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A che punto siamo
con la “Loudness War” ?
Ripercorriamo le tappe che hanno portato al deterioramento della
qualità musicale all’ascolto (dalle trasmissioni radio/TV ai file
compressi) e chiediamoci: Cosa ci riserva il futuro ?
Quirino Cieri – JVC KENWOOD Italia S.p.A.
Genova, 17 maggio 2014
Copyright © 2013 JVCKENWOOD Italia. Tutti I diritti riservati.
Una breve storia dei supporti
per la musica
1
La storia dei supporti musicali: sono ancora (quasi) tutti in vigore !
Non sono qui menzionati i formati minori, scomparsi in breve tempo dal mercato
(Stereo 8, 45 giri, Elcaset, DCC, DAT, MiniDisc etc.) né i formati video (VHS, DVD…).
2
Ma con quali formati è attualmente ascoltata la musica ?
Massima diffusione
MP3,
iTunes,
YouTube…
(download in generale)
CD Audio
Dischi in vinile
Blu-Ray con audio HD
Spotify
(mod. di base: OGG @ 96 o 160 kbps)
Spotify Premium
Massima qualità
(mod. “Extreme”: OGG @ 360 kbps)
Minima qualità
Files HD (ad alta risoluzione)
SACD
Musicassette
DVD-Audio
Nastri in bobina
Minima diffusione
3
Come si ascolta musica da internet
91
73
61
Dati 2012
Dati 2013
59
38
40
“…YouTube rimane il
servizio di video streaming
più popolare del mondo, con
oltre 800 milioni di utenti al
mese. Nove su dieci dei
video più visualizzati sono
musicali. Nel novembre
2012, ‘Gangnam’ di Psy ha
superato ‘Baby’ di Justin
Bieber diventando il video
più visto su YouTube, con
oltre un miliardo di
visualizzazioni dopo cinque
mesi dalla pubblicazione.”
“…I servizi in abbonamento
rappresentano la crescita più
veloce nell’area della musica
digitale, con un incremento
di abbonati di oltre il 44%
nel 2012 ed un aumento del
fatturato di oltre il 59% nel
primo semestre del 2012.”
Fonte: IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) – Digital Music Report 2013 e 2014
4
L’ascolto non è più un “rito” così importante….
La fruizione della musica è drasticamente cambiata nel corso degli
ultimi 20~30 anni: la stragrande maggioranza degli ascoltatori adesso
non utilizza impianti Hi-Fi.
5
Ma perché siamo arrivati a questo
punto, con MP3 e formati simili
che suonano così male (anche
quando potrebbero suonare
meglio) ?
6
Il peggioramento della qualità era inevitabile…
I brani musicali originali hanno iniziato a venire “elaborati” (riducendo il loro
contenuto armonico originale) dai discografici/produttori, dagli operatori
broadcast radio/TV, dai servizi internet di musica in streaming (es. iTunes) etc.
per due motivi basilari (che di base non sarebbero direttamente legati uno
all’altro, ma quasi sempre finiscono per… rafforzarsi a vicenda):
Ridurre al massimo le dimensioni dei file
(perdendo tuttavia gran parte del contenuto armonico)
Massimizzare il volume d’ascolto
(perdendo tuttavia gran parte della dinamica naturale della musica)
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Ridurre al massimo le dimensioni dei file
Nel caso dell’ascolto da unità
fisiche (lettori portatili, harddisk, chiavette USB, memory
card etc.) è stato indispensabile
ridurre le dimensioni dei singoli
brani musicali per risparmiare
spazio di memoria: ricordate
quando 10 anni fa una scheda
da 128 Mb costava come una
attuale da 128 Gb ?
Con l’MP3 le dimensioni del file si riducono fino al 90% (convertendo a
128 Kbps), eliminando però anche il 90% delle componenti musicali
originali.
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Come avviene il processo di riduzione dei file
La compressione avviene secondo la cosiddetta “codifica percettiva”,
cioè applicando particolari formule matematiche che tengono conto dei
meccanismi psicoacustici che avvengono nel cervello durante l’ascolto
della musica. In pratica vengono eliminate quelle componenti musicali
che -in normali condizioni di ascolto- l’orecchio non riesce a percepire.
9
Ma si può davvero eliminare parte della musica ?
Tuttavia, maggiore è la compressione applicata al segnale originale,
tanto più verranno eliminate le informazioni di “ambienza ambientale”,
come il riverbero naturale del locale dove si è svolto l’evento sonoro…
Sentiamo ad esempio quale parte dell’ambienza originale viene eliminata
con una conversione a 96 Kbps (come quella di alcuni brani musicali
reperibili in rete).
