Brevi appunti sulla distorsione negli amplificatori Per introdurre l’argomento premetto un breve riepilogo sui suoni, che certamente non serve a voi che siete musicisti e magari vi annoierà, ma serve a me per fissare dei punti cui richiamarmi nel corso dell’avventura. Queste note sono brevi, non userò matematica ma solo illustrazioni grafiche, che a mio parere sono molto più esplicative di una formula. In realtà parleremo essenzialmente di segnali elettrici, quindi sapere qualche cosa di tensione, corrente, potenza non guasta, ma spero che gli argomenti siano condotti in modo da essere comunque comprensibili anche solo in modo intuitivo. Il suono Un suono è per definizione un fenomeno periodico, altrimenti si parla di rumore. Ogni suono è caratterizzato da altezza e timbro, in termini musicali, che si traducono come frequenza e spettro in termini fisici. La frequenza è quella che caratterizza la fondamentale del suono: ad esempio, il La centrale ha una frequenza di 440Hz (è una oscillazione periodica che si ripete 440 volte al secondo). Il timbro (non solo il timbro, in realtà, ma anche il tempo e la forma dell’attacco e del rilascio) distingue il La centrale emesso dal pianoforte dal La centrale emesso dall’organo. I due La, che hanno entrambi frequenza di 440 Hz differiscono fra di loro perché assieme alla frequenza fondamentale vengono emesse le cosiddette armoniche, cioè suoni a frequenza multipla della fondamentale e con ampiezza e fase diversa; ogni strumento emette un particolare insieme di armoniche che ne costituisce la “firma” acustica; questo insieme si chiama “spettro”. Il teorema di Fourier dimostra che qualsiasi forma d’onda (periodica) può essere ottenuta dalla somma di un tono puro e di alcune sue armoniche in opportuna relazione di ampiezza e di fase. Ad esempio, sommando ad un tono di frequenza f e ampiezza y le armoniche dispari di ampiezza inversamente proporzionale alla frequenza si ottiene una onda quadra, cioè: F = f ,y + 3f, 1/3y + 5f, 1/5y + 7f, 1/7y + . . . In Fig. 1 si vede questo esempio, limitato per chiarezza del disegno alla 5 armonica: con un poco poco di immaginazione è chiaro che il risultato finale, con un numero infinito di armoniche, è l’onda quadra. PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Quindi qualsiasi segnale che rappresenta la trasposizione elettrica di un suono (oppure la trasposizione in termini di pressione acustica, è esattamente lo stesso) è costituito dalla somma di toni puri, di frequenza multipla della fondamentale e con opportuna relazione di fase ed ampiezza. La trasposizione elettrica del fenomeno fisico può essere effettuata da un microfono, che trasforma in segnale elettrico le variazioni di pressione dell’aria che trasmette il suono, oppure dal pick up, che trasforma in segnale elettrico le vibrazioni meccaniche della corda. La distorsione Il compito di un amplificatore generico è quello di trasformare il segnale elettrico debole prodotto all’origine della catena acustica (bassa, o meglio bassissima potenza) in un segnale in grado di produrre di nuovo una pressione acustica, molto più potente ma omofona all’originale. Omofona significa che suona allo stesso modo ma, detto in soldoni, è in grado di pilotare un altoparlante ad un livello in grado di sfondare i timpani: la potenza elettrica prodotta dal pick up è dell’ordine di 0,1 microwatt, un decimo di milionesimo di watt, e deve essere trasformato in un segnale da 100 watt il più simile possibile all’originale (in prima approssimazione). Un amplificatore è quindi composto da una serie di stadi di amplificazione in cascata, perché uno solo non basta, in grado di produrre l’amplificazione necessaria, Ogni stadio deve amplificare il segnale emesso dal precedente, aumentandone la potenza ma senza variare la sua composizione armonica, cioè l’ampiezza relativa e la fase della fondamentale e delle armoniche che costituiscono il segnale in ingresso allo stadio: deve essere cioè “lineare”. Possiamo rappresentare la “funzione di trasferimento” di un amplificatore ideale come una linea retta, che a seconda della inclinazione amplifica più o meno. In Fig. 2 vediamo la funzione di trasferimento di un amplificatore ideale con guadagno pari a 2: entra l’onda verde ed esce l’onda rossa. Se la funzione di trasferimento è una retta, tutte