Università degli Studi di Bari Scarni richiami di fisica meccanica classica il principio di inerzia Aristotele (384-322 a.C.) nei suoi scritti di “Fisica” asseriva che lo stato naturale dei corpi è la quiete, ossia l'assenza di moto, e che qualsiasi oggetto in movimento tende a rallentare fino a fermarsi, a meno che non venga spinto a continuare il suo movimento. 2000 anni dopo Galileo Galilei (1564-1642) scopre l'errore di Aristotele, ed espone con estrema chiarezza il principio di inerzia nei Dialoghi La prima enunciazione formale del principio di inerzia appartiene a Newton, che lo descrisse nella sua famosa opera “Philosophiae Naturalis Principia Mathematica” (1687), con la seguente formula: “ Lex prima: Corpus omne perseverare in statu suo quiescendi vel movendi uniformiter in directum, nisi quatenus a viribus impressis cogitur statum illum mutare.” Il “corpo” Un corpo è un sistema materiale che può essere modellato come: punto Se il suo volume è piccolo rispetto allo spazio in cui si muove e si è interessati solo a conoscere le leggi del moto corpo rigido Se si vuole studiare il suo stato di quiete o di moto corpo deformabile Se si vuole determinare lo stato di sollecitazione La quantità di materia associata ad un corpo è la sua massa Principio di inerzia di Galileo prima legge di Newton Un punto materiale isolato persiste nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme Quando sul punto vi è l’influenza di altri corpi il suo moto è perturbato ed il principio di inerzia non è più applicabile La I legge è valida in un sistema inerziale, ossia in un sistema fisso o in movimento a velocità costante (accelerazione nulla) rispetto alle stelle fisse In questi sistemi l'accelerazione dei corpi è dovuta a forze reali, ossia a forze causate dall'azione o interazione di un corpo fisico su un altro. sistemi non inerziali Nei sistemi non inerziali (o accelerati) i corpi non vengono accelerati da forze reali ma da forze apparenti, come ad esempio la forza centrifuga che noi percepiamo a bordo di una vettura affrontando una curva a velocità sostenuta. In realtà la forza in gioco è sempre quella d'inerzia, per cui il nostro corpo tende a proseguire dritto, nella stessa direzione che aveva la vettura prima di affrontare la curva; nel mezzo della curva, però, si ha la sensazione che ci sia una forza che ci spinge all'esterno. II legge di Newton Il moto di un punto materiale P è tale che il prodotto della massa m del punto per la sua accellerazione a è uguale alla forza risultante F di tutte le azioni che agiscono sul punto La forza è una grandezza vettoriale in grado di modificare lo stato di quiete o di moto di un punto: F = ma se su un corpo agiscono diverse forze è lecito calcolarne la risultante per lo studio del moto III legge di Newton ad ogni azione corrisponde sempre una reazione uguale e contraria il peso di un corpo è la forza gravitazionale esercitato su di esso dalla terra P = mg la massa è una proprietà intrinseca di un corpo Meccanica •Statica equilibrio •Cinematica movimento •Dinamica forze/movimento Centro di gravità (di massa) •Le dimensioni del corpo sono piccole rispetto alla terra. •Le forze gravitazionali possono essere considerate uniformi e parallele •Il sistema di forze parallele ammette una risultante il cui punto di applicazione si chiama centro di gravità o baricentro Nelle ipotesi fatte baricentro e centro di massa coincidono A spostamento In cinematica si definisce spostamento il cambiamento di posizione di un punto in movimento Velocità istantanea valore limite a cui tende la velocità media calcolandola su intervalli di tempo