Anno 1, Numero 5 Luglio 2013 IL DIVULGATORE ORTOFRUTTICOLO LUNA CALANTE SAPORI DI VALLE CAMONICA COMUNITA’ MONTANA DI VALLE CAMONICA Nel giardino è possibile cimare le erbacee da fiore, sfiorite, potare i rosai rampicanti non rifiorenti, asportare i germogli secondari e i bottoni fiorali in soprannumero dalla dalia, regolare le siepi, i cespugli e gli arbusti da fiore. Inoltre è possibile pacciamare le annuali da fiore e le bulbose a fioritura estiva. E’ possibile riprodurre per talea gli arbusti da fiore e i rampicanti ed effettuare le moltiplicazioni per margotta o propaggine. Nell’orto è possibile seminare a dimora agretto, barbabietola da coste, fagiolino, fagiolo, prezzemolo, ravannello e zucchina. Si possono trapiantare: cavolo Nell’orto si possono mettere a dimora barbabietola, finocchio precoce e porro. E’ possibile cimare cetriolo, melone ed effettuare l’asportazione delle femminelle dal pomodoro. Nel frutteto si possono eliminare i succhioni su melo e pero. Eseguire la potatura verde di albicocco, ciliegio, pesco e ribes. LUNA CRESCENTE Nel giardino è possibile seminare digitale, garofano, malvarosa, non ti scordar di me, pratolina, primula e violaccia. Si possono trapiantare le erbacee perenni. simi ortaggi sullo stesso terreno può favorire parassiti ed erbe infestanti che troverebbero un ambiente favorevole, facilitati da un habitat colturale immutato. Per tutti questi motivi si impone una rotazione ragionata, secondo uno schema predeterminato. Alternare piante di famiglie Fasi della luna. cappuccio, indivia riccia, lattuga, radicchio di Chioggia precoce e sedano. In questo periodo si raccolgono le aromatiche e medicinali da essiccare. La rotazione degli ortaggi è di vitale importanza per evitare problematiche di impoverimento del terreno. Infatti coltivare per più anni di seguito i mede- Sommario: L’OIDIO DEL MELO diverse e con esigenze nutritive differenti consente di limitare le malattie e i parassiti. Negli anni è conveniente alternare tra loro ortaggi a diverso sviluppo vegetativo (piante da radici, da foglie, da fiori e da frutti). BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATI E TESTI Calendario lunare / Giunti Demetra, 2009 Notizie di rilievo: 2 CICLO BIOLOGICO DELL’OIDIO 2 COME CONTENERE I DANNI DA FORFICULA AURICULARIA 3 LA COLTIVAZIONE DELLA PATATA 3 GESTIONE DEL VIGNETO (LA SFOGLIATURA) 4 SI RICORDA CHE E’ ATTIVO LO SPORTELLO FRUTTICOLTURA E VITICOLTURA PRESSO GLI UFFICI DELLA COMUNITA’ MONTANA DI VALLE CAMONICA—SERVIZIO AGRICOLTURA CON I SEGUENTI ORARI: MARTEDI’ E GIOVEDI’ DALLE 13:00 ALLE 17:00. E’ ATTIVA LA SEGRETERIA TELEFONICA DEL SERVIZIO AGRICOLTURA PER ESSERE SEMPRE AGGIONATI SUI TRATTAMENTI AL NUMERO: 0364324077. L’oidio del melo L’oidio o “mal bianco” del melo è un fungo Ascomicete appartenente alla famiglia delle Erysiphaceae. La malattia è stata descritta per la prima volta nel 1888 negli Stati Uniti e successivamente è arrivata in Europa ove, nel corso del ventesimo secolo, è stata segnalata in poco tempo un po’ ovunque, nelle zone frutticole. Le forme di svernamento dell’oidio sono due: micelio e cleistoteci. Principalmente però la forma svernante più diffusa è il micelio. Ad opera di questo prende avvio l’infezione primaria che compare sui nuovi germogli appena si schiudono. Le infezioni secondarie, che si registrano ripetutamente durante i mesi primaveriliestivi, sono provocate dai conidi di Oidium farinosum (forma asessuata). Le variabili che maggiormente influenzano lo sviluppo del patogeno sono riconducibili al vento, alle precipitazioni e all’umidità relativa. La pioggia in particolare, esegue un ruolo importante nel processo di distacco dei conidi ed è stato notato che la loro presenza aumenta considere- volmente all’inizio