TURISMO religioso

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www.regione.lombardia.it
TURISMO
religioso
IN COLLABORAZIONE CON
TURISMO religioso in Lombardia
Sondrio
pag 33
Como
pag 8
Varese
Bergamo
pag 37
pag 1
Monza
e Brianza
Brescia
pag 4
pag 26
Milano
pag 22
Lodi
pag 13
Pavia
pag 29
Cremona
pag 11
Mantova
pag 15
Referenze fotografiche:
Si ringraziano Archivio Turismo Bergamo, Ardiani, Luigi Chiesa, Ugo Franchini, Dimitri Salvi per le fotografie di Bergamo;
Bresciatourism per le fotografie di Brescia; Umberto Barcella per le fotografie di Pavia; Consorzio Turistico Valchiavenna
per le fotografie di Sondrio.
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Bergamo
Bergamo è una terra di grande religiosità, con un patrimonio storico, artistico
e culturale conservatosi splendidamente anche nei centri più piccoli. Numerosi
sono i santuari dedicati al culto mariano, ma una particolare attenzione alla
provincia si impose a partire dall’elezione, nel 1958, di papa Giovanni XXIII,
originario di un piccolo paesino della Bergamasca. Da allora Sotto il Monte,
piccolo centro di campagna, divenne meta di un intensissimo flusso di visitatori
interessati a scoprire le origini del Papa Buono. Oggi Sotto il Monte conta migliaia di pellegrini.
I SANTUARI MARIANI
■ Santuario di Santa Maria
del Fonte a Caravaggio
Sono davvero molti i santuari presenti
sul territorio. In provincia di Bergamo
se ne contano ben 106 dedicati alla
Madonna. Il Santuario più noto di
tutta la Bergamasca è senza dubbio
il Santuario di Santa Maria del Fonte
a Caravaggio, meta di continui pellegrinaggi anche dall’estero. Il grandioso complesso, voluto da San Carlo
Borromeo e realizzato nel XVI secolo
dall’architetto Pellegrino Tibaldi
(1527-1596), sorge sul luogo sacro
dove nel 1432 la Madonna apparve
a una giovinetta del luogo. Sul sito
del miracolo scaturì una fonte alla
quale oggi attingono migliaia di fedeli. L’originario viottolo tra i campi
di Caravaggio che conduceva al
luogo del miracolo ora è sostituito da
uno splendido viale alberato largo
quasi 30 metri che porta dalla statale
al Santuario. Qui si possono ammirare il Sacro Fonte, collocato proprio
sotto l’altare maggiore, e le statue
1
della Madonna e di Giovanetta, che
ricordano lo straordinario colloquio
tra la Signora e la contadina. Sotto i
piedi di Maria sgorga la sorgente, che
fornisce acqua al Sacro Fonte e alle
due piscine esterne.
Viale Papa Giovanni XXIII
24043 Caravaggio (BG)
Telefono: 0363-3571
■ Santuario della Madonna
delle Lacrime a Treviglio
Poco distante da Caravaggio, a Treviglio, sorge il Santuario della Madonna delle Lacrime. Fondato nel
1619, celebra il miracolo avvenuto
nel 1522, quando le truppe francesi,
che avrebbero dovuto mettere a ferro
e fuoco la città, vennero fermate da
un’immagine della Madonna che
piangeva. Il generale Lautrec, a capo
dei francesi, fu colpito a tal punto
dall’evento che annullò l’attacco e lasciò in quel luogo la spada e l’elmo,
ancora oggi conservati all’interno del
Santuario.
TURISMO religioso
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soprattutto per il rapporto stretto che
si creò tra questo luogo e il Beato
Papa Giovanni XXIII.
Lungo il sentiero che conduce al Santuario sono state costruite una decina
di cappelle che rappresentano le
tappe della Via Crucis.
Bergamo
2
Ufficio IAT Treviglio
e comprensorio
Via Piazza Cameroni 3
24047 Treviglio (BG)
Telefono: 0363-45466
Ufficio IAT Almenno
Via Papa Giovanni XXIII
24030 Almenno San Bartolomeo (BG)
Telefono: 035-548634
www.iatvalleimagna.com
■ Santuario di San Patrizio
a Colzate
■ Santuario della Madonna
della Cornabusa a
Sant’Omobono Imagna
Tra i santuari più suggestivi troviamo
nel cuore della Valle Imagna il Santuario della Madonna della Cornabusa. Sulle pendici di un monte nella
frazione di Cepino di Sant’Omobono
Terme sorge questo speciale sito di
culto, uno dei luoghi di preghiera
preferiti dal vescovo Angelo Roncalli. Si tratta di una grotta naturale
in cui è custodita una statuetta della
Madonna Addolorata che, abbandonata durante gli scontri tra guelfi e
ghibellini, venne ritrovata all’inizio
del Cinquecento da una pastorella
sordomuta: corsa a casa per comunicare il ritrovamento, improvvisamente la ragazzina si accorse di
saper parlare. La devozione alla Madonna della Cornabusa è molto forte,
TURISMO religioso
Molto particolare è anche il Santuario
di San Patrizio, posto su un colle
presso Colzate, visibile percorrendo la
Valle Seriana tra Vertova e Casnigo.
Racchiude una chiesetta della fine del
XIII secolo; isolato su pareti a picco
tanto da sembrare un antico fortilizio,
il Santuario venne costruito a partire
dal 1580 e completato una ventina
d’anni più tardi.
Ogni anno, alla festa del Corpus Domini, a Gandino si tiene una grandiosa
processione alla quale prendono parte
le Confraternite e gli abitanti di tutta
la zona.
Ufficio IAT della Val Seriana
e di Colere
Via Europa 111/c
24028 Ponte Nossa (BG)
Telefono: 035-704063
www.valseriana.eu
SULLE ORME
DEL BEATO PAPA
GIOVANNI XXIII
L’itinerario religioso attraverso il territorio bergamasco non può partire
che da Sotto il Monte, comune a 20
km da Bergamo, che diede i natali ad
Angelo Giuseppe Roncalli, divenuto
papa nel 1958 con il nome di Giovanni XXIII.
■ La casa natale
Si percorrono le orme del Papa Buono
partendo dalla casa natale sita in via
Brusicco 42, dove nacque il 25 novembre 1881.
La casa, una tipica cascina contadina
con un grande porticato, è visitabile
tutto l’anno ed è affidata alla custodia
dei Padri del PIME, che l’hanno conservata nella sua dignitosa e austera
povertà.
■ Santa Maria in Brusicco
Non lontano si trova Santa Maria in
Brusicco, dove Angelo Roncalli ricevette il battesimo e celebrò la sua
prima Messa. È una piccola chiesetta
del 1450 che per la sua essenzialità
offre al visitatore l’occasione per un
momento di raccoglimento spirituale.
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■ Ca’ Maitino
Degna di visita è Ca’ Maitino, la grande
casa prima residenza dei Roncalli già
dal 1400, passata poi per varie proprietà fino alla famiglia Scotti, che la
donò a papa Giovanni dopo la sua elezione a pontefice. Qui il vescovo e poi
cardinale Roncalli passava le sue vacanze. Ora è una casa museo, in cui si
■ Chiesa di San Giovanni
Battista
La parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista, è stata edificata all’inizio
del secolo con parte del materiale della
parrocchiale abbattuta sulla collina. Nel
1959 è stata restaurata ed è stato
eretto lo svettante campanile. Conserva
alcune tele del Settecento, pregevoli affreschi e la statua lignea dell’Assunta,
■ Cappella della pace
All’interno della Chiesa parrocchiale
sorge la Cappella dedicata a Maria SS.
Regina della pace, benedetta nel 1976.
L’altare è stato ricavato da un sarcofago
paleocristiano proveniente dalla basilica
che Costantino fece erigere a Roma in
onore di San Pietro. Sulla destra è posto
un grande quadro a intarsio di papa
Giovanni, composto da 70.000 pezzi di
legno di diverso colore, opera dei Gusmai di Trani. Nella cripta della cappella
sono custoditi i resti dei genitori del
Papa. Per i pellegrini è sempre possibile
trovare assistenza spirituale.
■ Abbazia di Sant’Egidio
A Fontanella, piccola frazione di Sotto il
Monte, sorge l’Abbazia di Sant’Egidio,
gioiello d’arte romanica del X secolo ancora magnificamente conservato, immerso nel verde e nella quiete di boschi
e vigneti. Oasi di pace e tranquillità,
ospita il Centro Studi Ecumenici fondato
da padre David Maria Turoldo. Nella sua
architettura la chiesa richiama elementi
di mistico simbolismo e all’interno conserva pregevoli affreschi del XII e XV secolo, oltre che preziose tele. Nel chiostro
all’esterno è addossato alla parete della
chiesa un tempietto con un sarcofago:
la leggenda vuole che appartenga alla
fondatrice dell’abbazia, Teoperga.
■ Santuario della Madonna
del Bosco a Imbersago
A Imbersago, in provincia di Lecco, sulle
rive dell’Adda si trova il Santuario della
Madonna del Bosco o della Madonna
del Riccio, benedetto nel 1646. Il 29
agosto 1954 il patriarca di Venezia cardinale Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, incoronò il simulacro della
Vergine e del Bambino. Papa Giovanni
XXIII dichiarò più volte la sua devozione
alla Madonna del Bosco. Chi sale i 349
gradini della Scala Santa vede stagliarsi
tra il verde intenso la maestosa statua
in bronzo del Pontefice (alta 4 metri e
del peso di 30 quintali).
Ufficio IAT Sotto il Monte Isola Bergamasca
Via IV Novembre 1
24039 Sotto il Monte (BG)
Telefono: 035-790902
www.iatsottoilmonte.it
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Telefono: 035-4376798
www.isolabergamasca.org
TURISMO religioso
3
Bergamo
possono ammirare affreschi, quadri e
doni ricevuti dal Pontefice a Roma e durante i suoi numerosi incarichi.
del peso di circa 4 quintali, che ogni
anno viene portata a spalla in processione per le vie del paese.
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Brescia
Brescia
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Scrigno di tesori artistici e architettonici, Brescia è diventata un polo culturale
straordinariamente apprezzato, attirando ogni anno migliaia di visitatori italiani
e stranieri. La visita ai numerosi edifici religiosi della città, alcuni dei quali
risalgono all’età longobarda, è il punto di partenza per la scoperta di una
provincia ricca di storia, che vanta le incisioni rupestri della Valcamonica,
patrimonio dell’umanità, ma anche una tradizione fortemente permeata
dalla religiosità, come testimonia la via dei santi che rivela una tradizione
artistica di grande pregio, fatta di affreschi, sculture, mosaici e intarsi.
ITINERARIO DI FEDE
A BRESCIA
■ MONASTERO DI SANTA
GIULIA
L’antico Monastero benedettino femminile di Santa Giulia in Brescia è
anche sede dell’omonimo museo cittadino di arte e storia.
Il grandioso complesso di edifici che
un tempo era sede del monastero
rappresenta oggi il forziere dei tesori
di arte e di storia della città. Le esposizioni presentano testimonianze dei
vari periodi storici: antico, celtico, romano, longobardo, comunale, fino
alla dominazione veneta. Sono in
mostra anche le raccolte che provengono dalle donazioni di grandi e antiche collezioni private.
Il Monastero di Santa Giulia è stato
nominato quest’anno dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità con
riferimento all’epoca longobarda.
Info: vedi box Fondazione Brescia
Musei.
TURISMO religioso
■ CHIESA DI SAN SALVATORE
Situata all’interno del complesso conventuale di Santa Giulia, la Chiesa di
San Salvatore fu costruita come chiesa
del monastero femminile nel 753 per
volontà del duca Desiderio, futuro re
dei Longobardi. Edificata in stile longobardo, venne rimaneggiata nei secoli
successivi arricchendosi di nuovi elementi architettonici classici e bizantini.
Del nucleo originario la Chiesa ha conservato la struttura a tre navate con colonne e capitelli di età classica; il campanile fu aggiunto nel XIV secolo. Al
suo interno la Chiesa conserva affreschi
di Paolo da Caylina il Giovane e Floriano
Ferramola; la cappella a destra dell’ingresso custodisce il ciclo delle Storie di
Sant’Obizio dipinte dal Romanino tra il
1526 e il 1527.
Fondazione Brescia Musei
Via Musei 55
25121 Brescia
Telefono: 030-2400640
[email protected]
www.bresciamusei.com
■ DUOMO VECCHIO
Anche se il suo nome ufficiale è Concattedrale Invernale di Santa Maria Assunta, dai bresciani l’edificio è conosciuto come Duomo Vecchio. Pregevole
esempio di rotonda romanica, costruito
a partire dall’XI secolo sopra una preesistente basilica, al suo interno conserva
preziose opere d’arte, tra cui un sepolcro
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ITINERARIO MINORE:
LE VIE DEI SANTI
IN VAL CAMONICA
Piazza Paolo VI
Telefono: 030-42714
www.diocesi.brescia.it
■ CIVIDATE ROMANA –
CIVIDATE CAMUNO
La Valcamonica è percorsa per tutta la
sua lunghezza dal fiume Oglio, che sfocia nel Lago di Iseo. Dalle sorgenti dell’Oglio fino al lago la valle passa da caratteristiche territoriali e ambientali
TURISMO religioso
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Brescia
di Bonino da Campione, un sarcofago
marmoreo di Berardo Maggi, un ciclo
di tele dipinte dal Moretto e dal Romanino. La cripta, risalente al VI secolo e
successivamente rimaneggiata, rappresenta la più antica testimonianza a noi
giunta della cristianità bresciana.
Oltre a conoscere i luoghi di alcuni santi
significativi del XIX secolo, questo percorso permette di scoprire monumenti
straordinari, ma poco noti (la Cividate
romana, la Pieve di San Salvatore, la
Chiesa di Santa Maria in Esine, il Romanino a Pisogne, il Convento dell’Annunciata e anche il sito archeologico
delle incisioni rupestri di Capodiponte,
patrimonio dell’umanità).
alpine a caratteristiche di tipo mediterraneo; malgrado il suo apparente isolamento, è aperta verso le vie di comunicazione esterne in funzione fin
dall’antichità. Ciò ha favorito lo sviluppo
di una cultura peculiare, dal Neolitico
fino all’Età del Bronzo e del Ferro. Ben
noti sono i complessi di incisioni rupestri
conservatisi fino a oggi, che hanno assicurato notorietà alla valle. All’epoca
della conquista romana i Camuni parlavano una lingua celtica, come provano
precise testimonianze epigrafiche. Recenti scoperte, quali la casa camuna di
Pescarzo, dimostrano che già alcune
generazioni prima della conquista erano
in corso profondi contatti culturali tra
le due popolazioni. I Camuni furono inseriti nell’orbita romana dopo la conquista, avvenuta in seguito alla spedizione di Publilio Siro, nel 16 a.C. Dopo
la conquista ci fu una veloce romanizzazione del territorio. La creazione del
centro romano di Civitas Camunnorum
costituisce la conferma di un processo
già in corso, che modificò viabilità, economia, paesaggio, lingua, cultura. Dopo
la fondazione di Civitas Camunnorum
la Valcamonica romana passò gradatamente da un’amministrazione dipendente da Brescia a una propria, i cui
abitanti ottennero, nel corso del I secolo
d.C., la piena cittadinanza romana. La
città capoluogo di Civitas Camunnorum
conobbe, soprattutto dalla fine del I secolo e per tutto il II, un periodo di notevole prosperità e sviluppo edilizio.
L’economia doveva basarsi sui proventi
di un’agricoltura piuttosto povera e
dello sfruttamento delle cave di pietra
e delle miniere di ferro. Parecchi dei
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Brescia
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suoi abitanti lasciarono la valle per cercare fortuna altrove. L’antico abitato si
trova in una zona pianeggiante, nei
pressi di un guado, in una posizione di
passaggio obbligato rispetto alla Val di
Scalve e l’alta Valcamonica. L’assenza
di mura chiarisce che il centro non ebbe
mai una funzione militare e riflette le
condizioni di sicurezza in cui fu creato.
L’impianto urbanistico è su base ortogonale, secondo un noto modello insediativo romano. Degli edifici pubblici
sono noti, oltre al teatro e all’anfiteatro,
anche le terme ora non più visibili, mentre il foro era situato probabilmente
nell’area corrispondente all’attuale
piazza Fiamme Verdi ai piedi della collina
di Santo Stefano. Il momento di massima
prosperità della città va dal I secolo alla
prima metà del III secolo d.C. Più tardi
si verifica nelle condizioni di vita un generale scadimento, comune a tutta l’area
bresciana. Le domus della città risultano
formate da una serie di ambienti allineati
secondo un sistema assai semplice, con
murature di ciottoli di fiume legati da
malta, pavimentazioni di cocciopesto su
vespaio di ciottoli, pareti a intonaco dipinto, con soglie in pietra. Non mancavano però case signorili. Ne è una prova
l’edificio abitativo di cui è stata trovata
parte al di sotto del portico del teatro.
Si trattava di una dimora disposta scenograficamente sul pendio della collina,
con terrazzamenti serviti da una scalinata. Una condotta idrica portava acqua
all’abitazione, costruita nelle prime fasi
dello sviluppo della città. La domus fu
quindi abbattuta alla fine del I secolo
d.C.; sulle sue rovine fu immediatamente
edificato il teatro e accanto a esso, poco
dopo, l’anfiteatro. L’operazione fu forse
disposta dai decurioni, ma può essersi
trattato dell’iniziativa di un benefattore
appartenente al ceto dominante.
Pro Loco di Cividate Camuno
Piazza Bertolassi 1
Cividate Camuno (BS)
Telefono: 0364-341244
[email protected]
www.civitascamunnorum.com
■ MONASTERO DI SAN
SALVATORE A CAPO DI PONTE
Il Monastero di San Salvatore sorge
sulle pendici di un monte, dalla parte
sinistra del fiume Oglio, seminascosto
dagli alberi, in un luogo dal fascino
misterioso, considerato sacro fin dall’antichità. Del secolo XI-XII, è un gioiello del romanico borgognone in Italia,
con decorazioni che rivelano l’influenza
francese: equilibratissimo nelle forme,
con il tiburio ottogonale che si erge
con la severità di una torre ingentilito
da bifore. L’interno, a tre navate con
transetto e cupola a pennacchi, ha
un’abside centrale affiancata da due
più piccole e basse. La copertura originaria è rimasta solo nelle navate laterali, mentre quella centrale è con
volte a crociera. L’apparato decorativo
è molto ricco: si possono ancora ammirare le sculture del portale e dei capitelli interni su cui sono incisi rapaci,
ippogrifi, sirene e motivi vegetali; le
decorazioni pittoriche purtroppo sono
andate perdute. Il monastero è divenuto di proprietà privata a partire dalla
fine del Settecento.
