Antropologia dell`educazione

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Antropologia dell’educazione
Anno accademico 2013-2014
MATERIALE AD USO DEGLI STUDENTI DI
ANTROPOLOGIA DELL’EDUCAZIONE
Prof. Cosimo Costa
1
Corso di Antropologia dell’educazione (M-PED/01), II semestre
crediti formativi universitari 6.
Valido per gli studenti di
Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi LM 50 (I anno)
Anno accademico 2013-2014.
Obiettivi formativi
Verificare il possesso delle categorie vitali dell’educativo. Fermare l’attenzione sulla problematica
dell’umano nell’uomo, individuare percorsi conoscitivi e operativi per promuoverne lo sviluppo,
comprenderne le fondamentali antinomie. Riconoscere gli ostacoli, i limiti e le potenzialità in
rapporto ai contesti culturali dell’oggi.
Contenuto del corso
Lo specifico dell’educabilità umana e analisi critica delle categorie vitali dell’educativo. Riflessione
sulla problematica dell’umano e individuazione di possibili percorsi per favorire lo sviluppo
personale e interumano nell’attuale emergenza storica. L’educazione della soggettività contro
l’omologazione negativa.
Note esplicative
Il programma avrà due modalità di svolgimento:
modalità a
Lezioni frontali in aula (per questa parte c’è a disposizione di tutti gli studenti un CD);
modalità b
Studio personale degli studenti su pagine scelte, con esercitazioni in aula.
Testi
1. Introduzione all’antropologia pedagogica (di seguito nel presente file)
2. E. Ducci, L’uomo umano, Anicia, Roma 2008 (I e II capitolo).
3. E. Ducci, Alcune emergenze educative in una società espansa e in espansione, in AA. VV.
Cittadini del mondo, Educare alla mondialità (a cura di C. Di Agresti) Roma, Studium,
1999, pp. 129-147.
4. P. P. Pasolini, Scritti Corsari, Garzanti, Roma 2008. I saggi da leggere e commentare
saranno: 7 gennaio 1973. Il “Discorso” dei capelli; 10 giugno 1974. Studio sulla rivoluzione
antropologica in Italia; 25 gennaio 1975. L’ignoranza vaticana come paradigma dell’
ignoranza della borghesia italiana; 1 marzo 1975. Cuore; 1 febbraio 1975. L’articolo delle
lucciole; Sandro penna: “un po’ di febbre”; Sviluppo e progresso.
5. P. P. Pasolini, Lettere Luterane, Garzanti, Roma 2008. I saggi da leggere e commentare
saranno: I giovani infelici; Gennariello: Paragrafo primo: come ti immagino; Paragrafo
secondo: come devi immaginarmi; Paragrafo quarto: come parleremo; Progetto dell’opera;
La prima lezione me l’ha data una tenda; Siamo due estranei: lo dicono le tazze da tè; Come
è mutato il linguaggio delle cose; I ragazzi sono conformisti due volte; Vivono, ma
dovrebbero essere morti; Siamo belli dunque deturpiamoci; Pannella e il dissenso; La droga:
una vera tragedia italiana; “Il mio Accattone in TV dopo il genocidio”; Due modeste
proposte per eliminare la criminalità il Italia; Le mie proposte su scuola e TV; Lettera
luterana a Italo Calvino.
Descrizione della verifica di profitto
Esame finale orale: per tutti, frequentanti e non frequentanti.
Attenzione
Relativamente al CD contattare direttamente la libreria Caffè Barumba per relativi accordi: Piazza
delle Vaschette 15 – 00193 Roma - Tel. 06/45497439 email: libreriabarumba@fastwebnet.
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INTRODUZIONE ALL’ANTROPOLOGIA PEDAGOGICA
Considera l'uomo in quanto capace di trasformazione e di innovazione rispetto ad altro ma
anzitutto rispetto a se stesso > da rilievo all'uomo in quanto educandus.
 questa caratterizzazione non va vista solo come status o ruolo, ma anche come una qualità
costitutiva dell'uomo, sempre e inequivocabilmente viator.




Il che cosa dell'uomo
L'uomo nella sua totalità: considera tutti gli aspetti.
