Home della Rivista Sfogliamento

NUMERO QUATTRO
LUGLIO
2007
la rivista di ambiente dell’associazione Zygena
Sfogliamento
La sinfonia
dell’estate
LE SEZIONI
ARTE
Gli artisti hanno sempre trovato ispirazione osservando la natura,
in tutte le epoche, cominciando dai primi tentativi che
rappresentavano animali e caccia ed arrivando alle più alte espressioni delle
emozioni e della bellezza insita nelle forme naturali.
Natura ispiratrice per l'arte, arte nella natura, bellezza, perfezione, emozione:
guardare l'ambiente con gli occhi dell'artista è davvero un bel modo per osservarlo
BIZZARRIE
Il mondo naturale è una fonte continua di simpatiche curiosità,
bizzarrie e notizie che sembrano incredibili.
Perchè questa sezione?
Perchè l'amore per l'ambiente passa anche per la capacità di saper scoprire gli
aspetti comici della difficile convivenza tra gli esseri umani e le altre forme
viventi.
NATURA
Botanica, zoologia, etologia, ma anche turismo sostenibile,
tradizioni, biodiversità..
La natura ha infiniti aspetti da approfondire, per capire un po' meglio le forme
viventi che ci circondano, noi stessi compresi, in quanto parte di un unico
ecosistema complesso e affascinante.
LA REDAZIONE
“Sfogliamento” è il periodico mensile dell’associazione
di ricerca, consulenza e comunicazione ambientale
“Zygena onlus”.
registrazione Tribunale di Terni n.04/07 del 26/3/07
Direttore Responsabile:
Fabrizio Manzione
Redattori:
Nicoletta Bettini
Francesco Donati
Fabrizio Fulco
Gisella Paccoi
Alessia Vespa
redazione: via del Cassero 5 - Terni
[email protected]
sommario
Numero Tre - Giugno 2007
IN QUESTO NUMERO
L’estate sta arrivando, anzi,
secondo Shakespeare il 24 di
giugno c’è addirittura la
“notte di mezza estate”.
Anche le ore notturne, ora,
sono spazi da occupare,
magari restando all’aperto ad
osservare le stelle o a chiacchierare.
Questo numero è ricco di
spunti per tutti coloro che
decideranno di trascorrere
alcune sere fuori: il consueto
appuntamento con la guida
all’osservazione del cielo stellato, tante curiosità su animali e piante “di stagione”... e,
stavolta ancora più del solito,
degli ottimi argomenti di
discussione.
Vi presentiamo, infatti, due
opinioni sui “grandi” temi,
più o meno alti: la musica e
l’evoluzione.
Sono argomenti impegnativi,
e ci piacerebbe sapere come la
pensate.
Presto sarà attivo un forum,
nel quale potrete lasciare i
vostri commenti e dal quale
sarà possibile lanciare nuove
proposte di discussione.
In attesa di ciò... vi suggeriamo di approfittare dell’aria
dolce e profumata di giugno
per parlarne con i vostri
amici, magari tra un canto di
rana ed un tenue bagliore nel
buio di un simpatico insettino
estivo....
La redazione
ARTE
SEI UNA BESTIA, VISKOVITZ!
11
IL RUGGITO DEL LEONE BIANCO
17
GLI ACHEI E LA PORTA DEI LEONI
21
SCORCI DI CAMPAGNA IN CITTÀ
21
LIVE EARTH.. OR LIVE BUSINESS?
26
BIZZARRIE
PERCHE’ LUGLIO?
5
LE CICALE E LA BIGNONIA
6
AMA.. AMA AMADEUS
10
LA SCIENZA IN BIANCO E NERO:
IN CAMPAGNA
12
UN PONTE PER IL CIBO
24
NATURA
I FENICOTTERI ROSA
7
STESSA SPIAGGIA.. STESSO SUOLO?
8
L’INSERTO DI ASTRONOMIA:
FIRMAMENTO
13
I CANTORI DEL SOLE E DELLA LUNA
19
I MILLE SUONI DEL
MONDO DEL SILENZIO
22
RUBRICHE
I POST-IT DEL MESE
4
NOTIZIA DELLE QUATTRO SETTIMANE 26
SFOGLIAMENTO RUBRICHE
e
s
e
m
l
e
d
t
i
t
s
i po
La sansa, prodotto di scarto
della spremitura delle olive,
sarà usata nella
bioremediation, per ripulire
l'ambiente da sostanze
inquinanti
Un melone
vecchio di 21 secoli
è stato ritrovato
in un sito archeologico
giapponese, vicino
Moriyama
Lo squalo ha sul muso degli
elettrorecettori per
individuare una preda a
chilometri di distanza,
ed un “sonar” laterale
per captare le vibrazioni
nell’acqua
Una pianta attaccata da
insetti emette dei "segnali
d'aiuto"...
ma anche le piante vicine
emettono gli stessi segnali
d'aiuto!!
Le femmine di
squalo martello possono
riprodursi per
partenogenesi, in assenza
di maschi: lo hanno fatto in
un acquario del Nebraska.
4
LUGLIO
SFOGLIAMENTO BIZZARRIE
Perchè...
luglio?
L’origine del nome “luglio”
si deve a Giulio Cesare
DA
“LUNARIO” DI ALFREDO CATTABIANI
Fino al 44 a.C. a Roma luglio si chiamò Quintilis, quinto mese, nome ereditato dal
calendario arcaico di Romolo che, secondo la tradizione sarebbe stato composto soltanto di dieci mesi.
Poi, in onore del dittatore Giulio Cesare, come riferisce Macrobio, “su proposta del
console Marco Antonio, figlio di Marco, fu chiamato Iulius (Giulio) poichè Giulio
Cesare nacque in questo mese, nel quarto giorno prima delle Idi di Quintile” (ossia,
il 13 luglio, del 100 a.C.).
Il latino Iulius fu poi tradotto nell’italiano luglio grazie ad un caso particolare di passaggio dall i alla elle per assimilazione.
Il numero del mese è il sette, e simboleggia un ciclo compiuto e un rinnovamento in
positivo.
Sono sette i giorni della settimana, sette i pianeti dell’astrologia tradizionale, sette le note essenziali, sette i giorni
delle malattie fino alla guarigione o alla crisi.
“Il numero sette”, scriveva lo Pseudoippocrate, “sulla base delle sue forze occulte tende a porre in essere tutte le cose;
dispensa la vita ed è fonte di ogni mutamento, poichè la luna stessa modifica le sue fasi ogni sette giorni”.
A luglio, sotto il segno del Leone, si entra nella canicola, il periodo tradizionalmente più caldo e secco dell’anno.
Canicula, in latino, era il diminutivo di canis (cagnolino); se si osserva il cielo si vede che la stella che sorge e tramonta col sole tra il 24 luglio e il 26 agosto è Sirio, chiamata canicola dagli antichi Egizi perchè, come un cane viglie,
li avvertiva delle benefica inondazione del Nilo che portava abbondanza e ricchezza, permettendo col suo limo ottimi raccolto.
A Roma il 23 luglio cadevano le feste di Nettuno, che rappresentava il fuoco o il moto celato nelle acque: in quella
ricorrenza, sulle rive del Tevere si costruivano capanne di rami di alloro e si svolgevano giochi acquatici.
Ai giorni nostri, a Roma c’è la festa de Noantri, che inizia a partire dal sabato successivo al 16 luglio, giorno dedicato alla Beata Vergine del Carmelo (popolarmente detta Madonna del Carmine).
Secondo la leggenda, in un giorno imprecisato del secolo XVI, alcuni portuali a riposo stavano pescando lungo le rive
del Tevere quando uno di loro agganciò una cassa che conteneva la statua della Madonna.
La portarono nel rione (Trastevere) e decisero di celebrare la miracolosa “pesca” ogni anno.
La festa si apre con una processione che trasferisce la statua dalla chiesa di sant’Agata, dov’è custodita, per le vie del
rione fino a San Crisogono, dove rimane otto giorni per poi essere ricondotta a Sant’Agata.
Anticamente, la processione era chiamata dei bucaletti perchè veniva organizzata dalla compagnia dei vascelari, dei
vasellai, che in quel tempo, oltre a far pentole e tegami con la creta del fiume, plasmavano anche i bucali de coccio,
le brocche usate per serivre il vino nelle osterie.
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO
BIZZARRIE
Le cicale
e la bignonia
cicale vere e “vegetali”
si danno il cambio
DAL
“LUNARIO”
Che cos’è una bignonia se non una cicala vegetale?
Se la si osserva bene nel silenzio, si ode un suono quasi impercettibile,
un canto all’estate.
Questa pianta, di origine tropicale, fiorisce per tutta l’estate con i suoi
numerosi fiori rosso-arancio, simili a minuscole trombette, si arrampica fino a raggiungere gli angoli più assolati.