Pro Loco di Capo di Ponte
Via S. Briscioli 42
25044 Capo di Ponte (BS)
Telefono: 0364-42080
proloco.capodiponte@
invallecamonica.it
www.proloco.capo-di-ponte.bs.it
■ CHIESA DI SANTA MARIA
IN ESINE
Si tratta di un vero e proprio tesoro artistico tra i più prestigiosi dell’intera Valcamonica. La chiesa di Santa Maria Assunta in Esine giace a nord-ovest
dell’abitato omonimo ed è monumento
nazionale. Costruita attorno al 1480,
proponeva inizialmente una facciata a
capanna con oculo tondo, a cui si è sostituita la struttura attuale nel 1776. Il
campanile dalla cuspide conica è datato
al Cinquecento e costruito in pietra giallastra. L’interno, a navata unica, si presenta completamente affrescato da Giovanni Pietro da Cemmo, che lavorò in
questa chiesa tra il 1491 e il 1493. Tra
i temi rappresentati spiccano le scene
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7
Pro Loco di Esine
Via Mazzini 2
25040 Esine (BS)
Telefono: 0364-466156
[email protected]
www.esinearte.it
■ CHIESA DI SANTA MARIA
DELLA NEVE A PISOGNE
Ai margini di Pisogne, piccolo paese della
Valcamonica, sorge la Chiesa di Santa
Maria della Neve, un semplice edificio
del XV secolo impreziosito dal ciclo di
affreschi raffiguranti la Passione di Cristo
eseguito dal Romanino. La teatralità della
composizione, con le volte popolate da
figure di sibille e profeti e le pareti raffiguranti le scene della Passione ritratta
come una grande rappresentazione popolare ricca di protagonisti, hanno guadagnato a questa chiesa l’appellativo di
“Cappella Sistina dei poveri”.
Ufficio Turistico di Pisogne
Corso Giuseppe Zanardelli 5
25055 Pisogne (BS)
Telefono: 0364-880517
[email protected]
www.comune.pisogne.bs.it
■ CONVENTO
DELL’ANNUNCIATA DI ROVATO
Verso la metà del XV secolo il comune
di Rovato concesse ai frati servi di Maria
un terreno sul Monte Orfano dove un
tempo sorgeva una cappella dedicata
all’Annunciata. Nei cinquant’anni successivi i frati vi fecero erigere una
chiesa con adiacente convento. Convertito in lazzaretto per accogliere gli
ammalati di peste nel 1630, dopo la
soppressione della comunità religiosa
nel XVIII secolo per volontà della Repubblica di Venezia i frati ne riacquisirono il possesso nel 1960, procedendo alla ristrutturazione del
complesso. La chiesa attualmente conserva un affresco settecentesco sopra
il portale, un’Annunciazione del Romanino, un crocifisso ligneo del Quattrocento e una raffigurazione di San
Sebastiano attribuita al Mantegna. Il
convento si articola attorno a un bel
chiostro classico a due piani di forma
rettangolare.
Ufficio Turistico IAT di Iseo
Lungolago Marconi 2/C
25049 Iseo (BS)
Telefono: 030-3748733
[email protected]
TURISMO religioso
Brescia
raffiguranti l’annunciazione, Maria in
trono, la storia della salvezza, i santi taumaturghi; gli affreschi furono realizzati
su committenza delle nobili famiglie Federici e Beccagutti, oltre al rettore della
Chiesa della Santissima Trinità di Esine,
Isacco De Favis da Gandino. Oltre l’arco
e la cancellata il presbiterio presenta
una volta a crociera nel centro della
quale si impone un Cristo pantokrator
(di oltre tre metri) in mandorla, attorniato
da una schiera di 72 personaggi rigidamente distinti per classi: santi, martiri,
patriarchi, imperatori, profeti. Sulla parete di fondo del presbiterio è invece affrescata una crocefissione. Nel 1573
viene abbattuta una sezione di parete
per creare la cappella del rosario, distruggendo affreschi che probabilmente
raffiguravano un giudizio universale.
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Como
Como
8
Nella cornice del Lago di Como, incastonato come un diamante tra le
montagne, si specchiano antichi luoghi di culto tuttora conservati, che
testimoniano la devozione delle
genti della provincia. La storia religiosa del Comasco si snoda dall’Alto
Medioevo all’età barocca.
ARCHITETTURA
RELIGIOSA A COMO
■ Basilica di Sant’Abbondio
Edificata nel punto in cui sorgeva una
chiesa paleocristiana, la Basilica fu rimaneggiata in stile romanico nella seconda metà dell’XI secolo.
Le influenze d’oltralpe che raggiungevano Como sono evidenti nel verticalismo che contraddistingue l’edificio,
ottenuto anche attraverso i due
campanili gemelli posti nella zona
absidale.
La Basilica presenta cinque navate
slanciate; conserva alcuni bassorilievi
romanici e un prezioso ciclo di affreschi del Trecento.
Le lastre di marmo chiaro e scuro visibili sul pavimento segnano il perimetro
della precedente chiesa paleocristiana.
Via San Abbondio
22100 Como
Telefono: 031-3388111 (Rettore),
031-240295 (Associazione SS. Felice
e Abbondio)
TURISMO religioso
■ Basilica di San Carpoforo
La Basilica di San Carpoforo sorse
alla fine del IV secolo e fu la prima
cattedrale di Como; dedicata al protomartire Carpoforo perseguitato da
Massimiano e Diocleziano, attorno a
essa si sviluppò la comunità cristiana
locale.
Estesa nell’VIII secolo e trasformata in
forme romaniche dopo l’anno Mille,
con l’aggiunta del campanile e di un
monastero attiguo, attualmente la Basilica presenta tre navate sorrette da
pilastri a sezione rettangolare, con copertura a capriate della navata centrale e a crociera delle navate laterali.
Particolarmente suggestiva è la cripta,
il cui piccolo altare è decorato con
marmi policromi barocchi; custodisce
le spoglie del fondatore San Felice. Attualmente la chiesa è inglobata nel
complesso dell’Istituto San Carpoforo.
Via San Carpoforo 7
22100 Como
Telefono: 031-520372 (parrocchia)
03Como:03Como 21/03/12 11:26 Pagina 9
Presentazione al Tempio).
A Ossuccio presso la Chiesa di Santa
Maria Maddalena di Ospedaletto è
stato recuperato l’antico Hospitalis per
i pellegrini, sorto in epoca medievale.
Trasformato oggi in Antiquarium,
funge da sede museale e da visitor
center per l’isola Comacina.
Santuario della Madonna
del Soccorso di Ossuccio
Via al Santuario
22010 Ossuccio (CO)
Tel. 0344-55277 (Comune di Ossuccio)
[email protected]
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Como
■ SACRO MONTE DI OSSUCCIO
Posto sul lato occidentale del Lago di
Como, il Sacro Monte di Ossuccio ha
un notevole valore paesaggistico. Il
complesso devozionale è situato su un
pendio immediatamente alle spalle di
Ossuccio (419 m s.l.m.), di fronte all’isola Comacina, in una splendida posizione panoramica sul lago.
I lavori di edificazione del Sacro Monte
iniziano nel 1635 presso il cinquecentesco Santuario della Madonna del Soccorso. I fondatori o promotori non sono
noti, ma il complesso devozionale sembra essere nato per iniziativa dei Francescani e delle famiglie nobili locali.
Il Sacro Monte è costituito da quattordici cappelle dedicate ai Misteri del Rosario, realizzate tra il 1635 e il 1710.
Le cappelle sono distribuite lungo il
percorso ascensionale che conduce al
Santuario della Madonna del Soccorso,
all’interno del quale è posizionata l’ultima edicola. L’insieme delle cappelle,
circondate dalla vegetazione e collegate da una strada acciottolata che costeggia coltivazioni di ulivi, conferisce
una grande armonia alla commistione
fra architettura e paesaggio.
Le forme costruttive variano fra cappelle rettangolari barocche e cappelle
a pianta centrale. Il Sacro Monte è popolato da duecentotrenta statue in
stucco e in terracotta. Le opere di cui è
documentata la paternità sono le sculture in terracotta di Agostino Silva e gli
affreschi di Carlo Gaffuri, Innocenzo
Torriani e Gian Paolo Recchi. Non esistono invece documenti relativi agli autori delle prime quattro cappelle
(Annunciazione, Visitazione, Natività,
ARCHITETTURA
RELIGIOSA
A GRAVEDONA
Con le sue dodici chiese, alcune delle
quali veri e propri capolavori d’arte, il
paese di Gravedona, affacciato sulla
sponda occidentale del Lago di Como,
rappresenta una meta di grande interesse per il turismo religioso.
La cosiddetta “area sacra”, che racchiude l’architettura religiosa del paese,
comprende le Chiese di Santa Maria del
Tiglio e di San Vincenzo. Splendido
esempio di romanico comasco, la Chiesa
di Santa Maria del Tiglio fu edificata
nella seconda metà del XII secolo, sopra
un precedente battistero risalente al V
secolo; ha pianta centrale, tre absidi semicircolari e un campanile aggettante.
Costruita con pietre bianche e nere alternate che riportano in rilievo simboli,
archetti pensili, profili e cordoni delle finestre, al suo interno conserva resti di
TURISMO religioso
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Como
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vari affreschi, tra cui nella controfacciata
il Giudizio universale, e un frammento
di mosaico pavimentale risalente al V
secolo. La Chiesa di San Vincenzo fu edificata nell’XI secolo sui resti di una basilica paleocristiana e completamente
ristrutturata nel Seicento. Dell’impianto
originario sopravvive la cripta con affreschi del XII e XIV secolo. L’interno conserva pregevoli opere pittoriche della
prima metà del Seicento.
L’itinerario prosegue con la Chiesa di
Santa Maria delle Grazie e l’attiguo ex
convento agostiniano, attualmente adibito a biblioteca, fondati nel 1467 su un
oratorio paleocristiano. La Chiesa ha
una navata unica e tre absidi, di cui
quella centrale con volta a vela, e presenta due portali in marmo di Musso. Le
decorazioni interne, eseguite da pittori
di scuola lombarda, risalgono al XV-XVI
secolo; notevoli gli stucchi settecenteschi della volta e delle pareti. Infine merita una visita anche la Chiesa dei Santi
Gusmeo e Matteo, sorta sul punto in cui
i due Santi vennero martirizzati. La
Chiesa conserva elementi in stile romanico, ma nel XVI secolo fu rinnovata e
ampliata, modificandone l’orientamento
e inserendo il nuovo presbiterio. L’interno è a navata unica, con pavimento
a losanghe bianche e nere intervallate
da lapidi; nella cappella dedicata alla
Madonna del Rosario sono conservati
una tela seicentesca raffigurante una
Madonna col Bambino tra i Santi Domenico e Caterina e uno stendardo di
seta risalente ai primi anni del Seicento.
La volta del presbiterio è decorata da affreschi, tra cui un Dio Padre in Gloria
eseguito dal Fiammenghino. Nelle varie
TURISMO religioso
frazioni di Gravedona si possono visitare
altre piccole chiese, come la Chiesa di
Sant’Abbondio, la Chiesa di Santa Croce
a Naro, la Chiesa di San Carlo, la Chiesa
della Madonna della Soledad.
uno schema cruciforme, con vano quadrato, dove quattro colonne isolate reggono quattro archi perpendicolari,
formando altrettante nicchie. Al centro
si trova la vasca battesimale in serizzo
per il rito dell’immersione.
www.gravedona.it
■ Complesso monumentale
di Galliano a Cantù
Il complesso monumentale di Galliano
comprende la Basilica di San Vincenzo
e il Battistero di San Giovanni Battista.
Edificato in età altomedievale, il complesso fu ricostruito tra la fine del X e
l’inizio dell’XI secolo ed è considerato
uno dei più importanti monumenti
dell’arte romanica in Lombardia. Abbandonato per secoli e poi recuperato,
di recente è stata celebrata la ricorrenza
dei mille anni dalla sua fondazione.
La Basilica di San Vincenzo ha una facciata semplice, senza decorazione, con
ciottoli a vista; poche le finestre, disposte in modo non simmetrico nella zona
centrale. L’interno conserva numerosi
affreschi, sia sulle pareti della navata
sia sull’intera zona absidale, che raffigurano episodi biblici e storie della vita
dei Santi.
Il Battistero di San Giovanni presenta
■ Pianello del Lario
Ricollegandosi all’itinerario dei luoghi
guanelliani della provincia di Sondrio, è
possibile visitare presso la Casa Sacro
Cuore dell’Opera Don Guanella la casa
natale della Beata Chiara Bosatta, oggi
luogo di formazione per le juniores delle
Figlie di Santa Maria della Provvidenza
nonché sede di un piccolo museo.
Presso la chiesa parrocchiale invece
sono visitabili la canonica del sacerdote
dove Don Guanella è vissuto e i luoghi
dove è nata la comunità delle Figlie di
Maria con Don Carlo Coppini. Proprio
dal molo di Pianello partirono poi alla
volta di Como per dar vita alla casa Divina Provvidenza, casa madre dell’Opera
Guanelliana.
Telefono: 0344-87137 (Casa Sacro
Cuore), 0344-87116 (parroco Don
Giuseppe Motta)
04Cremona:04Cremona 21/03/12 11:27 Pagina 11
Cremona
Cremona è una città d’arte, con un ricco e variegato patrimonio culturale e monumentale tra cui spiccano gli edifici di natura religiosa. La piazza del Comune,
con il complesso monumentale costituito dal Torrazzo, dal Duomo, dal Battistero, dal Palazzo del Comune e dalla Loggia dei Militi, costituisce uno dei più
significativi esempi di architettura medievale, rimasto ancora integro in tutto il
suo splendore. Anche la provincia riserva angoli suggestivi, tra cui le antiche
pievi che ci parlano di un passato di profonda spiritualità, quando i pellegrini
intraprendevano viaggi irti di difficoltà per testimoniare la loro devozione.
Itinerario minore tra le antiche pievi
matildiche: Pieve San Giacomo, Pieve
Terzagni, ambedue con un mosaico pavimentale medievale; Sospiro, antica
curtis regia longobarda; Caruberto, con
un’antica chiesa affrescata; Scandolara
Ravara, con la chiesa vecchia. Le pievi
matildiche, monumenti che segnano il
territorio dalla Bassa Mantovana sino
ai rilievi dell’Appennino tosco-emiliano,
giungono a noi come splendide testimonianze di tempi remoti, epoche in
cui spiritualità, superstizione e quotidianità erano i principali ingredienti
della vita di ogni individuo. Si tratta
perlopiù di monumenti ampiamente rimaneggiati nel corso dei secoli, che
mantengono tuttavia inalterato il fascino
di un misticismo d’altri tempi abbinato
a un contesto naturale spesso unico.
Dotatevi di un buon paio di scarpe da
ginnastica e astraetevi quanto più possibile dalle tensioni e dallo stress quotidiano: stiamo per guidarvi verso luoghi
in cui il nostro concetto di tempo non
trova cittadinanza.
■ Duomo di Cremona
Dedicata a Santa Maria Assunta, la Cattedrale di Cremona venne edificata agli
inizi del XII secolo e rappresenta, dal
punto di vista artistico, uno dei principali
e più insigni esempi di architettura religiosa del Nord Italia. Domina la piazza
del Comune, fulcro e cuore dell’antica
città medievale, nel punto più alto della
città formando con il Torrazzo e il Battistero il polo della vita religiosa. Nella
suggestiva piazza è collocato anche il
Palazzo Comunale con la Loggia dei
Militi, centro dell’attività civile e politica.
Questa sistemazione urbanistica tipicamente medievale caratterizza, oltre a
Cremona, gran parte degli antichi comuni
dell’Italia settentrionale ed è la testimonianza di un rapporto di reciproco
scambio tra potere religioso e politico.
■ Battistero
Accanto alla Cattedrale sorge il Battistero,
edificio romanico a pianta ottagonale
(l’ottavo giorno sarebbe quello della
Creazione e quindi del Battesimo). La
sua edificazione iniziò nel 1167 ma venne
largamente rimaneggiato tra il 1553 e il
1558. Il cambiamento più evidente interessa i due lati prospicienti la piazza: originariamente di cotto, vennero rivestiti
di marmo per adeguarsi alla facciata
della Cattedrale, anch’essa rivisitata in
quell’epoca. Curiosa la traccia sul basamento perimetrale esterno, verso piazza
Sant’Antonio Maria Zaccaria, dove sono
incisi nella pietra i modelli con le misure
standard del mattone e della tegola in
uso nelle fabbriche di Cremona dell’epoca.
A fine Cinquecento il Battistero fu anche
dotato di un protiro con due leoni stilofori,
opera di Angelo Nani e Pietro Capra, e la
parte superiore della costruzione venne
elevata e arricchita con una loggia di pilastrini. Nell’interno al centro è collocata
la grande cisterna, un blocco unico in
rosso ammonitico, opera di Lorenzo Trotti
(1531). Non si tratta di un fonte battesimale
ma di una vasca dove, durante la veglia
pasquale, il vescovo benediva l’acqua da
distribuire nelle parrocchie. Sulla parete
sud, presso l’altare di San Giovanni, si
trova un crocifisso ligneo del XIV secolo.
TURISMO religioso
Cremona
ARCHITETTURA
RELIGIOSA A CREMONA
E PROVINCIA
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Cremona
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■ Torrazzo
Affianca il Duomo la torre campanaria,
comunemente chiamata Torrazzo. Alta
circa 112 metri, è frutto della sovrapposizione di due strutture diverse. La prima,
edificata probabilmente nel 1267, è una
torre romanica con merlatura guelfa. La
seconda è costituita da due tamburi ottagonali (ghirlanda) collocati alla sommità della torre. Si ipotizza che la
costruzione sia stata terminata nel
1305. La palla e la croce poste sulla cupola risalgono al XVII secolo. Suggestiva
è la salita del Torrazzo, dalla cui sommità
si gode uno stupendo panorama della
città e del fiume Po.
La cella campanaria racchiude 7 campane fuse nel 1744. Ognuna è dedicata
a un santo, compreso il protettore della
città, Sant’Omobono. I loro suoni formano un concerto in la bemolle. L’orologio astronomico del campanile viene
installato nel 1583 da Francesco Divizioli
in sostituzione di uno più antico e a seguito della Riforma Gregoriana del calendario. Il meccanismo, perfettamente
funzionante, è quello originale, mentre il
quadrante è stato più volte ridipinto. La
versione attuale risale al 1970. L’orologio indica, oltre alle ore, il moto degli
astri, le fasi lunari e il moto del sole.
Piazza del Comune
26100 Cremona
Tel. 0372-27386
Associazione Battistero
Telefono: 0372-495029
[email protected]
www.turismocremona.it
■ SANTUARIO DI SANTA MARIA
DELLA CROCE
Splendido esempio architettonico
d’ascendenza bramantesca, questa
chiesa, progettata nel 1490 dall’architetto lodigiano Giovanni Battagio, è un
complesso organismo a pianta centrale, circolare all’esterno e ottagonale
all’interno. D’effetto è anche la compagine decorativa interna, con tele cinquecentesche (Antonio e Bernardino
Campi) e affreschi barocchi di grande
respiro.
