L’edificio oggetto dell’intervento, antico e con storia secolare, è stato interessato nella sua lunga vita da notevoli trasformazioni e manomissioni anche interne, che ne hanno compromesso in buona parte il carattere originario. Il carattere autentico è andato in parte irrimediabilmente perduto. Alcune antiche strutture sono state interamente sostituite e molte di quelle superstiti in larga parte celate. Infatti, soprattutto alcuni interventi realizzati nel corso del 900 e gli ultimi nel 2000, hanno ricoperto, quasi interamente, murature e solai con controsoffitti e contropareti, sostituito pavimenti e finiture originali. In questo contesto, l’intervento si propone di agire in sintonia con l’esistente, perseguendo tuttavia l’obiettivo di rifunzionalizzare l’edificio, al suo interno, nella sua interezza. La rifunzionalizzazione è una operazione che necessariamente passa attraverso una riappropriazione e reinvenzione del costruito; una riqualificazione che necessita talvolta anche di auspicabili sottrazioni e di aggiunte o addizioni compatibili. Esse sono da intendersi però, non come prevaricazioni, ma come segnali di una nuova presenza vitale, in equilibrio con l’architettura precedente, che segna un nuovo momento nella vita dell’edificio, assicurandogli un futuro. L’intervento rifunzionalizza l’edificio attraverso un azione di sottrazione e alcune operazioni di addizione compatibili. L’intervento non vuole entrare in competizione con la preesistenza. Queste accorte azioni di liberazione e costruzione vengono eseguite affinché il luogo venga nuovamente e intensamente fruito. La sottrazione è una operazione, anche concettuale, che libera l’interno dell’edificio di tutte le aggiunte che ne celano l’autentica struttura. Tramezzi, bagni, controsoffitti, contropareti, fodere di cartongesso e superfetazioni sono eliminati. Dal piano interrato al sottotetto, la struttura è riportata a nudo. Le murature svelate, liberate, riacquistano la loro antica dignità di spessore e di peso. Le strutture in legno del tetto sono liberate per intero. Lo spazio riacquista altezze e conformazioni perdute. Portando il ragionamento al limite, in questa fase, si può ipotizzare di sottrarre e risalire sino alla materia intima e interna delle murature scarnificate, al disotto persino degli intonaci, in una ricerca quasi spasmodica di autenticità; successiva ad una fase dove la dignità delle strutture è stata svilita e camuffata da rivestimenti. Successivamente alla fase della sottrazione, che ha ridotto la struttura all’essenza, riducendo ai soli muri portanti il disegno delle piante, per rifunzionalizzare l’edificio, solo i tre nuovi elementi seguenti sono aggiunti, quali addizioni compatibili. - la Nuova Scala, in ferro, realizzata in contiguità con l’atrio principale, consente il collegamento, comodo e diretto, tra tutti i piani dell’edificio sino al sottotetto. Questo collegamento verticale consente inoltre di rafforzare e valorizzare l’ingresso principale e storico del palazzo. Rende infine accessibile, comodamente, il piano sottostante, collegandolo lungo un percorso all’ingresso secondario, con continuità, e favorendo, potenzialmente, la fruizione e l’apertura dell’edificio alla città. Può infatti, all’occorrenza configurarsi come un percorso interno che dalla strada attraversa l’edificio, facilitando la penetrazione del pubblico e degli utenti. Oltre agli altri piani, anche il grande spazio del sottotetto è direttamente accessibile dall’atrio con questa nuova scala. La Vecchia Scala dal carattere monumentale, conservata e integra, rimane riservata per l’accesso esclusivo al piano istituzionale. - gli ascensori per il pubblico, sono inseriti, come elementi verticali liberi e riconoscibili nella pianta, in due punti strategici, in prossimità di entrambe gli accessi. Essi risolvono il problema dell’accessibilità dell’intero edificio e di tutte le funzioni ai vari piani. 1 - il muro dei servizi garantisce, ad ogni piano, la necessaria dotazione di servizi. Infatti, lungo l’unica facciata cieca dell’edificio sono concentrati linearmente i servizi igienici, la scala, l’ascensore di servizio per il personale, i ripostigli, gli spogliatoi e quanto altro necessario per rendere funzionanti i vari piani con le loro funzioni. Al di fuori di questi tre elementi aggiunti, nulla è ricostruito: lo spazio viene mantenuto continuo e libero, le eventuali partizioni necessarie per esigenze funzionali sono risolte con pareti di vetro prive di telaio che garantiscono la massima continuità visiva. SPAZIO L’intervento, liberando l’edificio dalle partizioni non strutturali e confinando le