Pagina 546 Frammenti di un discorso d`amore: architettura

∂   2014 ¥ 6
∂ – Rivista di Architettura
2014 ¥ 6 Calzestruzzo
Traduzioni in italiano1
Inserto ampliato in italiano
‡ Oberflächen aus Beton: glatt, rau, texturiert
‡ Vom feingliedrigen Tragwerk zur massiven Skulptur
‡ Sep Rufs Kanzlerbungalow in Venedig
Traduzione: Rossella Mombelli, George Frazzica
E-Mail: a
[email protected], [email protected]
Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture
Serie 2014 · 6 · Bauen mit Beton · Concrete Construction · Béton · Calzestruzzo
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Frammenti di un discorso d’amore:
architettura brasiliana e cemento armato.
Fernando Serapião
Il titolo di un manuale di ingegneria strutturale per gli studenti delle scuole superiori
“Concreto armado: eu te amo” (Cemento armato: ti amo)1 racconta meravigliosamente il
rapporto intimo che esiste in Brasile tra questo materiale e l’architettura contemporanea.
In controtendenza rispetto al secondo posto
che il paese occupa attualmente nella classifica dei produttori mondiali di minerale di
ferro, in Brasile l’acciaio tende a essere utilizzato relativamente poco come materiale
da costruzione. Governo, società minerarie
e gruppi industriali dell’acciaio sono più interessati a esportare che a soddisfare la domanda interna e, per questo motivo, l’impiego massiccio di elementi da costruzione in
acciaio e metallo è frenato dalla tassazione,
dalle normative e dal livello molto alto dei
prezzi. D’altro canto, occorre considerare
che il gigante latinoamericano è ricoperto
di foreste che non gli fanno mancare il legno
ma che anche questo materiale è poco impiegato in edilizia per la grande gioia degli
ambientalisti (anche se ciò non ne esclude
l’uso in determinati settori di prestigio).
­Esistono infatti diversi progettisti brasiliani
estremamente talentuosi specializzati
nell’impiego di legno e acciaio ma che,
a causa della popolarità del cemento armato, sono destinati a rimanere nell’ombra.
Tuttavia la storia della passione che lega
l’architettura brasiliana al cemento armato
non è affatto quella di un amore a prima
­vista. La scintilla schioccò solo dopo un lungo corteggiamento durato quasi 30 anni che
alla fine riuscì a legare indissolubilmente e
profondamente l’espressività architettonica
con la tettonica strutturake. E’ molto difficile
trovare una giustificazione razionale al
­segreto di questo legame ma è corretto considerare che nasca dal contributo di alcuni
fattori concomitanti. Il primo di questi è dato
dalla presenza di una grande quantità di
manodopera a buon mercato che poté essere impegnata copiosamente nella costruzio-
ne di carpenterie metalliche e casseforme
nel fiorente settore dell’edilizia della prima
metà del XX secolo, contribuendo significativamente alla sua industrializzazione. Inoltre,
la quasi assenza di terremoti in Brasile ha
permesso lo sviluppo di elementi di cemento
armato estremamente snelli che con il proprio aspetto hanno messo le ali alla capacità
creativa degli architetti.
Il big bang
L’impiego del cemento armato in Brasile
­risale al primo decennio del XX secolo
­durante il quale furono costruiti ponti in tutto
il paese e piccoli edifici a uso ufficio in aree
ad alta densità. Una delle costruzioni più
­significative di quel periodo è il ponte
Maurício de Nassau a Recife, una città che
si trova nel nord est della nazione.
Fu costruita da Lambert Riedlinger, concessionario in Brasile dell’impresa tedesca
Wayss & Freytag; il calcolo delle strutture fu
condotto con la collaborazione di uno studente di ingegneria di origini tedesche che
aveva intenzione di specializzarsi nelle strutture in cemento armato: Emílio Baumgart.
Dieci anni più tardi quest’ultimo avrebbe
fondato la prima società del Brasile specializzata nel calcolo di costruzioni in c.a.
­Contestualmente allo sviluppo del settore,
Baumgart entrò in seguito nella storia mondiale dell’ingegneria civile per aver progettato l’edificio A-Noite di Rio de Janeiro (1928),
il più alto edificio in cemento armato del
mondo di quel periodo. Il rapporto di
Baumgart con l’architettura moderna ebbe
inizio poco tempo dopo, nel corso del 1936,
quando partecipò alla progettazione della
sede centrale del Ministero dell’educazione
e sanità a Rio de janeiro (Fig. 1, 2). Il ministero fu progettato da un gruppo di professionisti guidati da Lucio Costa (con
Le ­Corbusier nelle vesti di consulente) e fu
il precursore dell’architettura moderna brasiliana. Lo stile coniugava gli elementi canonici di Le Corbusier – pilotis, struttura libera,
giardino pensile, etc. – con elementi, colori e
materiali dell’architettura portoghese-brasiliana, quali le ceramiche da rivestimento e
i graticci in legno. Nei confronti della struttura portante Baumgart si trovò a elaborare
soluzioni innovative in grado di permettere la
costruzione di pilotis alti fino a 10 m e sottili
lastre di solaio prive di travi visibili. Il giovane team di progettisti contava tra l’altro
­anche la presenza di personalità come
Oscar Niemeyer e Affonso Eduardo Reidy,
destinati a diventare due tra i maggiori
­protagonisti del scena architettonica.
Mentre l’edificio ministeriale rappresenta
­l’incipit del Moderno in Brasile, il complesso
Pampuhla di Niemeyer ne è il manifesto in
quanto a espressività e carattere. L’intero
complesso eretto lungo le sponde di un lago
artificiale a Belo Horizonte è stato realizzato
da Niemeyer all’inizio degli anni ’40 e comprende 4 edifici indipendenti: una cappella,
un casinò, uno yacht club e una sala da ballo. Attingendo al linguaggio formale di
Le Corbusier – con elementi come il Brisesoleil, la pianta libera e le coperture a farfalla
– Niemeyer riesce a superare il Movimento
Moderno europeo e a donare grazia e leggerezza all’architettura in cemento armato
per definizione rigida. La copertura della
cappella, per esempio, scaturisce dalla successione di una serie di gusci di cemento
(Fig. 3) mentre la sala da ballo riceve una
­lastra di copertura ondulata. E’ la manifestazione della personalità di Niemeyer – leggera, senza compromesso e creativa –, che
in talune situazioni diventa anche stereotipo
nazionale: sensualità, scaltrezza, allegria.
La forza del progetto di Pampuhla è destinata ad aumentare se consideriamo che le
­immagini del complesso poterono diffondersi in Europa solo al termine della Seconda
Guerra Mondiale. Nel corso dei successivi
sette decenni Niemeyer elaborò e sviluppò
ulteriormente il proprio linguaggio, sperimentando le possibilità di plasmare plasticamente il cemento armato e realizzando
­costruzioni estremamente scultoree.
Il progetto di Pampuhla segnò anche l’inizio
della collaborazione di Niemeyer con
­Joaquim Cardozo – uno degli strutturisti più
noti del Brasile e famoso anche per le sue
poesie (alcune sue opere furono per esempio pubblicate sul “The New Yorker” nella
traduzione di Elisabeth Bishop). I due realizzarono insieme le costruzioni che resero famoso Niemeyer, come la casa “Das ­Canoas”
2
Traduzioni in italiano
(Fig. 14). La differenza tra la corrente razionalista europea e la posizione di Niemeyer
è ben descritta nell’annotazione di Walter
­Gropius al termine della visita della casa.
“Das Canoas”, concepita per diventare la
­residenza dell’architetto, è un padiglione
­vetrato incastrato tra le costruzioni adiacenti
e dotato di un solaio di copertura ondulato.
Gropius constatava la bellezza della costruzione ma ne evidenziava l’inadeguatezza
­alla realizzazione seriale. In seguito,
­Niemeyer, che era di origini tedesche, non
mancò mai di prendersi gioco dell’analisi del
fondatore del Bauhaus: “Ho costruito una
casa per me, armonizzata sulle esigenze
della mia famiglia, una casa adattata all’andamento del terreno, aperta verso il bosco
che filtra la luce del sole di Rio de Janeiro; e
a Gropius sarebbe piaciuto che fosse anche
replicabile. Non poteva proprio fare a meno
di allontanarsi senza dire una qualche sciocchezza.”
Dopo aver calcolato le strutture di Pampuhla
e casa “Das Canoas” Cardozo collaborò con
Niemeyer alla realizzazione di numerosi progetti, tra cui la costruzioni di Brasilia.
Fu il suo collaboratore più importante, il
­responsabile della progettazione delle architetture più scultoree del maestro, a cui molti
– non solo Gropius – rinfacciarono la colpa
di utilizzare il calcestruzzo in modo non razionale. La relazione tra l’architetto e l’ingegnere, spesso difficile, nel loro caso di fondava sul reciproco rispetto. Come una
mamma che vizia il proprio bimbo, Cardoso
si prodigò per soddisfare ogni desiderio di
Niemeyer. Dal momento che quest’ultimo
non avrebbe mai accettato un diniego da
parte dello strutturista, Cardozo fu in grado
di trovare una soluzione per ogni nuova sfida. L’ingegnere-poeta trascorse amareggiato gli ultimi anni della vita poiché, in seguito
al crollo della struttura di una palestra
­progettata da Niemeyer, fu incolpato della
morte di 64 lavoratori.
In seguito alla scomparsa di Cardozo, il più
grande architetto del Brasile collaborò con
altri ingegneri, come Bruno Contarini
­(responsabile della costruzione del Museo
di arte contemporanea di Niterói) e José
Carlos Sussekind, che ricoprì un grande
ruolo nell’opera tarda del maestro.