le relazioni di ampiezza e di fase vengono rispettate e l’amplificatore è “lineare”: la forma d’onda in uscita è uguale a quella in ingresso, a parte l’ampiezza, che è moltiplicata per un fattore tanto maggiore quanto maggiore è la pendenza della retta. Però i dispositivi fisici reali sono ben lontani da avere una retta come funzione di trasferimento: sono tutto meno che lineari. PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com La situazione è quella di Fig. 3: la funzione di trasferimento è una curva, quindi il segnale viene amplificato ma anche deformato. Nella figura l’effetto è volutamente esagerato, per rendere più evidente il fenomeno. E’ chiaro che se il segnale di ingresso è meno ampio e “spostato più a destra” rispetto all’origine (spero che nessuno si scandalizzi per questo linguaggio così poco rigoroso), la deformazione è minore, perché incontra la curva della funzione di trasferimento in un tratto più lineare rispetto all’origine (chiarirò più avanti questa osservazione). Per capire il meccanismo della distorsione studiamo cosa succede ad un segnale puro, cioè composto da un segnale a frequenza unica, senza armoniche (la sola fondamentale). Se ad una frequenza fondamentale sommiamo un segnale a frequenza doppia ed ampiezza ridotta rispetto a quella della fondamentale, in una certa relazione di fase, otteniamo il risultato della Fig. 4, che guarda caso è esattamente quello che succede in Fig. 3. Quindi possiamo concludere che un amplificatore reale simile a quello di Fig. 3 aggiunge al segnale originale una certa percentuale di segnale a frequenza doppia: il segnale di uscita, non essendo più simile (in senso geometrico) a quello di ingresso, si dice “distorto”. La distorsione è la modifica della forma del segnale originale, non solo come moltiplicazione dell’ampiezza, ma secondo il teorema di Fourier a causa dell’aggiunta di componenti che nell’originale non ci sono. Questa è la teoria. Cosa succede al “suono”, cioè come si percepisce un segnale del genere, dato che il “suono” è un fenomeno psicoacustico, che passa inoltre per secoli di cultura musicale? PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com La seconda armonica è esattamente un’ottava sopra ed è quindi perfettamente consonante con il suono originale, è verificato che una distorsione di seconda armonica fino al 10% è praticamente inavvertibile, in pratica dà solo una sensazione di maggiore “pienezza” del suono, in certo qual modo lo rinforza ma non viene avvertito come un disturbo. Qui il linguaggio si fa meno matematicamente preciso, ma stiamo a questo punto parlando di sensazioni, di ciò che rende un suono piacevole. Inoltre il suono di qualsiasi strumento musicale non elettronico è comunque composto da un certo numero di armoniche, che sono responsabili della caratterizzazione del suono dello strumento stesso; nel caso dell’amplificatore per chitarra lo strumento comincia dalle corde e finisce con l’altoparlante, è quest’ultimo che emette il suono che arriva alle orecchie. Nel caso della catena di registrazione o della riproduzione della musica ciò ovviamente non vale, qui è necessaria la massima linearità. Fine dalla digressione (per ora). Quindi uno stadio di amplificazione composto da un (solo) dispositivo attivo, del tipo di Fig. 3, nel caso specifico una valvola, produce una certa misura di distorsione di seconda armonica, che rompe la simmetria del segnale: la distorsione di seconda armonica è asimmetrica. Questa forma di distorsione (di seconda armonica) è causata dal fatto che la semionda negativa del segnale incontra la funzione di trasferimento in una zona a pendenza bassa, mentre la semionda positiva la incontra in una zona a pendenza alta, quindi la semionda negativa viene amplificata meno di quella positiva. Se andate a vedere gli schemi dei vari Fender, Marshall, Vox, Mesa ecc, (a valvole, si intende) vedete che la parte pre è composta di una cascata di stadi che hanno esattamente quella struttura. Nei Marshall a partire dal JCM 8xx è sempre presente uno stadio configurato in modo da funzionare proprio come in Fig. 3, cioè in modo da produrre una distorsione elevata (per i tecnici: il terzo stadio con una resistenza di catodo di 10kohm, che portano la 12AX7 a lavorare con una corrente di circa 200 microampere, quindi nella zona