sempre più piccoli Q v=lim Δs / Δt Q Q Q Δt→0 P Q→P direzione tangente alla traiettoria nel punto occupato nell’istante considerato intensità Limite del rapporto tra le quantità infinitesime Δs e Δt verso coincidente con quello di Δs velocità Δx Δt dx vi = dt vm = Nel SI la velocità si esprime in m/s. Velocity •For human gait, speed is the product of stride length and stride velocity. •Adults walk faster using longer stride lengths and faster stride frequency. •Stride length in children has great variability. Le condizioni iniziali Origine del moto Origine del moto P0 vt P s0 s P0 vt P s Origine delle coordinate Origine delle coordinate s = vt s =s0 + vt s s s0 t t La pendenza della retta fornisce la velocità Kinematic analysis of 100 m sprint Kinematic analysis of 100 m sprint Velocity during 100 m Average velocity 0-10 m 50-60 m v = d / ∆t = 10 / 2.2 = 4.5 m·s-1 10-20 m = 10 / 0.8 = 12.5 m·s-1 60-70 m = 10 / 1.2 = 8.3 m·s-1 20-30 m = 10 / 0.7 = 14.3 m·s-1 70-80 m = 10 / 0.8 = 12.5 m·s-1 30-40 m = 10 / 0.8 = 12.5 m·s-1 80-90 m = 10 / 0.7 = 14.3 m·s-1 40-50 m = 10 / 0.9 = 11.1 m·s-1 90-100 m = 10 / 0.8 = 12.5 m·s-1 = 10 / 0.9 = 11.1 m·s-1 accelerazione Nel SI l'accelerazione si esprime in m/s2. Sovente è anche espressa in g, dove un g rappresenta l'accelerazione gravitazionale terrestre che è pari a circa 9,81 m/s2. Δv Δt dv ai = dt am = Acceleration during 100 m Acceleration at start of race a = (v2 - v1) / ∆t = (8.3 - 4.5) / 1.2 = 3.2 m·s-2 Positive Acceleration _________________________________________________________________________________________________________________________________ Acceleration during middle of race a = (v2 - v1) / ∆t = (12.5 - 12.5) / 0.8 = 0 Constant Velocity _________________________________________________________________________________________________________________________________ Acceleration at end of race a = (v2 - v1) / ∆t = (11.1 - 14.3) / 0.9 = -3.5 m·s-2 Negative Acceleration Acceleration and Direction of Motion •Complicating factor in understanding acceleration is direction of motion of object. •When object moving in same direction continually, accelerate often used to indicate an increase in velocity and decelerate to indicate a decrease in velocity. •If object changes direction, one direction is positive, the opposite direction is negative. Equazioni moto rettilineo uniformemente accelerato v= x − x0 t − to a= v − v0 t − to v = v0 + at 1 x = x0 + v0t + at 2 a = costante 2 2 2 v = v0 + 2a (x − x0 ) v= v + v0 2 In cinematica il moto uniformemente accelerato è il moto di un punto sottoposto ad un'accelerazione costante in modulo, direzione e verso. Ne risulta che la variazione di velocità del punto è direttamente proporzionale al tempo in cui essa avviene. Moto rettilineo uniformemente accelerato caratteristica: a =Δv/ Δt costante riferendo il moto all’istante t = 0 v-v0= at v = v0 + at v La pendenza della retta fornisce il valore di a t v v = at (se la velocità iniziale è nulla) t Il moto di caduta dei gravi Sperimentalmente si verifica che tutti i corpi, indipendentemente dal loro peso, in assenza di aria sono soggetti sulla superficie terrestre alla medesima accelerazione costante g = 9,8m/s2 Quindi il moto a cui essi sono soggetti è un moto rettilineo uniformemente accelerato s = 1/2g t2; v = gt; a = g v = v0 + at 1 x = x0 + v0t + at 2 2 caduta libera g = 9,81 m/s2. y = y0 + v0t + 1 2 gt 2 moto di un proiettile Galileo è stato il primo a studiare in modo scientifico il moto di un proiettile dimostrando che la sua traiettoria è una parabola. Composizione di moti simultanei Quando un punto materiale è