I diversi livelli: fisico-chimico-biologico, psichico, intellettuale-sociale.
Kant: dottrina sistematica dell'uomo da considerare nelle sue molteplici attività, in vista del
suo agire morale per il personale accrescimento.
 Uomo esse (ontologia), nosse (gnoseologia), velle (prassiologia).
 Uomo anima-corpo, spirito-materia.
 Questo uomo
II primo dato che ci viene offerto dall’indagine antropologica della pedagogia riflette le
determinazioni del questo uomo.
1. Determinazione cronotopica = realtà esistenziale > esserci nel mondo hic et nunc >
dimensione individuale.
Nel dato cronotopico si passa all'analisi di quel nunc, il presente, in cui confluisce il passato,
ma in cui è anche reperibile il presupposto per il dopo. Tutto ciò rimanda a ciò che è
contiguo nello spazio, il vicino, anzitutto, il proprio / ambiente e il proprio prossimo, e poi il
lontano (ma sempre entro i limiti della concreta esperienza umana).
2. Determinazione preteresistenziale = inserimento nella continuità temporale > Storia delle
generazioni > educazione nel gruppo e quindi del gruppo > dimensione sociale.
Si delinea la possibilità di distinguere un'antropologia che possiamo denominare
"esistenziale" da un'antropologia che chiameremo preteresistenziale: con una possibilità di
distinzione che è fondata, più ancora che sulla struttura della realtà, sulle condizioni
dell'esperienza umana, che rendono necessario il riferimento alle misure temporali e
spaziali.
 Ne consegue che il "questo" uomo è un tutto che vive nella continuità temporale, dalla
nascita alla morte; e che, per essere legato, spazialmente, ad un ambiente fisico e sociale,
che certamente lo limita, ma anche in qualche modo lo prolunga oltre se stesso, chiama
anche in causa la continuità temporale, o forse più esattamente "la storia", delle generazioni.
Possiamo così parlare di una "realtà" esistenziale dell'uomo, intendendo sottolineare il suo esserci
nel mondo, hic et nunc, tra passato e presente, tra vicino e lontano, nello spazio-ambiente prossimo
e allargato.
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Le tre direzioni dell’Antropologia pedagogica
L'indagine sulle strutture fondamentali dell'uomo impone all'antropologia tre direzioni di ricerca,
che molto probabilmente daranno luogo non ad un'alternativa, ma a una complementarità: si tratta
di considerare l'uomo dal punto di vista dell'esistenza, dell'essenza, e della relazione.
o Approccio esistenzialistico: considera l'uomo in quanto dato.
 L'uomo è tutto nelle diverse età che egli vive, e che sono soltanto misure, più o meno
empiriche, del suo esistere. Ma non può non emergere la domanda circa il prima (della
nascita) e il dopo (la morte): cui si potrà rispondere variamente o anche non rispondere,
anche perché qualsiasi risposta potrebbe risultare inadeguata o priva di significato.
 Livello filosofico> come e perché, l'esistere dell'uomo, e dove, e quale, la sua destinazione?
> due le indicazioni possibili: per causa o per caso. All'interno di queste due prospettive si
pongono le molte teorie, religiose, filosofiche, scientifiche. Dove comincia l'azione umana,
la sua libertà, e dove è, se vi è e quando vi è, lo scontro con l'inesorabilità degli eventi, si
chiami necessità o provvidenza divina?
 Livello scientifico> l'antropologia esistenziale si muove a livello scientifico e non soltanto
per l'interesse primario che all'uomo rivolgono alcune scienze, chiamate, proprio per questo,
scienze umane ma per il metodo d'indagine seguito. Ma inevitabilmente i "dati" pongono la
domanda: tutto questo è per natura o per cultura > innatismo o empirismo?
 problematica della comunicazione > rapporta parola-pensiero
 Contributi della psicologia psicoanalitica:
- Freud > inconscio: necessità di reperire un punto di vista unitario, dal quale poter gettare lo
sguardo su tutto l'uomo > questo punto di vista è l'inconscio, non più irrazionale, bensì
"extrarazionale".
