Natura corpuscolare della luce: misura della costante di Planck utilizzando i diodi LED 1. Introduzione e teoria Nell’ambito della teoria corpuscolare della luce, la stessa è costituita da particelle (o quanti) detti fotoni. Essi hanno la particolarità di avere ognuno la medesima energia, la quale dipende dalla loro frequenza f. In tal modo, una sorgente di luce scambia energia con l’ambiente esterno in modo discreto, cioè solo per numeri interi di fotoni. Questa proprietà della radiazione elettromagnetica fu introdotta per la prima volta da Max Planck nel 1899, anche se egli la considerava soltanto un espediente matematico valido per spiegare lo spettro del corpo nero. Fu Albert Einstein, nel 1905, a proporre l’idea che la luce sia composta realmente da corpuscoli (più tardi chiamati fotoni), privi di massa e aventi un’energia ben definita. In un fotone, l’energia (E) è direttamente proporzionale alla frequenza: E=h f e la costante di proporzionalità h ha il seguente valore: h = 6, 626 ⋅10−34 J ⋅ s In questa esperienza ci proponiamo di misurare proprio questa quantità h, chiamata costante di Planck. Per farlo utilizzeremo un LED (Light Emitting Diode), ovvero un diodo ad emissione luminosa. Si tratta di un dispositivo a semiconduttore che, oltre a svolgere le funzioni di un normale diodo al silicio – cioè di permettere il passaggio della corrente elettrica in un solo verso – si comporta come una piccola lampadina illuminandosi quando collegato ad un generatore di tensione. La luce irradiata ha una frequenza (e quindi un colore) ben definita che dipende dalle caratteristiche 1. Simbolo circuitale del LED della giunzione p-n del semiconduttore. In commercio esistono LED di vari colori e dimensioni. Dire che la frequenza della luce emessa è ben definita, significa che essa è composta esclusivamente da fotoni di una determinata energia. Quest’ultima si può ricavare sperimentalmente dalla curva caratteristica del diodo, ovvero dal grafico in cui sulle ascisse mettiamo la tensione di alimentazione V e sulle ordinate la corrente che scorre nel LED. La frequenza (f) invece è ricavabile dalla lunghezza d’onda λ mediante la seguente relazione: c=λ f dove c è la velocità della luce (c = 3·108 m/s). Si può misurare λ facendo passare la luce del diodo in un reticolo di diffrazione e misurando la distanza fra i massimi della figura di diffrazione che si formerà su uno schermo. Nei prossimi paragrafi sarà descritta in dettaglio la procedura per effettuare queste misure. 2. Materiali e strumenti per l’esperienza Determinazione della curva caratteristica del diodo e la misura dell’energia dei fotoni Una resistenza da 100 W Un generatore di tensione continua Led di vari colori Cavi di collegamento Sensori di tensione e corrente Interfaccia datalogger ULAB collegata al computer PC con software di analisi dati Misura della lunghezza d’onda e quindi della frequenza dei fotoni Rotaia graduata Lente con distanza focale 127 mm Reticolo di diffrazione 600 righe per millimetro e schermo bianco con carta millimetrata 3. Misura dell’energia dei fotoni emessi Per misurare l’energia dei fotoni emessi bisogna determinare la curva caratteristica del diodo, cioè il grafico tensione-corrente. 1. Costruiamo il semplice circuito schematizzato in figura posizionando in modo opportuno i terminali dei sensori: in serie al circuito quello per la corrente, in parallelo al diodo quello per la tensione. La resistenza e i LED sono già montati in appositi supporti dotati di boccole per i cavi. 100 Ω LED 2. Colleghiamo i sensori all’interfaccia ULAB; nel channel 1 andrà il sensore di corrente, nel channel 2 quello di tensione. 3. Accendere l’interfaccia che dovrebbe essere già collegata al computer tramite la porta USB. A questo punto, sul PC, dovrebbe partire in automatico il software Coach 6 Lite. In caso contrario aprirlo facendo doppio click sulla sua icona sul desktop. 4. Una volta aperto il programma, cliccare sull’icona Apri attività in alto a sinistra ed aprire il file “LED” che si trova sul desktop. Ora la finestra di Coach 6 lite apparirà come segue: Notiamo che i valori di corrente e tensione rilevati dai sensori sul circuito sono riportati nelle due finestre in alto a destra mentre, nelle altre, sono già pronti il grafico di I in funzione di V e la tabella in cui il programma scriverà i dati misurati. 