delle precipitazioni, ma decresce rapidamente e rimane ad un livello basso se du- Attacco di oidio ra più di un’ora. La pioggia è solitamente un ostacolo a questa malattia in quanto i conidi, in acqua, perdono la loro terminabilità. Le infezioni possono avere luogo tra i 4 e i 30°C, oltre i 33°C i conidi vengono devitalizzati. I germogli attaccati, oltre a ricoprirsi della caratteristica muffeta bianca, si presentano deformati e con numerose foglioline piccole e contorte. I fiori infettati appaiono anch’essi deformati e cadono facilmente. I sintomi sui frutti sono meno evidenti e consistono in alterazioni della forma e delle dimensioni con comparsa di rugginosità superficiale spesso reticolata. Le varietà più sensibili sono: Golden delicius, Granny smith e Gala, sono invece meno recettive le cultivar del gruppo Red delicius. La pratica fondamentale per il contenimento dell’oidio è la potatura effettuata sia durante l’inverno sia durante la stagione vegetativa, in modo da eliminare la maggior parte possibile di rami infetti. Per quanto riguarda la difesa chimica, fin’ora nessun fungicida è in grado di eliminare il micelio svernante e quindi la difesa si basa sul prevenire le infezioni secondarie. Va inoltre ricordato che alcuni fungicidi usati contro la ticchiolatura agiscono anche sull’oidio (IBS, strobilurine). BIBLIOGRAFIA E TESTI CONSIGLIATI “Natura e agricoltura” a cura di Luisa Mattedi e Mauro Varner, 2000. Ciclo biologico dell’oidio Pagina 2 SAPORI DI VALL E CAMONICA Come contenere i danni da Forficula auricularia La Forficula è un insetto ad attività prevalentemente notturna. L’ovideposizione avviene una volta all’anno, in autunno, quando le femmine scavano un nido nel terreno e depongono fino a 60 uova che accudiscono mantenendole pulite da funghi ed altri patogeni. Le neanidi nascono a fine inverno. Le forficule, comunemente note come forbicine, si comportano come insetti utili o dannosi a seconda dell’agroecosistema considerato. Sono infatti predatori di afidi, psille, cocciniglie nonchè di uova, larve e crisalidi di lepidotteri quali Cydia pomonella e C. molesta. Tuttavia questi insetti si nutrono anche di parti vegetali e del frutto causando danni anche gravi principalmente su albicocco e pesco. Gli attacchi si hanno a carico dei frutti dove arrecano danni sub-circolari che interessano l’epicarpo e gli strati più superficiali del mesocarpo rendendo la produzione non vendibile, ma anche sui germogli causando defogliazioni e distruzione delle Forficula auricularia agspsrv34.agric.wa.gov.au gemme. Il loro contenimento è possibile utilizzando sia la lavorazione del terreno con erpice a una profondità di 20 cm nel sotto fila e nell’interfila, sia mediante l’applicazione di colle entomologiche lungo il tronco. La lavorazione del terreno riduce notevolmente la presenza di questi insetti. Mentre le colle seppur molto efficaci, presentano a lungo andare problematiche fitotossiche della sostanza, seppur lievi. Inoltre, le Forficule seppure in misura limitata, possono compiere brevi spostamenti in volo. In caso di elevata presenza di popolazione l’applicazione delle sole colle potrebbe non essere sufficiente. BIBLIOGRAFIA E TESTI CONSIGLIATI Informatore Agrario, n°24, Giugno 2013. Articolo: “Come contenere le forficule su albicocco e nettarino” / M.G. Pansa, L. Asteggiano, D. Ronco, M.A. Saladini, L. Serre, G. Vittone, L. Tavella , R. Tedeschi. La coltivazione della patata La patata appartiene alla famiglia corona-ombelico; in questo modo delle Solanacee a cui appartengole due metà conservano una parno anche: pomodoro, melanzana, te delle gemme apicali che sono peperone e tabacco. Si adatta le migliori. Il taglio deve essere facilmente ai diversi climi e terrefatto