a cura di Maria Luisa Neri Diplomata in violino e viola presso il

a cura di Maria Luisa Neri
Arte & Cultura
Diplomata in violino e viola presso il Conservatorio di Santa
Cecilia, laureata in Psicologia presso l’Università della
Sapienza di Roma , Maria Luisa Neri si è poi perfezionata per
gli aspetti dell’età evolutiva, sui disturbi dell’Apprendimento, ha
effettuato corsi sulle tematiche dei disturbi dell’alimentazione e
sulla devianza e, iscrittasi all’Albo, ha lavorato quindi anche
come psicologa
In passato ha collaborato con le più famose orchestre del
territorio romano con le quali ha effettuato più di 500 concerti,
inoltre ha effettuato produzioni con L’arena di Verona, per la
famosa Aida di Luxor, con l’Orchestra della Radio Svizzera
Italiana e con la Rai per trasmissioni televisive sulla musica
Maria Luisa Neri, Presidente dell’ Associazione Culturale
“Arte del suonare”, con Il suo amore per la musica, si è
proposta lo scopo di valorizzazione il repertorio musicale
classico e la promozione dei giovani talenti italiani e si è resa
disponibile a condurre la Rubrica “La Musica Spiegata” per il
Sito dell’Associazione Sviluppo Europeo
Le scuole nazionali
La scuola boema
All'inizio della seconda metà dell'Ottocentesco, iniziarono a
delinearsi i presupposti per la nascita di scuole musicali alternative
alle grandi tedesca, francese ed italiana che, con vari contributi, per
alcuni secoli avevano monopolizzato il panorama. In realtà, si
potrebbe parlare di scuola, nel senso accademico del termine, solo nel
caso russo, con il gruppo dei Cinque, mentre nelle altre situazioni il
termine "scuola" indicava più astrattamente una tendenza, un filone artistico.
Tutte queste scuole nazionali furono però accomunate da
questo desiderio di rivalsa nei confronti dell'egemonia italofranco-tedesca in un'ottica prettamente romantica che
privilegiasse quindi la cultura nazionale ed il recupero delle
melodie e del patrimonio popolare. Non a caso infatti alla
fine dell'800 nacque il fenomeno dell'etnomusicologia che
costituì l'espressione prettamente "scientifica" di questa
tendenza.
Le forme musicali più apprezzate da queste scuole erano quelle tipicamente
romantiche: pezzi per pianoforte, poema sinfonico, lied, e soprattutto opera e
balletto, dove il carattere nazionale poté sfruttare il grande contributo alla causa
dato dalla letteratura locale, come nel caso della Russia.
La scuola boema nacque idealmente con Bedřich Smetana (1824-1884), che
tendeva al recupero del patrimonio culturale senza rinnegare i valori culturali
europei. Di lui si ricordano i sei grandi poemi sinfonici per orchestra raccolti
con il titolo "Ma vlast" (la mia patria) in cui è inserito il famoso brano “La
Moldava” du cui consiglio l’ascolto: http://youtu.be/GsnjuB4aejk , e l'opera
"La
sposa
venduta"
di
cui
allego
il
link
del’Ouverture
http://youtu.be/8U0FC4qwBCI
Prosecutore dell'opera di Smetana fu Antonín Dvořák (1841-1904), che
risentì dell'opera Brahmsiana nelle sue 9 sinfonie, tra le quali spicca la quinta
(o nona) "dal nuovo mondo", questo è il bellissimo 1° tempo
http://youtu.be/hWrFVjKKo-U 3 e 4 mov : http://youtu.be/-pLIBWyFBIg
http://youtu.be/YvcFlLegKSI composta appunto durante il suo soggiorno
statunitense dove ricoprì l'incarico di direttore del conservatorio di musica di
New York. Essa risente, anche se in modo velato, dei canti popolari
"spirituals" propri della cultura di quelle terre. Questo avviene specialmente
nel secondo tempo: http://youtu.be/m2qCHLx_4qA
Il suo contributo alla musica popolare boema annoverava la "Suite ceca" e le due serie di "Danze
slave" per pianoforte a quattro mani. I generi tipicamente romantici videro in lui la luce con 5
poemi sinfonici, mentre la produzione operistica comprendeva "Il giacobino" e "Rusalka e Armida".
