Il piccolo pianista

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Il piccolo pianista
Di Brij Kothari
C’era una volta un bambino di nome Azul. Azul adorava suonare il piano e
sognava di divenire, un giorno, un pianista. Ogni domenica Azul andava a
lezione di pianoforte e si esercitava ogni sera a casa, prima di andare a letto.
Azul diventò veramente bravo, perché era molto sincero. Poteva dimenticarsi
di lavarsi i denti, ma non si sarebbe mai dimenticato di fare i suoi esercizi al
piano!
Un giorno, Viki, la sua maestra di pianoforte, gli disse: “Azul, domani ti esibirai
di fronte ad un grande pubblico. Stai diventando un vero pianista. Le tue dita
si muovono come scoiattoli sui tasti del piano, ma manca ancora qualcosa”.
“Che cosa?”, si incuriosì Azul. In realtà lui non voleva diventare un semplice
pianista, ma un grande pianista. Viki sorrise. E sussurrò all’orecchio di Azul il
suo segreto di maestra: “Suona con il cuore, non con le dita”.
Come sempre, Viki tirò fuori la sua scatola di adesivi. Azul le porse la propria
mano e Viki ci appiccicò la bellissima figurina di una farfalla. “Ecco, pensa a
questa farfalla quando vuoi suonare con il cuore”, gli disse.
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Quel giorno, mentre tutti i bambini giocavano nel parco, Azul se ne stava lì
a contemplare la sua farfalla. E si chiedeva: “So suonare con le dita, perché
posso muoverle, toccare i tasti del pianoforte. Ma come faccio a suonare
con il cuore? Non riesco nemmeno a vedere il mio cuore”. Per la prima volta,
dopo tanto tempo, Azul andò a letto senza aver suonato il suo pianoforte.
La sera prima della sua esibizione, non si esercitò, perché non aveva idea
di come si fa a suonare con il cuore! Quando al mattino si svegliò, si mise
a cercare la figurina della farfalla. Oh, no! Era scomparsa anche quella! A
quel punto Azul diventò nervoso. Molto nervoso. Provò a suonare il piano,
ma le sue dita non si muovevano! Comunque fosse, le lancette dell’orologio
continuavano a correre. Presto sarebbe arrivata l’ora dell’esibizione.
Il pianoforte era situato nel mezzo di un palco rotondo, circondato da file e
file di spettatori. Azul salì sul palco, si sedette sullo sgabello e chiuse gli occhi
per un attimo. Ricordando ciò che Viki gli aveva detto, ripensò alla farfalla.
Nel silenzio della sala, Azul udì un battito d’ali. Una farfalla gli si posò sulla
spalla ed iniziò ad intonare un motivo. Le sue dita cominciarono a muoversi
da sole. Ed il suo cuore iniziò a suonare la melodia della farfalla.
FINE
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