Il Brutalismo Paulista
Un’altra personalità di spicco che giunse alla ribalta grazie al progetto dell’edificio ministeriale fu Affonso Eduardo Reidy, che in
Brasile utilizzò per primo il cemento armato
a vista. Per il padiglione principale del
­Museo di arte moderna (MAM) di Rio de Janeiro, Reidy concepì un’ingegnosa serie di
telai a V insieme all’ingegnere strutturista
­Arthur Jerman, collaboratore della società di
Emílio Baumgart (Fig. 6, 7). Mentre ognuna
delle ramificazioni interne del telaio contribuisce a sostenere il primo livello fuoriterra, le
ramificazioni esterne sostengono la copertura alla quale, a sua volta, è appeso il piano
intermedio. Il linguaggio architettonico bru-
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talista di Reidy si ispirava all’Unité d’Habitation di Marsiglia, opera di Le Corbusier, ma
era contemporaneamente influenzato dalle
forme scultoree di Niemeyer. Per altri versi,
invece, il cemento armato a vista del MAM
influì in modo ragguardevole su un’altra
scuola architettonica brasiliana, che si differenzia decisamente dall’opera di Niemeyer.
Si tratta dell’opera di un gruppo di architetti
di San Paolo che si distingue a partire dalla
fine degli anni ’50, battezzata dalla critica
con il nome di “Paulista Brutalism”
(poiché originario di San Paolo) oppure
­“Escola Paulista” in contrapposizione con la
Scuola ­“Carioca” (di Rio) che conta Lucio
Costa, Niemeyer e lo stesso Reidy fra i suoi
maestri. Diversamente da Niemeyer, la cui
architettura non si preoccupa delle problematiche sociali del Brasile, gli architetti legati alla Scuola Paulista sono tendenzialmente
di sinistra e forse sono stati influenzati dallo
stile architettonico brutalista di Reidy proprio
perché egli era un impiegato pubblico e il
suo lavoro fu sempre molto attento alle istanze sociali. Nonostante le differenze sul piano
politico tra il gruppo di San Paolo e
­Niemeyer, è incontestabile che l’opera dei
primi sia stata enormemente influenzata dalla brillantezza tettonica del secondo.
Soprattutto poiché i protagonisti della Scuola
di San Paolo vedono nel proprio movimento
la continuazione e lo sviluppo del lavoro del
maestro piuttosto che la sua contrapposizione. In ogni caso, gli architetti di San Paolo
continuavano a promuovere e sostenere il
principio secondo cui la struttura portante
dovesse rappresentare il tema di fondo
dell’architettura brasiliana. Tuttavia, al posto
della plasticità di Niemeyer, i Paulisti svilupparono una propria forma di Brutalismo basato sulla fusione di correnti architettoniche
apparentemente contrapposte: da Mies van
der Rohe ereditarono la chiarezza strutturale,
con pochi punti di appoggio, da Le Corbusier, la poesia del calcestruzzo a vista, da
Frank Lloyd Wright l’introversione degli spazi.
A questo proposito diventa indispensabile
l’accenno a un altro argomento che aiuti a
comprendere la contrapposizione tra i movimenti: le due correnti architettoniche più importanti nel Brasile del XX secolo. Le due
Facoltà di architettura, di Rio e di San Paolo,
nascono con una differenza fondamentale:
mentre quella di Rio è filiazione di una scuola di Belle arti, quella di San Paolo nasce
dall’ampliamento dei corsi della Scuola di
­ingegneria. Con questo si spiega lo stile
­libero e artistico dei Carioca e il contegno
molto più cartesiano e razionale dei Paulisti.
Vilanova Artigas, la guida intellettuale della
scuola di San Paolo, era un ingegnere-architetto laureatosi presso la Escola Politécnica
da Universidade de São Paulo (USP).
Uno dei suoi progetti più conosciuti è proprio la sede principale della facoltà di architettura di quella Università statale: la Faculdade de Arquitetura e Urbanismo di San
Paolo (Figg. 15, 16). L’edificio del FAU/USP
mostra tutti gli elementi che caratterizzano la
scuola di San Paolo: calcestruzzo a vista,
uno spazio continuo che prende luce dalle
aperture in copertura e rampe di collegamento tra i vari livelli. Dal punto di vista costruttivo, il Brutalismo della scuola di San
Paolo è caratterizzato dalla presenza di
grandi pareti portanti che compongono una
sorta di scatola di cemento armato. La struttura portante della sede del FAU/USP fu
progettata dall’ingegner Figueiredo Ferraz,
che fu anche responsabile di alcune costruzioni di Niemeyer, per esempio il Padiglione
espositivo Oca di Parque do Ibirapuera.
Una delle opere più note dell’ingegnere è il
São Paulo Art Museum (MASP), progettato
da Lina Bo Bardi (Fig. 13). Per realizzarne la
marcata struttura a telaio, formata da pilastri
che salgono lungo i fronti minori e uniti tramite travi estradossate lunghe 70 m, lo strutturista sviluppò il progetto di una struttura
portante pretensionata.
Un’altra differenza rimarchevole tra l’evoluzione del movimento di San Paolo e di quello
Carioca è data dal fatto che il primo abbia
dato alla vita a una vera e propria scuola, con
dozzine di allievi di Artigas, mentre
­l’architettura di Rio ha interessato solo una
generazione di architetti. Gli insegnamenti di
Artigas, anch’egli professore presso il FAU/
USP, contribuirono all’affermazione di architetti come Pedro Paulo de Melo Saraiva,
Abrahão Sanovicz, Paulo Bastos, Ruy Ohtake, Sérgio Ferro, Miguel Juliano e molti altri. Il
più conosciuto è Paulo Mendes da Rocha
che nel 2006 ha ottenuto il Premio Pritzker. E’
l’architetto del Museo della Scultura (­ MuBE)
di San Paolo, caratterizzato dalla presenza di
un telaio in c.a. dalle luci estremamente accentuate. Il progetto strutturale è stato firmato
da Mario Franco e Julio Kassoy, due degli
strutturisti più noti tra quelli
legati alla Scuola di San Paolo. Altri progetti
della coppia sono la Casa Elza Berquó,
­disegnata da Vilanova Artigas, con una
­copertura in cemento armato sostenuta da
tronchi d’albero, il Club XV di Pedro Paulo de
Melo Saraiva, l’Hotel Unique di Ruy Ohtake.
Vogliamo ricordare anche l’opera significativa
di decine di altri ingegneri come R
­ oberto
Zuccolo, Luis Pita, Siguer Mitsutani, Arnald
Pestalozzi, Ugo Tedeschi e Yokio Ogata.
Allo stesso modo vale la pena rammentare
l’opera degli architetti immigrati a San Paolo
dopo la guerra che furono dimenticati dalla
stroriografia ufficiale dell’architettura brasiliana in un periodo in cui era di prioritaria importanza la celebrazione dell’identità culturale
nazionale. Accanto al nome di Lina Bo Bardi
è indispensabile ricordare l’opera di architetti
polacchi, italiani e tedeschi, come Adolf Franz
Heep, il creatore della torre Itália (Figg. 4, 5) –
l’ingegnosa costruzione, tra le più interessanti
della metropoli, ottenne il r­ ecord mondiale in
altezza per un edificio in cemento armato - oltre a Hans Broos che r­ ealizzò volumi estremamente emblematici come la chiesa di São Bonifácio a San Paolo e l’impianto industriale del
gruppo tessile Hering a Blumenau.
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Nuove generazioni
Tuttavia, in Brasile, la stretta relazione tra
l’architettura contemporanea e il cemento
armato non si esaurisce con quell’esperienza ma continua a produrre frutti. L’architettura di João Filgueiras Lima, meglio noto come
Lelé, rappresenta uno degli episodi di questa storia tra i più degni di essere ricordati.
Lelé era un allievo di Niemeyer e cominciò a
collaborare al progetto di Brasilia subito
­dopo aver completato gli studi. Il maestro gli
affidò numerosi progetti che prevedevano
l’utilizzo di elementi di cemento armato prefabbricati. Il processo di apprendimento
­incoraggiò l’architetto a sviluppare un proprio vocabolario di elementi prefabbricati e
un sistema economico e alternativo per la
razionalizzazione dell’edilizia in Brasile.
In questo modo egli impiegò elementi prefabbricati nel progetto e nella realizzazione
di scuole, ospedali e un gran numero di edifici pubblici (Fig. 12).
Una nuova generazione di architetti e strutturisti ha contribuito a far sopravvivere la
poesia di Artigas e Mendes da Rocha e, in
questo caso, ci riferiamo alla generazione
dei cinquantenni, come Angelo Bucci e
­Álvaro Puntoni, i progettisti di Casa Carapicuíba. Bucci ha progettato anche Casa
Ubatuba che, poggiando su tre pilastri,
sembra librarsi appesa ad un pendio sulla
spiaggia (Fig. 21). L’opera è il risultato di un
dialogo tra l’architetto e Ibsen Puleo Uvo, un
ingegnere dotato dello stesso coraggio e
passione che segnarono l’opera di Joaquim
Cardozo.
Imponendosi a scala urbana, a San Paolo è
stato recentemente completato un grande
complesso culturale: costruito per assumere
le fattezze di un annesso tecnologico del
­Teatro Municipale, il complesso denominato
“Praça das Artes” è stato progettato dallo
studio Brasil Arquitetura, diretto da Marcelo
Ferraz e Francisco Fanucci. Gli allievi di Lina
Bo Bardi hanno progettato grandi volumi di
cemento armato a vista, colorati in tre tonalità, dotati di una serie di bucature irregolari
(Figg. 17-19). Il complesso di calcestruzzo,
un vigoroso elemento concepito per rivitalizzare il centro della città, riesce a riempire il
vuoto edilizio come un amalgama.
