CORSO DI BIOFISICA IL MATERIALE CONTENUTO IN QUESTE DIAPOSITIVE E’ AD ESCLUSIVO USO DIDATTICO PER L’UNIVERSITA’ DI TERAMO LE IMMAGINE CONTENUTE SONO STATE TRATTE DAL LIBRO “FONDAMENTI DI FISICA” DI D. HALLIDAY, R. RESNICK, J. WALKER, ED. CEA. TEMPERATURA Comunemente si utilizza la temperatura per indicare quanto un corpo sia caldo o freddo. Un carbone ardente si dice che ha una temperatura elevata, mentre un pezzo di ghiaccio si dice che ha una temperatura bassa. Molte proprietà della materia cambiano con la temperatura. La maggior parte dei materiali si dilatano con l’aumentare della temperatura. I termometri sono strumenti che consentono di misurare la temperatura sfruttando alcune proprietà della materia che cambiano con la temperatura. I termometri più comuni basano il loro funzionamento sulla espansione di un idoneo materiale in seguito all’aumento della temperatura. TEMPERATURA La scala delle temperature Celsius (gradi centigradi) prende a riferimento la temperatura del ghiaccio fondente, alla quale si assegna la temperatura di zero gradi centigradi (0 °C), e quella del vapore dell’acqua bollente alla quale si assegna la temperatura di 100 gradi centigradi (100 °C), entrambi i punti di riferimento presi alla pressione atmosferica. Questo intervallo viene suddiviso in cento parti a corrispondenti a 1 °C. Nella scala Fahrenheit a questi due punti di riferimento si associano il valore di 32 °F e 212 °F rispettivamente. Poiché l’intervallo di 100 °C nella scala Celsius corrisponde all’intervallo di 180 °F , ne segue che 1°F corrisponde a 100/180 = 5/9 °C, cioè 1 °C = 5/9 °F 5 T C T F 32 9 9 T F T C 32 5 TEMPERATURA Dilatazione termica lineare L0 T 0 L L T Nella quasi totalità dei casi i materiali si espandono quando vengono riscaldati e si contraggono quando si raffreddano. Sperimentalmente si è osservato che la variazione di lunghezza L di quasi tutti i solidi risulta approssimativamente proporzionale alla variazione di temperatura L Lo T Dove L0 = lunghezza iniziale, e = costante di proporzionalità detta coefficiente di dilatazione lineare di quel particolare materiale. Dilatazione termica volumetrica z y x V Vo T Vo è il volume iniziale è il coefficiente volumetrica di dilatazione I coefficienti di dilatazione lineare e volumetrica sono legati dalla relazione: 3 Coefficienti di dilatazione Materiale l (°C-1) Ferro 12 × 10-6 Rame 17 × 10-6 Platino 9 × 10-6 Alluminio 24 × 10-6 Zinco 31 × 10-6 Bronzo 18 × 10-6 Argento 19 × 10-6 Oro 14 × 10-6 Nichel 13× 10-6 Piombo 29 × 10-6 Tungsteno Costantana (lega 45% Ni, 55% Cu) Invar (lega di acciaio al 36% di nichel) 5 × 10-6 15 × 10-6 0.65 × 10-6 Vetro comune 8 × 10-6 Vetro pyrex 3 × 10-6 Zolfo 19 × 10-6 SISTEMI TERMODINAMICI •Termodinamica: trasformazioni in conseguenza di scambi di materia, calore e lavoro tra sistema e ambiente. •Sistema: Una definita quantità di materia o porzione di spazio. •Il sistema è delimitato da superfici o pareti. •Ambiente o esterno: tutto ciò che è esterno al sistema, in grado di interagire con esso. •Universo = ambiente + sistema. •Sistema chiuso: superfici impermeabili al passaggio di materia; permeabili o impermeabili al passaggio di calore. SISTEMI TERMODINAMICI Calore L’unità di misura per il calore è la caloria (cal) definita come la quantità di calore necessaria per innalzare di 1 grado, tra 14,5 °C e 15,5 °C, la temperatura di 1 grammo di acqua L’esperimento di Joule stabilì che 4,186 joule equivalenti a 1 caloria 4,186 joule = 1 cal (J) di lavoro sono equivalente meccanico della caloria Pertanto il calore è interpretato come un trasferimento di energia Calore = energia che si trasferisce da un corpo ad un altro a causa di una differenza di temperatura Calore specifico – calore latente Capacità termica è la costante di proporzionalità tra una quantità di calore e la variazione di T che questo produce: Q = Ct Calore specifico è la capacità termica per