molto curva vicino all’origine). Che cosa succede se sommiamo non la seconda ma la terza armonica? In Fig. 5 vediamo che la terza armonica non rompe la simmetria ma appiattisce la sommità di entrambe le semionde del segnale. Di fatto la distorsione di terza armonica produce un suono “compresso” rispetto all’originale. E’ comunque musicalmente non disturbante, in quanto se ad esempio consideriamo che la fondamentale sia un Do a 1046 Hz, la terza armonica, a 3135 (quasi) è un sol, più alta di un’ottava ed una quinta (spero di non dire c…). PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com La funzione di trasferimento che può produrre un segnale del genere deve essere simmetrica rispetto all’origine, come in Fig. 6. Il circuito che può avere questa funzione di trasferimento è quello di Fig. 7, i più esperti hanno riconosciuto il classico stadio di potenza push pull. Il circuito push pull è costituito da due valvole collegate ad un trasformatore di uscita e pilotate da segnali in controfase (cioè, quando un è positivo l’altro è negativo e viceversa); il segnale controfase viene prodotto dallo stadio precedente, che si chiama appunto “sfasatore” e che partendo da un segnale singolo, quello che arriva dallo stadio precedente, ad esempio il preamplificatore, produce due segnali uguali ma con polarità opposta. PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Il trasformatore somma le uscite delle due valvole: ciascuna ha una funzione di trasferimento come quella che abbiamo già visto per la valvola singola, ma lavorano in controfase quindi la curvatura all’origine si annulla, dando origine alla funzione di trasferimento rettilinea sull’origine: in questo modo le distorsioni generate dalla singola valvola si compensano e per segnali inferiori ad un certo limite la funzione di trasferimento è proprio lineare (questo argomento verrà approfondito quando parleremo della distorsione di incrocio, per il momento consideriamo che all’origine la funzione sia rettilinea). Dove si origina la distorsione? Evidentemente per segnali grandi, quando per una concomitanza di fattori la potenza di uscita non può più crescere per quanto si aumenti il segnale di ingresso. I fattori che limitano il segnale in uscita sono: la tensione massima di alimentazione, la corrente massima di alimentazione (l’alimentatore è progettato per fornire una corrente massima), la corrente massima che può passare per la valvola, che è determinata dalla tensione di alimentazione e dalle caratteristiche del trasformatore di uscita. In poche parole: un amplificatore da 100W più di 100W non può dare (a parte le considerazioni che si possono fare sul definizione dei 100W). Il limite di potenza è rappresentato, nella funzione di trasferimento, dai due tratti esterni dove la pendenza (cioè l’amplificazione) diminuisce. La distorsione di terza armonica è una distorsione simmetrica, che viene generata da stadi simmetrici. Prime considerazioni generali In generale possiamo dire (perché è dimostrato dalla teoria e verificato nella pratica) quanto segue: Gli stadi singoli, asimmetrici, (detti anche SE cioè Single End) producono distorsione armonica di ordine pari, cioè le armoniche 2°, 4°, 6° ecc. Gli stadi “doppi”, simmetrici, detti anche “push pull” perché le due valvole conducono in opposizione di fase, mentre una “tira” l’altra “spinge”, producono distorsione armonica di ordine dispari, cioè le armoniche 3°, 5°,7° ecc. Facciamo ora qualche considerazione terra terra sugli stadi di amplificazione: anche uno stadio asimmetrico ha un limite massimo al segnale che può erogare, perché se la valvola è alimentata con diciamo 200 V è impensabile che possa darne in uscita di più, quindi anche la funzione di trasferimento di uno stadio singolo ad un certo punto si appiattisce. Quindi uno stadio singolo produce solo armoniche pari fino in prossimità del clipping (cioè del massimo segnale in uscita) e sia armoniche pari che dispari al clipping. Ma il clipping di uno stadio singolo sarà sempre asimmetrico (clippa prima una semionda poi l’altra). D’altro canto, un push pull teoricamente produce solo armoniche dispari, e ciò perché la teoria considera che lo stadio sia simmetrico. Ma in realtà nessuno stadio push pull è realmente simmetrico, per tanti motivi: le due valvole non sono perfettamente