In una altra parte del Brasile, l’ultima generazione di architetti dimostra che la grande
passione per il calcestruzzo non accenna
ancora ad affievolirsi. Ne sono chiaro esempio i due padiglioni di Inhotim, un museo
­privato che custodisce una straordinaria
­collezione di arte contemporanea.
­Nelle campagne intorno a Brumadinho, una
cittadina nei pressi di Belo Horizonte, il museo è composto da una serie di padiglioni
sparsi all’interno di un parco. Due padiglioni
in contrasto tra loro, entrambi concepiti
­come scatole di calcestruzzo, sono la prova
della grande versatilità formale della nuova
generazione di architetti brasiliani. Mentre
Rodrigo Cerviño ha realizzato una scatola
piuttosto regolare e leggera destinata a contenere l’opera dell’artista brasiliana Adriana
Traduzioni in italiano3
Varejão (Fig. 22), gli architetti dello studio
Rizoma hanno disegnato un volume deformato per le opere dell’artista Lygia Pape
(Fig. 20). Rizoma è condotto dalla giovane
coppia Maria Paz e Thomaz Regatos, entrambi architetti trentenni. Il loro padiglione
sorge a poco meno di 50 km da Pampulha,
dove ebbe inizio la grande passione degli
architetti brasiliani per il cemento armato e
che, da quel momento, si mantiene inalterata. Alcuni credono che sia eterna, una cosa
è sicura: anche se sappiamo dove, come e
quando questa relazione intima sia cominciata, non abbiamo nessuna certezza sul
motivo e il momento in cui finirà.
1
anoel, Botelho, Osvaldemar Marchetti, Concreto
M
armado: eu te amo, Porto Alegre, 2013.
1,2 M
inistério da Educação e Saúde MES,
Rio de ­Janeiro, 1936 –1945
architetti: Lucio Costa, Oscar Niemeyer, Affonso
Eduardo Reidy, Carlos Leão, Jorge M
­ achado
­Moreira, Ernani Vasconcellos
2 Igreja de São Francisco de Assis in Pampulha,
Belo Horizonte, 1940 – 43, architetto: Oscar
­Niemeyer, progetto strutturale: Joaquim Cardozo
4,5 Edifício Itália, torre per uffici, San Paolo,
1956 – 65; sistema strutturale in c.a.;
architetto: Adolf Franz Heep
6,7 Museu de Arte Moderna, museo di arte moderna
(MAM), Rio de Janeiro, 1953 – 67,
sezioni: padiglione espositivo; struttura
architetto: Affonso Eduardo Reidy
progetto strutturale: Arthur Jerman
8,9 Congresso Nacional in Brasilia, 1958 – 60
sezione parziale della copertura della Camera dei
deputati, architetto: Oscar Niemeyer, progetto
strutturale: Joaquim Cardozo
10 Casa Butantã, abitazio ne, San Paolo,
1964 – 66, architetto: Paulo Mendes da Rocha
11 Casa de Vidro, abitazione, San Paolo,
­1950 – 51, architetto: Lina Bo Bardi
12 Modalità di composizione degli elementi, Edifício
Camargo Corrêa e Morro Vermelho, Brasilia,
1974
architetto: João Filgueiras ­Lima (Lelé)
13 Museu de Arte de São Paulo (MASP), San Paolo,
1957 – 68, architetto: Lina Bo Bardi
14 Casa das Canoas, abitazione,
Rio de ­Janeiro, 1951 – 53,
architetto: Oscar Niemeyer
15,16 Faculdade de Arquitetura e Urbanismo,
Universidade de São Paulo FAU/USP
San Paolo, 1961 – 68, architetti: João B
­ atista
Vilanova Artigas, Carlos Cascaldi
progetto strutturale: Figueiredo Ferraz
17,18,19 Praça das Artes, Centro culturale
San Paolo, 2006 – 12, architetti:
Brasil Arquitetura, Marcos Cartum
20 Padiglione Lygia Pape, Inhotim, Brumadinho,
2010 – 11, architetti: rizoma arquitetos
21 Casa Ubatuba, abitazione, Ubatuba
2006 – 09, architetto: Angelo Bucci
22 Galeria Adriana Varejão, Inhotim, Brumadinho,
2004 – 08, architetto: Rodrigo Cerviño
Fernando Serapião è nato nel 1971 a San Paolo dove
ha frequentato studi di architettura presso la University Mackenzie. In seguito è stato per tredici anni caporedattore della rivista di a
­ rchitettura “Project Design”,
successivamente, insieme a Alessandra Serapião, ha
fondato ­“Monolito”. I suoi articoli di architettura
­compaiono regolarmente su numerose riviste specializzate, giornali e periodici generalisti. E’ autore di numerose pubblicazioni e membro di giuria per concorsi
di architettura.
Pagina 582
Casa sul lago di Scharmützel
A circa 70 km a sud-est di Berlino, si trova il
lago di Scharmützel, un luogo molto amato
dai velisti. Per riuscire a dedicare maggior
tempo alla barca, il committente dell’opera,
un appassionato di vela, auspicava di avere
in questo luogo un quartier generale. La casa si colloca nel punto più alto di un terreno
boschivo con diradate essenze arboree prospiciente direttamente il lago. Dalla strada, il
terreno risale lieve, fluisce attraverso il piano
terreno completamente aperto e ricade di 9
metri sul golfo. Al desiderio da parte del
committente di realizzare un’opera massiva,
gli architetti rispondono con il progetto di un
corpo di fabbrica in calcestruzzo gettato in
opera. Per creare una differenziazione dei
volumi, tutte le superfici di calcestruzzo sono
corrugate mentre le facciate longitudinali al
piano terreno sono completamente vetrate.
Un colmo di copertura lievemente ruotato rispetto all’asse mediano rompe la forma
classica delle coperture a spioventi. In tal
modo, gli spigoli paralleli al colmo e alla
gronda sembrano avere diverse altezze in
base all’angolo di visuale. All’interno, dominano le superfici di calcestruzzo a vista del
piano terreno. Una scala di acciaio sospesa
nel vuoto, crea una ripartizione nell’ampio
spazio privo di pilastri. Tavole di pino marittimo rivestono il piano primo completamente
risvegliando richiami all’immagine di un kajak. Contrariamente ai muri del piano terreno
con nucleo coibentante, le pareti perimetrali
e la copertura del piano superiore è isolata
da un rivestimento ligneo. Il cambio di materiale tra le superfici verticali e inclinate della
pelle in calcestruzzo brut sono senza aggetti
e senza sporgenze, i canali sono integrati
nelle superfici di calcestruzzo. La scanalatura grezza del calcestruzzo, riprodotta tramite
i listelli di legno piallati inchiodati sulle tavole
di cassaformatura si dispiega oltre gli spigoli
senza soluzione di continuità ricongiungendo tutte le superfici. Le fughe richieste dalla
lavorazione rimangono leggibili. I fori di ancoraggio in copertura sono stati chiusi con
coni di cemento fibrorinforzati incollati.
Planimetria generale
scala 1:3000
Sezioni • Piante
scala 1:200
1
2
3
Cucina
Area pranzo e soggiorno
Spazi caratteristico
Sezioni
sezione 1:20
1
amiera di alluminio 3 mm,
L
incollato su calcestruzzo
2 Profilo di alluminio a taglio termico, componenti
rivestiti, stratificato di sicurezza, Uv ≤ 1,1 W/2K
3 Copertura in cemento armato idrofobo, profilato
350–450 mm, isolamento termico EPS incollato su
tutta la superficie 220 mm, correnti, barriera al
vapore PE incollata su listelli, correnti, pannello
multistrato in legno marino con incollaggio di
strati incrociati 12 mm
4
Traduzioni in italiano
4 P
avimento continuo di cemento e graniglie 90
mm con riscaldamento a pavimento su materassino di separazione 20 mm, isolante 30 mm,
plafone di copertura in c.a. 180 mm
5 Telaio di abete rosso 68/92 mm
6 Vetrata isolante, stratificato 10 mm + intercapedine 16 mm + stratificato temperato 12 mm,
Uv ≤ 1,1 W/m2k
7 Pannello multistrato in legno marino con incollaggio di strati incrociati 12 mm trattato ad olio paraffinato 18 mm
8 Lamiera di alluminio piegata 3 mm, con collante a
base PUR-Kleber posata incollata su c.a.
9 Profilo di acciaio inox continuo φ 30/20/3 mm
10 Parapetto in stratificato di sicurezza 2× 12 mm
(larghezza elemento 2340 mm)
11 Piatto d’acciaio zincato 335/10 mm
12 Lamiera di alluminio piegata 3 mm
13 Portono avvolgibile di alluminio traforato, sezione
di ventilazione 30%
14 Montanti/traverse, incollaggio strati 60/200 mm
15 Parete in c.a. profilata, isolante termico EPS 160
mm, listelli 80/30 mm, barriera al vapore PE incollata su listelli, profilo a secco 50 mm/isolamento
termico minerale 40 mm, pannello multistrato in
legno marino con incollaggio di strati incrociati
18 mm
16 Finestra scorrevole, telaio in profili di abete rosso,
vetro isolante
17 Parete esterna di c.a. 250 mm, isolante termico
EPS 160 mm incollato su calcestruzzo, pareti
interne: c.a. 220 mm
18 Guida del portone scorrevole di alluminio
50/40 mm
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Casa di vacanza a Linescio
In Ticino, nella remota Val Rovana, si adagia
il piccolo abitato di Linescio cinto da boschi
di castagni e da terrazzamenti coltivati. A
soli 30 km di distanza da Locarno, sembra
di essere catapultati in un altro mondo. Molte delle case in pietra sono vuote, disabitate,
ma tale condizione ha avuto come conseguenza un nucleo storico intatto nel tempo.
