulla facciata spicca un Crocefisso che si dice sia stato portato da San Carlo Borromeo per le vie di Milano durante la peste. L’interno è ricco di stucchi settecenteschi e di tele di Bazzani, importante artista mantovano del Settecento. Via Filippo Corridoni 33 46100 Mantova ■ CHIESA DI SANTA MARIA DEL GRADARO La tradizione vuole che la Chiesa sorga nel punto in cui subì il martirio Longino, il soldato che trafisse il costato di Cristo in croce raccogliendo poi la terra impregnata del Santissimo Sangue. Le notizie la dicono costruita nel 1256 dai Canonici Regolari di San Marco; passò poi agli Olivetani e ai Celestini, grazie ai quali si arricchì di opere d’arte. Soppressa nel 1772, degradata a magazzino militare e a lungo abbandonata, fu restaurata negli anni Cinquanta del secolo scorso da parte delle Oblate dei poveri di Maria Immacolata, ancora oggi nel convento. Via Gradaro 46100 Mantova ■ CHIESA DI SAN FRANCESCO È la Chiesa del primo e principale insediamento francescano dei numerosi un tempo esistenti nella città di Mantova e in provincia. I documenti testimoniano la presenza dei frati già nel 1232, ma la Chiesa fu ricostruita nel 1304 e da allora, anche per la protezione dei Gonzaga che vi aggiunsero il loro primo mausoleo, fu costantemente arricchita di importanti opere d’arte. Dopo la soppressione nel Settecento, tuttavia, fu spogliata della maggior parte delle opere d’arte custodite al suo interno. Dopo la Seconda guerra mondiale, quando fu quasi interamente distrutta dai bombardamenti, venne ricostruita con sostanziale fedeltà alle forme gotiche originarie. Piazza San Francesco 46100 Mantova Telefono: 0376-325455 LA FEDE SULLE TRACCE DEI GONZAGA Quando si parla di Mantova non si può fare a meno di citare la famiglia Gonzaga, che governò la città per circa quattro secoli, dal 1328 al 1707. Quasi tutti i membri di questa famiglia si fecero promotori della co- 06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 17 struzione di importanti siti religiosi, ancora oggi esistenti. Dopo Cattedrale di Mantova, San Lorenzo, San Francesco, Corpus Domini: Dopo Cattedrale di Mantova, Basilica di Sant’Andrea, Basilica Palatina di Santa Barbara, Chiesa di San Francesco: ■ CHIESA DI SAN LEONARDO La Chiesa conserva ancora oggi il campanile romanico e, sul fianco destro, alcune tracce della muratura romanica con archetti pensili. Da segnalare le molte opere conservate all’interno, nonché la cappella intitolata a San Gottardo, in stile tardo-gotico. Corso Vittorio Emanuele 46100 Mantova ■ CHIESA DI SANTA PAOLA L’originaria Chiesa, con annesso monastero delle clarisse di Santa Paola, fu ingrandita nel 1430 per volontà di Paola Malatesta Gonzaga; negli anni successivi molti membri della famiglia Gonzaga continuarono l’opera di ingrandimento e abbellimento di questo monastero. Soppresso a fine Settecento, fu in parte demolito e adibito a caserma. LA FEDE NEL MEDIOEVO Mantova conta circa un centinaio di chiese, alcune di origine molto antica. Oggi è ancora possibile ammirare alcuni di questi monumenti ripercorrendo gli itinerari dei pellegrini che giungevano in città. Piazza San Leonardo 46100 Mantova ■ CHIESA DEI SANTI GERVASIO E PROTASIO La Chiesa si trova proprio all’ingresso della città, nei pressi del ponte dei Mulini. Dell’originaria struttura oggi rimangono il campanile romanico del XII secolo e la fiancata destra, di gusto romanico e quattrocentesco. A inizio Ottocento la facciata venne sostituita da quella attuale, in stile neoclassico. Via Trento 46100 Mantova I CENTRI DELLA FEDE DELL’ALTO MANTOVANO ■ CHIESA PARROCCHIALE DI VOLTA MANTOVANA La Chiesa, intitolata a Santa Maria Maddalena, si trova su una balconata che domina la pianura. Fu soggetta a molti rifacimenti e ancora oggi, sotto la mensa dell’altare, sono venerati i resti mortali della Beata Paola Montaldi, nativa di Volta, clarissa nel monastero mantovano di Santa Lucia tra XV e XVI secolo. Via B. Paola 37/c 46049 Volta Mantovana (MN) ■ L’ITINERARIO ALOISIANO La città di Castiglione delle Stiviere è legata al culto di San Luigi Gonzaga, figlio di Ferrante, signore del marchesato di questo territorio. Luigi, durante un soggiorno in Spagna, entrò a far parte della Compagnia di Gesù, rinunciando alla successione in favore del fratello. Morì a Roma giovanissimo nel 1591, dopo essersi preso cura di un appestato. Fu beatificato nel 1605 e canonizzato nel 1726. È patrono universale della gioventù e compatrono della diocesi di Mantova. TURISMO religioso 17 Mantova ■ CHIESA DI SANT’ORSOLA La Chiesa, con annesso monastero dell’ordine di Santa Chiara, fu voluta da Margherita Gonzaga, figlia del duca Guglielmo. Venne progettata tra il 1608 e il 1612 dall’allora prefetto delle fabbriche ducali, Antonio Maria Viani. Dopo la soppressione del Settecento i diversi fabbricati subirono varie destinazioni d’uso e vennero in parte demoliti. ■ SANTUARIO DELLA POSSENTA A CERESARA Il santuario, intitolato all’Annunciazione della Beata Vergine Maria, sorse tra il XIV e il XV secolo in seguito a un’apparizione della Vergine a una fanciulla e al prodigio dell’acqua tornata a scaturire da un pozzo inaridito. Ancora oggi, al suo interno, è possibile ammirare la statua in cotto della Madonna, oggetto di venerazione. 06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 18 in oratorio in memoria di un soggiorno del Santo. Frazione Santa Maria 46043 Castiglione delle Stiviere (MN) Mantova 18 ■ Santuario di San Luigi Gonzaga, a Castiglione delle Stiviere. Di stile barocco, fu fatto costruire da Francesco Gonzaga in memoria del fratello Luigi a partire dal 1608. Intitolato inizialmente al Nome di Gesù, assunse quello di San Luigi quando da Roma venne mandata la reliquia del teschio, tuttora conservata in un’urna d’argento sopra l’altare. Piazza San Luigi 46043 Castiglione delle Stiviere (MN) Telefono: 0376-638139 www.santuariosanluigi.it ■ Museo Aloisiano, situato vicino al santuario, conserva oggetti d’arte sacra e una notevole raccolta di dipinti legati al culto del Santo. Via Perati 8 46043 Castiglione delle Stiviere (MN) ■ Eremo della Ghisiola, intitolato alla Beata Vergine Maria della Rosa, fu costruito nel XV secolo; rimangono ancora alcuni affreschi coevi. È visitabile esclusivamente su prenotazione. Località Ghisiola 46043 Castiglione delle Stiviere (MN) ■ Convento di Santa Maria, di gusto rinascimentale, presenta ancora nei sotterranei una fonte usata già dai Romani e una cella trasformata TURISMO religioso ■ Chiesa della Santissima Trinità, sorge accanto al Duomo e ha preso il posto della Collegiata dove Luigi fu battezzato e ricevette la prima Comunione dalle mani di San Carlo Borromeo. ■ SANTUARIO DELLA MADONNA DEL DOSSO A CASALMORO Secondo la tradizione, agli inizi del Seicento gli operai di una fornace difettosa riuscirono a riprendere il loro lavoro dopo aver invocato la Madonna, la cui immagine era presente in una vicina edicola. L’immagine venne portata nella chiesa, ma questa continuava a tornare nel luogo originale. Così fu costruita sul posto una cappella che nel 1780 venne sostituita dall’attuale santuario. All’interno, sull’altare, è posta la copia dell’immagine venerata della Madonna, in quanto il dipinto originale si trova nella sagrestia. Via Maria Valle 46040 Casalmoro (MN) ■ SANTUARIO DELLA MALONGOLA A FONTANELLA GRAZIOLI, FRAZIONE DI CASALROMANO La chiesetta, costruita forse già nel Duecento, presenta ancora oggi tracce di affreschi collocati tra il Trecento e il Cinquecento. Fu costruita nel luogo in cui un contadino, che aveva portato i buoi ad abbeverarsi al fosso chiamato Malongola, rinvenne una tavoletta raffigurante la Vergine con il Bambino. Frazione Fontanella Grazioli 46040 Casalromano (MN) ■ Santuario di San Fortunato Martire ad Acquanegra Il santuario venne eretto nel 1638 e conserva il corpo di San Fortunato Martire. All’interno sono presenti importanti tele di Giuseppe Bazzani. Via Primo Maggio 46011 Acquanegra sul Chiese (MN) Telefono: 0376-79131 CENTRI DELLA FEDE DEL MEDIO E BASSO MANTOVANO ■ SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE A GRAZIE DI CURTATONE Il Santuario fu costruito tra il 1339 e il 1406 come ex voto da parte di Francesco I Gonzaga per la miracolosa cessazione di una pestilenza. La facciata è preceduta da un portico aggiunto successivamente e la lunetta che sovrasta il portale rinascimentale raffigura la Madonna con il Bambino tra cherubini, che introduce all’immagine effigiata sulla tavola inserita nel monumentale tabernacolo seicentesco dell’altare maggiore. È proprio a questa immagine del XV secolo, denominata Madonna delle Grazie, che si rivolgono ancora oggi le preghiere dei pellegrini. 06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 19 L’interno, a una navata, vede le pareti ricoperte da singolari logge lignee ornate di elementi plastici di gusto popolaresco raffiguranti ex voto e realizzati con materiali poveri come cartapesta, legno e tessuti. All’inizio della navata pende un coccodrillo impagliato e incatenato, che secondo la tradizione sarebbe stato ucciso nella zona da un pescatore con l’aiuto della Madonna. ■ SANTUARIO DELL’INCORONATA A MANTOVA Situato all’interno del Duomo di Mantova, il santuario fu eretto da Luca Fancelli. L’immagine che si venera per tradizione risale a Sant’Anselmo, costituendo quindi una delle testimonianze più antiche della diocesi. Nelle cappelline sono conservati i resti mortali di vari santi e beati mantovani. ■ CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI A BORGO ANGELI Non molto distante da Mantova, è la chiesa del convento domenicano fondato nel 1429 da Gianfrancesco Gonzaga, passato nel 1675 ai Francescani. Piazza Borgo Angeli 7 46100 Mantova Telefono: 0376-380365 ■ SANTUARIO DI SANTA MARIA DEI MIRACOLI A FRASSINO Il Santuario venne eretto nel luogo di un miracolo ad opera di una famiglia di Piazza Frassino 3 46100 Frassino (MN) Telefono: 0376-370322 ■ SANTUARIO DELLA COMUNA A OSTIGLIA Prima di essere interamente ricostruito nelle forme che oggi ammiriamo, esso era designato con la denominazione di “Oratorio della Beata Vergine del Cason”. Alle sue origini troviamo, come per molti altri santuari, un’apparizione della Madonna a una pastorella. I numerosi prodigi che seguirono l’apparizione fecero sì che venisse qui costruito un luogo di culto. Via Comuna Santuario 22 46035 Ostiglia (MN) Telefono: 0386-802933 ■ ABBAZIA DI POLIRONE A SAN BENEDETTO PO La fondazione del complesso risale al 1007, quando Tedaldo di Canossa affidò ai monaci una chiesa da lui fatta costruire e alcuni terreni circostanti. Settant’anni più tardi il monastero fu annesso alla congregazione di Cluny e accrebbe enormemente la sua impor- tanza. L’Abbazia fu ristrutturata nelle forme attuali da Giulio Romano e ospita la tomba di Matilde di Canossa, le cui spoglie furono traslate a Roma nel XVII secolo. All’interno, nella prima cappella a sinistra, è conservato il corpo di San Simeone, eremita armeno giunto a San Benedetto e qui morto nel 1016, a cui è dedicato anche uno dei chiostri del monastero. Piazza Teofilo Folengo 46027 San Benedetto Po (MN) ■ INTORNO A SABBIONETA Il 7 luglio 2008 Sabbioneta è stata inserita assieme a Mantova nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO per la sua eccezionalità di città di fondazione costruita in circa trentacinque anni per volontà del principe Vespasiano Gonzaga Colonna. Secondo l’UNESCO Sabbioneta rappresenta un perfetto esempio di applicazione delle teorie rinascimentali sulla progettazione di una città ideale. Oltre al notevole patrimonio artistico, come il Palazzo Ducale con la Galleria degli Antichi e il teatro, la città vanta diversi siti d’arte sacra. 