soggetto a due o più moti contemporanei il suo spostamento è dato dalla somma vettoriale degli spostamenti dovuti ai singoli moti e la sua velocità è la somma vettoriale delle velocità dei singoli moti. vvento vmotore La composizione di due moti rettilinei e uniformi è un moto rettilineo uniforme Composizione di un moto rettilineo uniforme e di un moto uniformemente accelerato x=v0t v0t y=1/2gt2 1/2gt2 y=(g/2v02)x La traiettoria è una parabola moto di un proiettile energia cinetica Si definisce energia cinetica di un corpo la grandezza scalare K (sempre positiva!) ottenuta dal semiprodotto della massa m per il quadrato del modulo v della velocità. 1 2 K = mv 2 Quantità di moto p = m⋅v Moto uniforme: velocità di intensità costante rettilineo curvilineo La velocità è costante come vettore (infatti la direzione non cambia essendo quella della retta su cui avviene il moto) La velocità non è costante come vettore in quanto la sua direzione cambia in ogni punto della traiettoria moto circolare uniforme Si definisce moto circolare uniforme il moto di un corpo (considerato puntiforme) che percorre una traiettoria circolare con velocità costante in modulo. L'aggettivo uniforme non deve ingannare: il moto è comunque accelerato perchè la velocità varia in direzione. L'aggettivo uniforme si riferisce al fatto che il modulo della velocità rimane costante. F = ma = m v2 / r In un moto circolare uniforme la forza (e quindi anche l'accelerazione) sono sempre radiali, cioè costantemente perpendicolari alla velocità. Dato che la velocità è tangente alla traiettoria, la forza e l'accelerazione sono sempre dirette verso il centro della circonferenza (forza centripeta e accelerazione centripeta). Attenzione! Non è il moto circolare uniforme a creare la forza centripeta, ma è la forza centripeta che causa questo tipo di moto. moto circolare uniforme Un sasso che ruota legato ad una corda: è la tensione della corda che gioca il ruolo di forza centripeta: se la corda si rompe, il sasso partirà per la tangente secondo la direzione della velocità in quell'istante. E' quello che succede, per esempio, nel lancio del martello, dove la velocità viene via via aumentata fino al lancio (e questo significa che la forza ha una componente radiale ed una tangenziale). moto circolare uniforme v2 = ω2r r 1 periodo T= f 2πr v= = ωr T αR = velocità accelerazione centripeta v = velocità tangenziale ω = velocità angolare cinematica rotazionale moto puramente rotatorio è il moto in cui tutti i punti del corpo descrivono circonferenze un radiante è l’angolo sotteso da un arco di lunghezza uguale al raggio 360° = 2π rad Î 1 rad = 360°/6.28= 57.32° θ= l r adimensionale cinematica rotazionale se la velocità angolare di P non è costante P è soggetto ad una accelerazione angolare gli spostamenti angolari non sono vettori ma gli spostamenti angolari infinitesimi si Î ω è un vettore Tipi di forze • statiche • dinamiche • ripartite • concentrate • gravitazionali • elettromagnetiche • nucleari forti (neutroni-protoni) • nucleari deboli (decadimento beta) non associate ad alcun corpo forze fittizie consentono l’applicazione della meccanica classica a sistemi non inerziali Accelerazione Centripeta o Centrifuga? Nello studio del moto circolare uniforme abbiamo parlato soltanto di accelerazione centripeta, mentre tutti noi abbiamo sperimentato almeno una volta in curva un’accelerazione che ci spinge in fuori, l’accelerazione centrifuga. Qual è l’accelerazione giusta? Tutto dipende dal punto di vista. (dal sistema di riferimento) Consideriamo un disco che ruota attorno al suo asse verticale sul quale si trova un osservatore B. Noi, che saremo l’Oss. A osservatore inerziale, osserveremo il moto dell’Oss. B stando fermi con i piedi ben piantati sul pavimento del laboratorio. 