EDIZIONE STRAORDINARIA More than a feeling… Reportage dal Congresso della American Academy of Pediatrics, Boston ottobre 2008 Quando si partecipa ad una kermesse come il congresso dell’American Academy of Pediatrics bisogna prepararsi ad un evento. Basta leggere il programma del congresso. Il numero delle sessioni e la diversificazione degli argomenti fanno venire voglia di stare contemporaneamente in più aule diverse, ed anche se le sessioni vengono riRenée R. Jenkins, petute più volte durante il congresso c’è sempre Presidente dell'AAP la sensazione di perdersi qualcosa. Quattro giornate piene, dalle 7 di mattina alle 7 di sera, senza interruzione, in un’area del centro di Boston che comprende il centro congressi e 4 alberghi. Una sessione plenaria al giorno, in genere per una mezza mattinata, e una miriade di sessioni specialistiche e gruppi di lavoro sparsi in altrettante stanze. Divertenti, anche se non innovative, le sessioni interattive seguivano più o meno tutte lo stesso schema: il relatore illustra vari casi clinici spesso con l’ausilio di video ed iconografie, alla fine di ciascuno dei quali i partecipanti erano invitati a dire la propria, con l’ausilio del televoter, su varie diagnosi proposte. Poi breve relazione scolastica sulla patologia in questione. C’è anche la parte formativa che per alcuni corsi è a pagamento e in alcuni casi è blended, un po’ di persona e un po’ a distanza. Coreografia all’americana. Il motto del congresso era More than a feeling e in tutte le sessioni plenarie il ritornello dell’omonima canzone accompagnava l’ingresso dei relatori. Comincia la plenaria che introduce il congresso. Il presidente dell’AAP, la Dott.ssa Jenkins, fa una presentazione perfetta: contenuti, simpatia, un po’ di frasi ad effetto, un sorriso contagioso. E sulle note di More than a feeling si comincia. Come faremo a seguire tutte le sessioni di allergologia, immunologia e vaccini? E quelle sugli argomenti di grande interesse, che hanno poco a che fare con queste? ALLERGOLOGIA Partecipiamo ad una sessione pratica su inalatori e distanziatori. The ultimate asthma gadget workshop, una vera sessione pratica con simulazioni pratiche. Ad ogni partecipante viene consegnata una borsetta con ogni sorta di diavoleria per la somministrazione per via inalatoria. E i dispositivi erogano davvero qualcosa … accidenti! Niente paura, il Dr. Welch rassicura tutti dicendo che non c’è nessun farmaco attivo ma solo un placebo. Il gioco è questo: ognuno prova 8 Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica • 06/2008 • 8-12 Antonella Insalaco Alberto E. Tozzi * U.O. di Reumatologia, Dipartimento di Medicina Pediatrica; * U.O. di Epidemiologia, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma [email protected] More than a feeling… Scene del workshop sui gadget per il trattamneto dell’asma Magari in Italia l’uso di questi farmaci è meno compulsivo, ma ci vorrebbe anche da noi un po’ di moderazione! Tra le sessioni che parlano di allergie, quelle dei dermatologi sono sempre popolate. Questa è in plenaria. Interessante e classica la relazione sulla diagnosi ed il trattamento delle dermatiti atopiche, da contatto, dell’orticaria, ma anche qualcosa sulla diagnosi differenziale con scabbia, pediculosi e punture di insetto. Lettura molto scolastica ma sempre efficace. Più controversa la parte sulla terapia nella quale si discute di emollienti, bagni di ipoclorito di sodio, saponi e steroidi locali. Si parla delle terapie all’orizzonte come gli emollienti a base di N-palmitoiletanolamina e prodotti a base di ceramide. Poi mastocitoma, orticaria pigmentosa, e mastocitosi. Una buona rinfrescata alla memoria. Finalmente una lunga sessione sulle novità su allergie, asma e immunologia, il clou. Introduzione epidemiologica sulla definizione di outcome: consumo dei servizi, parametri respiratori, qualità della vita, dimensione economica o soddisfazione del paziente? Ottima. Una veloce chiacchierata sul burden dell’asma, come quelle che vorremmo fare noi ogni tanto sulla RIAP nella rubrica Tendenze. Poi una relazione sulle muffe tossiche come possibile fonte di spore fungine responsabili di allergia. Una relazione scherzosa su alcune procedure diagnostiche e terapeutiche popolari come l’analisi dei capelli, il test elettrodermico, e l’iridologia e un richiamo alla semplicità nella scelta delle procedure. E infine linee guida sull’asma. Nel complesso una sessione buona, gradevole e utile. EDIZIONE STRAORDINARIA ad usare l’inalatore, con o senza