PRESENTAZIONE ORTO BOTANICO DI PADOVA di ALESSIA DAL DOSSO e GIORGIA ZANDONA’ 1 1.ASPETTI STORICI DELL'ORTO BOTANICO Che cosa è un Orto Botanico? L'Orto Botanico è un ambiente naturale creato dall'uomo che raccoglie una grande varietà di piante categorizzate per scopi scientifici e per l'educazione dei visitatori. Il termine giardino botanico viene considerato un sinonimo di orto botanico anche se alcuni considerano il giardino botanico come un ambiente a scopo di ricreazione e di studio mentre l'orto botanico avrebbe storicamente una funzione di produzione medicinali, in quantità sufficienti a rifornire un vicino ospedale. Spesso associato ad esso vi sono una biblioteca ed un erbaceo per lo studio e la catalogazione delle specie. Quando fu fondato? L’Orto Botanico di Padova fu fondato nel 1545. Perché fu costruito? Fu costruito per la coltivazione delle piante medicinali, che allora costituivano la grande maggioranza dei "semplici". 2 Chi richiese la costruzione dell’Orto Botanico? La costruzione di un orto medicinale, fu richiesta da Francesco Bonafede che allora ricopriva la cattedra di "lettura dei semplici". Che cosa sono i “semplici”? I “semplici" sono medicinali che provenivano direttamente dalla natura. Proprio per questa ragione i primi orti botanici vennero denominati “giardini dei semplici”. Quale aiuto avrebbe potuto offrire l’Orto Botanico agli studenti di medicina e di conseguenza anche a tutta la popolazione e alla salute pubblica? L'Orto Botanico avrebbe permesso agli studenti un più facile riconoscimento delle vere piante medicinali. Nell’epoca in cui l’Orto fu fondato regnava grande incertezza circa l'identificazione delle piante usate in terapia dai celebri medici dell'antichità. Qual è la funzione attuale dell’Orto Botanico? L’Orto Botanico si occupa inoltre della conservazione delle specie vegetali locali, rare o a rischio di estinzione, per salvaguardare la biodiversità; di incentivare la ricerca e la sperimentazione; di promuovere la didattica sperimentale. Compito dell’Orto Botanico è anche lo sviluppo nelle nuove aree a disposizione, salvaguardando le specie e gli esemplari già presenti e mettendo le nuove opportunità in sintonia con gli obiettivi generali dell’Orto. 3 2.ASPETTIARCHITETTONICI Quali sono le forme geometriche utilizzate dall’architetto Andrea Moroni per organizzare la distribuzione delle piante all’interno dell’Orto Botanico? Le forme geometriche utilizzate da Andrea Moroni erano a forma di trapezio del terreno a disposizione, che precedentemente apparteneva al vicino monastero di Santa Giustina. Come l’architetto Andrea Moroni organizzò la distribuzione delle piante all’interno dell’Orto Botanico? Andrea Moroni organizzò la distribuzione delle piante all'interno dell'Orto Botanico creando una struttura circolare con un quadrato inscritto, a sua volta suddiviso in quattro quadrati più piccoli da due viali perpendicolari. I quattro "quarti", detti anche "spalti", erano suddivisi in aiuole disposte in modo da formare eleganti disegni geometrici, diversi uno dall'altro. Pochi anni dopo la fondazione, nel 1552, fu costruito un muro circolare di recinzione, per impedire i continui furti notturni delle preziose piante medicinali. 4 La struttura architettonica dell’Orto Botanico? Come fu modificata e abbellita nel corso dei secoli? La struttura architettonica dell'Orto subì in tempi successivi modifiche e arricchimenti. All'inizio del Settecento vennero realizzati i quattro monumentali portali d'ingresso, con stipiti in trachite sormontati da vasi in pietra contenenti piante in ferro battuto e provvisti di eleganti cancelli, anch'essi in ferro battuto. Venne eliminato il dislivello tra i viali e gli "spalti" e modificato il disegno delle aiuole; furono inserite delle fontane al centro di ciascun quarto, alle quali se ne aggiungeva una all'incrocio dei due viali principali. Questa palma si trova all'interno dell’Hortus sphaericus, in una apposita serra ottagonale situata presso la porta Nord, nel settore delle piante medicinali. Il muro circolare fu ingentilito, nella prima metà del Settecento, da una balaustra con eleganti colonnine in pietra bianca, su cui furono collocati vasi e busti di importanti personaggi, rivolti verso il centro dell'Orto. In tempi successivi, l'Orto si estese fino ad occupare anche l'area esterna al muro circolare, dove vennero realizzate altre fontane: la fontana di Teofrasto, detta così poiché vi fu collocata una statua del medico greco del III secolo