uguali, anche se selezionate (le tolleranze di produzione sono superiori al 30% ed una selezione che porti le differenze sotto 1% avrebbe costi astronomici), le due metà del trasformatore non sono uguali (anche qui ci sono tolleranze di costruzione, il costo del PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com trasformatore dipende solo dalla accuratezza di produzione, dato che di materiali ci stanno pochi “euri” – ferro, rame, carta ), lo sfasatore non produce due segnali esattamente simmetrici. L’asimmetria produce armoniche pari, quindi un push pull reale produrrà sia armoniche dispari che armoniche pari, che però in uno stadio ben costruito sono basse. Tranciando con l’accetta: la distorsione da “pre” (non in clipping) è di ordine pari, la distorsione da finale in overdrive è di ordine dispari. Distorsione e tecnologia La distorsione dipende anche pesantemente dalla tecnologia: riassumo in breve alcune informazioni (senza dare ulteriori spiegazioni, perché sono essenzialmente sperimentali), che valgono, salvo specificazione diversa, per dispositivo non in clipping. I triodi emettono essenzialmente distorsione di seconda armonica. I tetrodi ed i pentodi emettono quantità elevate di distorsione di ordine dispari (terza, quinta, settima ecc). Le armoniche dispari di ordine superiore al 5° non sono musicalmente correlate (sono dissonanti) quindi producono un suono sgradevole, “raspante” e metallico. Anche alcuni triodi di progettazione recente (intendo anni 70), causa la struttura meccanica particolare per ridurre le dimensioni, producono dosi notevoli di terza armonica (ampiezza simile a quella di seconda): tipico esempio la 6DJ8. I JFET (transistor ad effetto di campo) sono simili ai pentodi. I transistor a giunzione sono peggio dei cattivi pentodi. I circuiti integrati sono un caso a parte, in quanto sono costituiti da qualche centinaio di transistor e JFET su un unico cristallo di silicio ed hanno sempre circuitazioni simmetriche dall’ingresso all’uscita, quindi producono solo distorsione di ordine dispari ed al clipping in quantità industriale. (sotto il clipping, essendo invece applicata una controreazione elevata, sono decisamente molto lineari, pure con un sottofondo di distorsione di ordine elevatissimo – misurata fino alla 81a armonica). Per quanto riguarda il clipping, in linea di massima il clipping delle valvole è progressivo e “morbido” (anche qui dipende dal modello: le EL34 hanno un clipping decisamente morbido, mentre le 6556 hanno un clipping decisamente più hard: ciò si può indurre anche dalla forma del ginocchio delle curve caratteristiche di placca – per chi le sa leggere). Il clipping dei semiconduttori in genere è molto brusco, quindi al clipping anche modesto generano quantità industriali di armoniche dispari: non esiste overdrive, si passa dal segnale “pulito” al clipping secco. PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com La distorsione di incrocio. La distorsione di incrocio merita un discorso a parte, un po’ più complesso perché entra in ballo il bias. Facciamo un passo indietro: in un circuito push pull (quindi simmetrico) ciascuna valvola amplifica un segnale di fase opposta all’altra. Nei circuiti cosiddetti in classe A ogni valvola amplifica tutto il segnale di sua pertinenza, nei circuiti in classe B ogni valvola amplifica una semionda ed il trasformatore di uscita ricompone il segnale intero (quindi un circuito asimmetrico o SE è necessariamente in classe A). Dal punto di vista della corrente: in classe A la corrente di riposo delle due valvole è elevata e per tutta la durata del segnale (due semionde) la corrente in nessuna delle due valvole va a zero in classe B la corrente delle due valvole è tendente a zero e ciascuna delle due valvole inizia a condurre quando la sua semionda diventa positiva una situazione intermedia è la classe AB, in cui ciascuna valvola conduce per un po’ di più di una semionda. A cosa serve questa distinzione? Abbiamo detto che in un push pull il trasformatore si occupa di sommare il contributo delle due valvole, ma ciascuna delle due, considerata isolatamente, si comporta come un circuito asimmetrico. Nel caso della classe A ogni valvola si comporta come abbiamo già visto. Nel caso della classe B la valvola è nelle condizioni rappresentate in Fig. 8, in