- Jung > introverso - estroverso > tipologie: si tratta di una teorizzazione che è rivolta a
produrre l'interazione di tutte le funzioni dell'individuo, e che si muove pertanto in direzione
prospettica, offrendo utili elementi alla riflessione pedagogica.
- Fromm > essere – avere: si affronta il tema dello sviluppo della personalità, reso possibile se
i processi educativi sono consonanti con l'ideologia della società di cui l'individuo fa parte,
ma a condizione che sia presente l'obiettivo primario dell'integralità umana.
- Hartmann > io > autonomia primaria e secondaria: se è vero che il "conflitto" è alla base
dello sviluppo dell'io e del suo adattamento all'ambiente, è tuttavia possibile anche
individuare una sfera dell'io libera da conflittualità, e quindi parlare di un io autonomo.
o Approccio essenzialistico: guarda all'uomo in quanto poter - dover essere.
 Fondamentale, in questo tipo di antropologia, la considerazione della durata dell'uomo, oltre
l'istante del nunc > Si pone le domande circa la durata-identità, persistere nel tempo e oltre
il tempo. È il medesimo essere, che fa sì che si possa parlare dell'io, del medesimo io,
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nonostante il suo mutarsi, il suo evolversi, il suo crescere > non escludono anzi ritengono
necessaria la verticalità, per una spiegazione totale dell’uomo.
 risposta di tipo immanentistico - naturalistico > Feuerbach: la divinità non è se non la
trasposizione della natura umana quale l'uomo vorrebbe che fosse > illusione filosoficoreligiosa, dalla quale la scienza umana deve liberare l'uomo.
 risposte includenti la verticalità (antropologia teologica, fideistica) > il riferimento a Dio
può essere un dato, o un fatto, dell'esperienza umana perché l'indagine dell'uomo è completa solo se accanto alla relazione con sé e alla relazione con l'altro (uomo e/o natura) si
pone anche la relazione con l'Assoluto, o con il Principio causante la realtà.
 E' la ricerca, per vie diverse, del valore dell'uomo e del senso della vita e non solo dei
significati dei suoi atteggiamenti. È nella distinzione tra giudizio di fatto e giudizio di
valore, il limite tra un'antropologia esistenzialistica e una essenzialistica, il che non impedirà
tuttavia a quest’ultima di poter considerare, accanto al valore dell'uomo, o all'uomo come
valore, anche la sua realtà esistenziale: come il personalismo può confermare.
o Approccio relazionistico: guarda all'uomo relazionato.
 Dell'uomo si parla solo a condizione che un altro lo costituisca. Non si tratta dell'uomo come
soggetto, bensì dell'uomo come oggetto: privato del suo essere (quello autenticamente
operativo nella storia e nel mondo) ove manchi la relazione, che è ciò che gli da la concreta
determinazione. È solo una relazione che permette di parlare dell'uomo in quanto io; è solo
sulla relazione che può essere costruita un'antropologia.
 Tre modelli> in tutti fondamentali la comunicazione:
 L'io dall'altro = totalmente dipendente dall'altro
 Sartre: oggetto qualificato dall'altro - «io appaio all'altro come oggetto di valori che
giungono a qualificarmi senza che io possa agire su questa qualificazione».
 Merleau-Ponty: lo sguardo > relazione - è "lo sguardo" a fondare la relazione e quindi a
costituire quegli "esterni" in virtù dei quali soltanto è possibile intendere la coscienza, ma
non come attualità, bensì soltanto come prospettiva.
 Lacan: sapere senza soggetto > uomo depositario di linguaggio - Il soggetto, o quel che
viene solitamente chiamato così, sembra presentarsi come un semplice depositario di un
linguaggio, che egli certamente usa, ma come dipendente, non già come autore, in una
situazione di oggettività, non di soggettività.
 L'io nell'altro = antropologia collettivista di ispirazione marxista
 Durkheim: teorizzazione della società – pone nella "coscienza collettiva" la ragione dello
svolgersi dell'umanità.
 Jaspers e Berdjaev > massa come perdita di autonomia / comunità come possibilità di
relazione interpersonale - l'esistenzialismo di Jaspers o di Berdjaev riconosce che la
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singolarità è un io che, isolandosi si annulla, e perde anzi la sua stessa realtà ontologica o
deontologica.
