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ARISTOTELE
1
TEMPO E VITA
Crisi della polis greca: il cittadino ormai è suddito dello stato
macedone e si disinteressa della politica, ritirandosi negli
interessi speculativi ed etici.
384 ac nasce a Stagira.
367-347 ac nell’Accademia di Platone.
Si reca ad Asso dove costituì una piccola comunità platonica.
342 diviene il precettore di Alessandro Magno.
335-334 ac è ad Atene dove fonda il Liceo o peripato, vi
teneva regolari corsi.
323 muore Alessandro e Aristotele deve allontanarsi da
Atene. Fuggì a Calcide nell’Eubea.
322 ac morì per malattia allo stomaco.
2
Il problema degli scritti
Acroamatici
o essoterici
Per gli ascoltatori
o appunti per le
sue lezioni
Conosciuti solo
tardivamente
grazie alla
pubblicazione di
Andronico da
Rodi
Pensiero
sistematico e
compiuto
Logica (Organon):
Sull’interpretazione, Analitici
primie secondi, Topici, Elenchi
sofistici
Metafisica: 14 libri (I-II la forma
più antica, con XIII e XIV loro
rielaborazione, XII il Motore
immobile, VII-VIII-IX la sostanza.
Fisca, Storia naturale,
Matematica, Psicologia: Sul cielo
Etica, Politica, Economia,
Retorica: Etica Eudemia, Etica
Nicomachea (la più completa), La
Grande Etica
3
Il problema degli scritti
Essoterici
In forma
dialogica e
destinati al
pubblico, con
l’utilizzo di miti
e di vivaci
ornamenti
Abbiamo pochi
frammenti
Essi mostrano i mutamenti del
pensiero aristotelico: vicinanza e
successiva distanza da Platone;
cambiamento di interessi da filosofici
a scientifici
Convito
Politico
Sofista
Grillo (> Gorgia)
Protrettico (> Eutidemo)
Eudèmo (> Fedone)
4
Diversi il sapere e la realtà
Platone
La filosofia ha finalità
politica
Il filosofo è legislatore
politico-educativo
Finalità speculativa
e disinteressata
Il filosofo è
scienziato e
sapiente
Finalità scientifica e
conoscitiva
Aristotele
5
Diversi il sapere e la realtà
Platone
Il mondo è visto con
un’ottica verticale e
gerarchica;
Si distinguono realtà
vere ed apparenti;
Conoscenze superiori
ed inferiori;
Aristotele
Inizialmente sposa la
visione del maestro;
Nella maturità vede il
mondo in modo
orizzontale e unitario;
Tutte le realtà hanno
pari dignità ontologica;
Tutte le scienze pari
dignità gnoseologica;
Visione del sapere
enciclopedica.
6
L’enciclopedia aristotelica
Aristotele fotografa
l’autonomia organizzativa
delle scienze e il settore
specifico di competenza
(IV sec. aC)
Altre
scienze
Essere e i suoi principi
= comune a tutte le
scienze
Altre
scienze
Metafisica
Scienza
prima
Altre
scienze
Ognuna si occupa di
una dimensione
dell’essere
Altre
scienze
Interroga l’essere in
generale
e la realtà in quanto tali
7
Il quadro delle scienze
Teoretiche
metafisica
fisica
Pratiche
etica
politica
Poietiche
arti belle
tecniche
matematica
Conoscenza
disinteressata della
realtà
Studiano il
necessario: ciò che
non può essere
diverso da come è
L’agire
individuale e
collettivo
Produrre e
manipolare gli
oggetti
Studiano il possibile: ciò che può
essere diverso da come è
8
La “metafisica” o filosofia prima
• L’essere in
quanto
essere
• La
sostanza
• Le cause e i
principi
primi
ontologia
aitiologia
usiologia
teologia
• Dio e la
sostanza
immobile
9
L’essere in quanto essere ?
L’essere non ha un’unica forma ma una molteplicità di sensi e
significati. I principali/basilari o supremi sono:
• Le caratteristiche
fondamentali
dell’essere
categorie
accidente
vero
atto e
potenza
Sostanza
Qualità
Quantità
Relazione
Agire
Subire
Luogo
Tempo
Avere/giacere
10
Essere in certa situazione
Le categorie e la “sostanza”
Punto di vista Ontologico: generi supremi dell’essere, cioè i
modi fondamentali in cui la realtà si presenta.