38 La forza centrifuga è una forza apparente, (non nel senso che sembra una forza e non lo è) ma nel senso che appare (e non è dovuta all’interazione con altri corpi) in quanto il sistema di B non è inerziale ma è un sistema accelerato. relazioni fra cinematica lineare ed angolare αR = v2 = ω2r r Momento di inerzia Può essere riferito ad un punto (polare) o ad una retta (assiale) Il momento di inerzia è uno scalare dm1 dm2 r1 r2 I = ∑ dm r2 r3 dm3 MOMENTO DI INERZIA The mass moment of inertia (example) about an axis passing through the centre of mass I = ∑ dmi ri2 < A B A greater couple is required to accelerate B than it is for A energia cinetica rotazionale 1 2 K = Iω 2 m2 1J = 1 N ⋅ m = 1 kg ⋅ 2 s energia cinetica K= 1 2 mv 2 K= 1 2 Iω 2 moto rotatorio moto traslatorio lavoro Si dice che una forza compie un lavoro motore se tende a far aumentare l'energia cinetica del corpo, un lavoro resistente se tende invece a farla diminuire. Una forza può anche compiere lavoro nullo: in questo caso essa non provoca variazioni di energia cinetica. Il lavoro di una forza è una grandezza scalare che rappresenta energia in trasformazione o energia in trasferimento. L = F⋅x Lavoro F = − kx L = Fx L = − kx ⋅ x = −kx 2 Lavoro F = −kx L = Fx L = − kx ⋅ x = −kx 2 Lavoro F = −kx L = Fx L = − kx ⋅ x = −kx 2 ?? Lavoro F = −kx F non è costante L = Fx L = − kx ⋅ x = −kx 2 ?? Lavoro F = −kx L = Fx F non è costante L = − kx ⋅ x = −kx 2 F = − kx L = Fx F=kxf L = − kx ⋅ x = −kx 2 F=0 1 F = kx 2 1 1 L = kx ⋅ x = kx 2 = U el 2 2 lavoro e teorema dell’energia cinetica L = F⋅x v − vo a= t v + vo x= t 2 1 2 1 2 mv − mv0 2 2 1 K = mv 2 2 L= L = K − K0 Energia Un Lavoro e’ una Forza moltiplicata per uno spostamento L’Energia e’, grossolanamente, la capacita’ di compiere un Lavoro Energia Cinetica L’Energia cinetica e’ dovuta al moto di un corpo 1 E = mv 2 2 Moto del corpo rigido • È determinato da una o più forze esterne, generalmente applicate in punti diversi del corpo • Le forze sono quindi caratterizzati da una forza risultante F e da un momento risultante τ • Il lavoro delle forze interne in un corpo rigido è nullo quindi la variazione dell’energia cinetica è uguale al lavoro delle forze esterne 57 Lavoro w = mgDh Dh Nota: Arnold NON compie lavoro se mantiene il peso sopra la testa Tipi di Lavoro Meccanico potenza la potenza esprime la rapidità con cui si compie un lavoro L P= t J N ⋅m m2 1W = 1 = 1 = 1 kg ⋅ 3 s s s quantità di moto p = m⋅v dp dv = m = m⋅a = F dt dt pertanto l’applicazione di una forza comporta una variazione della quantità di moto Conservazione della quantità di moto In un sistema meccanicamente isolato la quantità di moto dei singoli corpi può variare, ma la quantità di moto totale del sistema rimane costante (in modulo, direzione e verso). impulso dp = F ≡ dp = dt ⋅ F ≅ Δp = FΔt dt pf tf pi ti p f − pi = ∫ dp = ∫ Fdt = J la variazione della quantità di moto dovuta ad una forza che agisce in un intervallo di tempo molto piccolo è chiamata impulso (J) quanto più Δt è piccolo tanto più corretto è ritenere applicabile il principio della conservazione della quantità di moto (URTI) momento della quantità di moto - momento angolare Il momento angolare (L) o momento della quantità di moto o impulso angolare di un corpo rotante rispetto al centro attorno al quale gira (detto anche polo) è un'importante grandezza che caratterizza il moto circolare. ed è estremamente utile per la descrizione del moto di una