Vasta anche la produzione di musica da camera (tra cui vari lieder), e sacra (cantate, messe). Infine
fanno parte del catalogo di Dvořák anche un concerto per piano e uno per violino.
http://youtu.be/cCimWpwhaHs
La scuola scandinava
La scuola scandinava-nordeuropea non annoverò grandi musicisti in grado di
ricalcare le orme dei ben più famosi drammaturghi che animavano l'arte
letteraria in quei tempi: su tutti spiccavano solamente
le figure di Edvard Grieg (1843-1907) in Norvegia,
Franz Berwald (1796-1868) in Svezia, Johan Jiulius
Sibelius (1865-1957) in Finlandia, Niels Gade (18171890) in Danimarca.
Grieg, all'inizio osteggiato per la sua volontà di rinnovatore musicale, riuscì
tardivamente a fondare una vera e propria scuola norvegese grazie anche
all'appoggio artistico di Liszt, e si guadagnò fama mondiale con la musica
per il dramma "Peer Gynt” di cui propongo il primo brano, il celeberrimo
Mattino http://youtu.be/-rh8gMvzPw0
Di lui si ricordano vari pezzi per pianoforte tra cui spiccano i "pezzi lirici", di carattere delicato,
quasi elegiaco, e il "Concerto per piano in la minore".
Berwald fu un musicista molto audace nell'invenzione di alcune soluzioni armoniche estremamente
particolari, che se da un lato si ricollegano direttamente alle
atmosfere della sua terra, dall'altro furono alquanto osteggiate dalla
critica musicale del suo paese. Ciò lo costrinse a lavorare per lunghi
periodi all'estero, in varie parti d'Europa. La sua produzione fu
incentrata sulle sei sinfonie (alcune delle quali intitolate) e sui
poemi sinfonici.
Sibelius proseguì il cammino romantico della musica Finlandese
già tracciato da Wegelius e Kajanus, rimanendo però in un filone
romantico abbastanza fuori dal tempo considerando la sua data di
morte. La sua produzione incluse il poema "Finlandia" e le sette
sinfonie, le prime delle quali risentirono dell'influsso di Čajkovskij.
Famoso il suo concerto per violino che è sempre richiesto ad ogni
concorso:
http://youtu.be/gpS_u5RvMpM
Gade inaugurò il filone romantico danese assieme ad Hartmann con
l'opera "Echi di Ossian", fu didatta di buon livello e successe a
Mendelssohn come direttore del conservatorio di Lipsia.
La scuola inglese
La scuola romantica inglese fu incentrata sulla figura di Edward
Elgar (1857-1934), che lanciato nel panorama musicale mondiale
delle "variazioni enigma" Op.36 per orchestra, http://youtu.be/sUgoBb8m1eE proseguì la sua
carriera di compositore con la produzione di alcuni poemi sinfonici, come "Falstaff", di derivazione
Shakespeariana.
Divenuto famoso soprattutto per la famosa marcia "Pomp and Circustance", http://youtu.be/tJt0z7DXrg la sua produzione comprendeva anche due sinfonie, l'oratorio "Il sogno di Gerontius",
alcune cantate, un concerto per violino ed uno per violoncello.
La scuola spagnola
La scuola spagnola nacque ad opera del teorico, musicologo e compositore
Felipe Pedrell, che mirò ad una valorizzazione del folklore popolare senza
incorrere nelle esagerazioni esuberanti che tanto piacevano a Rimskij-Korsakov.
Pedrell ebbe tra i suoi seguaci il grande Isaac Albéniz (1860-1909).