Punto di vista Gnoseologico: i vari modi in cui l’essere si
predica delle cose, i grandi “insiemi” che contengono o in cui
si collocano tutti gli altri predicati possibili.
La più importante è la Sostanza a cui tutte le altre fanno
riferimento o che tutte presuppongono (centro unificatore).
Dunque: l’essere non ha un unico significato (Univoco) come
volevano gli eleati, non ha neanche significati completamente
diversi tra loro (Equivoco), ma ha significati tra loro diversi
uniti dal comune riferimento alla sostanza (Analogico).
Sorge spontanea l’identificazione tra Essere e Sostanza:
dunque “che cosa è la sostanza?”
11
La sostanza
Ogni scienza prende in considerazioni quegli aspetti della
realtà che le interessano e “astrae” – “fa a meno” di tutti gli
altri.
Ogni scienza stabilisce certi assiomi – principi generali che
concernono la natura del proprio oggetto di ricerca e lo
definiscono.
La filosofia deve fare lo stesso: ridurre tutti i significati
dell’essere a quello fondamentale: essere in quanto essere.
Il principio fondamentale di cui si deve servire è:
1) “è impossibile che la stessa cosa insieme inerisca e non
inerisca alla medesima cosa e secondo il medesimo
principio”
2) “è impossibile che la stessa cosa sia e non sia”
12
Il principio di non contraddizione
“è impossibile che la stessa cosa insieme inerisca e non
inerisca alla medesima cosa e secondo il medesimo
principio” – impossibilità logica di affermare/negare nello
stesso tempo uno stesso predicato di uno stesso soggetto
“è impossibile che la stessa cosa sia e non sia” - impossibilità
ontologica che un determinato essere sia e non sia quello
che è.
Allora: ogni essere ha una natura determinata che è
impossibile negare – è dunque necessaria cioè non può
essere diversa da come è.
La sostanza è la natura necessaria di una essere qualsiasi.
Dunque la sostanza è l’essere dell’essere, il suo significato
fondamentale.
13
Cosa è la sostanza?
L’individuo
concreto, il “questo
qui”, l’ente
autonomo che ha
vita propria
Ciò di cui una
cosa è fatta –
elemento
ricettivo
MATERIA
SINOLO
La sostanza è
l’essere
dell’essenza: la
cosa esistente
+
FORMA
La sostanza è
l’essenza
dell’essere: la
natura, forma,
quid
La natura
propria di una
cosa –
elemento
attivo. La
struttura
profonda che
rende una cosa
ciò che è:
Essenza.
La sostanza si
distingue
dall’accidente
cioè le qualità
che una cosa
può avere o
non avere;
caratteristica
casuale,
fortuita
14
Le quattro cause
La filosofia nasce dalla meraviglia di fronte all’essere e nel
rendersi conto della causa delle cose, cioè chiedersi il perché
di una cosa: i perché sono diversi poiché le cause sono
diverse: • La
• La forma
materia
• Lo scopo
del
movimento
MATERIALE
FORMALE
FINALE
EFFICIENTE
• Il principio
del
movimento
15
La critica alle idee platoniche
1 - Le idee equivalgono alla forma delle cose, sono
dunque la causa formale: ma così separate non si
capisce come possano svolgere il loro ruolo di causa.
Il principio delle cose deve stare dentro le cose
stesse (sinolo).
2 - Si assiste ad una moltiplicazione delle idee accanto
alle cose: le idee diventano degli inutili doppioni che
complicano la spiegazione della realtà.
3 - Le idee sono realtà immobili e immutabili e non
spiegano le cose che invece sono sensibili e mutabili.
16
Il divenire
Il divenire c’è ed esiste: è un fatto (Eraclito)
È, invece, un problema il come debba essere pensato.
Parmenide: è logicamente impensabile, comportando
l’esistenza del nulla.
Aristotele: sarebbe vero se fosse il passaggio
dall’esser al nulla e viceversa.
Esso invece comporta il passaggio
da un certo tipo di essere
ad un altro certo tipo di essere.
