TACCUINO DI VIAGGIO | Argentina Argentina - Il Norte. Viaggio nello spettacolare scenario ai confini con Bolivia e Cile. Testo di Delfino Sartori Foto di Luciano Caleffi I l viaggio nel nord dell’Argentina è senza dubbio tra i più affascinanti per quanti amano la natura e i luoghi del silenzio. Ciò che colpisce è soprattutto la grande varietà di paesaggi che si attraversano: dalle splendide Quebradas che caratterizzano la provincia di Salta, agli sterminati paesaggi d’alta quota della Puna argentina. Si tratta tuttavia di un viaggio non estremamente intenso, con trasferimenti mai troppo lunghi e faticosi; questo consente quindi di godere con tutta calma dei luoghi che si visitano e in alcune giornate permette anche di avere un po’ di tempo libero per fare qualche passeggiata nei dintorni dei villaggi o per riposarsi. Il Norte o Noa (Noroeste argentino) comprende le provincie di Salta, Jujuy, Tucuman, Catamarca e Santiago del Estero. Geograficamente presenta una notevole varietà climatica e paesaggistica, passando dai 4000 metri della cordigliera saltana (detta anche Puna cioè altopiano) ai 300 metri sopra il livello del amre della pianura. I panorami cambiano assai: dalle montagne lunari alle vegetazione subtropicale, dai bianchi ed assolati villaggi coloniali e indigeni alle città, dalle strade sterrate e deserte ai centri trafficati ricchi di botteghe d’artigianto e cantine vinicole. Tutte le stagioni, escluso il periodo estivo (nostro inverno) si prestano alla visita; in estate, infatti, le piogge 01 Le Quebrada di Huamauaca, il parco los Cardones, il Tren a las Nubes possono interrompere il cammino che si svolge su strade non asfaltate e il caldo umido è soffocante. Senza dubbio questo tipo di viaggio è adatto a persone che amano la natura e con un interesse specifico del viaggio. lo sono stato fortunato. L’età media era di 55 anni. Il modo migliore per visitare le tre provincie più interessanti di Salta, Jujuy e Tucuman è partire da Salta con qualche mezzo per attraversare le tre regioni andine. Ecco perché questo reportage è strutturato in forma di itinerario. Sabato 1 novembre: Salta Siamo ai primi di novembre e qui è oramai primavera inoltrata. Arrivati di buon mattino con un bus da Corrientes ci rifocilliamo alla casa privata Dora de Batista per poi partire alla visita della città senza dubbio stupenda. Salta è una città situata nel nord ovest dell’Argentina ai piedi della cordigliera delle Ande, capitale dell’omonima provincia. Famosa per la tipica architettura in stile coloniale spagnolo e circondata da magnifici paesaggi, è una delle più belle città argentine. le maggiori precipitazioni. Soprannominata Salta la Linda (“Salta la Bella”), è visitata da un grande numero di turisti, attratti principalmente dai suoi edifici imponenti, come la Cattedrale del XVIII secolo (il Cabildo) e il parco cittadino Plaza 9 de Julio. La città ospita anche diversi musei, fra cui il Museo de Alta Montana, nel quale sono esposti i corpi di 3 bambini Inca scoperti mummificati e congelati sul monte Liullaillaco nel 1995. Uno straordinario panorama della città e dei suoi dintorni è visibile dal Cerro San Bernardo (1.482 m.s.l.m.), un colle situato ad est del centro abitato, la cui cima è raggiungibile tramite ovovia o scalando i 1070 gradini che salgono serpeggiando nel bosco. Salta fu fondata il 16 aprile 1582 dal conquistador spagnolo Hernando de Lerma, come avamposto fra Lima (Perù) e Buenos Aires. Durante la guerra d’indipendenza argentina, la città divenne un punto strategico commerciale e militare fra il Perù e le città argentine. Nel 1812 il Generale patriota Manuel Belgrano sconfigge gli spagnoli nella decisiva battaglia di Salta. Tra il 1816 e il 1821, la città fu governata dall’autorità militare locale, il Generale Martin Miguel de Guemes, il quale, sotto il comando del Generale José de San Martin, difese la città e l’area circostante dalle forze spagnole provenienti da nord. Finita la Guerra d’Indipendenza, la situazione politica e finanziaria di Salta era nel caos più completo, una condizione che si protrasse per buona parte del XIX secolo. Tuttavia, verso la fine del XIX e nei primi anni del XX secolo, l’arrivo di immigrati 02 Ha una popolazione di circa 464.000 abitanti (2001), il che la pone all’ottavo posto fra le città dell’Argentina. La città è situata nella Valle del Lerma, ad un’altitudine di 1152 metri sul livello del mare. Il