 L'io con l'altro = primato della vita sociale o di gruppo
 Adler: sé creativo interprete dell'esperienza e coscienza come centro - «l'interesse sociale è
l'autentica ed inevitabile compensazione di tutte le debolezze naturali degli esseri umani
individuali».
 Kurt Levin: spazio di vita = essenzialità del rapporto uomo-ambiente e teoria della dinamica
di gruppo - non vi è soltanto una continua interazione tra la parte e il tutto, ma ancor più
una ristrutturazione della persona in relazione ai gruppi di cui viene a far parte.
Per approfondimenti si veda Nuovo Dizionario di Pedagogia, a cura di G. Flores d’Arcais, voce
Antropologia pedagogica, pp. 72-92.
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UN CONSIGLIO DI LETTURA PER I SAGGI DI DUCCI
Consiglio di leggere i saggi di Ducci tenendo soprattutto presente l’urgenza di focalizzare
l’eccellenza umana, la possibilità che l’uomo ha del proprio perfezionamento, e di tracciare le vie di
quel processo per diventare umani. In fondo, per Ducci additare la natura del potenziale umano e
segnarne il percorso attuativo è il banco di prova della proposta antropologica.
1. E. Ducci, L’uomo umano, Anicia, Roma 2008
Nello studio di questo testo prestare attenzione al 1° e al 2° capitolo.
Nel primo capitolo prestare attenzione:
 alle lettura della crisi della teoresi pedagogica;
 al concetto di filosofia poietica: natura, oggetto, finalità, metodologia;
 alla delimitazione dell’ambito di tale sapere e ciò che lo differenzia dall’approccio
scientifico e dall’approccio filosofico.
Nel secondo capitolo osservare le categorie utilizzate per tracciare le diverse ipotesi di lettura dei
percorsi conoscitivi dell’uomo e della sua educabilità:
 La densità ontologica (ossia lo spessore d’essere dell’uomo): ipotesi kierkegaardiana.
o Modo di far emergere l’interiorità.
 Lo spazio personale (interrogativo circa l’esistenza): ipotesi ebneriana.
o La parola come veicolo oggettivo per sostenere l’esserci dello spazio personale.
o La relazione: costitutivo e fondamento della persona.
 L’esigenza etica originaria.
o Il solipsismo e le sue connotazioni.
o Il significato dell’etica pedagogica.
o Esigenza del giusto rapporto.
 Misura umana.
o Senso di misura e compito dell’educazione.
o La dismisura e valenza educativa del dolore.
o Potere e limite del razionale nell’uomo.
o Misteriosità della misura – possibile apertura verticale (infinito) e orizzontale (l’altro uomo).
2. E. Ducci, Alcune emergenze educative in una società espansa e in espansione, in AA. VV.
Cittadini del mondo, Educare alla mondialità (a cura di C. Di Agresti) Roma, Studium,
1999, pp. 129-147.
Le tematiche che caratterizzeranno questo saggio saranno:
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Educare alla mondialità.
L’educativo: Apologia > anthropine sophia.
Mondialità come comunità espansa.
Compito educativo: distinguere il soggetto umano dall’oggetto.
Forme di oggettivazione.
Senso del distinguere tra il soggetto e l'oggetto.
Tener desta la distinzione tra parola <> linguaggi.
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UN’OTTICA DI LETTURA PER GLI ARTICOLI DI PASOLINI
Propongo di leggere e considerare gli articoli di Pasolini come il risultato del continuo riflettere di
Pasolini sulla società consumistica di massa, sul fascismo, sui valori e mondi della società pre moderna, su problemi etici, politici, sulla falsità di alcuni valori, sul futuro della società
contemporanea, su una libertà apparente che schiavizza l’uomo omologandolo.
3. P. P. Pasolini, Scritti Corsari, Garzanti, Roma 2008.
Negli Scritti corsari sono raccolti gli interventi dell'autore pubblicati su vari giornali, come il
"Corriere della sera", "Tempo illustrato", "Dramma", "Il Mondo" e altri ancora, tra il 1973 e il 1975.