17
Atto e potenza
Punto di
arrivo
Entelechia:
Punto di
partenza
atto
potenza
forma
materia
realizzazione
La realizzazione
congiunta della
capacità
Gallina = pulcino in
atto
La materia può
assumere una forma
determinata
Pulcino = gallina in
potenza
18
La priorità dell’atto
Cronologica:
L’atto e prima
nel tempo
Gnoseologica:
Ontologica:
Conosco la
potenza solo se
conosco l’atto
È la causa, il
senso della
potenza
Dunque la gallina
viene prima
dell’uovo !
ATTO
La potenza non può
che realizzarsi nel
suo atto!
19
divenire
materia
Causa
efficiente:
dà inizio al
divenire
diviene
atto
Causa finale:
è il fine del
divenire
20
divenire
materia
atto
La “catena del
divenire”
materia
All’inizio pura
potenza:
la materia
prima, da cui
tutto può
originarsi
atto
materia
atto
materia
Alla fine pura forma:
perfezione completamente
realizzata
21
La teologia
La prova dell’esistenza di Dio viene dalla cinematica: il
movimento è inteso come nuova possibilità di
condizioni o forme (ogni tipo di movimento):
Tutto ciò che è in moto è necessario sia mosso da
altro; questo a sua volta, se in movimento, necessita
di un altro motore. Poiché non è possibile andare
all’infinito in questo processo di rimandi, si deve
arrivare ad un principio assolutamente primo e
immobile, causa iniziale di ogni movimento: Motore
Immobile.
22
Il divenire
Atto primo
senza
mutamento
Motore
immobile
Atto puro
Pura forma
Sostanza
incorporea
Non è possibile
risalire all’infinito
pena il non
spiegare il
movimento iniziale
Realtà in
mutamento
Realtà in
mutamento
Realtà in
mutamento
Realtà in
mutamento
Realtà in
23
mutamento
Come muove? Chi è Dio?
Non come causa efficiente ma come causa finale, come
“oggetto d’amore”. Dio esercita con la sua perfezione una
forza calamitante verso il mondo .
Due sono i protagonisti della storia dell’universo:
La materia prima che anela di possedere le forme, il motore
immobile che con la sua perfezione attrae la materia prima.
L’universo è allora uno sforzo, un desiderio incessante di
prendere forma. Non è dio a ordinare il mondo, è il mondo
che si auto-ordina e auto-determina assumendo le varie
forma delle cose. L’universo è un processo eterno verso la
forma. Dio è perfetto, non manca di nulla, non ha bisogno di
nulla. Egli vive la vita migliore: è intelligenza che pensa se
stessa: pensiero del pensiero. La vita più eccellente e più
24
felice.
La logica
Non è una scienza
Il termine non è
aristotelico
Suo oggetto di ricerca è il
procedimento dimostrativo
Anche il termine Organon non è
aristotelico: significa strumento e
sottolinea la funzione propedeutica
alla escienze
Aristotele la
chiamava
analitica:
risoluzione del
ragionamento nei
suoi termini
costitutivi
25
Le ricerche nei due campi
si sono sviluppate
parallelamente
Metafisica
Forme della realtà
Rapporto
necessario
Logica
Forme del pensiero
REALISMO GNOSEOLOGICO
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I concetti: Categorie
Genere: concetto più
universale
Esempio 1 : poligono
Esempio 2 : animale
Specie: concetto meno
universale
Esempio 1 :
quadrilatero
Esempio 2: razionale
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I concetti: Categorie
GENERE
COMPRENSIONE
Contiene un minor numero di
caratteristiche riferibile a un
maggior numero di individui
SPECIE
Contiene un maggior numero di
caratteristiche riferibile a un
minor numero di individui
NB: l’individuo ha la
massima comprensione
e la minima estensione
ESTENSIONE
28
genere
specie
29
Le proposizioni
Enunciati dichiarativi, apofantici, assertivi: sono le
proposizioni, cioè l’espressione verbale dei giudizi,
cioè degli atti mentali con cui uniamo o disuniamo
concetti in base alla struttura soggetto-predicato.