19 Mantova Piazza Santuario 4 46010 Grazie di Curtatone (MN) Telefono: 0376-349002 www.santuariodellegraziecurtatone.it possidenti del luogo. Nel 1504 due contadini rimasero impietriti nell’atto di rubare le candele accese davanti a un’immagine della Madonna, collocata in prossimità di un frassino. Vennero sciolti soltanto quando il proprietario supplicò la Vergine stessa. L’immagine che si venera, una Madonna con il Bambino in terracotta del XV secolo, proviene da una cappella delle vicine campagne. 06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 20 nel 1592 da Giovan Battista della Porta in rarissimi marmi policromi, al centro del quale fu collocata la statua bronzea di Vespasiano. Mantova 20 ■ Chiesa della Beata Vergine Incoronata La Chiesa della Beata Vergine Incoronata fu edificata nel biennio 1586-88 e sorge dove già in precedenza s’innalzava la Chiesa di San Niccolò, fatta poi demolire per volere di Vespasiano Gonzaga. Insieme alla Chiesa di Santa Maria Assunta rappresenta il nucleo religioso più vicino alla zona politica della città. L’elemento che la caratterizza è la pianta ottagonale ispirata a modelli lombardi del XV secolo di matrice bramantesca, soprattutto la Chiesa di Santa Maria Incoronata a Lodi. I decreti postridentini prevedevano l’edificazione di chiese con schema centrico, quindi la Chiesa dell’Incoronata di Sabbioneta non costituisce un’anomalia rispetto ai più diffusi impianti longitudinali. La pianta centrale ha infatti rappresentato l’alternativa a quella longitudinale fin dai primordi dell’architettura religiosa cristiana e la sua origine è da individuare in una diffusa tipologia di mausoleo romano. L’idea di realizzare una chiesa a pianta ottagonale in Sabbioneta nasce probabilmente in seguito ai frequenti viaggi di Vespasiano nello Stato di Milano, oltre alla sua particolare attenzione ai modelli classici. La Chiesa dell’Incoronata oltre a essere l’edificio dei Serviti divenne il mausoleo di Vespasiano per sua espressa volontà testamentaria. All’interno è custodito infatti il suo monumento funebre, realizzato TURISMO religioso ■ Chiesa di Santa Maria Assunta Venne edificata tra il 1578 e il 1582. La torre campanaria, il portale d’ingresso, la bibienesca Cappella ottagonale del SS. Sacramento e la decorazione interna sono del XVIII secolo. Il Battistero è dei primi del Novecento. Piazza Ducale 46018 Sabbioneta (MN) ■ Chiesa di San Rocco Edificata nella sua forma attuale nel XVII secolo, conserva al suo interno affreschi di G. Morini da Viadana. È attualmente utilizzata come sede museale per esposizioni temporanee. Piazza San Rocco 46018 Sabbioneta (MN) ■ Museo di arte sacra Questa raccolta è stata inaugurata e aperta al pubblico il 25 aprile 1990. La sua realizzazione, così come la sua gestione, è stata affidata dal parroco don Ennio Asinari alla cooperativa Centro Culturale A Passo d’Uomo, costituitasi in Sabbioneta nel 1981. L’esposizione è stata allestita nell’antica canonica, capace di diverse sale adatte allo scopo. Il Museo è strutturalmente e intenzionalmente parte di un insieme di attività interdipendenti che comprendono il Centro Ricerca per studenti, l’Archivio storico e la Biblioteca moderna. L’espo- sizione comprende argenterie, tessuti, manoscritti e il celebre Toson d’oro rinvenuto nella tomba di Vespasiano. Via dell’Assunta 7 46018 Sabbioneta (MN) Telefono: 0375-220299, 0375-52035 ■ Chiesa di Villa Pasquali Lasciata Sabbioneta in direzione nordest lungo la statale per Mantova si incontra questa magnifica parrocchiale dedicata a Sant’Antonio Abate, gioiello del barocco mantovano, opera di Antonio Bibiena, che vi lavorò tra il 1765 e 1784. Con la sua pianta a croce latina, le cupole traforate e arabescate, le cappelle laterali e la ricca decorazione, rappresenta una splendida sorpresa per il visitatore, che certo non si aspetta di incontrarla in un piccolo borgo. Al decoro pittorico lavorarono lo stesso Bibiena e, successivamente, Pietro Groppi e Giuseppe Cremaschi. La pala d’altare è di Agostino Amadini, cremonese (1877), la Via Crucis di Francesco Chiozzi. Nel 1841 Raimondo Cavalletti costruì l’organo. Via Don G. Bianchi località Villa Pasquali 46018 Sabbioneta Telefono: 0375-52062 ■ Santuario di Santa Maria delle Grazie di Vigoreto Il Santuario di Santa Maria delle Grazie sorge a circa un chilometro dalla cinta muraria di Sabbioneta in un borgo immerso nella campagna chiamato Vigoreto. La chiesa fu costruita nel 1543 nel punto in cui la Vergine 06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 21 Via Santuario 46018 Sabbioneta (MN) ■ Chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire a Breda Cisoni La Chiesa odierna fu costruita a metà del XVIII secolo quando la nuova condizione socio-economica, il rifiorire della vita cristiana e il rinnovarsi della cultura artistica suscitarono nei bredesi il desiderio di esprimere la loro religiosità con la costruzione di una nuova chiesa dalle caratteristiche completamente diverse dalla precedente: più fastosità, armonia, maestosità e solennità. Dedicata come la precedente a San Giorgio Martire, la Chiesa venne iniziata il 12 maggio 1747. Benedetta la prima metà il 28 marzo 1756, i lavori ripresero il 12 aprile di quell’anno per terminare l’opera muraria nel 1764. Nei sei anni successivi verranno completati gli interni. La parrocchiale è a pianta longitudinale, a navata unica coperta a botte, con unghie e cinque cappelle passanti per lato. L’interno è molto ornato con cornici, ancone, sfondati, dipinture, scagliole colorate, dorature e curvilinee, sagome d’altare, statue. Via IV Novembre 2 46018 Breda Cisoni di Sabbioneta (MN) Telefono: 0375-254020 ■ Oratorio della Beata Vergine del Lago Il santuario si trova a circa 1,5 km dal centro di Breda ed è dedicato alla Madonna. La leggenda vuole che Maria sia apparsa su un albero e che questo sia ancora interposto tra il muro della casa retrostante e l’altare. Nell’antichità non esisteva che una cappelletta dedicata all’Immacolata concezione di Maria Ver- gine.Per i molti miracoli avvenuti in questo luogo la famiglia Genovesi nel 1640 fece erigere l’attuale oratorio. L’interno è molto semplice. Particolare è il soffitto a cassettoni. La Madonna è raffigurata in un antico affresco posto sopra l’altare nell’atto di allattare Gesù bambino. Una rappresentazione simile della Madonna che allatta è presente nel quadro di un’alluvione assieme ai quattro Santi Incoronati. Molti sono gli ex voto di vario genere e fattura presenti all’interno. In passato sembra che la rappresentazione della Madonna abbia pianto. Ne è testimonianza l’alone attorno al suo occhio destro. ■ Chiesa di Ponteterra Nella frazione di Sabbioneta Ponteterra è possibile visitare la parrocchiale del XVII secolo, caratterizzata da una facciata in cotto e da pregevoli decorazioni interne. ■ Eremo di San Remigio Percorrendo, infine, la strada Vitelliana, l’antica strada militare romana, fatta costruire dal proconsole Vitellio, si nota l’Eremo di San Remigio, edificato nel XVII secolo per i pellegrini che si recavano a Roma. TURISMO religioso 21 Mantova apparve ad alcuni abitanti del luogo, nelle prossimità di un pilastro su cui si trovava affrescata la sacra immagine della Madonna di Loreto. Da quel momento si diffuse la notizia che la stele dipinta facesse miracoli e iniziarono a confluire da ogni parte della pianura padana pellegrini per chiedere grazie e beneficiare dei miracoli. Con le elemosine sempre più ingenti fu possibile costruire il santuario. I lavori iniziarono nel 1547 con il beneplacito del cardinale Ercole Gonzaga, vescovo di Mantova e tutore del giovane principe Vespasiano Gonzaga. L’edificio fu consacrato nel 1554, come attesta una lapide posta sul lato sinistro dell’altare maggiore. Nel 1574 Vespasiano chiamò una piccola comunità di frati cappuccini a occupare il convento fatto costruire vicino alla chiesa. La facciata presenta un ingresso sopra cui si apre un finestrone profilato da una elaborata cornice realizzata nel 1767, che sostituisce l’originale serliana cinquecentesca. La pianta è longitudinale e presenta una sola navata con due cappelle per lato. Esse sono sopraelevate rispetto al piano di calpestio del vano centrale e sono isolate da cancellate lignee. La semplice aula interna riflette la sobrietà degli edifici francescani ed è coperta da un soffitto ligneo a capriate. La seconda cappella di destra è la più spaziosa e ospita l’immagine miracolosa della Madonna di Loreto. 07Milano:07Milano 21/03/12 11:31 Pagina 22 Milano Milano 22 Nella capitale del design e dell’alta tecnologia, dell’arte e della moda anche la religiosità vanta uno spazio privilegiato, costellato di edifici che hanno fatto la storia della devozione lombarda sin dai tempi di Ambrogio, il più celebre vescovo meneghino. Al di fuori del perimetro cittadino, in quella che nei secoli passati era una sconfinata campagna, sorsero in età medievale le abbazie, importanti centri economici e culturali, oltre che culle del cattolicesimo, destinate ad accompagnare lo sviluppo della pianura padana per molti secoli. I LUOGHI DI FEDE NELLA CITTÀ DI MILANO ■ Duomo Il percorso di fede nel capoluogo lombardo non può che iniziare dal suo simbolo più maestoso: dedicato a Santa Maria Nascente, il Duomo è infatti la chiesa più importante dell’Arcidiocesi di Milano. La sua edificazione ebbe inizio negli ultimi anni del Trecento, ma furono necessari diversi secoli perché l’imponente edificio potesse dirsi completato: la facciata venne ultimata attorno al 1813. Il Duomo si presenta oggi come l’opera più importante dell’architettura gotica in Italia, un trionfo di guglie, contrafforti e statue in marmo bianco; l’interno è a cinque navate, con il transetto a tre; cinquantadue pilastri dividono le navate e sorreggono le volte a costoloni. Particolarmente suggestiva è la visita alle terrazze del Duomo, accessibili tramite un ascensore: dal punto panoramico è possibile TURISMO religioso osservare i dettagli delle ricchissime decorazioni esterne, ammirare la statua della Madonna posizionata nel punto più alto e godere della vista della città. Veneranda Fabbrica del Duomo Via Arcivescovado 1 20122 Milano Telefono: 02-72022656 www.duomomilano.it ■ Chiesa di Santa Maria delle Grazie e Cenacolo vinciano Inclusa dall’Unesco nel patrimonio dell’umanità, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie appartiene all’ordine domenicano; ebbe origine come chiesa attigua al convento voluto dal duca Francesco I Sforza nella seconda metà del Quattrocento. Il corpo più antico della Chiesa è in stile gotico, successivamente venne aggiunto il tiburio attribuito al Bramante, una monumentale tribuna posta all’incrocio dei bracci e coperta da una cupola. All’interno sono conservati due sarcofaghi realizzati nel Cinquecento da Francesco Olgiati, mentre le cappelle ospitano preziosi affreschi di Gaudenzio Ferrari; nel piccolo chiostro adiacente alla tribuna si conserva un affresco di Bramantino. 