Viale Santa Maria
26013 Crema (CR)
Telefono: 0373-259597
www.turismocremona.it
■ SANTUARIO DELLA
MADONNA DELLA FONTANA
A CASALMAGGIORE
Nella pianura assolata presso le rive
del Po, a Casalmaggiore, uno dei borghi caratteristici del Cremonese, sorge
il Santuario della Madonna della Fontana, diventato centro di spiritualità e
di devozione mariana. Prima del Mille,
accanto a una fonte o pozzo che serviva ai viandanti per dissetarsi, venne
costruita una cappelletta dedicata alla
Madonna; la fonte prese il nome
“Pozzo di Santa Maria” e i passanti
si fermavano a bere, pregando intanto la Madonna affinché li proteggesse nel loro cammino.
L’edificazione del Santuario attuale,
nelle sue forme belle e dignitose, risale al 1463.
La Madonna entrava così sempre più
profondamente nella vita delle popolazioni del luogo, specialmente in occasione di pestilenze, che decimavano
gli abitanti, di alluvioni del Po, di carestie dovute a siccità, di incursioni di
soldatesche di ogni nazione. Francesi,
Spagnoli, Austriaci si avvicendavano
a dominare queste terre e la loro presenza era occasione di guerre e di
guerriglie. La conseguenza logica era
sempre la stessa: sofferenze e miseria
per la popolazione.
Gli abitanti di Casalmaggiore però con
la loro laboriosità, sostenuta dalla fede,
seppero in ogni occasione arginare il
Po, bonificare le terre, renderle feconde
di messi, vigneti e altre colture, e allevare bestiame. Di rilevante interesse è
un affresco attribuito a Filippo Mazzola, padre del più famoso Francesco
detto il Parmigianino, che si trova nell’atrio della chiesa. È certo che Parmigianino realizzò qui due delle sue
opere più belle, che però furono trasportate altrove: a noi oggi non resta
nulla della sua produzione artistica ma
il suo corpo e il suo cuore riposeranno
in eterno a Casalmaggiore.
Viale del Santuario 2
26041 Casalmaggiore (CR)
Tel. 0375-42279
05Lodi:05Lodi 21/03/12 11:28 Pagina 13
Lodi
Il territorio sostanzialmente pianeggiante e il vasto patrimonio paesaggistico,
artistico, enogastronomico e naturalistico fanno del Lodigiano un’eccellente
meta per itinerari a piedi e in bicicletta: seguendo i percorsi ciclopedonali predisposti lungo i numerosi corsi d’acqua e le ampie zone golenali, i pellegrini
possono immergersi in habitat che rappresentano vere e proprie nicchie di biodiversità, oltre a ripercorrere i passi dei devoti che nell’antichità si mettevano
in viaggio lungo la Via Francigena. Un bell’esempio di “turismo lento” in un
contesto armonioso e suggestivo.
vista della Chiesa Parrocchiale di San
Giovanni Battista Martire. Di fronte si
può ammirare la cella benedettina di
Cascina San Pietro risalente all’anno
Mille, da poco ristrutturata come tutta
l’antica aia, ora piazza Mercato Interno;
due porticati aperti richiamano la struttura rurale intorno alla quale si sviluppò
il paese. Possibilità di sosta per i pellegrini. Scendendo via Valle si ammirano
la cinta a mezzogiorno e la bella struttura a bifore. Risalendo via Roma si
giunge alla settecentesca Villa Litta Carini, commissionata dai Conti della Somaglia sulle rovine dell’antico castello
di Orio, in posizione dominante la bassura lambrana. La maestosa villa, a sim-
metria tardo-barocca, ospita bei soffitti
a stucco con affreschi di scene mitologiche e un Museo di Storia della fotografia. Di fronte a Villa Litta i verdi
giardini comunali di piazza Moro introducono la struttura rurale di Cascina
Aione, fino agli anni Settanta tipica cascina lodigiana e ora sede del Municipio.
Si scende la strada provinciale, dopo
200 metri a destra si prende la strada
bianca per Cascina Cantarana che porta
nella bassura un tempo paludosa e malsana, poi bonificata dall’opera dei cistercensi. Superato il ponticello sul colatore
Ancona (antico corso del Lambro) si risale l’argine per ridiscenderlo a scavalco
e giungere in vista del Po. Si segue il
fiume verso valle e poco dopo la bella
stele della Madonnina dei Pescatori si
arriva al guado di Sigerico in territorio
comunale di Senna Lodigiana. Una Colonna Francigena recentemente eretta
segnala la via per Roma e l’imbarco dei
pellegrini al porticciolo.
Siamo a Corte Sant’Andrea, trentanovesima tappa sulla Via Francigena. L’antichissima località fu donata da Carlo
Magno verso l’anno Mille al Monastero
TURISMO religioso
Lodi
■ UNA TAPPA LODIGIANA
ALLA RICERCA DI ANTICHE
TRACCE STORICHE.
Itinerario a piedi (10 km)
I pellegrini che volessero immergersi
nella storia di questo antichissimo angolo della Bassa Lodigiana possono seguire questo semplice itinerario circolare
che in poco più di una decina di km li
condurrà al Transitum Padi di Corte Sant’Andrea.
Dal ponte di Mariotto, percorsi 2 km di
argine lambrano, si scende a sinistra
lungo il sentiero erboso nella bassura
oriese (Oreum de subtus); passando accanto all’ottocentesco Oratorio della
Beata Vergine di Caravaggio si risale in
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Lodi
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di Santa Cristina de Olona; in un diploma del 1183 il borgo è chiamato
Santo Andrea ad Caudam, perché qui
il territorio si incuneava fra Lambro e
Po formando una lunga striscia di terra
simile a una coda. Per tutto il Medioevo il luogo fu lo storico Transitum
Padi dei pellegrini provenienti dall’Europa del Nord che trovavano un ospizio, una chiesa, le capanne dei
contadini ma soprattutto la possibilità
di un imbarco sullo zatterone per passare il Po e proseguire il viaggio verso
Roma. L’itinerario da Orio Litta al
guado del Po attraverso la bassura lodigiana misura 4 km.
■ DA ORIO LITTA A CORTE
SANT’ANDREA. Itinerario
in mountain bike (20 km)
A Orio Litta, nel cortile degli scudieri di
Villa Litta Carini, si noleggia una bicicletta mountain bike. Uscendo dal cortile si prende a destra la Provinciale in
discesa per lasciarla dopo soli 200 metri
e svoltare a sinistra. Il sentiero erboso
conduce al ponte sulla Roggia Venere,
passato il quale ci si dirige dopo 2 km a
Ospedaletto Lodigiano, antico Hospitale
dei pellegrini (Orio-Ospedaletto 3,5 km).
Attraversato l’Arco della Pace (1804),
meritano una visita la monumentale
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (1529,
custodisce una pala del Giampietrino
raffigurante la Madonna col Bambino
tra i Santi Gerolamo e Giovanni Battista)
e l’Abbazia dei Gerolomini (XIV sec.). Si
scende nuovamente dal terrazzo percorrendo l’ombrosa stradina della fede che
conduce al Santuario della Madonna
delle Grazie o Madonna del Fontanone
TURISMO religioso
(XVI sec.), lasciato il quale si sale dopo
meno di un km a Senna Lodigiana
(Ospedaletto-Senna 2,5 km). Qui, sul
costone, si erge l’affascinante, storica
Chiesa di Santa Maria in Galilea. Senna,
posta sul promontorio padano, fu Corte
Regia di Berengario re d’Italia. Un
grande castello turrito fu distrutto dopo
il Mille assieme all’Hospitale di San Pietro in Senna e al Monastero delle monache di Santa Maria in Galilea. Di tutte
queste vicende non rimangono che pochissimi resti costituiti da grandi massi
in granito giacenti nei cortili contadini.
Da Santa Maria in Galilea si esce dal
paese e dopo l’attraversamento della
Lodigiana in direzione Ospedaletto si
svolta a destra seguendo l’indicazione
Mirabello.
Dopo 2 km di stradina stretta e tranquilla si giunge proprio dietro la Parrocchiale di San Bernardino, che vanta
una volta interamente affrescata dal
pittore lodigiano Felice Vanelli: oltre
mille metri quadri che la fanno assomigliare a una piccola Cappella Sistina
(Senna-Mirabello 3 km). Visitata l’arti-
stica chiesa, si segue la lineare via Po
che attraversa tutto l’abitato e all’incrocio si attraversa la strada provinciale
lodigiana entrando in Bellaguarda
(resti romani presso la cava). Sulla sinistra si nota la piccola ma ben curata
cappella privata dedicata alla Madonna di Caravaggio. Si continua a
scendere per risalire dopo 1 km sull’argine (Mirabello-argine 3 km). Prendendo a destra si segue la segnaletica
francigena e dopo 5 km di asfalto, lasciata sulla destra la frazione di Guzzafame Corte San Pietro, eccoci a Corte
Sant’Andrea (per tornare a Orio Litta si
segue a ritroso l’itinerario precedente
partendo dalla colonna francigena del
guado). L’itinerario circolare Orio LittaOspedaletto-Senna-Mirabello-Corte
Sant’Andea-Orio Litta misura circa 20
km. Dal mese di marzo 2000 i due itinerari sono corredati da chiare e frequenti segnalazioni.
Posto di ristoro consigliato con apposizione del timbro della Via Francigena
presso il Museo di Storia Naturale e
Fauna Ittica del Po - Corte Sant’Andrea.
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Mantova
Il territorio mantovano è disseminato di tracce numerose e indelebili che rimandano a un passato ricco di storia: i secoli di dominazione della famiglia
Gonzaga, protagonista di mecenatismo artistico e culturale; il martirio di Longino, il soldato che portò in terra mantovana il Santissimo Sangue; l’esperimento di Sabbioneta, città costruita secondo i dettami dell’architettura
rinascimentale. Ad accomunare queste testimonianze storiche sono le numerose
chiese, i santuari e le abbazie edificati per celebrare le manifestazioni di devozione della popolazione.
Nell’anno 804 accadde un evento che
segnò la storia della città di Mantova:
il ritrovamento di quella che si ritenne
parte del sangue versato da Cristo in
croce proprio nel luogo in cui oggi
sorge la grandiosa Basilica di Sant’Andrea. Non meraviglia quindi che la città
si sia arricchita di chiese di non comune
rilevanza, nella cui realizzazione sono
intervenuti artisti di grande fama. La
città conta infatti circa un centinaio di
edifici sacri. Purtroppo le vicende del
Settecento hanno devastato larga parte
di questo patrimonio; ciò che ne rimane
tuttavia colloca Mantova tra le mete
primarie per chi volge lo sguardo all’arte sacra.
■ CATTEDRALE DI MANTOVA
Noto anche come Duomo, intitolato all’apostolo Pietro, l’edificio esisteva già
nell’XI secolo quando, dopo un incendio,
fu ricostruito in forme romaniche. Nei secoli successivi fu oggetto di costanti interventi volti ad ampliarlo e abbellirlo.
L’attuale facciata fu realizzata a metà
del Settecento, mentre il fianco destro è
quanto rimane della costruzione del Trecento e Quattrocento. Il campanile romanico si innalza dall’interno di una
torre forse romana. L’interno è opera di
Giulio Romano, cui il cardinale Ercole
Gonzaga commissionò la ristrutturazione del precedente romanico-gotico, e
vede dieci altari laterali, ciascuno arricchito da pale di importanti artisti dell’epoca, veronesi, mantovani e parmensi.
Sotto la mensa dell’altare sono custodite
le spoglie di Sant’Anselmo, patrono della
città e della diocesi che morì a Mantova
nel 1086. Il corpo incorrotto è visibile il
18 marzo, giorno della festa. Nella Cattedrale è presente il Santuario dell’Incoronata, un tempietto realizzato nelle
forme del primo Rinascimento toscano
da Luca Fancelli, allievo di Brunelleschi.
Vi si venera un’immagine a fresco della
Madonna con il Bambino, davanti alla
quale la tradizione vuole che abbia pregato Sant’Anselmo.
Piazza Sordello
46100 Mantova
■ BASILICA DI SANT’ANDREA
L’imponente chiesa, ultima creazione
di Leon Battista Alberti, fu realizzata
per dare degna collocazione alla reliquia del Sangue di Cristo. Secondo la
leggenda Longino, il soldato che trafisse il costato di Cristo in croce, raccolse ai piedi della croce la terra
imbevuta del Sangue divino; giunto a
Mantova, prima di morirvi martire nascose sottoterra questa importante reliquia, che venne ritrovata nell’anno
804. Proprio in seguito alla notizia del
ritrovamento Carlo Magno chiese al
papa Leone III di recarsi nella città per
verificare l’accaduto. Il Papa rispose
all’invito ed elevò Mantova a sede episcopale. Sul sito del ritrovamento
venne eretta una grande basilica romanica, sostituita dall’attuale, per decisione del marchese Ludovico iI
Gonzaga. La costruzione e la decorazione si protrassero per oltre tre secoli,
durante i quali il progetto dell’Alberti
si arricchì dell’apporto di altri grandi
artisti come Mantegna, Correggio,
Giulio Romano. All’interno sono molti
i riferimenti alla storia del Preziosissimo
TURISMO religioso
Mantova
ALLA SCOPERTA
DEI CENTRI DELLA FEDE
15
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Mantova
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Sangue, custodito ancora oggi nella
cripta in due elaborati reliquiari d’oro, a
loro volta chiusi in una cassaforte sopra
l’altare della cripta. Il Venerdì Santo la
reliquia viene portata in processione
notturna per le vie del centro.
Piazza Mantegna
46100 Mantova
www.santandreainmantova.it
■ ROTONDA DI SAN LORENZO
È la più antica delle chiese mantovane,
costruita nel 1083 per volontà della contessa Matilde di Canossa, destinata a integrare le varie chiese edificate lungo i
percorsi dei pellegrini per aiutarli a prepararsi spiritualmente alla venerazione
del Preziosissimo Sangue. La forma ricorda la Basilica del Santo Sepolcro di
Gerusalemme che racchiude il sepolcro
di Cristo: per questo motivo la Rotonda
è idealmente collegabile alla Basilica di
Sant’Andrea.
Piazza Erbe
46100 Mantova
Telefono: 0376-322297
■ BASILICA PALATINA
DI SANTA BARBARA
La Basilica fa parte del complesso di Palazzo Ducale e fu voluta dal duca Guglielmo Gonzaga per sostituire l’antica
chiesa di corte con un edificio più ampio
TURISMO religioso
e solenne. Venne realizzata da Giovan
Battista Bertani e conclusa nel 1572.
Il duca ottenne di farla divenire una
sorta di diocesi autonoma, distinta da
quella di Mantova, e dotata di privilegi
tra cui una liturgia propria.
La facciata si ispira a quella della Basilica
di Sant’Andrea e l’interno conserva ancora i pregevoli dipinti originali.
Piazza Santa Barbara
46100 Mantova
■ CHIESA DI SANTA MARIA
DELLA CARITÀ
Ricostruita nel 1613, dell’originaria
chiesa rimane solo il campanile forse
trecentesco. Sulla facciata spicca un
Crocefisso che si dice sia stato portato
da San Carlo Borromeo per le vie di Milano durante la peste. L’interno è ricco
di stucchi settecenteschi e di tele di
Bazzani, importante artista mantovano
del Settecento.
Via Filippo Corridoni 33
46100 Mantova
■ CHIESA DI SANTA MARIA
DEL GRADARO
La tradizione vuole che la Chiesa sorga
nel punto in cui subì il martirio Longino,
il soldato che trafisse il costato di Cristo
in croce raccogliendo poi la terra impregnata del Santissimo Sangue. Le notizie
la dicono costruita nel 1256 dai Canonici Regolari di San Marco; passò poi
agli Olivetani e ai Celestini, grazie ai
quali si arricchì di opere d’arte. Soppressa nel 1772, degradata a magazzino militare e a lungo abbandonata, fu
restaurata negli anni Cinquanta del secolo scorso da parte delle Oblate dei poveri di Maria Immacolata, ancora oggi
nel convento.
Via Gradaro
46100 Mantova
■ CHIESA DI SAN FRANCESCO
È la Chiesa del primo e principale insediamento francescano dei numerosi un
tempo esistenti nella città di Mantova e
in provincia. I documenti testimoniano
la presenza dei frati già nel 1232, ma la
Chiesa fu ricostruita nel 1304 e da allora, anche per la protezione dei Gonzaga che vi aggiunsero il loro primo
mausoleo, fu costantemente arricchita
di importanti opere d’arte. Dopo la soppressione nel Settecento, tuttavia, fu
spogliata della maggior parte delle
opere d’arte custodite al suo interno.
Dopo la Seconda guerra mondiale,
quando fu quasi interamente distrutta
dai bombardamenti, venne ricostruita
con sostanziale fedeltà alle forme gotiche originarie.
Piazza San Francesco
46100 Mantova
Telefono: 0376-325455
LA FEDE SULLE TRACCE
DEI GONZAGA
Quando si parla di Mantova non si
può fare a meno di citare la famiglia
Gonzaga, che governò la città per
circa quattro secoli, dal 1328 al
1707. Quasi tutti i membri di questa
famiglia si fecero promotori della co-
06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 17
struzione di importanti siti religiosi,
ancora oggi esistenti.
Dopo Cattedrale di Mantova, San Lorenzo, San Francesco, Corpus Domini:
Dopo Cattedrale di Mantova, Basilica di
Sant’Andrea, Basilica Palatina di Santa
Barbara, Chiesa di San Francesco:
■ CHIESA DI SAN LEONARDO
La Chiesa conserva ancora oggi il campanile romanico e, sul fianco destro, alcune tracce della muratura romanica con
archetti pensili. Da segnalare le molte
opere conservate all’interno, nonché la
cappella intitolata a San Gottardo, in
stile tardo-gotico.
Corso Vittorio Emanuele
46100 Mantova
■ CHIESA DI SANTA PAOLA
L’originaria Chiesa, con annesso monastero delle clarisse di Santa Paola, fu
ingrandita nel 1430 per volontà di
Paola Malatesta Gonzaga; negli anni
successivi molti membri della famiglia
Gonzaga continuarono l’opera di ingrandimento e abbellimento di questo
monastero. Soppresso a fine Settecento, fu in parte demolito e adibito a
caserma.
LA FEDE
NEL MEDIOEVO
Mantova conta circa un centinaio di
chiese, alcune di origine molto antica.
Oggi è ancora possibile ammirare alcuni di questi monumenti ripercorrendo
gli itinerari dei pellegrini che giungevano in città.
Piazza San Leonardo
46100 Mantova
■ CHIESA DEI SANTI GERVASIO
E PROTASIO
La Chiesa si trova proprio all’ingresso
della città, nei pressi del ponte dei Mulini. Dell’originaria struttura oggi rimangono il campanile romanico del XII
secolo e la fiancata destra, di gusto romanico e quattrocentesco. A inizio Ottocento la facciata venne sostituita da
quella attuale, in stile neoclassico.