Le tipologie di proposizione:
“attribuire o no qualcosa”
Affermative/Negative
“per l’estensione si differenziano”
Universali (tutti …)/Particolari (alcuni …)/ Singolari
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Il quadrato degli opposti
Universale negativa
Universale affermativa
Nessun uomo è bianco
Tutti gli uomini sono bianchi
ADFIRMO
A
SUB-ALTERNE
I
Particolare affermativa
Alcuni uomini sono bianchi
CONTRARIE
CONTRADDITTORIE
SUB-CONTRARIE
E
NEGO
SUB-ALTERNE
O
Particolare negativa
Alcuni uomini non sono
bianchi
31
Il quadrato degli opposti
Contrarie: quantitativamente identiche,
qualitativamente diverse. Due contrarie non possono
essere entrambe vere ma possono essere entrambe
false (se il predicato è accidentale)
Contraddittorie: diverse quantitativamente e
qualitativamente. Una è necessariamente vera, l’altra
è falsa
Sub-contrarie: qualitativamente identiche,
quantitativamente diverse. Possono essere entrambe
vere
Sub-alterne: rapporto di dipendenza della particolare
verso la universale.
32
Il modo delle proposizioni
Asserzione: A è B
Possibilità: A è possibile che sia B
Necessità: A è necessario che si B
La verità o falsità c’è solo quando ci sono delle
proposizioni, dei giudizi che combinano concetti.
La verità è solo nel pensiero o nel discorso.
La misura della verità è l’essere o la cosa.
Verità: congiungere ciò che nella realtà è congiunto,
disgiungere ciò che è realmente disgiunto. Il falso è
l’opposto.
33
Il sillogismo (Analitici primi)
Affermare proposizioni non è ancora ragionare,
nemmeno affermare proposizioni tra loro sconnesse.
Ragionare è passare da proposizioni a proposizioni
che abbiano fra loro determinati nessi, che siano le
une cause delle altre, le una antecedenti , le altre
conseguenti.
Il ragionamento è questa consequenzialità.
Ragionamento per eccellenza è il sillogismo:
Poste talune cose (premesse) segue necessariamente
qualcos’altro (conclusioni).
34
Il sillogismo
Premessa
maggiore
Premessa
minore
Conclusione
Ogni animale
Termine medio
È mortale
Estremo maggiore
Ogni uomo
Estremo minore
È animale
Termine medio
Ogni uomo
Estremo minore
È mortale
Estremo maggiore
Maggiore o minore hanno a che fare con l’estensione.
Caratteristiche del sillogismo:
Il carattere mediato
La sua necessità
Prima figura: medio soggetto maggiore, predicato minore
35
Il sillogismo
Maggiore
Medio
Minore
Mortale
Animale
Uomo
36
Le figure del sillogismo
Seconda figura: medio in entrambe predicato.
Nessuna pietra
È animale
Ogni uomo
Nessun uomo
È animale
È pietra
Terza figura: medio soggetto i entrambe le premesse.
Ogni uomo
Ogni uomo
È ragionevole
È animale
Qualche animale
È ragionevole
Schema logico delle tre figure:
M
S
P
P
M
P
P
S
S
M
M
P
M
M
S
P
S
P
37
Le premesse: un problema
Analitici secondi - Il sillogismo può essere corretto dal punto
di vista formale, ma può condurre a conclusioni false se le
premesse sono false (non corrispondenti alla realtà): “ogni
animale è immortale, ogni uomo è animale, ogni uomo è
immortale”.
Il sillogismo è corretto e vero, dunque è scientifico e
dimostrativo quando parte da premesse vere, prime,
immediate, più note della conclusione, anteriori a essa e
causa di essa.
Premesse prime sarebbero gli assiomi, cioè proposizioni vere
di verità intuitiva: principio di non contraddizione, di identità,
del terzo escluso. Ma questi sono principi troppo generali e
occorrono anche i principi propri delle singole scienze e le
38
definizioni dell’essenza di ciò che si sta parlando.
Le premesse: un problema
Definire significa usare genere e differenza specifica,
cioè una nota peculiare. Le definizioni si ottengono
per induzione (dal particolare all’universale),
costatazione di alcuni dati di fatto, non tutti, che non
assurge alla necessità dell’universalità.
Le definizioni derivano dall’intelletto e dalla sua
capacità di intuizione razionale (apprensione intuitiva
dell’essenza delle cose = Platone). Essa non può
prescindere dall’esperienza ed essere graduale nella
crescita di capacità (esercizio e osservazione).