Albéniz ebbe una gioventù alquanto movimentata, peregrinò per varie città
europee e ciò gli permise di assimilare alcuni tratti stilistici della musica europea, tedesca in
particolare. Egli portò avanti il pianismo di Chopin e di Liszt introducendo quel senso tipico del
folklore spagnolo di piglio brillante ed estrema sensibilità timbrica ed armonica: le due suites
"Iberia" http://youtu.be/ircCNBY3rZw e "España" si pongono in questo panorama come ammirati
caposaldi.
Il pianista ed in seguito compositore Enrique Granados (18671916), anch'egli allievo di Pedrell, raggiunse fama e prestigio alla
tastiera con la suite "Goyescas", ispirata alle opere del pittore
spagnolo Francisco Goya, tanto che una successiva elaborazione del
pezzo diventò un'opera di scena. Di lui si ricordano anche le dodici
"danze spagnole" sempre per pianoforte. Qui una versione per
chitarra della V danza “Andaluza” http://youtu.be/17Fh7LMMzhc
La scuola russa
A partire dalla seconda metà dell'800, il desiderio di affermare una
propria identità musicale colpì anche la Russia.
Ad aprire la strada per il rinnovamento e la formazione di uno stile
musicale personalizzato per questa nazione fu Michail Ivanovič
Glinka (1804-1857), che avendo modo di viaggiare molto in tutta
l'Europa, conobbe ed ammirò molti stili musicali differenti, dal
francese al tedesco allo spagnolo, innamorandosi di quest'ultimo
grazie anche al fascino esercitato su di lui dalla particolare sensibilità
esotica di quella realtà.
Fu Glinka che avviò in particolare la suddivisione dei due filoni
dell'opera russa: quello storico, rappresentato idealmente dalla
rappresentazione "Una vita per lo Zar", che narrava la storia
patriottica di un povero contadino russo che sacrificò la vita per il suo
sovrano; e quello fiabesco, ben incarnato nell'opera "Ruslan e Ludmilla", su testi di Puškin.
Di lui si ricordano anche alcuni pezzi di destinazione sinfonica, da camera e
per pianoforte.
A partire dagli anni '60 si affermò invece il
movimento riformatore costituito dal cosiddetto
"gruppo dei Cinque": ne fecero parte César Cui
(1835-1918), Milij Balakirev (1837-1910),
Aleksandr
Borodin
(1833-1887),
Modest
Mussorgskij (1839-1881) e Nicolaj RimskijKorsakov (1844-1908).
Tutti e cinque erano professionalmente impegnati su fronti differenti da
quello artistico: medici, ingegneri, ufficiali militari, si dedicavano alla
composizione nei ritagli di tempo senza neppure poter vantare una solida preparazione tecnica
nell'arte del contrappunto. I due più rappresentativi furono Mussorgskij e Rimskij-Korsakov.
Mussorgskij aveva una personalità estrosa e condusse una vita alquanto
disordinata; anche le sue opere risentirono di questo suo carattere, tant'è
vero che alcune furono lasciate incomplete e vennero poi terminate da
Rimskij-Korsakov, di gran lunga il più dotato ed audace del gruppo.
Di Mussorgskij val la pena citare due opere liriche: "Boris Godunov",
costruito sul dramma di Puskin attorno alla storia dello zar Boris che
usurpò, con la forza, il potere al suo predecessore e visse tutta la vita con
il rimorso per ciò che aveva fatto, temendo che il destino si fosse
accanito contro di lui e contro i suoi discendenti; e "Kovancina", che
riprese la vicenda della lotta tra lo zar e i Boiardi di cui il protagonista, il
principe Kovansky, faceva parte.
In entrambe le opere si fece largo uso dei cori che simboleggiavano la grande partecipazione delle
masse popolari alle vicende, secondo l'ideale di patriottismo tipicamente russo dell'epoca, ma si
evidenziò anche sempre più, la frammentarietà delle varie scene che ben raffiguravano la
condizione di precarietà della vita del compositore.
Proprio in quest'ottica, si inseriva la particolarissima suite per pianoforte "Quadri da
un'esposizione", di cui propongo l’ascolto del finale, la grande
porta di Kiev http://youtu.be/BjewDLTI66U composta per
celebrare la prima mostra postuma del celebre architetto
Hartmann, scomparso poco prima, della quale questo brano
costituì una specie di colonna sonora.