Via Trento
46100 Mantova
I CENTRI DELLA
FEDE DELL’ALTO
MANTOVANO
■ CHIESA PARROCCHIALE DI
VOLTA MANTOVANA
La Chiesa, intitolata a Santa Maria
Maddalena, si trova su una balconata
che domina la pianura. Fu soggetta a
molti rifacimenti e ancora oggi, sotto
la mensa dell’altare, sono venerati i
resti mortali della Beata Paola Montaldi, nativa di Volta, clarissa nel monastero mantovano di Santa Lucia tra
XV e XVI secolo.
Via B. Paola 37/c
46049 Volta Mantovana (MN)
■ L’ITINERARIO ALOISIANO
La città di Castiglione delle Stiviere è
legata al culto di San Luigi Gonzaga,
figlio di Ferrante, signore del marchesato di questo territorio. Luigi, durante
un soggiorno in Spagna, entrò a far
parte della Compagnia di Gesù, rinunciando alla successione in favore del
fratello. Morì a Roma giovanissimo nel
1591, dopo essersi preso cura di un
appestato. Fu beatificato nel 1605 e
canonizzato nel 1726. È patrono universale della gioventù e compatrono
della diocesi di Mantova.
TURISMO religioso
17
Mantova
■ CHIESA DI SANT’ORSOLA
La Chiesa, con annesso monastero
dell’ordine di Santa Chiara, fu voluta da
Margherita Gonzaga, figlia del duca Guglielmo. Venne progettata tra il 1608 e
il 1612 dall’allora prefetto delle fabbriche ducali, Antonio Maria Viani. Dopo la
soppressione del Settecento i diversi fabbricati subirono varie destinazioni d’uso
e vennero in parte demoliti.
■ SANTUARIO DELLA
POSSENTA A CERESARA
Il santuario, intitolato all’Annunciazione della Beata Vergine Maria, sorse
tra il XIV e il XV secolo in seguito a
un’apparizione della Vergine a una fanciulla e al prodigio dell’acqua tornata
a scaturire da un pozzo inaridito. Ancora oggi, al suo interno, è possibile
ammirare la statua in cotto della Madonna, oggetto di venerazione.
06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 18
in oratorio in memoria di un soggiorno
del Santo.
Frazione Santa Maria
46043 Castiglione delle Stiviere (MN)
Mantova
18
■ Santuario di San Luigi Gonzaga,
a Castiglione delle Stiviere.
Di stile barocco, fu fatto costruire da
Francesco Gonzaga in memoria del fratello Luigi a partire dal 1608. Intitolato
inizialmente al Nome di Gesù, assunse
quello di San Luigi quando da Roma
venne mandata la reliquia del teschio,
tuttora conservata in un’urna d’argento
sopra l’altare.
Piazza San Luigi
46043 Castiglione delle Stiviere (MN)
Telefono: 0376-638139
www.santuariosanluigi.it
■ Museo Aloisiano, situato vicino
al santuario, conserva oggetti d’arte
sacra e una notevole raccolta di dipinti
legati al culto del Santo.
Via Perati 8
46043 Castiglione delle Stiviere (MN)
■ Eremo della Ghisiola, intitolato
alla Beata Vergine Maria della Rosa, fu
costruito nel XV secolo; rimangono ancora alcuni affreschi coevi. È visitabile
esclusivamente su prenotazione.
Località Ghisiola
46043 Castiglione delle Stiviere (MN)
■ Convento di Santa Maria, di
gusto rinascimentale, presenta ancora nei sotterranei una fonte usata
già dai Romani e una cella trasformata
TURISMO religioso
■ Chiesa della Santissima Trinità, sorge accanto al Duomo e ha
preso il posto della Collegiata dove Luigi
fu battezzato e ricevette la prima Comunione dalle mani di San Carlo Borromeo.
■ SANTUARIO DELLA
MADONNA DEL DOSSO
A CASALMORO
Secondo la tradizione, agli inizi del Seicento gli operai di una fornace difettosa
riuscirono a riprendere il loro lavoro
dopo aver invocato la Madonna, la cui
immagine era presente in una vicina
edicola. L’immagine venne portata
nella chiesa, ma questa continuava a
tornare nel luogo originale. Così fu costruita sul posto una cappella che nel
1780 venne sostituita dall’attuale santuario. All’interno, sull’altare, è posta la
copia dell’immagine venerata della Madonna, in quanto il dipinto originale si
trova nella sagrestia.
Via Maria Valle
46040 Casalmoro (MN)
■ SANTUARIO DELLA
MALONGOLA A FONTANELLA
GRAZIOLI, FRAZIONE DI
CASALROMANO
La chiesetta, costruita forse già nel Duecento, presenta ancora oggi tracce di affreschi collocati tra il Trecento e il
Cinquecento. Fu costruita nel luogo in
cui un contadino, che aveva portato i
buoi ad abbeverarsi al fosso chiamato
Malongola, rinvenne una tavoletta raffigurante la Vergine con il Bambino.
Frazione Fontanella Grazioli
46040 Casalromano (MN)
■ Santuario di San Fortunato
Martire ad Acquanegra
Il santuario venne eretto nel 1638 e conserva il corpo di San Fortunato Martire.
All’interno sono presenti importanti tele
di Giuseppe Bazzani.
Via Primo Maggio
46011 Acquanegra sul Chiese (MN)
Telefono: 0376-79131
CENTRI DELLA FEDE
DEL MEDIO E BASSO
MANTOVANO
■ SANTUARIO DI SANTA MARIA
DELLE GRAZIE A GRAZIE DI
CURTATONE
Il Santuario fu costruito tra il 1339 e il
1406 come ex voto da parte di Francesco I Gonzaga per la miracolosa cessazione di una pestilenza. La facciata è
preceduta da un portico aggiunto successivamente e la lunetta che sovrasta il
portale rinascimentale raffigura la Madonna con il Bambino tra cherubini, che
introduce all’immagine effigiata sulla tavola inserita nel monumentale tabernacolo seicentesco dell’altare maggiore. È
proprio a questa immagine del XV secolo, denominata Madonna delle Grazie,
che si rivolgono ancora oggi le preghiere
dei pellegrini.
06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 19
L’interno, a una navata, vede le pareti ricoperte da singolari logge lignee ornate
di elementi plastici di gusto popolaresco
raffiguranti ex voto e realizzati con materiali poveri come cartapesta, legno e
tessuti. All’inizio della navata pende un
coccodrillo impagliato e incatenato, che
secondo la tradizione sarebbe stato ucciso nella zona da un pescatore con
l’aiuto della Madonna.
■ SANTUARIO
DELL’INCORONATA A MANTOVA
Situato all’interno del Duomo di Mantova, il santuario fu eretto da Luca Fancelli. L’immagine che si venera per
tradizione risale a Sant’Anselmo, costituendo quindi una delle testimonianze
più antiche della diocesi. Nelle cappelline sono conservati i resti mortali di vari
santi e beati mantovani.
■ CHIESA DI SANTA MARIA
DEGLI ANGELI A BORGO ANGELI
Non molto distante da Mantova, è la
chiesa del convento domenicano fondato nel 1429 da Gianfrancesco Gonzaga, passato nel 1675 ai Francescani.
Piazza Borgo Angeli 7
46100 Mantova
Telefono: 0376-380365
■ SANTUARIO DI SANTA MARIA
DEI MIRACOLI A FRASSINO
Il Santuario venne eretto nel luogo di un
miracolo ad opera di una famiglia di
Piazza Frassino 3
46100 Frassino (MN)
Telefono: 0376-370322
■ SANTUARIO DELLA COMUNA
A OSTIGLIA
Prima di essere interamente ricostruito
nelle forme che oggi ammiriamo, esso
era designato con la denominazione di
“Oratorio della Beata Vergine del
Cason”. Alle sue origini troviamo, come
per molti altri santuari, un’apparizione
della Madonna a una pastorella. I numerosi prodigi che seguirono l’apparizione fecero sì che venisse qui costruito
un luogo di culto.
Via Comuna Santuario 22
46035 Ostiglia (MN)
Telefono: 0386-802933
■ ABBAZIA DI POLIRONE A SAN
BENEDETTO PO
La fondazione del complesso risale al
1007, quando Tedaldo di Canossa affidò ai monaci una chiesa da lui fatta
costruire e alcuni terreni circostanti. Settant’anni più tardi il monastero fu annesso alla congregazione di Cluny e
accrebbe enormemente la sua impor-
tanza. L’Abbazia fu ristrutturata nelle
forme attuali da Giulio Romano e
ospita la tomba di Matilde di Canossa,
le cui spoglie furono traslate a Roma
nel XVII secolo. All’interno, nella prima
cappella a sinistra, è conservato il corpo
di San Simeone, eremita armeno giunto
a San Benedetto e qui morto nel 1016,
a cui è dedicato anche uno dei chiostri
del monastero.
Piazza Teofilo Folengo
46027 San Benedetto Po (MN)
■ INTORNO A SABBIONETA
Il 7 luglio 2008 Sabbioneta è stata inserita assieme a Mantova nell’elenco dei
patrimoni dell’umanità dell’UNESCO per
la sua eccezionalità di città di fondazione costruita in circa trentacinque anni
per volontà del principe Vespasiano
Gonzaga Colonna. Secondo l’UNESCO
Sabbioneta rappresenta un perfetto
esempio di applicazione delle teorie rinascimentali sulla progettazione di una
città ideale. Oltre al notevole patrimonio
artistico, come il Palazzo Ducale con la
Galleria degli Antichi e il teatro, la città
vanta diversi siti d’arte sacra.
19
Mantova
Piazza Santuario 4
46010 Grazie di Curtatone (MN)
Telefono: 0376-349002
www.santuariodellegraziecurtatone.it
possidenti del luogo. Nel 1504 due contadini rimasero impietriti nell’atto di rubare le candele accese davanti a
un’immagine della Madonna, collocata
in prossimità di un frassino. Vennero
sciolti soltanto quando il proprietario
supplicò la Vergine stessa. L’immagine
che si venera, una Madonna con il Bambino in terracotta del XV secolo, proviene da una cappella delle vicine
campagne.
06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 20
nel 1592 da Giovan Battista della Porta
in rarissimi marmi policromi, al centro
del quale fu collocata la statua bronzea
di Vespasiano.
Mantova
20
■ Chiesa della Beata Vergine
Incoronata
La Chiesa della Beata Vergine Incoronata fu edificata nel biennio 1586-88 e
sorge dove già in precedenza s’innalzava la Chiesa di San Niccolò, fatta poi
demolire per volere di Vespasiano Gonzaga. Insieme alla Chiesa di Santa Maria
Assunta rappresenta il nucleo religioso
più vicino alla zona politica della città.
L’elemento che la caratterizza è la
pianta ottagonale ispirata a modelli
lombardi del XV secolo di matrice bramantesca, soprattutto la Chiesa di Santa
Maria Incoronata a Lodi. I decreti postridentini prevedevano l’edificazione di
chiese con schema centrico, quindi la
Chiesa dell’Incoronata di Sabbioneta
non costituisce un’anomalia rispetto ai
più diffusi impianti longitudinali. La
pianta centrale ha infatti rappresentato
l’alternativa a quella longitudinale fin
dai primordi dell’architettura religiosa
cristiana e la sua origine è da individuare in una diffusa tipologia di mausoleo romano. L’idea di realizzare una
chiesa a pianta ottagonale in Sabbioneta nasce probabilmente in seguito ai
frequenti viaggi di Vespasiano nello
Stato di Milano, oltre alla sua particolare
attenzione ai modelli classici. La Chiesa
dell’Incoronata oltre a essere l’edificio
dei Serviti divenne il mausoleo di Vespasiano per sua espressa volontà testamentaria. All’interno è custodito infatti
il suo monumento funebre, realizzato
TURISMO religioso
■ Chiesa di Santa Maria
Assunta
Venne edificata tra il 1578 e il 1582. La
torre campanaria, il portale d’ingresso,
la bibienesca Cappella ottagonale del
SS. Sacramento e la decorazione interna
sono del XVIII secolo. Il Battistero è dei
primi del Novecento.
Piazza Ducale
46018 Sabbioneta (MN)
■ Chiesa di San Rocco
Edificata nella sua forma attuale nel XVII
secolo, conserva al suo interno affreschi
di G. Morini da Viadana.
È attualmente utilizzata come sede museale per esposizioni temporanee.
Piazza San Rocco
46018 Sabbioneta (MN)
■ Museo di arte sacra
Questa raccolta è stata inaugurata e
aperta al pubblico il 25 aprile 1990. La
sua realizzazione, così come la sua gestione, è stata affidata dal parroco don
Ennio Asinari alla cooperativa Centro
Culturale A Passo d’Uomo, costituitasi in
Sabbioneta nel 1981. L’esposizione è
stata allestita nell’antica canonica, capace di diverse sale adatte allo scopo. Il
Museo è strutturalmente e intenzionalmente parte di un insieme di attività interdipendenti che comprendono il
Centro Ricerca per studenti, l’Archivio
storico e la Biblioteca moderna. L’espo-
sizione comprende argenterie, tessuti,
manoscritti e il celebre Toson d’oro rinvenuto nella tomba di Vespasiano.
Via dell’Assunta 7
46018 Sabbioneta (MN)
Telefono: 0375-220299, 0375-52035
■ Chiesa di Villa Pasquali
Lasciata Sabbioneta in direzione nordest lungo la statale per Mantova si incontra questa magnifica parrocchiale
dedicata a Sant’Antonio Abate, gioiello
del barocco mantovano, opera di Antonio Bibiena, che vi lavorò tra il 1765
e 1784. Con la sua pianta a croce latina, le cupole traforate e arabescate,
le cappelle laterali e la ricca decorazione, rappresenta una splendida sorpresa per il visitatore, che certo non si
aspetta di incontrarla in un piccolo
borgo. Al decoro pittorico lavorarono lo
stesso Bibiena e, successivamente, Pietro Groppi e Giuseppe Cremaschi. La
pala d’altare è di Agostino Amadini,
cremonese (1877), la Via Crucis di
Francesco Chiozzi. Nel 1841 Raimondo
Cavalletti costruì l’organo.
Via Don G. Bianchi
località Villa Pasquali
46018 Sabbioneta
Telefono: 0375-52062
■ Santuario di Santa Maria
delle Grazie di Vigoreto
Il Santuario di Santa Maria delle Grazie sorge a circa un chilometro dalla
cinta muraria di Sabbioneta in un
borgo immerso nella campagna chiamato Vigoreto. La chiesa fu costruita
nel 1543 nel punto in cui la Vergine
06Mantova:06Mantova 21/03/12 11:30 Pagina 21
Via Santuario
46018 Sabbioneta (MN)
■ Chiesa parrocchiale di San
Giorgio Martire a Breda Cisoni
La Chiesa odierna fu costruita a metà
del XVIII secolo quando la nuova condizione socio-economica, il rifiorire della
vita cristiana e il rinnovarsi della cultura
artistica suscitarono nei bredesi il desiderio di esprimere la loro religiosità con
la costruzione di una nuova chiesa dalle
caratteristiche completamente diverse
dalla precedente: più fastosità, armonia,
maestosità e solennità. Dedicata come
la precedente a San Giorgio Martire, la
Chiesa venne iniziata il 12 maggio
1747. Benedetta la prima metà il 28
marzo 1756, i lavori ripresero il 12 aprile
di quell’anno per terminare l’opera muraria nel 1764. Nei sei anni successivi
verranno completati gli interni. La parrocchiale è a pianta longitudinale, a navata unica coperta a botte, con unghie
e cinque cappelle passanti per lato. L’interno è molto ornato con cornici, ancone, sfondati, dipinture, scagliole
colorate, dorature e curvilinee, sagome
d’altare, statue.
Via IV Novembre 2
46018 Breda Cisoni di Sabbioneta (MN)
Telefono: 0375-254020
■ Oratorio della Beata Vergine
del Lago
Il santuario si trova a circa 1,5 km dal
centro di Breda ed è dedicato alla Madonna. La leggenda vuole che Maria sia
apparsa su un albero e che questo sia
ancora interposto tra il muro della casa
retrostante e l’altare. Nell’antichità non
esisteva che una cappelletta dedicata
all’Immacolata concezione di Maria Ver-
gine.Per i molti miracoli avvenuti in questo luogo la famiglia Genovesi nel 1640
fece erigere l’attuale oratorio.
L’interno è molto semplice. Particolare
è il soffitto a cassettoni. La Madonna è
raffigurata in un antico affresco posto
sopra l’altare nell’atto di allattare Gesù
bambino. Una rappresentazione simile
della Madonna che allatta è presente
nel quadro di un’alluvione assieme ai
quattro Santi Incoronati. Molti sono gli
ex voto di vario genere e fattura presenti all’interno. In passato sembra che
la rappresentazione della Madonna
abbia pianto. Ne è testimonianza
l’alone attorno al suo occhio destro.
■ Chiesa di Ponteterra
Nella frazione di Sabbioneta Ponteterra
è possibile visitare la parrocchiale del
XVII secolo, caratterizzata da una facciata in cotto e da pregevoli decorazioni
interne.
■ Eremo di San Remigio
Percorrendo, infine, la strada Vitelliana,
l’antica strada militare romana, fatta
costruire dal proconsole Vitellio, si nota
l’Eremo di San Remigio, edificato nel
XVII secolo per i pellegrini che si recavano a Roma.
TURISMO religioso
21
Mantova
apparve ad alcuni abitanti del luogo,
nelle prossimità di un pilastro su cui
si trovava affrescata la sacra immagine della Madonna di Loreto. Da quel
momento si diffuse la notizia che la
stele dipinta facesse miracoli e iniziarono a confluire da ogni parte della
pianura padana pellegrini per chiedere grazie e beneficiare dei miracoli.
Con le elemosine sempre più ingenti
fu possibile costruire il santuario. I lavori iniziarono nel 1547 con il beneplacito del cardinale Ercole Gonzaga,
vescovo di Mantova e tutore del giovane principe Vespasiano Gonzaga.
L’edificio fu consacrato nel 1554,
come attesta una lapide posta sul lato
sinistro dell’altare maggiore. Nel
1574 Vespasiano chiamò una piccola
comunità di frati cappuccini a occupare il convento fatto costruire vicino
alla chiesa.
La facciata presenta un ingresso sopra
cui si apre un finestrone profilato da
una elaborata cornice realizzata nel
1767, che sostituisce l’originale serliana cinquecentesca. La pianta è longitudinale e presenta una sola navata
con due cappelle per lato. Esse sono
sopraelevate rispetto al piano di calpestio del vano centrale e sono isolate
da cancellate lignee. La semplice aula
interna riflette la sobrietà degli edifici
francescani ed è coperta da un soffitto
ligneo a capriate. La seconda cappella
di destra è la più spaziosa e ospita
l’immagine miracolosa della Madonna di Loreto.
07Milano:07Milano 21/03/12 11:31 Pagina 22
Milano
Milano
22
Nella capitale del design e dell’alta tecnologia, dell’arte e della moda anche
la religiosità vanta uno spazio privilegiato, costellato di edifici che hanno
fatto la storia della devozione lombarda sin dai tempi di Ambrogio, il più
celebre vescovo meneghino. Al di fuori del perimetro cittadino, in quella che
nei secoli passati era una sconfinata campagna, sorsero in età medievale
le abbazie, importanti centri economici e culturali, oltre che culle del cattolicesimo, destinate ad accompagnare lo sviluppo della pianura padana per
molti secoli.