39
Le premesse: un problema
L’esperienza però da sola non basta, ha solo un valore
sussidiario e preparatorio, poiché essa mette in moto
la capacità dell’intuizione razionale o noetica:
1. Si osserva che gli animali muoiono (esperienza di
un universale per lo più)
2. Si comprende che la mortalità e parte essenziale
dell’animalità (universale sempre)
3. Si formula una definizione (tutti gli animali sono
mortali) che sarà premessa di un sillogismo.
40
La scienza
È allora un sapere delle essenze, fondato su un atto di
intuizione intellettuale che opera a contatto con
l’esperienza (sapere della causa, in ultima istanza la
sostanza). Ne segue la dimostrazione, cioè
l’esplicitazione ragionata e conseguente della sostanza
e delle sue proprietà.
41
La dialettica: i Topici
Nella dialettica i principi sono probabili (accettabili a
tutti o ai competenti; e tra questi o ai più o a quelli più
noti ed illustri).
La dialettica è un ragionamento dunque debole (non
come in Platone la scienza più alta) poiché non
conclude con necessità partendo da premesse solo
probabili.
42
L’agire umano: l’etica
Il fine, che è bene sommo poiché appare
massimamente desiderabile, dell’agire umano è la
felicità; e l’uomo sarà felice solo quando realizza in
pieno il compito proprio: la vita secondo ragione.
Questo tipo di vita è virtù: dunque l’indagine sulla
felicità è indagine sulla virtù. La virtù dona piacere,
poiché esso accompagna e perfeziona ogni attività
umana, alimentandola e motivandola.
La virtù e la malvagità dipendono dagli uomini, poiché
da essi dipendono i mezzi scelti per raggiungerla:
l’uomo è il principio e il padre dei suoi atti come dei
suoi figli.
43
L’uomo e le virtù
dianoetica
La parte
razionale e il suo
esercizio
etica
Dominio della
ragione sugli
impulsi sensibili
44
Virtù etiche
Disposizione a scegliere il giusto mezzo adeguato alla natura
umana, quale è determinato dalla ragione e quale potrebbe
determinarlo il saggio.
Esso esclude gli estremi viziosi che peccano per eccesso o per
difetto.
viltà
Coraggio
temerarietà
Ciò che si deve o no temere
intemperanza
Temperanza
insensibilità
Uso moderato dei piaceri
avarizia
Liberalità
prodigalità
Uso accorto delle ricchezze
vanità
Magnanimità
umiltà
Retta opinione di sè
irascibilità
Mansuetudine
indolenza
Concerne l’ira
45
Virtù etiche
La principale virtù etica è la Giustizia: in generale conformità
alle leggi e come tale è perfetta e così è virtuoso l’uomo che
la pratica.
In particolare è:
Distributiva: presiede alla distribuzione del denaro e degli
onori da dividersi all’interno di una comunità. Distribuiti
secondo i meriti.
Commutativa: presiede i contratti ed è correttiva poiché mira
a pareggiare i vantaggi e gli svantaggi tra i due contraenti. La
pena inflitta e proporzionata al danno subito (uguaglianza).
Su essa si fonda il diritto che è privato dal pubblico (vita
associata nello stato), a sua volta distinto in positivo e
naturale. Vi è poi l’equità: correzione della legge secondo il
46
diritto naturale.
Virtù dianoetiche
Propria dell’anima razionale, suo esercizio, comprende:
Capacità, accompagnata da ragione, di
Arte
produrre un qualche oggetto
Saggezza
Capacità, accompagnata da ragione, di agire
convenientemente nei confronti dei beni
umani
Intelligenza Capacità di cogliere i primi principi di tutte le
scienze umane: capacità dimostrativa che ha
come oggetto il necessario e l’eterno
Scienza
Sapienza
Deduce dai principi ed effettua dimostrazioni
Conosce principi e dimostrazioni e studia le
realtà più alte e sublimi
47
Virtù dianoetiche
Virtù = attività propria dell’uomo = felicità
La felicità più alta = la virtù più alta
= la vita teoretica (sapienza).
