LA RICOSTRUZIONE E LE APPLICAZIONI DEI PROCESSI FILOGENETICI La filogenesi è un’ipotesi che descrive la storia dei discendenti di un gruppo di organismi a partire dl loro progenitore comune. L’albero filogenetico è il diagramma che illustra graficamente la storia evolutiva. Per realizzare un albero filogenetico i sistematici analizzano i cambiamenti evolutivi che si sono verificati nei caratteri degli organismi basandosi sul principio darwiniano che tutte le specie discendono da un progenitore comune. Ogni carattere condiviso da due o più specie e che è stato ereditato da un antenato comune (carattere ancestrale) viene definito come omologo. Al contrario, un carattere che differisce dalla sua forma ancestrale viene indicato come carattere derivato. Per determinare in che modo i caratteri sono cambiati nel corso dll’evoluzione, i sistematici devono individuare lo stato del carattere nel progenitore comune e successivamente individuare il modo in cui esso si è modificato nei discendenti. L’evoluzione convergente e le inversioni evolutive generano caratteri simili pur non essendo stati ereditati da un progenitore comune. I caratteri di questo tipo vengono indicati come caratteri omoplastici e il fenomeno prende il nome di omoplasia Talvolta l’identificazione dei caratteri ancestrali risulta difficile. La prima tappa nella ricostruzione della storia filogenetica è quella di selezionare il gruppo di organismi di cui si vuole ricostruire la filogenesi (ingroup) e di individuare un appropriato gruppo di riferimento (outgroup) ovvero con una linea evolutiva di specie strettamente imparentate con quelle del gruppo di studio ma che si è separata prima da queste ultime nell’albero evolutivo. Il passo successivo prevede di scegliere i caratteri da prendere in esame per l’analisi e di identificare le possibili forme di tali caratteri. I sistematici utilizzano caratteri fisiologici, morfologici (grande mole posseduta di dati morfologici e ricche collezioni nei musei di tutto il mondo, caratteri embrionali), comportamentali, molecolari (struttura primaria delle proteine omologhe, sequenze di basi del DNA) che possono essere individuati sia negli organismi vivi che nei fossili. Quanto maggiore è il numero di caratteri presi in considerazione, tanto maggiore è la probabilità che l’albero filogenetico rifletta l’effettivo percorso evolutivo. Partendo dal presupposto che ogni carattere derivato si sia evoluto una sola volta e che una volta acquisito non viene perso analizziamo la seguente tabella: L’analisi effettuata non sarebbe così semplice se nei gruppi di studio avessimo incluso un serpente perché gli antenati lacertiliani dei serpenti erano provvisti di arti. Nella maggior parte dei casi i metodi utilizzati per la ricostruzione dei percorsi evolutivi sono più complessi perché devono tenere in considerazione il fatto che i caratteri possono cambiare più di una volta e che essi possono essere soggetti a inversioni evolutive. Si utilizzano pertanto il principio della parsimonia e il metodo delle massime somiglianze. Il primo afferma che tra possibili ipotesi è opportuno scegliere quella più semplice in grado di spiegare i dati rilevati (che prevede il minimo numero di cambiamenti evolutivi e il minor numero di omoplasie). Il secondo richiede l’utilizzo di programmi informatici piuttosto complessi che tengono conto del fatto che le mutazioni cambiano le sequenze nucleotidiche. Il biologo svedese Carolus Linnaeus nel 1758 ideò il sistema di classificazione indicato come nomenclatura binomiale. In esso ogni gruppo di organismi viene definito taxon (plurale taxa) I tassonomi attuali ritengono che i sistemi di classificazione debbano riflettere i rapporti evolutivi degli organismi e che i gruppi tassonomici debbano essere monofiletici. Un gruppo monofiletico (clade) comprende tutti i discendenti di un particolare progenitore. Un gruppo contenente alcuni membri che non condividono lo stesso progenitore viene definito polifiletico. Infine un gruppo che contiene alcuni ma non tutti i discendenti di un particolare progenitore viene indicato come parafiletico. In alcuni casi un carattere può evolversi diverse volte.