FURTEI E LA SUA STORIA Anno scolastico 2008/09 Scuola Media Furtei - classe seconda INTRODUZIONE Questo opuscolo è stato realizzato dalla seconda media di Furtei nell'anno scolastico 2008/09 in collaborazione con l'insegnante di lettere prof. Lilliu Vinicio. Questo lavoro nasce dal tentativo della nostra classe di mettere per iscritto la storia di Furtei. Il nostro paese nel secolo scorso è cambiato moltissimo e questo ci ha portato a riflettere sul passato per conoscere e interpretare il presente e il futuro. Abbiamo fatto questa riflessione sul passato perché in questi ultimi decenni sono cambiati nel nostro paese modi di vita, di pensare, e di lavorare. In questo opuscolo abbiamo cercato di raccontare la storia vista da noi, almeno le cose che abbiamo ritenuto più importanti anche perché non era possibile trattare tutto per l'esiguo numero di ore. Abbiamo cercato di raccontare la storia del nostro paese facendo riferimento a documenti di privati cittadini , interviste fatte ai nonni, documenti recuperati tramite internet, convegni universitari e dati ricavati dalla liquidazione dei feudi. A scuola abbiamo fatto in modo che anche i giovani possano conservare la memoria di ciò che è stato il nostro paese e che a noi resta solo come conoscenze acquisite attraverso i libri. Abbiamo affrontato la storia del nostro paese dall'antichità fino alla liquidazione dei feudi. La storia più recente, dovremmo affrontarla nell'anno successivo se troviamo fonti valide per la ricostruzione del periodo storico . Il territorio comunale di Furtei ha una superficie di 26,12 kmq si trova a 90 m sul livello del mare e dista 44 km da Cagliari. Nel corso dei secoli molti gruppi umani scelsero di abitare nel territorio di Furtei per la sua posizione. Il territorio è collinare e una parte pianeggiante lungo il corso del Flumini Mannu. Il toponimo secondo alcuni deriva dal termine “frutti”, secondo altri invece deriva dal termine “furti”. Il territorio nell'antichità doveva essere infestato dalla zanzara anofele portatrici della malaria che hanno sempre colpito la popolazione locale. Le paludi e il fiume non erano solo portatori di malattie ma erano anche fonte di vita perché da questi i furteresi hanno sempre 2 recuperato fauna e flora che consentiva loro di sbarcare il lunario. Sulle rive del Flumini Mannu venivano pescate tinche, anguille e in alcuni periodi venivano raccolte erbe plaustri commestibili. Nel territorio di Furtei si trovano diversi siti nuragici e siti storici che documentano l'antica presenza umana. Inoltre di particolare importanza è la presenza di antichi ponti romani che dimostrano che la zona dell'attuale centro abitato era il punto naturale di attraversamento del Flumini Mannu verso il centro Sardegna. 3 IL TERRITORIO DI FURTEI Il territorio di Furtei, abitato fin dalla preistoria, conserva ancora tracce di insediamenti nuragici siti in località Cummossariu, Bangius, Nuraxiais, Sa conca manna, Bruncu de su sensu. Dell'età del Ferro e di quella Arcaica sono rimasti soltanto alcuni tratti murari e pavimenti di circa una trentina di edifici. Altri reperti, riferibili alla fine del VII e agli inizi del VI secolo a.C., sono stati riportati alla luce grazie agli scavi effettuati nell'area situata alle pendici del colle di Santu Brai. Sono stati recuperati frammenti di anfore piriformi e fittili ornati "a cordicella", mentre centinaia di pezzetti vascolari di produzione etrusca sono stati ritrovati insieme a del vasellame d'importazione greco-orientale. I cartaginesi che si insediarono nel territorio trasformarono alcune fortificazioni nuragiche preesistenti, site in località Cuccuru San Biagio o Santu Brai, secondo un loro criterio costruttivo volto alla difesa dalle incursioni nemiche. Per quanto riguarda il periodo romano resta solo un antico ponte in pietra situato nelle vicinanze del paese. Nel Medioevo Furtei appartenne al giudicato di Cagliari e fece parte della curatoria di Nuraminis. Nel 1258 passò ai Della Gherardesca, mentre nel XIV secolo fu conquistato dagli Aragonesi, sotto i quali fu un paese di una certa importanza e godette di privilegi e franchigie, tanto da inviare i suoi rappresentanti alla convocazione del I Parlamento che si tenne a Cagliari nel 1355. Nel 1358 il centro fu ceduto in feudo a Guglielmo Bertrando de Torrent. Nel 1414 il