Antropologia dell’educazione Anno accademico 2013-2014 MATERIALE AD USO DEGLI STUDENTI DI ANTROPOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Prof. Cosimo Costa 1 Corso di Antropologia dell’educazione (M-PED/01), II semestre crediti formativi universitari 6. Valido per gli studenti di Programmazione e gestione dei servizi educativi e formativi LM 50 (I anno) Anno accademico 2013-2014. Obiettivi formativi Verificare il possesso delle categorie vitali dell’educativo. Fermare l’attenzione sulla problematica dell’umano nell’uomo, individuare percorsi conoscitivi e operativi per promuoverne lo sviluppo, comprenderne le fondamentali antinomie. Riconoscere gli ostacoli, i limiti e le potenzialità in rapporto ai contesti culturali dell’oggi. Contenuto del corso Lo specifico dell’educabilità umana e analisi critica delle categorie vitali dell’educativo. Riflessione sulla problematica dell’umano e individuazione di possibili percorsi per favorire lo sviluppo personale e interumano nell’attuale emergenza storica. L’educazione della soggettività contro l’omologazione negativa. Note esplicative Il programma avrà due modalità di svolgimento: modalità a Lezioni frontali in aula (per questa parte c’è a disposizione di tutti gli studenti un CD); modalità b Studio personale degli studenti su pagine scelte, con esercitazioni in aula. Testi 1. Introduzione all’antropologia pedagogica (di seguito nel presente file) 2. E. Ducci, L’uomo umano, Anicia, Roma 2008 (I e II capitolo). 3. E. Ducci, Alcune emergenze educative in una società espansa e in espansione, in AA. VV. Cittadini del mondo, Educare alla mondialità (a cura di C. Di Agresti) Roma, Studium, 1999, pp. 129-147. 4. P. P. Pasolini, Scritti Corsari, Garzanti, Roma 2008. I saggi da leggere e commentare saranno: 7 gennaio 1973. Il “Discorso” dei capelli; 10 giugno 1974. Studio sulla rivoluzione antropologica in Italia; 25 gennaio 1975. L’ignoranza vaticana come paradigma dell’ ignoranza della borghesia italiana; 1 marzo 1975. Cuore; 1 febbraio 1975. L’articolo delle lucciole; Sandro penna: “un po’ di febbre”; Sviluppo e progresso. 5. P. P. Pasolini, Lettere Luterane, Garzanti, Roma 2008. I saggi da leggere e commentare saranno: I giovani infelici; Gennariello: Paragrafo primo: come ti immagino; Paragrafo secondo: come devi immaginarmi; Paragrafo quarto: come parleremo; Progetto dell’opera; La prima lezione me l’ha data una tenda; Siamo due estranei: lo dicono le tazze da tè; Come è mutato il linguaggio delle cose; I ragazzi sono conformisti due volte; Vivono, ma dovrebbero essere morti; Siamo belli dunque deturpiamoci; Pannella e il dissenso; La droga: una vera tragedia italiana; “Il mio Accattone in TV dopo il genocidio”; Due modeste proposte per eliminare la criminalità il Italia; Le mie proposte su scuola e TV; Lettera luterana a Italo Calvino. Descrizione della verifica di profitto Esame finale orale: per tutti, frequentanti e non frequentanti. Attenzione Relativamente al CD contattare direttamente la libreria Caffè Barumba per relativi accordi: Piazza delle Vaschette 15 – 00193 Roma - Tel. 06/45497439 email: libreriabarumba@fastwebnet. 2 INTRODUZIONE ALL’ANTROPOLOGIA PEDAGOGICA Considera l'uomo in quanto capace di trasformazione e di innovazione rispetto ad altro ma anzitutto rispetto a se stesso > da rilievo all'uomo in quanto educandus. questa caratterizzazione non va vista solo come status o ruolo, ma anche come una qualità costitutiva dell'uomo, sempre e inequivocabilmente viator. Il che cosa dell'uomo L'uomo nella sua totalità: considera tutti gli aspetti. I diversi livelli: fisico-chimico-biologico, psichico, intellettuale-sociale. Kant: dottrina sistematica dell'uomo da considerare nelle sue molteplici attività, in vista del suo agire morale per il personale