D’inverno è spoglia e scheletrica, quasi a lamentare la vedovanza dal
sole. A luglio, invece, è una cascata di fiori fiammeggianti che nella
calura sembrano cantare insieme con le cicale un inno di gioia a Elio.
E, come le cicale durano il tempo di un’estate, così i suoi fiori, che si
rinnovano freneticamente sotto il solleone, appassiscono rapidamente
e cadono.
Secondo una leggenda ispirata a un mito platonico, prima della nascita delle Muse le cicale erano degli uomini.
Quando le figlie di Zeus e Mnemosine comparvero sull’Olimpo alcuni
uomini furono così ammaliati dal loro canto che si scordarono di bere
e mangiare, e morirono sfiniti. Da quegli uomini nacque la famiglia
delle cicale alle quali le Muse hanno concesso il privilegio di cantare
senza toccar civo e di salire sino a loro per riferire notizie su chi le onori
sulla terra.
Sempre secondo lo stesso mito, alla morte le cicale si trasformerebbero per incanto nella pianta che più somiglia
loro, la solare bignonia che continua a cantare con la sua musica vegetale, percepibile soltanto dagli uomini capaci
col cuore di cogliere il suo canto in onore del maestro
delle Muse, Apollo-Elio, il cui plettro è il luminoso raggio del sole.
Sicchè la bignonia è diventata una delle piante sacre al
sole e non a caso fiorisce dal solstizio d’estate all’equinozio di autunno; e come la cicala è l’ideogramma della
vita felice nella luce e nella bellezza, ma propizia anche
l’ispirazione di scrittori e artisti.
Come potrebbe essere altrimenti, se nella vita precedente ha potuto, sotto le sembianze di una cicala, salire
fin nel regno delle Muse?
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO
NATURA
I fenicotteri
rosa
Da bianchi pulcini
a trampolieri rosa
NICOLETTA BETTINI
La loro elegante silhouette è stata rappresentata in pitture rupestri
trovate in Spagna, e risalenti a più di 7000 anni fa. Il termine
"rosso" nei geroglifici egiziani era indicato proprio con un
Fenicottero.
I Fenicotteri (dal greco ala di porpora) risalgono ad oltre 50 milioni di anni fa. Li incontriamo nel Mediterraneo, in Turchia, Grecia,
Egitto, nelle Galapagos e nel Mar dei Caraibi. La specie roseus è
presente in Africa, nel Mediterraneo, nel Golfo Persico e in India.
L'alzarsi in volo dei fenicotteri rosa è uno spettacolo unico: sembra
di vedere lo schiudersi di centinaia di fiori viventi. Raggiungono i 2
mt d'altezza, hanno lunghi colli sinuosi, lunghe zampe rosa e 4 dita
palmate. In volo emettono spesso un verso che ricorda quello delle
oche, basso e nasale. Durante i pasti, invece, emettono un sommesso borbottio. Durante il volo tengono tesi i lunghi colli in avanti e le
zampe all'indietro assomigliando a delle lance volanti, formando delle caratteristiche "V" nel cielo. Il decollo avviene dopo una breve corsa sul pelo dell'acqua.
La colorazione rosa viene assunta, in età adulta, per la presenza di carotenoidi contenuti nei piccoli crostacei
(Artemia salina) di cui si cibano. Ma la loro dieta prevede anche molluschi, larve, semi e foglie di piante acquatiche,
alghe, diatomee e perfino batteri. Occasionalmente insetti adulti, granchi e piccoli pesci. In cattività, se l'alimentazione non comprende l'Artemia, i fenicotteri perdono il colore e diventano bianchi.
Filtrano l'acqua col becco grosso e appuntito, di colore rosa con una macchia nera in punta. La lingua, grossa e carnosa, funziona come un pistone che aspira l'acqua, che viene filtrata ed espulsa da piccole lamelle poste lungo i margini del becco.
Gli individui iniziano le parate nuziali solo in presenza di numerosi esemplari della stessa specie. I genitori si alternano alla cova per 1 mese circa ed il pulcino alla nascita è ricoperto da un soffice piumino grigio. Viene alimentato
mediante una secrezione molto nutriente (prodotta nel gozzo dei
genitori) rigurgitata direttamente nel becco dai genitori. Ad una settimana dalla schiusa i pulcini si raggruppano formando gli "asili", nei
quali resteranno fino all'età di 3 mesi circa. A 4 mesi sono già in grado
di volare e di migrare, insieme ai genitori, al termine dell'estate.
La minaccia più grave per i fenicotteri è la distruzione del loro habitat: una strategia internazionale per la loro conservazione si basa sull'inanellamento con applicazione di anelli di plastica colorati. Su
ognuno sono impressi delle lettere e numeri leggibili a distanza. In
tutto il Mediterraneo è stato così possibile identificare gli uccelli marcati e si è scoperto che esistono "rotte" preferenziali.
Un'altra minaccia proviene dalla loro cattura per gli zoo, per le collezioni private e per le loro uova.
Sarebbe un vero peccato non poter vedere più questi uccelli affascinanti che hanno ali simili ai petali di un fiore che si schiude nell'azzurro del cielo….
ARTEMIA SALINA
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO
NATURA
Stessa spiaggia..
stesso suolo?
passeggiando sulla spiaggia
ci si accorge che...
NICOLETTA BETTINI
…sono differenti l'una dall'altra!
Spesso può essere piacevole, talvolta si può provare un certo fastidio se ci troviamo sotto i piedi dei sassolini…. Ma da dove provengono e perché sono di
diverso colore?
Attraverso i libri o l'esperienza diretta ho potuto osservare che la genesi delle
spiagge è legata al paesaggio che le circonda.
Ad esempio la sabbia di Vietri sul Mare (SA) ha un colore grigio quasi
scuro, poichè proviene dall'erosione delle montagne di Salerno che sono calcaree. Il colore grigio è dato dall'insieme dei granelli bianchi opachi o trasparenti mescolati a quelli neri e colorati.
La sabbia di Stromboli, invece, è formata da granelli neri provenienti dai
frammenti di lava, e da quelli colorati provenienti dai diversi minerali contenuti nella lava del vulcano.
Quella di Torre del Greco (NA) è grigio scura e proviene dalle eruzioni del
Vesuvio.
Quella di Riccione è rossastra e arancione poiché i granelli contengono alcuni minerali contenenti ferro.
Le spiagge di Tropea sono bianche, di origine granitica ed i granuli sono formati prevalentemente da quarzo.
Merita una certa attenzione la Spiaggia Rosa di Budelli, in Sardegna.
E' formata da bioclasti derivanti dalla frammentazione dello scheletro di briozoi (Miriapora truncata) e da foraminiferi quali la foraminiferi quali la
Miniacina miniacea.
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO NATURA
Quest'ultima è un organismo unicellulare che costruisce un
nicchio calcareo di 2-3 mm, un'eccezione per la specie cui
appartiene, dato che per osservare i foraminiferi generalmente si usa un microscopio!
Vive sulla Posidonia e, quando muore, cade nel detrito e
viene trasportata dalle correnti fino a riva. E' proprio lei a
dare la caratteristica sfumatura rosa alla spiaggia. Ma la presenza di bioclasti è dovuta anche alla morfologia dei fondali
e della costa. Oggi la spiaggia appare meno rosa perché la
Posidonia sta scomparendo e con essa anche la Miniacina.
Per evitare i continui saccheggi di sabbia rosa, la spiaggia è
sottoposta a tutela integrale chiudendola alla balneazione, al
transito e all'ancoraggio delle imbarcazioni.
Due geositi unici in Italia sono le spiagge bianchissime di Is
Aruttas e Mari Ermi, formate da granuli candidi di antico
MINIACINA MINIACEA
quarzo arrotondato da milioni di anni di erosione, in prevalenza operata dal mare. Questi hanno origine dal granito che
forma l'isola di Mal di Ventre. Per spiegare meglio la genesi di queste spiagge posso riportare un esempio molto semplice. Osservando un granito, si nota che questo è composto soprattutto da tre minerali: il quarzo di colore chiaro, il
feldspato che è bianco, grigio o rosa e la mica di colore nero. Quando il granito viene eroso e si sfalda, il minerale più
fragile che si distacca per primo è la mica; il secondo è il feldspato, che subisce anche un attacco chimico; infine il
quarzo, il più duro.
Molto particolari sono le spiagge bianche di Lipari, chiamate così per il colore del fondale marino, ricco di sedimenti di pomice depositatisi col tempo in mare.
Ma le spiagge "colorate" non si trovano solo in Italia! Ad esempio le sette isole che formano l'arcipelago delle
Bermuda hanno sabbia rosa, così come tante isole tropicali che spaziano dal rosa al bianco.
Spero che sarete voi, con le vostre vacanze estive, ad indicarci nuove spiagge "colorate", vero fascino della natura…..Descriveteci le vostre emozioni al ritorno dalle vacanze!