 L'autore affronta l'aborto, la contestazione giovanile, la questione dei "capelloni", la
differenza tra fascismo e antifascismo, i cambiamenti provocati dalla società dei consumi, il
ruolo della Chiesa, le stragi e altro ancora.
I saggi da leggere e commentare saranno:
 7 gennaio 1973. Il “Discorso” dei capelli.
 10 giugno 1974. Studio sulla rivoluzione antropologica in Italia.
 25 gennaio 1975. L’ignoranza vaticana come paradigma dell’ ignoranza della borghesia
italiana.
 1 marzo 1975. Cuore.
 1 febbraio 1975. L’articolo delle lucciole.
 Sandro penna: “un po’ di febbre”.
 Sviluppo e progresso.
4. P. P. Pasolini, Lettere Luterane, Garzanti, Roma 2008.
Lettere luterane è una raccolta semipostuma, perché, nonostante il fatto che non avesse avuto la
possibilità di vedere il suo libro pubblicato, l'autore aveva organizzato tutti gli scritti sotto il titolo e
secondo un ordine.
 L'opera comprende tre testi inediti e gli interventi dal 6 marzo 1975 al 30 ottobre 1975,
apparsi sul "Corriere della sera" e su "Il Mondo", ed è costituita da 4 sezioni, la prima delle
quali è intitolata I giovani infelici, la seconda Gennariello, la terza Lettere luterane e la
quarta Postilla in versi. La prima sezione comprende uno scritto inedito, I giovani infelici,
un saggio sulla colpa dei padri che si proietta sui figli, un concetto ripreso dal teatro antico
greco, nato forse nei primi giorni del 1975. La seconda sezione è composta da 14 scritti
pedagogici, rivolti a un immaginario ragazzo napoletano di nome Gennariello, che erano già
stati pubblicati dal 6 marzo al 5 giugno 1975. La terza sezione è costituita da 16 scritti
giornalistici stilisticamente simili a quelli di Scritti corsari, pubblicati dal 15 giugno al 30
ottobre 1975, e da uno scritto, l'intervento al congresso del Partito Radicale, non pronunciato
a causa della morte dell'autore, letto il 4 novembre 1975 allo stesso congresso, e pubblicato
solo il 13 dicembre 1975. Nella quarta sezione si trova una poesia inedita dallo stesso nome
della sezione, Postilla in versi.
I saggi da leggere e commentare saranno:
 I giovani infelici.
 Gennariello.
 Paragrafo primo: come ti immagino.
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Paragrafo secondo: come devi immaginarmi.
Paragrafo quarto: come parleremo.
Progetto dell’opera.
La prima lezione me l’ha data una tenda.
Siamo due estranei: lo dicono le tazze da tè.
Come è mutato il linguaggio delle cose.
I ragazzi sono conformisti due volte.
Vivono, ma dovrebbero essere morti.
Siamo belli dunque deturpiamoci.
Pannella e il dissenso.
La droga: una vera tragedia italiana.
“Il mio Accattone in TV dopo il genocidio”.
Due modeste proposte per eliminare la criminalità il Italia.
Le mie proposte su scuola e TV.
Lettera luterana a Italo Calvino.
Di seguito, brevi indicazioni tematiche e di lettura per lo studio dei due scritti di Pasolini
Scritti Corsari
Lettere Luterane
 CAPACITÀ singolare di Pasolini di essere testimone.
 VOLONTÀ inquieta e contraddittoria, tenace e oscillante, di misurarsi con la realtà.
 Scritti corsari e Lettere luterane:risultato del continuo riflettere di Pasolini sulla società
consumistica di massa, sul fascismo, sui valori e mondi della società pre - moderna, su
problemi etici, politici, sulla falsità di alcuni valori, sul futuro della società contemporanea,
su una libertà apparente che schiavizza l’uomo.
 Scritti corsari sono raccolti gli interventi dell'autore pubblicati su vari giornali, come il
"Corriere della Sera", "Tempo illustrato", "Dramma", "Il Mondo" e altri ancora, tra il 1973
e il 1975;
 l'autore affronta l'aborto, la contestazione giovanile, la questione dei "capelloni", la
differenza tra fascismo e antifascismo, i cambiamenti provocati dalla società dei consumi, il
ruolo della Chiesa, le stragi e altro ancora.