particella nello spazio (non per i soli moti circolari). Ha infatti la proprietà, in molti problemi meccanici, di essere una costante del moto (un vettore che si conserva nel tempo). momento angolare L r r1 L = r ∧ p = Iω p non rappresenta un punto ma la quantità di moto di un punto materiale di massa m conservazione del momento della quantità di moto La legge di conservazione del momento angolare, anche detta bilancio del momento angolare della quantità di moto afferma che il momento angolare di un sistema è costante nel tempo se è nullo il momento delle forze esterne che agiscono su di esso. conservazione del momento della quantità di moto Le pulsar erano inizialmente stelle come il Sole che ruotavano lentamente intorno a se stesse; in seguito, con l'esaurirsi del combustibile nucleare, la stessa massa si e' riversata in uno spazio molto piu' piccolo mentre il momento angolare e' rimasto identico, per cui la rotazione e' aumentata di moltissimo. Ad esempio il Sole ruota intorno a se stesso in circa 30 giorni mentre una pulsar con la stessa massa ruota in un secondo! Alcune pulsar arrivano anche a ruotare centinaia di volte al secondo . Vincoli Nel momento in cui un vincolo impedisce un movimento genera una forza chiamata reazione vincolare 2 o n corpi a contatto interagiscono tramite un’entità denominata forza A B Vincoli Nel momento in cui un vincolo impedisce un movimento genera una forza chiamata reazione vincolare 2 o n corpi a contatto interagiscono tramite un’entità denominata forza A ? Forza e quando il contatto diretto non esiste ? ???? A F campo Campo di forze « Che un corpo possa agire su un altro corpo a distanza senza la mediazione di null'altro è per me una così grande assurdità che ritengo che nessuna persona con un minimo di competenza nelle questioni filosofiche vi possa credere. » (Isaac Newton, Four letters from Sir Isaac Newton to Doctor Bentley, containing some arguments in proof of a deity, Londra, R. e J. Dodsley, 1752) In fisica, un campo di forze è un campo vettoriale che genera una forza dipendente dalla posizione nello spazio-tempo. Forze conservative In tutti i fenomeni naturali avviene una trasformazione di energia da una forma all'altra: il lavoro di una forza è una grandezza scalare che rappresenta energia in trasformazione o in trasferimento. Se una forza compie lavoro motore oppure resistente, significa che è in atto un trasferimento di energia. Un percorso chiuso è uno spostamento in cui il punto di inizio e di fine coincidono. Si dice che una forza è conservativa se il lavoro da essa compiuto durante un qualsiasi percorso chiuso è nullo. Forze conservative Il lavoro della forza alla fine del percorso chiuso può essere nullo se: • La forza si è mantenuta costantemente perpendicolare allo spostamento • La forza ha compiuto per un certo tratto del lavoro motore e per il tratto rimanente lavoro resistente opposto a quello motore Forze conservative Per qualsiasi forza conservativa il lavoro fatto per andare da un punto A ad un punto B è indipendente dal percorso seguito. Energia potenziale l’Energia potenziale e’ dovuta alla posizione di un corpo in un campo di forze E = mgh Altri campi di forze generano diverse funzioni di energia potenziale energia potenziale in un campo conservativo si definisce energia potenziale la differenza di energia posseduta da un oggetto in una data posizione nello spazio e l'energia posseduta dallo stesso in una posizione di riferimento. L = K − K 0 = ΔK ΔK = −ΔU ΔK + ΔU = 0 K + U = E (costante) legge di conservazione L = −ΔU dell’energia (forze conservative) si può anche dire che un corpo