SPIAGGIA DI
MARI ERMI
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO
BIZZARRIE
AMA...
ama Amadeus
musica e riciclaggio:
la strana coppia che crea capolavori
ALESSIA VESPA
Questo anno ho avuto il piacere di partecipare, con la mia classe, all'iniziativa AMA ama … Amadeus, promossa
dall'AMA in collaborazione con il settore Educational dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e CDM Onlus.
Progetto che rientra nell'ambito delle proposte "AMA la scuola 2006-2007" che hanno come fine quello di sensibilizzare gli studenti sul concetto di rifiuto inteso come risorsa preziosa da valorizzare.
Se consultiamo un qualsiasi dizionario la definizione data al termine rifiuto è la seguente: "ciò che si getta perché
non serve più". Questa affermazione può essere condivisa, ma solo in parte.
Si deve cambiare l'ottica di percepire i nostri rifiuti, è vero che si tratta di materiali che per il momento hanno terminato di svolgere la funzione per la quale erano stati ideati, ma possono essere considerati l'inizio di una nuova storia che sta a tutti noi scrivere.
Possiamo dare una nuova vita ai nostri rifiuti.
Quando buttiamo una qualsiasi cosa pensiamo, prima di tutto, se possiamo in qualche modo riutilizzarla. Ad esempio una scatola di latta può servire come contenitore per conservare le nostre lettere (sempre che qualcuno ancora
le scriva!) oppure per riporre i bottoni o i fili per cucire ecc.
Quando il riutilizzo non è possibile allora poniamo attenzione a non buttare i rifiuti in un unico cassonetto, ma effettuiamo la raccolta differenziata in modo da gettare, ad esempio, la carta separata dall'alluminio, dalla plastica e dal
vetro. Questo per quanto riguarda i rifiuti prodotti quotidianamente, riciclabili e di facile smaltimento. Ma quando
ci si rompe il frigorifero o il televisore? Non sono molto vecchia…ma i tempi sono cambiati molto velocemente e mi
ricordo che un'idea simpatica che mi aveva particolarmente colpito, anni or sono, era quella aver visto trasformare
un vecchio televisore rotto, logicamente apportando qualche piccola modifica, in un acquario, ma ora con monitor
LCD o al plasma risulterebbe più difficile!E allora che farne? Semplice, esistono delle isole ecologiche e dei centri di
raccolta deputati allo smaltimento di rifiuti ingombranti e talvolta dannosi come le batterie o i farmaci scaduti.
Spesso non si sa bene la loro localizzazione o i loro orari di apertura è per questo che, nella serie di incontri e laboratori effettuati nell'ambito di succitata iniziativa, operatori dell'Ama ci hanno tra l'altro portati a visitare una di queste isole ecologiche e mostrato il suo funzionamento. Contemporaneamente all'interno dell'isola ecologica è stata
allestita una piccola mostra di strumenti musicali ideati con materiali cosiddetti di "rifiuto" ad opera del liutaio
Franco Giraud ed ecco che le reti dei letti sono diventate strumenti per percussionisti, così come le scatole di latta o
i coperchi delle pentole ecc.
Con un po' d'inventiva anche voi potete inventare strumenti immaginari con cui far divertire figli e nipoti.
I restanti laboratori sono stati dedicati principalmente ad insegnare agli studenti ad utilizzare lattine, fogli di giornale, bottiglie di plastica come strumenti musicali per accompagnare i musicisti di Santa Cecilia in un concerto finale svoltosi il 29 maggio scorso presso il Parco della Musica a Roma.
Durante questa occasione un'orchestra di giovani studenti, circa 500,
diventati per caso musicisti e suonando strumenti piuttosto bizzarri, ma
sicuramente eco-compatibili, si sono esibiti sia in melodie di musica classica che in un brano rap dedicato al riciclaggio.
Questo connubio tra musica e riciclaggio ha avuto quindi come obiettivo
quello di seminare nei giovani alunni la consapevolezza dell'importanza
dei nostri rifiuti e per porre le prime basi verso un cambiamento.
Solo il tempo ci potrà dire se iniziative del genere, insieme al lavoro congiunto d'insegnanti, educatori e famiglie sortirà l'effetto sperato!
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO
ARTE
Sei una bestia,
Viskovitz!
cosa si prova
nei panni di...
GISELLA PACCOI
Io, Viskovitz, ero un microbo.
"Non sono le misure che contano, Viskovitz", sentivo dire.
"L'importante è essere se stessi".
Come se fosse facile.
Non avevo fatto in tempo ad affezionarmi al mio nome che già
ero diventato due microbi, VISKO e VITZ.
Figuratevi quando ne diventai quattro: VI, SKO, VI e TZ.
Ero a pezzi.
Viskovitz è la voce narrante, il protagonista di tutti i racconti contenuti
in questo libro.
Ora è una mantide, ora uno scarabeo, ora una chiocciola.... e così via,
salendo e scendendo lungo la scala evolutiva.
Viskovitz è la forza comica, ironica, cinica, spassosa che dà voce a tutte
le forme di vita e permette loro di raccontare certi aspetti - scientificamente validissimi! - della loro biologia e della loro organizzazione sociale in modo assolutamente esilarante.
Come questo capitolo, intitolato "Ma non ci pensi mai al sesso, Viskovitz?":
"Il sesso? Non sapevo neanche di averne uno. Figuratevi quando mi dissero che ne avevo due.
"Noi lumache, Visko", mi spiegarono i miei vecchi, "siamo ermafroditi insufficienti...."
"Che schifo!", strillai. "Anche noi di famiglia?"
"Certamente", rispose babbomamma.
"Sarebbe ora che tu cominciassi a guardarti intorno per un buon partito", ammonì mammababbo.
Noi lumache abbiamo un detto: "ama il prossimo tuo, che chi è lontano resterà tale".
E se non basta questo per convincervi a leggere questo libro....
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LUGLIO
SCIENZA IN BIANCO E NERO
In
campagna
C’è stato un momento in cui
la scienza ai ragazzi si raccontava così...
DA: ENCICLOPEDIA
“IL TESORO”, 1939
Tutti i ragazzi amano la campagna, la vita libera, all’aperto; non c’è niente di meglio, per loro, di una bella passeggiata tra i campi.
Purtroppo, la cosa è difficile per quelli che àbitano nelle grandi città, dove le case si seguono alle case, dove le vie
sono piene di veicoli di ogni sorta e i marciapiedi sono affollati di gente che ha fretta. Tuttavia, anche i “poveri” ragazzi di città possono procurarsi il piacere di una bella passeggiata in campagna. C’è sempre un tram che porta alla periferìa, o una buona bicicletta che permette di abbandonare le mura cittadine per andare verso la vita sana e libera dei
campi. Se tutti i ragazzi che àbitano nelle città avessero la buona abitudine di andare, almeno una volta alla settimana, fuori di città, tra i prati verdeggianti, verso qualche boschetto rigoglioso, la loro salute ne guadagnerebbe assai.
Avventuriamoci, in una bella giornata di primavera, fuori di città.
Lasciamo sùbito da parte le larghe strade, percorse dai carri e dalle automobili; e inoltriamoci invece per qualche
sentiero secondario, dove non si vede anima viva.
Procediamo tra due siepi verdeggianti, interrotte ogni tant da alberi ombrosi.
Al di là di una siepe, corre un ruscello argentino, sulle cui rive occhieggiano ranuncoli d’oro e “non ti scordar di me”.
- Ebbene? E ti par gran che, tutta questa roba?
- Certo, non è un gran che se tu passi via così, con aria annoiata o indifferente; ma fèrmati un momento, e osserva
attentamente intorno a te. A poco a poco, la natura che ti circonda ti appare animata da mille piccole vite diverse.
E’ lo scarabeo che fa la sua prima apparizione; mentre la coccinella volteggia intorno e si ferma su una foglia. La rondine - deve essere appena arrivata dai paesi d’oltremare - pare sfiori la prateria stridendo acutamente, mentre insegue le tipule che sèminano uova danzando... Ai tuoi piedi, una lunga carovana di formiche si arrabatta a portare grandi pesi; mentre altrove, più
avanti, si azzuffano tra loro. Un moscerino ti balla dinanzi agli occhi e,
ahimè, una vespa ronza minacciosamente perchè hai disturbato il suo lavoro. Niente paura, non curarti di lei, e non ti farà niente di male.
Sulle rive del ruscello passeggia una chiocciolina, e nelle acque limpide, tra
i sassolini c’è un gamberetto che cammina con sussiego all’indietro.
Alzi un sasso: sotto ci soo dei vermiciattol, sui quali ributti subito il sasso...
E più osservi, e più stai attento, e più vedrai animaletti di ogni forma e misura e colore; e osservando ancora meglio, vedrai che sono tutti occupatissimi,
che lavorano tutti senza star un momento in ozio.
