MOLTIPLICATORI DI TENSIONE Mediante l'impiego di diodi e di condensatori tensioni alternate (AC) possono essere rese continue (DC) e contemporaneamente raddoppiate, triplicate, quadruplicate, ecc. in tensione, tramite circuiti duplicatori, triplicatori, quadruplicatori, ecc., di tensione, spesso utilizzati in molti dispositivi elettronici, il più noto dei quali è il moltiplicatore di tensione presente nello stadio E.A.T. ( o EHT Extra High Voltage) di tutti i televisori analogici, in bianco e nero e a colori. Oppure tubi Geiger o Laser… Analizziamo il circuito della figura seguente, nel quale entrambe le semionde della tensione alternata vengono raddrizzate: si chiama infatti duplicatore ad onda intera. Quando sul punto A del secondario del trasformatore è presente la semionda positiva della tensione alternata, sul terminale B è presente quella negativa. Facciamo allora riferimento alla prima semionda positiva presente in A, la quale promuove la corrente attraverso il diodo D1 ed il condensatore C1, secondo le frecce indicate con il numero 1, realizzando una prima rettificazione delle semionde positive. La seconda rettificazione si verifica allorquando sul terminale B si presentano le semionde positive, che a loro volta promuovono la corrente segnalata dalle frecce sulle quali è riportato il numero 2. Il percorso di questa corrente è il seguente: il condensatore C2, diodo D2 e diodo D2. C1 e C2 si caricano alla tensione di picco del secondario (a parte la caduta di tensione sui diodi) con il positivo in alto in figura. La tensione VCD tra C e D vale dunque VCB + VBC che sono uguali. VCD = 2 VCB = 2 (Vp – Vd) = 2 (√2 V(RMS) –Vd) = 2 √2 V(RMS) circa = 2,81 V(RMS) circa Se ad es. la tensione d'entrata vale 10 V (RMS), quella d'uscita, nel circuito è di 28 V DC (circa) I simboli usati sono: Vo(DC) valore della tensione continua disponibile in uscita, Vi(RMS) è il valore efficace della tensione SINUSOIDALE applicata in ingresso ed NC è il numero delle celle. Il circuito sopra NON ha un morsetto collegato a massa, se ciò servisse si può usare il seguente Duplicatore a semionda La tensione continua è sempre maggiore del doppio del valore della tensione VAC, perché i condensatori si caricheranno sempre sul valore di picco. Questi circuiti funzionano allo stesso degli alimentatori a filtro capacitivo, e quindi la tensione di uscita diminuisce rapidamente all’aumentare della corrente assorbita dal carico. Pertanto occorrerebbe farli lavorare quasi a vuoto, in pratica è possibile assorbire solo qualche decina di mA onde non aumentare troppo il ripple.Vale una formula già vista a proposito del ripple: C[mF] = 20 N / ( f RL[kΩ] ) da cui RL[kΩ] = 20 N / ( f C[mF] ) e quindi Io [mA]= Vo(DC) / RL[kΩ] = ( Vo(DC) f C[mF] ) / (20 N ) con RL[kΩ] = Vo / Io[mA] N è il fattore di moltiplicazione ( X 1 ; X 2; X 3 ecc); f la frequenza [Hz]; C le capacità misurate in milli farad ; RL la resistenza del carico in KΩ; Vo(DC) la tensione continua di uscita Esempio: Applicando sull'ingresso di un duplicatore una tensione alternata di 30 V 50 Hz si vuole prelevare una Io(DC) di 100 mA In uscita si avranno 30 x 1,41 x 2 = 84,6 volt Il valore dei condensatori da utilizzare in questo duplicatore si calcola con la formula : RL[kΩ] = Vo / Io[mA] = 84,6 / 100 = 0,85 KΩ C = 20 X 2/ (50 X 0,85 ) = 0,94 mF = 940 uF => 1000 uF Circuiti ricorsivi di moltiplicazione Se applicheremo in serie due celle otterremo in uscita una tensione quadruplicata; se applicheremo in serie tre celle otterremo una tensione sestuplicata; se invece ne applicheremo in serie quattro otterremo una tensione ottuplicata. La tensione presente sull'uscita di questi stadi duplicatori è determinabile mediante la formula : Vo(DC) = Vi(RMS) x 1,41 x N dove N è il fattore di moltiplicazione ( X 1 ; X 2; X 3 ecc) Nelle formule seguenti NON usare N = fattore di moltiplicazione ma NC = N° di celle !!! C[mF] = 20 NC / ( f RL[kΩ] ) da cui RL[kΩ] = 20 NC / ( f C[mF] ) e quindi Io [mA]= Vo(DC) / RL[kΩ] = ( Vo(DC) f C[mF] ) / (20 NC ) con RL[kΩ] = Vo / Io[mA] CAPACITÀ e FREQUENZA La massima corrente che possiamo prelevare sull'uscita oltre a dipendere dalla capacità del condensatore dipende anche dalla frequenza della tensione alternata che desideriamo duplicare - triplicare quadruplicare o quintuplicare. Se anziché utilizzare una frequenza di rete a 50 Hz, usiamo una frequenza di 30.000 Hz generata da un oscillatore di BF, potremo notare che aumentando la frequenza si riduce notevolmente il valore della capacità del condensatore in quanto la formula rimane invariata : Esempio In un circuito composto da 3 celle in grado di fornirci in uscita una tensione di 250 volt, corremmo conoscere il valore delle capacità da usare per prelevare in uscita 10 mllllAmper applicando sull'ingresso una tensione alternata alla frequenza di 50 Hz oppure di 30.000 Hz : [(40.000 x 3) : 50] : (250 : 10) = 96 microF [(40.000 x 3) : 30.000] : (250:10) = 0,16 microF Come