Il granito, impiegato per la realizzazione dei
muri perimetrali, per il manto di copertura e
per le pareti portanti trasmettono peculiarità
all’immagine del luogo. La silenziosa quiete
e la sensazione di originario trasmessa dal
luogo hanno stimolato gli architetti a progettare un intervento di riuso di una casa di pietra costruita duecento anni fa, conservando
l’esistente e integrando con un intervento di
straordinaria originalità. Esternamente, il
cambiamento è percepibile dalla porta vetrata verso il giardino e dal nuovo camino di
calcestruzzo. All’interno è stata inserita una
casa nella casa interpretandola come organismo autonomo integrato in mura esistenti,
che si apre con alte persiane a pacchetto
verso sud e verso ovest. Il fatto di essere
stata concepita come casa di vacanza ha
permesso di rinunciare all’inserimento di un
impianto di riscaldamento, a finestre e a misure di isolamento, oltre che di mantenere
nello stato di fatto le facciate. Per ottenere
una sensazione di apertura e ampiezza, è
stato asportato il solaio di legno intermedio
quello che era lo spazio a giorno e il fienile
soprastante. Lo spazio open che si è venuto
a creare di 6 metri d’altezza misurati sino al
colmo, accoglie il soggiorno, l’area pranzo
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con camino, la nicchia utilizzata come camera da letto collocata su un soppalco e il
servizio igienico. L’involucro lapideo esterno
reagisce al corpo di calcestruzzo inserito:
ogni elemento è studiato nei minimi dettagli,
camino e scala, così come l’imbotte e l’ancoraggio delle persiane a pacchetto. I muri
esistenti fungono da cassaforma a perdere
mentre verso l’interno le superfici in cemento
armato a vista non trattate mostrano la vivace struttura delle tavole. Anche nel fabbricato annesso, un corpo di legno dove un tempo venivano essiccate le castagne
commestibili, coerentemente con il resto
dell’intervento, i nuovi elementi sono in calcestruzzo: la vasca concepita come ribasso
nel piano pavimento, il piano di lavoro della
cucina con lavastoviglie integrata sono stati
realizzati con un solo getto. Le caratteristiche qualitative e plastiche del calcestruzzo
a vista intensificano il carattere arcaico e
sereno della casa di pietra.
Planimetria generale
scala 1:1000
Sezioni ∙ Piante
scala 1:200
1
2
3
4
5
6
7
8
Ingresso
Soggiorno/Pranzo
Camino
Cucina
Bagno
Cantina
Stalla
Soppalco notte
Sezione verticale
scala 1:20
Sezione orizzontale porta a vetro
persiana a pacchetto
scala 1:10
1 Copertura
lastre di granito (esistente), legname a sezione
tonda e travetti inclinati (esistente), c.a. 160 mm,
superficie non trattata
2 Porta castagno (esistente)
3 Persiana a pacchetto:
telaio in profilo d’acciaio T50/506 mm, placcato
con tavole di rovere non trattato, 2x40/600/4000
mm
4 Ripiano/cerniere rotanti:
bussolo in acciaio, perno in ottone 14 mm
5 Pavimento piano terra:
soletta di c.a. lisciata fine 160 mm
6 Muro:
muratura in pietra a secco circa 630 mm (esistente), c.a. 160 mm colato a contatto con parete esistente con cassaforma, superficie non trattata
7 Coibentazione in strisce di cuoio 4 mm
8 Porta a vetri, vetro stratificato di sicurezza 8 mm
su telaio in profilo di acciaio ad L 80/30/4 mm
9 Maniglia di acciaio, barra 10/50 mm
10 Sbarra di fissaggio, bullone di acciaio 15 mm
11 Ripiano/cerniere rotanti:
bussolo in acciaio, perno in ottone 15 mm
12 Telaio di barre d’acciaio 8/100 mm
Sezioni
lavabo ∙ vasca
scala 1:10
1
2
3
avabo, monoblocco posato in cucina:
L
calcestruzzo gettato in opera prefabbricato, adattato al termine del getto
Rubinetto
Calcestruzzo 100 mm, lucidato fine. Strato di
4
5
6
calcestruzzo realizzato per favorire il montaggio,
appoggio per la struttura dei sanitari
Asta della doccia in acciaio inox, fissata nel getto
di calcestruzzo
Barra in acciaio 5 mm
Inserimento nel getto di calcestruzzo di cassetta
in acciaio inox
Pagina 591
Casa a Tokyo
A Tokyo, la casa distribuita su quattro livelli,
da un lato, si innesta a cuneo come corpo
estraneo fra le palazzine a sviluppo verticale, dall’altro, il progetto di piglio tutt’altro che
convenzionale si inserisce nel volto complesso e al tempo stesso individualista caratteristico della città. La casa realizzata per
due giornalisti, consente di abitare e lavorare in un unico ambiente trasparente e dilatato. La casa trasparente si apre completamente verso l’esterno, nonostante il corpo di
fabbrica si trovi compresso tra le architetture
vicine. Nel piccolo terreno di circa quattro
per otto metri, si sovrappongono solai massivi in calcestruzzo che sembrano fluttuare
uno sull’altro. Solo ad un’osservazione più
attenta l’occhio cade sui pilastri di calcestruzzo di diverso dimensionamento che
portano il solaio in combinazione con un esile pilastro d’angolo la cui leggerezza va a
contrastare con la massiva pesantezza del
materiale. Una scala fragile attraversa i solai
e collega i livelli tra loro. Muri di vetro ad altezza d’interpiano aprono i ridotti spazi verso
l’ambiente esterno. Il giardino, per quasi l’intero anno, è utilizzabile come estensione di
spazio di lavoro e dell’abitare, un orto-giardino verticale di nuova interpretazione dove
vasche per piante e arredi realizzati in getto
di calcestruzzo fungono da parapetti mentre
le piante sono schermo visivo ed elemento
caratterizzante formale.
Planimetria generale
scala 1:1500
Piante
scala 1:100
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Ingresso
Soggiorno
Pranzo
Cucina
Pilone in c.a.
Camera
Area riunioni
Tendaggio
Seduta in calcestruzzo
Bagno
Lastrico solare
Sezione verticale
scala 1:50
1
2
3
4
5
6
uaina impermeabilizzante rivestita PU, c.a. in
G
pendenza 200-230 mm
Corrimano in tubo di acciaio Ø 25/■3 mm
Isolamento termico 45 mm, intonaco 15 mm
Parapetto in plexiglas 18 mm
Porta scorrevole: vetrata isolante in telaio di
alluminio
Massetto levigato, trattato con protettivo 40 mm,
pannello riscaldamento a pavimento 42 mm,
∂   2014 ¥ 6
isolamento termico 50 mm, c.a. 200 mm
7 G
radino in piatto d’acciaio 9 mm
8 Terreno 20-50 mm, impermeabilizzazione, c.a.
in pendenza 200-230 mm
9 Vasca piante di cacestruzzo
10 Appendiabiti-guardaroba in tubolare di acciaio
Ø 25/3 mm
Pagina 595
Casa a Berlino
Realizzato con calcestruzzo alleggerito, l’edificio si inserisce come un monolite tra architetture del periodo dell’Unificazione Tedesca. Una ridotta gamma cromatica e
l’articolarsi dei livelli sulla facciata del corpo
di fabbrica prende ispirazione dall’intorno
conferendo però all’edificio un aspetto particolare che enfatizza l’insieme dei materiali
inseriti. Le ampie specchiature vetrate conferiscono autorità all’architettura moderna
residenziale se raffrontata allo scandire di
vuoti ritagliati nei pieni delle facciate storiche
dell’intorno. Ogni piano si apre con un’unica
ampia finestra verso strada che l’infisso di
legno massello divide in campitura centrale
fissa e due scorrevoli. Dietro le ampie finestre a nastro si distribuiscono ampi spazi
con funzione di loft ricavato riducendo ampiamente i componenti portanti. Il taglio irregolare del terreno è percepibile nello spazio
interno caratterizzato da intimità e privacy.
La gamma dei particolari costruttivi è ridotta
ai minimi termini: finestre in legno di massello di larice con protettivo trasparente, sono
inseriti con estrema precisione nei vani di
muro. Il calcestruzzo alleggerito utilizzato
assolve funzioni portanti e di isolamento termico. Nonostante le pareti esterne da sole
con uno spessore di 55 cm raggiungano l’isolamento termico minimo, con un fabbisogno primario di energia e la dispersione termica per trasmissione contenute per la
forma compatta dell’edificio, con le vetrate a
doppia camera e la caldaia a cascata modulare collocata in cantina si rimane nell’ambito dei valori prescritti. All’origine del disegno a fasce delle superfici in calcestruzzo a
vista stanno le dimensioni delle casseforme.
In tal modo si è raggiunta un’elevata qualità
di calcestruzzo a vista a costi contenuti. La
lieve giustapposizione delle casseforme ad
ogni piano, oltre ad una raffinato accentuarsi
scultoreo del corpo di fabbrica, ha permesso di integrare le fughe richieste inevitabilmente dal processo.