unità di massa: Q = cmt Calore latente è la quantità di calore che deve essere somministrata ad un campione per farlo passare da uno stato ad un altro: Q = Lm CONDUZIONE Se mettiamo l’estremità di una barretta di metallo sulla brace ardente, anche l’estremità opposto dopo poco comincia a scottare. Il calore è stato condotto dall’estremità calda a quella fredda. Il fenomeno della conduzione può essere spiegato come dovuto alla agitazione termica delle molecole o elettroni. Quando, come nell’esempio fatto, una estremità viene messa a contatto della brace, in questa zona gli atomi e gli elettroni acquistano maggiore energia cinetica che trasferiscono agli atomi o elettroni vicini.I n particolare nei metalli sono praticamente gli urti degli elettroni liberi tra loro e con gli atomi del metallo stesso ad essere i principali responsabili della conduzione. T1 A Flusso di calore L T2 T1 > T2 T1 T2 Q kA t L k = conducibilità termica Tabella di conducibilità termiche Conducibilità termica di alcune sostanze comuni W·m-1·K-1 Sostanza diamante 1000 - 2600 argento 430 rame 390 oro 320 alluminio 236 ottone 111 platino 70 quarzo 8 vetro 1 acqua distillata 0,6 laterizi 0,8 lana 0,05 vermiculite 0,046 polistirolo espanso 0,03 aria secca (a 300 K, 100 kPa) 0,026 Convezione – Irraggiamento I liquidi e i gas non sono generalmente ottimi conduttori di calore, ma possono trasmettere il calore mediante la convezione. Convezione = processo con il quale il calore viene trasmesso per mezzo del movimento di massa delle molecole da una regione a temperatura più alta a un’altra a temperatura più bassa su percorsi molto grandi. Il calore può propagarsi anche in assenza di un mezzo, come invece accade nella conduzione e convezione, nel vuoto questo avviene mediante onde elettromagnetiche Nell’irraggiamento, la potenza termica irradiata da un oggetto è data dalla Q eAT 4 legge di Stefan-Boltzman t e = emissività (valore compreso tra 0 e 1) = 5,67·10-8 W/(m2K4) Numero di Avogadro NA = 6.02 · 1023 mol-1 Numero di moli in un campione è dato dal rapporto tra N/NA, ma può essere espresso anche come : n = Mcam/M = Mcam /mNA Mcam= massa del campione M = massa molare m = massa di una molecola Gas Ideali • Elevato numero di molecole (N molecole, ciascuna di massa m) che si muovono casualmente in tutte le direzioni con differente velocità; •La distanza media tra le molecole è molto più alta del loro diametro; •Le molecole obbediscono alle leggi della meccanica ed interagiscono tra loro solo quando si urtano; •Gli urti tra le molecole e con le pareti del contenitore sono elastici. Gas Ideali PV = nRT Legge dei gas perfetti R = 8,31 J/(mol•K), è la costante dei gas k = R/NA = 1,38 · 10-23 J/K, è la costante di Boltzmann PV = NkT Legge dei gas perfetti Legge di Boyle Legge di Boyle V direttamente proporzionale a 1/P, quando T è M M costante s PV = costante Il lavoro svolto da un gas perfetto durante un’espansione isoterma è pari a: L = nRT ln (Vf/Vi) Legge di Charles – legge di Gay-Lussac Legge di Charles V direttamente proporzionale a T, quando P è costante Il lavoro svolto da un gas perfetto durante un’espansione isobara è pari a: L = P(Vf-Vi) = PΔV Legge di Gay-Lussac P direttamente proporzionale a T, quando V è costante Il lavoro svolto da un gas perfetto durante un’espansione isocora è pari a: L=0 Energia di un sistema •E = Ec + Ep + U Ec = energia cinetica = 1/2mw2 → energia macroscopica Ep = energia potenziale = mgh → energia macroscopica U = energia interna → energia microscopica Energia interna = tiene conto di tutte le energie possedute da un sistema a livello microscopico: – energia cinetica di rotazione, di traslazione e di vibrazione delle molecole, – energia cinetica di rotazione intorno al nucleo ed intorno al proprio asse degli elettroni, – energia potenziale degli atomi, elettroni e molecole. 