accrescimento. Uomo esse (ontologia), nosse (gnoseologia), velle (prassiologia). Uomo anima-corpo, spirito-materia. Questo uomo II primo dato che ci viene offerto dall’indagine antropologica della pedagogia riflette le determinazioni del questo uomo. 1. Determinazione cronotopica = realtà esistenziale > esserci nel mondo hic et nunc > dimensione individuale. Nel dato cronotopico si passa all'analisi di quel nunc, il presente, in cui confluisce il passato, ma in cui è anche reperibile il presupposto per il dopo. Tutto ciò rimanda a ciò che è contiguo nello spazio, il vicino, anzitutto, il proprio / ambiente e il proprio prossimo, e poi il lontano (ma sempre entro i limiti della concreta esperienza umana). 2. Determinazione preteresistenziale = inserimento nella continuità temporale > Storia delle generazioni > educazione nel gruppo e quindi del gruppo > dimensione sociale. Si delinea la possibilità di distinguere un'antropologia che possiamo denominare "esistenziale" da un'antropologia che chiameremo preteresistenziale: con una possibilità di distinzione che è fondata, più ancora che sulla struttura della realtà, sulle condizioni dell'esperienza umana, che rendono necessario il riferimento alle misure temporali e spaziali. Ne consegue che il "questo" uomo è un tutto che vive nella continuità temporale, dalla nascita alla morte; e che, per essere legato, spazialmente, ad un ambiente fisico e sociale, che certamente lo limita, ma anche in qualche modo lo prolunga oltre se stesso, chiama anche in causa la continuità temporale, o forse più esattamente "la storia", delle generazioni. Possiamo così parlare di una "realtà" esistenziale dell'uomo, intendendo sottolineare il suo esserci nel mondo, hic et nunc, tra passato e presente, tra vicino e lontano, nello spazio-ambiente prossimo e allargato. 3 Le tre direzioni dell’Antropologia pedagogica L'indagine sulle strutture fondamentali dell'uomo impone all'antropologia tre direzioni di ricerca, che molto probabilmente daranno luogo non ad un'alternativa, ma a una complementarità: si tratta di considerare l'uomo dal punto di vista dell'esistenza, dell'essenza, e della relazione. o Approccio esistenzialistico: considera l'uomo in quanto dato. L'uomo è tutto nelle diverse età che egli vive, e che sono soltanto misure, più o meno empiriche, del suo esistere. Ma non può non emergere la domanda circa il prima (della nascita) e il dopo (la morte): cui si potrà rispondere variamente o anche non rispondere, anche perché qualsiasi risposta potrebbe risultare inadeguata o priva di significato. Livello filosofico> come e perché, l'esistere dell'uomo, e dove, e quale, la sua destinazione? > due le indicazioni possibili: per causa o per caso. All'interno di queste due prospettive si pongono le molte teorie, religiose, filosofiche, scientifiche. Dove comincia l'azione umana, la sua libertà, e dove è, se vi è e quando vi è, lo scontro con l'inesorabilità degli eventi, si chiami necessità o provvidenza divina? Livello scientifico> l'antropologia esistenziale si muove a livello scientifico e non soltanto per l'interesse primario che all'uomo rivolgono alcune scienze, chiamate, proprio per questo, scienze umane ma per il metodo d'indagine seguito. Ma inevitabilmente i "dati" pongono la domanda: tutto questo è per natura o per cultura > innatismo o empirismo? problematica della comunicazione > rapporta parola-pensiero Contributi della psicologia psicoanalitica: - Freud > inconscio: necessità di reperire un punto di vista unitario, dal quale poter gettare lo sguardo su tutto l'uomo > questo punto di vista è l'inconscio, non più irrazionale, bensì "extrarazionale". - Jung > introverso - estroverso > tipologie: si tratta di una teorizzazione che è rivolta a produrre l'interazione di