Religiosità e comportamenti prosociali Giornata di studio: “La psicologia della religione: Ambiti di ricerca e prospettive di applicazione” – Pontificia Università Lateranense – Roma Germano Rossi Dipartimento di Psicologia, Università di Milano-Bicocca [email protected] 26 marzo 2014 G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 1 / 28 Introduzione Per gli scopi di questo contributo, possiamo definire la “religione” come un’organizzazione di individui con determinate credenze comuni relative al divino (e/o ad un trascendente) che è situata in un contesto sociale e culturale (la “società civile”) in cui il gruppo religioso cerca di diffondersi ogni organizzazione religiosa interagisce con la società civile ogni individuo religioso è anche un individuo della società civile G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 2 / 28 Relazione fra religione e società Religione ⇔ Società civile Mantenere i principi fondamentali su cui basa le credenze religiose Non entrare in conflitto diretto con la società civile Sviluppo di un sistema morale Promuovere fra i propri membri determinati comportamenti (fra cui quelli pro-sociali) Limitare o stigmatizzare altri comportamenti (fra cui quelli antisociali) La morale è un tema centrale in tutte le religioni G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 3 / 28 Morale Le principali religioni sono spesso in accordo sugli insegnamenti relativi a ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato E tutte le principali religioni del mondo sembrano avere qualche versione del detto “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” e promuovono qualche forma di comportamenti pro-sociali (Batson et. al, 1993; Coward, 1986). Alla religiosità si associa un “miglioramento della persona” sotto numerosi aspetti G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 4 / 28 Religione fra bene e male La religione è fonte di tolleranza, di utilità sociale, di integrità personale ed interpersonale (Madre Teresa di Calcutta, Martin Luther King, . . . ) Le chiese forniscono denaro, alloggi e sostegno sociale ai rifugiati di altri Paesi Le mense dei poveri e le case di accoglienza (ragazzi abbandonati o disagiati, giovani incinte, malati a lunga degenza) sono spesso finanziate da organizzazioni religiose. Contemporaneamente, la religione sembra non esercitare alcun influsso sulla disonestà, sull’intolleranza, sulle violenze fisiche e sui pregiudizi o sembra, addirittura, averli favoriti: Numerose guerre o altre forme di conflitti violenti hanno (e hanno avuto) una giustificazione religiosa Ad es., Irlanda del Nord; musulmani ed ebrei in Medio Oriente; musulmani e cristiani nell’ex Jugoslavia; sikh e indù in India; crociate. . . G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 5 / 28 Religione fra bene e male Risultati globali fra religione e prosociale relazione positiva abbastanza costante (ma non elevata) in linea di massima, l’appartenenza ad una determinata organizzazione religiosa coincide con comportamenti positivi per la società maggiore è il coinvolgimento religioso, maggiori sono i comportamenti prosociali (relazione non elevatissima) perché gli individui sono diversi fra loro, pur appartenendo ad un stessa religione e condividendo gli stessi principi morali il livello di credenza, il coinvolgimento nella propria religione, il modo di credere e il modo di rappresentarsi la divinità, incidono sui comportamenti prosociali e antisociali che il singolo individuo mette in atto G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 6 / 28 Individui religiosi (in linea di massima) Mostrano una maggiore opposizione per nudo in pubblicità (Alexander e Judd, 1986) femminismo (Wilcox e Jelen, 1991) suicidio (Domino e Miller, 1992) eutanasia (Shuman, Fournet, Zelhart, Roland ed Estes, 1992) pornografia (Lottes, Weinberg e Weller, 1993) contraccezione artificiale (Krishnan, 1993) divorzio (Hayes e Hornsby-Smith, 1994) donne in topless sulle spiagge (Herold, Corbesi e Collins, 1994) heavy metal e rap music (Lynxwiler e Gay, 2000) educazione contro l’AIDS (Ford, Zimmerman, Anderman, e Brown-Wright, 2001) G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 7 / 28 Individui religiosi (in linea di massima) Mostrano una maggiore opposizione per aborto (Bryan e Freed, 1993 ; Strickler e Danigelis, 2002) omosessualità (Marsiglio, 1993; Rowatt, Tsang, et al., 2006) sesso prematrimoniale (Bibby, 2001; Barkan, 2006) Ci sono più probabilità che siano a favore di pena di morte (Bibby, 1987) partiti politici conservatori (Bibby, 1987) ruoli tradizionali di genere (Larsen e Long, 1988) sentenze giudiziarie