10
Effetti “estremi” di ascolto dei codec (es. MP3 @ 96 Kbps)

Jennifer Warnes - Famous Blue Raincoat
1.
Spezzone del brano originale WAV (44.1 kHz - 16 bit).
2. Stesso spezzone WAV, rimuovendo le componenti musicali in comune (cioè
in fase) tra i due canali e lasciando solo le componenti non in comune ai due
canali, come gli sfasamenti e l’ambienza.
3. Lo spezzone WAV originale è stato convertito in MP3 a 96 Kbps, poi è stato
ripetuto il processo del punto 2.
In un brano come questo l’effetto è molto evidente, ma anche MP3 un po’ meno compressi
comunemente reperibili in rete (es. 128 Kbps) non riescono ad evitare questi effetti
collaterali. Va decisamente meglio con MP3 poco compressi (320 Kbps) e meglio ancora
con codec più evoluti (AAC, MP3 Pro, Musepack, OggVorbis, WMA Pro…).
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Massimizzare il volume di ascolto
Questo è l’effetto più deleterio della famigerata “Loudness War” (la “guerra del
volume”) che, paradossalmente, non dipende dai formati compressi !
E’ dovuto ad un meccanismo perverso esclusivamente commerciale, che parte
dal concetto:
“La mia musica non può suonare più piano di quella dei miei concorrenti !”
Ovviamente, questo ha portato col tempo ad una situazione per cui ogni nuovo
brano pubblicato tende ad avere un volume medio più forte dei precedenti.
Per comprendere cosa è davvero la “Loudness War”, vediamo ora un breve
video.
12
Ecco cosa è successo alla gamma dinamica dagli anni ‘50 ad oggi:
Fonte: Rudolf
Ortner, Donau
Universität,
Krems: “The
Evolution of Loud”
13
Ascoltiamo un paio di casi pratici di Loudness War…

Ricky Martin - Livin' La Vida Loca (1999)
14
Ascoltiamo un paio di casi pratici di Loudness War…

Eminem – So Bad (2010)
15
16
Il peggioramento della qualità era inevitabile (2)
Lo stesso meccanismo perverso ha generato innumerevoli riedizioni
rimasterizzate (discutibili) di lavori famosi.
In genere, questi in origine possedevano un’ottima timbrica ed una
dinamica naturale assolutamente apprezzabile; ma ad ogni nuova
rimasterizzazione sia la timbrica, che soprattutto la dinamica, sono
state sempre più “massacrate”…
Vediamo qualche esempio:





Album completo “Body and Soul” di Joe Jackson (1984)
“Papa Don’t Preach” di Madonna, dall’album “True Blue” (1986)
“Black or White” di Michael Jackson, dall’album “Dangerous” (1991)
“Beat It” di Michael Jackson, dall’album “Thriller” (1982)
“Sharp Dressed Man” dei ZZ Top, dall’album “Eliminator” (1983)
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Joe Jackson - “Body and Soul” - 9 brani (1984)
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Madonna - “Papa Don’t Preach” (1986)
19
Michael Jackson - “Black or White” (1991)
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Michael Jackson – “Beat It” (1982)
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ZZ Top - “Sharp Dressed Man” (1983)
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Come misurare e/o valutare la perdita della dinamica: il “DR”
Ma come possiamo misurare attendibilmente la dinamica di un brano musicale e
confrontarlo con una differente edizione dello stesso brano ?
Ci sono vari metodi, ognuno dei quali ha pro e contro, perché il risultato finale
rischia di essere inattendibile se espresso solo mediante un “numero”.
Comunque, uno dei metodi attualmente più diffusi
tra professionisti e semplici appassionati
è la misura del “DR” (Dynamic Range”).
E’ un metodo messo a punto dalla “Pleasurize Music Foundation” e rappresenta
la variazione dinamica in decibel tra il valore di picco ed il valore medio del
programma musicale.
http://www.pleasurizemusic.com/
23
Come è cambiato il DR dal 1985 ad oggi nella musica pop/rock…
24
Il peggioramento della qualità era inevitabile (3)
Nel caso delle trasmissioni broadcast (radio e TV) si aggiungono altri due
fattori di peggioramento:
1. Qualsiasi emittente radio/TV, prima di inviare l’audio al trasmettitore,
lo elabora con un apposito DSP specializzato multibanda che ne ottimizza
l’ascolto (es. BW, Omnia, Orban…). In condizioni “normali”, tutto
funziona benissimo.