piccolo borgo divenne baronia di proprietà della famiglia Sanjust fino a febbraio del 1421, quando il re Alfonso V d'Aragona lo diede a Don Dalmazio Sanjust come premio per il valore dimostrato durante la guerra di Corsica. Alla sua morte, non essendoci eredi diretti, Furtei passò al fratello Antonio Alberto rimanendo di proprietà della famiglia fino al 1839, anno in cui è stato riscattato. Il centro storico è caratterizzato dalle chiese di epoca medievale tra cui quella suggestiva di San Narciso, risalente al XII secolo e la bella parrocchiale di Santa Barbara, edificata nel XII 4 secolo e ricca di arredi sacri, che custodisce un'importante tavola raffigurante la Crocifissione del XVI secolo, attribuita al pittore Antioco Mainas di Stampace (antico e noto quartiere cagliaritano). Degne di nota sono anche la chiesa risalente al periodo giudicale, la chiesa della Sacra Famiglia, Santa Maria della Natività, ricostruita nella metà degli anni Trenta e la chiesa di San Sebastiano. Infine vi è la chiesa romanica di San Biagio, costruita nell'antico e ormai scomparso insediamento di Nurasci. TERRITORIO Furtei è posizionato al confine tra Marmilla, Trexenta e Campidano su una piana che comprende delle colline nella parte sud-orientale e il Flumini Mannu nel versante nord. Il territorio offre suggestivi e variegati panorami sia nella parte collinare, dove sono presenti alcune specie di arbusti tra cui lentisco e ginepro, sia nella parte più bassa, dove sono presenti alberi e arbusti palustri. Il paese è inoltre conosciuto per via della sua miniera d'oro che in passato estraeva minerali preziosi e vantava una ricca produzione. 5 FURTEI NURAGICA Ingresso nuraghe Cummussariu Nel territorio di Furtei si trovano almeno 5 nuraghi e altri invece nei territori dei comuni contigui. Questi nuraghi sono ormai dei ruderi e su alcuni di questi c’è da fare un discorso particolare. Il primo è il nuraghe (così chiamato) di “Cummussariu” questo secondo alcuni esperti non dovrebbe essere un nuraghe propriamente detto, bensì una costruzione nuragica utilizzata per la fusione dei minerali o per la cottura delle terrecotte. Si può fare questa affermazione perché all’interno i massi nuragici sono stati arroventati come se ci fosse stata una fornace. Un altro motivo è quello che la costruzione si trova in zona pianeggiante e costeggia il corso del Flumini Mannu. Un altro rudere di nuraghe lo troviamo in località “Is Bangius” al confine fra l’agro di Furtei, l’agro di Villamar e quello di Sanluri. Nella valle sotto questo rudere era situato un grosso centro abitato romano chiamato appunto “Is Bangius”ed era un luogo dedito ai bagni. Qui sono stati ritrovati resti delle terme con gli spazi dediti ai bagni e sempre in queste località il comune ha recintato uno spazio per ricerche archeologiche. 6 Vista del colle “Su Bruncu De Su Sensu” Un altro nuraghe è quello di” Sa Conca Manna”, un altro ancora chiamato “Nuraxi Ais”, di questi ci sono pochissimi resti. Il nuraghe più importante e probabilmente uno dei più importanti della Sardegna, doveva essere “Su Bruncu de su Sensu”. Questo nuraghe è situato sulla collina antistante la chiesa di San Biagio, ha una estensione molto vasta, composta da 4 terrazzamenti con in cima una torre troncoconica ormai distrutta. Dalla cima di questo nuraghe nelle giornate limpide si vede tutta la pianura del Campidano di Cagliari fino alla zona di Macchiareddu e buona parte della piana di Oristano fino alla zona di Terralba. Inoltre da questo nuraghe si controlla benissimo l’attraversamento del Flumini Mannu sia nella direttrice del Campidano che nella direttrice della Marmilla e della Sardegna centrale. Questa doveva essere una roccaforte molto importante visto che nella sommità sono stati 7 individuati edifici dell’età arcaica e del ferro. Secondo alcune fonti, in questa collina, i Cartaginesi trasformarono una resistente fortificazione nuragica in una loro fortezza militare. Questa collina venne fortificata con la costruzione di un muro perimetrale di blocchi e fu divisa in vari settori. A questa fortificazione si accedeva da nord attraverso un ingresso fortificato. La tecnica di costruzione è simile a quella utilizzata nel basso Sulcis (Monte Sirai) ed è a conferma che questo era situato in una posizione strategica molto importante. 