A.C., considerato il padre della botanica, e quella detta delle Quattro Stagioni per la presenza, oltre a una statua di Salomone firmata dallo scultore padovano Antonio Bonazza, dei busti marmorei settecenteschi raffiguranti le Quattro Stagioni. Nella prima metà dell'Ottocento furono inserite tre meridiane: una cubica, una sferica e una cilindrica. Vennero anche realizzate serre in muratura, in sostituzione delle "conserve" mobili utilizzate in precedenza; una di queste serre ottocentesche conserva ancora l'originale struttura interna con eleganti archi e colonnine in ghisa. Fu costruita un'aula tuttora in uso per lezioni e riunioni. Sul cornicione del "teatro botanico" furono collocati i busti di eminenti studiosi: al 5 centro quello di Francesco Bonafede, quello di Giuseppe Pitton de Tournefort, Carlo Linneo, Antonio Bernardo de Jussieu e Marcello Malpighi. 6 3.ASPETTI SCIENTIFICI PALMA DI SAN PIETRO In quale zona dell’Orto Botanico si trova? Questa palma si trova all'interno di una apposita serra ottagonale situata presso la porta Nord, nel settore delle piante medicinali. Perché è una delle piante “storiche” dell’Orto Botanico? La palma di S. Pietro, messa a dimora nel 1585, è attualmente la pianta più vecchia presente nell'Orto botanico ed è universalmente nota come "Palma di Goethe". Perché si chiama anche Palma di Göethe? Si chiama Palma di Goethe" da quando il grande poeta tedesco, dopo averla ammirata nel 1786, formulò la sua intuizione evolutiva nel "Saggio sulla metamorfosi delle piante" pubblicato nel 1790. Quale caratteristica di questa pianta attirò l’attenzione del poeta Göethe? Una delle caratteristiche di questa pianta che attirò l'attenzione di Goethe risiede nel fatto che le foglie basali sono intere, quelle intermedie iniziano a dividersi lungo le nervature, fino a sfrangiarsi in un ventaglio di lacinie lineari nelle foglie superiori. 7 PLATANO ORIENTALE In quale zona dell’Orto Botanico si trova? Il platano orientale dell'Orto botanico è stato messo nell'Arboreto, poco lontano dal cancello d'accesso. Perché è una delle piante “storiche” dell’Orto Botanico? È una delle piante “storiche” dell'Orto Botanico perché è stato messo a dimora nel 1680. Qual è la sua caratteristica principale? La sua caratteristica principale è che è un albero imponente, con la particolarità di possedere un fusto cavo, probabilmente come conseguenza di un fulmine. Spiega scientificamente come è possibile che l’albero goda di “ottima salute” nonostante quella sua “peculiare” caratteristica. La pianta continua a godere di “ottima salute” perché la parte più interna del legno non è più funzionante e quindi non più necessaria. Nella parte più esterna si trovano invece i tessuti di conduzione funzionanti, che vengono ritmicamente prodotti ogni anno e che assicurano la sopravvivenza della pianta. 8 PIANTE INSETTIVORE In quale zona dell’Orto Botanico si trovano? Queste piante trovano ospitalità nella prima delle serre ottocentesche, posta poco oltre la porta Nord, lungo il viale delle serre, dove è facile vederle anche in fiore. Scegli una delle due piante insettivore indicate e descrivi le caratteristiche e le funzioni delle sue foglie. Trappole passive sono le foglie delle drosere ricoperte di peli ghiandolari secernenti un liquido vischioso, ricco di enzimi idrolitici che attira le prede e le intrappola. Altre trappole passive sono quelle della sarracenia e delle nepenti, le cui foglie sono ripiegate a forma di coppa. Sul margine dell'ascidio numerose ghiandole secernono un liquido zuccherino che attira gli insetti, che scivolano poi dentro. Le pareti della trappola sono infatti lisce e con peli rigidi rivolti all'interno, per impedire agli insetti la risalita. Sul fondo dell'ascidio si accumula un liquido contenente enzimi proteolitici, in cui vivono batteri specializzati che contribuiscono alla digestione della preda. Le piante insettivore compiono la fotosintesi? Sì, anche le piante insettivore compiono la fotosintesi clorofilliana e riescono a colonizzare ambienti particolarmente poveri d'azoto e di sali minerali, dove trovano una limitata competizione da parte di altre specie, integrando le carenze nutrizionali con l'utilizzo di materiale organico derivato da insetti e piccoli animali. Perché sono chiamate insettivore? Sono chiamate piante insettivore perché intrappolano e consumano protozoi ed animali, specialmente insetti ed altri artropodi, al fine di ottenere i nutrienti essenziali per la loro crescita. 9 THE END 10