A poco a poco, ti interesserai ad essi, alla loro vita; imparerai a conoscerli, a
distinguerli per nome; certi ne raccoglierai, per fare una bella collezione. Ed
ecco che le passeggiate in campagna diventeranno attraentissime.
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LUGLIO
SCIENZA IL CIELO STELLATO
l’inserto di astronomia:
FirmaMento
Il cielo stellato
in luglio
FRANCESCO DONATI
Questo mese facciamo la conoscenza con un'altra tipologia di stelle molto comuni della nostra galassia, le stelle
variabili.
variabili
Come dice il nome stesso le stelle variabili sono quelle stelle la cui luminosità non è costante bensì variabile in un
periodo che va da poche ore fino a molti anni.
Generalmente la variabilità di splendore che può avere una stella è una conseguenza diretta della sua instabilità.
L'instabilità produce variazioni nella pulsazione di una stella e da qui la variazione di luminosità.
La nomenclatura delle stelle variabili è abbastanza caratteristica. Qualora una stella non possieda già un nome
secondo la nomenclatura classica introdotta dal Bayer (ossia lettera greca seguita dal genitivo del nome della costellazione cui appartiene), si usa indicare la variabile con una lettera latina partendo dalla R (es. R Leonis) e arrivando
fino alla Z con un ordine progressivo che segue l'ordine della scoperta della stella. Si procede poi utilizzando due lettere sempre partendo da R e cioè RR, RS, RT…..fino ad RZ e poi SS, ST…..SZ fino a ZZ. Da qui in poi si ricomincia
da AA, AB, AC…..AZ e di conseguenza BB, BC, BD……e così via fino a QZ. Il tutto per un totale di 334 combinazioni.
Qualora queste combinazioni non dovessero essere sufficienti si usa indicare una stella variabile con la lettera V
seguita progressivamente da un numero (es. V1500 Cygni).
Esistono diverse classi di stelle variabili suddivise poi ulteriormente in varie sottoclassi. Vedremo soltanto le più
importanti di queste.
Classe delle Stelle Variabili Pulsanti
La principale sottoclasse è costituita dalle stelle Cefeidi di lungo periodo. La denominazione deriva dalla stella
che costituisce il prototipo di tutta la sottoclasse, Delta Cephei. Si tratta di stelle enormi dette supergiganti, di temperatura generalmente compresa tra 8000K e 5000K e il cui periodo di variabilità è tra 1 e 50 giorni. La loro magnitudine varia tra 0,5m e 1,7m e generalmente (ma non sempre) il tempo impiegato per passare dal minimo di luminosità al massimo è inferiore rispetto al tempo impiegato per passare dal massimo al minimo.
Quando queste stelle raggiungono il massimo di luminosità la loro temperatura può aumentare anche di 1000K
(gradi Kelvin) e di conseguenza può variare anche il colore della stella diventando circa bianco quando la stella è al
massimo e arancione o giallo quando la stella è al suo minimo.
Anche le dimensioni della stella variano: il raggio può variare anche di un 20%. Quando la stella si trova nella fase
discendente della sua luminosità raggiunge le sue dimensioni maggiori, quando invece sta aumentando di splendore le sue dimensioni diminuiscono.
Una seconda sottoclasse molto importante sono le variabili del tipo RR Lyrae. In questo caso il periodo è inferiore a 1 giorno. Si tratta di stelle che sono state scoperte essenzialmente all'interno degli ammassi globulari.
Possiedono una magnitudine assoluta inferiore a quella delle cefeidi, il loro periodo di variabilità e la loro luminosità variano essenzialmente in maniera lineare. Il periodo però può subire delle variazioni. Proprio RR Lyrae ne è un
esempio classico: in questa stella esistono tre periodi,uno di circa 120 giorni, uno di circa 40 giorni e uno brevissimo di circa 12 ore.
Stelle variabili di periodo ancora più breve sono le stelle del tipo Beta Canis maioris. Sono stelle abbastanza
rare nella nostra galassia con periodo compreso tra 2 e 6 ore.
Stelle del tipo Mira. Questa sottoclasse prende il nome dalla stella Omicron detta Mira ("la meravigliosa") nella
costellazione della Balena. La maggior parte delle stelle variabili appartengono a questo gruppo. Il periodo di variazione è molto ampio e va da 100 a circa 1000 giorni. La loro magnitudine può variare da 2,5m fino a 10m. Pensate
che Mira al massimo di luminosità possiede magnitudine circa 3 mentre al minimo è invisibile ad occhio nudo (!!).
Non è un caso quindi che Omicron Ceti sia stata la prima stella variabile scoperta (già nel 1596 da parte dell'astronomo D.Fabricius).
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LUGLIO
SCIENZA IL CIELO STELLATO
Stelle variabili semiregolari. A questa sottoclasse appartengono stelle molto grandi di solito giganti e supergiganti. Il periodo di variabilità non è più regolare. Esistono tante stelle che appartengono a questo gruppo, tra esse
ricordiamo Antares (Alfa Scorpii) e Betelgeuse (Alfa Orionis).
Stelle variabili irregolari. A questo gruppo appartengono tante stelle supergiganti e giganti il cui periodo di
variabilità è completamente irregolare. L'ampiezza di variabilità non è eccessivamente alta e generalmente contenuta entro le due magnitudini.
Classe delle Stelle Binarie ad Eclisse
Quando due stelle si trovano in orbita tra loro, se l'inclinazione del piano orbitale coincide con la direzione di un
osservatore posto sulla superficie terrestre, accade che le due componenti si eclissano reciprocamente producendo
quindi una variazione di luminosità percepita dall'osservatore terrestre. Si tratta quindi di una tipologia molto particolare, in realtà non si tratta di stelle variabili vere e proprie perché la variazione di luminosità è indiretta e dovuta a fenomeni di eclissi reciproche. La condizione necessaria è che si tratti quindi di sistemi doppi di stelle.
Esistono molti tipi di Binarie ad eclisse.
Stelle del tipo Algol. Algol (Beta Persei) è un sistema doppio le cui componenti si trovano in un orbita molto stretta il cui periodo è compreso in un intervallo abbastanza ampio ma generalmente tra due e tre giorni. La luminosità
di Algol ("il demonio") varia in questo periodo tra 2,2m e 3,5m.
Stelle del tipo Beta Lyrae. In questo caso le due componenti possono essere di dimensioni differenti. In ogni caso
il periodo di variabilità è superiore ad un giorno.
Stelle del tipo W Ursae Maioris. Le componenti sono di forma ellissoide e hanno le stesse dimensioni. Il periodo è inferiore ad un giorno.
Classe delle Stelle Variabili Eruttive
Sono le stelle che presentano improvvisi ed enormi cambiamenti di splendore. Appartengono a questa classe le Nove
e le Supernove.
Le Nove (stelle nuove), conosciute sin dall'antichità, si pensa siano delle doppie molto strette in cui una delle due
componenti è una stella nana. I gas emessi dalla stella compagna ricadono sulla nana e qui si incendiano generando una esplosione. L'aumento di luminosità che ne deriva è molto alto anche fino ad un migliaio di volte. Nella formazione di una stella nova non avviene una vera e propria distruzione di una stella, di conseguenza alcune nove sono
"esplose" più di una volta entrando a far parte di quel gruppo di stelle detto novae ricorrenti. Inoltre spesso le
nove sono scoperte da astronomi dilettanti per cui…..occhi al cielo e datevi da fare anche voi!!
Al contrario delle nove, le Supernove rappresentano la fine di stelle di grande massa. Quando una stella di questo
tipo muore essa scaglia nello spazio tutta la materia di cui era costituita. L'incremento di luminosità che si ottiene è
temporaneo ma lo splendore può arrivare ad essere quanto lo splendore di milioni di stelle normali. L'ampiezza di
magnitudine può raggiungere anche un fattore venti. Spesso quindi si osservano supernove anche se esse si formano galassie esterne alla Via Lattea.
Nel punto in cui è esplosa una supernova rimane un residuo stellare in forma di nebulosa, e proprio le nebulose che
possiamo osservare in molte costellazioni della nostra galassia sono il residuo di supernove esplose migliaia e
migliaia di anni fa.
Osservazioni: il Triangolo Estivo
Nel cielo estivo, alzando gli occhi quasi in corrispondenza dello zenit (il punto sopra la vostra verticale), noterete senz'altro tre stelle più luminose delle altre che formano tra loro un evidente triangolo. Questo asterismo è molto conosciuto e domina il cielo d'estate (così come il suo fratello gemello, il triangolo invernale, domina i cieli dei mesi freddi).
Il triangolo estivo è costituito da tre stelle Alfa di tre costellazioni differenti: Vega (Alfa Lyrae), Deneb (Alfa Cygni) e
Altair (Alfa Aquilae). Il lato minore è costituito dalla congiungente Deneb-Vega e misura 24 gradi di cielo; il lato
intermedio è dato dalla congiungente Vega-Altair e misura 31 gradi, il lato maggiore del triangolo è la congiungente
Deneb-Altair e misura circa 36 gradi.