possiede energia potenziale se ha la possibilità di acquistare energia cinetica. “E” rappresenta l’energia meccanica totale conservazione dell’energia conservazione dell’energia in presenza di forze non conservative, esempio forze di attrito ΔK + ΣΔU = L f ΔE = E − E0 = L f ΔE + Q = 0 ⇒ Q = −ΔE in presenza di forze di attrito l’energia termica è uguale al lavoro fatto dall’oggetto principio di conservazione dell’energia in generale considerando la presenza di forze conservative, forze di attrito ed altre forze non conservative ΣLc + L f + ΣLnc = ΔK teorema dell’energia cinetica L = K − K 0 = ΔK ΣLc = −ΣΔU L f = −Q ΣLnc = ΔK + ΣΔU + Q ΣLnc = − Ed l’energia totale è costante 0 = ΔK + ΣΔU + Q + Ed Forze conservative Qualche forza conservativa Qualche forza non conservativa Forza di gravità Forza d'attrito Forza di richiamo di una molla (forza elastica) Resistenza del mezzo Forza elettrostatica Forza magnetica forze di attrito L'attrito (o forza d'attrito) è una forza dissipativa che si esercita tra due superfici a contatto tra loro e si oppone al loro moto relativo. La forza d'attrito che si manifesta tra superfici in quiete tra loro è detta di attrito statico, tra superfici in moto relativo si parla invece di attrito dinamico. Fr = μ r N essendo N la componente normale alla superficie di appoggio della forza agente sul corpo forze di attrito • Attrito radente L'attrito radente è dovuto allo strisciamento (ad esempio, l'interazione tra due superfici piane che rimangono a contatto mentre scorrono l'una rispetto all'altra). Ci sono diverse interpretazioni sulle cause di questa forza: la meccanica galileiana proponeva come causa dell'attrito radente le asperità tra le superfici a contatto; studi più recenti hanno invece dimostrato che l'attrito radente è dovuto soprattutto a fenomeni di adesione (legami chimici) tra le molecole che compongono le superfici a contatto. Fr = μ r N forze di attrito • Attrito volvente Il rotolamento di norma è reso possibile dalla presenza di attrito radente statico tra la ruota e il terreno; se questo attrito non ci fosse, o fosse molto piccolo (come nel caso di un terreno ghiacciato), la ruota striscerebbe senza riuscire a compiere un rotolamento puro, nel qual caso entrerebbe subito in gioco l'attrito radente dinamico che si oppone allo slittamento e, riducendo progressivamente la velocità relativa fra i corpi striscianti, tende a ripristinare le condizioni di puro rotolamento. Il coefficiente di attrito volvente è all'incirca direttamente proporzionale al coefficiente di attrito statico e inversamente proporzionale al raggio della ruota Fv = μ v N forze di attrito • Attrito viscoso Quando un corpo si muove all'interno di un fluido (liquido o gas) è soggetto ad una forza di attrito dovuta all'interazione del corpo con le molecole del fluido. Tale forza di attrito è legata ad un numero adimensionale detto numero di Reynolds in cui Rs è la dimensione caratteristica dell'oggetto, nel caso di un sistema isotropo il raggio della sfera v la sua velocità scalare, ρ la densità del liquido e η la viscosità del fluido Re = 2 Rs vρ η Se il corpo si muove a bassa velocità, così che nel flusso prevalgano le forze di viscosità rispetto a quelle d'inerzia (regime di Stokes) ovvero per Re < 1, allora la forza di attrito è proporzionale alla velocità del corpo nel fluido; nel caso di una sfera, la forza di attrito è data in questo caso dalla legge di Stokes, Se la velocità del corpo è superiore (Re > 1), le forze d'inerzia prevalgono rispetto alla viscosità ed il moto relativo del fluido è detto laminare (fino a Re = 106) oppure turbolento (per