distanziatore, e il Dr. Welch dice se stiamo facendo bene o no. Sembra facile, ma se uno non ha mai avuto l’asma si ritrova decisamente imbranato. Si discute di dosatori e della scelta dei distanziatori più opportuni e dell’uso degli erogatori per i farmaci in polvere. Ci sono anche i casi clinici: la sessione si chiama “l’odissea di un paziente con l’asma”. Con la scusa di descrivere i casi, si va dalla diagnosi, alla classificazione della gravità del quadro clinico, alla scelta della terapia più appropriata. Non manca la discussione sui possibili effetti collaterali sull’asse ipotalamo ipofisario della terapia corticosteroidea inalatoria e su come un’asma poco controllata a sua volta inibisca la crescita. Non manca neanche il caso del bambino che ha tutti i sintomi dell’asma ma che non risponde alla terapia, e che alla fine si scopre che ha una serie di corpi estranei nelle vie respiratorie. Insomma niente che non abbiamo già visto. La sessione è interattiva, i presenti votano e sono sufficientemente bravi. Sessione sull’anafilassi: come si fa il trattamento. È una sessione scontata, un po’ deludente. Un po’ più intrigante la sessione sulla prevenzione delle allergie attraverso la dieta materna. Grande dispiego di revisioni sistematiche ed elogio dell’allattamento al seno. Sessione equilibrata, anche con la citazione dei modelli animali. Bella. Un’altra sessione che ci attira è quella sull’interpretazione dei suoni come lo stridore o il wheezing, semeiotica d’altri tempi. Si parla della distinzione tra i rumori espiratori e quelli inspiratori, e come localizzare l’origine del rumore anomalo. Poi diagnosi differenziale, patogenesi e terapia. Non mancano supporti audio e video per discutere su esempi concreti. Come si riconosce un happy wheezer? Una volta sentito e visto si scorda difficilmente … Ecco una sessione dedicata all’uso dei farmaci da banco ed in particolare quelli per il trattamento sintomatico della tosse e del raffreddore. Come è noto negli USA molti farmaci come gli antistaminici, i vasocostrittori, ed i sedativi della tosse sono liberamente venduti nei supermercati senza bisogno di una ricetta medica. È noto anche che molti di questi farmaci possono causare seri effetti collaterali in età pediatrica. Durante la sessione si parla anche della cattiva abitudine di utilizzare alcuni antistaminici per sedare i bambini che hanno poca voglia di dormire. 9 EDIZIONE STRAORDINARIA Una sessione di reumatologia IMMUNOLOGIA Non tanta immunologia. L’argomento viene ripreso a diversi livelli nelle sessioni specialistiche. Però una plenaria in grande stile sulle cellule staminali. La presentazione è a un livello sufficientemente semplice ma allo stesso tempo sofisticata abbastanza come è costume dei grandi relatori. Entusiasmante per quanto è stato fatto finora ma soprattutto per le prospettive future. Questo era George Daley. Nel workshop di reumatologia si fa sul serio e viene simulato un accurato esame obiettivo del paziente con un manichino sotto la supervisione di un tutor. Ogni gruppo si occupa di una manovra o dell’esame di una sezione del corpo per poi scambiare il proprio ruolo con un altro gruppo su un altro argomento. Red Book. E invece una delusione! La sessione è interattiva con domande e risposte dal pubblico con televoter, ma le domande sono quasi banali e le risposte … altrettanto. Sembra di notare un po’ di sufficienza da parte dei relatori. Abbiamo visto di meglio nei congressi italiani … In plenaria una sessione sui vaccini rotavirus dal titolo “Quale scegliere?”. Tutti si aspettano una discussione vivace senza esclusione di colpi, e invece abbiamo assistito a una relazione piatta, senza colpi di scena, con la relatrice che aveva una paura folle di pendere da una parte o dall’altra. Anche in questo caso abbiamo sentito di meglio ai congressi di casa nostra. La relazione più interessante è ancora in plenaria. Si chiama Immunization hesitancy. Che gli americani ci tengano alle vaccinazioni si era visto dal discorso introduttivo del presidente che ha dedicato 5 dei suoi 15 minuti al problema dei ritardi vaccinali e delle richieste di esenzione da parte di molti bambini che frequentano la scuola. Nella relazione sul tema il trend è chiaro ed è in netto aumento negli ultimi 5 anni. La discussione è come promuovere le vaccinazioni attraverso una migliore comunicazione e attraverso tecniche di social marketing. Finalmente qualcuno ne parla! VACCINI C’è una sessione sulla vaccinazione del paziente immunodepresso. Anche questa