clima è caldo e secco, con una media annua di 756 mm di pioggia e una temperatura media di 16.4 °C (20.4 °C in estate, 10.8 °C in inverno). Gennaio e febbraio sono i mesi con ............................................................................... Avventure nel mondo 2 | 2012 - 77 TACCUINO DI VIAGGIO | Argentina italiani, spagnoli e arabi, in particolar modo siriani e libanesi, diede nuova linfa al commercio e all’agricoltura in tutta la regione, allo stesso tempo arricchendo lo spirito multiculturale della città. Salta è inoltre il punto di partenza del “Treno delle Nuvole” (Tren de las nubes) che ha ripreso il suo servizio dopo 3 anni di stop per essere rimesso a norma (vedi riquadro) Da non mancare di andare a cenare al Dona Salta dove si possono a buon prezzo mangiare le specialità della zone in un ambiente davvero unico. 04 Domenica 2 novembre: Salta, Jujuy, Tilcara Partenza alle 8 con il minibus con autista che abbiamo affittato presso la Bilance Travel Adventure. Con noi c’è anche Rosaria Lopez, una discendente di italiani che avevo conosciuto in Internet quando cercavo informazioni. Da due mesi i figli sono diventati anche loro italiani e lei è stata felice di viaggiare con noi per imparare l’italiano e darci dei consigli. Alla fine del viaggio siamo stati ospiti per la cena a casa sua a Tucumari. In circa 1 h 30 siamo a Jujuy, dove facciamo una breve sosta. La città 01 02 Sierro Colores Gruppo Sartori non offre molte cose da vedere, è tutto concentrato sulla piazza centrale dove ci sono la cattedrale e il Palazzo del Governo, all’interno del quale è conservata la prima bandiera argentina. Ripartiamo e in breve giungiamo le Termes de los Reyes, dove ci si può far tappa per una seduta con massaggi all’interno dell’hotel o, nonostante il clima qui sempre freddo, tuffarsi nella piscina pubblica all’aperto nell’acqua calda. Nel tardo pomeriggio si arriva a Tilcara, dove visitiamo subito il Pucarà, una fortezza pre ispanica posta su una collina da cui si gode uno splendido panorama sulla valle. Sistemati al Tilcara Hostel ci perdiamo lungo le vie del villaggio per assaporare appieno il clima di questa zona i cui abitanti sono i discendenti degli indios ama guacas dell’epoca precoloniale (1330 circa). Lunedì 3 novembre Tilcara, lruya, Humahuaca Partiamo alle 8 e ci fermiamo subito a Huacalera dove passa la linea del Tropico del Capricorno, e quindi arriviamo a Humahuaca per scaricare i bagagli all’Hostal Humahuaca, dove pernotteremo. E quindi ripartiamo. Dopo qualche km di asfalto prendiamo lo sterrato che in circa 54 km porta a lruya. La strada è piuttosto dissestata ma in compenso il panorama è veramente splendido. Superato il passo Abra del Condor (4.000 metri circa) scendiamo fino a Iruya. Il villaggio è caratterizzato da una piazzetta irregolare e stradine a picco sul Rio omonimo. E’ molto bello gironzolare per le strette e ripide viuzze di questo villaggio, e consiglio di salire alla croce posta in cima alla collina che sovrasta il paese. Ripreso il cammino ritorniamo nuovamente a Humahuaca. E’ questo l’ultimo grosso centro prima del confine boliviano. Un paese affascinante, fondato nel 1591 da Juan Ochoa de Zarate. Humahuaca incanta con le sue calli di pietra, il cavillo in stile coloniale con l’orologio che meccanicamente benedice tutti i giorni alle 12, per mano di San Francesco Solano (il missionario che convertì la tribù dei Tumbaya. Martedì 4 novembre: Hunahuaca, Laguna Pozuelos, Yavi Mario, un grande viaggiatore di 67 78 - Avventure nel mondo 2 | 2012 03 04 Fiore, Iguazu Cascate Iguazu anni e mio compagno di camera, decide causa problemi di pressione (dovuti all’altitudine) di fermarsi. Lo ritroveremo dopo 5 giorni a Cachi. La giornata, come tutte quelle del viaggio, è splendida. Facciamo una breve sosta ad Abra Pampa e quindi imbocchiamo lo sterrato che porta alla Laguna Pozuelos. La strada è un po’ dissestata ma in compenso il paesaggio è fantastico e facciamo diverse soste fotografiche, alcune delle quali per fotografare lama e vigogne che qui sono abbastanza numerose. Arriviamo, quindi, all’entrata della Laguna Pozuelos. Qui si deve proseguire a piedi in quanto il terreno è molto molle e a tratti acquitrinoso. Attorno a noi è pieno di lama e vigogne e con un po’ di attenzione (e di silenzio) ci si riesce ad avvicinare parecchio a questi animali così schivi. Giunti in riva alla laguna si possono ammirare parecchi