Le stelle tra mitologia e astrofisica Corso sulla Mitologia delle Costellazioni…con quanto basta di Astrofisica Ing. Claudio Costa email: [email protected], sito web: carocicosta.it Con il patrocinio dell’Unione Astrofili Italiani Quando ci troviamo sotto un cielo scuro e sereno vediamo una miriade di stelle e ci sentiamo spaesati Forse, proprio per vincere questo smarrimento, i primi uomini cominciarono a raggruppare le stelle congiungendole con linee immaginarie che sembravano delineare forme di animali o cose più familiari… Manciano, GR Le stelle e i pianeti sono apparentemente immutabili nel cielo Mentre gli uomini invecchiano e muoiono Eco perché, forse, divennero presto divinità ed eroi alla base di miti e leggende, simboli e feste Un patrimonio di credenze che è ancora con noi nei nomi delle costellazioni e delle stelle e che provengono dalle diverse La tradizione che si è imposta, anche nel linguaggio scientifico moderno, è tradizioni quella dei greci e dei romani, eredi dei babilonesi e in parte degli egizi culturali Ma anche altre civiltà hanno sviluppato le loro mitologie collegate alle stelle Dall’America all’Estremo Oriente, si sono immaginati in cielo dei ed eroi, potenze cosmiche o semplicemente strumenti e segni della volontà divina Ne parleremo un po’, ma se volete saperne di più sui Maya, ad esempio… Parleremo di tutto ciò… …tuttavia, in questo corso, approfitterò del viaggio attraverso le costellazioni e i miti collegati anche per illustrare e spiegare cosa sono gli oggetti che gli antichi appena intravedevano o addirittura non potevano vedere affatto… La galassia M31 Foto mia da Campo Imperatore …. ma che noi, grazie a telescopi e sensori di luce sempre più sofisticati, riusciamo invece ad apprezzare dapprima solo per la loro bellezza e poi con la soddisfazione che nasce dal comprendere come siano fatti e come si siano formati… La Nebulosa Velo, residuo dell’esplosione della Supernova nel Cigno avvenuta circa 5000 anni fa, ma di cui non c’è memoria storica conosciuta E allora, prima ancora di raccontare dell’origine Sumero-Babilonese delle costellazioni, cominciamo il viaggio da molto lontano nel tempo… L'astronomia è, probabilmente, la più antica delle scienze naturali e, come tale, si perde nell'alba dei tempi, antica quanto l'origine dell'uomo 2000-1200 A.C. - Beaghmore Stone Circles, Sperrin Mountains, County Tyrone, Northern Fin dai tempi più antichi, gli uomini hanno appreso molte cose sull'universo semplicemente osservando il cielo a occhio nudo e notandone le periodicità dei fenomeni Chaco canyon nel New Mexico: Osservazione della supernova del 1054 DC? Bisogna però stare molto attenti quando tentiamo di studiare le conoscenze astronomiche dei popoli antichi: per comprendere bene le idee dell’epoca i cui vissero dobbiamo dimenticare quella che è stata l’evoluzione di queste idee fino a noi Poiché i primi sviluppi dell’astronomia si sono avuti nel Medio Oriente e in Europa, possiamo allora chiederci se sappiamo qualcosa delle idee sul cielo degli europei preistorici… …ma per non cadere nella trappola di cui sopra, dobbiamo guardare anche a quelle di popoli al di fuori dell’influenza europea, come i meso-americani prima della conquista spagnola e a quei popoli che ancora oggi vivono in relativo isolamento dal resto dell’umanità Ci può ancora aiutare Giuliano Romano… Un esempio: • gli stessi fenomeni celesti sono molto differenti se osservati in Europa o nel centro America • alle nostre latitudini il percorso del Sole in cielo varia durante l’anno: il giorno raggiunge la massima durata a Giugno per poi decrescere fino alla fine di Dicembre • questo non succede invece nelle zone a cavallo dell’Equatore Non a caso Stonehenge è orientato proprio al punto in cui tramonta il Sole il 21 Dicembre Foto di Danilo Pivato dai Monti della Tolfa Lescaux, Francia circa 15000 AC Una raffigurazione delle Pleiadi ? Forse, perché in effetti la caccia si effettuava spesso di notte e perciò l’associazione tra animali e stelle sembra normale Laussel , Francia circa 15000 AC La “Venere” tiene in mano un osso con 13 tacche: sono i tredici mesi lunari e/o i tredici cicli femminili annui? La Luna è un potente alleato dei cacciatori perché periodicamente rischiara le notti Tutt’oggi esistono nell’Africa subsahariana, riti tribali che collegano la Luna, la caccia e rituali sessuali Però è un segno della nostra cultura, il tendere a distinguere la funzionalità pratica da quella rituale delle ossa incise: per loro le due cose coincidevano Nelle società più antiche la comprensione dei "meccanismi celesti" contribuì alla creazione di un calendario legato ai cicli stagionali e lunari, con conseguenze positive per l'agricoltura Nelle caverne di Abris de las Vinas e di Canchal de Mahoma in Spagna ci sono questi due dipinti consistenti in una configurazione di punti alcuni circolari e alcuni a forma di crescente che rappresentano quasi certamente un conteggio dei giorni del mese lunare (datati circa 7000 a.C.) Lo spirito della Luna Per il popolo artico degli Inuit la Luna è tutt’ora molto più importante del Sole, perché durante il lungo inverno è la Luna a fornire la luce Le prime conoscenze astronomiche dell'uomo preistorico erano quindi probabilmente legate alla possibilità di prevedere i moti degli oggetti celesti visibili, stelle e pianeti e di collegarli alle diverse stagioni Un esempio di questa prima astronomia sono gli orientamenti astronomici dei monumenti megalitici come i tumuli di Newgrange o i Menhir sparsi in tutta Europa Molti di questi monumenti dimostrano, oltre all’antico legame dell'uomo col cielo, una capacità di eseguire osservazioni precise A Minorca, nelle Baleari, si trovano i santuari Taula dal nome delle tavole verticali coperte da un piano, costruiti circa nel 1000 AC Le tavole guardano quasi sempre a Nord Tenendo conto della precessione degli equinozi, all’epoca della costruzione a Sud era appena visibile la Croce del Sud seguita da Beta e Alfa Centuari Certamente il più famoso monumento neolitico che è stato ritenuto un antico osservatorio astronomico è Stonehenge Stonehenge è un sito neolitico che si trova vicino in Inghilterra, circa 13 chilometri a nord-ovest di Salisbury È composto da un insieme circolare di grosse pietre erette, conosciute come megaliti 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. La pietra dell'altare Tumulo senza sepoltura Tumulo senza sepoltura La pietra del Sacrificio, lunga 4,9 m La pietra del tallone Due delle quattro originarie Pietre della Stazione Sponda interna Fossato Sponda esterna Il viale, una coppia di fossati e sponde paralleli che portano al fiume Avon a 3 km Anello di 30 fosse chiamato i buchi Y Anello di 30 fosse chiamato i buchi Z Cerchio di 56 fosse, conosciuto come i buchi di Aubrey Piccola entrata meridionale Le eclissi di Luna si ripetono con un ciclo di 18.61 anni Si è pensato che il motivo per cui ci sono 56 buche di Aubrey sia perché 18.61 x 3 = 55.83 (ovvero circa 56) Le eclissi di luna in inverno e in avvengono quando la Luna è vista sorgere in corrispondenza delle buche 56 o 28, che stanno in corrispondenza dell’asse principale di Stonehenge Inoltre ci sono 30 pietre verticali nel cerchio dei sarsen e il ciclo delle fasi lunari è di 29.53 giorni Sapere in anticipo il passaggio da una stagione all'altra era di fondamentale importanza per le capacità di sopravvivenza dell'uomo antico Purtroppo Stonehenge è unico al mondo e venne demolito e ricostruito molte volte lungo l’arco di due millenni a partire da circa il 2800 AC Non possiamo pertanto sapere se gli allineamenti furano voluti o sono semplicemente casuali Da sempre comunque Stonehenge stimola le fantasie più audaci… Un monumento certamente allineato astronomicamente è il tumulo di Newgrange in Irlanda, costruito intorno al 3000 AC Al di sopra dello stretto passaggio dell'ingresso, un'apposita apertura permette, all'alba del giorno del solstizio invernale, ad un raggio di sole di illuminare la camera centrale per 15 minuti Nebra, Germania, 1600 A.C. Due ottimi testi… Xochicalco In Messico il passaggio del sole allo zenit avviene due