Il problema è che un codec non riesce a gestire in maniera ideale un brano
audio già compresso pesantemente in origine; due codec in serie tendono a
“perdere il controllo” del trattamento ed all’ascolto questo si può sentire.
Nel caso delle trasmissioni DAB+ ad esempio (il cui formato utilizza un
codec HE-AAC v2), è stato riscontrato che i file audio già pesantemente
compressi all’origine rendono quasi sempre insoddisfacente l’ascolto finale.
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Il peggioramento della qualità era inevitabile (4)
2. Tutti i TV a schermo piatto adottano
(causa il loro ridottissimo spessore)
altoparlantini piccolissimi, di qualità
assolutamente inadeguata ad un buon
ascolto. Perciò questi TV non potranno
mai suonare bene, in nessun locale
domestico.
La soluzione migliore sarebbe quella di affiancare quantomeno una
“soundbar” ad ogni TV, ma i dati di mercato parlano chiaro: la loro
diffusione purtroppo non migliora. Rappresentano ancora una nicchia.
Purtroppo, più i televisori diventano piatti, più l’audio peggiora…
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Ma tutto questo è davvero colpa dell’audio digitale ?
E’ però sbagliato pensare che il responsabile del deterioramento della qualità
musicale sia stato l’audio digitale: il passaggio da digitale è solo un mezzo e
dipende quindi dall’uso che se ne fa.
Ecco allora alcune delle realtà consolidate e delle tendenze in atto nel nostro
settore, che ci fanno davvero sperare per il meglio nell’immediato futuro:
I più recenti supporti (in particolare il Blu Ray) possono contenere audio ad
alta ed altissima risoluzione, stereo e multicanale.
Gli amplificatori stereo e multicanale di ultima generazione hanno
convertitori digitali/analogici incorporati e ingressi USB, per accettare
direttamente i file ad alta risoluzione acquistati online e riprodotti dal PC.
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Le nuove tendenze dell’audio di qualità (1)
Sempre più TV sono dotati di presa HDMI 1.4
con ARC (Audio Return Channel), che permette di
trasferire in digitale l’audio dell’emittente all’impianto
Home Theater di casa, così da superare le limitazioni
di qualità degli altoparlantini interni.
Alcune internet radio offrono ascolti realmente ad alta fedeltà, con qualità di
streaming ben superiore alla media (es. Radio Swiss Jazz in aacPlus @ 96 kbps,
Linn Radio in MP3 @ 320 Kbps…).
I protocolli di trasferimento audio wireless stanno migliorando di qualità.
Nel Bluetooth è sempre più diffuso il protocollo aptX;
le cuffie wireless con trasmissione analogica stanno
venendo soppiantate da quelle a trasferimento digitale,
anche con audio lossless (es. Kleer); altre tecnologie
di trasferimento wireless lossless stanno prendendo
piede (es. Harman TrueStream).
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Le nuove tendenze dell’audio di qualità (2)
Il mercato offre prodotti dotati di circuiti DSP che analizzano e ricreano le
componenti musicali rimosse dai file compressi, per cercare di ricostruire il
segnale originale: Harman “Clari-Fi”, Kenwood “Supreme”, Sanyo “Y2”, etc.
Le docking station di buona / ottima qualità per iPod, iPhone e smartphone
stanno diffondendosi sempre di più ed ormai hanno preso il posto dell’impianto
Hi-Fi tradizionale presso i giovani.
I ragazzi ed i giovani hanno compreso che le cuffiette in-ear fornite di serie
con iPod, iPhone, smartphone e simili hanno una
qualità talmente scadente da mortificare l’ascolto
della loro musica preferita. I sondaggi effettuati in tal
senso confermano che l’acquisto di una nuova cuffia
di dimensioni maggiori e prestazioni migliori
(supra-aurale o circum-aurale) è la prima spesa
effettuata dopo l’acquisto del lettore / smartphone.
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…..e sul fronte della discografia, cosa sta accadendo ?
Alcuni siti di vendita di musica online stanno riproponendo i
grandi capolavori del passato (e spesso anche le nuove uscite)
su file ad alta risoluzione, con qualità simile o uguale a quella
del master originale. I formati principali sono WAV e FLAC,
ma anche AIFF, ALAC, DSD, DXD.