Oltre al poema sinfonico "Una notte sul monte Calvo" usata
anche
nel
film
Fantasia
di
Walt
Disney
http://youtu.be/Txo06c1k9sk si ricordano alcune composizioni
cameristiche per voce (quasi sempre basso) e pianoforte.
Rimskij-Korsakov, come già detto, fu la mente più fervida dei Cinque e provvedette infatti al
completamento di varie opere anche dei suoi colleghi
minori, come ad esempio l'opera "Il principe Igor" di
Borodin. Di lui si ricordano i due poemi sinfonici
"Sheherazade" http://youtu.be/s_pkRH2DZuw e "La
grande Pasqua russa" per orchestra, alcune opere e
soprattutto il suo contributo al filone della trattatistica:
scrisse infatti un grande "trattato di armonia" ed uno "di
orchestrazione" nel quale si analizzava in modo
estremamente competente la teoria dell'orchestrazione
musicale fino a quel tempo con alcune curiose "frecciate" ad alcuni grandi autori come Mozart, rei
solamente di aver potuto orchestrare alla maniera delicata che il Settecento viennese richiedeva.
Il panorama della musica russa nel secondo Ottocento non fu però assolutamente circoscrivibile a
queste tendenze, spiccavano infatti altre due figure che
operarono nella direzione opposta: Anton Rubinstein e
Pëtr Ilič Čajkovskij.
Il primo, grande didatta e già direttore del Conservatorio
di musica di S.Pietroburgo, scrisse molte opere di
ispirazione tipicamente occidentale in pieno contrasto
con il gruppo dei Cinque specialmente nell'ambito
pianistico, del cui genere era un sommo interprete.
Čajkovskij, già allievo di Rubinstein a S.Pietroburgo, divenne ben presto
professore di armonia nel conservatorio, e fu indubbiamente una delle maggiori figure del panorama
musicale russo di tutti tempi.
Personaggio introverso e irrequieto, manifestò da subito grande stravaganza e senso del destino. La
sua ispirazione musicale era però assai fervida, e il suo stile si ispirava, pur permeato di quei
caratteri tipicamente russi riguardanti la musica popolare, a quelli più occidentali come il francese e
il tedesco.
La sua produzione annoverò un grande concerto per violino e orchestra, tre per pianoforte molto
virtuosi e brillanti, l'ouverture 1812 scritta per la campagna di Russia di
Napoleone nella quale si evidenziava la sua notevole perizia
nell'orchestrazione, e sei sinfonie tra cui spicca la "Patetica" che
riproponeva la celebre tematica beethoveniana, ma con la differente, triste
e sciagurata conclusione.
Il carattere autobiografico della sinfonia emergeva chiaramente in stretto
rapporto alla sua vita, sconvolta prima dalla dama "von Meck" che ne fu
ignota mecenate e poi l'abbandonò, poi da un altro matrimonio fallito e
dallo spettro dell'omosessualità. Finì miseramente con un suicidio per
l'insostenibilità morale della sua condizione di fronte ai numerosi
scandali.
Čajkovskij scrisse anche alcune opere teatrali tra cui spiccano "Eugenij Onegin" su testo di Puskin,
che riproponeva il tema dell'"antieroe" che rifuggeva dall'amore, e "la Dama di picche": entrambe
piene di spunti pessimistici.
Il genere però che permise a Čajkovskij di esprimersi al meglio fu quello del balletto: i tre
capolavori "Lo schiaccianoci", "Il lago dei cigni" e "La bella
addormentata nel bosco" rappresentano una vetta insuperata nel
genere e costituiscono il primo vero esempio di balletto con
musiche, non di mero accompagnamento alla scena, ma con un
proprio altissimo valore artistico. Da questi celebri balletti venne
poi assemblata una suite di brani orchestrali da eseguire senza il
supporto scenico. Ma di questo autore c’è una parte specifica nella
lezione 31
Le figurazioni sono tratte dalla rete web google immagini