Facciamo la conoscenza di queste tre stelle molto brillanti.
Vega, nella costellazione della Lira, è la più brillante delle stelle del triangolo estivo ma anche una delle stelle più
belle e brillanti del cielo boreale (magnitudine 0,1). La sua brillantezza è dovuta sia alla sua vicinanza alla Terra
("solamente" 26 anni luce) ma anche dovuta al fatto che è una stella molto calda: la sua temperatura superficiale è
di circa 12000K da qui il suo bellissimo colore bianco-azzurro. Il nome Vega viene dall'arabo e significa "L'aquila in
picchiata" ma viene spesso anche indicata con l'appellativo di "pietra preziosa". Il suo diametro è circa quattro volte
più grande di quello del nostro sole con luminosità 50 volte superiore.
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LUGLIO
SCIENZA IL CIELO STELLATO
Altair, nella costellazione dell'Aquila, di magnitudine 0,9. Il nome significa "aquila volante". È delle tre la stella più
vicina alla Terra essendo distante 16 anni luce ed è una delle stelle più vicine alla Terra in assoluto. Possiede temperatura superficiale di circa 9000K (il colore è bianco) e luminosità circa 10 volte quella del sole.
Deneb, nella costellazione del Cigno, è la meno luminosa delle tre (magnitudine 1,3) ma solamente a causa della sua
enorme distanza dalla Terra, ben 1600 anni luce. È una stella supergigante bianco-azzurra con luminosità ben 75000
volte (!) quella del sole. Per darvi un'idea delle imponenti dimensioni di questa stella pensate solamente che se osservassimo il Sole alla distanza di Deneb esso ci apparirebbe come una flebile stellina di magnitudine appena 13. Il
nome arabo Deneb significa "la coda dell'oca" ed è dovuto alla posizione della stella nella costellazione di cui fa parte.
Il Cigno ha una forma particolare che ricorda proprio il momento in cui questo animale spiega le ali per il volo. Più
generalmente la forma della costellazione è quella di una croce e per questo viene detta anche "la croce del nord".
Il Cigno è una costellazione immersa nella Via Lattea quindi scansionatela con il vostro binocolo con molta cura e
per tutta la sua estensione: troverete tantissimi campi stellari da osservare e sono sicuro rimarrete a bocca aperta.
Se avete l'abitudine di tenere un diario delle vostre osservazioni disegnate le configurazioni stellari che vi hanno
incuriosito di più, troverete molto piacevole ricercarle ed osservarle dopo qualche tempo.
IL TRIANGOLO ESTIVO, FORMATO DALLE CONGIUNGENTI LE TRE STELLE DENEB (ALFA CYGNI), VEGA (ALFA
LYRAE) E ALTAIR (ALFA AQUILAE). LA MAPPA È STATA OTTENUTA CON IL SOFTWARE SKYMAP
All'interno del triangolo estivo ci sono tantissimi oggetti celesti da osservare e in questo numero sarebbe impossibile descriverli tutti. Tuttavia vorrei attirare la vostra attenzione su almeno due di questi.
Sempre nella costellazione del Cigno puntate i vostri strumenti sulla stella che rappresenta la testa dell'animale.
Questa stella si chiama Albireo (Beta Cygni), "il becco" ed è una delle stelle doppie più belle di tutto il cielo. Le due
componenti sono una stella gigante di colore giallo e di magnitudine circa 3 e una stella di colore verde-azzurro di
magnitudine 5. Il sistema si trova a 380 anni luce dalla Terra. Le due componenti sono separate tra loro di circa 33"
d'arco e sono separabili anche con un buon binocolo. Andate quindi ad ammirarla perché è una stella impedibile. Il
contrasto di colori delle due componenti vi rimarrà molto impresso nella mente.
Il triangolo estivo come abbiamo detto occupa una porzione di cielo molto vasta. Al suo interno si trova una costellazione non molto conosciuta, la Volpetta, essa è localizzabile a sud del Cigno.
È una costellazione poco osservata perché non contiene al suo interno stelle molto brillanti, ma c’è un oggetto che
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LUGLIO
SCIENZA IL CIELO STELLATO
vale proprio la pena di osservare soprattutto con il binocolo.
Si tratta di un ammasso di stelle che possiede una forma curiosa e caratteristica, quella di un appendiabiti ed infatti l'ammasso è conosciuto proprio con il nome di "gruccia per abiti". Se vi capita di sfogliare qualche atlante stellare lo troverete più facilmente con il nome di catalogo di Collinder 399.
Nel complesso l'ammasso è composto da una trentina di stelle di cui solo le sette stelle principali (tutte di magnitudine compresa tra 6 e 7) formano la figura della gruccia. L'estensione dell'ammasso di circa un grado di cielo fa si
che esso sia meglio osservabile a bassi ingrandimenti e con obiettivi a grande campo e il binocolo è uno degli strumenti ideali per questo genere di osservazioni.
QUESTA MAPPA MOSTRA L'AMMASSO STELLARE COLLINDER 399 ("GRUCCIA PER ABITI") INDICATO DAL CIRCOLO ROSSO.
L'AMMASSO È FACILMENTE RINTRACCIABILE AL BINOCOLO PIÙ O MENO A METÀ STRADA SULLA CONGIUNGENTE DELLE STELLE ALTAIR (ALFA AQUILAE) E ALBIREO (BETA CYGNI) LEGGERMENTE SPOSTATO IN ALTO A DESTRA RISPETTO ALLA COSTELLAZIONE DELLA FRECCIA (SAGITTA).
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO
ARTE
Il ruggito
del leone bianco
Per Greenpeace
si sono espressi molti artisti
FABRIZIO FULCO
Era il mese di luglio del 1985 quando The Rainbow Warrior, la
mitica imbarcazione di Greenpeace, veniva affondata mentre
faceva rotta per Mururoa, atollo famoso per gli esperimenti
nucleari condotti dal governo francese.
Fu proprio il governo francese tra i maggiori indiziati di tale,
gravissimo, atto che costò la vita ad un fotografo di Greenpeace,
Fernando Pereira. In seguito alle indagini degli inquirenti l'allora ministro della difesa rassegnò le dimissioni, mentre furono
accusati 2 agenti dei servizi segreti francesi………
Tra gli artisti che vollero esprimersi sull'evento ricordo con piacere i White Lion, band pop/metal tra le mie preferite, che si
distinse in quegli anni per il loro sound fatto di melodie rock da
classifica impreziosite dall'ottimo lavoro chitarristico di Vito
Bratta, un chitarrista che ancora oggi fa scuola col suo stile che sa unire melodia e tecnica come pochi.
Certo per un gruppo che suonava quel genere, che all'epoca era considerato commerciale (!!!), non era facile essere
presi sul serio, accusati di sfornare canzoncine da classifica senza contenuto. Ma i leoni bianchi si sono sempre
distinti con brani dai testi profondi, specie nel loro album forse più maturo: "Big Game" del 1989, dove troviamo
"Goin' Home Tonight" che descrive il ritorno a casa di un uomo dopo aver scontato la sua pena in prigione, "Broken
Home" che narra di liti e violenze in famiglia vissute da un bambino, "Cry For Freedom" che denuncia la follia della
guerra e ci esorta a lottare sì, ma per un mondo di pace e libertà. Ma il brano che più mi colpì di quel disco fu "Little
Fighter", che 4 anni dopo, riprendeva proprio il tema dell'affondamento del Rainbow Warrior.
Little Fighter fu anche il singolo con tanto di video su MTV (e per quelli che la ricordano la mitica Videomusic !) a
testimonianza di quanto la band di New York ci tenesse a certe tematiche (anche sul disco è specificato con una dedica il riferimento all'imbarcazione di Greenpeace).
Ora di quella formazione nei White Lion è rimasto
solo il cantante Mike Tramp che recentemente ha
riformato il gruppo dopo una parentesi come solista, ma sono sicuro che lo spirito e gli ideali sono
rimasti gli stessi.
Se ora che sono adulto ho una coscienza ecologica lo
devo anche a loro che mi hanno aiutato a pensare a
certe cose quando ero adolescente, e spero che
anche i ragazzi di adesso, i nuovi fans dei White
Lion e non solo, recepiscano il messaggio di una
canzone come Little Fighter e che ciò che è avvenuto in quel lontano mese di luglio del 1985 non venga
mai dimenticato, come mai venga dimenticato The
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO ARTE
Rainbow Warrior……rise again little fighter !