07Milano:07Milano 21/03/12 11:31 Pagina 23 zione napoleonica. La Basilica custodisce preziose opere d’arte, come il sacello di San Vittore in Ciel d’Oro, il coro ligneo intagliato in stile tardo-gotico, il ciborio, il mosaico dell’abside, e ospita le spoglie dei santi Ambrogio, Gervaso e Protaso. Piazza Sant’Ambrogio 15 20123 Milano Telefono: 02-86450895 www.basilicasantambrogio.it Piazza Santa Maria delle Grazie 2 20123 Milano Telefono: 02-4676111 www.grazieop.it ■ Basilica di Sant’Ambrogio Edificata tra il 379 e il 386 per volere del vescovo di Milano Ambrogio, fu costruita in una zona in cui erano stati sepolti i cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane: per questo motivo venne in un primo tempo chiamata Basilica Martyrum, salvo voi prendere il nome di Sant’Ambrogio quando vi venne sepolto il vescovo stesso. Importante monumento dell’epoca paleocristiana, subì ristrutturazioni nel corso del IX secolo, quando il vescovo Angilberto vi fece aggiungere la grande abside preceduta da un ambiente con volte a botte; più avanti si arricchì delle decorazioni pittoriche del Bramante, del Bergognone e del Luini. Ricostruita alla fine dell’XI secolo secondo lo stile romanico, durante la parentesi della Repubblica Cisalpina ospitò un ospedale militare e venne restituita al culto al termine della domina- Piazza Sant’Eustorgio 1 20123 Milano Telefono: 02-89400589 www.santeustorgio.it TURISMO religioso Milano Nell’ex refettorio del convento si ammira il capolavoro di Leonardo da Vinci, L’ultima cena. L’artista vi lavorò dal 1494 al 1498 impiegando una tecnica sperimentale particolarmente vulnerabile agli effetti dell’umidità dell’ambiente. Fortunosamente scampato ai bombardamenti del 1943, sottoposto a un restauro durato vent’anni, è oggi una delle principali attrazioni della città. ■ Basilica di Sant’Eustorgio La fondazione della Basilica, attribuita a Sant’Eustorgio, risale al III-IV secolo; modificata in età romanica, conobbe importanti trasformazioni a partire dal Duecento, con l’aggiunta di un braccio di transetto, di diverse cappelle e del campanile. La cappella Brivio, in particolare, contiene un sepolcro rinascimentale e un trittico del Bergognone, mentre le ultime tre cappelle sul lato destro sono ornate di affreschi di scuola giottesca e da tombe marmoree che ospitano le spoglie di membri della famiglia Visconti. La cappella Portinari, edificata tra il 1462 e il 1468, è uno dei più celebri esempi del Rinascimento milanese: decorata da un ciclo di affreschi di Vincenzo Foppa, dal Settecento accoglie il sepolcro marmoreo di San Pietro Martire, opera trecentesca di Giovanni di Balduccio. Nella Basilica vengono oggi venerate le spoglie dei Re Magi, che Sant’Eustorgio trasportò a Milano da Costantinopoli. 23 07Milano:07Milano 21/03/12 11:31 Pagina 24 Milano 24 ■ Cimitero monumentale Vero e proprio museo a cielo aperto, oltre che rappresentare il luogo di sepoltura dei milanesi di ieri e di oggi il Cimitero monumentale riflette il passaggio delle stagioni artistiche nel capoluogo lombardo. Progettato da Carlo Maciachini, venne inaugurato nel 1866 e diede l’inizio a una gara tra le famiglie illustri e facoltose per aggiudicarsi il mausoleo più spettacolare; al tempo stesso, queste committenze rappresentarono per gli architetti l’occasione di misurarsi con il tema funerario, scegliendo di volta in volta soluzioni classiche o innovative. Il Famedio ospita le spoglie dei milanesi che hanno contribuito al progresso della città in campo politico, economico, sociale, artistico, culturale. Piazzale Cimitero Monumentale 2 20154 Milano Telefono: 02-88465600 www.monumentale.net I LUOGHI DI FEDE IN PROVINCIA ■ ABBAZIA DI CHIARAVALLE Situata nel cuore del borgo omonimo, di cui è parrocchia, l’Abbazia di Chiaravalle venne fondata nel 1135 TURISMO religioso da un gruppo di monaci provenienti dall’Abbazia francese di Clairvaux; la costruzione dell’attuale chiesa ebbe inizio alcuni anni più tardi, mentre dell’originaria non resta traccia. Tra i primi esempi del gotico in Italia, contaminato da elementi romanici e tardo-romanici, la chiesa presenta una pianta interna a croce latina con tre navate, il transetto aggettante e l’abside rettilinea, affiancata da un chiostro quadrato; il tiburio e il refettorio risalgono al Trecento, mentre alla fine del XV secolo iniziò la costruzione del chiostro grande, attribuito al Bramante o all’Amadeo, e del capitolo. La cacciata dei monaci nel 1798, quando venne istituita la Repubblica Cisalpina, fu seguita dalla demolizione del monastero: si salvarono solo la chiesa, una parte del chiostro piccolo, il refettorio e gli edifici dell’ingresso; nel 1861 il chiostro grande venne sacrificato per permettere il passaggio della linea ferroviaria Milano-Pavia-Genova. I lavori di restauro, iniziati nei primi anni del Novecento, restituirono l’Abbazia ai monaci e al culto. All’interno tra le molte opere d’arte conservate spiccano il coro ligneo, intagliato da Carlo Garavaglia tra il 1640 e il 1645, l’affresco dei Fiammenghini nel braccio nord del tran- setto, la Madonna della Buonanotte di Bernardino Luini, i graffiti del capitolo, attribuiti al Bramante, che raffigurano la Milano del Quattrocento. La chiesa è sovrastata dalla torre a sezione ottagonale edificata nella prima metà del Trecento su progetto di Francesco Pecorari da Cremona; in dialetto milanese è chiamata Ciribiciaccola. Via Sant’Arialdo 102 20139 Milano Telefono: 02-57403404 www.chiaravalle-milano.it ■ ABBAZIA DI MORIMONDO L'Abbazia cistercense di Morimondo, fondata nel 1134, sorge nel territorio del Parco del Ticino nei pressi di Abbiategrasso. Esempio di architettura cistercense evoluta verso il gotico, la maestosa Abbazia fonde i due stili con un risultato accattivante: dell’impianto cistercense conserva i contorni netti e geometrici, la forma rettangolare dell’abside, la pianta a croce latina e le due cappelle per ciascun braccio del transetto; l’influenza gotica è presente nelle navate con volte a ogiva, che le conferiscono un notevole slancio verticale. L’interno è semplice ed essenziale, privo di decorazioni; degni di nota sono il coro 07Milano:07Milano 21/03/12 11:31 Pagina 25 Pampuri, prima di farsi frate dei Fatebenefratelli. L’esempio di abnegazione e dono di sé in nome della vita lega quindi idealmente la Santa di Mesero e il Santo di Morimondo. Fondazione Abbatia Sanctae Marie de Morimundo Piazza Municipio 6 20081 Morimondo (MI) Telefono: 02-94961919 www.abbaziamorimondo.it ■ ITINERARIO DI SANTA GIANNA BERETTA MOLLA In vista degli appuntamenti legati al 2012, Anno internazionale della famiglia, particolarmente significativa è la visita ai luoghi in cui visse Santa Gianna Beretta Molla. Medico pediatra, durante la gravidanza della sua quarta figlia si manifestò un voluminoso fibroma all’utero, che rifiutò di fare asportare con metodi che compromettessero la nascita della bambina, sebbene più sicuri. Morì per le complicazioni successive al parto. Alla santa sono dedicate numerose parrocchie e istituti, in Italia e all'estero. ■ Santuario della Famiglia “Santa Gianna Beretta Molla” a Mesero A Mesero sorge il Santuario dedicato a Santa Gianna Beretta Molla, sepolta nel cimitero locale; la figlia minore vive in paese. Piazza Europa 2 20010 Mesero (MI) Tel. 02-9786035 – 338-3147550 www.santuariosantagianna.it ■ Basilica di San Martino a Magenta Nella Basilica di San Martino Gianna fu battezzata l’11 ottobre 1922 e si sposò il 24 settembre 1955 con Pietro Molla. ■ Pontenuovo Ospita la casa sponsale di Gianna e la Chiesetta della Madonna del Buon Consiglio, dove la Santa pregava e dove ha battezzato e consacrato alla Madonna i suoi figli. Il pellegrinaggio, con pullman privato o in auto, richiede almeno mezza giornata. A Mesero è possibile ascoltare un’introduzione alla vita e alla spiritualità di Santa Gianna e celebrare l’Eucarestia nel Santuario, accordandosi con il sacerdote responsabile. TURISMO religioso 25 Milano ligneo, realizzato nel 1522 da Francesco Giramo; gli affreschi della cappella del battistero; le tele di Daniele Crespi, che operò anche nella Certosa di Pavia; l’acquasantiera all’ingresso e il crocifisso ligneo. Oggetto di una lunga opera di recupero che l’ha restituito nella sua completezza alla fruizione del pubblico, il complesso monastico si sviluppa su quattro livelli edificativi che comprendono numerosi ambienti suggestivi convergenti verso il chiostro, punto di raccordo della vita monastica. Fra le attività coordinate dalla Fondazione ci sono le visite guidate al complesso monastico in giorni sia festivi che feriali; le visite guidate al Civico Museo Comolli, aperto una domenica al mese; i laboratori di miniatura attivi per ragazzi e adulti. A Morimondo per circa 10 anni lavorò come medico condotto San Riccardo 08Monza e Brianza:08Monza e Brianza 21/03/12 11:32 Pagina 26 Monza e Brianza Monza e Brianza 26 Ispirato al Cammino di Santiago de Compostela, il percorso devozionale che si snoda nella provincia di Monza e Brianza ripercorre le tracce di Sant’Agostino: seguendo l’ideale itinerario dei santuari mariani il pellegrino ha l’occasione di andare alla scoperta dell’area brianzola e del suo patrimonio paesaggistico, artistico e culturale. Da Monza, antica capitale del regno longobardo, alle colline disseminate di ville signorili ed edifici di culto, un percorso che non manca di arricchire il turista affascinato dalle suggestioni storiche e religiose del territorio. ■ Cammino di Sant’Agostino in Brianza Un pellegrinaggio ecosostenibile in 25 tappe da percorrere a piedi in 14 giorni: l’itinerario, lungo circa 350 km, collega i 25 santuari mariani presenti in Brianza seguendo un tragitto circolare che parte e arriva a Monza. Il Cammino consente anche la visita dei più importanti siti artistici e storici brianzoli (chiese, monasteri, monumenti antichi e moderni, parchi naturali, parchi, ville). Il percorso è stato ideato come un cammino di ispirazione mariana: mai come nel territorio della Brianza la venerazione della Madonna si è manifestata in un’impressionante serie di edifici di culto e più in generale di testimonianze popolari di fede tuttora evidenti in edicole, cappelle e grotte mariane. Pur essendo esplicita la valenza religiosa e spirituale, il Cammino può essere compiuto anche in un’ottica più laica, come momento di svago e di vacanza intelligente a piedi o in bicicletta: un vero e proprio percorso di turismo sostenibile in un territorio ancora poco conosciuto. Il percorso è presentato in una guida di recente TURISMO religioso pubblicazione, Il Cammino di Sant’Agostino, curata da Renato Ornaghi ed edita dall’Opificio Monzese delle Pietre Dure. Il Cammino prende il nome da Sant’Agostino di Ippona, che si stabilì a Cassiciacum/Cassago dopo la conversione. Il periodo vissuto dal Santo in Brianza è documentato nelle Confessioni. Il simbolo di questa conversione nella sua vita è