Inquinamento del Mare: per saperne di più Come accade anche per

Inquinamento del Mare: per saperne di più
Come accade anche per altri ecosistemi del pianeta, i mari e gli oceani risentono
pesantemente dell'attività dell'uomo. Oltre al sovrasfruttamento delle risorse ittiche, che
sta causando una diminuzione drammatica di molte specie di pesci utilizzati
nell'alimentazione umana, un problema di pari importanza è rappresentato
dall'inquinamento derivante dalle attività umane.
I naufragi delle petroliere, che in molti casi hanno comportato il versamento in mare di
enormi quantità di greggio, sono forse il caso più emblematico, ma non l'unico: in realtà
infatti, il contributo più importante all'inquinamento dei mari deriva dagli scarichi urbani ed
industriali, dalla dispersione in acqua di pesticidi e di altri composti chimici, da tutto
quanto insomma dalla terraferma arriva al mare.
Gli effetti di tutto ciò sono ben noti: in conseguenza dell'inquinamento da liquami e scarti
agricoli, avviene il ben noto fenomeno della proliferazione delle alghe, che provoca una
diminuzione dell'ossigeno nell'acqua, spesso minacciando la stessa vita marina.
L'accumulo di sostanze tossiche e nocive nella catena alimentare, d'altro canto, ha gravi
conseguenze su molte specie ittiche, in quanto esse si depositano nei tessuti degli
organismi, alterandone il metabolismo, la riproduzione e la crescita degli esemplari giovani.
Il Mare Mediterraneo è particolarmente vulnerabile all'inquinamento, proprio per la sua
conformazione: pur toccando ben tre continenti diversi (oltre all'Europa, l'Africa e l'Asia),
infatti, comunica con l'Oceano Atlantico solamente attraverso i 20 km dello stretto di
Gibilterra. Per questo motivo, trattandosi cioè di un mare quasi completamente chiuso, il
“Mare Nostrum” necessita di tempi lunghissimi, quasi un secolo, perché le sue acque si
rinnovino completamente.
Malgrado queste caratteristiche del tutto particolari, il
Mediterraneo è un mare ricco di vita: oltre diecimila specie vivono infatti nelle sue acque
ed in alcuni casi si tratta di specie che non si trovano in nessun altro mare del mondo.
Tra queste, la Tartaruga marina comune (Caretta caretta), minacciata gravemente anche
dal danneggiamento e dalla distruzione dei siti di nidificazione, e la Foca monaca
(Monachus monachus), che sopravvive solamente in poche centinaia di esemplari nello
Ionio, nell'Egeo e lungo le coste nordafricane.
Anche le spiagge costituiscono un ambiente fragile ed importante, da tutelare e rispettare.
Mantenerle pulite non dovrebbe essere troppo difficile, eppure ogni anno vengono raccolte
tonnellate di rifiuti abbandonati senza criterio dai bagnanti: bottiglie e buste di plastica,
lattine, scatolette, mozziconi di sigarette, tappi...l'uomo abbandona gli oggetti più strani e
insoliti sulla sabbia, dimenticando le conseguenze di questo comportamento
irresponsabile. Basti pensare che, mettendo in fila tutte le bottiglie di plastica raccolte da
Legambiente nel corso dell'annuale pulizia delle coste, si otterrebbe un “serpentone” di
plastica di 150 km!
Impariamo tutti a rispettare il mare, a non inquinarlo inutilmente e a prenderci cura, per
parte nostra, della sua pulizia: il mare è di tutti, la sua bellezza e la sua salute dipendono
anche da noi!
Link suggeriti
http://www.minambiente.it/home_it/home_acqua.html?lang=it&Area=Acqua
http://www.legambiente.it/archivi.php?idArchivio=151