Il sapiente basta a se stesso, vive sereno e in
pace di una vita teoretica che è divina e
superiore a qualsiasi altra poiché si occupa di
ciò che è eterno e necessario (la saggezza
invece delle cose mutevoli).
48
La fisica: i movimenti
La fisica, seconda scienza teoretica dopo la filosofia prima, si
occupa delle sostanze in movimento ( la teologia di quelle
immobili).
Il movimento si distingue in:
1. Sostanziale, generazione - corruzione
2. Qualitativo, alterazione
3. Quantitativo, aumento - diminuzione
4. Locale, cambiamento di luogo (il fondamentale).
a) circolare, intorno al centro del mondo
Movimento senza contrari, sostanze incorruttibili (etere)
b) dal centro, del mondo verso l’alto
Movimenti
c) dall’alto, verso il centro del mondo contrari l’uno
49
all’altro
Luoghi naturali
dal centro, del mondo verso l’alto
dall’alto, verso il centro del mondo
Propri delle cose terresti
fatte dai 4 elementi.
Ognuno dei quali ha un
suo luogo naturale
nell’universo verso cui
tende a ritornare, in base
al peso, con un moto
naturale
L’universo è perfetto, unico,
finito ed eterno: non ma ca
di nulla. Nessuna cosa reale
può essere infinita.
UNIVERSO SOPRALUNARE: ETERE
INCORRUTTIBILE
LUNA
FUOCO
ARIA
ACQUA
TERRA
UNIVERSO SUB-LUNARE
50
Spazio
In natura non può esistere lo spazio vuoto (ogni corpo
ha un luogo naturale): il luogo è sempre luogo-diqualcosa.
qualcosa
Non esiste il vuoto intracosmico (tra oggetto e
oggetto) e non esiste il vuoto extracosmico (ciò che
ospiterebbe l’universo).
L’universo non è contenuto in alcunché, poiché tutto
contiene. Tutte le cose sono nello spazio, ma non
nell’universo.
51
Tempo
Esso è legato al divenire, poiché è la misura del loro
divenire secondo il prima e il poi. Ma il misurare
presuppone una mente in grado di misurare: essa è la
condizione imprescindibile del tempo.
Dunque il tempo trova la propria formulazione
nell’anima, ma la sua condizione oggettiva (divenire)
è fuori dall’anima.
Il mondo, come totalità finita, è eterno. Non c’è una
cosmogonia in Aristotele (in Platone sì, con la teoria
espressa nel Timeo)
52
L’anima
è una forma incorporata nella materia, sostanza che vivifica il
corpo: atto (entelechia) primo di un corpo che ha la vita in
potenza. Con essa il corpo vivo in potenza è vivo in atto.
Aristotele rifiuta sia il modello naturalistico – materialistico
(l’anima è un principio formale) sia il modello orfico –
pitagorico (l’anima e connessa al corpo e opera a suo
contatto).
Tre sono le funzioni dell’anima:
VEGETATIVA
SENSITIVA
INTELLETTIVA
PRESIEDE ALLA NUTRIZIONE
PRESIEDE ALLA RIPRODUZIONE
PRESIEDE ALLA SENSIBILITA’
PRESIEDE AL MOVIMENTO
INTELLETTO PASSIVO – INTELLETTO ATTIVO
53
La conoscenza
Sensibilità (5 sensi + senso comune:
“sentir di sentire” e determinazioni
comuni ai 5 sensi)
Udire un suono (atto) e il suono
coincidono (oggetto sensibile)
Immaginazione (produrre, evocare,
combinare immagini prodotte dalla
sensibilità, ma ormai indipendenti
Produce le immagini generali delle cose
dagli oggetti esterni)
a prescindere dalle particolarità di
ciascun oggetto
Intelletto (astrae la forma
intellegibile, costruisce i concetti
universali)
Uomo = animale razionale
54
Sono due
potenzialità !
Il concetto esiste
nella realtà
sensibile solo a
livello potenziale
L’intelletto
conoscenza
Ci vuole un intelletto in atto
che attualizzi le due
potenzialità, che contenga
già in atto tutte le verità e
tutti i concetti.
L’intelletto
potenziale, tabula
rasa, è capacità di
cogliere concetti
È separato, impassibile,
non commisto, non
muore e dura in
eterno. È Dio, è
dell’uomo, separato,
55
ma come ?