1° Principio della termodinamica Q – L non dipende dal seguito dal sistema ΔEint = Q-L M M percorso che viene h L’energia interna di un sistema cresce quando vi trasferiamo energia mediante l’immissione di calore Q e diminuisce quando se ne asporta energia mediante il lavoro L compiuto dal sistema. Affinchè ciò sia valido è fondamentale che non via siamo variazione di Ecin e U all’interno del sistema. Trasformazione IsocoraTrasformazione Adiabatica Isocora è una trasformazione nella quale il volume non varia Per questa trasformazione, non essendoci lavoro scambiato, il primo principio prende la forma seguente Q = E Nelle trasformazioni adiabatiche il sistema non scambia calore (Q = 0) ed il primo principio prende la forma seguente: E = -L Trasformazione ciclicaEspansione libera A Per una trasformazione ciclica, si ha che E = 0 e quindi, Q = L Per espansione libera si intende un’espansione adiabatica in cui non viene compiuto alcun lavoro sul sistema o da parte di esso. Pertanto Q = L = 0 e la prima legge della termodinamica diventa: E = 0 ENTROPIA Il concetto di entropia venne introdotto agli inizi del XIX secolo, nell'ambito della termodinamica, per descrivere una caratteristica (la cui estrema generalità venne osservata per la prima volta da Sadi Carnot nel 1824) di tutti i sistemi allora conosciuti nei quali si osservava che le trasformazioni avvenivano invariabilmente in una direzione sola, ovvero quella verso il maggior disordine. In particolare la parola entropia venne introdotta per la prima volta da Rudolf Clausius nel suo Abhandlungen über die mechanische Wärmetheorie (Trattato sulla teoria meccanica del calore), pubblicato nel 1864. In tedesco, Entropie, deriva dal greco εν, "dentro", e da τροπή, "cambiamento", "punto di svolta", "rivolgimento" (sul modello di Energie, "energia"): per Clausius indicava quindi dove va a finire l'energia fornita ad un sistema. Propriamente Clausius intendeva riferirsi al legame tra movimento interno (al corpo o sistema) ed energia interna o calore, legame che esplicitava la grande intuizione del secolo dei Lumi, che in qualche modo il calore dovesse riferirsi al movimento di particelle meccaniche interne al corpo. Egli infatti la definiva come il rapporto tra la somma dei piccoli incrementi (infinitesimi) di calore, divisa per la temperatura assoluta durante l'assorbimento del calore. ENTROPIA La variazione di entropia di un sistema dallo stato iniziale allo stato finale è: 2 dQrev T 1 ΔS S2 S1 Nelle trasformazioni reversibili, possiamo considerare la T costante e quindi la variazione di entropia è pari a Q/T. L’entropia del sistema è costante. Nelle trasformazioni irreversibili consideriamo T come la temperatura media del sistema durante il processo. L’entropia del sistema è irreversibile. La seconda legge della termodinamica afferma che: ΔS ≥ 0 CICLO DI CARNOT Ciclo reversibile composto da: due isoterme + due adiabatiche CICLO DI CARNOT Applicando la prima legge della termodinamica per calcolare il lavoro compiuto in un ciclo di Carnot, ho che E = O quindi; L = Q1 – Q2 La variazione entropica è data dalle due trasformazioni reversibili di calore ed è pari a : ΔS = Q1/ T1 – Q2 / T2 , cioè Q1/ T1 = Q2 / T2 T2/ T1 = Q2 / Q1 RENDIMENTO DEL CICLO DI CARNOT p 3 Q1=L34 L23 4 T1 = cost Q2=L12 L41 2 T2 = cost 1 V Il rendimento termico è il lavoro erogato dal motore ad ogni ciclo (energia ottenuta) diviso per il calore assorbito ad ogni ciclo (energia spesa). = L / Q1 Sostituendo L come Q1 – Q2 ho che = Q1 – Q2 / Q1 ovvero = ηCarnot T1 T2 T 1 2 T1 T1 RENDIMENTO DEL CICLO DI CARNOT p 3 Q1=L34 ηCarnot L23 4 T1 T2 T 1 2 T1 T1 T1 = cost Q2=L12 L41 2 T2 = cost 1 V – Carnot dipende solo da T1 e T2. – Carnot non dipende dal tipo di fluido evolvente. – Carnot è irraggiungibile: è il limite superiore di qualsiasi dispositivo che converte Q in L. IL CICLO DI CARNOT SUL PIANO T,s p T Q1=L34 T1 3 4 3 Q1=L34 L23 L23 4 L41 T1 = cost Q2=L12 Q2=L12 L41 2 T2 2 s2 1 s1 T2 = cost 1 s V