HDTracks (www.hdtracks.com) è sicuramente il sito più noto, con migliaia
di brani in alta risoluzione. Si aggiungono Qobuz, Acoustic Sounds, iTrax,
ProStudioMasters, HighResAudio, Classic Records, Bower & Wilkins,
Eclassical, NativeDSD, Onkyo Music, 7Digital, Gimell, HD Klassik,
LessLoss, Pristine Classical, Acousense…
Molte case discografiche vendono direttamente online i files HD dei loro
lavori: Telarc, Harmonia Mundi, Pentatone, Linn, Naim, Hyperion, 2L, Blue
Coast Records, Bravura Records, Velut Luna, Foné…
Ed anche Sony, Warner ed Universal hanno annunciato l’imminente avvio
della vendita di brani musicali in alta risoluzione.
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Forse la “Loudness War” può finalmente finire…. (1)
Varie fonti internet riportano che a breve Apple venderà tramite iTunes files
HD, iniziando dall’opera omnia dei Led Zeppelin. Del resto è dal 2012 che
Apple chiede alle major i master in formato 96/24 (ricampionandoli a qualità
inferiore per venderli su iTunes).
Per poter effettuare la lettura dei file HD (attualmente non supportati da
iOS) sarà necessario attendere il rilascio del nuovo iOS 8 e del nuovo
connettore Lightning, che incorporerà un nuovo chip per gestire l’audio HD.
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Forse la “Loudness War” può finalmente finire…. (1)
Neil Young sta attivamente promuovendo un nuovo tipo di lettore HD
portatile, Pono, che verrà prodotto da una start-up finanziata in rete che ha già
raggiunto gli obbiettivi che si prefiggeva per poter iniziare. Pono Music inoltre
intende vendere online file HD di molte major.
In commercio esistono già lettori audio portatili HD: Sony (NWZ-ZX1),
Astell & Kern (AK240) ed altri ne stanno arrivando.
Alcuni smartphone Android sono già in grado di leggere file audio HD: ad
es. il Samsung Galaxy Note 3 e l’ LG G2.
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Forse la “Loudness War” può finalmente finire…. (2)
Anche sul fronte delle “rimasterizzazioni selvagge” le cose iniziano a
migliorare: a partire dallo scorso settembre, in Giappone la Universal ha
pubblicato in CD circa 60 titoli di opere storiche (Supertramp, Queen, Stevie
Wonder, Dire Straits, The Police, Cream, Rolling Stones, Who etc.) ricavandoli
da nastri sorgente di prima generazione ed effettuando un trasferimento “Flat
Master”: cioé senza alcuna equalizzazione, compressione o limitazione dei
picchi. Questi CD sono denominati “Platinum SHM-CD” e vengono venduti a
cifre intorno ai 40 Euro. Alcuni titoli sono già esauriti.
L’interesse degli appassionati e degli “audiofili”, anche italiani, per questa
operazione è stato enorme: sul principale forum italiano di alta fedeltà
(Videohifi) è iniziata a dicembre una discussione che in pochi mesi è arrivata a
130 pagine e quasi 4.000 commenti… segno che i CD si possono ancora
vendere, purché la loro qualità venga valorizzata anziché mortificata !
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Ma attenzione alle…. “fregature”….
Non tutto ciò che luccica è oro: proporre i grandi lavori del passato in riedizioni
con audio HD è sicuramente un’ottima cosa, ma attenzione alle “furbizie”…..!
Il contenuto di alcuni files HD sembra in realtà il contenuto del CD originale
(a 44,1 kHz / 16 bit), ricampionato a 96 o anche 192 kHz / 24 bit e proposto
come tale….
Moody Blues –
Nights in White
Satin (96/24)
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Ma attenzione alle…. “fregature”….
E’ tuttora a catalogo in un noto sito online un file HD con un errore di conversione
clamoroso: non solo il contenuto è un upsampling di un CD, ma l’operazione è stata fatta
senza filtro anti-immagine o inserendone uno errato, per cui si è generato il 100% di
aliasing con un’immagine speculare del contenuto musicale all’estremo alto della banda !
Beethoven –
Piano Sonata
No.26, Mari
Kodama
(88,2/24)
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Ma attenzione alle…. “fregature”….
Ci sono file HD, venduti recentemente in edizioni “BluRay solo audio”, che non
provengono dal master originale riacquisito appositamente con caratteristiche di elevata
qualità ed aderenza all’originale (come i “Platinum SHM-CD” visti prima) ma dall’ultima
rimasterizzazione che era già effettuata qualche anno fa per un’edizione su CD, con tutti i
limiti del caso (equalizzazione spinta, compressione, suono innaturale etc.)…
E per finire….
ci sono file HD
la cui forma d’onda
è clippata (saturata)
in più punti, mentre
il CD pubblicato
in precedenza era
perfetto….
36
Grazie a tutti per l’attenzione !
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