 Lettere luterane è una raccolta costituita da quattro sezioni:
I.
II.
I giovani infelici, saggio sulla colpa dei padri che si proietta sui figli.
Gennariello, scritti pedagogici.
III.
Lettere luterane, scritti giornalistici.
IV.
Postilla in versi, una poesia inedita.
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Pasolini
educare alla responsabilità
 Gennariello in "Il Mondo", 6 marzo - 5 giugno 1975, ora in Lettere Luterane;
 Napoli: ultima metropoli plebea in senso positivo, non cambiata, ingenua, naturale, che
contrasta con il benessere e l'educazione del resto della repubblica;
 Gennariello: ragazzo napoletano borghese.
"la tolleranza è anzi una forma di condanna più raffinata"
Lettere Luterane
 frase che colpisce per la forza e la precisione con cui essa descrive l'atteggiamento di
Pasolini - "bisogna avere la forza della critica totale, del rifiuto, della denuncia disperata e
inutile" - Lettere Luterane.
 Pasolini descrive a Gennariello il grande cambiamento qualitativo legato alla scomparsa del
mondo artigianale e contadino.
 Spietatezza degli amici di scuola di Gennariello e del loro conformismo:
 ragazzi obbedienti;
 ragazzi disobbedienti;
 ragazzi colti.
 Pasolini critica radicalmente il modo di presentare la criminalità da parte dei mass-media e
per combattere la criminalità in Italia propone di abolire la scuola dell'obbligo e la
televisione;
 Scuola: iniziazione alla vita borghese, dove si insegnano cose inutili, stupide, false,
moralistiche;
 TV: i suoi sono "esempi", "modelli" che non vengono parlati ma rappresentati, che non
suscitano nessuna discussione, nessun legame vivo, emotivo con lo spettatore.
Pasolini che educa
 Pasolini educatore è interessato, nella sua polemica sociale, alla finalità di riconciliare la
scuola e i giovani insieme, interrogandosi con disperazione su che cosa, anche la scuola, ha
fatto della gioventù;
 che cosa sono diventati i giovani?
 come accordare la realtà pedagogica con l’ideale di un’educazione?
 Educazione che eleva l’individuo a una coscienza di responsabilità sociale più piena e
consapevole.
 Educatore non di massa anche in una società massificata.
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 Un cammino di autenticità di sé e d’altrui.
 L’educazione orientata a una concezione di popolo non come massa o folla metropolitana
uniformata dai modelli della società dei consumi, dall’assimilazione di comportamenti
anonimi, in cui soprattutto la comunicazione e i suoi strumenti manifestano una vera e
propria para-educazione.
 Tra l’educatore e il suo interlocutore naturale: ricerca comune di una verità che può liberare
e unire.
 Pasolini e il modello di paideia socratica.
 Le fonti educative: il conformismo generalizzato, la diserzione dell’istituzione scolastica, il
potere invasivo e pervasivo dei media, la stampa e la televisione.
 L’ansia pedagogica che da amorosa diventa violenta, da dolcemente educativa e costruttiva
diventa un programmatico atto di denuncia delle violazioni che il popolo ha subito
 Il suo scopo sarà quello di guidarlo “alla mancanza di rispetto per ogni sentimento istituito”–
Lettere Luterane – convincendolo “a non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo
ha privato gli uomini trasformandoli in brutti e stupidi automi adoratori di feticci” – Lettere
Luterane.
 Sensibilizzare il pubblico a prendere coscienza che la vera grande tragedia storica è una
preoccupante perdita di valori.
Gennariello
 La strada che responsabilizza. Un mezzo per la libertà?
 Ragazzi di Vita;
 La strada stabilisce percorsi e pratiche ben precise che sembrano regolare, se non
manovrare, comportamenti, atteggiamenti, veri e propri modi di vivere;
 Il bar, il mercato, comparendo ripetutamente nei romanzi di Pasolini, sono territori che
assolvono a specifiche funzioni che nulla hanno a che vedere con l’idea tradizionale che se
ne ha, bensì assumono valenze parallele.