tutte le funzioni dell'individuo, e che si muove pertanto in direzione prospettica, offrendo utili elementi alla riflessione pedagogica. - Fromm > essere – avere: si affronta il tema dello sviluppo della personalità, reso possibile se i processi educativi sono consonanti con l'ideologia della società di cui l'individuo fa parte, ma a condizione che sia presente l'obiettivo primario dell'integralità umana. - Hartmann > io > autonomia primaria e secondaria: se è vero che il "conflitto" è alla base dello sviluppo dell'io e del suo adattamento all'ambiente, è tuttavia possibile anche individuare una sfera dell'io libera da conflittualità, e quindi parlare di un io autonomo. o Approccio essenzialistico: guarda all'uomo in quanto poter - dover essere. Fondamentale, in questo tipo di antropologia, la considerazione della durata dell'uomo, oltre l'istante del nunc > Si pone le domande circa la durata-identità, persistere nel tempo e oltre il tempo. È il medesimo essere, che fa sì che si possa parlare dell'io, del medesimo io, 4 nonostante il suo mutarsi, il suo evolversi, il suo crescere > non escludono anzi ritengono necessaria la verticalità, per una spiegazione totale dell’uomo. risposta di tipo immanentistico - naturalistico > Feuerbach: la divinità non è se non la trasposizione della natura umana quale l'uomo vorrebbe che fosse > illusione filosoficoreligiosa, dalla quale la scienza umana deve liberare l'uomo. risposte includenti la verticalità (antropologia teologica, fideistica) > il riferimento a Dio può essere un dato, o un fatto, dell'esperienza umana perché l'indagine dell'uomo è completa solo se accanto alla relazione con sé e alla relazione con l'altro (uomo e/o natura) si pone anche la relazione con l'Assoluto, o con il Principio causante la realtà. E' la ricerca, per vie diverse, del valore dell'uomo e del senso della vita e non solo dei significati dei suoi atteggiamenti. È nella distinzione tra giudizio di fatto e giudizio di valore, il limite tra un'antropologia esistenzialistica e una essenzialistica, il che non impedirà tuttavia a quest’ultima di poter considerare, accanto al valore dell'uomo, o all'uomo come valore, anche la sua realtà esistenziale: come il personalismo può confermare. o Approccio relazionistico: guarda all'uomo relazionato. Dell'uomo si parla solo a condizione che un altro lo costituisca. Non si tratta dell'uomo come soggetto, bensì dell'uomo come oggetto: privato del suo essere (quello autenticamente operativo nella storia e nel mondo) ove manchi la relazione, che è ciò che gli da la concreta determinazione. È solo una relazione che permette di parlare dell'uomo in quanto io; è solo sulla relazione che può essere costruita un'antropologia. Tre modelli> in tutti fondamentali la comunicazione: L'io dall'altro = totalmente dipendente dall'altro Sartre: oggetto qualificato dall'altro - «io appaio all'altro come oggetto di valori che giungono a qualificarmi senza che io possa agire su questa qualificazione». Merleau-Ponty: lo sguardo > relazione - è "lo sguardo" a fondare la relazione e quindi a costituire quegli "esterni" in virtù dei quali soltanto è possibile intendere la coscienza, ma non come attualità, bensì soltanto come prospettiva. Lacan: sapere senza soggetto > uomo depositario di linguaggio - Il soggetto, o quel che viene solitamente chiamato così, sembra presentarsi come un semplice depositario di un linguaggio, che egli certamente usa, ma come dipendente, non già come autore, in una situazione di oggettività, non di soggettività. L'io nell'altro = antropologia collettivista di ispirazione marxista Durkheim: teorizzazione della società – pone nella "coscienza collettiva" la ragione dello svolgersi dell'umanità. Jaspers e Berdjaev > massa come perdita di autonomia / comunità