qualche giorno prima della ni, infatti nelle zone calde la coltisemina in modo da permettere la vazione avviene nel periodo incicatrizzazione . I sesti d’impianto vernale-primaverile mentre in variano in funzione delle abitudini quelle fredde nel periodo primalocali e del tipo di meccanizzazioverile- estivo. Le lavorazioni prene. Si consigliano distanze tra le paratorie all’impianto sono: arafile comprese tra 50 e 80 cm e tura profonda con interramento di sostanza organica (20-40 t/ha) seguito da erpicatura per affinare il terreno. Circa 4-6 settimane prima della semina, i tuberi possono essere fatti pregermogliare, in locali illuminati da luce diffusa, con umidità relativa del 80-90% e temperature introno ai 14-15° C. Questa pratica permette di anticipare l’emergenza della pianta una volta seminata, di superare il momento critico del germo- Coltivazione della patata in Valle Camonica gliamento e di scartare i tuberi che mostrano segni di malattia. I sulla fila di 20-30 cm. La profontuberi di grosse dimensioni (oltre dità di semina varia da 5 a 10 cm 50-60 gr) possono essere tagliati in relazione alla natura dei terrein senso longitudinale lungo l’asse ni. Durante la coltivazione è mol- Anno 1 , Numero 5 to importante eseguire la rincalzatura, cioè addossare un certo quantitativo di terreno al piede delle piante. Tale operazione oltre a contenere le infestanti pone a disposizione delle piante una maggior quantità di terra favorendo la suberificazione. Bisogna inoltre ricordare che la patata è molto sensibile alla competizione delle erbe infestanti. Altro aspetto di notevole importanza per questa coltura è l’irrigazione. Infatti la patata ha esigenze idriche elevate in funzione dello stadio vegetativo e se queste non sono soddisfatte possono influenzare negativamente sia la quantità che la qualità delle produzioni. Il periodo critico è compreso tra 20 giorni prima e 20 giorni dopo la fioritura. BIBLIOGRAFIA E GLIATI TESTI CONSI- Manuale di buone pratiche per la coltivazione della patata a cura di Silvia Dellepiane e Mario Zefelippo. Pagina 3 Gestione del vigneto (la sfogliatura) [email protected] La sfogliatura consiste nel togliere foglie della zona dei grappoli. Questa operazione può migliorare o peggiorare la qualità e la quantità dell’uva a seconda del momento e della modalità di esecuzione, dell’ambiente in cui ci troviamo, della varietà e dell’obbiettivo enologico. Si può condurre meccanicamente, ma i migliori risultati si ottengono con sfogliature manuali, che tuttavia sono più onerose. È operazione pressoché indispensabile quando si vogliono fare trattamenti antibotritici, che altrimenti non riescono a raggiungere il grappolo, diventando inutili. La sfemminellatura è l’operazione di togliere le “femminelle”, cioè i rami anticipati che escono all’ascella delle foglie dalle gemme pronte. Varietà e vino Va sempre tenuto presente quale varietà di uva stiamo sfogliando e quale è l’obiettivo enologico. Per le varietà bianche assume molta importanza la riduzione delle condizioni di rischio verso la Botrite, ma non possiamo dimenticare che le sfogliature espongono i grappoli al sole aumentano il tenore di sostanze polifenoliche (che nel vino si esprimono con astringenza e suscettibilità alle ossidazioni) e aumentano la degradazione delle sostanze aromatiche (quindi profumi meno intensi e fini). Per le varietà rosse ricerchiamo normalmente il massimo della sanità ma anche il massimo accumulo dei polifenoli e la consistenza delle bucce. Le sfogliature in questo caso potranno essere un poco più intense, ma sfogliature eccessive comunque riducono le capacità di accumulo dell’acino (acini esposti in pieno sole raggiungono i 45°C e a quelle temperature ogni processo metabolico si