I LUOGHI DI FEDE
NELLA CITTÀ
DI MILANO
■ Duomo
Il percorso di fede nel capoluogo lombardo non può che iniziare dal suo
simbolo più maestoso: dedicato a
Santa Maria Nascente, il Duomo è infatti la chiesa più importante dell’Arcidiocesi di Milano. La sua edificazione
ebbe inizio negli ultimi anni del Trecento, ma furono necessari diversi
secoli perché l’imponente edificio potesse dirsi completato: la facciata
venne ultimata attorno al 1813. Il
Duomo si presenta oggi come l’opera
più importante dell’architettura gotica
in Italia, un trionfo di guglie, contrafforti e statue in marmo bianco; l’interno è a cinque navate, con il
transetto a tre; cinquantadue pilastri
dividono le navate e sorreggono le
volte a costoloni. Particolarmente suggestiva è la visita alle terrazze del
Duomo, accessibili tramite un ascensore: dal punto panoramico è possibile
TURISMO religioso
osservare i dettagli delle ricchissime
decorazioni esterne, ammirare la statua della Madonna posizionata nel
punto più alto e godere della vista
della città.
Veneranda Fabbrica del Duomo
Via Arcivescovado 1
20122 Milano
Telefono: 02-72022656
www.duomomilano.it
■ Chiesa di Santa Maria delle
Grazie e Cenacolo vinciano
Inclusa dall’Unesco nel patrimonio
dell’umanità, la Chiesa di Santa Maria
delle Grazie appartiene all’ordine domenicano; ebbe origine come chiesa attigua al convento voluto dal duca
Francesco I Sforza nella seconda metà
del Quattrocento. Il corpo più antico
della Chiesa è in stile gotico, successivamente venne aggiunto il tiburio attribuito al Bramante, una monumentale
tribuna posta all’incrocio dei bracci e
coperta da una cupola. All’interno sono
conservati due sarcofaghi realizzati nel
Cinquecento da Francesco Olgiati, mentre le cappelle ospitano preziosi affreschi di Gaudenzio Ferrari; nel piccolo
chiostro adiacente alla tribuna si conserva un affresco di Bramantino.
07Milano:07Milano 21/03/12 11:31 Pagina 23
zione napoleonica. La Basilica custodisce
preziose opere d’arte, come il sacello di
San Vittore in Ciel d’Oro, il coro ligneo
intagliato in stile tardo-gotico, il ciborio,
il mosaico dell’abside, e ospita le spoglie
dei santi Ambrogio, Gervaso e Protaso.
Piazza Sant’Ambrogio 15
20123 Milano
Telefono: 02-86450895
www.basilicasantambrogio.it
Piazza Santa Maria delle Grazie 2
20123 Milano
Telefono: 02-4676111
www.grazieop.it
■ Basilica di Sant’Ambrogio
Edificata tra il 379 e il 386 per volere del
vescovo di Milano Ambrogio, fu costruita
in una zona in cui erano stati sepolti i
cristiani martirizzati dalle persecuzioni
romane: per questo motivo venne in un
primo tempo chiamata Basilica Martyrum, salvo voi prendere il nome di
Sant’Ambrogio quando vi venne sepolto
il vescovo stesso. Importante monumento dell’epoca paleocristiana, subì ristrutturazioni nel corso del IX secolo,
quando il vescovo Angilberto vi fece aggiungere la grande abside preceduta da
un ambiente con volte a botte; più
avanti si arricchì delle decorazioni pittoriche del Bramante, del Bergognone e
del Luini. Ricostruita alla fine dell’XI secolo secondo lo stile romanico, durante
la parentesi della Repubblica Cisalpina
ospitò un ospedale militare e venne restituita al culto al termine della domina-
Piazza Sant’Eustorgio 1
20123 Milano
Telefono: 02-89400589
www.santeustorgio.it
TURISMO religioso
Milano
Nell’ex refettorio del convento si ammira il capolavoro di Leonardo da Vinci,
L’ultima cena. L’artista vi lavorò dal
1494 al 1498 impiegando una tecnica
sperimentale particolarmente vulnerabile agli effetti dell’umidità dell’ambiente. Fortunosamente scampato ai
bombardamenti del 1943, sottoposto a
un restauro durato vent’anni, è oggi
una delle principali attrazioni della città.
■ Basilica di Sant’Eustorgio
La fondazione della Basilica, attribuita a
Sant’Eustorgio, risale al III-IV secolo;
modificata in età romanica, conobbe
importanti trasformazioni a partire dal
Duecento, con l’aggiunta di un braccio
di transetto, di diverse cappelle e del
campanile. La cappella Brivio, in particolare, contiene un sepolcro rinascimentale e un trittico del Bergognone, mentre
le ultime tre cappelle sul lato destro
sono ornate di affreschi di scuola giottesca e da tombe marmoree che ospitano le spoglie di membri della famiglia
Visconti. La cappella Portinari, edificata
tra il 1462 e il 1468, è uno dei più celebri esempi del Rinascimento milanese:
decorata da un ciclo di affreschi di Vincenzo Foppa, dal Settecento accoglie il
sepolcro marmoreo di San Pietro Martire, opera trecentesca di Giovanni di
Balduccio. Nella Basilica vengono oggi
venerate le spoglie dei Re Magi, che
Sant’Eustorgio trasportò a Milano da
Costantinopoli.
23
07Milano:07Milano 21/03/12 11:31 Pagina 24
Milano
24
■ Cimitero monumentale
Vero e proprio museo a cielo aperto,
oltre che rappresentare il luogo di sepoltura dei milanesi di ieri e di oggi il
Cimitero monumentale riflette il passaggio delle stagioni artistiche nel capoluogo lombardo. Progettato da Carlo
Maciachini, venne inaugurato nel 1866
e diede l’inizio a una gara tra le famiglie
illustri e facoltose per aggiudicarsi il
mausoleo più spettacolare; al tempo
stesso, queste committenze rappresentarono per gli architetti l’occasione di
misurarsi con il tema funerario, scegliendo di volta in volta soluzioni classiche o innovative.
Il Famedio ospita le spoglie dei milanesi che hanno contribuito al progresso della città in campo politico,
economico, sociale, artistico, culturale.
Piazzale Cimitero Monumentale 2
20154 Milano
Telefono: 02-88465600
www.monumentale.net
I LUOGHI DI FEDE
IN PROVINCIA
■ ABBAZIA DI CHIARAVALLE
Situata nel cuore del borgo omonimo, di cui è parrocchia, l’Abbazia
di Chiaravalle venne fondata nel 1135
TURISMO religioso
da un gruppo di monaci provenienti
dall’Abbazia francese di Clairvaux; la
costruzione dell’attuale chiesa ebbe
inizio alcuni anni più tardi, mentre
dell’originaria non resta traccia. Tra i
primi esempi del gotico in Italia, contaminato da elementi romanici e
tardo-romanici, la chiesa presenta
una pianta interna a croce latina con
tre navate, il transetto aggettante e
l’abside rettilinea, affiancata da un
chiostro quadrato; il tiburio e il refettorio risalgono al Trecento, mentre alla
fine del XV secolo iniziò la costruzione
del chiostro grande, attribuito al Bramante o all’Amadeo, e del capitolo.
La cacciata dei monaci nel 1798,
quando venne istituita la Repubblica
Cisalpina, fu seguita dalla demolizione del monastero: si salvarono solo
la chiesa, una parte del chiostro piccolo, il refettorio e gli edifici dell’ingresso; nel 1861 il chiostro grande
venne sacrificato per permettere il
passaggio della linea ferroviaria Milano-Pavia-Genova. I lavori di restauro, iniziati nei primi anni del
Novecento, restituirono l’Abbazia ai
monaci e al culto.
All’interno tra le molte opere d’arte
conservate spiccano il coro ligneo, intagliato da Carlo Garavaglia tra il
1640 e il 1645, l’affresco dei Fiammenghini nel braccio nord del tran-
setto, la Madonna della Buonanotte
di Bernardino Luini, i graffiti del capitolo, attribuiti al Bramante, che raffigurano la Milano del Quattrocento.
La chiesa è sovrastata dalla torre a sezione ottagonale edificata nella prima
metà del Trecento su progetto di Francesco Pecorari da Cremona; in dialetto
milanese è chiamata Ciribiciaccola.
Via Sant’Arialdo 102
20139 Milano
Telefono: 02-57403404
www.chiaravalle-milano.it
■ ABBAZIA DI MORIMONDO
L'Abbazia cistercense di Morimondo,
fondata nel 1134, sorge nel territorio
del Parco del Ticino nei pressi di Abbiategrasso. Esempio di architettura
cistercense evoluta verso il gotico, la
maestosa Abbazia fonde i due stili
con un risultato accattivante: dell’impianto cistercense conserva i contorni
netti e geometrici, la forma rettangolare dell’abside, la pianta a croce latina e le due cappelle per ciascun
braccio del transetto; l’influenza gotica è presente nelle navate con volte
a ogiva, che le conferiscono un notevole slancio verticale. L’interno è
semplice ed essenziale, privo di decorazioni; degni di nota sono il coro
07Milano:07Milano 21/03/12 11:31 Pagina 25
Pampuri, prima di farsi frate dei Fatebenefratelli. L’esempio di abnegazione
e dono di sé in nome della vita lega
quindi idealmente la Santa di Mesero
e il Santo di Morimondo.
Fondazione Abbatia Sanctae
Marie de Morimundo
Piazza Municipio 6
20081 Morimondo (MI)
Telefono: 02-94961919
www.abbaziamorimondo.it
■ ITINERARIO DI SANTA
GIANNA BERETTA MOLLA
In vista degli appuntamenti legati al
2012, Anno internazionale della famiglia, particolarmente significativa è la
visita ai luoghi in cui visse Santa
Gianna Beretta Molla. Medico pediatra, durante la gravidanza della sua
quarta figlia si manifestò un voluminoso fibroma all’utero, che rifiutò di
fare asportare con metodi che compromettessero la nascita della bambina,
sebbene più sicuri. Morì per le complicazioni successive al parto. Alla santa
sono dedicate numerose parrocchie e
istituti, in Italia e all'estero.
■ Santuario della Famiglia
“Santa Gianna Beretta Molla”
a Mesero
A Mesero sorge il Santuario dedicato
a Santa Gianna Beretta Molla, sepolta
nel cimitero locale; la figlia minore
vive in paese.
Piazza Europa 2
20010 Mesero (MI)
Tel. 02-9786035 – 338-3147550
www.santuariosantagianna.it
■ Basilica di San Martino a
Magenta
Nella Basilica di San Martino Gianna fu
battezzata l’11 ottobre 1922 e si sposò
il 24 settembre 1955 con Pietro Molla.
■ Pontenuovo
Ospita la casa sponsale di Gianna e la
Chiesetta della Madonna del Buon Consiglio, dove la Santa pregava e dove ha
battezzato e consacrato alla Madonna i
suoi figli. Il pellegrinaggio, con pullman
privato o in auto, richiede almeno mezza
giornata. A Mesero è possibile ascoltare
un’introduzione alla vita e alla spiritualità di Santa Gianna e celebrare l’Eucarestia nel Santuario, accordandosi con il
sacerdote responsabile.
TURISMO religioso
25
Milano
ligneo, realizzato nel 1522 da Francesco Giramo; gli affreschi della cappella
del battistero; le tele di Daniele Crespi,
che operò anche nella Certosa di Pavia;
l’acquasantiera all’ingresso e il crocifisso ligneo. Oggetto di una lunga
opera di recupero che l’ha restituito
nella sua completezza alla fruizione del
pubblico, il complesso monastico si sviluppa su quattro livelli edificativi che
comprendono numerosi ambienti suggestivi convergenti verso il chiostro,
punto di raccordo della vita monastica.
Fra le attività coordinate dalla Fondazione ci sono le visite guidate al complesso monastico in giorni sia festivi
che feriali; le visite guidate al Civico
Museo Comolli, aperto una domenica
al mese; i laboratori di miniatura attivi
per ragazzi e adulti.
A Morimondo per circa 10 anni lavorò
come medico condotto San Riccardo
08Monza e Brianza:08Monza e Brianza 21/03/12 11:32 Pagina 26
Monza e Brianza
Monza e Brianza
26
Ispirato al Cammino di Santiago de Compostela, il percorso devozionale
che si snoda nella provincia di Monza e Brianza ripercorre le tracce di
Sant’Agostino: seguendo l’ideale itinerario dei santuari mariani il pellegrino
ha l’occasione di andare alla scoperta dell’area brianzola e del suo patrimonio paesaggistico, artistico e culturale. Da Monza, antica capitale del
regno longobardo, alle colline disseminate di ville signorili ed edifici di
culto, un percorso che non manca di arricchire il turista affascinato dalle
suggestioni storiche e religiose del territorio.
■ Cammino di Sant’Agostino
in Brianza
Un pellegrinaggio ecosostenibile in 25
tappe da percorrere a piedi in 14 giorni:
l’itinerario, lungo circa 350 km, collega
i 25 santuari mariani presenti in Brianza
seguendo un tragitto circolare che parte
e arriva a Monza. Il Cammino consente
anche la visita dei più importanti siti
artistici e storici brianzoli (chiese, monasteri, monumenti antichi e moderni,
parchi naturali, parchi, ville). Il percorso
è stato ideato come un cammino di
ispirazione mariana: mai come nel territorio della Brianza la venerazione della
Madonna si è manifestata in un’impressionante serie di edifici di culto e
più in generale di testimonianze popolari di fede tuttora evidenti in edicole,
cappelle e grotte mariane. Pur essendo
esplicita la valenza religiosa e spirituale,
il Cammino può essere compiuto anche
in un’ottica più laica, come momento
di svago e di vacanza intelligente a piedi
o in bicicletta: un vero e proprio percorso di turismo sostenibile in un territorio ancora poco conosciuto. Il percorso
è presentato in una guida di recente
TURISMO religioso
pubblicazione, Il Cammino di Sant’Agostino, curata da Renato Ornaghi ed
edita dall’Opificio Monzese delle Pietre
Dure. Il Cammino prende il nome da
Sant’Agostino di Ippona, che si stabilì
a Cassiciacum/Cassago dopo la conversione. Il periodo vissuto dal Santo in
Brianza è documentato nelle Confessioni. Il simbolo di questa conversione
nella sua vita è rappresentato dalla famosa “cintura” che la Madonna donò
in apparizione a Santa Monica, madre
di Agostino. “Questa chiusa circolarità
del Cammino offre elementi simbolici
di riflessione non banali che sono già
evidenti nell’emblema identificato per
il Cammino stesso, ma soprattutto nella
cintura agostiniana quale simbolo d’impegno e di costanza nella propria idealità, nella propria vocazione esistenziale:
immagine di un percorso di vita che
muove e ritorna allo Spirito. Cintura
quale simbolo agostiniano di adesione
intima al proprio credo, conquistato
dopo un impegnativo e faticoso cammino.” Il simbolo del Cammino di
Sant’Agostino è basato sulla corona di
dodici stelle in campo azzurro (logo
dell’Unione Europea), su cui è sovrapposta una seconda corona ellittica di
stelle in colore giallo, a rappresentare i
venticinque santuari e la circolarità
chiusa del Cammino. All’interno delle
due corone di stelle è stilizzata la corona
regale, simbolo della città di Monza e
più in generale di tutta la Brianza.
www.camminodiagostino.it
PUNTI DI INTERESSE
COMPRESI
NEL CAMMINO
DI SANT’AGOSTINO
MONZA
■ Duomo di Monza e Museo
e Tesoro del Duomo
La fondazione del Duomo di Monza risale alla fine del VI secolo, quando Teodolinda, regina dei Longobardi, fece erigere al centro della città una Basilica
dedicata a San Giovanni Battista; nel
627 il Duomo accolse le spoglie di Teo-
08Monza e Brianza:08Monza e Brianza 21/03/12 11:33 Pagina 27
Segreteria del Duomo
Via Canonica 8
20052 Monza
Telefono: 039-389420
www.duomomonza.it
Museo e Tesoro del Duomo
di Monza
Telefono: 039-326383
www.museoduomomonza.it
Triuggio
■ Chiesa parrocchiale
di Tregasio
Progettata in stile neogotico dall’ingegnere Monsignor Spirito Chiappetta, la
chiesa è dedicata ai SS. Martiri Gervaso
e Protaso e venne consacrata il 23 luglio
1932. Ha un portale d’ingresso preceduto da un porticato che sostiene la
27
Monza e Brianza
dolinda, oggi conservate nella Cappella
della Regina. La Cappella è decorata da
un ciclo di affreschi della famiglia di pittori milanesi Zavattari, considerato una
pregevole opera d’arte dell’epoca tardogotica lombarda. Il Duomo venne ricostruito e ampliato nel XIV secolo su progetto di Matteo da Campione; le attuali
decorazioni in stile barocco risalgono al
Seicento. Nella Cappella della Regina è
conservata la Corona Ferrea, usata dall’Alto Medioevo all’Ottocento per incoronare i re d’Italia; secondo la tradizione,
la Corona contiene uno dei chiodi usati
per la crocifissione di Cristo. Adiacente
al Duomo è il Museo e Tesoro del
Duomo di Monza, che conserva opere
dell’antichità tardo-romana e dell’Alto
Medioevo, tra cui le suppellettili liturgiche donate dalla regina Teodolinda.
torre campanaria. L’interno è a tre navate che terminano a pianta centrale;
su di essa si immettono i due bracci laterali e l’abside con la zona presbiteriale;
gli elementi marmorei presenti nella
chiesa sono rilevabili nelle due cappelle
laterali e nel ciborio dalle facciate arricchite da mosaici. L’altare maggiore è
costruito con marmi preziosi di 25 qualità diverse, che producono un notevole
effetto policromo.
Piazza della Chiesa 1
Tregasio di Triuggio
Telefono: 0362-919844
■ Rotonda dei Santi Gervaso
e Protaso a Tregasio
Accanto alla parrocchiale di Tregasio
sorge la Rotonda, uno dei monumenti
più pregevoli dell’arte neoclassica lo-
cale. La sua origine risiede nel progetto
dell’architetto Luigi Cagnola, che desiderava erigere un edificio con la funzione di tomba di famiglia. Morto il
Cagnola nel 1833, il progetto fu ripreso dal secondo marito della vedova
contessa dei Marchesi d’Adda, Ambrogio Nava, il quale ampliò la struttura
e vi aggiunse elementi decorativi. Preceduta da una gradinata, la Rotonda
presenta un piccolo pronao sorretto
da sei cariatidi; ai lati sono collocate
statue di santi, tra i quali Gervaso e
Protaso a cui l’edificio è dedicato; la
cupola, alta 15 metri, in origine era
costruita in arenaria, ma dopo il restauro del 1971 venne rifatta in rame.