come possibilità di relazione interpersonale - l'esistenzialismo di Jaspers o di Berdjaev riconosce che la 5 singolarità è un io che, isolandosi si annulla, e perde anzi la sua stessa realtà ontologica o deontologica. L'io con l'altro = primato della vita sociale o di gruppo Adler: sé creativo interprete dell'esperienza e coscienza come centro - «l'interesse sociale è l'autentica ed inevitabile compensazione di tutte le debolezze naturali degli esseri umani individuali». Kurt Levin: spazio di vita = essenzialità del rapporto uomo-ambiente e teoria della dinamica di gruppo - non vi è soltanto una continua interazione tra la parte e il tutto, ma ancor più una ristrutturazione della persona in relazione ai gruppi di cui viene a far parte. Per approfondimenti si veda Nuovo Dizionario di Pedagogia, a cura di G. Flores d’Arcais, voce Antropologia pedagogica, pp. 72-92. 6 UN CONSIGLIO DI LETTURA PER I SAGGI DI DUCCI Consiglio di leggere i saggi di Ducci tenendo soprattutto presente l’urgenza di focalizzare l’eccellenza umana, la possibilità che l’uomo ha del proprio perfezionamento, e di tracciare le vie di quel processo per diventare umani. In fondo, per Ducci additare la natura del potenziale umano e segnarne il percorso attuativo è il banco di prova della proposta antropologica. 1. E. Ducci, L’uomo umano, Anicia, Roma 2008 Nello studio di questo testo prestare attenzione al 1° e al 2° capitolo. Nel primo capitolo prestare attenzione: alle lettura della crisi della teoresi pedagogica; al concetto di filosofia poietica: natura, oggetto, finalità, metodologia; alla delimitazione dell’ambito di tale sapere e ciò che lo differenzia dall’approccio scientifico e dall’approccio filosofico. Nel secondo capitolo osservare le categorie utilizzate per tracciare le diverse ipotesi di lettura dei percorsi conoscitivi dell’uomo e della sua educabilità: La densità ontologica (ossia lo spessore d’essere dell’uomo): ipotesi kierkegaardiana. o Modo di far emergere l’interiorità. Lo spazio personale (interrogativo circa l’esistenza): ipotesi ebneriana. o La parola come veicolo oggettivo per sostenere l’esserci dello spazio personale. o La relazione: costitutivo e fondamento della persona. L’esigenza etica originaria. o Il solipsismo e le sue connotazioni. o Il significato dell’etica pedagogica. o Esigenza del giusto rapporto. Misura umana. o Senso di misura e compito dell’educazione. o La dismisura e valenza educativa del dolore. o Potere e limite del razionale nell’uomo. o Misteriosità della misura – possibile apertura verticale (infinito) e orizzontale (l’altro uomo). 2. E. Ducci, Alcune emergenze educative in una società espansa e in espansione, in AA. VV. Cittadini del mondo, Educare alla mondialità (a cura di C. Di Agresti) Roma, Studium, 1999, pp. 129-147. Le tematiche che caratterizzeranno questo saggio saranno: Educare alla mondialità. L’educativo: Apologia > anthropine sophia. Mondialità come comunità espansa. Compito educativo: distinguere il soggetto umano dall’oggetto. Forme di oggettivazione. Senso del distinguere tra il soggetto e l'oggetto. Tener desta la distinzione tra parola <> linguaggi. 7 UN’OTTICA DI LETTURA PER GLI ARTICOLI DI PASOLINI Propongo di leggere e considerare gli articoli di Pasolini come il risultato del continuo riflettere di Pasolini sulla società consumistica di massa, sul fascismo, sui valori e mondi della società pre moderna, su problemi etici, politici, sulla falsità di alcuni valori, sul futuro della società contemporanea, su una libertà apparente che schiavizza l’uomo omologandolo. 