fenicotteri rosa. Il posto è meraviglioso e ci godiamo questi panorami splendidi e sconfinati. Ora, dopo essere stato fermato il treno ha ripreso da un anno il suo servizio e arriva in corrispondenza del Viaducto La Polvorilla, situato ad oltre 4.200 m.s.l.m.. Dal 1995, il 1° agosto di ogni anno si svolge a San Antonio de Los Cobres la Fiesta Naciona! de la Pachamama (la “Festa Nazionale della Terra Madre). Venerdì 7 novembre: S. Antonio de los Combres, Tolar Grande Il prossimo obiettivo è Tolar Grande. Lasciamo il grosso dei bagagli all’Hostal e ci portiamo dietro solo il necessario per i 2 giorni. La strada è tutta sterrata ma fin da subito i panorami sono splendidi e il viaggio da solo vale l’escursione. Si supera un passo a 4.200 metri e si arriva a Pocitos. Entriamo quindi in una gola caratterizzata da splendide formazioni rocciose, dove facciamo una camminata lungo la strada di circa 1,5 Km, al termine della quale ritroviamo ad attenderci i nostri minibus. Ci fermiamo poi per una breve pausa pranzo nella zona delle 7 Curvas, dalla cui sommità si può godere di un panorama incredibile sulle montagne circostanti. E’ un posto bellissimo, ad ogni curva il panorama cambia completamente e regala continue emozioni. Poco prima di giungere a Tolar Grande ci fermiamo agli Ojos de Agua, delle meravigliose pozze di acqua limpidissima circondate dal sale con sullo sfondo le montagne. Il piccolo villaggio di Tolar Grande, dove prendiamo posto al Rifugio, è un posto davvero fantastico che ci riporta alle visioni dei film del west. Il vento spazza di continuo il luogo mentre gironzolando ci si accorge di come le abitazioni siano per la loro quasi totalità chiuse ed abbandonate. Qui, infatti, a suo tempo era un luogo di minatori che adesso per oramai miniere chiuse o per il poco lavoro hanno scelto di trasferirsi a Salta. Salendo sino al Mirador, si può godere del panorama si estende dall’immenso Salar de Arizaro alle alte vette della catena andina (spicca il Lullaillaco, alto 6.739 metri). 03 Sabato 8 novembre: Tolar Grande, Cono de Arita, S. Antonio de los Combres Oggi attraverseremo per circa 80 km (3 ore circa) il Salar di Arizaro fino ad arrivare alla base del Cono de Arita. Non si può salire in cima perché il terreno è troppo friabile e quindi la montagna si sgretolerebbe rapidamente, e quindi ci limitiamo a camminare alla base del cono. Riparttiti, rientriamo a Tolar Grande e una volta arrivati a Pocitos prendiamo un’altra strada, diversa da quella percorsa all’andata ma altrettanto bella. Si passa per Cauchari e, superato ancora un passo a 4.500 metri, si ritorna a San Antonio de los Cobres. ............................................................................... TACCUINO DI VIAGGIO | Argentina 05 06 Puma Salar Grande 07 08 Baires Baires 05 vita. ‘Médanos” bianchi annunciano l’arrivo a Cafayate, la città più importante delle valli Caichaquies, conosciuta per la produzione di vini e per essere sede d’uno dei festivali di Folclore di maggiore convocazione, “La Serenata” nel mese di Febbrario. Visitando le antiche cantine e vigneti e possibile degustare vini della zona come il Torrontés. Domenica 9 novembre: S. Antonio de Los Cobres, Cachi Si risale subito al Passo di Abra Bianca (4.080 metri) e quindi si scende fino a giungere a Santa Rosa de Tastil, dove visitiamo le rovine pre incaiche, poste in splendida posizione panoramica in cima a una collina. Ci fermiamo a Campo Quijano dove c’è Mario che ci attende. Campo Quijano è chiamato it “Portal degli Andes”, date che si trova ai piedi della Quebrada del Toro la quale si addentra nei maravigliosi paraggi della cordigliera dove passa il treno alle nuvole. Torniamo nuovamente a salire lungo la Cuesta del Obispo, fino ai 3.348 metri del passo della Piedra del Molino. Scendendo dal passo si attraversa il Parque de los Cardones e siamo a Cachi. Martedì 11 novembre: Quebrada de Cafayate Oggi percorreremo il tratto più spettacolare della Quebrada de Cafayate. Prendiamo la strada per Salta che per circa 15 20 km è pianeggiante, quindi si infila nella Quebrada de las Conchas tra spettacolosi panorami come El Castillo, EI Obelisco, El Anfiteatro e la Garganta del Diablo, nei quali conviene fermarsi all’andata o al ritorno in base alla luce. In particolare, l’Anfiteatro è una spaccatura nella roccia dapprima molto stretta e che poi si allarga alla fine, formando appunto una sorta di anfiteatro. Qui