Re > 106) in questo caso la legge di Stokes non è più valida Il “corpo” Un corpo è un sistema materiale che può essere modellato come: punto Se il suo volume è piccolo rispetto allo spazio in cui si muove e si è interessati solo a conoscere le leggi del moto corpo rigido Se si vuole studiare il suo stato di quiete o di moto corpo deformabile Se si vuole determinare lo stato di sollecitazione La quantità di materia associata ad un corpo è la sua massa equazioni cardinali della dinamica C ≡ R Il problema dinamico consiste nel chiedersi quale sia il movimento risultante, definito da: R = m aCM C= I a dove R = ∑F C = ∑ MCM F moto di corpo rigido Moto traslatorio •Il segmento orientato relativo ad un qualunque coppia di particelle si mantiene costante in modulo ed orientamento •Le particelle descrivono traiettorie uguali ottenibili l'una dall'altra per traslazione •Ad ogni istante tutti i punti del sistema possiedono la stessa velocità e la stessa accelerazione Moto rotatorio •Il moto di un corpo rigido si dice rotatorio attorno ad un asse se le posizioni di due dei suoi punti si mantengono inalterate nel tempo •Ogni particella del sistema descrive una circonferenza il cui centro giace sull'asse di rotazione Moto rototraslatorio •Scelto in modo arbitrario un punto A il moto più generale del sistema consiste in una traslazione con velocità v ed in una successione di rotazioni elementari con velocità w attorno agli assi di istantanea rotazione passanti per A. •La velocità di un generico punto P e' uguale alla somma della velocità di traslazione del punto A e della velocità lineare che compete a P nel moto relativo di rotazione: dinamica del corpo rigido in rotazione •Nel moto di rotazione dei corpi rigidi di una certa dimensione, che si ha quando il corpo ruota attorno ad un proprio asse, le leggi della dinamica del punto non sono applicabili. •Infatti mentre nel moto traslatorio la massa possiamo considerarla concentrata nel baricentro e considerare quindi la velocità del baricentro come la stessa di qualunque punto del corpo, nel moto rotatorio questo non è possibile Immaginiamo un disco pieno che ruota attorno al suo asse baricentrico se considerassimo la massa concentrata nel baricentro poiché per il baricentro passa l’asse di rotazione, il disco dovrebbe avere velocità periferica nulla, invece sappiamo che: r r v p = ωr dinamica del corpo rigido in rotazione Consideriamo un punto di massa m collegato tramite un’asta di lunghezza r, a un asse di rotazione , applicando alla massa una forza F per la seconda legge della dinamica si ha F = ma t Moltiplicando entrambi i membri dell’equazione per la distanza r si ottiene F ⋅ r = m ⋅ r ⋅ at Ricordando che F ⋅r = M at = α ⋅ r Rappresenta il momento della forza F m⋅r2 = J r F ⋅ r = m ⋅ r ⋅α 2 sarà Questo prodotto rappresenta il MOMENTO D’INERZIA ASSIALE r M = J ⋅α dinamica del corpo rigido in rotazione L’espressione vista in precedenza esprime analiticamente l’EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA DINAMICA (SECONDA LEGGE DELLA DINAMICA ) riferita a un corpo rigido vincolato a ruotare attorno a un asse fisso. E’ analoga alla espressione della seconda legge della dinamica del punto materiale riferita ai moti traslatori M = J ⋅α F = m⋅a J = resistenza d’inerzia M = causa del moto α = effetto del moto m = resistenza d’inerzia F = causa del moto a = effetto del moto principio di D’Alembert posta l’equazione M = J ⋅α M − J ⋅α = 0 nella forma Si ottiene l’espressione analitica del principio di D’Alembert dei corpi rigidi in rotazione. Il termine ( -Jα) di verso opposto a quello dell’accelerazione angolare