Spettacoli 35
IL GIORNALE DI VICENZA
Lunedì 29 Dicembre 2014
Sagittario
23novembre/21dicembre
Approfittatedel momento
favorevoleper allargarela
vostrasferadi attività.In
amoreosate.
Capricorno
22dicembre/20gennaio
Nellavoropotete osare
qualcheazzardo. Nonsiete
soddisfatti diuno Scorpione
pocopresente.
Acquario
21gennaio/19febbraio
Nonlasciateviprenderela
manodallavoglia difare.
Troppocaosnei rapporti
sentimentali.
Pesci
20febbraio/20marzo
Nonèfacile parlarechiaro ma
conuncerto tattoma èquello
chedovetefare.Inamorepiù
tenacia.
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DANZA. Magiche atmosfere alteatroComunaleper l’attesoappuntamento conlarassegna ThieneDanza,protagonista (applauditissimo)il RoyalBalletdi Mosca
Nelsognocon laBellaaddormentata
Fioreall’occhiello della
produzionedei teatriimperiali
dell’Ottocento,lospettacolo
mantieneintatteforza emagia
Sara Panizzon
THIENE
Il mondo incantato della Bella
Addormentata fa sognare il
pubblico di Thiene Danza.
Non poteva esserci inizio migliore per la rassegna organizzata dall'assessorato alla cultura in collaborazione con Arteven ed il patrocinio della Regione.
Il Royal Ballet of MoscowThe Crown of Russia Ballet, diretto da Anatoly Emelyanov,
ha infatti portato in scena, con
gli adattamenti coreografici
di Lev Ivanov, La Bella Addormentata lo spettacolo che è stato il fiore all'occhiello della
produzione dei teatri imperiali di San Pietroburgo, nell'Ottocento, l'epoca dello zar Alessandro III. Come altre due opere considerate icone della danza, "Lo Schiaccianoci" ed "Il
Lago dei Cigni", il balletto, ispirato alla favola senza tempo di
Charles Perrault, fu coreografato dal francese Marius Petipa su partitura del compositore russo Pyotr Ilyich Tchaikovsky.
Ma mentre gli altri due racconti vengono associati quasi
esclusivamente al balletto, la
storia della principessa Aurora, punta da un fuso e destinata a dormire per cento anni prima di essere risvegliata dal
principe, è da sempre apprezzata da un pubblico più vasto.
La riprova della magia creata
da questa favola antica, ma
sempre attuale, erano non solo i molti bambini presenti al
Comunale di Thiene, ma anche i genitori e nonni entusiasti di poter ammirare il corpo
di ballo, che annovera tra le
sue fila ballerini di grande
esperienza, e soprattutto l'étoile Julia Golitcina, già solista
dell'Eifman Ballet di San Pietroburgo. La Bella Addormentata, un prologo e tre atti nella
versione originale, è il balletto
di Tchaikovsky forse più complesso da rappresentare, sia
per la durata, 170 minuti circa
di musica, sia per numero di
danzatori cui si richiedono
prestazioni di assoluta eccellenza.
La versione presentata a
Thiene è stata riadattata alle
esigenze di un pubblico moderno e snellita a due ore di
spettacolo suddivise in due atti.
Nel primo, le variopinte scenografie e gli scintillanti costumi, che evocavano i grandi balletti delle Russia imperiale,
hanno fatto da cornice alla festa per il battesimo di Aurora:
mentre sei fate offrivano i loro
doni alla principessina, fra
tuoni e lampi, è comparsa la
malvagia fata Carabosse non
invitata alla festa dal maestro
di cerimonie Catalabutte.
Infuriata per l'oltraggio subito, invece degli auguri Carabosse pronuncia una maledizione contro la bimba: il giorno del suo sedicesimo compleanno la principessa si pungerà con un fuso e morirà. Alla
disperazione generale dà un
po' di sollievo la fata dei Lillà,
che promette di mitigare la
UnafavolaresaperfettamentesullepuntequellaapprezzataaThiene
Ottimol’avviodellarassegnaThieneDanza. STUDIO STELLA/BREGANZE
Atmosfereincantate perla rappresentazionede La Bellaaddormentata al Comunaledi Thiene
maledizione: Aurora si pungerà ma non morirà, bensì cadrà
in un sonno profondo che durerà cento anni, fino a quando
un principe la risveglierà con
un bacio.
Così avviene.
Durante i festeggiamenti per
il suo sedicesimo compleanno, Aurora si punge con un fuso trovato nel mazzo di rose regalatole da Carabosse travestita da vecchietta. La principessa cade al suolo come morta,
ma la fata dei Lillà trasforma
la morte in sonno profondo e
tutto nel castello si addormenta.
La giovane si risveglia e si
compie il lieto fine, celebrato
con una grande festa cui partecipano anche altri personaggi
della favole come Florina e
L'Uccello Azzurro, il Gatto
con gli stivali e la Gattina Bianca, Cappuccetto rosso con il lupo.
Il pubblico ha così gradito la
raffinatezza dello spettacolo
daapplaudire a tempo di musica gli assoli, in particolar modo il passo a due dei principi
convolati a nozze, le processioni, e gli adagi: stupefacenti oggi come cent'anni fa. •
Il secondo atto si apre con
l'incontro fra il principe Désiré, a caccia nella foresta, e la
Fata di Lillà che gli mostra un'
immagine di Aurora di cui il
giovane subito si innamora.