8 FURTEI ROMANA La conquista romana in Sardegna comincia col 238 a.C. e viene fatta finire nel 38 d.C. questa serie ininterrotta di campagne dei romani contro i sardi mette in evidenza l'indomita resistenza di questi ultimi ,questo è il periodo in cui vide i sardi ritirarsi all'interno dell'isola per non sottomettersi ai nuovi dominatori. A dimostrazione di ciò, c'è il fatto che i romani festeggiarono per ben otto volte la vittoria sui Sardi. In seguito a questi scontri probabilmente distrussero il nuraghe di “BRUNCU SU SENSU” e costruirono un nuovo villaggio sotto la collina , quello che in seguito avrebbe preso il nome di “NURASCI DE FROTEI”. Questo perché in questa zona sono stati ritrovati anche resti romani. Sempre a breve distanza vi sono ancora resti romani in località "SANTA URIA" da qui si controllava direttamente l'attraversamento del fiume. Un'altra zona abitata dai romani è quella che abbiamo già menzionato di "IS BANGIUS" (i bagni) che si estende per circa 20 ettari ed è una delle zone archeologiche più estese che si trovano nel circondario. Un'altra zona di abitazioni romane la troviamo vicino al nuraghe di (CUMMUSARIU). 9 Un'altra ancora , vicino al paese nell'odierna zona che fronteggia il cimitero in località "SAN GIOVANNI". In questa località il Casalis indicò la presenza di una chiesetta di cui oggi non ci sono resti. Un altro resto molto importante e quello dei ponti romani ad arco situati in prossimità dell'attuale municipio e adibiti all'attraversamento del fiume. Resti del ponte romano distrutto Oggi sono rimasti solamente un arco in prossimità della piazzetta sotto il manto stradale e un altro arco che e stato distrutto da una macchina escavatrice in seguito alla ristrutturazione dell'argine. Dai documenti arrivati a noi da un architetto che aveva il compito di progettare il ponte vecchio datato 1778 è arrivata a noi una ricostruzione topografica dei ponti Romani esistenti ancora nel 1778. Nel gennaio 1778 era stato fatto un sopralluogo dall'architetto reggio Giuseppe Viana per controllare la situazione dei ponti sul Riu Mannu all'altezza del centro abitato di Furtei. L'architetto stesso ha costruito una mappa per indicare come erano situati i ponti Romani ormai quasi interamente interrati dai detriti del fiume. La linea dei ponti partiva 10 dall'attuale croce sita in piazzetta. Il primo ponte con due archi lo si trovava fra l'attuale parco giochi e la via circonvallazione. I resti si notano ancora sotto la gratta dello scarico delle acque piovane del paese . Il secondo ponte lo si trovava vicino all'argine ed era composto da una sola arcata. Questo è stato distrutto quest'anno da un escavatore per riparare un avvallamento dell'argine. Un terzo ponte composto da due arcate doveva trovarsi al fianco dell'attuale alveo del fiume. Un quarto ponte invece lo si doveva trovare vicino all'attuale strada per Villamar. Tutto questo lo si può dedurre dalla mappa a noi arrivata dall'architetto Viana di cui siamo arrivati in possesso grazie all'interessamento del sig. Paolo Prinzis. Un'altra località romana è Is Bangius situata a nord di Furtei a metà strada lungo la direttrice per Villamar. Il toponimo deriva dai “Balnea” Romani di cui rimangono i resti. In questo sito sono stati ritrovati muri in laterizi, marmi policromi e pavimenti mosaicati esempio di raffinatezza dei Romani. Quest’area archeologica si estende per una decina di ettari ed è costituita da un nuraghe mono torre e da un ampio villaggio che è preesistito all’età del ferro sino all’età Punica Romana e Medievale. Questo centro è ubicato fra il nuraghe di Geni situato nell’agro di Sanluri e quello di Cummossariu situato nei pressi del fiume Mannu e di cui abbiamo già parlato. In questo sito sono state ritrovati i resti di terme romane durante i lavori di scavo operati dal consorzio di bonifica nel 1983. Fra i resti di particolare interesse è risultata una stanza da bagno con muri e pavimenti in mosaico. In questo sito il comune ha recintato un tratto di territorio per fare le ricerche archeologiche. 