Planimetria generale, scala 1:2500
Piante
scala 1:250
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Ingresso/casellario postale
Rifiuti
Garage
Scala duplex
Soggiorno
Cucina
Terrazza
Bagno
Ripostiglio
Guardaroba
Traduzioni in italiano5
11
12
13
14
Camera
Balcone
Camera
Camino
1 Inverdimento estensivo 80 mm, membrana di
protezione 5 mm, impermeabilizzazione 5 mm,
isolamento in pendenza EPS 130-270 mm,
barrira al vapore, soletta in c.a. 270 mm
2 Lastre a pavimento, pendenza 2% 11 mm, pasta
di fissaggio 13 mm, drenaggio capillare passivo,
guaina impermeabilizzante sintetica, isolamento
in pendenza 80-100 mm, barriera al vapore
3 Calcestruzzo isolato realizzato con faccia a vista
minimo 550 mm
4 Parquet industriale di rovere 16 mm, massetto
cementizio con funzione di pavimento radiante 69
mm, pellicola PE, materassino fonoassorbente 20
mm, strato isolante supplementare 15 mm, soletta
in c.a. 180 mm
5 Finestra con infisso di legno di rovere con vetro
a due camere
6 Lamiera di acciaio rivestita 3 mm
7 Piatto d’acciaio zincato verniciato
8 Intonaco minerale a finitura fine, su strato di
isolante di lana minerale 80 mm
9 Piatto d’acciaio zincato verniciato
10 Balcone: elementi prefabbricati a taglio termico
Sezione particolareggiata
scala 1.20
Sezione
scala 1:250
Pagina 600
Galleria a New York
Chelsea Ovest, un’area di Manhattan caratterizzata un tempo da industrie e laboratori,
negli scorsi anni è cambiata molto. Da quel
momento, vi si sono trasferite sempre più
gallerie e atelier, lasciando che la zona compresa fra High Line e Hudson si evolvesse in
un centro del mercato di opere d’arte. Nel
frattempo, anche architetti di fama ne hanno
contrassegnato l’immagine: edifici di Shigeru Ban, Jean Nouvell e Frank Gehry sono a
due passi dal nuovo indirizzo del gallerista
David Zwirner. L’edificio preesistente, un
parcheggio distribuito su tre livelli, non era
adeguato al cambio di destinazione d’uso.
Il nuovo edificio si orienta a cogliere l’eredità
industriale del quartiere: la facciata in calcestruzzo gettato in opera di piglio disciplinato
rispecchia la semplice e rigorosa monumentalità degli attigui depositi. Allo stesso tempo, però, l’esecuzione accurata dell’intervento, gli infissi delle aperture e la facciata
d’accesso alla struttura in teak svela la funzione più elevata. Il fatto che poi, l’ampio
elemento scorrevole consenta che possano
essere consegnate anche opere d’arte di
grande dimensione, si manifesta solo ad
una successiva osservazione. Gli spazi della
galleria che si differenziano in dimensione,
illuminazione e taglio, sono predisposti per
fare da dignitoso sfondo per le opere d’arte.
Alle pareti bianche si accompagnano pavimenti continui in cemento, travertino o rovere. Sia sotto l’aspetto formale che sotto quello tecnico, le sale espositive possiedono
caratteristiche simili a quelle dei grandi musei. All’interno, superfici non trattate in calcestruzzo a vista caratterizzano la zona d’in-
gresso e la scala con l’emozione della luce
che cade dall’alto. Le pareti di vivace texture
contrastano con la pelle in compositi sintetici
che riveste i sottili gradini della scala. La
struttura impressa dalla cassaforma sulla
facciata su strada progettata con estrema
cura e le pareti in calcestruzzo a vista degli
interni sono caratterizzati dalle impronte leggermente sigillate delle tavole di 20 cm di
larghezza e dalla disposizione precisa dei
fori di ancoraggio. Oltretutto, un processo di
getto e di vibratura perfettamente gestito, ha
avuto come esito la continuità delle superfici. In aggiunta, ogni livello è stato gettato in
un proprio stadio di processo. Le pareti sono state gettate più alte rispetto alla adiacente piastra solaio affinché le fughe dovute
alla lavorazione coincidessero esattamente
con le fughe tra le tavole delle casseforme.
Il gruppo di progettazione e chi ha realizzato
la progettazione esecutiva hanno testato prima della realizzazione sia le facciate che il
corpo scala costruendo diversi plastici. per
le pareti in calcestruzzo a vista è stata utilizzata una miscela compatta e fluidificata simile. Un’elevata parte di scorie ha favorito
un buon grado di sostenibilità secondo gli
standard del sistema americano LEED.
Planimetria generale
scala 1:2000
Sezione ∙ Piante
scala 1:500
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
Ingresso
Reception
Ufficio
Sala espositiva maggiore con copertura a shed,
pavimento continuo in cemento
Galleria con lucernario traslucido, pavimento in
travertino
Galleria, pavimento continuo in cemento
Ascensore persone
Consegne
Montacarichi
Galleria, con finestre, pavimento in rovere
Sala proiezione con finestre, pavimento continuo
in cemento
Terrazza sulla copertura, inverdita
Sala conferenza
Sezione facciata verso strada
scala 1:20
1
2
3
Rivestimento stabile all’acqua a poro aperto
Lamiera, copertina, pendenza=1%
C.a. sigillato 305 mm, guaina impermeabilizzante
autoincollante, pannello in schiuma estrusa a base di PUR, rivestita 76 mm, intermedio fra angolari di acciaio zincati (angolare incollato sul lato
esterno con strisce adesive), struttura non a vista
composta di binari d’acciaio zincati, supportp per
intonaco in lamiera di metallo stirato zincato, retro
del pannello rivestito di carta, intonaco elastomerico 25 mm
4 Substrato 610 mm, membrana filtrante, strato di
ghiaia di drenaggio 51 mm, materassino di protezione 6 mm, pannello termoisolante EPS 51+51
mm, pannello drenante, barriera antiradice, impermeabilizzante liquido a pennello, calcestruzzo
alleggerito in pendenza, solaio in c.a., isolante
termico, schiuma a spruzzo 76 mm, impermeabilizzante fluido, controsoffitto in cartongesso
5 C.a. sigillato 305 mm, isolante termico in schiuma
a spruzzo 76 mm, impermeabilizzazione fluida,
struttura non a vista in profilati per cartongesso
ad U, cartongesso tinteggiato
6 Porta in legno di teak
6
Traduzioni in italiano
7 Soglia in legno di teak
8 Substrato 102-203 mm, membrana filtrante,
pannello termoisolante EPS 51+51 mm, pannello
drenante, barriera antiradice, impermeabilizzante
liquido a pennello, calcestruzzo alleggerito in
pendenza, solaio di c.a., isolante termico in
schiuma a spruzzo 76 mm, controsoffitto in
cartongesso
9 Letto di ghiaia 102-203 mm, contenimento e
separazione realizzata con angolare d’acciaio
zincato
10 Vetrata isolante a doppia camera in telaio per
finestra in teak massivo
11 Davanzale in pannello di particelle minerali con
legante acrilico, bianco
12 Corpo scaldante ai margini del solaio per minimizzare i ponti termici (regolazione automatica)
13 Rivestimento pavimento continuo cementizio
14 Avvolgibile doppio (antiabbagliamento/oscuramento)
A
Pianta esecutiva modello
Sezioni
scala 120
1
2
3
4
5
orrimano/parapetto, acciaio laccato chiaro,
C
stratificato di sicurezza temperato
Bussolotto d’acciaio per ancoraggio del
parapetto
Gradino in calcestruzzo gettato in opera
levigato a mano
lluminazione a LED/schermo
Parete in calcestruzzo gettato in opera con
inserzione di chiamate d’irrigidimento per la
connessione con l’armatura della scala
Pagina 605
Ampliamento ufficio a Berlino
Il distaccamento dello studio Chipperfield
Architects a Berlino dal 2004 ha sede in
un’ex fabbrica di pianoforti situata nel centro. L’edificio in mattoni distribuito su cinque
livelli risale al 1895 e si trova nella corte interna di un tipico isolato berlinese risalente
al periodo della Riunificazione Tedesca dove i vuoti nel costruito lasciano ancora intuire
la devastazione della seconda guerra mondiale. La costruzione ex novo di quattro corpi di fabbrica che ampliano gli spazi destinati a ufficio dell’edificio preesistente, non è
soltanto una misura di adeguamento alla
crescita dello studio di architettura ma anche un intervento mirato al riordino della situazione urbanistica.
Le forme parallelepipede di calcestruzzo di
carattere rigoroso riprendono la scala dimensionale dei fabbricati limitrofi, pur con
un linguaggio inequivocabilmente moderno
animato da facciate in calcestruzzo a vista
liscio e grandi aperture finestrate. La collocazione in sequenza ordinata sul terreno
crea una successione di stretti e ampi spazi
all’aperto di elevata qualità.
L’edificio anteriore chiude il vuoto verso strada con spazi espositivi e un appartamento,
pur lasciando un passaggio aperto al piano
terreno. Mentre l’edificio distribuito su tre livelli si connette direttamente con l’edificio
storico accogliendo spazi riunioni e ufficio,
la mensa distribuita su due livelli è concentrata in un unico fabbricato che prosegue
l’infilata delle costruzioni adiacenti. Attraverso l’esiguo spazio intermedio tra gli edifici si
2014 ¥ 6   ∂
incontra il secondo cortile con ingresso alla
vecchia fabbrica. Sul retro, nel terzo cortile
si trovano anche altri edifici, la foresteria ad
esempio che amplia le preesistenze storiche
con uffici.
Il calcestruzzo caratterizza i nuovi fabbricati
non solo esternamente ma anche internamente: le pareti e i plafoni in calcestruzzo a
vista oltre al pavimento cementizio continuo,
trasmette alle stanze un carattere purista. Sino alla realizzazione della foresteria, che dovette mantenere elevati valori energetici a
causa del ritardo sull’ottenimento del permesso di costruire, le pareti esterne sono
state realizzate in calcestruzzo coibentato.
La parete è una parete monostrato che assolve alle funzioni portanti, coibentanti e protettive. Dato che il calcestruzzo coibentato
non possiede la stessa portata di un calcestruzzo normale, sono stati introdotti in corrispondenza di ampie luci di solaio, degli elementi tridimensionali solaio cavi realizzati in
c.a. ma più leggeri.