α, è detto coppia d’inerzia analoga alla forza d’inerzia (F = - ma) dei moti di traslazione. Se il corpo è soggetto oltre al momento motore Mm anche ad un momento resistente Mr il principio di D’Alembert diventa M m − M r − J ⋅α = 0 Come nei moti di traslazione esprime la condizione di equilibrio dinamico LAVORO NEL MOTO ROTATORIO Durante la rotazione il punto di applicazione della forza F si sposta della distanza s dalla posizione A alla posizione B, pertanto la forza F compie un lavoro il cui valore è indicato da: L = F ⋅s Sostituendo s =rϑ abbiamo: L = F ⋅ r ⋅ϑ Quando i versi del momento e della rotazione sono concordi,il lavoro è positivo e il momento e detto motore M = F ⋅r L = M ⋅ϑ Quando i versi sono discordi il lavoro è negativo e il momento è detto resistente POTENZA NEL MOTO ROTATORIO Analogamente ai moti di traslazione la Potenza è data dal rapporto fra il lavoro compiuto e il tempo impiegato a compierlo L = M ⋅ϑ Ricordando che nel moto rotatoria si ha: ϑ = ω ⋅t L P= t P= M ⋅ω ⋅ t t P = M ⋅ω FORZA CENTRIFUGA Nello studio del moto circolare uniforme è stata rilevata la presenza di una particolare forma di accelerazione definita “accelerazione centripeta” diretta verso il centro della circonferenza : v2 ω 2 ⋅ r 2 2 ac = r = r = ω ⋅r Per il secondo principio della dinamica esiste una forza che definiremo forza centripeta capace di provocare l’accelerazione suddetta. Abbiamo cioè: r FCP = m ⋅ aCP = m ⋅ ω 2 ⋅ r Per la terza legge della Dinamica , a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Questa forza di reazione prende il nome di FORZA CENTRIFUGA FCF = − FCP = −m ⋅ ω 2 ⋅ r moto circolare uniforme Un'automobile che curva: la forza centripeta necessaria per curvare è fornita dalla forza di attrito statico di aderenza tra gomme e strada (statico e non dinamico perché non c'è moto nella direzione radiale, ma solo in quella tangenziale); se la massima forza di attrito statico non è sufficiente, come nel caso di strada ghiacciata, l'auto non riesce a tenere la curva. FORZA CENTRIFUGA Un veicolo in curva è soggetto alle forze: centrifuga e centripeta. Esse non sono allineate: la forza centrifuga e applicata nel baricentro del veicolo , mentre quella centripeta (dovuta all’attrito) è applicata nel punto di contatto C tra ruota e strada. Nel baricentro del veicolo sono applicate due forze la forza centrifuga orizzontale diretta verso l’esterno della curva ed il peso P verticale diretto verso il basso. La forza centripeta è applicata nel punto C di contatto fra il terreno e la ruota e costituisce insieme alla forza centrifuga una coppia di braccio h (altezza del baricentro della vettura). Tale coppia, che tende a produrre il ribaltamento del veicolo verso l’esterno ha un momento Mc = Fch Ed a questo si oppone il momento raddrizzante del peso P rispetto al punto C. Mp = Pl/2 Il veicolo sarà in equilibrio se Mp >Mc (o uguale) Al contrario si può arrivare al ribaltamento del veicolo Fcp Risultante delle forze agenti su un veicolo in curva Equazione di Bernoulli (Basilea, 27 dicembre 1654 – Basilea, 16 agosto 1705) L'equazione rappresenta matematicamente il principio di Bernoulli (o effetto Bernoulli) che descrive il fenomeno per cui in un fluido ideale su cui non viene applicato un lavoro, per ogni incremento della velocità si ha simultaneamente una diminuzione della pressione o un cambiamento nella energia potenziale gravitazionale del fluido. v2 p + ρ + ρgh = costante 2 Rappresenta la formulazione del teorema della conservazione dell’energia nel caso di moto di un fluido Effetto Magnus Moto senza rotazione Moto con rotazione Effetto Magnus ?