A seguire la traduzione del testo: little fighter - piccolo guerriero
"stai
stai piangendo stanotte?/stai bene?/lo dirò a tutto il mondo che puoi contare solo sulla tua fortuna/eri
uno di quelli che non mollano mai/anche se hanno messo una taglia sulla tua testa/nessuno ha mai
ascoltato le storie che racconti o visto le cicatrici che porti?/nessuno ha mai parlato quando sei affon dato?/c'è qualcuno a cui importa veramente?/alzati ancora piccolo guerriero/e lascia che il mondo
capisca/splendi ancora piccolo guerriero/e non lasciare che ti fermino/eri uno con un ideale ed uno
scopo/ti battevi per la pace su questa terra/e non avevi mai paura/hai messo la tua vita in gioco/ed
eri sempre tutto solo in mezzo al mare/senza un'arma tra le mani sei venuto a combattere una
guerra/loro ti hanno ucciso ma non sanno che non morirai mai/
alzati ancora piccolo guerriero/e lascia che il mondo capisca/splendi ancora piccolo guerriero/e non
lasciare che ti fermino/stai bene?/perché a me importa veramente……"
veramente……
Tutta la storia del Rainbow Warrior la trovate sul sito di Greenpeace:
http://www.greenpeace.it/rainbow
mentre se volete approfondire la vostra cultura musicale vi segnalo il sito dei White Lion:
www.whitelion2.com
(oppure www.angelfire.com/me/xplorer/wlion.html)
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO NATURA
I cantori
del sole e della luna
cicale e grilli contribuiscono a creare
la sinfonia dell’estate
GISELLA PACCOI
Molti insetti, sociali e non, usano come mezzo di comunicazione dei segnali, tattili, chimici, visivi e acustici.
Tra quelli che usano i segnali visivi, lo abbiamo visto nello scorso numero, i più famosi sono le lucciole; tra coloro
che invece si servono dei suoni non si possono non citare le cicale e i grilli (ma non sono i soli... anche le locuste possono vantare un repertorio sonoro di tutto rispetto!).
I grilli si servono del margine frontale delle ali anteriori come di un raschietto, sfregandolo contro una “raspa” formata da una vena, sull’ala anteriore opposta.
Ogni specie di grilli produce numerosi canti, che differiscono da quelli di altre specie, e che vengono usati per la
comunicazione sessuale e per l’aggressione.
Il frinire delle cicale, invece, che serve ad aggregare gli individui, è prodotto da vibrazioni di particolari membrane
chitinose addominali, dette timballi, che vengono agitate da particolari muscoli; il suono ottenuto viene amplificato
da sacche d’aria. La vibrazione prodotta, infatti, è molto potente e si sente fino ad un chilometro di distanza.
Tuttavia, pur essendo vicini ad una cicala, è difficile capire (senza vederlo con gli occhi) da dove proviene il suono.
E’ un importante accorgimento che la cicala adotta per evitare di indicare troppo chiaramente ai predatori il luogo
in cui si trova.
La vita della cicala, che, tradizione vuole, canta senza toccare nè cibo nè acqua sino alla morte, era vista da Platone
come l’equivalente della vita del filosofo, il quale - non curandosi del corpo - si occupa incessantemente della conoscenza delle cose divine.
Non altrettanto positivamente la considerava Fedro, al quale ispirò
questa favola:
“C’era una volta una povera civetta che, abituata a procurarsi il cibo di
notte e ad appisolarsi al sorgere del sole, non riusciva a riposare a
causa dello schiamazzo della cicala.
La pregò di tacere, ma quella si mise a strillare più forte. Pregata una
seconda volta, la cicala si impegnò ancora di più nel suo frinire assordante. La civetta, dopo aver riflettuto a lungo, trovò la soluzione. “Sai”,
le disse, “il tuo canto, soave come la lira di Apollo, è così ammaliante
che non riesco a chiudere occhio dal piacere. Sicchè ti propongo di
gustare insieme un nettare divino che Pallade mi ha donato poco fa.
Vieni, se ti fa piacere. Ne berremo tu e io”. La cicala era assetata a causa
del solleone, e poi, che piacere ricevere tante lodi! Volò nella tana della
civetta, che si precipitò su di lei, uccidendola.”
Fedro conclude commentando: “ciò che non fece da viva... fece da
morta.”
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO NATURA
Se la cicala ha suscitato tanti miti, simboli, favole, simpatie
e antipatie, il grillo ha lasciato stranamente indifferenti gli
scrittori ed i mitografi occidentali antichi.
Appare soltanto su alcune monete dei Messeni dove è un
simbolo religioso.
Eppure il suo suono, molto più dolce rispetto a quello della
cicala, risuonando di notte, al chiarore della luna, sembra
invitare a tranquille contemplazioni, favorendo la quiete!
Nonostante questo “silenzio letterario”, comunque, in
Occidente il grillo è da sempre considerato portatore di felicità: nel linguaggio popolare è detto anche “cavallo delle
fate”, ed in Francia viene chiamato “il cavallo del buon Dio”.
Una volta si soleva ricordare che quando il suo canto risuonava nel focolare era beneaugurante per la casa, perchè la difendeva dalle fatture.
In Cina, poi, il grillo - che depone le uova sottoterra, dove vive in forma di larva per uscirne come insetto - rimanda
al triplice simbolo della vita, della morte e della metamorfosi in un’altra dimensione cosmica; e la sua presenza nel
focolare è considerata come una promessa di felicità.
Una canzone popolare toscana, tragicomica, narra del fidanzamento tra il grillo e la formica:
Grillo, mio grillo,
se tu vuoi moglie, dillo;
se tu n’la vuoi,
abbada a’ fatti tuoi.
Povero grillo, ‘n un campo di lino,
la formicuccia gne ne chiese un filo.
D’un filo solo, cosa ne vuoi fare?
Grembi e camicie; mi vuo’ maritare.
Disse lo grillo: “Ti piglierò io”
La formicuccia: “Son contenta anch’io”.
Uno studio recente dice che...
La formicuccia andò alla festa a il porto,
ebbe la nova che il suo grillo era morto.
La formicuccia, quando seppe la nova,
la cascò in terra, stette svenuta un’ora.
La formicuccia si buttò su il letto,
con le calcagna si batteva il petto.
I canti dei grilli sono fortemente stereotipati, ossia si
ripetono uguali in modulazione, intensità e durata per
uguale comunicazione, tanto da essere definiti “canzoni”.
Gli scostamenti da questi modelli erano rimasti piuttosto
oscuri, ma ora si è compreso che sono dovuti innanzitutto a variazioni nella forma delle membrane alari o delle
loro venature.
Forse, i grilli sono stati erroneamente raggruppati, considerati “un gruppo omogeneo e ben noto”.
Questi insetti, infatti, hanno la forte esigenza di adattarsi ai diversi ambienti nei quali vivono, per raggiungere
l’equilibrio tra la manifestazione canora per l’accoppiamento ed il silenzio - che rende molto meno localizzabili
dai predatori.
Canzoni diverse sono probabilmente create da ambienti
diversi.
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO
ARTE
LA NATURA NELL’ARTE
LA FOTO DEL MESE
Gli Achei
e la porta dei Leoni
Scorci di campagna..
in piena città
Un popolo guerriero
che apprese ad essere raffinato
Una passeggiata in un’area protetta
può sorprendere con tenerissimi incontri
Verso il 1400 a.C. in seguito alle invasioni dei popoli
costieri della penisola ellenica, la potenza cretese declina e si afferma la supremazia di Micene, che governerà
sul territorio del Peloponneso fino al 1100 a.C., (per la
pressione e la superiorità militare dei dori gli Achei
furono costretti ad abbandonare le loro sedi concentrate nell'Argolide, una regione montuosa del
Peloponneso, per l'Asia minore), spostando sulla terraferma il centro della cultura dell'Egeo. A contatto con le
popolazioni indigene, gli Achei, bene organizzati e bellicosi, fecero presto ad assorbire la più raffinata cultura.
Roma è una città strana.
A poca, pochissima distanza dal centro (qualche chilometro, d’accordo, ma cosa sono per una città che ha un
diametro di circa 25 km?) può capitare di fare un salto
nel passato, dritti dritti nella famosa “campagna romana” che veniva così magistralmente dipinta da pittori e
acquarellisti dell’Ottocento, arrivati di corsa da ogni
dove - specialmente dall’Inghilterra - per immortalare
ruderi, prati sconfinati e greggi di pecore.
Delle Mura di Micene, famosa è la “porta dei Leoni”,
sulla cui architrave si trovava una lastra con ai lati due
leoni separati da una colonna.
Sul finire del XV secolo si afferma lo stile efireo, da
Efira, la moderna Korakou presso Corinto: si tratta di
coppe con una decorazione floreale stilizzata.
La Riserva dell’Insugherata, dove sono state scattate
queste foto, si trova nel quadrante nord-ovest della
città, ma non è l’unica zona verde che offre questi scorci.