rappresentato dalla famosa “cintura” che la Madonna donò in apparizione a Santa Monica, madre di Agostino. “Questa chiusa circolarità del Cammino offre elementi simbolici di riflessione non banali che sono già evidenti nell’emblema identificato per il Cammino stesso, ma soprattutto nella cintura agostiniana quale simbolo d’impegno e di costanza nella propria idealità, nella propria vocazione esistenziale: immagine di un percorso di vita che muove e ritorna allo Spirito. Cintura quale simbolo agostiniano di adesione intima al proprio credo, conquistato dopo un impegnativo e faticoso cammino.” Il simbolo del Cammino di Sant’Agostino è basato sulla corona di dodici stelle in campo azzurro (logo dell’Unione Europea), su cui è sovrapposta una seconda corona ellittica di stelle in colore giallo, a rappresentare i venticinque santuari e la circolarità chiusa del Cammino. All’interno delle due corone di stelle è stilizzata la corona regale, simbolo della città di Monza e più in generale di tutta la Brianza. www.camminodiagostino.it PUNTI DI INTERESSE COMPRESI NEL CAMMINO DI SANT’AGOSTINO MONZA ■ Duomo di Monza e Museo e Tesoro del Duomo La fondazione del Duomo di Monza risale alla fine del VI secolo, quando Teodolinda, regina dei Longobardi, fece erigere al centro della città una Basilica dedicata a San Giovanni Battista; nel 627 il Duomo accolse le spoglie di Teo- 08Monza e Brianza:08Monza e Brianza 21/03/12 11:33 Pagina 27 Segreteria del Duomo Via Canonica 8 20052 Monza Telefono: 039-389420 www.duomomonza.it Museo e Tesoro del Duomo di Monza Telefono: 039-326383 www.museoduomomonza.it Triuggio ■ Chiesa parrocchiale di Tregasio Progettata in stile neogotico dall’ingegnere Monsignor Spirito Chiappetta, la chiesa è dedicata ai SS. Martiri Gervaso e Protaso e venne consacrata il 23 luglio 1932. Ha un portale d’ingresso preceduto da un porticato che sostiene la 27 Monza e Brianza dolinda, oggi conservate nella Cappella della Regina. La Cappella è decorata da un ciclo di affreschi della famiglia di pittori milanesi Zavattari, considerato una pregevole opera d’arte dell’epoca tardogotica lombarda. Il Duomo venne ricostruito e ampliato nel XIV secolo su progetto di Matteo da Campione; le attuali decorazioni in stile barocco risalgono al Seicento. Nella Cappella della Regina è conservata la Corona Ferrea, usata dall’Alto Medioevo all’Ottocento per incoronare i re d’Italia; secondo la tradizione, la Corona contiene uno dei chiodi usati per la crocifissione di Cristo. Adiacente al Duomo è il Museo e Tesoro del Duomo di Monza, che conserva opere dell’antichità tardo-romana e dell’Alto Medioevo, tra cui le suppellettili liturgiche donate dalla regina Teodolinda. torre campanaria. L’interno è a tre navate che terminano a pianta centrale; su di essa si immettono i due bracci laterali e l’abside con la zona presbiteriale; gli elementi marmorei presenti nella chiesa sono rilevabili nelle due cappelle laterali e nel ciborio dalle facciate arricchite da mosaici. L’altare maggiore è costruito con marmi preziosi di 25 qualità diverse, che producono un notevole effetto policromo. Piazza della Chiesa 1 Tregasio di Triuggio Telefono: 0362-919844 ■ Rotonda dei Santi Gervaso e Protaso a Tregasio Accanto alla parrocchiale di Tregasio sorge la Rotonda, uno dei monumenti più pregevoli dell’arte neoclassica lo- cale. La sua origine risiede nel progetto dell’architetto Luigi Cagnola, che desiderava erigere un edificio con la funzione di tomba di famiglia. Morto il Cagnola nel 1833, il progetto fu ripreso dal secondo marito della vedova contessa dei Marchesi d’Adda, Ambrogio Nava, il quale ampliò la struttura e vi aggiunse elementi decorativi. Preceduta da una gradinata, la Rotonda presenta un piccolo pronao sorretto da sei cariatidi; ai lati sono collocate statue di santi, tra i quali Gervaso e Protaso a cui l’edificio è dedicato; la cupola, alta 15 metri, in origine era costruita in arenaria, ma dopo il restauro del 1971 venne rifatta in rame. L’interno è a pianta centrale con un corpo cilindrico terminante in una semisfera, suddivisa in 20 cassettoni degradanti e inseriti in ordini di anelli concentrici. TURISMO religioso 08Monza e Brianza:08Monza e Brianza 21/03/12 11:33 Pagina 28 Seregno Monza e Brianza 28 ■ Collegiata di San Giuseppe Il suo nome per esteso è Basilica Romana Minore, Collegiata, Prepositurale di San Giuseppe; la sua edificazione risale al XVIII secolo, in piena dominazione austriaca. Costruita su due chiese parrocchiali preesistenti, venne inaugurata nel 1781; in origine avrebbe dovuto avere dimensioni maestose, secondo le intenzioni dell’architetto Ermengildo Pini, ma in seguito il progetto si ridimensionò e la forma attuale si deve a Giulio Gallori. L’interno della nuova chiesa fu rifinito e abbellito con vari altari e tele preziose; spicca per il suo valore artistico il ciborio di bronzo dorato, con pietre preziose, collocato sull’altare maggiore. Piazza della Libertà 6 20831 Seregno (MB) www.basilicasangiuseppe.it ■ Oratorio dei Santi Rocco e Sebastiano È la chiesa più antica della città: la sua costruzione fu infatti voluta dal cardinale Carlo Borromeo nel 1577 come segno di devozione per i Santi Rocco e Sebastiano, morti di peste durante l’epidemia del 1576. L’aspetto attuale dell’Oratorio risale all’inizio del XVII secolo, quando venne aggiunto il campanile; l’interno conserva affreschi del pittore Gabrio Bossi sulle lunette absidali (San Gerolamo, Sant’Ambrogio, San Gregorio, Sant’Agostino) e sulla volta dell’abside (I quattro evangelisti). TURISMO religioso Via Cavour 85 20831 Seregno (MB) Telefono: 0362-241756 www.oratoriosanrocco.it Desio ■ Basilica dei Santi Siro e Materno La Basilica dei Santi Siro e Materno venne edificata tra il XVII e il XVIII secolo e successivamente ampliata nella parte posteriore. L’interno, che risente dell’influenza di modelli stilistici cinquecenteschi, ospita altari arricchiti da decorazioni barocche, affreschi su tela dipinti tra il 1858 e il 1861 da Mauro Conconi e una croce processionale in lamina d’acciaio incisa a bulino risalente alla fine del XV secolo. Della stessa epoca è il campanile gotico, che alloggia otto campane realizzate dal fonditore varesino Felice Bizzozero nel 1843, considerate tra i migliori concerti di campane esistenti. Via Conciliazione 2 20033 Desio (MB) Vimercate ■ Basilica di Santo Stefano Edificio romanico datato attorno all’VIII secolo, rimaneggiato e ampliato in più occasioni, conserva tuttora la cripta dell’XI secolo. Sulla sommità della facciata, in una nicchia sotto il timpano, si ammira un gruppo scultureo raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Stefano e Damiano risalente alla scuola campionese attiva nel Trecento. All’interno si conserva il grande affresco del catino absidale con le Storie della passione di Santo Stefano, eseguito nel 1566 da Lattanzio Gambara; la navata è decorata da affreschi eseguiti da Antonio Busca, celebre classicista del Seicento. Il campanile romanico conserva alla base sarcofagi e lapidi risalenti all’epoca romana. Via de Castillia 2 20059 Vimercate (MB) Telefono: 039-668122 ■ Oratorio di Sant’Antonio Abate L’Oratorio presenta una facciata semplice a capanna, con il lato settentrionale costruito con ciottoli di fiume e mattoni risalente al XIII-XIV secolo; il campanile venne aggiunto nel Seicento. L’interno custodisce un altare barocco della prima metà del Seicento, mentre sulla controfacciata una tela della stessa epoca raffigurante la Gloria di San Carlo Borromeo riporta una veduta del borgo di Vimercate. I cicli di affreschi, importante esempio di pittura tardo-gotica provinciale, risalgono al 1460-1480 e sono sopravvissuti agli interventi di ristrutturazione. Via Cavour 20059 Vimercate (MB) 09Pavia:09Pavia 21/03/12 11:34 Pagina 29 Pavia Il contributo del Pavese alla ricchezza di percorsi devozionali che caratterizza l’area lombarda ha una duplice origine: da un lato i magnifici edifici religiosi del capoluogo di provincia, che custodiscono preziose reliquie e rappresentano la testimonianza materiale dell’evolversi del potere spirituale in relazione a quello temporale; dall’altro lato la Via Francigena, che da Canterbury porta a Roma toccando numerosi comuni della provincia. 29 nel 525; in seguito fu riabilitato e considerato il custode della fede cristiana e della cultura latina. Il re longobardo Liutprando rinnovò la Basilica tra il 720 e il 725, detta in Ciel d’Oro appunto per un soffitto ligneo completamente dorato, fece aggiungere il monastero adiacente e vi collocò le spoglie di Sant’Agostino, traslate da Cagliari; la presenza di Sant’Agostino è così importante per Pavia che è stato dichiarato, insieme a San Siro, patrono della città. Vi fu sepolto anche il re Liutprando stesso. Nel monastero attiguo alla Basilica ebbe sede una fiorente scuola di grammatica e retorica, alla quale lo stesso Carlo Magno diede grande impulso. Papi ed imperatori concessero al monastero donazioni e privilegi, che ne fecero uno dei centri culturali e religiosi più ricchi, potenti e significativi del Medioevo europeo. La ricostruzione della Chiesa avvenne probabilmente tra l’XI e il XII secolo, con una lunga fase costruttiva da ancorare al 1132, data della consacrazione da parte di Papa Innocenzo II. La facciata della Basilica è in laterizio rosso. Ha la struttura a capanna tipica del romanico pavese e due contrafforti la tripartiscono, proiettando la divisione interna in tre navate. Il contrafforte destro è più ampio perché contiene una scala a chiocciola che conduce ai sottotetti, utile per la manutenzione. I piatti ceramici di fattura islamica sono raffinati prodotti di importazione, murati fin dall’origine tra gli archetti intrecciati per impreziosire le cortine murarie. Altro elemento di grande pregio è il portale, con triplice incorniciatura. Osservando l’archivolto più esterno possiamo leggere in figura la vicenda dell’anima umana (l’omuncolo nudo sulla barca, simbolo della Chiesa), che risale tra i perigli del peccato (la catena di mostri marini) all’approdo della pace divina (“PAX” è scritto nel cartiglio che tiene tra le mani l’angioletto TURISMO religioso Pavia ■ BASILICA DI SAN PIETRO IN CIEL D’ORO La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, che custodisce le spoglie del Santo Martire Severino Boezio e del Santo Dottore della Chiesa Agostino, è uno dei simboli della cristianità e gode inoltre di citazioni illustri da parte dei tre grandi della letteratura italiana: Dante, Petrarca e Boccaccio. Nome e ubicazione esprimono il significato profondo della Basilica, dedicata al primo apostolo San Pietro e posta proprio sul percorso che da Milano a Pavia immetteva nella via Francigena per Roma. Venne costruita al di fuori del perimetro delle mura, sulla zona detta “Agro Calvenzano”, dove il filosofo Severino Boezio, consigliere di Teodorico, venne fatto giustiziare dal sovrano stesso 09Pavia:09Pavia 21/03/12 11:34 Pagina 30 Pavia 30 a mezzo busto tra colombe). Nel timpano è situato un elegante arcangelo sotto un baldacchino con scettro e globo, a destra un servo con veste corta, a sinistra un personaggio altolocato. All’interno opera di scultura di grandissimo