5. Prima di far partire la misura vera e propria, controlliamo che il software sia settato correttamente. Clicchiamo quindi sul menu Opzioni e scegliamo Impostazioni. Nella finestra che comparirà verifichiamo che i vari campi della scheda “Metodo” abbiano questi valori: a. Tipo: Basato sul tempo b. Durata misura: 40 s c. Frequenza: 10 per secondo 6. Settiamo ora il generatore di tensione, infatti, per non rischiare di bruciare il diodo, dovremo stare attenti a che nel circuito non scorra una corrente maggiore di 40 mA. A generatore azzerato, posizioniamo la manopola della corrente (in verde sulla figura) a circa un quarto del massimo; agendo sul selettore a fianco del display (rosso) faremo in modo che esso visualizzi i milliampére erogati; a questo punto per effetture la misura basterà alzare la manopola della tensione (blu) lentamente fino a che non arriviamo ad avere 40mA sul display. 7. Per iniziare l’acquisizione dei dati nel software Coach 6 Lite fare click sul pulsante Start. Da questo momento in poi il programma registrerà i dati di corrente e tensione letti dai sensori per 40 secondi, facendo dieci rilevazioni al secondo. 8. La misura sarà effettuata partendo dal generatore a zero; clicchiamo su Start e, contemporaneamente, cominciamo ad aumentare la tensione erogata. Cerchiamo di non alzare troppo velocemente la corrente ma diamo tempo al programma di prelevare abbastanza punti per avere un buon grafico. Notiamo che, dopo un primo momento in cui il LED rimane spento, esso comincerà ad accendersi e la corrente ad aumentare più velocemente. Quando il display mostrerà il valore di 40mA possiamo cliccare su Stop. In ogni caso, come già detto, il software arresterà automaticamente l’acquisizione dei dati dopo 40 secondi. Ecco come si presenterà la schermata del Coach 6 Lite dopo la misura: 9. Possiamo andare a visualizzare il grafico in basso a sinistra espandendo la finestra. Cliccando sul pulsante Adatta (lente di ingrandimento) centriamo gli assi. La curva ottenuta sarà molto simile a questa: 10. L’ultima cosa da fare è esportare i dati incolonnati nella finestra in basso a destra, in modo da poterli poi analizzare con un altro software. Per far ciò clicchiamo col tasto destro sulla tabella e scegliamo Esporta dati, poi File di testo, scegliendo come separatore decimale la virgola e come separatore di colonna la tabulazione. 11. Importiamo il file dati suddetto col programma Origin 8 e facciamo il grafico della corrente in funzione della tensione. Esso sarà simile a quello mostrato nella figura seguente. E = eVo Vo Si può notare che fino a un certo valore di tensione (V < Vo) il LED non conduce, poi per tensioni maggiori (V > Vo) il LED inizia a condurre e quindi a emettere luce. . Per determinare il valore di Vo facciamo quindi un fit lineare della parte quasi rettilinea della curva (compresa tra le frecce rosse nella precedente figura) e calcoliamo il punto in cui questa retta (in blu sul grafico) intercetta l’asse delle ascisse. Otteniamo un valore di tensione (Vo) che, moltiplicato per la carica dell’elettrone (e = 1,602∙10-19 C), ci dà proprio l’energia dei fotoni emessi (E = eV0). 4. Misura della lunghezza d’onda tramite il reticolo di diffrazione 1. Per realizzare la configurazione sperimentale sopra mostrata, posizioniamo il LED acceso (alimentato come mostrato nella prima parte dell’esperienza) ad una estremità del banco ottico, poi mettiamo la lente per focalizzare la luce e infine lo schermo bianco con la carta millimetrata. Muoviamo la lente avanti e indietro finché la luce sullo schermo non sia un puntino luminoso a fuoco sullo schermo. 2. Ora inseriamo il reticolo di diffrazione tra la lente e lo schermo, posizionandolo in modo tale che i due massimi di diffrazione siano alla massima distanza possibile tra di loro, ma visibili sulla carta millimetrata (vedi figura sotto a sinistra) Massimi di diffrazione 3. Con l’aiuto della carta millimetrata, misuriamo la distanza (2y) fra i massimi di diffrazione* e poi, mediante il banco ottico graduato, la distanza (x) tra il reticolo e lo schermo (vedi figure sopra). Il seno dell’angolo di diffrazione (θ) si ottiene dalla formula: sin θ = * y x + y2 2 Misurando 2y si dimezza l’errore su y che è la distanza tra un massimo di diffrazione e lo spot luminoso centrale. La lunghezza d’onda si può ricavare dalla legge del reticolo: d sin θ = n λ dove d è la distanza fra le righe del reticolo (d = 1/600 mm) e n = 1 per massimi di diffrazione del c primo ordine. Infine calcoliamo la frequenza (f) dei fotoni mediante la relazione f = . λ 5. Determinazione della costante di Planck Dopo aver misurato l’energia (E) e la frequenza (f) dei fotoni luminosi emessi dai LED di colore rosso, giallo, verde e blu, facciamo mediante il software Origin un grafico dell’energia in funzione della frequenza, come mostrato nella figura sottostante. E=hf Dal fit lineare dei dati sperimentali (vedi figura sopra) determinare il valore misurato della costante di Planck e confrontarlo, entro gli errori di misura, con quello teorico h = 6, 626 ⋅10−34 J ⋅ s .