più severe (Altemeyer e Hunsberger, 1992) matrimonio (Hayes e Hornsby-Smith, 1994) censura di fatti di sesso e di violenza nei mass media (Fisher, Cook e Shirkey, 1994) vendetta (Cota-McKinley, Woody, e Bell, 2001) G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 8 / 28 Individui religiosi Modifiche dovute al tempo (teoria della “polarizzazione”): passando dalle ricerche del 1977 a quella del 1996 la religiosità diventa meno predittrice degli atteggiamenti sull’aborto (Strickler e Danigelis, 2002) diventa più predittrice nei gruppi religiosi fondamentalisti Gli insegnamenti morali delle religioni tendono a perdere efficacia nelle persone “mediamente” religiose aumentare in quelle “molto” religiose (o appartenenti a gruppi ortodossi, fondamentalisti, integristi) non avere nessuna influenza sui non religiosi G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 9 / 28 Comportamenti umani La ricerca psicologica si è occupata di: Comportamenti anti-sociali Omicidio, furto, inganno Uso/abuso di droghe o alcool Criminalità e delinquenza Adulterio, rapporti sessuali pre-matrimoniali Pregiudizio e discriminazione Comportamenti pro-sociali Altruismo, carità, aiuto ai bisognosi, donazione di sangue, donazione di organi, volontariato Onestà G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 10 / 28 Onestà e inganno La religione insegna l’onestà, rifiuta la menzogna e l’imbroglio Le ricerche su questo tema risalgono agli anni ’30 e si occupano prevalentemente di inganno scolastico 11000 bambini in età scolare svolgevano prove d’esame, venivano corrette assieme e dovevano assegnare un voto a se stessi (potendo così correggere di nascosto le risposte e valutarsi “meglio”) (Hartshorne e May, 1928, 1929; Hartshorne, May e Shuttleworth, 1930) Alta percentuale di correzioni non calcolate Nessuna relazione fra chi frequenta la scuola religiosa domenicale e menzogna e inganno (Hightower, 1930) Non vi era alcuna relazione tra la religione e l’onestà (o l’imbroglio scolastico) G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 11 / 28 Onestà e inganno il 92% degli studenti religiosi di college sosteneva che era moralmente sbagliato imbrogliare ma l’87% di loro concordava con l’affermazione: “Se tutti gli altri imbrogliano, perché non dovrei farlo anch’io?” (Goldsen, Rosenberg, Williams e Suchman, 1960) il 72% di un gruppo di studenti di college contraddistinti da un’elevata religiosità ammetteva di aver “barato” agli esami (Spilka e Loffredo, 1982) il 70% di un campione di oltre 2.000 adolescenti mormoni ammetteva di aver usato “metodi disonesti” per compilare i test scolastici (Chadwick e Top, 1993) G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 12 / 28 Onestà e inganno l’83% degli studenti universitari ammette almeno un atto di disonestà accademica (ad esempio, plagio di un saggio, copiare un esame) (Cochran, Chamlin, Wood e Sellers, 1999) la percentuale di studenti che “imbroglia” è molto alta indipendentemente dalla religione (Cochran, Chamlin, Wood e Sellers, 1999) Tuttavia, le ricerche nel corso di vari decenni, hanno trovato risultati variabili e non è possibile affermare un legame fra religiosità e disonestà scolastica G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 13 / 28 Uso/abuso di droghe ed alcol Moltissime ricerche, su alcol, tabacco e droghe illecite (come cocaina, eroina, amfetamine, barbiturici e sostanze psichedeliche) usate a scopi non terapeutici Il risultato generale (e stabile negli anni) è che le persone religiose (diverse misure) sono associate debolmente e negativamente all’abuso di sostanze; tende ad aumentare dopo gli anni ’80 le correlazioni diminuiscono, restano significative anche dopo aver controllato gli effetti di età, genere, razza, regione geografica, istruzione, salario e altre variabili (Cochran, Beeghley e Bock, 1988; Benson e Donahue, 1989) stabili per genere, età e in gran parte delle nazioni la religiosità dei genitori è predittiva sull’uso di sostanze le variabili che sembrano influire negativamente sono l’influsso dei pari e l’area urbana/rurale (meno influenza nelle città) G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 14 / 28 Definizioni Comportamento pro-sociale ”aiutare, condividere, donare, co-operare, fare volontariato” (Brief e Motowidlo, 1986) ”comportamento volontario destinato a beneficiare un altro” (Eisenberg, Fabes, Spinrad, 2007) è un comportamento sociale che ”beneficia altre persone o la società nel suo insieme” comportamenti destinati ad aiutare altre persone è caratterizzato da una preoccupazione per i diritti, i sentimenti e il benessere di altre persone