pregio e massima importanza storica e artistica è l’Arca di Sant’Agostino, eseguita nella seconda metà del Trecento dai maestri campionesi. Via Liutprando 27100 Pavia ■ DUOMO DI PAVIA Voluto nel 1488 da Ascanio Sforza, arcivescovo di Pavia, e da Ludovico il Moro, al progetto del Duomo di Pavia misero mano i migliori ingegni del Rinascimento, nomi celebri come Bramante, Amadeo e Leonardo da Vinci. L’ecclesia maior o Tempio della Cattedra sorge nel punto in cui in epoca romana probabilmente era presente un tempio dedicato a Cibele, distrutto per erigere due chiese paleocristiane e spegnere, così, il culto pagano; vennero distrutte a loro volta nel V secolo sotto il vescovo Epifanio per costruire due chiese ro- maniche, quella di Santo Stefano (estiva) e quella di Santa Maria del Popolo (invernale). I pavesi ottennero infine il permesso del Papa di abbatterle per innalzare una chiesa unica, massimamente sontuosa. Il 29 giugno 1488 venne posata la prima pietra; a mano a mano che si demolivano i due edifici romanici si costruiva il Duomo, con varie battute di arresto per problemi soprattutto economici. Gli ultimi lavori sono del 1933 ma ancora la cattedrale non è terminata, mancando tutto il rivestimento in marmo della facciata: essa, rimasta al rustico, presenta mattoni in addentellato. L’edificio è di importanza capitale nel quadro dell’architettura italiana del Rinascimento: si sperimenta infatti per la prima volta in forme monumentali l’organismo a pianta centrale e cupola affermatosi poi a San Pietro a Roma. La cupola, la terza in Italia per dimensioni, appare un capolavoro di ingegneria: fu innalzata nel 1884 su progetto di Carlo Maciachini; domina la città ed è visibile dalle varie vie di accesso, guida sicura verso il cuore della religiosità pavese. L’interno è a croce greca, con un braccio più lungo degli altri perché il progetto originale prevedeva una lunga navata longitudinale innestata su un corpo a pianta centrale. Il Duomo conserva le spoglie mortali del santo patrono della città, Siro, che secondo la leggenda fu quel bambino di Galilea che diede a Gesù i cinque pani d’oro e i due pesci che vennero moltiplicati miracolosamente. Quanto rimane del suo corpo è visibile in una cappella a lui dedicata: si tratta 09Pavia:09Pavia 21/03/12 11:34 Pagina 31 di un’urna posta dentro l’altare, che si ammira passando su una scaletta appositamente sopraelevata. Diversi dipinti seicenteschi narrano la vita del Santo. Il Duomo conserva molte altre reliquie tra cui le Sacre Spine, racchiuse in un tabernacolo; per aprirlo sono necessarie tre chiavi, conservate da tre persone diverse: il vescovo, il parroco e il sindaco. Piazza del Duomo 27100 Pavia Piazza San Teodoro 27100 Pavia Piazzetta Vincenzo Azzani 1a 27100 Pavia www.sanmichelepavia.it 31 Pavia ■ BASILICA DI SAN TEODORO Dedicata al vescovo Teodoro, la caratteristica facciata tradisce l’origine romanica della bella Basilica. La vicinanza della chiesa al Ticino fece sì che il Santo diventasse il protettore dei pescatori e di tutti coloro che lavoravano sul fiume e lungo le sponde, come i barcaioli e le lavandaie. L’interno custodisce un famoso affresco del Lanzani, che raffigura una veduta di Pavia e delle sue numerose torri nel 1522. ■ BASILICA DI SAN MICHELE MAGGIORE Fondata nel secolo XII, è uno dei più significativi esempi di architettura romanica, edificata quando Pavia divenne capitale del Regno. Ebbe funzione di Cappella Palatina e ospitò l’incoronazione dei re longobardi, oltre che di Federico Barbarossa nel 1155. La facciata presenta croce latina, con transetto sporgente, e tre facciate “a capanna”, ossia a due spioventi. A differenza delle altre chiese pavesi, in cui prevale l’uso della terracotta, è quasi interamente ricoperta di pietra arenaria, che ha il pregio di assorbire la luce e restituire riflessi sempre diversi. A causa della sua malleabilità tale pietra è purtroppo soggetta all’erosione causata dagli agenti atmosferici: ne risentono in particolare le decorazioni esterne, ormai in gran parte illeggibili. Sopra il portale mediano è raffigurato l’Arcangelo San Michele, con globo e fiori di loto e il drago dell’apocalisse, in pietra più dura dell’arenaria; sopra il portale di sinistra Sant’Ennonio, vescovo di Pavia nel VI secolo, sopra quello di destra Sant’Eleucadio, vescovo di Ravenna, il quale benedice alla maniera greca e ha il pastorale a sinistra. Sulla facciata sono rimasti 30 buchi che in origine ospitavano i bacini di provenienza orientale di maiolica, ora conservati all’interno del Museo. Due autori hanno lavorato alla facciata: uno fino alle fasce di scultura che richiamano l’architettura dell’Asia Minore, raffiguranti scene di caccia, di pesca e animali fantastici, l’altro fino alla sommità. ■ CERTOSA DI PAVIA Edificata nel 1396 per volere di Gian Galeazzo Visconti come mausoleo di famiglia, la Certosa è una preziosa testimonianza di come stili diversi che vanno dal gotico lombardo, al rinascimentale, al barocco, possano dare origine a un complesso così armonioso. Alla sua costruzione, durata due secoli, parteciparono artisti e architetti di grande fama come Bernardo da Venezia, Cristoforo da Conigo, Giovanni e Guiniforte Solari e scultori della portata di Amadeo, i fratelli Mantegazza, de’ Stauris, Dolcebuono e Briosco. Se la facciata in marmo dall’effetto cromatico unico incanta il visitatore con la sua magnificenza, l’interno è altrettanto coinvolgente. Sembra di camminare sotto un cielo stellato, le volte blu punteggiate di giallo e oro preannunciano la ricchezza degli affreschi realizzati dal Bergognone, dal Foppa, dal Perugino e dal Guercino. Di notevole interesse sono inoltre il monumento funebre di Gian Galeazzo ViTURISMO religioso 09Pavia:09Pavia 21/03/12 11:34 Pagina 32 Pavia 32 sconti, il cenotafio di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este, la Sacrestia Vecchia con il Trittico in avorio della fine del XV secolo, la Sala del Coro con l’altare maggiore in marmo e lapislazzuli, la Sala del Lavabo con l’affresco di Bernardino Luini. Il Chiostro Piccolo e il Chiostro Grande, con i giardini meticolosamente curati, regalano attimi di silenzio e pace al visitatore immerso nell’atmosfera di spiritualità che si percepisce tra le antiche mura del monastero. Viale Monumento Certosa di Pavia (PV) Telefono: 0382-925613 www.comune.pv.it/certosadipavia ■ LA VIA FRANCIGENA IN PROVINCIA DI PAVIA La Via Francigena, citata per la prima volta nell´876 d.C., è conosciuta come la via che parte da Canterbury e giunge fino a Roma, alla tomba di San Pietro. A partire dal IX secolo, la strada cominciò a essere nominata Via Francigena, ovvero strada che proviene dal regno dei Franchi. Via millenaria, fu percorsa nei secoli da mercanti, sovrani, religiosi e pellegrini che si recavano a Roma e poi proseguivano per la Terra Santa o che, in un percorso inverso, risalivano verso Santiago de Compostela. La Francigena divenne così nel Medioevo il punto d’incontro dei tre grandi pellegrinaggi, di culture, emblemi e linguaggi dell’Occidente cristiano (Roma, Santiago, Gerusalemme). È un sistema viario con molte alternative e varianti che trovano unitarietà e ufficialità nel diario di viaggio di Sigerico, arcivescovo di Canterbury. Nel 990, di ritorno da Roma dove aveva ricevuto il pallium (la stola di lana bianca, segno del suo incarico), egli annotò le 79 tappe del suo cammino verso Canterbury in un percorso preciso nella descrizione dei punti di sosta. Forti e significative sono ancora oggi le influenze esercitate dalla Via Francigena sulla storia, l’arte, la tradizione religiosa dei territori attraversati, precoce testi- monianza di culture europee diverse che sulla strada partendo dal Medioevo conducono verso l’Europa moderna. La Via Francigena ha rappresentato per secoli il collegamento principale tra Roma e l’Europa. Nel 2004 fu proclamata dal Consiglio d’Europa “Grande Itinerario Culturale Europeo” e nel 2007 “Reseau porteur”, rete portante. I comuni della provincia di Pavia interessati dal tracciato pedonale della Via Francigena (lungo 126,7 km) sono: Palestro, Robbio, Nicorvo, Mortara, Tromello, Garlasco, Gropello Cairoli, Carbonara al Ticino, San Martino Siccomario, Pavia, Valle Salimbene, Belgioioso, Corteolona, Santa Cristina e Bissone, Chignolo Po. 10Sondrio:10Sondrio 21/03/12 11:35 Pagina 33 Sondrio Il pellegrino che si trovasse a percorrere le vie della Valtellina e della Valchiavenna resterà incantato dall’armoniosità con cui la presenza umana si è insediata in un contesto paesaggistico eccezionale, dove la natura sembra cantare le lodi della creazione al pari di quanto fecero gli uomini erigendo chiese e santuari. La provincia ospita anche una preziosa testimonianza di fede nella figura di Don Luigi Guanella, che qui visse e operò lasciando nei suoi cittadini un segno destinato a rinnovarsi grazie all’impegno di religiosi e laici che ne tengono vivi il nome e il ricordo. L’itinerario ripercorre i luoghi che furono familiari a Don Luigi Guanella: Campodolcino e Fraciscio (SO), Pianello del Lario (CO) e la casa madre a Como in via Tommaso Grossi, ove il santo (canonizzato a ottobre 2011) è sepolto. Luigi Guanella nacque a Fraciscio di Campodolcino in Val San Giacomo (SO) il 19 dicembre 1842. Morì a Como il 24 ottobre 1915. La sua valle e il paese (1350 m s.l.m.) si trovano sulle Alpi Retiche. Fin dall’antichità vi si stabilirono delle comunità vissute, con fatica e stento, di agricoltura alpina e di allevamento e la cui storia, economia e struttura sociale fino al 1800 sono segnate dalla posizione geografica della valle, chiusa sui due lati da due catene di monti altissimi, ma soggetta a invasioni di transito. La valle segna la via più breve di comunicazione tra il sud e il nord delle Alpi centrali, conferendo qualche vantaggio, soprattutto i privilegi di una certa libertà comunale concessa perché gli abitanti non ostacolassero le comunicazioni commerciali o militari. Fieri di questa libertà, fervidamente attaccati alla religione cattolica in contrasto col confinante canton Grigioni riformato, vivevano in povertà, dediti ai più duri lavori per garantirsi il minimo di sopravvivenza. Le qualità che ne riportò Luigi Guanella furono l’abitudine al sacrificio e al lavoro, l’autonomia, la pazienza e la fermezza nelle decisioni, insieme a una grande fede. ■ LUOGHI GUANELLIANI Museo Don Luigi Guanella Un luogo dove poter conoscere e comprendere l’uomo Don Luigi Guanella, la sua vita, i suoi interessi, la sua missione attraverso la visita degli ambienti da lui abitati. La visita è gratuita; per informazioni contattare Don Adriano Folonaro. Casa Divina Provvidenza, Como Telefono: 031-296894 TURISMO religioso Sondrio ITINERARIO DEDICATO A DON GUANELLA (CANONIZZAZIONE OTTOBRE 2011) 33 10Sondrio:10Sondrio 21/03/12 11:35 Pagina 34 Sondrio 34 ■ FRACISCIO – GUALDERA (SO) In questi paesi della Val Chiavenna è possibile visitare i luoghi che hanno dato i natali a Don Luigi Guanella, la casa in cui è nato e cresciuto e, attraversando il torrente Rabbiosa, arrivare a Gualdera, luogo delle baite dove pascolava gli animali da ragazzino, teatro di molti episodi che di lui oggi ricordiamo. A Gualdera