Approfondimento Amore e musica: i concerti di Giorgione e Tiziano Fig. 1 Giorgione, La lezione di musica o Le tre età dell’uomo, 1500-1501 circa. Olio su tela, 62x77 cm. Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina. Il Neoplatonismo nel Quattrocento Uno degli aspetti più interessanti del Rinascimento è l’affermazione del Neoplatonismo, che influenzerà fino alla metà del XVI secolo l’intera cultura italiana. In campo artistico la filosofia neoplatonica indirizza le scelte contenutistiche, iconografiche e formali: si diffonde l’uso della mitologia per rappresentare allegorie moraleggianti, e, dal punto di vista dello stile, una resa pittorica raffinata, idealizzante e antinaturalistica. Emblematici di questo connubio tra filosofia e arte sono l’opera di Botticelli (forse l’artista più intriso degli umori neoplatonici del clima culturale di Lorenzo il Magnifico) e lo Studiolo di Isabella d’Este a Mantova, ma anche le opere ineffabili di Giorgione e Tiziano a Venezia. Amore e musica a Venezia Uno dei più importanti intellettuali della cerchia di Isabella d’Este era stato Mario Equicola, un allievo di Ficino che aveva rielaborato molti temi dibattuti alla corte mantovana nel Libro de Natura e Amore, pubbli- 1 cato a Venezia nel 1525. Nei primi decenni del XVI secolo, anche la città lagunare diviene così un centro nodale della diffusione dei concetti neoplatonici, come testimonia la fondamentale figura di Leone Ebreo, esule dal Portogallo in seguito a un’ondata di persecuzioni antisemitiche e autore di tre Dialoghi centrati sui temi dell’amore e della bellezza. Il più insigne intellettuale neoplatonico veneto era stato Pietro Bembo, che nel 1505 aveva dato una forma compiuta alle teorie sull’amore spirituale nel dialogo Gli Asolani. A testimoniare l’alta considerazione in cui erano tenute le sue idee rimangono alcuni dipinti di contenuto neoplatonico, commissionati per una ristretta élite di ricchi mercanti veneziani e oggi dispersi nei più importanti musei di tutto il mondo. Si tratta per lo più di quadri di piccolo formato, con soggetti spesso legati alla musica, che secondo le teorie neoplatoniche rifletteva l’armonia dell’universo e aiutava l’anima a sublimarsi al di sopra delle pulsioni terrene. © Istituto Italiano Edizioni Atlas Oltre alla Lezione di musica (nota anche come Le tre età dell’uomo) di Giorgione a Palazzo Pitti, si possono qui citare diverse opere giovanili di Tiziano, come il Concerto campestre del Louvre, a lungo erroneamente attribuito a Giorgione, e l’altro Concerto di Palazzo Pitti. Un altro idillio musicale (oggi alla National Gallery di Edimburgo, ed impropriamente denominato Le tre età dell’uomo), può essere interpretato in chiave neoplatonica, ma con una lettura leggermente più complessa. A una coppia di giovani amanti fa da contraltare, nel paesaggio sullo sfondo, un vecchio che medita sulla caducità umana osservando due teschi; la lettura moraleggiante è qui resa esplicita dal confronto con il terzo ed ultimo libro degli Asolani, in cui proprio un eremita invita i dialoganti a liberarsi dalla passione fisica, sublimandola in una più alta forma di amore spirituale. Se osserviamo questo gruppo di dipinti veneti dal punto di vista stilistico, possiamo constatare come l’intensa spiritualità di Michelangelo e l’asettica astrazione di Botticelli siano qui del tutto assenti. Una loro caratteristica comune è invece la ricerca di armonia cromatica, che si riflette anche nella perfetta concordanza tra le figure umane e lo splendido scenario paesaggistico, elemento quest’ultimo che differenzia l’arte veneziana dalle immobili ed intellettualizzate realizzazioni fiorentine. Dall’alto verso il basso: Fig. 2 Tiziano, Concerto campestre, 1509-1510. Olio su tela, 110x138 cm. Parigi, Musée du Louvre. Fig. 3 Tiziano, Il concerto, 1507-1508. Olio su tela, 86,5x123,5 cm. Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina. Fig. 4 Tiziano, Le tre età dell’uomo, 1512-1514 ca. Olio su tela, 90x150,7 cm. Edimburgo, National Galleries of Scotland. 2 © Istituto Italiano Edizioni Atlas