I reperti del secolo XIV a.C. attestano una situazione di
grande benessere o addirittura di opulenza nel mondo
acheo, e prevalgono motivi decorativi di caccia.
In due splendide tazze auree rinvenute in una tomba a
tholos di Vaphiò si osserva la cattura e la doma di tori.
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO
NATURA
I mille suoni
del “mondo del silenzio”
Il mare è ricchissimo
di suoni, fischi, stridii
GISELLA PACCOI
Jaques Cousteau e Luis Malle, nel 1956, girando uno dei primi documentari sottomarini, lo intitolarono "Il mondo
del silenzio".
In realtà, il mare è tutt’altro che silenzioso.
Innanzitutto, perchè l’acqua è un mezzo di trasporto, per le onde sonore, decisamente più efficiente dell’aria: trasporta i suoni cinque volte più velocemente, a circa millecinquecento metri al secondo.
Inoltre, le caratteristiche di stratificazione dell’acqua, legate principalmente alla salinità, alla temperatura e alle correnti, creano canali di propagazione che conducono i suoni lungo delle vere "guide d’onda", con bassissime dispersioni, per decine e a volte centinaia di chilometri.
Come se un cameriere di Napoli facesse cadere un vassoio pieno di bicchieri.. ed il rumore di vetri rotti si sentisse
fino a Roma.
Gli animali hanno bisogno di comunicare.
C’è chi si sforza di farlo attraverso gli odori, chi per mezzo di colorazioni... ma, in un mondo in cui ogni rumorino
viene ampiamente percepito - mentre la vista è perlopiù tra i sensi meno sviluppati -, perchè sforzarsi ad inventare
modi strani e difficili quando si può “parlare”?
In effetti, i suoni che si possono ascoltare in mare sono veramente molto vari.
Partendo dalle frequenze più basse, cioè dai suoni più gravi, i primi che si registrano sono i brevi "grunt" prodotti
dalle balenottere.
Sono fischi molto semplici, che variano leggermente di nota, attestati intorno a poche decine di hertz. Praticamente
inudibili per l’uomo, spesso confusi nel rumore ambiente, se ne sono registrati i primi esempi del mar Mediterraneo
solo negli ultimi due anni.
Nelle frequenze che vanno dalle
centinaia di hertz ad oltre i
18/20.000 Hz, termine della
nostra capacità di udire, si collocano tutti i canti, i fischi e i “click”
degli odontoceti, ossia, per semplificare, di balene e delfini.
I fischi sono usati per comunicare,
mentre i click servono per l’ecolocalizzazione.
Balene e delfini, però, per quanto
siano - non ce ne vogliano le altre le specie più affascinanti del continente blu, non sono gli unici ad
emettere suoni.
Gli animali “muti” per antonoma22
LUGLIO
SFOGLIAMENTO
NATURA
sia, ossia i pesci, in realtà “chiacchierano” moltissimo.
Prendiamo ad esempio la corvina, Sciaena umbra (addirittura chiamata “pesce tamburo”, dagli inglesi, per via dei suoni che emettono): è il maschio a emettere suoni, soprattutto d'estate, di sera, dopo
li tramonto, con un picco fra le 22 e le 23, probabilmente per attirare una femmina nel periodo di riproduzione.
I maschi hanno dei muscoli particolari che percuotono la vescica
natatoria, piena di gas, che agisce come cassa di risonanza.
Altre specie, però, usano modi differenti, ad esempio sfregando fra
loro delle parti del corpo (delle cernie tropicali ad esempio 'sbattendo le guance'), o facendo uscire un po' di gas dalla vescica natatoria,
un po’ come quando si sgonfia un palloncino.
Alcuni pesci digrignano i denti o sfregano le spine delle pinne l'una contro l'altra, altri sfruttano la risonanza della
vescica natatoria (e' quanto fanno i balestra, che percuotono con le pettorali la pelle subito dietro all'apertura
branchiale, sottilissima, cosi' che il suono viene amplificato dalla vescica natatoria sottostante).
Sono spesso le cattive maniere a tavola a provocare i rumori piu' intensi: i pesci pappagallo si fanno sentire, quando staccano a morsi interi pezzi di corallo, ma anche gli “educati” carangidi, serrando rapidamente la bocca e sbattendo i denti inferiori sul palato, creano dei suoni caratteristici che hanno un significato ben preciso: "si mangia!".
Alcuni ricercatori hanno provato a registrare il sonoro di un loro banchetto e lo hanno quindi ritrasmesso in mare:
dopo pochi minuti si e' avvicinato di corsa un grande barracuda che e' rimasto sconcertato a fissare il trasduttore
per diversi minuti. Il che, d'altronde, e' piu' che logico: poiche' in mare, anche nelle condizioni piu' favorevoli, la
visibilita' e' sempre limitata, l'udito gioca un ruolo importantissimo sia per individuare una fonte di cibo (dove c'e'
qualcuno che mangia, li' c'e' cibo) sia per sorprendere la preda nel momento in cui e' concentrata su altre cose: a
mangiare, ad esempio.
Anche nuotando i pesci fanno rumore: spostando l'acqua circostante il pesce emette un'onda di compressione, e
quindi un rumore, che e' direttamente dipendente dalla sua forma, dalla sua dimensione, dalla sua velocita': un
rumore "firmato", insomma, caratteristico di ciascuna specie.
Immaginate, quindi, che confusione possono creare le migliaia di piccole code dei pesciolini riuniti in banco!
Ancora più interessante, il caratteristico “clic-clac” del “gamberetto schioccatore”, la canocchia o “Squilla mantis”,
molto simile ad uno schiocco di dita e che viene prodotto chiudendo rapidamente una delle due chele e facendo
scorrere un’estremità sull’altra.
Ovviamente, agli abitanti del mare non servono orecchie “grandi” (ossia con la parte esterna ben sviluppata) per
poter percepire i suoni: la variazione di pressione dovuta al passaggio dell’onda viene registrata sia dall’orecchio
interno sia, per chi ce l’ha, dalla “linea laterale”, un
sistema complesso ed evoluto che aiuta a rilevare tutti
gli spostamenti.
Tutti questi suoni non potevano non ispirare i musicisti “umani”: il ritmo combinato di pesci e cetacei è la
base del primo vero “Concerto del mare”, cinque emozionanti minuti creati dal musicista Andrea Centazzo,
che ha utilizzato le voci di queste creature abbinate
alle loro immagini come veri strumenti musicali, grazie all’uso della tecnologia.
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO BIZZARRIE
Un ponte
per il cibo
Una recentissima scoperta
dimostra che le formiche sono anche geni edili
GISELLA PACCOI
La notizia è stata data il 27 maggio scorso: quando s'imbattono in una strada accidentata, le formiche tropicali
del genere Eciton burchellii tappano eventuali buche con
il proprio corpo e permettono alle compagne di passare
sopra di loro, come fossero zerbini.
Il tragitto tra il formicaio e la preda diventa così più lineare e gli spostamenti più rapidi, il tutto a beneficio del
gruppo, che ha l’esigenza di portare il cibo in fretta alle
larve che aspettano di essere nutrite.
Il bizzarro comportamento era stato osservato in natura
(nelle foreste di Panama) da alcuni scienziati di Bristol, i
quali hanno prontamente ricreato le condizioni in laboratorio, per verificare se le instancabili, altruiste bestioline
erano pronte ad agire nello stesso modo.
Gli entomologi hanno inserito, nel percorso di questi insetti, dei passagi obbligati in legno con buchi di vari diametri.
L'esperimento non solo ha confermato quanto già osservato su campo, ma ha anche svelato particolari inaspettati:
non solo le formiche si comportano da tappabuchi, ma sono capaci perfino di individuare il foro più adatto alla loro
misura!
Quando una di loro incontra una fessura si sistema su di essa con le zampe aperte e ondeggia per capire se può
coprirla. Se la formica non è della taglia adatta (la loro lunghezza varia dai 2 mm a 1 cm) passa il turno alla formica
successiva, e così via, finché non si trova quella giusta. Quest'ultima ha l'ingrato compito di fare da “corteccia vivente”.
Solo quando il traffico comincia a diminuire, la poverina esce dal
buco e rincasa, forse un po’ “acciaccata” ma salva.
Due braccia, pardon, sei zampe in meno potrebbero pesare, dovendo trasportare frammenti di cibo.
Evidentemente, la velocità di spostamento viene preferita alla quantità di frammenti trasportati verso il formicaio.
E’ più efficiente un gruppo - un po’ più piccolo - che si sposti in modo
lineare, piuttosto che un gruppo più cospicuo ma costretto ad affrontare asperità del terreno, deviazioni e percorsi più lunghi.
fonte: Focus.it
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO
BIZZARRIE
La coincidenza è ben curiosa: questa scoperta è stata fatta a ridosso del centenario della nascita di Niko Tinbergen (15 aprile 1907), uno dei padri fondatori dell’etologia moderna, ossia della scienza che studia il comportamento degli animali, che osservò in modo particolare le formiche.