L’impiego di calcestruzzo coibentato come
calcestruzzo a vista richiede in fase realizzativa un elevato grado di perizia e di precisione, l’irregolare distribuzione delle porosità
nella struttura del materiale fa si che nel calcestruzzo isolato i componenti tendono a separarsi. Per impedire che gli inerti leggeri migrino nella miscela, il procedimento di getto
del calcestruzzo assume un’importanza rilevante: la tipologia di calcestruzzo alleggerito
in classe 1,2 di peso specifico apparente è
stata distribuito uniformemente nella cassaforma tenendo una minima distanza di caduta. La regolare determinazione di fughe nelle
facciate in calcestruzzo a vista, leggibili sia
all’interno sia all’esterno, richiedeva una progettazione piuttosto attenta sia della casseratura che delle fasi di betonaggio. Come
tavole per il getto, si è optato per degli elementi di acciaio modulari. Il passo degli elementi è derivato dalle misurazioni del corpo
di fabbrica, e di conseguenza lo spessore
delle pareti. Per ottenere un motivo di casseforme uniforme e regolare, ogni parete è stata gettata singolarmente.
Le fughe di processo verticali sono state
determinate con il processo sopra descritto.
Per riprodurre fughe orizzontali uniformi, dopo l’indurimento di ogni campitura in calcestruzzo il filo superiore è stato tagliato da
lastre di pietra.
Planimetria generale
scala 1:2500
1
2
3
4
Edificio anteriore
Edificio intermedio
Edificio a corte (esistente)
Foresteria
Sezioni ∙ piante
scala 1:750
Prospetti edificio intermedio
scala 1:400
1 Passaggio
2 Esposizione
3
4
5
6
7
8
9
10
Corte
Mensa
Sala riunioni
Reception
Cucina
Area soggiorno
Ufficio
Area notte
Sezione verticale
Sezione orizzontale
scala 1:20
A
B
Parete monostrato (edificio anteriore e intermedio)
Parete a doppio strato (foresteria)
1 R
ivestimento in zinco al titanio dell’attico
2 Ghiaia, guaina impermeabilizzante sintetica, isolamento in pendenza EPS 40-140 mm, isolamento
termico EPS 160 mm, barriera al vapore bituminosa, solaio in c.a 220 mm
3 Parete edificio anteriore e intermedio: parete esterna in calcestruzzo coibentato 500 mm
4 Listello in alluminio verniciato a polvere
5 Vetrata isolante a doppia camera: stratificato di
sicurezza 8 mm+intercapedine 12 mm+ float 8
mm+ intercapedine 12 mm+ stratificato 8 mm,
Uv=0,5 W/m2K
6 Finestra scorrevole con telaio in vetroresina
7 Sicurezza anticaduta in piatto d’acciaio 20/10 mm
8 Rivestimento piano 25 mm, laccato grigio
9 Pavimento cementizio continuo levigato 90 mm,
sistema di riscaldamento a pavimento con strato
di separazione integrato e materassino fonoassorbente, isolamento EPS 30 mm, solaio 250 mm
10 Parete foresteria: c.a. 200 mm, lastra di separazione in lana minerale 30 mm, laterizio alleggerito ad
elevata foratura, isolato con perlite 15 mm
11 Parete perimetrale (esistente)
12 Pilastro in c.a. 300/320 mm
Pagina 610
Casa per studenti a Ulm
Volumi a spigoli vivi, parallelepipedi che
spiccano in lontananza, dallo scorso autunno
integrano i due fabbricati isolati con funzione
residenziale del Campo della “Università
Ovest” sull’Eselsberg a nord di Ulm. Sotto il
nome di “Upper West Side” vi si raccolgono
300 posti di residenza dedicati agli studenti,
mentre in progetto c’è la realizzazione di un
terzo edificio. Differenti forme abitative si raggruppano in ognuna delle due palazzine intorno ad una corte semipubblica. Nelle due
ali occidentali, si allineano su entrambi i lati
del corridoio le camere singole. Gli edifici a
stecca si fronteggiano e si articolano con
quattro residenze comuni e quattro camere. I
volumi trasversali all’interno della corte disposti su un unico piano sono edifici per appartamenti con servizio igienico privato. Nella
parte nord dei fabbricati, i bagno sono accessibili ai diversamente dotati e per tale
scopo necessitano di maggior spazio. Nelle
palazzine, le logge si dispongono intorno alle
scale aperte lateralmente o verso il cielo.
Prefabbricazione e un reticolo costruttivo rigoroso sono state scelte dettate da un piano
di costi di circa 17 milioni di euro per le due
palazzine. In contrapposizione con la struttura in calcestruzzo gettato in opera, all’interno
dell’edificio la pelle esterna dell’involucro è
stata realizzata con elementi a sandwich in
calcestruzzo. Lo strato di rivestimento idrofo-
∂   2014 ¥ 6
bo mostra una superficie cangiante e nuvolata. Per gli spigoli interni delle cassaforme
invece di utilizzare il convenzionale profilo di
forma triangolare sono stati iniettati siliconi a
delineare fili del calcestruzzo molto precisi a
parte un lieve arrotondamento. Le persiane
a pacchetto delle finestre di colore grigio
antracite sono state realizzate senza telaio in
lamiera piegata e per questo motivo sono integrate completamente nell’imbotte della finestra. Il rivestimento giallo acido anodizzato anima il rigore ripetitivo dell’alternarsi di
vuoti e pieni diventando un segno colorato
della vita studentesca.
Planimetria generale
scala 1:4000
Sezione ∙ piante
scala 1:500
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
Ingresso
Atrio
Appartamento
Appartamento accessibile a persone diversamente dotate
Sala biliardo
Camera
Cucina comune
Cucina comune
Loggia
Camera in comunità alloggio
Cucina abitabile in comunità alloggio
Sezioni
scala 1:500
Sezione 1:20
1 G
hiaia 50 mm, membrana di protezione, guaina
impermeabilizzante bituminosa a doppio strato,
con strato superiore rivestito in scaglie lapidee 10
mm, isolamento termico in schiuma estrusa PUR
in pendenza 270 mm-180 mm, soletta di c.a. 250
mm, vernice
2 Elemento sandwich in calcestruzzo:
cappa di rivestimento in c.a. colorato in pasta
antracite, rivestimento in tavole sigillate 80 mm,
ancoraggio in acciaio inox inserito in isolamento
termico EPS 200 mm, strato portante in c.a.
160 mm, sigillatura, vernice
3 Imbotte in lamiera di alluminio piegata, anodizzata 3 mm
4 Base per il fissaggio a vite: EPS 35 mm
5 Lastra di fibra morbida (solo in corrispondenza
delle finestre) 20 mm
6 Isolante termico di lana minerale 200 mm
7 Letto di malta 20 mm
8 Bussolo innestato in elemento prefabbricato con
asta d’acciaio Ø20 mm
9 Tubolare corrugato inserito in solaio di c.a. Ø 60
mm con riempimento di malta per il fissaggio di
aste d’acciaio/elemento prefabbricato
10 Moquette agugliati, stuccature, impermeabilizzazione, resina epossidica, solaio c.a. 250 mm,
vernice
11 Elemento prefabbricato in c.a. colorato in pasta
antracite, rivestimento in tavole sigillate 120 mm
12 Lastra in elementi di calcestruzzo 50 mm, letto di
pietrisco 140-60 mm, materassino di protezione
in granulato di gomma 3 mm, guaina impermeabilizzante bituminosa a due strati, con strato superiore rivestito in scaglie lapidee 10 mm, isolamento termico in schiuma estrusa PUR in
pendenza 100 mm-180 mm, guaina bituminosa
come barriera al vapore, soletta di c.a. 200 mm,
controsoffitto in lastre di cartongesso 12,5 mm
1
Elemento sandwich in calcestruzzo:
cappa di rivestimento in c.a. colorato in pasta
antracite, rivestimento in tavole sigillate 80 mm,
ancoraggio in acciaio inox inserito in isolamento
Traduzioni in italiano7
2
3
4
5
6
termico EPS 200 mm, strato portante in c.a. 160
mm, sigillatura, vernice
Guarnizione espandente precompressa
Base per il fissaggio a vite: EPS 35 mm
Imbotte in lamiera di alluminio piegata, anodizzata 3 mm
Vetrata a doppia camera stratificato 8+intercapedine 12+Float 4+intercapedine 12+ stratificato 6
mm in telaio di PVC
Persiane a pacchetto di lamiera di alluminio piegata anodizzato 2 mm
Pagina 615
Residenza per studenti a Monaco di Baviera
La palazzina residenziale realizzata in concomitanza con i giochi olimpici estivi del
1972 venne utilizzata da 40 anni come casa
per gli studenti. Nel progetto di Günther
Eckert è soprattutto la plasticità scultorea
della facciata in calcestruzzo a vista a lasciare un segno. La facciata è composta di
telai prefabbricati all’interno dei quali si possono leggere le 801 unità abitative disposte
una sull’altra. I telai con funzione portante, si
basano su un sistema modulare di elementi
in c.a., che permettono uno spazio interno
privo di pilastri e di conseguenza un layout
di pianta relativamente flessibile. Per mantenere la carica espressiva dell’edificio che si
sviluppa da 15 a 19 livelli e per adeguarla
alle richieste degli attuali standard energetici
e ai requisiti di prevenzione antincendio,
nell’ambito di una generale ristrutturazione è
stata sviluppata una facciata ventilata completamente nuova. Una pelle termoisolata
circonda l’intera struttura statica esterna
all’edificio. Di conseguenza, la loggia a complemento del soggiorno, da un lato impedisce i ponti termici e il divampare di incendi,
dall’altro costituisce una superficie supplementare di 3 mq ad appartamento. Materialità, colori e l’articolarsi dell’edificio esistente
è stato assimilato e continuato. Un nuovo
elemento a telaio in calcestruzzo alleggerito
è stato anteposto al telaio in calcestruzzo a
vista. Il parapetto in cartongesso esistente è
stato sostituito da una campitura rivestita
con una lamiera d’acciaio in combinazione
con un elemento finestra.