funzioni minori e di servizio lungo il bordo, (sull’unica facciata cieca), ci riconsegna uno spazio continuo, fluido e interamente fruibile, assai meno frazionato del presente. Spazi estesi e affacci privilegiati sulla facciata principale (calle Don Pedro), prima inutilizzati, sviliti o destinati a servizi igienici, sono stati liberati e recuperati. La chiostrina, torna ad essere leggibile e comprensibile nella sua interezza. Essa è interamente avvolta da spazi e funzioni continue di primaria importanza. La Vecchia Scala, conservata e valorizzata, mantiene il primato e il ruolo di accesso di rappresentanza al piano istituzionale. La Nuova Scala, leggera e dimessa (o sobria), non entra in competizione con la Vecchia. Questa, funzionalmente determinante, apporta indubbiamente un notevole contributo alla continuità spaziale e visiva dell’edificio. Interpretando una concezione spaziale più fluida, essa genera un percorso che lega i due ingressi. Questo risale attraverso tutti i piani sino al grande e luminoso spazio sommitale del sottotetto, luogo panoramico di produzione e degustazione della birra. I due elementi monumentali rinascimentali di spoglio, che nel 900 sono stati montati nell’atrio e nella sala del primo piano, vengono ricollocati. La serliana, staccata dal muro, è riposizionata su un supporto indipendente in una posizione più avanzata. Viene isolata nell’atrio a ribadire la sua identità. Il camino con i portali viene ricollocato isolato, staccato dal muro retrostante, nella grande sala “multifuncional”, qualificando con la sua presenza lo spazio. La luce riconquista lo spazio liberato, fluisce non ostacolata da tramezzi, dal sottotetto ai piani bassi, piovendo anche dall’alto attraverso la Nuova Scala. FUNZIONI Per rispondere alle richieste del bando si è ritenuto opportuno di mantenere i due accessi esistenti, valorizzandoli e rendendoli collegati da un percorso interno che faciliti ed esalti il rapporto del nuovo spazio Mahou con la città e la strada. La permeabilità fisica, ma anche visiva dell’edificio, ne risulta beneficiata. L’atrio su calle Don Pedro conserva il ruolo di ingresso principale, con l’accesso alla Vecchia Scala (istituzionale) e alla Nuova Scala per il pubblico, che serve l’intero edificio. Anche l’ingresso secondario al pubblico su calle San Francisco è mantenuto per eventualmente facilitare il rapporto diretto con la città dello spazio Mahou. Un ingresso inoltre, sulla stessa via è riservato esclusivamente al personale e allo scarico merci. Le funzioni sono state collocate assecondando le peculiarità dell’edificio. La Vecchia Scala, per la sua propensione alla rappresentanza, è stata destinata all’uso esclusivo del piano istituzionale (AREA INSTITUCIONAL). Esso occupa per intero, insieme all’area riunioni e uffici, i grandi spazi 2 del primo piano dell’edificio, delineandosi come piano di rappresentanza. Esso è costituito da una successione di ampi ambienti adatti ad ospitare eventi diversi, con la possibilità di accedere direttamente, con la Nuova Scala, al bar e alla micro birreria nel sottotetto sovrastante (AREA DE PRODUCTO). Il piano istituzionale può dunque avere un funzionamento del tutto indipendente ma all’occorrenza essere collegato con gli altri spazi dell’edificio. Il piano terra, reso immediatamente accessibile e fruibile dall’atrio principale con la Nuova Scala, prossimo alla calle Don Pedro, si offre per intero come uno spazio continuo, fluido e articolato, adatto a funzioni espositive (ESPACIO DE EXPERIENCIAS). Pannelli mobili permettono un uso flessibile dello spazio consentendo i più diversi allestimenti. Il piano seminterrato ha l’ingresso secondario del palazzo che permette un eventuale accesso diretto del pubblico dalla calle San Francisco. Esso ospita gli spazi dell’archivio (ARCHIVIO HISTORICO), distribuiti in più ambienti tra loro collegati, e il negozio (TIENDA), anche direttamente accessibile dalla strada. Un ingresso riservato al personale serve la fascia dei servizi, spogliatoi, locali tecnici e l’area di carico\scarico, direttamente connessa ai piani superiori. Il piano sottotetto ospita infine la micro birreria e il bar (AREA DE CONTENIDOS). Interamente liberato dalle partizioni interne, si presenta come un grande spazio continuo panoramico sulla città. Esso è caratterizzato dalle vistose strutture in legno del tetto. La notevole altezza si presta alla disposizione seriale dei grandi bollitori contenitori della birra, che arricchiscono e vivacizzano il vasto spazio, in continuità con il bar. La vista spazia alta sulla città e sino nelle viscere dell’edificio attraverso la Nuova Scala. 3