3. P. P. Pasolini, Scritti Corsari, Garzanti, Roma 2008. Negli Scritti corsari sono raccolti gli interventi dell'autore pubblicati su vari giornali, come il "Corriere della sera", "Tempo illustrato", "Dramma", "Il Mondo" e altri ancora, tra il 1973 e il 1975. L'autore affronta l'aborto, la contestazione giovanile, la questione dei "capelloni", la differenza tra fascismo e antifascismo, i cambiamenti provocati dalla società dei consumi, il ruolo della Chiesa, le stragi e altro ancora. I saggi da leggere e commentare saranno: 7 gennaio 1973. Il “Discorso” dei capelli. 10 giugno 1974. Studio sulla rivoluzione antropologica in Italia. 25 gennaio 1975. L’ignoranza vaticana come paradigma dell’ ignoranza della borghesia italiana. 1 marzo 1975. Cuore. 1 febbraio 1975. L’articolo delle lucciole. Sandro penna: “un po’ di febbre”. Sviluppo e progresso. 4. P. P. Pasolini, Lettere Luterane, Garzanti, Roma 2008. Lettere luterane è una raccolta semipostuma, perché, nonostante il fatto che non avesse avuto la possibilità di vedere il suo libro pubblicato, l'autore aveva organizzato tutti gli scritti sotto il titolo e secondo un ordine. L'opera comprende tre testi inediti e gli interventi dal 6 marzo 1975 al 30 ottobre 1975, apparsi sul "Corriere della sera" e su "Il Mondo", ed è costituita da 4 sezioni, la prima delle quali è intitolata I giovani infelici, la seconda Gennariello, la terza Lettere luterane e la quarta Postilla in versi. La prima sezione comprende uno scritto inedito, I giovani infelici, un saggio sulla colpa dei padri che si proietta sui figli, un concetto ripreso dal teatro antico greco, nato forse nei primi giorni del 1975. La seconda sezione è composta da 14 scritti pedagogici, rivolti a un immaginario ragazzo napoletano di nome Gennariello, che erano già stati pubblicati dal 6 marzo al 5 giugno 1975. La terza sezione è costituita da 16 scritti giornalistici stilisticamente simili a quelli di Scritti corsari, pubblicati dal 15 giugno al 30 ottobre 1975, e da uno scritto, l'intervento al congresso del Partito Radicale, non pronunciato a causa della morte dell'autore, letto il 4 novembre 1975 allo stesso congresso, e pubblicato solo il 13 dicembre 1975. Nella quarta sezione si trova una poesia inedita dallo stesso nome della sezione, Postilla in versi. I saggi da leggere e commentare saranno: I giovani infelici. Gennariello. Paragrafo primo: come ti immagino. 8 Paragrafo secondo: come devi immaginarmi. Paragrafo quarto: come parleremo. Progetto dell’opera. La prima lezione me l’ha data una tenda. Siamo due estranei: lo dicono le tazze da tè. Come è mutato il linguaggio delle cose. I ragazzi sono conformisti due volte. Vivono, ma dovrebbero essere morti. Siamo belli dunque deturpiamoci. Pannella e il dissenso. La droga: una vera tragedia italiana. “Il mio Accattone in TV dopo il genocidio”. Due modeste proposte per eliminare la criminalità il Italia. Le mie proposte su scuola e TV. Lettera luterana a Italo Calvino. Di seguito, brevi indicazioni tematiche e di lettura per lo studio dei due scritti di Pasolini Scritti Corsari Lettere Luterane CAPACITÀ singolare di Pasolini di essere testimone. VOLONTÀ inquieta e contraddittoria, tenace e oscillante, di misurarsi con la realtà. Scritti corsari e Lettere luterane:risultato del continuo riflettere di Pasolini sulla società consumistica di massa, sul fascismo, sui valori e mondi della società pre - moderna, su problemi etici, politici, sulla falsità di alcuni valori, sul futuro della società contemporanea, su una libertà apparente che schiavizza l’uomo. Scritti corsari sono raccolti gli interventi dell'autore pubblicati su vari giornali, come il "Corriere della Sera", "Tempo illustrato", "Dramma", "Il Mondo" e altri ancora, tra il 1973 e il 1975; l'autore affronta l'aborto, la contestazione giovanile, la questione dei "capelloni", la differenza tra fascismo e antifascismo, i cambiamenti provocati dalla società dei consumi, il ruolo della Chiesa, le stragi e altro ancora. Lettere luterane è una raccolta costituita da quattro sezioni: I. II. I giovani infelici, saggio sulla colpa dei padri che si proietta sui figli. Gennariello, scritti pedagogici. III. Lettere luterane, scritti giornalistici. IV. Postilla in versi, una poesia inedita. 