1 Struttura dell`opera Libro I proemio, origini delle ostilità tra Asia e

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A.A. 2011-2012- STORIA GRECA – PROF. EUGENIO LANZILLOTTA – 5 APRILE 2012
ERODOTO
Struttura dell’opera
Libro I
proemio, origini delle ostilità tra Asia e Europa; conquista della Lidia e
dell’Asia minore e superiore da parte dei Medi e dei Persiani;
digressioni su Babilonia e sui Massageti, fino alla morte di Ciro
Libro II
usi e costumi dell’Egitto; storia egizia fino ad Amasi; conquista
dell’Egitto da parte di Cambise
Libro III
storia interna della Persia: ribellione del falso Smerdi, morte di Cambise,
congiura dei sette contro il falso Smerdi, salita al trono di Dario e
ordinamento dell’Impero. Digressioni sull’India, sull’Arabia e sui paesi
del settentrione; imprese di Dario fino alla spedizione scitica
Libro IV
spedizione scitica di Dario e del satrapo Ariande contro Cirene;
digressioni sulla Scizia e sulla Libia
Libro V
rivolta delle città greche d’Asia contro la Persia
Libro VI
spedizione di Dati e Artaferne contro la Grecia, conclusa dalla battaglia
di Maratona (490 a.C.)
Libri VII-IX seconda guerra Persiana, sino alla riconquista della città greca di Sesto
sull’Ellesponto e alla cacciata dei Persiani dall’Egeo (480-478 a.C.)
SUDA, s.v. Erodoto
Erodoto: figlio di Lyxus e Dryo, di Alicarnasso, di famiglia illustre, che aveva un
fratello Teodoro. Si trasferì a Samo a causa di Ligdami che fu il terzo tiranno di
Alicarnasso dopo Artemisia: Pisindelis infatti era figlio di Artemisia, e Ligdami figlio di
Pisindelis. A Samo praticò il dialetto ionico e scrisse una storia in 9 libri, avendo
iniziato da Ciro di Persia e da Candaule re dei Lidi. Rientrato ad Alicarnasso e
cacciato il tiranno, quando in seguito vide che era invidiato dai concittadini, andò di
sua volontà a Turi che era stata fondata dagli Ateniesi e lì, dopo la sua morte, fu
sepolto nella piazza. Alcuni però dicono che morì a Pella. I suoi libri sono intitolati alle
Muse. Riguardo ad Erodoto l’Apostata dice in una lettera: “Chi dunque ignora il
discorso degli Etiopi riguardo al cibo più nutriente presso di noi? E avendo loro
toccato una focaccia (maza), dissero di meravigliarsi che vivessero nutrendosi di
letame (scarti, kopria cioè il frumento), se bisogna prestar fede allo storico di Turi.
Coloro che descrivono la terra abitata raccontano di popoli di uomini ittiofagi e
carnivori che non conoscono neppure in sogno la nostra dieta (tenore di vita). Se
qualcuno presso di noi tentasse di imitarne la dieta, non si troverebbe meglio di coloro
che assumono cicuta, aconito, o elleboro”.
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HDT. I 1
¸Hrodo/tou Qouri¿ou i¸stori¿hj a)po/decij hÀde, w¨j mh/te ta\ geno/mena e)c
a)nqrw¯pwn t%½ xro/n% e)ci¿thla ge/nhtai, mh/te eÃrga mega/la te kaiì
qwmasta/, ta\ me\n àEllhsi, ta\ de\ barba/roisi a)podexqe/nta, a)kle/a
ge/nhtai, ta/ te aÃlla kaiì di' hÁn ai¹ti¿hn e)pole/mhsan a)llh/loisi.
Questa è l’esposizione della ricerca di Erodoto di Alicarnasso, allo scopo di impedire
che gli avvenimenti umani finiscano per sbiadire col tempo e che le imprese grandi e
degne di ammirazione realizzate sia dai Greci che dai barbari rimangano senza gloria;
e anche per stabilire la ragione per cui vennero in guerra tra loro.
HDT. II 99
Me/xri me\n tou/tou oÃyij te e)mh\ kaiì gnw¯mh kaiì i¸stori¿h tau=ta
le/gousa/ e)sti, to\ de\ a)po\ tou=de ai¹gupti¿ouj eÃrxomai lo/gouj e)re/wn
kata\ [ta\] hÃkouon: prose/stai de/ ti au)toiÍsi kaiì th=j e)mh=j oÃyioj.
Finora ho esposto i risultati di quanto ho visto, riflettuto e appreso con le mie ricerche.
Passerò adesso ad esporre quello che gli Egiziani raccontano, secondo ciò che ho
udito; e vi aggiungerò qualche cosa che ho visto direttamente.