“gli oggetti, essi mi insegnavano dove ero nato, in che modo vivevo e, soprattutto, come dovevo concepire la mia
nascita e la mia vita. Trattandosi di un discorso pedagogico inarticolato, fisso, incontrovertibile, esso non poteva essere
come si dice oggi, che autoritario e repressivo. Ciò che mi ha detto e insegnato quella tenda non ammetteva e non
ammette repliche”
Lettere Luterane
 “Gennariello” e “I ragazzi infelici”
 Gennariello: parti figurative di un ragazzo borghese;
 “i tuoi occhi siano ridarelli: come del resto, se anziché essere un Gennariello, tu fossi una
Concettina” – Lettere Luterane.
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 scelta partenopea deriva da una simpatia di Pasolini sia per la città sia per il non
cambiamento del popolo nel corso della storia, riuscendo perciò a non contaminarsi con il
nuovo corso che la cultura italiana stava intraprendendo.
Gennariello
intenti pedagogici che liberano
 Fonti educative più immediate: oggetti che educano e responsabilizzano.
 Liberare il suo alunno dalle impostazioni che le infrastrutture della società e della civile
convivenza gli abbiano imposto, invitandolo ad una auspicabile intransigenza.
 Anche le periferie hanno un loro linguaggio che educa;
 Apparentemente da un giorno all’altro l’Italia si è scoperta paese tecnologico e sviluppato,
da paleoindustriale che era; questo salto economico ha portato apparentemente con sé il
benessere economico, ma ha, al tempo stesso, ucciso la tradizione artigianale italiana, non
comportando alcun progresso.
“Non c’è soluzione di continuità ormai, ai miei occhi, tra quelle tazzine e un vasetto”
Lettere Luterane
 progresso e sviluppo: “il progresso è una nozione ideale (sociale e politica): là dove lo
sviluppo è un fatto pragmatico ed economico” Scritti Corsari.
 I coetanei di Gennariello: educatori per capire la libertà;
 La violenza e la cattiveria gratuita sono a fondamento delle relazioni fra coetanei, dotati di
armi ben più raffinate rispetto agli adulti, come l’intimazione e il ricatto;
 tipi di coetanei di Gennariello,
 i destinati a essere morti.
 Tre insegnamenti a Gennariello:
I.
II.
III.
rinuncia;
obbligatoria tendenza all’infelicità;
la retorica della bruttezza.
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Gennariello
i padri e i figli
 Pasolini condanna la generazione dei figli, per quanto (questo giudizio) sembri anche a me
ingiusto e impietoso;
 cessazione di amore;
“Il mio sentimento è di condanna. I sentimenti non si possono cambiare. Sono essi che sono storici. È ciò che si
prova, che è reale. Alla fine il mio sentimento è ripeto di condanna. Ma poiché forse, condanna è una parola
sbagliata (dettata forse dal riferimento iniziale al contesto linguistico del teatro greco) dovrò precisarla: più che
una condanna, infatti il mio sentimento è una cessazione di amore: cessazione di amore che, appunto, non da
luogo a odio ma a condanna”
Lettere Luterane
 La sua è una denuncia dei disastri provocati dalla società moderna e dalla corruzione
cresciuta nell’ombra del nuovo potere, una negazione dei valori, falsamente positivi, indotti
e prodotti da questo sistema nuovo, economico-sociale.
 La scelta tra bene e male è cruciale; non sembrava, però, che i giovani tratteggiati da
Pasolini abbiano compiuto questa valutazione: l’impressione che se ne ha, piuttosto, è che
non abbiano trovato neanche la possibilità di farla,
 Surrogato della cultura: la droga.
 Scuola e TV: schiavi e criminali nell’occulto;
“accettare realisticamente un regresso tale significa non amare gli uomini in carne e ossa che lo circondano. Perché
senza indignazione sarebbe impossibile parlarne”
Lettere Luterane
 Una conclusione:
 Rapporto contraddittorio con la realtà.
 Muro difensivo dell'"autenticità" personale.
 Pasolini: atteggiamenti e posizioni per suscitare una reazione.
 Una verità nascosta dentro l'apparentemente omogenea realtà.
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