9 Pasolini educare alla responsabilità Gennariello in "Il Mondo", 6 marzo - 5 giugno 1975, ora in Lettere Luterane; Napoli: ultima metropoli plebea in senso positivo, non cambiata, ingenua, naturale, che contrasta con il benessere e l'educazione del resto della repubblica; Gennariello: ragazzo napoletano borghese. "la tolleranza è anzi una forma di condanna più raffinata" Lettere Luterane frase che colpisce per la forza e la precisione con cui essa descrive l'atteggiamento di Pasolini - "bisogna avere la forza della critica totale, del rifiuto, della denuncia disperata e inutile" - Lettere Luterane. Pasolini descrive a Gennariello il grande cambiamento qualitativo legato alla scomparsa del mondo artigianale e contadino. Spietatezza degli amici di scuola di Gennariello e del loro conformismo: ragazzi obbedienti; ragazzi disobbedienti; ragazzi colti. Pasolini critica radicalmente il modo di presentare la criminalità da parte dei mass-media e per combattere la criminalità in Italia propone di abolire la scuola dell'obbligo e la televisione; Scuola: iniziazione alla vita borghese, dove si insegnano cose inutili, stupide, false, moralistiche; TV: i suoi sono "esempi", "modelli" che non vengono parlati ma rappresentati, che non suscitano nessuna discussione, nessun legame vivo, emotivo con lo spettatore. Pasolini che educa Pasolini educatore è interessato, nella sua polemica sociale, alla finalità di riconciliare la scuola e i giovani insieme, interrogandosi con disperazione su che cosa, anche la scuola, ha fatto della gioventù; che cosa sono diventati i giovani? come accordare la realtà pedagogica con l’ideale di un’educazione? Educazione che eleva l’individuo a una coscienza di responsabilità sociale più piena e consapevole. Educatore non di massa anche in una società massificata. 10 Un cammino di autenticità di sé e d’altrui. L’educazione orientata a una concezione di popolo non come massa o folla metropolitana uniformata dai modelli della società dei consumi, dall’assimilazione di comportamenti anonimi, in cui soprattutto la comunicazione e i suoi strumenti manifestano una vera e propria para-educazione. Tra l’educatore e il suo interlocutore naturale: ricerca comune di una verità che può liberare e unire. Pasolini e il modello di paideia socratica. Le fonti educative: il conformismo generalizzato, la diserzione dell’istituzione scolastica, il potere invasivo e pervasivo dei media, la stampa e la televisione. L’ansia pedagogica che da amorosa diventa violenta, da dolcemente educativa e costruttiva diventa un programmatico atto di denuncia delle violazioni che il popolo ha subito Il suo scopo sarà quello di guidarlo “alla mancanza di rispetto per ogni sentimento istituito”– Lettere Luterane – convincendolo “a non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo ha privato gli uomini trasformandoli in brutti e stupidi automi adoratori di feticci” – Lettere Luterane. Sensibilizzare il pubblico a prendere coscienza che la vera grande tragedia storica è una preoccupante perdita di valori. Gennariello La strada che responsabilizza. Un mezzo per la libertà? Ragazzi di Vita; La strada stabilisce percorsi e pratiche ben precise che sembrano regolare, se non manovrare, comportamenti, atteggiamenti, veri e propri modi di vivere; Il bar, il mercato, comparendo ripetutamente nei romanzi di Pasolini, sono territori che assolvono a specifiche funzioni che nulla hanno a che vedere con l’idea tradizionale che se ne ha, bensì assumono valenze parallele. “gli