L’interno è a pianta centrale con un
corpo cilindrico terminante in una semisfera, suddivisa in 20 cassettoni degradanti e inseriti in ordini di anelli
concentrici.
TURISMO religioso
08Monza e Brianza:08Monza e Brianza 21/03/12 11:33 Pagina 28
Seregno
Monza e Brianza
28
■ Collegiata di San Giuseppe
Il suo nome per esteso è Basilica Romana Minore, Collegiata, Prepositurale
di San Giuseppe; la sua edificazione risale al XVIII secolo, in piena dominazione austriaca. Costruita su due chiese
parrocchiali preesistenti, venne inaugurata nel 1781; in origine avrebbe
dovuto avere dimensioni maestose, secondo le intenzioni dell’architetto Ermengildo Pini, ma in seguito il progetto
si ridimensionò e la forma attuale si
deve a Giulio Gallori. L’interno della
nuova chiesa fu rifinito e abbellito con
vari altari e tele preziose; spicca per il
suo valore artistico il ciborio di bronzo
dorato, con pietre preziose, collocato
sull’altare maggiore.
Piazza della Libertà 6
20831 Seregno (MB)
www.basilicasangiuseppe.it
■ Oratorio dei Santi Rocco
e Sebastiano
È la chiesa più antica della città: la
sua costruzione fu infatti voluta dal
cardinale Carlo Borromeo nel 1577
come segno di devozione per i Santi
Rocco e Sebastiano, morti di peste durante l’epidemia del 1576. L’aspetto
attuale dell’Oratorio risale all’inizio
del XVII secolo, quando venne aggiunto il campanile; l’interno conserva
affreschi del pittore Gabrio Bossi sulle
lunette absidali (San Gerolamo, Sant’Ambrogio, San Gregorio, Sant’Agostino) e sulla volta dell’abside (I quattro evangelisti).
TURISMO religioso
Via Cavour 85
20831 Seregno (MB)
Telefono: 0362-241756
www.oratoriosanrocco.it
Desio
■ Basilica dei Santi Siro
e Materno
La Basilica dei Santi Siro e Materno
venne edificata tra il XVII e il XVIII secolo
e successivamente ampliata nella parte
posteriore. L’interno, che risente dell’influenza di modelli stilistici cinquecenteschi, ospita altari arricchiti da decorazioni barocche, affreschi su tela dipinti
tra il 1858 e il 1861 da Mauro Conconi
e una croce processionale in lamina
d’acciaio incisa a bulino risalente alla
fine del XV secolo. Della stessa epoca è
il campanile gotico, che alloggia otto
campane realizzate dal fonditore varesino Felice Bizzozero nel 1843, considerate tra i migliori concerti di campane
esistenti.
Via Conciliazione 2
20033 Desio (MB)
Vimercate
■ Basilica di Santo Stefano
Edificio romanico datato attorno all’VIII
secolo, rimaneggiato e ampliato in più
occasioni, conserva tuttora la cripta
dell’XI secolo. Sulla sommità della facciata, in una nicchia sotto il timpano,
si ammira un gruppo scultureo raffigurante la Madonna col Bambino e i
Santi Stefano e Damiano risalente alla
scuola campionese attiva nel Trecento.
All’interno si conserva il grande affresco
del catino absidale con le Storie della
passione di Santo Stefano, eseguito nel
1566 da Lattanzio Gambara; la navata
è decorata da affreschi eseguiti da Antonio Busca, celebre classicista del Seicento. Il campanile romanico conserva
alla base sarcofagi e lapidi risalenti all’epoca romana.
Via de Castillia 2
20059 Vimercate (MB)
Telefono: 039-668122
■ Oratorio di Sant’Antonio
Abate
L’Oratorio presenta una facciata semplice a capanna, con il lato settentrionale costruito con ciottoli di fiume e
mattoni risalente al XIII-XIV secolo; il
campanile venne aggiunto nel Seicento.
L’interno custodisce un altare barocco
della prima metà del Seicento, mentre
sulla controfacciata una tela della stessa
epoca raffigurante la Gloria di San Carlo
Borromeo riporta una veduta del borgo
di Vimercate. I cicli di affreschi, importante esempio di pittura tardo-gotica
provinciale, risalgono al 1460-1480 e
sono sopravvissuti agli interventi di ristrutturazione.
Via Cavour
20059 Vimercate (MB)
09Pavia:09Pavia 21/03/12 11:34 Pagina 29
Pavia
Il contributo del Pavese alla ricchezza di percorsi devozionali che caratterizza
l’area lombarda ha una duplice origine: da un lato i magnifici edifici religiosi
del capoluogo di provincia, che custodiscono preziose reliquie e rappresentano la testimonianza materiale dell’evolversi del potere spirituale in relazione a quello temporale; dall’altro lato la Via Francigena, che da Canterbury
porta a Roma toccando numerosi comuni della provincia.
29
nel 525; in seguito fu riabilitato e considerato il custode della fede cristiana e
della cultura latina. Il re longobardo
Liutprando rinnovò la Basilica tra il 720
e il 725, detta in Ciel d’Oro appunto
per un soffitto ligneo completamente
dorato, fece aggiungere il monastero
adiacente e vi collocò le spoglie di Sant’Agostino, traslate da Cagliari; la presenza di Sant’Agostino è così importante
per Pavia che è stato dichiarato, insieme
a San Siro, patrono della città. Vi fu sepolto anche il re Liutprando stesso. Nel
monastero attiguo alla Basilica ebbe
sede una fiorente scuola di grammatica
e retorica, alla quale lo stesso Carlo
Magno diede grande impulso. Papi ed
imperatori concessero al monastero donazioni e privilegi, che ne fecero uno
dei centri culturali e religiosi più ricchi,
potenti e significativi del Medioevo europeo. La ricostruzione della Chiesa avvenne probabilmente tra l’XI e il XII secolo, con una lunga fase costruttiva da
ancorare al 1132, data della consacrazione da parte di Papa Innocenzo II. La
facciata della Basilica è in laterizio rosso.
Ha la struttura a capanna tipica del romanico pavese e due contrafforti la tripartiscono, proiettando la divisione interna in tre navate. Il contrafforte destro
è più ampio perché contiene una scala
a chiocciola che conduce ai sottotetti,
utile per la manutenzione. I piatti ceramici
di fattura islamica sono raffinati prodotti
di importazione, murati fin dall’origine
tra gli archetti intrecciati per impreziosire
le cortine murarie. Altro elemento di
grande pregio è il portale, con triplice
incorniciatura. Osservando l’archivolto
più esterno possiamo leggere in figura
la vicenda dell’anima umana (l’omuncolo
nudo sulla barca, simbolo della Chiesa),
che risale tra i perigli del peccato (la
catena di mostri marini) all’approdo
della pace divina (“PAX” è scritto nel
cartiglio che tiene tra le mani l’angioletto
TURISMO religioso
Pavia
■ BASILICA DI SAN PIETRO
IN CIEL D’ORO
La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro,
che custodisce le spoglie del Santo Martire Severino Boezio e del Santo Dottore
della Chiesa Agostino, è uno dei simboli
della cristianità e gode inoltre di citazioni
illustri da parte dei tre grandi della letteratura italiana: Dante, Petrarca e Boccaccio. Nome e ubicazione esprimono
il significato profondo della Basilica,
dedicata al primo apostolo San Pietro e
posta proprio sul percorso che da Milano
a Pavia immetteva nella via Francigena
per Roma. Venne costruita al di fuori
del perimetro delle mura, sulla zona
detta “Agro Calvenzano”, dove il filosofo
Severino Boezio, consigliere di Teodorico,
venne fatto giustiziare dal sovrano stesso
09Pavia:09Pavia 21/03/12 11:34 Pagina 30
Pavia
30
a mezzo busto tra colombe). Nel timpano
è situato un elegante arcangelo sotto
un baldacchino con scettro e globo, a
destra un servo con veste corta, a
sinistra un personaggio altolocato. All’interno opera di scultura di grandissimo
pregio e massima importanza storica e
artistica è l’Arca di Sant’Agostino, eseguita nella seconda metà del Trecento
dai maestri campionesi.
Via Liutprando
27100 Pavia
■ DUOMO DI PAVIA
Voluto nel 1488 da Ascanio Sforza, arcivescovo di Pavia, e da Ludovico il
Moro, al progetto del Duomo di Pavia
misero mano i migliori ingegni del Rinascimento, nomi celebri come Bramante,
Amadeo e Leonardo da Vinci. L’ecclesia
maior o Tempio della Cattedra sorge
nel punto in cui in epoca romana probabilmente era presente un tempio dedicato a Cibele, distrutto per erigere
due chiese paleocristiane e spegnere,
così, il culto pagano; vennero distrutte
a loro volta nel V secolo sotto il vescovo
Epifanio per costruire due chiese ro-
maniche, quella di Santo Stefano (estiva)
e quella di Santa Maria del Popolo (invernale). I pavesi ottennero infine il
permesso del Papa di abbatterle per
innalzare una chiesa unica, massimamente sontuosa. Il 29 giugno 1488
venne posata la prima pietra; a mano
a mano che si demolivano i due edifici
romanici si costruiva il Duomo, con
varie battute di arresto per problemi
soprattutto economici. Gli ultimi lavori
sono del 1933 ma ancora la cattedrale
non è terminata, mancando tutto il rivestimento in marmo della facciata:
essa, rimasta al rustico, presenta mattoni
in addentellato. L’edificio è di importanza
capitale nel quadro dell’architettura italiana del Rinascimento: si sperimenta
infatti per la prima volta in forme monumentali l’organismo a pianta centrale
e cupola affermatosi poi a San Pietro a
Roma. La cupola, la terza in Italia per
dimensioni, appare un capolavoro di
ingegneria: fu innalzata nel 1884 su
progetto di Carlo Maciachini; domina
la città ed è visibile dalle varie vie di
accesso, guida sicura verso il cuore
della religiosità pavese. L’interno è a
croce greca, con un braccio più lungo
degli altri perché il progetto originale
prevedeva una lunga navata longitudinale innestata su un corpo a pianta
centrale. Il Duomo conserva le spoglie
mortali del santo patrono della città,
Siro, che secondo la leggenda fu quel
bambino di Galilea che diede a Gesù i
cinque pani d’oro e i due pesci che
vennero moltiplicati miracolosamente.
Quanto rimane del suo corpo è visibile
in una cappella a lui dedicata: si tratta
09Pavia:09Pavia 21/03/12 11:34 Pagina 31
di un’urna posta dentro l’altare, che si
ammira passando su una scaletta appositamente sopraelevata. Diversi dipinti
seicenteschi narrano la vita del Santo.
Il Duomo conserva molte altre reliquie
tra cui le Sacre Spine, racchiuse in un
tabernacolo; per aprirlo sono necessarie
tre chiavi, conservate da tre persone
diverse: il vescovo, il parroco e il sindaco.
Piazza del Duomo
27100 Pavia
Piazza San Teodoro
27100 Pavia
Piazzetta Vincenzo Azzani 1a
27100 Pavia
www.sanmichelepavia.it
31
Pavia
■ BASILICA DI SAN TEODORO
Dedicata al vescovo Teodoro, la caratteristica facciata tradisce l’origine romanica della bella Basilica. La vicinanza
della chiesa al Ticino fece sì che il Santo
diventasse il protettore dei pescatori e
di tutti coloro che lavoravano sul fiume
e lungo le sponde, come i barcaioli e le
lavandaie. L’interno custodisce un famoso
affresco del Lanzani, che raffigura una
veduta di Pavia e delle sue numerose
torri nel 1522.
■ BASILICA DI SAN MICHELE
MAGGIORE
Fondata nel secolo XII, è uno dei più significativi esempi di architettura romanica,
edificata quando Pavia divenne capitale
del Regno. Ebbe funzione di Cappella
Palatina e ospitò l’incoronazione dei re
longobardi, oltre che di Federico Barbarossa
nel 1155. La facciata presenta croce
latina, con transetto sporgente, e tre facciate “a capanna”, ossia a due spioventi.
A differenza delle altre chiese pavesi, in
cui prevale l’uso della terracotta, è quasi
interamente ricoperta di pietra arenaria,
che ha il pregio di assorbire la luce e restituire riflessi sempre diversi. A causa
della sua malleabilità tale pietra è purtroppo
soggetta all’erosione causata dagli agenti
atmosferici: ne risentono in particolare le
decorazioni esterne, ormai in gran parte
illeggibili. Sopra il portale mediano è raffigurato l’Arcangelo San Michele, con
globo e fiori di loto e il drago dell’apocalisse,
in pietra più dura dell’arenaria; sopra il
portale di sinistra Sant’Ennonio, vescovo
di Pavia nel VI secolo, sopra quello di
destra Sant’Eleucadio, vescovo di Ravenna,
il quale benedice alla maniera greca e ha
il pastorale a sinistra. Sulla facciata sono
rimasti 30 buchi che in origine ospitavano
i bacini di provenienza orientale di maiolica,
ora conservati all’interno del Museo. Due
autori hanno lavorato alla facciata: uno
fino alle fasce di scultura che richiamano
l’architettura dell’Asia Minore, raffiguranti
scene di caccia, di pesca e animali
fantastici, l’altro fino alla sommità.
■ CERTOSA DI PAVIA
Edificata nel 1396 per volere di Gian
Galeazzo Visconti come mausoleo di famiglia, la Certosa è una preziosa testimonianza di come stili diversi che vanno
dal gotico lombardo, al rinascimentale,
al barocco, possano dare origine a un
complesso così armonioso. Alla sua costruzione, durata due secoli, parteciparono
artisti e architetti di grande fama come
Bernardo da Venezia, Cristoforo da Conigo, Giovanni e Guiniforte Solari e
scultori della portata di Amadeo, i fratelli
Mantegazza, de’ Stauris, Dolcebuono e
Briosco. Se la facciata in marmo dall’effetto
cromatico unico incanta il visitatore con
la sua magnificenza, l’interno è altrettanto
coinvolgente. Sembra di camminare sotto
un cielo stellato, le volte blu punteggiate
di giallo e oro preannunciano la ricchezza
degli affreschi realizzati dal Bergognone,
dal Foppa, dal Perugino e dal Guercino.
Di notevole interesse sono inoltre il monumento funebre di Gian Galeazzo ViTURISMO religioso
09Pavia:09Pavia 21/03/12 11:34 Pagina 32
Pavia
32
sconti, il cenotafio di Ludovico il Moro e
Beatrice d’Este, la Sacrestia Vecchia con
il Trittico in avorio della fine del XV
secolo, la Sala del Coro con l’altare
maggiore in marmo e lapislazzuli, la
Sala del Lavabo con l’affresco di Bernardino Luini. Il Chiostro Piccolo e il
Chiostro Grande, con i giardini meticolosamente curati, regalano attimi di silenzio e pace al visitatore immerso nell’atmosfera di spiritualità che si percepisce
tra le antiche mura del monastero.
Viale Monumento
Certosa di Pavia (PV)
Telefono: 0382-925613
www.comune.pv.it/certosadipavia
■ LA VIA FRANCIGENA
IN PROVINCIA DI PAVIA
La Via Francigena, citata per la prima
volta nell´876 d.C., è conosciuta come
la via che parte da Canterbury e giunge
fino a Roma, alla tomba di San Pietro. A
partire dal IX secolo, la strada cominciò
a essere nominata Via Francigena, ovvero
strada che proviene dal regno dei Franchi.
Via millenaria, fu percorsa nei secoli da
mercanti, sovrani, religiosi e pellegrini
che si recavano a Roma e poi proseguivano per la Terra Santa o che, in un percorso inverso, risalivano verso Santiago
de Compostela. La Francigena divenne
così nel Medioevo il punto d’incontro
dei tre grandi pellegrinaggi, di culture,
emblemi e linguaggi dell’Occidente cristiano (Roma, Santiago, Gerusalemme).
È un sistema viario con molte alternative
e varianti che trovano unitarietà e ufficialità nel diario di viaggio di Sigerico,
arcivescovo di Canterbury. Nel 990, di
ritorno da Roma dove aveva ricevuto
il pallium (la stola di lana bianca,
segno del suo incarico), egli annotò le
79 tappe del suo cammino verso Canterbury in un percorso preciso nella
descrizione dei punti di sosta. Forti e
significative sono ancora oggi le influenze esercitate dalla Via Francigena
sulla storia, l’arte, la tradizione religiosa
dei territori attraversati, precoce testi-
monianza di culture europee diverse
che sulla strada partendo dal Medioevo
conducono verso l’Europa moderna.
La Via Francigena ha rappresentato
per secoli il collegamento principale
tra Roma e l’Europa. Nel 2004 fu proclamata dal Consiglio d’Europa “Grande
Itinerario Culturale Europeo” e nel
2007 “Reseau porteur”, rete portante.
I comuni della provincia di Pavia interessati dal tracciato pedonale della
Via Francigena (lungo 126,7 km) sono:
Palestro, Robbio, Nicorvo, Mortara, Tromello, Garlasco, Gropello Cairoli, Carbonara al Ticino, San Martino Siccomario, Pavia, Valle Salimbene, Belgioioso, Corteolona, Santa Cristina e Bissone, Chignolo Po.
10Sondrio:10Sondrio 21/03/12 11:35 Pagina 33
Sondrio
Il pellegrino che si trovasse a percorrere le vie della Valtellina e della
Valchiavenna resterà incantato dall’armoniosità con cui la presenza umana
si è insediata in un contesto paesaggistico eccezionale, dove la natura sembra
cantare le lodi della creazione al pari di quanto fecero gli uomini erigendo
chiese e santuari. La provincia ospita anche una preziosa testimonianza di
fede nella figura di Don Luigi Guanella, che qui visse e operò lasciando nei
suoi cittadini un segno destinato a rinnovarsi grazie all’impegno di religiosi e
laici che ne tengono vivi il nome e il ricordo.
L’itinerario ripercorre i luoghi che furono
familiari a Don Luigi Guanella: Campodolcino e Fraciscio (SO), Pianello del
Lario (CO) e la casa madre a Como in
via Tommaso Grossi, ove il santo (canonizzato a ottobre 2011) è sepolto.
Luigi Guanella nacque a Fraciscio di
Campodolcino in Val San Giacomo (SO)
il 19 dicembre 1842. Morì a Como il 24
ottobre 1915. La sua valle e il paese
(1350 m s.l.m.) si trovano sulle Alpi Retiche. Fin dall’antichità vi si stabilirono
delle comunità vissute, con fatica e
stento, di agricoltura alpina e di allevamento e la cui storia, economia e
struttura sociale fino al 1800 sono segnate dalla posizione geografica della
valle, chiusa sui due lati da due catene
di monti altissimi, ma soggetta a invasioni
di transito. La valle segna la via più
breve di comunicazione tra il sud e il
nord delle Alpi centrali, conferendo qualche vantaggio, soprattutto i privilegi di
una certa libertà comunale concessa
perché gli abitanti non ostacolassero le
comunicazioni commerciali o militari.