HDT. VII 152
¹EgwÜ de\ o)fei¿lw le/gein ta\ lego/mena, pei¿qesqai¿ ge me\n ou) panta/pasin o)fei¿lw ākai¿ moi tou=to to\ eÃpoj e)xe/tw e)j pa/nta to\n lo/gonŸ.
(…) E io sono tenuto a riferire tutto ciò che si dice, ma non sono affatto tenuto a
credervi; e valga questo avvertimento per tutto ciò che racconto. (…)
HDT. I 5
¹EgwÜ de\ periì me\n tou/twn ou)k eÃrxomai e)re/wn w¨j ouÀtwj hÄ aÃllwj
kwj tau=ta e)ge/neto, to\n de\ oiåda au)to\j prw½ton u(pa/rcanta a)di¿kwn
eÃrgwn e)j tou\j àEllhnaj, tou=ton shmh/naj probh/somai e)j to\ pro/sw
tou= lo/gou, o(moi¿wj mikra\ kaiì mega/la aÃstea a)nqrw¯pwn e)peciw¯n. Ta\
ga\r to\ pa/lai mega/la hÅn, ta\ polla\ au)tw½n smikra\ ge/gone: ta\ de\
e)p' e)me/o hÅn mega/la, pro/teron hÅn smikra/. Th\n a)nqrwphi¿hn wÕn e)pista/menoj eu)daimoni¿hn ou)dama\ e)n tw©ut%½ me/nousan, e)pimnh/somai
a)mfo te/rwn o(moi¿wj.
Ma non di questo intendo io parlare: se così o diversamente si siano svolti tali fatti.
Comincerò invece dall’indicare colui di cui so che fu il primo a far torto agli Elleni; e
proseguirò poi nel racconto trattando di città piccole e grandi, degli uomini, senza far
differenza: perché quelle che erano grandi in antico sono per lo più diventate piccole, e
quelle che ai miei tempi erano grandi sono prima state piccole. Sicché, conoscendo la
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perpetua incostanza del benessere umano, ricorderò le une e le altre senza far
differenza.
HDT. IX 16, 4
Straniero, è impossibile per l’uomo allontanare quello che deve avvenire per volere del
dio; e nessuno vuole credere a quelli che dicono cose attendibili. Pur sapendo queste
cose, molti di noi persiani seguiamo, legati, la necessità. La peggiore sofferenza tra
quelle umane è questa: non dominare su nulla, comprendendo molte cose.
HDT. VII 129
I Tessali per conto loro dicono che la gola nella quale scorre il Peneo (valle di Tempe)
sia stata opera di Poseidone, né la loro affermazione è inverosimile. Chi infatti ritiene
che Poseidone scuota la terra e che crepe causate dal terremoto siano opera di questo
dio, nel vedere quella gola direbbe che l’ha creata lui, perché la spaccatura di questi
monti è, per quanto pare a me, opera di un terremoto.
HDT. V 78
Sicché la potenza degli Ateniesi era cresciuta. È chiaro - non sotto un unico aspetto ma
per ogni riguardo - che l’uguaglianza politica è una cosa magnifica. Perché gli
Ateniesi, che sotto i tiranni non erano militarmente superiori a nessuno dei loro vicini,
ottenuta la libertà, se li lasciarono indietro a gran distanza. Ciò dimostra che quando
erano soggetti si facevano battere volontariamente, perché pensavano di lavorare per
un padrone; mentre, recuperata la libertà, ogni cittadino lavorava, nel proprio
interesse, alacremente.
HDT. VII 139
Se gli Ateniesi atterriti dal pericolo imminente, avessero abbandonato la loro terra, o
anche – senza abbandonarla e rimanendovi – si fossero sottomessi a Serse, sul mare
nessuno avrebbe tentato di opporsi al Re. (…)E così in un modo o nell’altro l’Ellade
sarebbe caduta sotto i Persiani. (…) Sicché non ci si allontanerà dal vero aserendo che
gli Ateniesi sono stati i salvatori dell’Ellade; perché il corso degli avvenimenti sarebbe
stato conforme al partito che essi avessero seguito; e, scegliendo di salvare la libertà
dell’Ellade, furon essi che con questa decisione destarono tutto il resto degli Elleni –
quanti non s’erano dichiarati per i Persiani -, furono cioè loro, dopo gli dei, a
respingere il Re. Né li persuasero ad abbandonare l’Ellade gli oracoli che venivano da
Delfi, tremendi e ispiranti terrore. Rimasero sul posto e osarono sostenere l’urto
dell’aggressore del loro paese.
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