giorni all’anno e può essere determinato facilmente scavando pozzi profondi (i cosiddetti tubi zenitali) e attendendo che il sole ne illumini il fondo La civiltà maya fiorì (dal 1800 a.C. al 1530 d.C.) nella zona del Centro America che si estende attualmente dal sud del Messico (penisola dello Yucatan) fino all’Honduras e El Salvador passando per Guatemala e Belize Il Sole era osservato soprattutto durante il suo passaggio zenitale A Chichen Itza, nei giorni degli equinozi primaverile e autunnale, al tramonto, il Serpente Solare sembra salire dalla parte della scalinata della piramide El Castillo I maya svilupparono un complesso calendario che veniva utilizzato anche da altri popoli dell'America centrale (Aztechi e Toltechi) Si tratta di un calendario molto elaborato, basato su più cicli di durata diversa: • il ciclo Tzolkin aveva una durata di 260 giorni • il ciclo Haab aveva una durata di 364 giorni, più il "giorno fuori dal tempo" • il Lungo Computo indicava il numero di giorni dall'inizio dell'era maya Su questo si è molto speculato anche di recente: si tratta di una numerazione progressiva dei giorni in un sistema di numerazione posizionale misto in base 13, 18 e 20 Il ciclo completo del Lungo computo era di 20×18×20×20×13 = 1872000 giorni (circa 5125 anni) Per i maya ciascun ciclo del Lungo Computo corrispondeva a un'era del mondo: il passaggio da un'era all'altra è segnata dunque da un cambiamento positivo preceduto da eventi più o meno significativi L’ultimo ciclo, che secondo la mitologia maya è il quarto, era iniziato il 11 agosto 3114 a.C. ed è terminato 21 dicembre 2012… ricordate le previsioni catastrofiche diffuse da tv, giornali e in rete? Primo interesse degli astronomi Maya era il passaggio allo zenit del Sole, evento possibile per la loro latitudine molte delle città Maya erano a sud della latitudine 23,5 gradi (altezza solare nel solstizio d'estate), dalle quali si poteva osservare il passaggio zenitale del Sole due volte l'anno I Maya potevano determinare facilmente quelle date, per la mancanza di ombra, e le attribuirono ad un dio, il Dio Immergente Quasi tutti gli edifici ufficiali sono allineati astronomicamente: il palazzo di Uxmal per esempio è allineato verso una grande piramide a sud est che punta al punto più a S dell’orizzonte da cui può sorgere Venere e dall’altra parte al punto più a N da cui il pianeta può tramontare Venere era per i Maya l'oggetto celeste di maggior interesse Essi ne calcolarono molto accuratamente i periodi: • quello di 584 giorni tra gli allineamenti (congiunzioni inferiore e superiore) TerraVenere rispetto al Sole • quello di 2922 giorni tra gli allineamenti Terra-Venere-Sole rispetto a delle stelle L’ossessione per Venere aveva motivazioni astrologiche: la ricomparsa all’alba dopo il periodo d’invisibilità alla congiunzione inferiore era considerato un periodo di grande pericolo e le tavole permettevano di prevederlo e di organizzare quindi le cerimonie di scongiuro Venere aveva effetti psicologici sui Maya e le altre culture centroamericane: è stato dimostrato che i loro periodi di guerra erano basati sugli stazionamenti di Venere e Giove Nell’Almanacco (Codice di Dresda) c’è la descrizione dell'intero ciclo di Venere, suddiviso in cinque settori di 584 giorni, cioè 2920 giorni, approssimativamente 8 anni o 5 cicli venusiani Nei calendari Maya c'era anche una componente lunare I periodi lunari erano di 29 e 30 giorni alternativamente Essendo il periodo sinodico della Luna di quasi 29,5 giorni, i Maya riuscivano così a inserire la luna nei loro calendari senza difficoltà Avevano cognizione anche degli altri periodi lunari più lunghi (ciclo di 18,6 anni della rotazione dell’orbita lunare) In questo modo erano anche in grado di predire le eclissi (Codice di Dresda) Il panorama dal palazzo del governatore a Uxmal Chichen-Itza: il cosiddetto osservatorio Tornando dalla nostre parti, fu in Babilonia che si sviluppo il primo grande interesse per l’osservazione accurata del cielo Il problema è che abbiamo poche fonti d’informazione in merito: • Da Babilonia, a partire dal VII secolo AC, ma per la maggior parte nel periodo Ellenistico (IV –II secolo AC), esistono tavolette di argilla, colme di numeri e registrazioni di eventi • Dalla Grecia, sono sopravvissuti pochi documenti , perché l’opera di Tolomeo, l’Almagesto, del II secolo DC, rese “inutile” mantenere le opere precedenti • Dobbiamo qualche notizia ad Aristotele (IV sec AC), che però, parla dei predecessori quasi sempre per demolirne le idee, l’inizio dei “modelli della Natura” Babilonia sorgeva vicino all’odierna Bagdad e vide il succedersi di Babilonesi, Ittiti, Cassiti, Assiri, Persiani e Macedoni, dal 2000 AC al 331 DC Lì venne introdotta la numerazione posizionale sessagesimale , che permetteva calcoli complessi e che è tuttora presente nelle nostre notazioni angolari e temporali I Babilonesi erano attenti a prendere nota di tutto ciò che di insolito si verificava in natura e lo interpretavano come un avvertimento o presagio di qualcosa che si poteva eventualmente scongiurare Circa 7000 “omen” vennero raccolti in 70 tavolette dette Enuma Anu Enlil, all’incirca verso il 900 AC, pieno di riferimenti a osservazioni di corpi celesti Il corpo celeste più citato è la luna: il calendario era infatti lunare, ma c’è il problema che in un anno non ci sono né 12 né 13 mesi lunari esatti: bisognava quindi “intercalare” un tredicesimo mese ogni tanto Nel V secolo si riconobbe che 19 anni solari erano molto vicini a 235 mesi lunari: infatti 235 =(12x19)+7 e quindi essi intercalarono 7 mesi lunari in 19 anni Mese sinodico Lunazioni 29,53059 235 Anno solare tropico Anni 365,2422 19 Differenza: Giorni Ore 6939,689 166552,5276 6939,602 166550,4432 0,08685 2,0844 Poiché 235=19*12+7, basta intercalare 7 lunazioni in 19 anni Gli scribi seppero riconoscere il ciclo perché cominciarono a registrare sistematicamente i fenomeni astronomici e meteorologici che si protrassero per circa sette secoli Ciò portò a riconoscere regolarità nei cicli nei fenomeni lunari, solari e planetari Per esempio registrarono la velocità variabile del Sole durante l’anno rispetto alle Stelle 31 30,5 30 29,5 29 28,5 28 27,5 May Jun Jun Jul Jul Aug Aug Sep Sep Oct Oct Nov Nov Dec Dec Jan Jan Feb Feb Mar I modelli dei movimenti erano approssimati, ma permettevano la compilazione di tavole di previsione, anche per la Luna e i cinque pianeti noti La precisione era dovuta alle numerose ripetizioni dei cicli, piuttosto che all’accuratezza delle singole osservazioni Quello che venne trasmesso ai Greci furono proprio le relazioni tra tempi e angoli che era esattamente quello che serviva per trasformare le speculazioni sul cosmo in modelli geometrici a partire dai quali si potessero calcolare previsioni («effemeridi») attendibili Lasciamo parlare Alfredo Cattabiani nel suo libro Planetario «In Mesopotamia, dove si cominciò a studiare sistematicamente il cielo, si inventarono molte costellazioni che sarebbero poi state adottate in Occidente La cura con cui lo si osservava nasceva dalla convinzione che i «pianeti» allora conosciuti fossero manifestazioni delle principali divinità del pantheon sumero orbitanti nella fascia delle costellazioni zodiacali, detta la via di Anu, corrispondente al nostro Urano e delimitata da quelli che noi chiamiamo tropico del Cancro e tropico del Capricorno Osservare i corpi celesti significava per i Sumeri conoscere la volontà degli dei» «L’astrologia, così come la conosciamo, è nata in Mesopotamia tardi, non prima dell’VIII secolo a.C Quella antica era invece divinazione astromantica, basata sulla convinzione che la divinità preannunciasse il futuro mediante segni che spettava alla mantica riconoscere e interpretare … Nell’ Enuma Anu-Enlil, dov’erano raccolte osservazioni sulla Luna, il Sole e gli altri pianeti, si aspettava per esempio il novilunio o un’altra fase lunare per osservare se la luce della Luna fosse debole o fortemente cangiante, rossiccia o candida, e quindi se ne traevano auspici Se ne studiavano anche le eclissi e gli aloni; e lo stesso avveniva per il Sole e gli altri