Tinbergen, nobel per la medicina e la fisiologia, sviluppò un rigoroso metodo
scientifico applicato alle osservazioni sul comportmento animale, condizione
essenziale per la transizione dell'etologia da hobby naturalistico-descrittivo a
disciplina scientifica.
E' particolarmente noto per avere formalizzato, nella pubblicazione del 1963
(“On Aims and Methods in Ethology”), i quesiti che egli riteneva necessario porsi
nello studio di qualsiasi comportamento, conosciuti come le "quattro domande di Tinbergen":
(1) Cause: fattori interni o esterni che causano il comportamento. Quali fattori
molecolari, fisiologici, neurobiologici, endocrini, cognitivi e sociali regolano un
certo comportamento e quali sono le loro interazioni.;
(2) Sviluppo (ontogenesi): come cambia il comportamento con l'età e come gli eventi precoci influenzano l'espressione del comportamento.
(3) Valore adattativo o funzione: in che modo un certo comportamento determina sopravvivenza e riproduzione di
un animale.
(4) Storia evolutiva (filogenesi).
Le formiche sono insetti sociali, ossia vivono in grup po e cooperano per il bene del gruppo stesso.
Apparentemente, questo è un comportamento contra rio alla tendenza che ogni individuo si dice abbia,
ad affermare se stesso dominando sugli altri.
In realtà, qualunque formicaio è composto da “cloni”:
ogni femmina porta lo stesso patrimonio genetico
delle
altre.
Ecco perchè non ha senso una “lotta individuale”: in
questo caso, ciò che conta non è il benessere - o la
sopravvivenza, o la diffusione - di uno, ma la perma nenza del gruppo.
Si spiegano quindi tutti i comportamenti altruistici
che non si ritrovano in altri gruppi sociali di animali
superiori.
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO
ARTE
Live Earth...
o live business?
Un’iniziativa apparentemente buona..
non convince del tutto
FABRIZIO FULCO
Personalmente ho sempre guardato con diffidenza, da un punto di vista artistico, ad un personaggio come Bob
Geldof, popstar caduta in disgrazia che ha riacquistato popolarità più per essere l'organizzatore di eventi come il Live
Aid del 1985, e il più recente Live 8 del 2005, che per la propria musica.
Ma ultimamente non si fa che parlare più che della fame nel mondo, su cui non possiamo farci molto e sembra che
abbiamo quasi accettato il fatto, del surriscaldamento del pianeta e delle conseguenze, non proprio piacevoli, che ciò
ha ed avrà sul nostro ecosistema.
Ed ecco allora nascere Live Earth: The Concert for Climate Crisis.....
Con slogan del tipo: "sette concerti in contemporanea mondiale per portare alla ribalta, attraverso la musica, il problema sempre più urgente della crisi climatica del pianeta" giunge a noi quello che viene ormai definito l'evento
musicale e mediatico dell'anno con appunto 7 palchi collegati in mondovisione con i più grandi nomi della musica
pop-rock internazionale:
dall'icona pop Madonna ai grandissimi (ebbene sì sono di parte....) Bon Jovi, passando per i Red Hot Chili Peppers
fino agli immancabili quando si tratta di iniziative benefico-ideologiche U2, o agli intramontabili Genesis e
Police....insomma si è cercato di accontentare un pò tutti e con più di 100 artisti coinvolti del resto non era difficile.
Tra gli organizzatori troviamo Al Gore, ex vice presidente USA che basa ormai tutta la sua propaganda politica su
tematiche ambientali (ricorderete il recente film-documentario - quelli alla Michael Moore per capirci - da lui prodotto "Una scomoda verità", incentrato sui 'benefici' dell'effetto serra), Kevin Wall già produttore del Live 8, il colosso Microsoft e la nota casa automobilistica americana Chevrolet. Quest'ultima si impegnerà a produrre un carburante speciale a basso tasso inquinante (..mah..) mentre la Microsoft sul sito dedicato all'evento (liveearth.msn.com)
offre varie soluzioni multimediali come la possibilità di seguire le esibizioni in streaming nonchè tutte le info su artisti, locations, ecc...
La critica più grande a questi signori è stata mossa, pensate un pò, dal nostro Bob Geldof che ha commentato con
frasi tipo:
"Spero che l'iniziativa abbia successo, ma non capisco perché Al Gore abbia organizzato tutto questo. Per renderci
consapevoli del problema dell'effetto-serra? Ma è un problema di cui tutti noi siamo consapevoli da anni. Live Earth
non ha un obiettivo finale. Io l'avrei organizzato solo se avessi avuto la garanzia di poter salire sul palco e annunciare iniziative concrete a favore dell'ambiente da parte dei candidati alla Presidenza degli Stati Uniti, del Congresso o
delle grandi Multinazionali. Loro, questa garanzia non ce l'hanno". Geldof sembra anche si sia infastidito per il nome
dato all'evento, Live Earth, secondo lui troppo simile a Live Aid.
Una curiosità sulla data scelta: 07 07 07 secondo me non è un caso, infatti il numero biblico 777 è considerato l'antitesi del 666, quindi il bene che si contrappone al male, quasi a voler imprimere un alone mistico positivo all'happening.
Spero che ognuno viva questo avvenimento come meglio crede e si sente di fare, per quello che mi riguarda cercherò di non perdermi la performance dei Bon Jovi perchè al cuore non si comanda....degli altri non mi interessa, per
me potrebbero anche non suonare....quello che mi interessa veramente è che oltre ad arricchire i vari personaggi
citati - questo purtroppo è inevitabile - essendo un concerto un qualcosa di destinato a persone per lo più giovani,
grazie ad eventi come questo le generazioni future prendano veramente coscienza del problema dell'ambiente prima
che sia troppo tardi e dovremo arrenderci
all'evidenza......come è accaduto con la fame nel mondo.
Vi segnalo, oltre al già citato liveearth.msn.com
http://www.liveearth.org/ e www.bonjovi.com
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LUGLIO
SFOGLIAMENTO RUBRICHE
La notizia delle quattro settimane
Un ponte di formiche per nutrirsi meglio
Si muovono in "eserciti" composti anche da 200mila individui, per andare a cercare il cibo, e se trovano una buca
sul loro cammino non si fermano: dei "volontari" specializzati le riempiono con i loro corpi per lasciar passare le
altre formiche. In questo modo, il collegamento tra il "campo di caccia" ed il formicaio - dove ci sono le larve che
aspettano di essere nutrite! - risulta più veloce.
Questa "asfaltatura" risulta essere molto efficace… e poco importa se alcuni individui non partecipano attivamente
al trasporto del cibo.
Finito il passaggio… le "tappabuchi" tornano al formicaio con le altre.
Migrano dall’Himalaya.. e sono carnivori!
Arrivano dalle montagne dell'Himalaya, costretti a emigrare a causa della deforestazione: sono gli insetti (50 specie) appena classificati in Thailandia.
Le 'nuove' specie appartengono per lo più alle famiglie delle Gerridae e delle Aphelocheiridae; quando avvistano
una preda (piccoli pesci, in genere) la mordono, le iniettano una sostanza capace di liquefarne le carni e la divorano in pochi istanti.
A quanto pare gradiscono anche il sapore della carne umana, come ha purtroppo scoperto l'entomologo che le ha
classificate.
Con buona pace di Mosè
In passato, per camminare sul Mar Rosso c'era chi ne apriva le acque.
Nel futuro, si potrà passeggiare invece in un tunnel sottomarino trasparente, lungo una quarantina di metri e largo
tre, che verrà posizionato a 13 metri di profondità, nei fondali del Ras Mohammed National Park, riserva naturale
marina e terrestre che si trova all'estremità meridionale del Sinai.
Il tunnel, che sarà raggiungibile grazie ad un ascensore, servirà sia ai turisti che ai ricercatori per compiere studi
sulla barriera corallina.
I pesci hanno i “geni delle gambe”
Finora, si immaginava che i pesci avessero compiuto un improvviso salto genetico per costruirsi arti adatti ad una
vita terrestre; ora, uno studio basato sui resti del Tiktaalik roseae dimostra che non c'è stata alcuna evoluzione a
singhiozzo.
I geni (in particolare gli Hox, che si accendono nello sviluppo delle appendici) sono praticamente gli stessi.
Nei tetrapodi, questi geni hanno una prima e poi una seconda fase, quest'ultima necessaria per determinare dove si
formeranno dita di piedi e mani. Studiando lo zebrafish, si è visto che nel suo sviluppo è presente la prima fase ma
non, ovviamente, la seconda.
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LUGLIO
Periodico on-line della
Associazione Zygena Onlus
Direttore Responsabile:
Fabrizio Manzione
Coordinatore di redazione:
Gisella Paccoi
Impaginato il 30/06/2007
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