oggetti, essi mi insegnavano dove ero nato, in che modo vivevo e, soprattutto, come dovevo concepire la mia nascita e la mia vita. Trattandosi di un discorso pedagogico inarticolato, fisso, incontrovertibile, esso non poteva essere come si dice oggi, che autoritario e repressivo. Ciò che mi ha detto e insegnato quella tenda non ammetteva e non ammette repliche” Lettere Luterane “Gennariello” e “I ragazzi infelici” Gennariello: parti figurative di un ragazzo borghese; “i tuoi occhi siano ridarelli: come del resto, se anziché essere un Gennariello, tu fossi una Concettina” – Lettere Luterane. 11 scelta partenopea deriva da una simpatia di Pasolini sia per la città sia per il non cambiamento del popolo nel corso della storia, riuscendo perciò a non contaminarsi con il nuovo corso che la cultura italiana stava intraprendendo. Gennariello intenti pedagogici che liberano Fonti educative più immediate: oggetti che educano e responsabilizzano. Liberare il suo alunno dalle impostazioni che le infrastrutture della società e della civile convivenza gli abbiano imposto, invitandolo ad una auspicabile intransigenza. Anche le periferie hanno un loro linguaggio che educa; Apparentemente da un giorno all’altro l’Italia si è scoperta paese tecnologico e sviluppato, da paleoindustriale che era; questo salto economico ha portato apparentemente con sé il benessere economico, ma ha, al tempo stesso, ucciso la tradizione artigianale italiana, non comportando alcun progresso. “Non c’è soluzione di continuità ormai, ai miei occhi, tra quelle tazzine e un vasetto” Lettere Luterane progresso e sviluppo: “il progresso è una nozione ideale (sociale e politica): là dove lo sviluppo è un fatto pragmatico ed economico” Scritti Corsari. I coetanei di Gennariello: educatori per capire la libertà; La violenza e la cattiveria gratuita sono a fondamento delle relazioni fra coetanei, dotati di armi ben più raffinate rispetto agli adulti, come l’intimazione e il ricatto; tipi di coetanei di Gennariello, i destinati a essere morti. Tre insegnamenti a Gennariello: I. II. III. rinuncia; obbligatoria tendenza all’infelicità; la retorica della bruttezza. 12 Gennariello i padri e i figli Pasolini condanna la generazione dei figli, per quanto (questo giudizio) sembri anche a me ingiusto e impietoso; cessazione di amore; “Il mio sentimento è di condanna. I sentimenti non si possono cambiare. Sono essi che sono storici. È ciò che si prova, che è reale. Alla fine il mio sentimento è ripeto di condanna. Ma poiché forse, condanna è una parola sbagliata (dettata forse dal riferimento iniziale al contesto linguistico del teatro greco) dovrò precisarla: più che una condanna, infatti il mio sentimento è una cessazione di amore: cessazione di amore che, appunto, non da luogo a odio ma a condanna” Lettere Luterane La sua è una denuncia dei disastri provocati dalla società moderna e dalla corruzione cresciuta nell’ombra del nuovo potere, una negazione dei valori, falsamente positivi, indotti e prodotti da questo sistema nuovo, economico-sociale. La scelta tra bene e male è cruciale; non sembrava, però, che i giovani tratteggiati da Pasolini abbiano compiuto questa valutazione: l’impressione che se ne ha, piuttosto, è che non abbiano trovato neanche la possibilità di farla, Surrogato della cultura: la droga. Scuola e TV: schiavi e criminali nell’occulto; “accettare realisticamente un regresso tale significa non amare gli uomini in carne e ossa che lo circondano. Perché senza indignazione sarebbe impossibile parlarne” Lettere Luterane Una conclusione: Rapporto contraddittorio con la realtà. Muro difensivo dell'"autenticità" personale. Pasolini: atteggiamenti e posizioni per suscitare una reazione. Una verità nascosta dentro l'apparentemente omogenea realtà. 13