un po’ scolastica. Si parla molto di pneumococco, ma soprattutto di influenza. L’introduzione del vaccino vivo attenuato disponibile anche per l’età pediatrica pone molti dubbi, ma la regola è sempre la stessa: niente vaccini vivi attenuati ai bimbi che hanno questo tipo di problemi. Poi una sessione che si chiama “Vaccine update”. L’aspettativa è notevole visto che la conduce Larry Pickering, editor del mitico I mitici autori del Red Book 10 ALTRI TEMI Una delle cose più curiose del congresso è lo spazio per argomenti apparentemente estranei alla pediatria o svolti in modo inusuale. Una splendida relazione in plenaria sulla mediazione. Il tema era come risolvere situazioni conflittuali con i pazienti senza entrare in una crisi di ruoli. Il relatore? Un mediatore di guerra, un esperto in mediazioni di conflitti con esperienza nelle zone calde del mondo. Si chiama William Ury ed ha un progetto di negoziazione globale alla Harvard University. Ci interroga tutti e prova a chiederci come ci comporteremmo di fronte ad una situazione difficile … come la famiglia che rifiuta le vaccinazioni. E poi alcune sessioni tematiche insolite. Una sulla comunicazione, in cui c’è una parte interattiva della durata di due ore sull’interpretazione dei messaggi pubblicitari. Il relatore, Bob McCannon, è un esperto di media e le due ore passano in un attimo con la sensazione di aver capito cose fino More than a feeling… EDIZIONE STRAORDINARIA Una sessione plenaria a quel momento oscure. Ad esempio come fa la pubblicità a veicolare alcuni messaggi commerciali in maniera apparentemente invisibile. Si parla molto anche di comunicazione e Internet. Affascinante. Certo che chi promuove la salute dovrebbe essere altrettanto bravo … Assisto anche a uno special event dedicato a chi si occupa di formazione: come intrattenere la platea senza farla annoiare. Infine, lo spazio dedicato all’information technology. Questa parte si concentra soprattutto sulla cartella clinica elettronica in tutte le sue declinazioni, ma anche sulla telemedicina e sui prodotti che si possono facilmente ottenere attraverso I NUMERI Medici partecipanti: 6.788 Totale partecipanti: 11.581 Relatori, correlatori e tutor: 647 Durata del congresso: 4 giorni Costo del volo Roma-Boston-Roma: 751 euro Costo di una notte in albergo: 130 euro More than a feeling… l’applicazione di semplici strumenti. Una finestra sul prossimo futuro che ancora noi italiani trascuriamo troppo. COMMENTI GENERALI Un bel congresso? Si, certamente. Ricco di argomenti e diversificato abbastanza da permettere di saltare da una sessione all’altra in base all’interesse … o alla noia. Ma dal punto di vista della qualità delle relazioni non è stato un congresso stratosferico. Piuttosto una conferenza con un occhio attento ad obiettivi formativi anche di base. Abbiamo assistito a molte sessioni pratiche e interattive, appetibili soprattutto per i giovani. Niente di nuovo, lo schema suddetto è infatti da tempo entrato a far parte della routine nelle riunioni nostrane, ma divertente la discussione che seguiva ai vari casi, occasione per un ottimo ripasso. E poi il coraggio di affrontare argomenti che almeno in apparenza non c’entrano nulla con la pediatria, e che invece sono assolutamente pertinenti e, proprio perché affrontati da un punto di vista diverso, affa- 11 EDIZIONE STRAORDINARIA La libreria dell’AAP scinanti. Insomma, nulla che potesse destare l’invidia in quanto a novità o alla qualità dei contenuti, ma certamente un modo innovativo di fare un congresso. Insomma, noi italiani non siamo poi così male. Torne- remo ancora? Possibilmente sì. Le persone che si incontrano sono tante ed una delle ricchezze maggiori è proprio il contatto con colleghi con i quali confrontarci o sviluppare progetti comuni. Cosa ci è piaciuto • La puntualità delle sessioni e dei relatori • La connessione wireless a internet gratuita in tutta l’area del congresso • La ripetizione delle sessioni in più giorni • La pubblicazione di tutti i conflitti di interesse dichiarata dai relatori • Una zona completamente separata per gli stand degli espositori ed aperta solo mezza giornata • La vista dal 52° piano del Prudential center • L’aria satura di attesa per le imminenti elezioni Cosa non ci è piaciuto • Il livello troppo elementare di alcune sezioni • Il cibo • Le sessioni alle 7 di mattina • Lo stand della libreria dell’AAP • La borsa per i congressisti • Il cestino per gettare la borsa dei congressisti • Le porte motorizzate 12 More than a feeling…