include sensazione di empatia e preoccupazione per gli altri e comportarsi in modo da aiutare o dare beneficio ad altre persone G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 15 / 28 Definizioni Comportamento pro-sociale comportamento che ha lo scopo di aiutare gli altri senza aspettative di ricompensa (esterna o interna) azioni prodotte volontariamente senza nessuna aspettativa di ricompensa il fenomeno di persone che si aiutano a vicenda senza pensare alla ricompensa Altruismo La motivazione a fare atti di carità La motivazione dei comportamenti prosociali G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 16 / 28 Aiuto agli altri Coward (1986) ha messo in risalto il fatto che temi relativi all’altruismo sono comuni a tutte le principali religioni Spesso alla “religione” in senso generale, si associano concetti che richiamano l’amore, la giustizia, la compassione, la pietà, la carità. L’altruismo è fra i comportamenti pro-sociali più studiati dagli psicologi sociali Ci sono tre domande che possiamo porci: Chi aiuta? Quando le persone aiutano? Perché la gente aiuta? In tutti i casi si tratta di un’interazione fra aspetti personali, cognitivi e sociali G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 17 / 28 Chi aiuta? Se il credente interiorizza le norme morali della propria religione (religiosità), il suo comportamento dovrebbe essere maggiormente pro-sociale (Religiosità e Partecipazione funzioni religiose) V volontariato (Marris et al., 2000) e donare il sangue (St. John e Fuchs, 2005) Credenza in Dio e aldilà V atteggiamento sfavorevole adulterio e evasione fiscale (Atkinson e Bourrat, 2011) In un gruppo di adolescenti, religiosità V gentilezza V buona volontà di aiutare gli altri (specie se l’aiuto è anonimo e ha un vantaggio per se stessi, Hardy e Carlo, 2005) Una meta-analisi rivela una debole associazione positiva fra religiosità (diverse misure) e benevolenza e ricerca del benessere per gli altri (Saroglou, Delpierre e Dernelle, 2004) G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 18 / 28 Chi aiuta? Una delle conclusioni più importanti è che l’associazione fra religiosità e pro-socialità è legata a fattori estranei o a una motivazione esterna In alcune ricerche l’associazione dipende dalla conoscenza della persona aiutata: amici, conoscenti (Saroglou, Pichon et al., 2005) Dopo l’esplosione di una bomba a Oklahoma City, gli appartenenti alle chiese locali fecero molte donazioni e donarono il sangue in misura maggiore dei non appartenenti, ma lo fecero nei centri organizzati dalla propria chiesa (St. John e Fuchs, 2005) Quando l’associazione viene controllata per razza e genere, la pro-socialità scompare (Gillum e Masters, 2010) In conclusione, l’associazione semplice fra religione e pro-socialità è positiva ma non elevata. G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 19 / 28 Chi aiuta? Orientamento religioso Una delle variabili che potrebbe spiegare meglio l’associazione religione-prosocialità è il tipo di credenze religiose In particolare gli approcci dell’orientamento religioso: intrinseco, estrinseco (Allport, 1966; Allport e Ross, 1967) e di ricerca o “Quest” (Batson, 1976) Le persone a orientamento intrinseco vedono la propria religione come fine a se stessa, “credono profondamente” e vivono pienamente la loro fede Gli estrinseci usano la religione come un mezzo per ottenere altre cose (consapevolmente o inconsapevolmente), ad es. il sostegno sociale da parte di un gruppo Le persone con orientamento di ricerca (o Quest) hanno un approccio critico e aperto alle questioni esistenziali, non hanno una fede sicura e granitica, ma piuttosto capace di affrontare le crisi senza cedere e di usare la ragione per affrontare i problemi religiosi G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 20 / 28 Chi aiuta? Orientamento religioso Diversi studi suggeriscono che le persone con un forte orientamento religioso intrinseco possono essere più pro-sociali rispetto a quelli con un orientamento estrinseco Persone intrinseche hanno obiettivi di ricompensa sociale o di appartenenza (ad esempio, la lode e il rispetto dell’ingroup), che predicono il volontariato (meglio in un’organizzazione) Rispetto ai credenti estrinseci, le persone intrinseche sono più empatiche verso gli altri hanno punteggi più alti di altruismo (self-report) sono più caritatevoli G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 21 / 28 Chi aiuta? Orientamento religioso I credenti con un orientamento di ricerca (quest) si focalizzano sulla ricerca di un significato esistenziale e pongono l’enfasi sul significato delle domande