ci sono ampi spazi per giochi all’aperto e prati per picnic. Telefono: 0343-50145, 333-3918142 (parroco Don Eugenio Bulanti) ■ SAVOGNO (SO) Raggiungibile a piedi, da Borgonuovo di Piuro o da Sant’Abbondio di Piuro, con un’ora e mezza di cammino. Sul sagrato della chiesa, da cui si apre una splendida vista su Chiavenna, vi è un monumento dedicato a Don Luigi Guanella, che qui fu parroco. Chi fosse interessato a visitare la chiesa deve chiedere le chiavi agli abitanti del paese. Per conoscere il carisma di Don Guanella è possibile oggi visitare le realtà guanelliane animate da religiosi e laici. ■ Servi della Carità, religiosi Como, Casa Divina Provvidenza; Como (Lora), Casa di Gino; Nuova Olonio (SO), Casa Madonna del Lavoro; Riva San Vitale (Svizzera), Istituto San Pietro Canisio. ■ Figlie di Santa Maria della Provvidenza, religiose Ardenno (SO), Casa San Lorenzo; Berbenno di Valtellina (SO), Casa San Benigno; Como, Casa Santa Marcellina; Como (Lora), Casa Santa Maria della Provvidenza; Menaggio (CO), Casa Giardino degli Ulivi; Pianello del Lario (CO), Casa Sacro Cuore. Per informazioni contattare le singole case dell’Opera Don Guanella. SUI SENTIERI DELL’ARTE E DELLA FEDE La tradizione artistica della provincia di Sondrio è evidente nei suoi edifici sacri. È una terra ricca di arte e cultura, a testimonianza di un passato in cui si sono alternate vicende storiche e religiose molto diverse tra loro. Campanili, chiese, cappelle sono disseminati ovunque, oltre 500 tra grandiosi santuari e piccoli edifici sacri eretti in tempi lontani a baluardo della fede cristiana. Una lunga lista che coinvolge tutto il territorio: Bormio (Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio, San Vitale), Chiavenna (Collegiata di San Lorenzo), Chiesa Valmalenco (Santuario della Madonna delle Grazie di Primolo), Civo (San Bartolomeo a Caspano), Cosio Valtellino (Abbazia di San Pietro in Vallate), Grosio (San Giorgio), Grosotto (Santuario della Beata Vergine delle Grazie), Morbegno (San Giovanni Battista, Santuario dell’Assunta), Montagna in Valtellina (San Giorgio), Novate Mezzola (Tempietto di San Fedelino), Poggiridenti (San Fedele), Ponte in Valtellina (San Luigi di Sazzo, San Maurizio), San Giacomo Filippo (Santuario della Beata Vergine di Gallivaggio), Sondrio (Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio, Santuario della Madonna della Sassella), Teglio (Sant’Eufemia), Tirano (Basilica della Madonna, San Martino), Tresivio (Santuario della Santa Casa di Loreto), Valdidentro (San Gallo, San Martino e Urbano a Pedenosso), Valdisotto (Santa Lucia e San Bartolomeo de Castelaz). Valtellina Turismo Telefono: 0342-215921 [email protected] www.valtellina.it VALTELLINA Il profondo legame tra cultura e religione ha caratterizzato la storia della Valtellina. Lo testimonia il grande numero di chiese e santuari sparsi nella vallata. Un viaggio alle radici della fede e dell’arte sacra nelle Alpi. 10Sondrio:10Sondrio 21/03/12 11:35 Pagina 35 Ufficio Turistico Tirano Telefono: 0342-706066 VALCHIAVENNA L’antica Clavenna romana, alla confluenza delle strade dei Passi Spluga e Maloja, conserva un centro storico ricco di splendidi palazzi e di tesori artistici quali la Collegiata di San Lorenzo, che al suo interno custodisce il Museo del Tesoro e “La Pace”, e il Mulino di Bottonera. Nelle vicinanze sono situati il Palazzo Vertemate, splendida dimora rinascimentale, e il Santuario della Madonna della Misericordia di Gallivaggio, centro spirituale della Valchiavenna. Circondata da alte vette e immersa in una natura rigogliosa e intatta, Chiavenna offre una cucina genuina e ricca di tradizione da degustare nei numerosi ristoranti e crotti (cantine naturali formatesi dall’addossarsi di macigni enormi che si sono staccati dai fianchi della montagna in epoca preistorica). La città è punto di partenza strategico per itinerari in Valchiavenna, Valle Spluga, Pian di Spagna e Lago di Como. La Svizzera è situata a pochi km di distanza, come pure le piste sciistiche di Madesimo, della Valle Spluga e di St. Moritz. È il luogo ideale per chi ama la natura e la montagna, per chi pratica sport tradizionali ed estremi quali cayoning, parapendio e arrampicata, per chi vuole trascorrere una vacanza culturale, per chi vuole riscoprire la spiritualità, le antiche tradizioni e la tipica enogastronomia della terra dei crotti. Ufficio Turistico Chiavenna Telefono: 0343-33442 ■ SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DI GALLIVAGGIO Questo grazioso santuario del XVI secolo biancheggia tra pareti rocciose lungo la strada che sale al passo Spluga. Dedicato alla Madonna della Misericordia, dichiarata “Patrona della Valchiavenna” durante il Giubileo del 2000, si trova nel comune di San Giacomo Filippo lungo la strada Statale 36 dello Spluga, pochi chilometri dopo Chiavenna. Sorge sul luogo dove, il 10 ottobre 1492, la Vergine apparve a due ragazze del posto che raccoglievano castagne. Di forme nitide ed eleganti, in contrasto con l’aspro ambiente circostante, l’attuale chiesa è il terzo edificio costruito. Subito dopo l’apparizione fu eretta una cappella in legno, sostituita dopo circa vent’anni da un’altra in muratura. Tra il 1598 e il 1603 fu eretto il Santuario attuale, consacrato nel gennaio del 1615, mentre il campanile fu innalzato tra il 1728 e il 1731; con i suoi 52 metri è il più alto della Valchiavenna. Di notevole pregio e interesse sono gli affreschi del presbiterio e delle cappelle laterali raffiguranti episodi della vita di Maria, eseguiti nel 1605 da Domenico Caresiano, artista originario del Canton Ticino. Sempre all’interno, un’opera veramente unica in queste valli alpine è l’organo TURISMO religioso 35 Sondrio ■ BASILICA DELLA MADONNA DI TIRANO Sorge al crocevia tra l’Italia e la Svizzera, nel luogo dove, stando alla tradizione, all’alba del 29 settembre 1504 la Madonna apparve al tiranese Mario Omodei promettendo la cessazione della peste, qualora fosse stato costruito un tempio in suo onore nel punto esatto in cui era apparsa, vale a dire vicino al ponte della Folla, al di fuori della cinta muraria urbana. I tiranesi, confortati da una serie di eventi ritenuti miracolosi, subito si attivarono e in data 25 marzo 1505, nel corso di una solenne cerimonia, fu posta la prima pietra dell’edificio, ai piedi della medievale chiesetta di Santa Perpetua. Il santuario a tre navate a croce latina è il più bell’esempio del Rinascimento in Valtellina. Ricco fino all’esuberanza di stucchi e sculture, conserva all’interno un colossale organo, preziosa opera di intaglio del bresciano Giuseppe Bulgarini iniziata nel 1608 e completata nel 1638 dal milanese G.B. Salmoiraghi. In virtù della sua posizione è da sempre meta di fedeli provenienti da tutta Europa. Papa Pio XII, nel 1946, proclamò la Beata Vergine di Tirano “speciale patrona celeste di tutta la Valtellina”. 10Sondrio:10Sondrio 21/03/12 11:35 Pagina 36 in legno intagliato e riccamente dipinto, donato nel 1673 dai valligiani emigrati a Palermo. Ufficio Turistico Chiavenna Telefono: 0343-33442 Sondrio 36 ■ MUSEO DEL TESORO E BATTISTERO Il Museo del Tesoro, che ha sede in un edificio annesso alla Collegiata di San Lorenzo a Chiavenna, conserva un vasto corredo di paramenti e arredi sacri, quali croci astili in rame, una serie di calici e un rarissimo codice musicale dell’XI secolo. Pezzo principale è la “Pace di Chiavenna”, copertina di evangelario del XII secolo in oro sbalzato, gemme, perle e smalti, capolavoro dell’oreficeria medievale: 25 lamine d’oro montate su una tavola di noce. Sono sbalzati i simboli degli evangelisti e la scritta in latino: “Vivano in Cristo e ottengano per mezzo suo il regno coloro che hanno fatto o fatto fare un’opera così”. Secondo la tradizione sarebbe stata donata a Chiavenna da un vescovo tedesco o francese: forse da Cristiano di Magonza, che nel 1176 accompagnò il Barbarossa a Chiavenna. Al Tesoro sono inoltre esposti i dipinti su tela più significativi, eseguiti dal Cinquecento al Settecento, attribuiti a Giovan Battista Macolino, ai fratelli Recchi di Como e alle scuole di Luini e Ferrari, insieme a statue che risalgono al XV e al XVI secolo, di fattura prevalentemente tedesca o comunque d’oltralpe. Dal porticato antistante la Collegiata si accede al Battistero, fonte battesimale ricavato da un unico blocco TURISMO religioso di pietra ollare che reca la data 1156. La vasca, avente una circonferenza di 6 metri, è decorata da sculture a mezzo rilievo che rappresentano la cerimonia del sabato santo per la benedizione dell’acqua battesimale e la somministrazione del battesimo. Ufficio Turistico Chiavenna Telefono: 0343-33442 ■ TEMPIETTO DI SAN FEDELINO All’estremità settentrionale dell’Alto Lario, sul Lago di Mezzola, all’imbocco della Valchiavenna si trova quella che può essere definita la fonte, non solo architettonica ma anche simbolica, dello stile romanico, comasco e valtellinese, che si sviluppò a partire dal Mille: si tratta della suggestiva Chiesetta di San Fedelino, una della più preziose testimonianze dell’arte romanica in Lombardia, il monumento più antico della zona. A ridosso del monte Berlinghera, su una striscia di terra prospiciente il fiume Mera che poco oltre entra nel Lago di Mezzola, sorge questo tempietto, raggiungibile da un sentiero che parte da Casenda (Samolaco) o in barca da Novate Mezzola. Il luogo così isolato ha rappresentato lungo i secoli la fortuna di San Fedelino, nel senso che non ha mai consentito un accorrere di popolo continuo, con conseguente trasformazione in un consueto santuario, nonostante la devozione al santo sia stata sempre ben viva; la chiesa non ha subito alcuna trasformazione, non è stata alterata nella sua struttura architettonica originaria, ragion per cui ai nostri occhi appare come una testimonianza intatta della pietà popolare d’inizio millennio. Storia, arte e ambiente naturale concorrono a trasformare San Fedelino in una meta turistica senza pari, in grado di ripagare l’insolita gita. Ufficio Turistico Chiavenna Telefono: 0343-33442 11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 37 Varese 37 IL QUADRILATERO BENEDETTINO Nel cuore d’Europa, nel nord della Lombardia, si estende la provincia di Varese costellata di laghi di varia grandezza, ricca di verde e splendidamente incorniciata da Prealpi e arco alpino, a pochi chilometri dall’aeroporto intercontinentale di Malpensa e dalla capitale economica Milano. La terra varesina è scrigno di una cultura che racchiude piccoli gioielli monumentali soprattutto di carattere religioso. L’Eremo di Santa Caterina del Sasso è il punto di riferimento più importante perché è una meravigliosa porta aperta sul cosiddetto quadrilatero benedettino, che conta la Badia di Ganna, il Chiostro di Voltorre e il Monastero di Cairate: tutti beni sui quali la Provincia di Varese ha investito e continua a investire risorse per recuperarli, in collaborazione con l’Agenzia del Turismo, alla devozione e alla conoscenza artistica e culturale. TURISMO religioso 11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 38 Varese 38 ■ EREMO DI SANTA CATERINA DEL SASSO BÀLLARO La tradizione vuole che l’Eremo sia stato fondato da un