Inizia così l'impresa del principe per liberare la principessa.
La malvagia fata Carabosse li
attende per lo scontro finale, e
sul palco thienese si inscena,
con leggiadria di passi, l'eterna lotta fra il bene ed il male.
La fata di Lillà vince sul rancore di Carabosse ed invita il
principe a spezzare l'incantesimo che affligge Aurora con un
bacio.
© RIPRODUZIONERISERVATA
DaMoscaaThieneper stupiree emozionare. FOTO DONOVAN CISCATO
TEATRO. Felice debutto diunarilettura liberae contemporanea
Windsor, Veneto
Lecomarisono allegre
intutteleprovince
MatàzTeatroaDueville
centrailbersagliograzie
alleintuizionidiPennacchie
Artusi.Ottimarecitazione
Alessandra Agosti
DUEVILLE
"Le allegre comari di Windsor", commedia di William
Shakespeare scritta intorno al
1600 su richiesta della regina
Elisabetta, divertita dal personaggio di Falstaff visto
nell'"Enrico IV" e nell'"Enrico
V", è un testo che non smette
di appassionare il pubblico e
di stuzzicare i teatranti: e questo sia che lo si affronti con taglio filologico (si pensi all'allestimento dell'Eliseo di Roma
con Leo Gullotta, transitato
per il Comunale di Vicenza un
paio di stagioni fa), sia che ci si
avventuri in rielaborazioni anche molto spinte del cavaliere
smargiasso, bugiardo e senza
freni che ne è protagonista (come nel recentissimo spettacolo di Andrea De Rosa con Giuseppe Battiston, anch'esso visto al Comunale vicentino).
Particolarmente intrigante
prometteva dunque di essere
la rilettura libera e contemporanea proposta dalla giovane
compagnia Matàz Teatro, in
coproduzione con Dedalofurioso, al debutto l'altra sera al
Busnelli di Dueville, dal titolo
"Le allegre comari", testo di
Andrea Pennacchi e regia di
Marco Artusi, impegnato anche sul palco insieme a Evarossella Biolo, Francesca Botti e
Beatrice Niero.
Promesse mantenute? Assolutamente sì: spettacolo divertente, rilettura acuta, perso-
naggi ben costruiti, recitazione con i controfiocchi.
Partiamo dal testo. L'intuizione vincente di Pennacchi
sta nell'accostare due province: quella di Windsor e quella
veneta. Ecco allora offrirsi agli
spettatori uno spaccato di vita
sonnolenta e falsa, dove l'unica cosa sacra e intoccabile sono i soldi (anzi, "i schei"), tra
machismo sbandierato, razzismo congenito, frustrazioni represse, desideri inconfessabili
e apparenze da salvare ad ogni
costo.
Estratti dalla trama originale pochi punti essenziali, Pennacchi ha il merito di avervi
tessuto intorno una storia credibile, intrisa di ironia al vetriolo e lavorata di fino sul piano del linguaggio e delle atmosfere, in un mix di lessico contemporaneo e riferimenti
Lacompagnia Matàzin scenaal Busnellidi Duevillecon “Leallegre comari”. Foto ANNA PIEROBON
d'epoca tale da creare una travolgente vertigine temporale,
fra streghe dal sapore seicentesco e smartphone, accampamenti militari e palestre di pilates, aperitivi al bar e riti magici nei boschi. È in questo quadro che si muovono i personaggi, nettamente divisi tra "locali" e "foresti": le due coppie
Ford e Page da un lato, la slava
integrata Quickly e sir Falstaff
dall'altro.
Tutti eccellenti gli interpreti,
vero valore aggiunto di questa
compagnia che non mancherà di mettersi in luce. Quel che
si è visto l'altra sera è stato infatti un pregevolissimo teatro
Duedeglieccellentiinterpretiapplauditi a Dueville. FOTO A. PIEROBON
d'attore, merce non così comune di questi tempi, specie perché distribuita con omogeneità tra i componenti, senza punti deboli.
E allora, spassoso il Falstaff
di Marco Artusi, lontano dall'
iconografia che lo vuole strabordante fisicamente, ma disonesto, mariuolo e superbo
al punto giusto.
Avvincente e sottilmente
drammatica la Quickly di Beatrice Niero, vera regista ombra di una provincia di cui
sfrutta i vizi, impermeabile alle offese, amica di tutti e di nessuno. E straordinarie, ciascuna nel doppio ruolo di moglie
e marito, Evarossella Biolo e
Francesca Botti: la prima interprete dei Page, lei vittima
di noia e diete, lui fragile e sessualmente incerto; la seconda
una signora Ford succube e repressa e un signor Ford ottuso, crudele e guerrafondaio.
Già mosso da un buon ritmo
nonostante l'emozione del debutto, lo spettacolo ha meritato in pieno i caldi applausi di
un Busnelli che la prima nevicata della stagione ha impedito di riempire.
Peccato.
Ma alla prossima replica non
perdetevelo. •
© RIPRODUZIONERISERVATA