Fieri di questa libertà, fervidamente attaccati alla religione cattolica in contrasto
col confinante canton Grigioni riformato,
vivevano in povertà, dediti ai più duri
lavori per garantirsi il minimo di sopravvivenza. Le qualità che ne riportò
Luigi Guanella furono l’abitudine al sacrificio e al lavoro, l’autonomia, la
pazienza e la fermezza nelle decisioni,
insieme a una grande fede.
■ LUOGHI GUANELLIANI
Museo Don Luigi Guanella
Un luogo dove poter conoscere e comprendere l’uomo Don Luigi Guanella, la
sua vita, i suoi interessi, la sua missione
attraverso la visita degli ambienti da lui
abitati. La visita è gratuita; per informazioni contattare Don Adriano Folonaro.
Casa Divina Provvidenza, Como
Telefono: 031-296894
TURISMO religioso
Sondrio
ITINERARIO DEDICATO
A DON GUANELLA
(CANONIZZAZIONE
OTTOBRE 2011)
33
10Sondrio:10Sondrio 21/03/12 11:35 Pagina 34
Sondrio
34
■ FRACISCIO – GUALDERA (SO)
In questi paesi della Val Chiavenna è
possibile visitare i luoghi che hanno
dato i natali a Don Luigi Guanella, la
casa in cui è nato e cresciuto e, attraversando il torrente Rabbiosa, arrivare
a Gualdera, luogo delle baite dove pascolava gli animali da ragazzino, teatro
di molti episodi che di lui oggi ricordiamo.
A Gualdera ci sono ampi spazi per
giochi all’aperto e prati per picnic.
Telefono: 0343-50145, 333-3918142
(parroco Don Eugenio Bulanti)
■ SAVOGNO (SO)
Raggiungibile a piedi, da Borgonuovo
di Piuro o da Sant’Abbondio di Piuro,
con un’ora e mezza di cammino. Sul sagrato della chiesa, da cui si apre una
splendida vista su Chiavenna, vi è un
monumento dedicato a Don Luigi Guanella, che qui fu parroco. Chi fosse interessato a visitare la chiesa deve chiedere
le chiavi agli abitanti del paese. Per conoscere il carisma di Don Guanella è
possibile oggi visitare le realtà guanelliane
animate da religiosi e laici.
■ Servi della Carità, religiosi
Como, Casa Divina Provvidenza; Como
(Lora), Casa di Gino; Nuova Olonio (SO),
Casa Madonna del Lavoro; Riva San
Vitale (Svizzera), Istituto San Pietro Canisio.
■ Figlie di Santa Maria della
Provvidenza, religiose
Ardenno (SO), Casa San Lorenzo; Berbenno di Valtellina (SO), Casa San Benigno; Como, Casa Santa Marcellina;
Como (Lora), Casa Santa Maria della
Provvidenza; Menaggio (CO), Casa Giardino degli Ulivi; Pianello del Lario (CO),
Casa Sacro Cuore.
Per informazioni contattare le singole
case dell’Opera Don Guanella.
SUI SENTIERI DELL’ARTE
E DELLA FEDE
La tradizione artistica della provincia di
Sondrio è evidente nei suoi edifici sacri.
È una terra ricca di arte e cultura, a testimonianza di un passato in cui si sono
alternate vicende storiche e religiose
molto diverse tra loro. Campanili, chiese,
cappelle sono disseminati ovunque, oltre
500 tra grandiosi santuari e piccoli
edifici sacri eretti in tempi lontani a baluardo della fede cristiana. Una lunga
lista che coinvolge tutto il territorio:
Bormio (Collegiata dei Santi Gervasio e
Protasio, San Vitale), Chiavenna (Collegiata di San Lorenzo), Chiesa Valmalenco
(Santuario della Madonna delle Grazie
di Primolo), Civo (San Bartolomeo a
Caspano), Cosio Valtellino (Abbazia di
San Pietro in Vallate), Grosio (San
Giorgio), Grosotto (Santuario della Beata
Vergine delle Grazie), Morbegno (San
Giovanni Battista, Santuario dell’Assunta),
Montagna in Valtellina (San Giorgio),
Novate Mezzola (Tempietto di San Fedelino), Poggiridenti (San Fedele), Ponte
in Valtellina (San Luigi di Sazzo, San
Maurizio), San Giacomo Filippo (Santuario
della Beata Vergine di Gallivaggio), Sondrio (Collegiata dei Santi Gervasio e
Protasio, Santuario della Madonna della
Sassella), Teglio (Sant’Eufemia), Tirano
(Basilica della Madonna, San Martino),
Tresivio (Santuario della Santa Casa di
Loreto), Valdidentro (San Gallo, San
Martino e Urbano a Pedenosso), Valdisotto (Santa Lucia e San Bartolomeo de
Castelaz).
Valtellina Turismo
Telefono: 0342-215921
[email protected]
www.valtellina.it
VALTELLINA
Il profondo legame tra cultura e religione
ha caratterizzato la storia della Valtellina.
Lo testimonia il grande numero di
chiese e santuari sparsi nella vallata.
Un viaggio alle radici della fede e dell’arte sacra nelle Alpi.
10Sondrio:10Sondrio 21/03/12 11:35 Pagina 35
Ufficio Turistico Tirano
Telefono: 0342-706066
VALCHIAVENNA
L’antica Clavenna romana, alla confluenza delle strade dei Passi Spluga
e Maloja, conserva un centro storico
ricco di splendidi palazzi e di tesori
artistici quali la Collegiata di San Lorenzo, che al suo interno custodisce il
Museo del Tesoro e “La Pace”, e il
Mulino di Bottonera. Nelle vicinanze
sono situati il Palazzo Vertemate,
splendida dimora rinascimentale, e il
Santuario della Madonna della Misericordia di Gallivaggio, centro spirituale
della Valchiavenna. Circondata da alte
vette e immersa in una natura rigogliosa e intatta, Chiavenna offre una
cucina genuina e ricca di tradizione
da degustare nei numerosi ristoranti
e crotti (cantine naturali formatesi
dall’addossarsi di macigni enormi che
si sono staccati dai fianchi della montagna in epoca preistorica). La città è
punto di partenza strategico per itinerari in Valchiavenna, Valle Spluga,
Pian di Spagna e Lago di Como. La
Svizzera è situata a pochi km di distanza, come pure le piste sciistiche
di Madesimo, della Valle Spluga e di
St. Moritz. È il luogo ideale per chi
ama la natura e la montagna, per chi
pratica sport tradizionali ed estremi
quali cayoning, parapendio e arrampicata, per chi vuole trascorrere una
vacanza culturale, per chi vuole riscoprire la spiritualità, le antiche tradizioni
e la tipica enogastronomia della terra
dei crotti.
Ufficio Turistico Chiavenna
Telefono: 0343-33442
■ SANTUARIO DELLA BEATA
VERGINE DI GALLIVAGGIO
Questo grazioso santuario del XVI
secolo biancheggia tra pareti rocciose
lungo la strada che sale al passo Spluga.
Dedicato alla Madonna della Misericordia, dichiarata “Patrona della Valchiavenna” durante il Giubileo del
2000, si trova nel comune di San Giacomo Filippo lungo la strada Statale
36 dello Spluga, pochi chilometri dopo
Chiavenna. Sorge sul luogo dove, il 10
ottobre 1492, la Vergine apparve a
due ragazze del posto che raccoglievano
castagne. Di forme nitide ed eleganti,
in contrasto con l’aspro ambiente circostante, l’attuale chiesa è il terzo
edificio costruito. Subito dopo l’apparizione fu eretta una cappella in legno,
sostituita dopo circa vent’anni da un’altra in muratura. Tra il 1598 e il 1603 fu
eretto il Santuario attuale, consacrato
nel gennaio del 1615, mentre il campanile fu innalzato tra il 1728 e il
1731; con i suoi 52 metri è il più alto
della Valchiavenna. Di notevole pregio
e interesse sono gli affreschi del presbiterio e delle cappelle laterali raffiguranti episodi della vita di Maria, eseguiti nel 1605 da Domenico Caresiano,
artista originario del Canton Ticino.
Sempre all’interno, un’opera veramente
unica in queste valli alpine è l’organo
TURISMO religioso
35
Sondrio
■ BASILICA DELLA MADONNA
DI TIRANO
Sorge al crocevia tra l’Italia e la Svizzera,
nel luogo dove, stando alla tradizione,
all’alba del 29 settembre 1504 la Madonna apparve al tiranese Mario Omodei
promettendo la cessazione della peste,
qualora fosse stato costruito un tempio
in suo onore nel punto esatto in cui era
apparsa, vale a dire vicino al ponte
della Folla, al di fuori della cinta muraria
urbana. I tiranesi, confortati da una
serie di eventi ritenuti miracolosi, subito
si attivarono e in data 25 marzo 1505,
nel corso di una solenne cerimonia, fu
posta la prima pietra dell’edificio, ai
piedi della medievale chiesetta di Santa
Perpetua. Il santuario a tre navate a
croce latina è il più bell’esempio del Rinascimento in Valtellina. Ricco fino all’esuberanza di stucchi e sculture, conserva
all’interno un colossale organo, preziosa
opera di intaglio del bresciano Giuseppe
Bulgarini iniziata nel 1608 e completata
nel 1638 dal milanese G.B. Salmoiraghi.
In virtù della sua posizione è da sempre
meta di fedeli provenienti da tutta
Europa. Papa Pio XII, nel 1946, proclamò
la Beata Vergine di Tirano “speciale patrona celeste di tutta la Valtellina”.
10Sondrio:10Sondrio 21/03/12 11:35 Pagina 36
in legno intagliato e riccamente dipinto,
donato nel 1673 dai valligiani emigrati
a Palermo.
Ufficio Turistico Chiavenna
Telefono: 0343-33442
Sondrio
36
■ MUSEO DEL TESORO
E BATTISTERO
Il Museo del Tesoro, che ha sede in un
edificio annesso alla Collegiata di San
Lorenzo a Chiavenna, conserva un vasto
corredo di paramenti e arredi sacri, quali
croci astili in rame, una serie di calici e
un rarissimo codice musicale dell’XI secolo. Pezzo principale è la “Pace di
Chiavenna”, copertina di evangelario
del XII secolo in oro sbalzato, gemme,
perle e smalti, capolavoro dell’oreficeria
medievale: 25 lamine d’oro montate su
una tavola di noce. Sono sbalzati i
simboli degli evangelisti e la scritta in
latino: “Vivano in Cristo e ottengano
per mezzo suo il regno coloro che hanno
fatto o fatto fare un’opera così”. Secondo
la tradizione sarebbe stata donata a
Chiavenna da un vescovo tedesco o
francese: forse da Cristiano di Magonza,
che nel 1176 accompagnò il Barbarossa
a Chiavenna. Al Tesoro sono inoltre
esposti i dipinti su tela più significativi,
eseguiti dal Cinquecento al Settecento,
attribuiti a Giovan Battista Macolino, ai
fratelli Recchi di Como e alle scuole di
Luini e Ferrari, insieme a statue che risalgono al XV e al XVI secolo, di fattura
prevalentemente tedesca o comunque
d’oltralpe. Dal porticato antistante la
Collegiata si accede al Battistero, fonte
battesimale ricavato da un unico blocco
TURISMO religioso
di pietra ollare che reca la data 1156.
La vasca, avente una circonferenza di 6
metri, è decorata da sculture a mezzo
rilievo che rappresentano la cerimonia
del sabato santo per la benedizione
dell’acqua battesimale e la somministrazione del battesimo.
Ufficio Turistico Chiavenna
Telefono: 0343-33442
■ TEMPIETTO DI SAN FEDELINO
All’estremità settentrionale dell’Alto
Lario, sul Lago di Mezzola, all’imbocco
della Valchiavenna si trova quella che
può essere definita la fonte, non solo
architettonica ma anche simbolica, dello
stile romanico, comasco e valtellinese,
che si sviluppò a partire dal Mille: si
tratta della suggestiva Chiesetta di San
Fedelino, una della più preziose testimonianze dell’arte romanica in Lombardia, il monumento più antico della
zona. A ridosso del monte Berlinghera,
su una striscia di terra prospiciente il
fiume Mera che poco oltre entra nel
Lago di Mezzola, sorge questo tempietto,
raggiungibile da un sentiero che parte
da Casenda (Samolaco) o in barca da
Novate Mezzola. Il luogo così isolato
ha rappresentato lungo i secoli la fortuna
di San Fedelino, nel senso che non ha
mai consentito un accorrere di popolo
continuo, con conseguente trasformazione
in un consueto santuario, nonostante
la devozione al santo sia stata sempre
ben viva; la chiesa non ha subito alcuna
trasformazione, non è stata alterata
nella sua struttura architettonica originaria, ragion per cui ai nostri occhi
appare come una testimonianza intatta
della pietà popolare d’inizio millennio.
Storia, arte e ambiente naturale concorrono a trasformare San Fedelino in
una meta turistica senza pari, in grado
di ripagare l’insolita gita.
Ufficio Turistico Chiavenna
Telefono: 0343-33442
11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 37
Varese
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IL QUADRILATERO
BENEDETTINO
Nel cuore d’Europa, nel nord della
Lombardia, si estende la provincia di
Varese costellata di laghi di varia
grandezza, ricca di verde e splendidamente incorniciata da Prealpi e
arco alpino, a pochi chilometri dall’aeroporto intercontinentale di Malpensa e dalla capitale economica
Milano. La terra varesina è scrigno di
una cultura che racchiude piccoli gioielli monumentali soprattutto di carattere religioso. L’Eremo di Santa
Caterina del Sasso è il punto di riferimento più importante perché è una
meravigliosa porta aperta sul cosiddetto quadrilatero benedettino, che
conta la Badia di Ganna, il Chiostro
di Voltorre e il Monastero di Cairate:
tutti beni sui quali la Provincia di Varese ha investito e continua a investire risorse per recuperarli, in
collaborazione con l’Agenzia del Turismo, alla devozione e alla conoscenza artistica e culturale.
TURISMO religioso
11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 38
Varese
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■ EREMO DI SANTA CATERINA
DEL SASSO BÀLLARO
La tradizione vuole che l’Eremo sia
stato fondato da un ricco mercante del
posto che, scampato a un nubifragio
durante la traversata del lago, decise di
ritirarsi su quel ciglio di roccia per condurvi vita da eremita. Lì il Beato Alberto
costruì una cappella dedicata a Santa
Caterina, oggi visibile sul fondo della
chiesa. La cappella, che risale al XII secolo, fu presto affiancata da altre due
chiese, San Nicola e Santa Maria
Nuova, la cui esistenza è documentata
nel XIV secolo. Da allora fino al XVI secolo il monastero crebbe in importanza
e ricchezza. Dopo un primo periodo durante il quale vi soggiornarono i Domenicani, dal 1314 al 1645 condussero
l’Eremo i frati del convento milanese di
Sant’Ambrogio ad Nemus, sostituiti poi
dai Carmelitani fino al 1770. In quest’ultimo periodo, ma soprattutto a
partire dall’Ottocento, il complesso conobbe fasi di decadenza alternate a
brevi periodi di maggiore prosperità.
Dal 1970 l’Eremo è proprietà della Provincia di Varese. Dal 1986 al 1996 è
stato retto da una comunità domenicana, oggi è passato agli Oblati BeneTURISMO religioso
dettini. Numerosi i cicli pittorici entro e
fuori le mura della chiesa, che coprono
un periodo che va dal XIV al XIX secolo.
Arte e storia si integrano splendidamente in un quadro naturale dei più
suggestivi, quasi una balconata che si
protende verso le isole Borromee. Entrando nell’Eremo si incontrano dapprima il convento meridionale (XIV-XVII
secolo) con interessanti affreschi nella
sala del camino, poi il conventino (XIII
secolo) e infine la chiesa, che ingloba al
suo interno la cappella di Santa Caterina. Qui fu trasportato il corpo di Alberto Besozzi, ritrovato nel 1535. Alla
chiesa si accede attraversando un portico formato da quattro archi a tutto
sesto d’impronta rinascimentale. L’edificio attuale ha una struttura davvero
singolare, frutto della fusione di tre
cappelle originariamente distinte. All’interno, di grande ricchezza e qualità
sono i cicli pittorici. Le tre cappelle
sorte in tempi successivi divennero presto meta di pellegrinaggio e il luogo
stesso fu considerato miracoloso: celebre è il prodigio di inizio Settecento,
quando cinque enormi massi “ballerini” precipitarono sulla chiesa, ma restarono impigliati nella volta di una
cappella, senza causare gravi danni, rimanendo sospesi per quasi due secoli,
fino al 1910.
Questi massi “ballerini” sembrano dare
il nome all’Eremo, che per esteso è
Santa Caterina del Sasso Bàllaro, anche
se è più probabile che l’etimologia del
nome sia legata al vicino centro abitato
di Ballarate. Grazie all’Agenzia del Turismo della Provincia di Varese è possibile
raggiungere e conoscere il prezioso
Eremo anche navigando sul portale
multilingue e attraverso una brochure
cartacea nelle principali lingue europee.
Il portale www.santacaterinadelsasso.it
presenta al visitatore la storia e le immagini più mozzafiato dell’Eremo, con
due affascinanti virtual tour, ma anche
indicazioni su dove soggiornare durante
la visita nella provincia varesina. Il sito
Internet presenta inoltre altri spunti turistici, come il Sacro Monte (patrimonio
dell’Unesco) e gli altri tre siti religiosi
che assieme all’Eremo costituiscono il
“quadrilatero benedettino” di Varese:
la Badia di Ganna, il Chiostro di Voltorre
e il Monastero di Cairate.
11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 39
Via Santa Caterina 5
21038 Leggiuno (VA)
Telefono: 0332-647172
■ BADIA DI GANNA
La Badia di San Gemolo a Ganna, sorta
intorno alla fine dell’XI secolo, è uno
dei documenti più preziosi della storia
di questa provincia. Le sue origini sono
legate a una leggenda: si narra infatti
che intorno ai primi decenni dell’anno
Mille, Gemolo, giovane diacono in pellegrinaggio verso Roma, venne decapitato da un gruppo di briganti del
Seprio. Dopo essere stato ucciso, il ragazzo raccolse la sua testa e cavalcò
fino al luogo dove oggi è sita l’abbazia
benedettina, fondata da tre esponenti
dell’alto clero lombardo, nel 1095, su
concessione dell’arcivescovo di Milano
Arnolfo II. Fu così che quella terra, da
sempre contesa, divenne il cuore di
una fiorente attività monastica. Il monastero cercò invano la sua indipendenza, ma non rimase immune dalla
commistione economico-finanziaria
che coinvolse il potere laico e quello
ecclesiastico. La trasformazione dell’abbazia in commenda, voluta da Eugenio IV nel 1477, segnò la fine della
vita dei monasteri, privandoli di quella
ricchezza innovativa di cui erano
espressione all’epoca. Nel 1556, dopo
la sua chiusura, la chiesa assunse la
■ Il Museo della Badia
All’interno del chiostro è ospitato il
Museo della Badia, che espone cimeli
storici, arredi sacri dell’età carolingia,
alcuni laudari antichi, una collezione di
pizzi e ricami dell’Ottocento, ceramiche
di varia origine e anche una piccola pinacoteca. Vi sono poi alcune vetrine
contenenti reperti preistorici.