ricco mercante del posto che, scampato a un nubifragio durante la traversata del lago, decise di ritirarsi su quel ciglio di roccia per condurvi vita da eremita. Lì il Beato Alberto costruì una cappella dedicata a Santa Caterina, oggi visibile sul fondo della chiesa. La cappella, che risale al XII secolo, fu presto affiancata da altre due chiese, San Nicola e Santa Maria Nuova, la cui esistenza è documentata nel XIV secolo. Da allora fino al XVI secolo il monastero crebbe in importanza e ricchezza. Dopo un primo periodo durante il quale vi soggiornarono i Domenicani, dal 1314 al 1645 condussero l’Eremo i frati del convento milanese di Sant’Ambrogio ad Nemus, sostituiti poi dai Carmelitani fino al 1770. In quest’ultimo periodo, ma soprattutto a partire dall’Ottocento, il complesso conobbe fasi di decadenza alternate a brevi periodi di maggiore prosperità. Dal 1970 l’Eremo è proprietà della Provincia di Varese. Dal 1986 al 1996 è stato retto da una comunità domenicana, oggi è passato agli Oblati BeneTURISMO religioso dettini. Numerosi i cicli pittorici entro e fuori le mura della chiesa, che coprono un periodo che va dal XIV al XIX secolo. Arte e storia si integrano splendidamente in un quadro naturale dei più suggestivi, quasi una balconata che si protende verso le isole Borromee. Entrando nell’Eremo si incontrano dapprima il convento meridionale (XIV-XVII secolo) con interessanti affreschi nella sala del camino, poi il conventino (XIII secolo) e infine la chiesa, che ingloba al suo interno la cappella di Santa Caterina. Qui fu trasportato il corpo di Alberto Besozzi, ritrovato nel 1535. Alla chiesa si accede attraversando un portico formato da quattro archi a tutto sesto d’impronta rinascimentale. L’edificio attuale ha una struttura davvero singolare, frutto della fusione di tre cappelle originariamente distinte. All’interno, di grande ricchezza e qualità sono i cicli pittorici. Le tre cappelle sorte in tempi successivi divennero presto meta di pellegrinaggio e il luogo stesso fu considerato miracoloso: celebre è il prodigio di inizio Settecento, quando cinque enormi massi “ballerini” precipitarono sulla chiesa, ma restarono impigliati nella volta di una cappella, senza causare gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli, fino al 1910. Questi massi “ballerini” sembrano dare il nome all’Eremo, che per esteso è Santa Caterina del Sasso Bàllaro, anche se è più probabile che l’etimologia del nome sia legata al vicino centro abitato di Ballarate. Grazie all’Agenzia del Turismo della Provincia di Varese è possibile raggiungere e conoscere il prezioso Eremo anche navigando sul portale multilingue e attraverso una brochure cartacea nelle principali lingue europee. Il portale www.santacaterinadelsasso.it presenta al visitatore la storia e le immagini più mozzafiato dell’Eremo, con due affascinanti virtual tour, ma anche indicazioni su dove soggiornare durante la visita nella provincia varesina. Il sito Internet presenta inoltre altri spunti turistici, come il Sacro Monte (patrimonio dell’Unesco) e gli altri tre siti religiosi che assieme all’Eremo costituiscono il “quadrilatero benedettino” di Varese: la Badia di Ganna, il Chiostro di Voltorre e il Monastero di Cairate. 11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 39 Via Santa Caterina 5 21038 Leggiuno (VA) Telefono: 0332-647172 ■ BADIA DI GANNA La Badia di San Gemolo a Ganna, sorta intorno alla fine dell’XI secolo, è uno dei documenti più preziosi della storia di questa provincia. Le sue origini sono legate a una leggenda: si narra infatti che intorno ai primi decenni dell’anno Mille, Gemolo, giovane diacono in pellegrinaggio verso Roma, venne decapitato da un gruppo di briganti del Seprio. Dopo essere stato ucciso, il ragazzo raccolse la sua testa e cavalcò fino al luogo dove oggi è sita l’abbazia benedettina, fondata da tre esponenti dell’alto clero lombardo, nel 1095, su concessione dell’arcivescovo di Milano Arnolfo II. Fu così che quella terra, da sempre contesa, divenne il cuore di una fiorente attività monastica. Il monastero cercò invano la sua indipendenza, ma non rimase immune dalla commistione economico-finanziaria che coinvolse il potere laico e quello ecclesiastico. La trasformazione dell’abbazia in commenda, voluta da Eugenio IV nel 1477, segnò la fine della vita dei monasteri, privandoli di quella ricchezza innovativa di cui erano espressione all’epoca. Nel 1556, dopo la sua chiusura, la chiesa assunse la ■ Il Museo della Badia All’interno del chiostro è ospitato il Museo della Badia, che espone cimeli storici, arredi sacri dell’età carolingia, alcuni laudari antichi, una collezione di pizzi e ricami dell’Ottocento, ceramiche di varia origine e anche una piccola pinacoteca. Vi sono poi alcune vetrine contenenti reperti preistorici. TURISMO religioso 39 Varese ■ L’ascensore nella roccia L’Eremo di Santa Caterina del Sasso può essere raggiunto anche con il nuovo ascensore scavato nella roccia realizzato dalla Provincia di Varese. L’opera permette, in particolare alle persone anziane o diversamente abili, di superare in completa agevolezza i 51 metri di dislivello tra il piazzale delle Cascine del Quiquio e l’ingresso vero e proprio all’Eremo. Il nuovo ascensore, che può trasportare fino a 12 persone, è un vero e proprio gioiello di ingegneria. Infatti, il vano corsa è stato realizzato scavando nella roccia un pozzo di 6 metri di diametro, profondo ben 51 metri e collegato a una galleria orizzontale di uscita alle aree sottostanti lunga 45 metri che si apre sulla vista panoramica del Lago Maggiore. Questa ardita e spettacolare opera completa la serie di importanti lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza di tutta la zona su cui sorge l’Eremo di Santa Caterina del Sasso attivati dalla Provincia di Varese. funzione di parrocchiale. La sua architettura è sintesi di stili di epoche diverse e di difficoltà gestionali causate dalla presenza di un forte potere feudale, rappresentato da torri e mura fortificate. La chiesa abbaziale, il chiostro pentagonale e il campanile vennero costruiti in epoca romanica. La loro eleganza e semplicità ricreano ancora oggi un’atmosfera di misticismo religioso, di racconti medievali e di cavalieri senza macchia. Le arcate che percorrono i cinque lati del giardino interno regalano un’armonia spaziale d’altri tempi. La facciata della chiesa esprime solidità e importanza. L’interno racconta la storia della Badia fatta di sofferenze e di fervore religioso; la navata principale, sormontata da una volta a botte, invita il visitatore ad accostarsi all’altare, illuminato dalla luce colorata del mosaico sovrastante, mentre le due laterali, con volte a crociera, ospitano affreschi che risalgono al XIII e al XV secolo e che ricordano il valoroso splendore del monastero. La Badia di San Gemolo è un centro di ricca testimonianza storica, un’enciclopedia a cielo aperto, pronta a svelare tra chiaroscuri il ricordo di un passato lontano. 11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 40 Varese 40 ■ La bruciatura del pallone di bambagia La festività liturgica di San Gemolo cade il 4 febbraio. A Ganna la festa coincide, ovviamente, con la festa patronale, che viene celebrata nella domenica più prossima. Al centro della celebrazione vi è la funzione religiosa che, per quel giorno, prevede una liturgia apposita, la lettura della passio al posto della prima lettura, il canto dell’Inno a San Gemolo e la bruciatura del pallone di bambagia. Viale Rimembranze 21039 Valganna (VA) www.badiadiganna.org TURISMO religioso ■ MONASTERO DI CAIRATE Il Monastero benedettino di Santa Maria Assunta è stato fondato nel 737 da Manigunda, una nobile longobarda legata alla corte regia di Pavia, per sciogliere un voto in seguito a una guarigione. Il primo documento attendibile in cui viene citato il Monastero è una bolla di papa Giovanni VIII dell’877 in cui si confermano al vescovo di Pavia i monasteri extradiocesani di Cairate e Sesto Calende. La tradizione vuole che Federico Barbarossa, la notte prima della battaglia di Legnano, abbia fatto sostare il suo esercito nella piana di Cairate e sia stato ospitato nella foresteria. A seguito degli eventi di Legnano divenne inevitabile l’aumentata influenza di Milano, dapprima con i Torriani e poi con i Visconti, dopo la distruzione di Castelseprio nel 1287. La nuova situazione è documentata anche nel Monastero con la presenza di stemmi viscontei dipinti e scolpiti, abbinati a quelli della famiglia Cairati, qui presente con un ramo secondario, perché quello principale si era trasferito a Milano. In paese vi era poi una residenza dei Visconti, conosciuta come il “castello” (tra le attuali vie Dante e XX Settembre) abitata in seguito dal feudatario. Dopo i Visconti anche gli Sforza concedono dei privilegi al Monastero. Durante i lavori di adeguamento dell’edificio alle norme emanate in seguito al Concilio di Trento, la chiesa monastica assume un nuovo aspetto architettonico e viene decorata con affreschi di Aurelio Luini. In una stanza adiacente sono presenti affreschi ancora più antichi, datati al 1480 circa ma di gusto e ispirazione chiaramente medievali, forse opera di giovani artisti impe- gnati nella vicina Castiglione Olona, allora fucina d’arte all’incrocio fra tardogotico e Rinascimento. L’intervento di recupero attuato dalla Provincia di Varese è il primo passo di un più ambizioso tentativo di rilancio delle bellezze storiche locali. La Provincia sta anche procedendo al restauro dell’ex parrocchiale dei Santissimi Martino e Ambrogio. ■ Il sarcofago di Manigunda Nel corso dei lavori di recupero e riqualificazione del Monastero di Cairate attivati dalla Provincia di Varese, sono stati restituiti al loro antico splendore alcuni preziosi affreschi. In questa occasione è stato portato alla luce un sarcofago, ancora visibile oggi, contenente le spoglie di una donna riccamente abbigliata, che si crede possa essere Manigunda, la fondatrice. ■ L’affresco di Aurelio Luini Celebre è l’opera di Aurelio Luini, figlio del più famoso Bernardino. L’affresco, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza dei beni ambientali e architettonici di Milano, è stato “staccato” dal muro per essere restaurato e quindi riposizionato nella collocazione originale. L’opera, dalle dimensioni maestose (14 metri di altezza per 9 metri di larghezza) è la più importante fra quelle note di Aurelio Luini. Via Monastero 2 21050 Cairate (VA) Telefono: 0331-360067 (Municipio) www.proloco.net/procairate/mon2.html 11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 41 sale al XII secolo. La parte maggiore dell’intero complesso rimasto è occupata dal Chiostro, che è posto dietro la chiesa. Originario della fine del XII secolo e opera di Lanfranco da Ligurno, esso è stato realizzato in un tempo lungo, come si può riscontrare dall’evoluzione dei dettami stilistici a mano a mano che la costruzione procedeva. I capitelli del colonnato hanno forme diverse e sono decorati con pregevoli motivi a figura umana e animale, fiori, frutta, motivi geometrici. Il priore di Voltorre era nominato dall’Abbazia di Fruttuaria: il priorato svolgeva un ruolo di primo piano