Planimetria generale
scala 1:4000
Piante
scala 1:1000
Piano tipo esistente
Piano tipo di nuova costruzione
1 Edificio a sviluppo verticale, residenza per studenti
2 Mensa, esistente
3 Città universitaria
Assonometria
Sistema di prefabbricazione basato su tre componenti
di base:
> Elemento a telaio portante stabile al carico del
vento
> Trave portante
> Piastra solaio, dimensione del livello
1 E
lemento a telaio, prefabbricato in c.a. (esistente)
370 mm
2 Trave portante in elementi prefabbricati di c.a.
(esistente) 600 mm
3 Elemento a telaio in componenti prefabbricati di
calcestruzzo alleggerito, aggetto 450 mm, fissato
al parapetto sopra l’ancoraggio delle lastre di
facciata
4 Imbotte in lamiera di alluminio anodizzata 3 mm,
ventilazione 40 mm, isolante termico in fibra minerale 60 mm
5 Finestra in alluminio anodizzata nera: vetrata a
selezione solare stratificato di sicurezza 6 mm+
intercapedine 16 mm+ float 4 mm, Uv=1,1 W/
m2K
6 Protezione antiabbagliamento e visivo, tendaggio
tessile blu
7 Protezione anticaduta in tubolare di acciaio Ø
33,7x4 mm
8 Rivestimento parapetto in elementi preformati di
alluminio 3 mm, verniciato a polvere; angolare di
alluminio e profilo portante/ ventilazione 40 mm,
isolamento termico in fibra minerale 140 mm, parapetto in elementi prefabbricati di c.a. 180 mm
9 Rivestimento acustico 4 mm, strato usura in caucciù, massetto composito 20 mm, strato di separazione
10 Materiale autolivellante a scaglie con legante a
base di PU riciclato 20-60 mm, elemento prefabbricato in c.a. (esistente) 120 mm
Piante
scala 1:100
Sezione orizzontale
scala 1:20
Sezione verticale
scala 1:20
1
2
3
4
5
6I
8
9
Parete in cartongesso (REI 90) 150 mm
Rivestimento in cartongesso 75 mm
Elemento prefabbricato in c.a. (esistente) 370mm
Telaio in alluminio anodizzato nero, vetrata a selezione solare, stratificato di sicurezza 6
mm+intercapedine 16 mm+ float 4 mm, Uv=1,1
W/m2K
Pannello in lamiera di alluminio 3 mm, termoisolante 60 mm
mbotte in lamiera di alluminio 3 mm, retroventilazione 40 mm, isolamento in fibra minerale 140
mm
Davanzale finestra in alluminio anodizzato 3 mm
Elemento a telaio in componenti prefabbricati
di calcestruzzo alleggerito 120 mm, aggetto
450 mm
Pagina 622
Fiori di calcestruzzo sulle facciate del
Vorarlberg Museum: la concretizzazione
di un concetto estetico.
Con la ristrutturazione del Museo del
­Vorarlberg di Bregenz, lo studio Cukrowicz
Nachbaur Architekten ha realizzato una
­facciata molto particolare: la liscia superficie
di calcestruzzo a vista è decorata da un
gran numero di “fiori” in rilievo, disposti
in modo casuale, che le conferisce un interessante effetto plastico caratterizzato da un
variegato gioco di ombre e da una grande
presenza tattile. Contemporaneamente la
facciata rappresenta un enigma: mentre da
lontano si percepisce solo la presenza di
una serie di bolli, da vicino la loro geometria
disvela forme in rilievo caratterizzate da una
struttura floreale ottenuta con il calco del
fondo di varie bottiglie in PET.
8
Traduzioni in italiano
Per la precisione, i fiori di cemento ricoprono
solo una parte del Museo del Vorarlberg,
quella di nuova costruzione che sostituisce
il vecchio edificio museale affacciandosi sulla nuova piazza verso il centro storico.
­L’obbiettivo principale dell’intervento era tuttavia quello di integrare l’edificio esistente,
soggetto a vincolo di tutela architettonica,
­risalente al 1905 e orientato verso la sponda
del Lago di Costanza. Originariamente la
costruzione ospitava la sede dell’amministrazione circoscrizionale e oggi contiene tra
l’altro gli uffici amministrativi del museo
(v. anche DETAIL 9/2013, p. 918 segg.).
La sopraelevazione di due piani della
­costruzione storica crea una sorta di fusione
tra i due corpi di fabbrica che, volgendosi
reciprocamente le spalle, formano un volume prismatico unico che si armonizza grazie, soprattutto, alla colorazione omogenea
in grigio chiaro, quasi bianco. Inoltre, la
­sopraelevazione stabilisce un’astuta mediazione tra l’esistente e il nuovo edificio:
da una parte, continua la superficie liscia a
vista della nuova costruzione, priva di decorazione floreale; dall’altra, con gli elementi a
sbalzo e le rientranze il volume ripropone
­alcuni elementi caratteristici della facciata
storica.
Dal vaso di terracotta alla bottiglia in PET
Il bando del concorso di progettazione,
­indetto nel 2007, conteneva in nuce l’idea di
favorire la “fusione” dell’edificio con l’opera
artistica, richiesta dal bando, in modo da originare – secondo l’opinione degli architetti –
un’opera d’arte indipendente in grado di
concorrere con i reperti esposti all’interno
del museo. L’idea sviluppata per il concorso
prevedeva la presenza di un rilievo formato
da caratteri tipografici e parole che fu rifiutata per il rischio di essere troppo appariscente. Al suo posto, e con la collaborazione
dell’artista altoatesino Manfred Alois Mayer è
stata elaborata l’idea dei calchi ricavati dal
fondo delle bottiglie. La fonte d’ispirazione è
stata data da alcuni reperti della collezione
museale: vasi di terracotta di epoca romana
prodotti nell’antichità in grandissime quantità
che, in qualche maniera, trovano corrispondenza nelle normali bottiglie di Entereftalato
di polietilene (PET) oggi di larghissimo consumo (Fig. E, F).
Ordine “quasi-caotico”
Le tre facciate della nuova costruzione sono
ornate da tredici diversi motivi ricavati dallo
stampo di altrettante bottiglie in PET e l’effetto complessivo è abbastanza casuale in
­modo da apparire come un “mare” di fiori di
­cemento. Per stabilire la disposizione dei
calchi è stato incaricato l’ingegnere svizzero
specialista di geometria Urs Beath Roth.
Il dilemma principale riguardava infatti il
­criterio da utilizzare per organizzare la disposizione delle migliaia di punti lungo tutte
e tre le facciate. L’idea era quella di utilizzare un criterio di assegnazione delle posizioni
che derivasse da un compromesso tra un
2014 ¥ 6   ∂
criterio sistematico e uno casuale: da una
parte è stato ricercato un ordine casuale privo di qualsivoglia distribuzione coerente;
dall’altra, un numero costante di fiori doveva
stabilire un determinato grado di regolarità.
Sulla base di queste considerazioni di fondo, data la modularità di 2 m della cassaforma e stabilite le quote delle fasi di betonaggio, Urs Beath Roth ha sviluppato il disegno
complessivo della modularità. Lo sviluppo si
basa sulla ripartizione di un quadrato di
1 × 1 m in due quadrati di dimensione diversa e due rettangoli uguali, ottenuta adottando la sequenza di Fibonacci (Fig. G).
Il secondo passo era rappresentato dalla
­disposizione dei fiori di cemento all’interno
dei quattro campi così stabiliti. Gli architetti
hanno potuto scegliere tra cinque proposte
dell’ingegnere e hanno selezionato quella
denominata “Domino 13” che si compone di
tre elementi: quadrato piccolo con due punti, rettangolo con tre punti e quadrato grande con cinque punti. In questa maniera ogni
modulo di dimensioni 1 x 1 m contiene complessivamente 13 punti. Gli elementi possono essere combinati a piacere per formare
una struttura irregolare che, tuttavia, grazie
alla distribuzione omogenea su ogni metro
quadrato esibisce una certa regolarità sistematica. Inoltre, nella distribuzione dei punti,
lo specialista di geometria ha riservato una
particolare attenzione alla possibilità di far
emergere alcune figure ripetute, come per
esempio una ellissi con il suo fuoco geometrico o file di punti allineati, che con la loro
presenza contribuiscono a creare un collegamento ottico tra i vari moduli della cassaforma. Indipendentemente da tutto ciò, il disegno complessivo doveva tenere in
considerazione anche la presenza dei fori di
ancoraggio. In questo modo le tre facciate
della nuova costruzione sono state cosparse
di 16 656 singoli “fiori” (Fig. K).
La difficoltà maggiore era infatti data dalla
necessità di utilizzare il minor numero possibile di matrici a causa del loro costo e della
difficoltà di realizzazione. Invece di costruire
innumerevoli stampi da cui ricavare le matrici di casseratura, tutte le matrici sono state
ottenute dalla sovrapposizione su un unico
grande stampo (Fig. H). Alla fine, grazie
­soprattutto alla logica sistematica del tutto,
i realizzatori sono riusciti a ottenere l’effetto
desiderato con tre matrici principali, richiedendo l’uso di matrici aggiuntive solo per le
cornici intorno alle finestre e le zone perimetrali (Fig. I).