religiose. sia la religiosità intrinseca sia la quest sono associate con l’aiutare gli altri, ma ci sono differenze nel modo in cui aiutano le persone Le persone con orientamento Quest preferiscono forme spontanee di aiuto (ad esempio, aiutare qualcuno a prendere i documenti caduti) gli intrinseci preferiscono un aiuto non spontaneo, come il volontariato (Hansen, Vandenberg, e Patterson, 1995). G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 22 / 28 Chi aiuta? Orientamento religioso la quest è stata associata ad una forma di prosocialità più universale, più empatica, (ad es., Batson e Gray, 1981) Gli intrinseci, inizialmente offrono aiuto, poi tendono ad essere insistenti su come aiutare sia che l’obiettivo lo accetti o meno. Le persone con orientamento di ricerca offrono un aiuto provvisorio e non insistono se la persona destinataria rifiuta l’aiuto (Batson, 1976; vedi anche Batson e Gray, 1981) Le differenze fra religiosità intrinseca e quest sono associate a differenze per chi si aiuta G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 23 / 28 Chi aiuta? Orientamento religioso Credenti intrinseci limitano la prosocialità a persone che pensano come loro, per es., evitando di aiutare coloro che violano i propri valori religiosi (ad esempio, l’omosessualità) Le persone con orientamento di ricerca sono disposti ad aiutare persone con credenze e valori che si oppongono ai propri (Batson, Denton, e Vollmecke, 2008; Batson, Eidelman, Higley, e Russell, 2001; Batson, Floyd, Meyer, e Winner, 1999) Batson (1990) sottolinea che l’orientamento di ricerca è legato a motivazioni altruistiche (dove la preoccupazione principale è per gli altri), mentre l’orientamento intrinseco è più fortemente associato con motivazioni egoistiche (interesse primario per l’ingroup) G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 24 / 28 Quando la religione aiuta? Gli psicologi sociali sono di per sé interessati agli aspetti della situazione che influenzano il comportamento prosociale. Uno degli studi più classici sul rapporto tra religione e comportamento prosociale si basa sulla parabola del buon samaritano (Luca 10: 25-37) Altri studi riguardano: L’intenzione prosociale L’ipocrisia morale La cooperazione le persone che stanno pensando qualcosa di "etico e religioso" dovrebbero essere più propensi a fermarsi per aiutare una persona bisognosa rispetto a chi non sta pensando qualcosa legato alla religione (Darley e Batson, 1973) situazione sperimentale G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 25 / 28 Quando la religione aiuta? Studenti seminario (Princeton, US) invitati a recarsi in un altro edificio del campus per tenere un discorso Sulla strada, passavano vicino ad un soldato malvestito che tossiva, gemeva e sembrava avere bisogno di aiuto Le variabili sperimentali erano due Pensieri religiosi vs. nessun pensiero religioso Ad alcuni partecipanti era stato detto che avrebbero fatto un breve discorso sulla parabola del Buon Samaritano (e quindi avevano in mente un fatto religioso) Gli altri partecipanti avrebbero fatto un breve discorso su un certo argomento (non connesso con l’aiutare gli altri) Aver fretta vs. non aver fretta Alcuni partecipanti furono invitati a correre verso l’altro edificio, perché erano in ritardo Agli altri no G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 26 / 28 Quando la religione aiuta? Risultati I partecipanti con pensieri religiosi non avevano più probabilità di fermarsi e aiutare il soldato le persone che avevano fretta erano significativamente meno propensi a fermarsi e aiutare rispetto a chi non aveva fretta Altri modi di attivare i “pensieri religiosi” hanno dato esiti differenti: ad es. invitare a fare beneficienza funziona meglio di domenica rispetto agli altri giorni della settimana (Malhotra, 2010). Questi risultati indicano che “attivare” i comportamenti prosociali con la religione non è semplice. G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 27 / 28 Quando la religione aiuta? Non tutti i tipi di concetti religiosi possono essere associati con il comportamento prosociale Pichon, Boccato e Saroglou (2007) hanno scoperto che le parole religiose positive (ad es., benedire, fede, battesimo) facilitano le intenzioni pro-sociali ma non le parole religiose neutre (per es., monaco, cappella, altare) Pichon e Saroglou (2009) trovano che Una persona senza fissa dimora davanti ad una chiesa aumenta il desiderio di aiuto Ma non se è un immigrato Su questi aspetti sta lavorando la psicologia della cognizione sociale G. Rossi (Dip. Psicologia) Religiosità e comportamenti prosociali 26 marzo 2014 28 / 28