pianeti Poi si facevano predizioni che in genere riguardavano grandi eventi: tempeste, inondazioni, epidemie, i raccolti futuri o il destino del sovrano» «Alle più antiche figure astrali, che risalgono al III millennio, appartengono le costellazioni che figurarono più tardi nei segni dello zodiaco: alcuni loro nomi collimano o quasi con quelli tolemaici (Toro, detto Mascella del Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Bilancia, Scorpione) mentre altri divergono, come per esempio il Solco, diventato poi Vergine, il Pesce-capra con la testa di ariete (il futuro Capricorno), il misterioso Mercenario o Uomo Salariato (per l’Ariete) e le Code, poi trasformato in Pesci» In Egitto lo sviluppo dell’astronomia fu ostacolato dalla mancanza di un sistema posizionale dei numeri La loro primitiva aritmetica impediva pertanto di comprendere i moti celesti Ma, avendo bisogno di calcolare l’ora della notte per le cerimonie, scelsero 36 costellazioni, i “decani”, che sorgevano ogni notte a intervalli regolari, come numeri su un quadrante celeste In Egitto lo sviluppo dell’astronomia fu ostacolato dalla mancanza di un sistema posizionale dei numeri La loro primitiva aritmetica impediva pertanto di comprendere i moti celesti Ma, avendo bisogno di calcolare l’ora della notte per le cerimonie, scelsero 36 costellazioni, i “decani”, che sorgevano ogni notte a intervalli regolari, come numeri su un quadrante celeste «Gli archeologi che vi erano giunti a seguito dell’esercito di Napoleone scoprirono nel tempio di Esneh a Denderah un soffitto di arenaria scolpito a bassorilievo, che rappresentava la volta del cielo completa di costellazioni Eseguito all’incirca verso il 36 a.C., conteneva le costellazioni classiche, compresa la Bilancia, creata da Giulio Cesare, ma con qualche variazione legata alla tradizione egizia precedente l’ellenismo: • • • il Gran Carro, per esempio, era una coscia di bue, il Drago un ippopotamo, il Cane Maggiore una vacca con la stella Sirio fra le corna Intorno al perimetro del planisfero erano disegnate le trentasei figure dei decani ma anche le trentasei costellazioni extrazodiacali, che sorgevano, ciascuna per dieci giorni all’anno, prima del Sole, segnando l’ultima ora della notte» Alfredo Cattabiani «Planetario» Inoltre era importantissimo definire un calendario perché tutta la vita dell’Egitto dipendeva dal ciclo delle inondazioni del Nilo A partire dal 2500 AC l’anno veniva diviso in tre stagioni, l’inondazione, il ritiro delle acque e il raccolto, ognuna della durata di quattro mesi lunari; ed ecco sorgere lo stesso problema già individuato dai Babilonesi: i mesi lunari sono di 29,5 giorni in media e quindi dodici mesi coprono un po’ meno dell’intervallo tra due inondazioni Per determinare l’inizio dell’anno usarono allora il momento in cui la stella più luminosa, Sirio, sorgeva a Est immediatamente prima del Sole (levata eliaca) L’anno cominciava quel giorno ed era formato da dodici mesi lunari più circa undici giorni Per la vita civile però il calendario lunare era scomodo: circa verso il 3000 AC, venne pertanto introdotto il calendario di 365 giorni, formato da 12 mesi di 30 giorni più cinque giorni supplementari, ma … … solo nel 250 AC, si fece il tentativo di aggiungere l’anno bisestile per compensare il quarto circa di giorno che non veniva calcolato La leggenda narra che Geb (la terra) e Nut (il cielo) erano in origine uniti, fino a quando il dio Ra, contrariato per questa unione, ordinò a Shu di dividerli, creando lo spazio tra cielo e terra Nut, proprio in quella occasione, formò la volta celeste, sostenuta da Shu, che però fu costretto a conservare perennemente quella posizione Si pensava che il dio-sole, Ra, nel suo viaggio notturno, fosse da lei ingoiato dopo il tramonto, per essere partorito di nuovo all’alba I testi classici Arato (315-240 AC) Tolomeo (100-175 DC) Igino (I sec DC) Manilio 9-22 DC I moderni… Dal prossimo incontro comincerà la descrizione delle costellazioni Arrivederci Ing. Claudio Costa email: [email protected], sito web: carocicosta.it