Anche la realizzazione delle matrici ha richiesto una preparazione del tutto particolare. Normalmente, le matrici vengono modellate da un pannello MDF con l’ausilio di frese
a controllo numerico. In questo caso, tuttavia, la procedura si è rivelata immediatamente inapplicabile date le grandi dimensioni
delle forme in rilievo. I fondi di bottiglia in
PET sono stati dapprima riempiti con poliuretano formando calchi positivi che, a loro volta, sono stati applicati sul pannello portante
in MDF mediante tasselli da legno ­(Fig. N).
Getto con cassero verticale
Sin dall’inizio gli architetti avevano come
­obbiettivo la realizzazione di una facciata
che apparisse monolitica – come se ottenuta
attraverso un getto unico - , soprattutto per
ottenere uno straordinario effetto di uniformità in grado di unire il vecchio con il nuovo.
In questo modo fu subito escluso l’utilizzo di
pannelli prefabbricati che, anche se di facilissima realizzazione, avrebbero implicato la
presenza di giunti ben visibili su tutta la facciata. Il pensiero andò quindi alla possibilità
di realizzare una parete esterna monolitica
in calcestruzzo isolante che però non avrebbe garantito l’isolamento termico richiesto.
Infine si optò per una struttura a doppio
­guscio con strato isolante interno la cui sfida
principale era rappresentata dalla realizzazione verticale della parete in calcestruzzo
a vista con rilievi sporgenti 4,5 cm. La maggiore difficoltà era in questo caso rappresentata dall’evacuazione corretta dell’aria
dagli incavi in rilievo, operazione molto più
facile da eseguire in situazione di getto
­orizzontale. Per ottenere un risultato perfetto
sono state sperimentate varie miscele di calcestruzzo e la scelta finale è caduta su un
calcestruzzo autocompattante dotato di elevata viscosità.
Sulla base del dettagliato disegno di casseratura, il getto della facciata è stato eseguito
all’interno di casseforme larghe fino a 6 m e
alte come un piano, seguendo pedissequamente le fasi prestabilite e dando forma a un
guscio di cls anteposto allo strato termoisolante (Fig. P, Q). Per evitare la formazione di
bolle, il calcestruzzo è stato gettato molto lentamente all’interno degli elementi ad alta resistenza e completamente a tenuta: infatti, a
causa della grande altezza dei segmenti accantierati – fino a 6 m – le casseforme dovevano essere in grado di resistere a una pressione interna più che considerevole.
La realizzazione ha richiesto grande accuratezza e precisione per ottenere una immagine
cromaticamente uniforme. Complessivamente, la costruzione della facciata è stata eseguita da quattro imprese. Al termine sono stati
sigillati i fori di ancoraggio collocati a distanza
regolare e l’intera facciata è stata impermeabilizzata e rivestita con uno strato di vernice
trasparente che facilita l’armonizzazione con
la costruzione esistente.
Anche se a una attenta osservazione è possibile scorgere il bordo delle singole casseforme e due giunti di dilatazione in corrispondenza del lato est e ovest, l’effetto
complessivo della facciata è più che convincente anche grazie alla forza dell’idea f­ormale
e alla precisione dell’esecuzione. L’affascinante tattilità delle impronte millimetricamente
riprodotte induce il visitatore ad avvicinarsi alla facciata accrescendo contemporaneamente la curiosità nei confronti delle opere custodite all’interno del V
­ orarlberg Museum.
A
B
C
D
acciata nord-ovest verso il Lago di Costanza
F
Pianta piano terra scala 1:750
Pianta quarto piano scala 1:750
Facciata sud-est verso il centro storico
∂   2014 ¥ 6
1
2
3
4
5
Foyer
Caffetteria
Atrio
Spazi espositivi
Spazio panoramico
E,F M
ateria base: bottiglie d’uso commerciale in PET
prodotte da varie aziende.
G La geometria della facciata è originata dalla combinazione di tre elementi di base che, composti insieme danno origine a un quadrato.
H Attraverso un procedimento di sovrapposizioni è
stato possibile ottenere tutte le matrici necessarie
da un solo stampo positivo.
I
Piano della facciata con disposizione di tutte le
matrici principali.
K Prospetto della facciata sud-est con la disposizione
definitiva dei fiori di cls.
L Vari fondi di bottiglia in PET sulla matrice della
cassaforma.
M Primi calchi sperimentali nel laboratorio dell’artista.
N La matrice definitiva per la cassaforma, in poliuretano elastico, viene separata dalla forma.
Traduzioni in italiano9
Rivista di architettura e particolari costruttivi
‡ Oberflächen aus Beton: glatt, rau, texturiert
‡ Vom feingliedrigen Tragwerk zur massiven Skulptur
‡ Sep Rufs Kanzlerbungalow in Venedig
Zeitschrift für Architektur + Baudetail · Review of Architecture · Revue d’Architecture
Serie 2014 · 6 · Bauen mit Beton · Concrete Construction · Béton · Calzestruzzo
Sezione di facciata
scala 1:20
O
P
Q
uperficie in rilievo della facciata appena scasserata.
S
Montaggio della cassaforma davanti alla parete
portante in c.a. e allo strato di materiale isolante.
Realizzazione della facciata eseguendo, un settore
per volta, il getto nella cassaforma che contiene la
matrice e la scasseratura.
  1 G
uaina impermeabilizzante
 2 G
rigliato in metallo 40 mm
struttura portante inferiore 285 – 445 mm
guaina bituminosa a tre strati,
strato superiore ardesiato
strato isolante in pendenza XPS 40 – 200 mm
strato termoisolante XPS 200 mm
barriera vapore
solaio in c.a. 400 mm con attivazione termica ­della
massa
intonaco di malta di argilla
  3 Lamiera di acciaio piegata 5 volte
  4 Guscio esterno in cls a vista 170 mm con forme
in rilievo da fondi di bottiglie in PET ≤ 45 mm
guaina di facciata traspirante
strato termoisolante XPS 250 mm
parete portante in c.a. 300 mm, con attivazione termica della massa
intonaco in malta di argilla 30 mm
  5 Lamiera di ottone levigata e smaltata a spruzzo
  6 Vetrazione termoisolante in stratificato 2× 10 +
­intercapedine 16 + temprato H 10 + intercapedine
16 + temprato H 10 mm, Ug = 0,6 W/m2K
  7 Rivestimento in legno di rovere 20 mm
  8 Lamiera di acciaio 3 mm
  9 Veneziana verticale
10 Doghe in rovere taglio sega 20 mm
massetto cementizio 70 mm
strato di separazione in PE
strato anticalpestio 30 mm
strato di pietrisco 30 mm
solaio in c.a. 400 mm
11 Lamiera di alluminio 2 mm con risvolto laterale per
il controllo dello scolo
12 Pannello di particelle mineralizzato 15 mm
13 Pannello in gessofibra 20 mm
14 Controsoffitto:
intonaco fine di argilla 8 mm, pannello di argilla 22
mm
15 Lamiera di ottone traforata 2 mm
16 Pavimento bituminoso alla veneziana levigato 30 mm
massetto cementizio 100 mm
strato anticalpestio 8 mm
barriera vapore
massetto composito a base cementizia 102 mm
platea in c.a. 300 mm
A proposito di DETAIL
Ogni numero, con particolare attenzione
­riservata alla qualità architettonica delle
­soluzioni costruttive, è dedicato all’approfondimento tematico di un argomento
tecno­logico (p. es. costruzioni in calcestruzzo, strutture di copertura, risanamento
e restauro etc.). La presentazione dei
­progetti più recenti, realizzati in ambito
­nazionale e internazionale, è accompagnata da una serie di accurate riproduzioni
grafiche in scala e di selezionate immagini.
Le due edizioni annuali di DETAIL Concept
sono dedicate allo studio analitico delle ­fasi
del processo costruttivo, mentre le ­edizioni
speciali di DETAIL Green, anch’esse con
due uscite all’anno, ­informano su tutti gli
aspetti della progettazione e della costruzione sostenibile.
Temi delle riviste del 2014
‡ 1/2 Construire con il legno
‡ 3 “Concept” Alta densità abitativa
‡ 4 Scale, Rampe, Ascensori
‡ 5Ristrutturare
+ DETAIL Green
‡6 Calzestruzzo
‡ 7/8Facciate
‡9 “Concept”
‡ 10Luce + Interni
‡ 11Coperture
+ DETAIL Green
‡ 12 Tema speciale
(Sono possibili eventuali modifiche)
∂ Abbonamento
‡
Abbonamento classico € 172,–*
12 numeri all’anno
(compresi i due numeri DETAIL Green).
‡ Abbonamento studenti € 91,–*­
12 numeri all’anno. ①
(compresi i due numeri DETAIL Green).
‡ DETAIL Abbonamento prova € 21,85
Due numeri attuali della rivista DETAIL al prezzo di
prova di soli € 21,85 incluse le spese di spedizione +
imposta sul valore aggiunto per i non possessori di
partita IVA.
*Costi di spedizione aggiuntivi (per 12 numeri) € 43,–
Per la consegna nei paesi dell’Unione E
­ uropea,
l’Imposta sul Valore Aggiunto per i non possessori
di partita IVA è del 7%.
① Sarà possibile usufruire del p
­ rezzo per studenti solo
a seguito della consegna di un documento valido
­attestante l’iscrizione.
Prezzi luglio 2014
Institut für internationale Architektur-Dokumentation GmbH & Co. KG
Hackerbrücke 6 · 80335 Monaco di Baviera · GERMANIA
Tel: +49 (0)89 3816 20-0 · Fax: +49 (0)89 3816 20-77 · [email protected]
www.detail.de/shop