Prof. Marco Chirizzi [email protected] I modelli del diodo Nella tabella sotto riportata sono riportati i modelli circuitali del diodo maggiormente utilizzati nell’analisi circuitale. Tali modelli, che vengono chiamati lineari a tratti, sono dedotti dalla caratteristica ai morsetti del diodo. Figura 1. Modelli circuitali del diodo. Ciascun modello consente di descrivere, con buona approssimazione, il funzionamento di un diodo reale, con precisione crescente passando dal primo modello ( modello ideale ) al quarto modello. Il modello ideale si limita a far coincidere il funzionamento del diodo con quello di un interruttore: durante la polarizzazione diretta, il componente viene considerato come un interruttore chiuso, mentre in polarizzazione inversa viene considerato come un interruttore aperto. Prima di iniziare ad analizzare i circuiti con diodi, è necessario introdurre il concetto di caratteristica di trasferimento. Caratteristica di trasferimento Si definisce caratteristica di trasferimento il legame che si instaura tra il segnale d’ingresso e quello di uscita del circuito. Tale caratteristica può essere espressa in forma analitica oppure in forma grafica. Raddrizzatore ad una semionda La figura 1 riporta lo schema elettrico del raddrizzatore ad una semionda. Figura 2. Schema elettrico di un raddrizzatore ad una semionda. Nell’analisi di un qualunque circuito con diodi, bisogna, prima di tutto, scegliere il modello del diodo, valutare il numero di circuiti equivalenti da analizzare per comprendere il funzionamento del circuito di partenza. Tale numero si determina come segue: N = 2n n è il numero dei diodi che compaiono nel circuito di partenza. Nel caso del raddrizzatore ad una semionda, si ha N = 21 = 2 e quindi sono due i circuiti equivalenti che bisogna analizzare con il modello scelto. Se il circuito fosse composto da due diodi, bisognerebbe analizzare ben quattro circuiti equivalenti. Può capitare che la soluzione numerica di uno o più circuiti equivalenti non sia fisicamente possibile, per cui va scartata. L’analisi dei circuiti mediante i modelli del diodo può rivelarsi molto laboriosa se nel circuito vi sono più di tre diodi. In questi casi, si ricorre all’utilizzo di software di simulazione. Nella maggior parte dei casi, l’analisi di un circuito inizia ricorrendo al modello ideale del diodo, in quanto si può giungere alla soluzione in tempi più immediati: è quello che solitamente si fa in ambito didattico. Analizziamo il circuito di figura 1 ricorrendo al modello ideale. La figura 2 riporta i due circuiti equivalenti da analizzare per comprendere il principio di funzionamento del circuito di partenza. Figura 3. Circuiti equivalenti del raddrizzatore a semionda, relativi alle due situazioni funzionali del diodo, per il quale si è adottato il modello ideale Il primo circuito si riferisce al caso in cui il diodo è polarizzato direttamente: è come se ci fosse un cortocircuito tra anodo e catodo. In definitiva, per Vin > 0 il diodo conduce e nel circuito circola una corrente di intensità pari a i = Vin . Inoltre possiamo scrivere: RL Vout = Vin Il secondo circuito si riferisce al caso di diodo polarizzato inversamente. Tale condizione di funzionamento si verifica se Vin < 0 . Ne segue che: i = 0 ; Vout = 0. I risultati ottenuti sono congruenti con le leggi di Kirchhoff, quindi fisicamente possibili. L’espressione analitica della caratteristica di trasferimento del circuito di partenza risulta: Vout = Vin per Vin > 0; Vout = 0 per Vin < 0. La figura 3 riporta la caratteristica di trasferimento del circuito. Figura 3. Caratteristica di trasferimento del raddrizzatore ad una semionda. Analizziamo il circuito con il modello 2. I circuiti equivalenti sono quelli riportati in figura 4. Figura 4. Circuiti equivalenti del raddrizzatore ad una semionda relativi alle due situazioni funzionali del diodo, per il quale si è adottato il secondo modello. Il primo circuito si riferisce al caso di diodo in conduzione. Questo modello, più raffinato di quello precedente, tiene conto del fatto che il diodo conduce per tensioni superiori alla tensione di soglia Vγ . Ne segue che: il diodo conduce per Vin > Vγ ; i= Vin − Vγ RL ; Vout = Vin − Vγ . Il secondo circuito si riferisce al caso di diodo in interdizione. In questo caso si ha: il diodo non conduce per Vin < Vγ ; i = 0; Vout = 0. Anche in questo caso, i risultati ottenuti sono congruenti con le leggi di Kirchoff e con il funzionamento del diodo. La caratteristica di trasferimento del circuito di partenza è riportata in figura 5. Figura 5. Caratteristica di trasferimento del raddrizzatore ad una semionda, secondo l'analisi con il modello 2. In base ai risultati ottenuti mediante l’analisi con il modello 2, possiamo concludere dicendo che il diodo introduce una distorsione sul segnale di uscita. Analizziamo il circuito di partenza mediante il modello 3. I circuiti equivalenti sono riportati in figura 6. Figura 6. Circuiti equivalenti del raddrizzatore ad una semionda relativi alle due situazioni funzionali del diodo, per il quale si è adottato il terzo modello. Il primo circuito si riferisce al caso di diodo in conduzione. Con ragionamento analogo al quello condotto nei casi precedenti, si ricava che: il diodo conduce per Vin > Vγ ; i= Vin − Vγ RL + RF ; Vout = Vin − Vγ R L + RF RL Il secondo circuito si riferisce al caso di diodo interdetto. Analizzando il circuito si ha: il diodo non conduce per Vin < Vγ ; i = 0; Vout = 0. E’ stato proposto agli studenti il compito di: a) tracciare la caratteristica di trasferimento per poi confrontarla con quelle precedenti; b) descrivere la funzione svolta dal raddrizzatore ad una semionda. Circuito clipping ad un livello I circuiti clipping hanno la funzione di limitare l’ampiezza del segnale di uscita ad un valore desiderato. Lo schema elettrico è riportato in figura 7. Figura 7. Clipping a un livello. Analisi con il modello ideale I circuiti equivalenti da considerare sono quelli di figura 8. Dal primo circuito equivalente si ottiene: Figura 8. Circuiti equivalenti del clipping il diodo conduce per Vin > VC ; i= Vin − VC ; R Vout = VC . Analizzando il secondo circuito si ha: il diodo non conduce per Vin < VC ; i = 0; Vout = Vin . E’ stato proposto agli studenti il compito di: a) graficare la caratteristica di trasferimento del circuito di partenza; b) tracciare l’andamento temporale del segnale di uscita, in corrispondenza di un segnale triangolare di ingresso. Analisi con il modello 3 I circuiti equivalenti sono riportati in figura 9. Figura 9. Circuiti equivalenti per il clipping per l'analisi con il modello 3. Dal circuito equivalente di figura si ricava: il diodo conduce per Vin > VC + Vγ ; i= Vin − ( VC + Vγ ) ; R + RF Vout = ( R + RF Esaminando l’altro circuito si deduce che: il diodo non conduce per Vin < VC + Vγ ; i = 0; Vout = Vin . ) Vin R F + VC + Vγ R