sì può constatare, aumentando la frequenza dovremo utilizzare dei condensatori di capacità minore. TENSIONE DI LAVORO DEI CONDENSATORI La tensione di lavoro dei condensatori da utilizzare nei duplicatori - triplicatori - quadruplicatori ecc., è doppia di quella di picco dell’alimentazione, quindi non dovrà mai risultare inferiore a : Vi(RMS) x 1,41 x 2 Se sull'ingresso del circuito applichiamo una tensione alternata di 100 volt, dovremo utilizzare dei condensatori che abbiano una tensione di lavoro non inferiore a : 100 X 2,82 = 282 volt In questo caso potremo utilizzare dei condensatori da 300 volt lavoro. Se sull'ingresso applicassimo invece una tensione alternata di 220 volt, dovremmo utilizzare dei condensatori che abbiano una tensione di lavoro non inferiore a : 220 X 2,82 = 620 volt In questo caso potremmo tranquillamente scegliere dei condensatori da 600 volt lavoro, perchè questi possono sopportare un 10-15% in più della tensione massima segnalata sull'involucro. TENSIONE INVERSA SUI DIODI Anche tale tensione è doppia del picco dell’alimentazione: i diodi da utilizzare in questi circuiti dovranno essere In grado di lavorare su un valore massimo di : Vi(RMS) x 1,41 x 2 Se realizzate un sestuplicatore in grado di ottenere in uscita delle tensioni di qualche migliaia di volt, ricordatevi che tutti i valori dei diodi e dei condensatori vanno calcolati per la tensione alternata che applicherete sull'ingresso e non per la tensione che otterrete in uscita. Esempio Realizzando duplicatori in grado di erogare in uscita una tensione continua di 1.000 volt e applicando sull'ingresso una tensione alternata di 120 volt, dovremo scegliere dei diodi raddrizzatori in grado di lavorare con tensioni maggiori di : 120 x 2,82 = 338 volt In questo caso potremo scegliere dei diodi da 400-500 volt lavoro (massima tensione inversa del diodo). POTENZA DEL TRASFORMATORE La potenza del trasformatore dovrà essere proporzionata al valore della tensione e della corrente che preleveremo sull'uscita dei duplicatori - triplicatori - quadruplicatori ecc. Se da uno stadio duplicatore - triplicatore ecc., preleveremo una tensione di 500 volt e con tale tensione alimenteremo un circuito che assorbe 45 mA, la potenza del trasformatore non dovrà mai risultare inferiore a : STrasformat = Vi(RMS) Ii(RMS) > Vo(DC) Io(DC) =500 x 0,045 = 22.5 VA Se da un trasformatore provvisto di un secondario che eroga 200 volt 100 mA e quindi ha STrasformat = 200 x 0,1 = 20 VA preleviamo questa tensione per duplicarla, portandola a : 200 x 1,41 x 2 = 564 volt la corrente che potremo prelevare dall'uscita del duplicatore sarà di: Io(DC) < STrasformat / Vo(DC) = 20 / 564 = 35,4 mA e di conseguenza non potremo alimentare circuiti che assorbono più di 30 milllAmper. Se quadruplichiamo questa tensione fino a: 200 x 1,41 x4 = 1.128 volt la corrente che potremo prelevare dall'uscita del quadruplicatore sarà di soli : 20 / 1.128 = 17,7 mA In pratica è consigliabile assorbire correnti minori, cioè 15-14 milllAmper. Lo schema riportato in figura 10 propone il circuito di un moltiplicatore di tensione, nel quale la tensione in uscita U, rispetto a quella d'entrata Vp, va moltiplicata per il numero degli stadi presenti che, nel caso specifico, sono quattro. Con questo sistema si possono raggiungere tensione elevatissime, ma le correnti derivabili sono assai limitate. Fig. 10 - Moltiplicatore di tensione a diodi e condensatori elettrolitici. Il valore della tensione in uscita è pari a quella d'entrata moltiplicata per il numero dei circuiti moltiplicatori. Teoricamente, adottando il circuito di figura 10, la tensione d'entrata Vp può essere moltiplicata all'infinito. In pratica no, se non ci si accontenta di assorbire correnti di valore limitato. La tensione di lavoro del primo condensatore elettrolitico C1 può essere pari a Vp; per gli altri la tensione di lavoro deve essere almeno uguale a Vpx2. TENSIONE PIV (Peak Inverse Voltage) Ritorniamo per un momento al circuito teorico riportato in figura 1, per ricordare che l'anodo (a) del diodo a semiconduttore D1 riceve una tensione di picco che varia fra + 16,8 Vcc e - 16,8 Vcc (12 Vca x 1,4 = 16,8 Vcc). Ciò significa che, in presenza della semionda negativa a -16,8 Vcc, tra anodo e catodo del diodo D1, si forma una differenza di potenziale pari a 16,8 V x 2 = 33,6 Vcc. Dunque il diodo D1 deve poter sopportare una tensione inversa di almeno 33,6 V. Ora, poiché la tensione di rete può presentare variazioni in meno ma anche in più rispetto al valore nominale, il componente, per lavorare in tutta sicurezza, deve essere caratterizzato da una tensione inversa di almeno 50 V. Ma questo valore, nel diodo 1N4004, è di ben 400 V ed in gergo prende il nome di PIV (peak inverse voltage). TENSIONI NEGATIVE Rovesciando la polarità dei diodi raddrizzatori e quella dei condensatori elettrolitici si otterrà in uscita una tensione negativa anziché positiva, come visibile negli schemi precedenti