cui la valvola inizia a condurre quando il segnale passa per lo zero (inizia la sua semionda) ma la curvatura della funzione di trasferimento allo zero produce la forma d’onda in uscita distorta a basso livello. La somma nel trasformatore delle due semionde opposte di Fig. 8 (una per valvola) produce l’onda totale risultante di Fig. 9: la distorsione visibile nel cerchio azzurro è la distorsione di incrocio. PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com E’ una distorsione simmetrica, quindi di ordine dispari, come la distorsione da overdrive, ma attenzione: la fase delle armoniche è esattamente opposta. Per ridurre questa distorsione, evidente e fastidiosa in quanto incide tanto di più quanto più il livello del segnale è basso, le due valvole vengono “polarizzate” in modo che la corrente di riposo sia maggiore di zero e quindi ogni valvola comincia a condurre corrente prima, e quindi per un certo periodo (tanto più lungo quanto maggiore è la corrente di riposo) entrambe le valvole conducono. Il funzionamento per una valvola è quello di Fig. 10: è evidente che la composizione di due semionde di questo tipo dà origine ad un segnale (ricomposto) meno distorto del caso precedente. Se vogliamo ragionare in termino di funzione di trasferimento “composita”, la Fig. 11 rappresenta i tre casi. PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com Nel caso della classe A la funzione di trasferimento è effettivamente una retta, tranne alle estremità. Nel caso della classe B la funzione di trasferimento non è mai retta. Nel caso della classe AB la funzione di trasferimento è molto più lineare della classe B e benché non sia una retta in tutta la sua estensione, la approssima abbastanza bene, e tanto meglio quanto più la sovrapposizione aumenta. La funzione di trasferimento è effettivamente retta fra i punti x e y: in questa zona, cioè per piccoli segnali l’amplificatore funziona in classe A. Nel caso della classe B vengono emesse armoniche dispari di ordine elevato, quindi il suono risulta fastidioso; l’ampiezza delle armoniche dispari di ordine più elevato si riduce quanto più si aumenta la sovrapposizione della conduzione delle due valvole, cioè quanto più si linearizza la funzione di trasferimento. Distorsione di incrocio e tecnologia Nei transistor a giunzione la transizione dalla interdizione (cioè non conduzione) alla conduzione è più brusca che nelle valvole quindi la distorsione di incrocio è più elevata, i MOS-FET (di potenza) sono ancora meno lineari dei transistor, solo che sono molto più resistenti ai sovraccarichi di corrente (un transistor fonde in microsecondi se si superano i limiti ammessi, quindi i fusibili non servono, i MOS-FET in secondi, le valvole in minuti) , quindi oggi gli amplificatori di grande potenza si fanno con i MOS-FET e correnti di bias elevate (rispetto a quelle che si userebbero con i transistor) Distorsione di Intermodulazione Finora abbiamo parlato di cosa succede ad un segnale singolo (una frequenza). Ma in un amplificatore passano in genere segnali complessi: si può dimostrare che se in un dispositivo non lineare entrano due frequenze f2 ed f1 (con f2 > f1) all’uscita oltre a f2 ed f1 troveremo anche, con ampiezza via via decrescente e dipendente dalla non linearità del dispositivo i seguenti segnali, che si definiscono “distorsione di intermodulazione”: (f2-f1), (f2+f1) (2f2 – f1), (2f1 – f2), (2f2 + f1), (2f1 + f2) (2f2 – 2f1), (2f2 + 2f1) ecc. secondo ordine terzo ordine quarto ordine Comunque maggiore è la linearità del dispositivo minore è questa distorsione, quindi si applicano tranquillamente tutte le considerazioni precedenti. L’effetto di questa distorsione è la confusione, la difficoltà a distinguere gli strumenti. A mio parere questa distorsione è perniciosa in un amplificatore HiFi, che deve amplificare segnali compressissimi, pensate ad una orchestra completa, mentre nel caso di un amplificatore per uno strumento tipo chitarra o basso, dove al massimo entra un accordo di un solo strumento, è meno rilevante. Ovviamente quanto detto per le riproduzione HiFi vale non solo per l’impianto domestico, ma anche per l’impianto PA e per la catena di registrazione a partire dai microfoni per finire sul nastro (o sul convertitore AD del PC). PDF Creator - PDF4Free v2.0 http://www.pdf4free.com