incontriamo due musicisti che suonano flauto e chitarra e rendono il momento particolarmente suggestivo ed emozionante. Alla Garganta del Diablo, invece, ci arrampichiamo per qualche centinaio di metri fin sotto la parete verticale. Ripercorriamo a ritroso la vallata e ritorniamo a Cafayate per un pomeriggio di shopping e relax. Argentina Lunedì 10 novembre: Cachi, Molinos, Cafayate Cachi, vigilato dalla mole dell’anonimo nevaio, alto ben 5389 metri, è la terra dell’antica tribù Calchaquies. Il pueblo è ricavato nel bianco Cabildo, che disegna assieme alla chiesa, la piazza tutta in stile coloniale. Noi rifacciamo 20 minuti di strada per andare a vedere il Parco de los Cardones per camminare tra l’immensa distesa di cactus. Riprendiamo la strada (la mitica Ruta 40) è tutta sterrata e a tratti molto stretta, e quindi procediamo piuttosto. Passimo Molinos, con la sua architettura domestica coloniale di grande bellezza, la sua maestosa chiesa e l’elegante Tenuta di Isasmendi, che fu l’ultimo governatore realista a Salta. Proseguendo si attraversa la magnifica Quebrada delle Freccie, incassata in un misterioso paesaggio lunare, Animanà e San Carlos, pittoreschi popoli circondati da vigneti e Pioppi, d’un affabile stile di Mercoledì 12 novembre: Cafayate, Quilmes, Tucuman In un’ora raggiungiamo Quilmes dove visitiamo le famose e imponenti rovine pre ispaniche. Il posto è abbastanza bello anche se varrebbe la pena di prendere una guida per poter capire qualcosa di più della storia di questa antica città. Più avanti giungiamo ad Amaicha del Valle, dove facciamo un’altra sosta per visitare il Museo de la Pachamama piuttosto interessante in quanto viene descritta la vita delle popolazioni di indigeni che abitavano queste zone. Superato il passo del Infernillo (l’ultimo al di sopra dei 3.000 metri) siamo a Tafi del Valle. Infine arriviamo a Tucuman e dopo un rapido giro per la città, che tuttavia non offre molto e tutto è concentrato nei pressi della piazza principale andiamo a cena in casa di Rosaria. Tren a las Nubes Il Treno alle Nuvole nacque in novembre da 1971, per iniziativa delle autorità della ferrovia Generale Belgrano. 1116 Luglio di 1972 si realizzò il primo viaggio ufficiale turistico, quello che si mantenne per 18 anni, fino a 1990, quando le ferrovie dello Stato sono privatizzate. Da 1991, l’emprendimiento turistico “Treno” alle Nuvole rimane in mani di capitali privati. La sua capacità di trasporto è di 468 passeggeri e conta su servizi di guida di relazioni turistiche, un aiutante per vagone, personale di sicurezza, medico ed infermieri. Questa formazione ammonta a 4.200 metri di altezza in un percorso di 434 chilometri, andata e ritorno. E una delle tre ferrovie più alte del mondo che attraversa montagne della Cordigliera delle Ande tra paesaggi spettacolari. Parte della città di Salta, attraversa la valle di Lerma, per introdursisi nella Gola del Toro, fino ad arrivare alla Castighi. La quantità di bigodini, viadotti, tunnel ed altre sinuosità che percorre il treno si deve a che l’autore del progetto, l’ingegnere statunitense Richard Maury, prese partito tenendo in conto il principio di aderenza delle ruote del treno alle vie e per le leggi della fisica, rifiutando il sistema meccanico di cerniera comunemente usato affinché le formazioni ferroviarie possano arrampicare con solvenza le altezze. Non utilizza ruote dentate, neanche per le parti più ripide della salita, perché le vie sono disposte in una maniera peculiare circolando per un sistema di zigzags e spirali. II treno parte dalla stazione Generale ............................................................................... Belgrano, nella città di Salta, a 1.187 metri sul livello del mare, e finisce nel viadotto La Polvorilla. Il treno conta su un servizio di sala da pranzo a bordo, traduttore ed assistenza medica per i problemi che potesse causare in alcuni passeggeri la mancanza di ossigeno che provoca l’altezza. Il percorso dura circa quindici ore, dalle sette della mattina fino ad approssimativamente mezzanotte o più. Possiede un percorso di 217 chilometri. Attraversa 29 ponti, 21 tunnel, 13 viadotti, 2 “bigodini” e 2 zig zag. Il treno parte tutti i mercoledì, venerdì e domeniche alle 7:05 hs. da Salta, ritornando alle 22.15 hs. Tariffa generale: Circuito in treno andata e ritorno nel giorno Tariffa standard U$S 140. 06 07 08 Avventure nel mondo 2 | 2012 - 79