interrompe). foglie dal basso) causano forti squilibri nella pianta e determinano minore allegagione, minore compattezza del grappolo e minore produzione. Possono essere adatte a varietà molto suscettibili a Botrite o a uve rosse destinate a riserva. La risposta della pianta tuttavia non è sempre univoca negli anni e quindi si riscontra una certa variabilità di risultato. POST-ALLEGAGIONE, GRANO DI PEPE: più ci si sposta avanti nel tempo e meno forte risulta l’effetto citato sopra. Leggere sfogliature tra allegagione e grano di pepe, effettuate togliendo solo le prime 2 foglie dal basso a ogni germoglio (sempre sotto al grappolo e solo dal lato meno esposto al sole) permettono migliore arieggiamento della zona dei grappoli, minore suscettibilità alla botrite, migliore efficacia dei trattamenti antibotritici ed insetticidi, che riescono a raggiungere meglio il grappolo. La buccia diviene più consistente. Gli acini tendono a rimanere più piccoli, quindi con un maggiore rapporto buccia/ polpa. PRECHIUSURA: in questa epoca si riducono gli effetti citati per le due epoche precedenti, ma l’arco temporale idoneo per l’intervento, se fatto in previsione di un antibotritico, è brevissimo e solo con la sfogliatura meccanica si può pensare di essere sufficientemente tempestivi (e, tra l’altro, è meglio anche fare l’antibotritico un po’ PRIMA della prechiusura). Sfogliatura intermedia Nel periodo tra prechiusura e invaiatura è opportuno EVITARE sfogliature: siamo nel periodo più caldo e la buccia in questo momento è in crescita e molto delicata, è alto il rischio di scottature! Scopi Sfogliatura all’invaiatura ARIEGGIARE: per permettere una più veloce asciugatura dei grappoli e ridurre la suscettibilità alla botrite SOLO PER LE UVE ROSSE, migliorare l’illuminazione dei grappoli per incentivare l’accumulo di polifenoli e ispessire la buccia, ma ricordando che l’insolazione diretta eccessiva causa riduzione di sostanze polifenoliche e danni gravi. Nelle nostre zone era il classico momento di sfogliatura, ma in realtà non è il momento migliore: se si decide di effettuare un solo intervento è meglio farlo nelle epoche precedenti, mentre se si programmano due passaggi, allora l’invaiatura va bene per il secondo. Il periodo è molto caldo, quindi si deve fare la massima attenzione a non esporre troppo i grappoli, i quali, abituati all’ombra, possono scottarsi. Sfogliatura precoce Sfogliatura in vendemmia PIENA FIORITURA: sfogliature intense in questa epoca (togliendo le prime 3-5 Questa operazione velocizza i tempi di raccolta manuale fino al 20%. In MIGLIORARE LA PENETRAZIONE DEI TRATTAMENTI antibotritici e contro la Tignoletta questo caso la sfogliatura va fatta pochissimi giorni prima della vendemmia, da entrambi i lati, facendo attenzione a NON danneggiare i grappoli. PIÙ PASSAGGI: è una strategia onerosa, tuttavia consente di adattare meglio l’intensità della sfogliatura (numero di foglie e lati sfogliati) a seconda dell’andamento stagionale. Si deve iniziare con una sfogliatura molto leggera e precoce (allegagione-grano di pepe), per poi intervenire successivamente quando serve con ulteriori passaggi (prechiusura, invaiatura). È indispensabile essere tempestivi. Come accennato: NON si deve mai esagerare con la sfogliatura. NON vanno esposti i grappoli al pieno sole. È più che sufficiente togliere le prime 2-3 foglie basali di ogni germoglio, al di sotto del grappolo, mai al di sopra. È preferibile farla solo da un lato del filare, quello esposto a Nord o a Est. COMUNITA’ MONTANA DI VALLE CAMONICA SERVIZIO AGRICOLTURA Piazza Tassara, 3 25043 - Breno (Bs) Tel: 0364/324011 Fax: 0364/22544 Posta elettronica: [email protected] www.cmvallecamonica.bs.it www.saporidivallecamonica.it www.assoapav.it