TURISMO religioso
39
Varese
■ L’ascensore nella roccia
L’Eremo di Santa Caterina del Sasso
può essere raggiunto anche con il
nuovo ascensore scavato nella roccia
realizzato dalla Provincia di Varese.
L’opera permette, in particolare alle
persone anziane o diversamente abili,
di superare in completa agevolezza i
51 metri di dislivello tra il piazzale delle
Cascine del Quiquio e l’ingresso vero e
proprio all’Eremo. Il nuovo ascensore,
che può trasportare fino a 12 persone,
è un vero e proprio gioiello di ingegneria. Infatti, il vano corsa è stato realizzato scavando nella roccia un pozzo di
6 metri di diametro, profondo ben 51
metri e collegato a una galleria orizzontale di uscita alle aree sottostanti
lunga 45 metri che si apre sulla vista
panoramica del Lago Maggiore. Questa ardita e spettacolare opera completa la serie di importanti lavori di
ristrutturazione e messa in sicurezza di
tutta la zona su cui sorge l’Eremo di
Santa Caterina del Sasso attivati dalla
Provincia di Varese.
funzione di parrocchiale. La sua architettura è sintesi di stili di epoche diverse e di difficoltà gestionali causate
dalla presenza di un forte potere feudale, rappresentato da torri e mura
fortificate. La chiesa abbaziale, il chiostro pentagonale e il campanile vennero costruiti in epoca romanica. La
loro eleganza e semplicità ricreano ancora oggi un’atmosfera di misticismo
religioso, di racconti medievali e di cavalieri senza macchia. Le arcate che
percorrono i cinque lati del giardino interno regalano un’armonia spaziale
d’altri tempi. La facciata della chiesa
esprime solidità e importanza. L’interno racconta la storia della Badia
fatta di sofferenze e di fervore religioso; la navata principale, sormontata
da una volta a botte, invita il visitatore
ad accostarsi all’altare, illuminato
dalla luce colorata del mosaico sovrastante, mentre le due laterali, con
volte a crociera, ospitano affreschi che
risalgono al XIII e al XV secolo e che
ricordano il valoroso splendore del
monastero. La Badia di San Gemolo è
un centro di ricca testimonianza storica, un’enciclopedia a cielo aperto,
pronta a svelare tra chiaroscuri il ricordo di un passato lontano.
11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 40
Varese
40
■ La bruciatura del pallone
di bambagia
La festività liturgica di San Gemolo cade
il 4 febbraio. A Ganna la festa coincide,
ovviamente, con la festa patronale, che
viene celebrata nella domenica più
prossima. Al centro della celebrazione
vi è la funzione religiosa che, per quel
giorno, prevede una liturgia apposita,
la lettura della passio al posto della
prima lettura, il canto dell’Inno a San
Gemolo e la bruciatura del pallone di
bambagia.
Viale Rimembranze
21039 Valganna (VA)
www.badiadiganna.org
TURISMO religioso
■ MONASTERO DI CAIRATE
Il Monastero benedettino di Santa Maria
Assunta è stato fondato nel 737 da Manigunda, una nobile longobarda legata
alla corte regia di Pavia, per sciogliere un
voto in seguito a una guarigione. Il primo
documento attendibile in cui viene citato
il Monastero è una bolla di papa Giovanni VIII dell’877 in cui si confermano
al vescovo di Pavia i monasteri extradiocesani di Cairate e Sesto Calende. La tradizione vuole che Federico Barbarossa,
la notte prima della battaglia di Legnano, abbia fatto sostare il suo esercito
nella piana di Cairate e sia stato ospitato
nella foresteria. A seguito degli eventi di
Legnano divenne inevitabile l’aumentata
influenza di Milano, dapprima con i Torriani e poi con i Visconti, dopo la distruzione di Castelseprio nel 1287. La nuova
situazione è documentata anche nel
Monastero con la presenza di stemmi viscontei dipinti e scolpiti, abbinati a quelli
della famiglia Cairati, qui presente con
un ramo secondario, perché quello principale si era trasferito a Milano. In paese
vi era poi una residenza dei Visconti, conosciuta come il “castello” (tra le attuali
vie Dante e XX Settembre) abitata in seguito dal feudatario. Dopo i Visconti
anche gli Sforza concedono dei privilegi
al Monastero. Durante i lavori di adeguamento dell’edificio alle norme emanate
in seguito al Concilio di Trento, la chiesa
monastica assume un nuovo aspetto architettonico e viene decorata con affreschi di Aurelio Luini. In una stanza
adiacente sono presenti affreschi ancora
più antichi, datati al 1480 circa ma di
gusto e ispirazione chiaramente medievali, forse opera di giovani artisti impe-
gnati nella vicina Castiglione Olona, allora fucina d’arte all’incrocio fra tardogotico e Rinascimento. L’intervento di
recupero attuato dalla Provincia di Varese è il primo passo di un più ambizioso
tentativo di rilancio delle bellezze storiche locali. La Provincia sta anche procedendo al restauro dell’ex parrocchiale
dei Santissimi Martino e Ambrogio.
■ Il sarcofago di Manigunda
Nel corso dei lavori di recupero e riqualificazione del Monastero di Cairate attivati dalla Provincia di Varese, sono stati
restituiti al loro antico splendore alcuni
preziosi affreschi. In questa occasione è
stato portato alla luce un sarcofago, ancora visibile oggi, contenente le spoglie
di una donna riccamente abbigliata, che
si crede possa essere Manigunda, la fondatrice.
■ L’affresco di Aurelio Luini
Celebre è l’opera di Aurelio Luini, figlio
del più famoso Bernardino. L’affresco,
grazie alla collaborazione con la Soprintendenza dei beni ambientali e architettonici di Milano, è stato “staccato” dal
muro per essere restaurato e quindi riposizionato nella collocazione originale.
L’opera, dalle dimensioni maestose (14
metri di altezza per 9 metri di larghezza)
è la più importante fra quelle note di Aurelio Luini.
Via Monastero 2
21050 Cairate (VA)
Telefono: 0331-360067 (Municipio)
www.proloco.net/procairate/mon2.html
11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 41
sale al XII secolo. La parte maggiore dell’intero complesso rimasto è occupata
dal Chiostro, che è posto dietro la
chiesa. Originario della fine del XII secolo e opera di Lanfranco da Ligurno,
esso è stato realizzato in un tempo
lungo, come si può riscontrare dall’evoluzione dei dettami stilistici a mano a
mano che la costruzione procedeva. I
capitelli del colonnato hanno forme diverse e sono decorati con pregevoli motivi a figura umana e animale, fiori,
frutta, motivi geometrici. Il priore di Voltorre era nominato dall’Abbazia di Fruttuaria: il priorato svolgeva un ruolo di
primo piano nella comunità locale, essendo la comunità monastica dotata di
grande potere ed estesi possedimenti
nelle terre circostanti. Il suo periodo di
massimo sviluppo risale al XIII secolo, al
quale seguì poi un lento e inesorabile
declino. Passò nelle mani prima di Alessandro Sforza, poi del Papato sotto
Leone IX, che lo concesse in commenda
all’ordine agostiniano del Canonici Lateranensi, i quali ne fecero un’azienda
agricola. Paradossalmente, in quella destinazione d’uso il complesso rifiorì ed
ebbe luogo anche una rivalutazione dei
terreni circostanti Voltorre. La chiesa
venne ampliata tra Seicento e Settecento, e dotata di una cappella, il tutto
in stile barocco. In seguito all’abolizione
degli ordini monastici in epoca rivoluzionaria, il complesso di Voltorre venne
frazionato e destinato a vari usi, anche
privati. Solo alla fine dell’Ottocento si
iniziò un lento recupero degli edifici, che
fu bruscamente interrotto nel 1913 da
un incendio, il quale recò danni ingenti
a molti degli stabili. Il recupero venne ripreso negli anni Trenta, quando una
parte del Chiostro divenne proprietà del
Demanio, e culminò con l’acquisizione
da parte della Provincia di Varese, nel
1954, di una porzione del monumento,
al quale venne aggiunta la parte demaniale negli anni Settanta. Al giorno
d’oggi il Chiostro è divenuto sede espositiva ed è completamente restaurato e
visitabile.
■ Il Museo d’Arte Moderna
Il Chiostro è anzitutto museo di se stesso
e del romanico in genere, da leggere
nella mostra storica permanente, nelle
formelle e nei capitelli del colonnato.
Come Museo d’Arte Moderna è rivolto
alla valorizzazione delle collezioni territoriali altrimenti precluse al pubblico, alla
rivisitazione in chiave attuale di fenomeni e movimenti dell’arte moderna, al
recupero dell’identità lombarda attraverso mostre ed eventi culturali che approfondiscono vari aspetti degli autori,
degli artisti, del collezionismo.
Piazza Chiostro 23
21026 Gavirate (VA)
Telefono: 0332-731402
TURISMO religioso
41
Varese
■ CHIOSTRO DI VOLTORRE
A Gavirate si trova lo splendido Chiostro di Voltorre, che ha origini medievali. Sorse all’interno di un complesso
monastico benedettino allora fiorente,
quello di Voltorre, che dal XII secolo era
alle dipendenze della potente Abbazia
di Fruttuaria.
La prima menzione relativa a una chiesa
di Voltorre risale a un codice del 1154
(un privilegio pontificio), mentre in realtà la chiesa era dedicata a San Michele il cui culto, diffusissimo in
quell’epoca nelle aree di dominazione
longobarda, fa presupporre una costruzione del tempio antecedente alla data
riportata sul codice. Di questo primo edificio rimangono alcuni resti che permettono di rilevare la presenza di due absidi
del V e VI secolo. Su di esso venne eretta
verosimilmente poi la chiesa romanica,
nell’XI secolo: di piccole dimensioni, ha
un impianto a una sola navata, con
un’abside semicircolare. La facciata è
stata rimaneggiata nei secoli successivi
e non conserva tracce delle sue origini
medievali. Il campanile, di forma quadrangolare, robusto e basso, presenta
una cella campanaria preminente e ri-
11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 42
PERCORSI MARIANI
■ IL SACRO MONTE
Una visione veramente insuperabile accoglie chi arriva a Varese sia lungo la
strada carrozzabile sia con la ferrovia. In
un ambiente naturale armonioso, la città
si adagia sotto un cielo che sembra infinito, tra l’ampia distesa di verde, le
calme acque del lago di origine glaciale
e la corona di Prealpi e Alpi con il Monte
Rosa, diadema perfettamente incastonato. Da Varese è possibile compiere
varie escursioni nei dintorni. Tra i percorsi
più suggestivi per l’intreccio tra ambiente e spiritualità vi è l’immancabile
tappa al Sacro Monte, parte dei nove
Monti Sacri Prealpini del Piemonte e
della Lombardia riconosciuti dall’Unesco
come patrimonio mondiale dell’umanità
dal 2003. Il Sacro Monte di Varese è indubbiamente il più affascinante itinerario mariano al mondo, un monumento
unico nella sua straordinarietà. Rispecchia infatti fedelmente il concetto di
“ascesi” grazie anche alla struttura particolare del Rosario. La via sacra verso la
vetta è la più larga mai realizzata in un
Sacro Monte, proprio per agevolare
l’ascesa delle masse lungo un cammino
che è tutta catechesi. Il percorso mariano è costituito da 15 cappelle, l’ultima
delle quali è lo stesso santuario dove si
venera l’antica immagine della Madonna Nera. Realizzando l’integrazione
tra l’architettura e le arti in un paesaggio
di notevole bellezza ed esercitando una
profonda influenza sui successivi sviluppi
del fenomeno nel resto d’Europa, l’arte
sacra ha qui raggiunto la sua più alta
espressione.
Varese
42
TURISMO religioso
11Varese:11Varese 21/03/12 11:36 Pagina 43
nale e poi i laghi di Varese, Comabbio, Monate, Maggiore.
Via dell’Assunzione 21
21100 Varese
Telefono: 0332-229223
www.sacromontevarese.net
■ SANTA MARIA DEL MONTE
Santa Maria del Monte, patrimonio
dell’Unesco, è luogo di fede e di culto
mariano. Le sue origini sono testimoniate dalla cripta romanica conservata
sotto l’altare maggiore del Santuario e
da una pergamena dell’anno 922. In un
documento del XVII secolo si narra che
Sant’Ambrogio (vissuto nel IV secolo),
vinti gli Ariani per intercessione della
Madonna, edificò sul monte una cappella e vi collocò un’effigie della Vergine
Maria, visibile ancora oggi. Sia i Visconti
sia gli Sforza, duchi di Milano, qui si recavano per devozione e anche per la
caccia. Nel XV secolo sulla montagna si
insediò un monastero fondato dalle
beate Caterina da Pallanza e Giuliana
da Verghera, ancor oggi abitato dalle
Suore Romite Ambrosiane.
■ LA VIA SACRA CON LE
QUATTORDICI CAPPELLE E LA
CHIESA DELL’IMMACOLATA
Nel 1604 nacque la Via Sacra delle Cappelle del Rosario, quando G. Battista
Aguggiari (frate cappuccino) convinse la
madre badessa suor Tecla Maria Cid a
costruire un acciottolato che seguisse
l’andamento ripido del monte, posizionando lungo la via quattordici Cappelle
raffiguranti i Misteri del Rosario. L’impresa fu portata avanti per tutto il XVII
secolo con il concorso della popolazione
locale che alla costruzione della strada
e delle Cappelle, realizzate utilizzando
modelli e soluzioni architettoniche differenti, sacrificò tempo e denaro. Collaborarono valenti architetti e scultori
quali Bussola, Prestinari, Silva e pittori
tra cui Nuvolone, i fratelli Recchi e P.F.
Mazzucchelli detto il Morazzone. Il progetto è dell’architetto Giuseppe Bernascone. Poco prima dell’inizio della Via
Sacra si trovano la Chiesa dell’Immacolata Concezione e il Conventino, oggi
adibito ad abitazione privata. Lungo il
vialone sono inseriti tre archi: dei Misteri
Gaudiosi o del Rosario, dei Misteri Dolorosi o di San Carlo, dei Misteri Gloriosi
o di Sant’Ambrogio e tre fontane e poco
TURISMO religioso
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Varese
■ Il panorama
Santa Maria del Monte (o Sacro
Monte, 883 m s.l.m.) è una delle alture delle Prealpi varesine, immediatamente a nord di Varese. Comune
sino al 1927, assorbito poi da Varese,
fa parte del Parco Regionale Campo
dei Fiori. Domina l’ingresso di diverse
valli verso nord e la Svizzera. Offre un
panorama suggestivo con la vista
della catena montuosa delle Alpi Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine e Retiche e delle Prealpi
(massicci: Argentera, Monviso, Rocciamelone, Levanne, Gran Paradiso,
catena del Monte Rosa, Rheinquellhorn, Monte Disgrazia). Verso meridione si scorgono la pianura padana
sovrastata dall’Appennino settentrio-
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prima del Santuario la statua del Mosè
(eseguita ai primi dell’Ottocento dallo
scultore F.M. Argenti di Viggiù). Gli anni
Ottanta e Novanta hanno visto il completamento dei lavori di restauro delle
Cappelle, voluti dal vescovo Pasquale
Macchi, già arciprete del Santuario e segretario di papa Paolo VI.
■ Il SANTUARIO, LA CHIESA
DELL’ANNUNCIATA E IL
MONASTERO
Il Santuario, risalente alla fine del XV secolo e dedicato al Mistero Glorioso dell’Incoronazione di Maria, fu edificato per
contrastare le eresie che provenivano dal
nord delle Alpi. L’esterno del Santuario
è rinascimentale, mentre l’interno è barocco. Si venera un’antica statua lignea
della Vergine attualmente restaurata. Le
pitture delle navate sono opera di artisti
quali il Fiammenghino, il Ghianda, i fratelli Lampugnani. Nel 1900 lo scultore
L. Pogliaghi intervenne sul fonte battesimale e sul paliotto dell’altare maggiore. Degni di nota sono anche il coro
e l’organo. A lato del Santuario è ubicata
la Chiesa dell’Annunciata, ristrutturata
TURISMO religioso
nel 1990, a volta e con pannelli della vetrata realizzati dal pittore Longaretti. Fra
le opere del XX secolo ricordiamo la
Fuga in Egitto di Renato Guttuso all’esterno della Terza Cappella (1983); la
statua di Paolo VI dello scultore Floriano
Bodini (1986) sul piazzale del Santuario;
la statua in terracotta dell’artista Angelo
Maineri (1997) ubicata nei pressi dell’Albergo Sacro Monte. Nel 1984 papa Giovanni Paolo II venne in visita al Sacro
Monte. Nella parte più elevata della
montagna sorge il Monastero, luogo di
preghiera, che sovrasta il Santuario e
dove vivono le Suore Romite Ambrosiane, suore di clausura che hanno votato la propria vita a lodare Dio e
all’esercizio di lavori manuali.
■ La Madonna Nera
Il cammino che si snoda attraverso le
quattordici cappelle del Sacro Monte di
Varese ha ancor oggi il suo compimento
proprio nella contemplazione dell’antica
effigie della Madonna Nera, da sempre
meta di un incessante, devoto pellegrinaggio. Un’immagine cara ai varesini,
ma nota nella diocesi intera e legata alla
memoria stessa di Sant’Ambrogio: una
lontana tradizione, infatti, vuole che il
santuario di Campo dei Fiori sia stato
fondato proprio dal vescovo milanese
nel 381, a ricordo della vittoria sull’eresia
ariana. Oggi questa venerata icona lignea è stata accuratamente restaurata,
mentre una serie di studi e ricerche
hanno finalmente fatto luce sulla sua
storia secolare: un devoto omaggio alla
Vergine qui venerata, ma allo stesso
tempo anche un emblema del prestigio
conquistato dalla comunità locale, che
sottolineava così il suo legame con la tradizione ambrosiana, in tutti suoi aspetti.
■ I Musei del Sacro Monte
Il Sacro Monte annovera tra le proprie
preziosità artistiche anche due musei. Il
primo è il Museo Baroffio e del Santuario, restaurato recentemente, che oltre
alle antiche collezioni del Santuario conserva anche quelle cedute nel 1929 dal
barone Baroffio Dall’Aglio. Il Museo
espone dipinti, sculture, codici miniati,
monete, medaglie, ceramiche, paliotti e
paramenti donati nel corso dei secoli,
fino alla sezione d’arte sacra contemporanea. Il secondo museo è il Museo Pogliaghi, che ha sede nella villa dove lo
scultore milanese L. Pogliaghi visse sino
al 1950, anno della morte. Contiene la
testimonianza della vita eclettica dell’artista, dipinti del XVI e XVII secolo, testimonianze archeologiche, opere di età
rinascimentale e barocca e sarcofagi
egiziani, la stanza dello Scià di Persia, il
calco della Porta del Duomo di Milano.
www.museobaroffio.it
www.turismo.regione.lombardia.it
www.lom.camcom.it
www.promos-milano.it
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