nella comunità locale, essendo la comunità monastica dotata di grande potere ed estesi possedimenti nelle terre circostanti. Il suo periodo di massimo sviluppo risale al XIII secolo, al quale seguì poi un lento e inesorabile declino. Passò nelle mani prima di Alessandro Sforza, poi del Papato sotto Leone IX, che lo concesse in commenda all’ordine agostiniano del Canonici Lateranensi, i quali ne fecero un’azienda agricola. Paradossalmente, in quella destinazione d’uso il complesso rifiorì ed ebbe luogo anche una rivalutazione dei terreni circostanti Voltorre. La chiesa venne ampliata tra Seicento e Settecento, e dotata di una cappella, il tutto in stile barocco. In seguito all’abolizione degli ordini monastici in epoca rivoluzionaria, il complesso di Voltorre venne frazionato e destinato a vari usi, anche privati. Solo alla fine dell’Ottocento si iniziò un lento recupero degli edifici, che fu bruscamente interrotto nel 1913 da un incendio, il quale recò danni ingenti a molti degli stabili. Il recupero venne ripreso negli anni Trenta, quando una parte del Chiostro divenne proprietà del Demanio, e culminò con l’acquisizione da parte della Provincia di Varese, nel 1954, di una porzione del monumento, al quale venne aggiunta la parte demaniale negli anni Settanta. Al giorno d’oggi il Chiostro è divenuto sede espositiva ed è completamente restaurato e visitabile. ■ Il Museo d’Arte Moderna Il Chiostro è anzitutto museo di se stesso e del romanico in genere, da leggere nella mostra storica permanente, nelle formelle e nei capitelli del colonnato. Come Museo d’Arte Moderna è rivolto alla valorizzazione delle collezioni territoriali altrimenti precluse al pubblico, alla rivisitazione in chiave attuale di fenomeni e movimenti dell’arte moderna, al recupero dell’identità lombarda attraverso mostre ed eventi culturali che approfondiscono vari aspetti degli autori, degli artisti, del collezionismo. Piazza Chiostro 23 21026 Gavirate (VA) Telefono: 0332-731402 TURISMO religioso 41 Varese ■ CHIOSTRO DI VOLTORRE A Gavirate si trova lo splendido Chiostro di Voltorre, che ha origini medievali. Sorse all’interno di un complesso monastico benedettino allora fiorente, quello di Voltorre, che dal XII secolo era alle dipendenze della potente Abbazia di Fruttuaria. La prima menzione relativa a una chiesa di Voltorre risale a un codice del 1154 (un privilegio pontificio), mentre in realtà la chiesa era dedicata a San Michele il cui culto, diffusissimo in quell’epoca nelle aree di dominazione longobarda, fa presupporre una costruzione del tempio antecedente alla data riportata sul codice. Di questo primo edificio rimangono alcuni resti che permettono di rilevare la presenza di due absidi del V e VI secolo. Su di esso venne eretta verosimilmente poi la chiesa romanica, nell’XI secolo: di piccole dimensioni, ha un impianto a una sola navata, con un’abside semicircolare. La facciata è stata rimaneggiata nei secoli successivi e non conserva tracce delle sue origini medievali. Il campanile, di forma quadrangolare, robusto e basso, presenta una cella campanaria preminente e ri- 11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 42 PERCORSI MARIANI ■ IL SACRO MONTE Una visione veramente insuperabile accoglie chi arriva a Varese sia lungo la strada carrozzabile sia con la ferrovia. In un ambiente naturale armonioso, la città si adagia sotto un cielo che sembra infinito, tra l’ampia distesa di verde, le calme acque del lago di origine glaciale e la corona di Prealpi e Alpi con il Monte Rosa, diadema perfettamente incastonato. Da Varese è possibile compiere varie escursioni nei dintorni. Tra i percorsi più suggestivi per l’intreccio tra ambiente e spiritualità vi è l’immancabile tappa al Sacro Monte, parte dei nove Monti Sacri Prealpini del Piemonte e della Lombardia riconosciuti dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità dal 2003. Il Sacro Monte di Varese è indubbiamente il più affascinante itinerario mariano al mondo, un monumento unico nella sua straordinarietà. Rispecchia infatti fedelmente il concetto di “ascesi” grazie anche alla struttura particolare del Rosario. La via sacra verso la vetta è la più larga mai realizzata in un Sacro Monte, proprio per agevolare l’ascesa delle masse lungo un cammino che è tutta catechesi. Il percorso mariano è costituito da 15 cappelle, l’ultima delle quali è lo stesso santuario dove si venera l’antica immagine della Madonna Nera. Realizzando l’integrazione tra l’architettura e le arti in un paesaggio di notevole bellezza ed esercitando una profonda influenza sui successivi sviluppi del fenomeno nel resto d’Europa, l’arte sacra ha qui raggiunto la sua più alta espressione. Varese 42 TURISMO religioso 11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 43 nale e poi i laghi di Varese, Comabbio, Monate, Maggiore. Via dell’Assunzione 21 21100 Varese Telefono: 0332-229223 www.sacromontevarese.net ■ SANTA MARIA DEL MONTE Santa Maria del Monte, patrimonio dell’Unesco, è luogo di fede e di culto mariano. Le sue origini sono testimoniate dalla cripta romanica conservata sotto l’altare maggiore del Santuario e da una pergamena dell’anno 922. In un documento del XVII secolo si narra che Sant’Ambrogio (vissuto nel IV secolo), vinti gli Ariani per intercessione della Madonna, edificò sul monte una cappella e vi collocò un’effigie della Vergine Maria, visibile ancora oggi. Sia i Visconti sia gli Sforza, duchi di Milano, qui si recavano per devozione e anche per la caccia. Nel XV secolo sulla montagna si insediò un monastero fondato dalle beate Caterina da Pallanza e Giuliana da Verghera, ancor oggi abitato dalle Suore Romite Ambrosiane. ■ LA VIA SACRA CON LE QUATTORDICI CAPPELLE E LA CHIESA DELL’IMMACOLATA Nel 1604 nacque la Via Sacra delle Cappelle del Rosario, quando G. Battista Aguggiari (frate cappuccino) convinse la madre badessa suor Tecla Maria Cid a costruire un acciottolato che seguisse l’andamento ripido del monte, posizionando lungo la via quattordici Cappelle raffiguranti i Misteri del Rosario. L’impresa fu portata avanti per tutto il XVII secolo con il concorso della popolazione locale che alla costruzione della strada e delle Cappelle, realizzate utilizzando modelli e soluzioni architettoniche differenti, sacrificò tempo e denaro. Collaborarono valenti architetti e scultori quali Bussola, Prestinari, Silva e pittori tra cui Nuvolone, i fratelli Recchi e P.F. Mazzucchelli detto il Morazzone. Il progetto è dell’architetto Giuseppe Bernascone. Poco prima dell’inizio della Via Sacra si trovano la Chiesa dell’Immacolata Concezione e il Conventino, oggi adibito ad abitazione privata. Lungo il vialone sono inseriti tre archi: dei Misteri Gaudiosi o del Rosario, dei Misteri Dolorosi o di San Carlo, dei Misteri Gloriosi o di Sant’Ambrogio e tre fontane e poco TURISMO religioso 43 Varese ■ Il panorama Santa Maria del Monte (o Sacro Monte, 883 m s.l.m.) è una delle alture delle Prealpi varesine, immediatamente a nord di Varese. Comune sino al 1927, assorbito poi da Varese, fa parte del Parco Regionale Campo dei Fiori. Domina l’ingresso di diverse valli verso nord e la Svizzera. Offre un panorama suggestivo con la vista della catena montuosa delle Alpi Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine e Retiche e delle Prealpi (massicci: Argentera, Monviso, Rocciamelone, Levanne, Gran Paradiso, catena del Monte Rosa, Rheinquellhorn, Monte Disgrazia). Verso meridione si scorgono la pianura padana sovrastata dall’Appennino settentrio- 11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 44 Varese 44 prima del Santuario la statua del Mosè (eseguita ai primi dell’Ottocento dallo scultore F.M. Argenti di Viggiù). Gli anni Ottanta e Novanta hanno visto il completamento dei lavori di restauro delle Cappelle, voluti dal vescovo Pasquale Macchi, già arciprete del Santuario e segretario di papa Paolo VI. ■ Il SANTUARIO, LA CHIESA DELL’ANNUNCIATA E IL MONASTERO Il Santuario, risalente alla fine del XV secolo e dedicato al Mistero Glorioso dell’Incoronazione di Maria, fu edificato per contrastare le eresie che provenivano dal nord delle Alpi. L’esterno del Santuario è rinascimentale, mentre l’interno è barocco. Si venera un’antica statua lignea della Vergine attualmente restaurata. Le pitture delle navate sono opera di artisti quali il Fiammenghino, il Ghianda, i fratelli Lampugnani. Nel 1900 lo scultore L. Pogliaghi intervenne sul fonte battesimale e sul paliotto dell’altare maggiore. Degni di nota sono anche il coro e l’organo. A lato del Santuario è ubicata la Chiesa dell’Annunciata, ristrutturata TURISMO religioso nel 1990, a volta e con pannelli della vetrata realizzati dal pittore Longaretti. Fra le opere del XX secolo ricordiamo la Fuga in Egitto di Renato Guttuso all’esterno della Terza Cappella (1983); la statua di Paolo VI dello scultore Floriano Bodini (1986) sul piazzale del Santuario; la statua in terracotta dell’artista Angelo Maineri (1997) ubicata nei pressi dell’Albergo Sacro Monte. Nel 1984 papa Giovanni Paolo II venne in visita al Sacro Monte. Nella parte più elevata della montagna sorge il Monastero, luogo di preghiera, che sovrasta il Santuario e dove vivono le Suore Romite Ambrosiane, suore di clausura che hanno votato la propria vita a lodare Dio e all’esercizio di lavori manuali. ■ La Madonna Nera Il cammino che si snoda attraverso le quattordici cappelle del Sacro Monte di Varese ha ancor oggi il suo compimento proprio nella contemplazione dell’antica effigie della Madonna Nera, da sempre meta di un incessante, devoto pellegrinaggio. Un’immagine cara ai varesini, ma nota nella diocesi intera e legata alla memoria stessa di Sant’Ambrogio: una lontana tradizione, infatti, vuole che il santuario di Campo dei Fiori sia stato fondato proprio dal vescovo milanese nel 381, a ricordo della vittoria sull’eresia ariana. Oggi questa venerata icona lignea è stata accuratamente restaurata, mentre una serie di studi e ricerche hanno finalmente fatto luce sulla sua storia secolare: un devoto omaggio alla Vergine qui venerata, ma allo stesso tempo anche un emblema del prestigio conquistato dalla comunità locale, che sottolineava così il suo legame con la tradizione ambrosiana, in tutti suoi aspetti. ■ I Musei del Sacro Monte Il Sacro Monte annovera tra le proprie preziosità artistiche anche due musei. Il primo è il Museo Baroffio e del Santuario, restaurato recentemente, che oltre alle antiche collezioni del Santuario conserva anche quelle cedute nel 1929 dal barone Baroffio Dall’Aglio. Il Museo espone dipinti, sculture, codici miniati, monete, medaglie, ceramiche, paliotti e paramenti donati nel corso dei secoli, fino alla sezione d’arte sacra contemporanea. Il secondo museo è il Museo Pogliaghi, che ha sede nella villa dove lo scultore milanese L. Pogliaghi visse sino al 1950, anno della morte. Contiene la testimonianza della vita eclettica dell’artista, dipinti del XVI e XVII secolo, testimonianze archeologiche, opere di età rinascimentale e barocca e sarcofagi egiziani, la stanza dello Scià di Persia, il calco della Porta del Duomo di Milano. www.museobaroffio.it www.turismo.regione.lombardia.it www.lom.camcom.it www.promos-milano.it