11 FURTEI E LA DOMINAZIONE SPAGNOLA Furtei era la villa più settentrionale della curatoria di Nuraminis e si trovava lungo la linea di confine fra il giudicato di Cagliari e quello di Arborea, essendo questi separati dall'ultimo tratto del Mandaresu (RIO LANESSI) e un piccolo tratto del Flumini Mannu .Oltre la villa di Furtei della curatoria di Nuraminis, facevano parte anche le seguenti ville: Nuraminis, Samassi, Samatzai, Sanluri, Serrenti e la villa di Greca più le seguenti ville che oggi non esistono più: Nuragi de Frotei, Baralla, Boro, Cancellus, Nurammineddu, Pramant, Segavenu e Siutas. Il suo territorio era per una buona parte pianeggiante e collinare ed aveva un'agricoltura tra le più sviluppate del giudicato di Cagliari. Nel periodo intercorso tra la prima guerra tra Mariano IV e Pietro IV furono fatte delle concessioni che imponevano ai feudatari il servizio dei cavalli armati. In questa occasione il villaggio di Furtei fu concesso a Rambaldo de Mur il quale doveva fornire 3 cavalli armati per 3 mesi l'anno. Località San Biagio ex Nurasci De Frotey 12 I De Mur nel 1331 cedettero il feudo a Raimondo Cardona. Alla morte di questi nel 1337 il feudo fu venduto all'asta per far fronte ai molti debiti e venne acquistato da Bernardo de Torrent. Nello stesso periodo il villaggio di Nurasci de Frotey fu invece concesso ad Arnaldo Cacciano insieme ad altri feudi del circondario per il servizio di un cavallo armato per tre mesi l'anno. Nel 1348 la peste si diffuse in tutta la Sardegna e la curatoria di Nuraminis di cui Furtei faceva parte persero gran parte della loro popolazione. Un altro documento datato 27 maggio 1754 in cui Maria Caterina Sanjust convocava nella sua abitazione di Cagliari il notaio Paolo Vincenzo Vacca e affidava a lui anche i poteri per l'amministrazione del territorio. Chiesa di San Biagio risalente al XIII secolo 13 Come risulta anche da documenti delle ville circostanti probabilmente anche a Furtei venne imposta una tassazione molto forte. La prima era: "Dominim utile" dove si pagava una tassa su tutti i beni che un vassallo possedeva all'interno della villa a seconda della condizione sociale. “Diritto di mezza cortadia": questo veniva pagato dai forestieri che svolgevano attività lavorativa nella villa; "Diritto di vino": veniva pagato dai produttori di vino nella misura del 20% circa; "Deghino di pecore e Sbabargio di porci": 10% per le pecore e anche per i maiali, a scelta del feudatario; "Diritto di Carra di lena":(di legnatico) questa tassa veniva pagata generalmente in grano; "Diritto di stoppie": dovevano pagarlo tutti i possessori di animali in base ai capi posseduti per il pascolo nei terreni aperti; "Ius prima noctis": era la tassa che si doveva pagare quando un vassallo prendeva moglie. Un altro vessame fiscale pagato dai cittadini della villa era quello delle decime che si doveva pagare alla chiesa e che veniva corrisposto direttamente ai parroci,era dovuto per l'amministrazione dei sacramenti. Nessuno poteva sottrarsi tanto che i membri della chiesa comminavano molte disgrazie e scomuniche per coloro che si rifiutavano di pagare. Le decime costituivano la parte più importante delle rendite della chiesa. La gran parte di queste rendite erano destinate all'alto clero e ai parroci del villaggio non restavano che le briciole. La chiesa a quei tempi aveva molta cura dei fedeli tanto che in qualche occasione si trovavano 3 membri della chiesa per una villa di 200 abitanti. Furtei e il suo territorio è stato anche uno dei territori che ha subito gli effetti dello scontro fra gli aragonesi e gli Arborea, infatti fra questi si ebbe lo scontro principale in località “S'Occidroxiu” dove le truppe di Eleonora d'Arborea che fuggivano dalla battaglia di Sanluri vennero trucidate dagli spagnoli nei pressi dell'odierno bivio di Villasanta. 14 Pochi anni dopo il territorio subì nuovi danni a causa della prima guerra fra Mariano IV e Pietro IV perché il territorio fu uno dei principali teatri delle operazioni militari e alcuni feudatari cercarono di disfarsi dei loro feudi. A dimostrazione di ciò nel 1362 la vedova del Cacciano fuggi dalla Sardegna portandosi dietro il figlio e abbandonando i feudi, per questo motivo il feudo della villa di Nurasci di Frotey venne considerata devoluta. Nel 1391 ripresero le ostilità fra Aragonesi e Arborea e il territorio venne nuovamente occupato dalle truppe giudicali, divenne uno dei principali teatri delle operazioni militari. Il territorio fu gravemente danneggiato e dopo la battaglia di Sanluri tornò in possesso degli Aragonesi che in pochi anni restaurarono il sistema dei feudi. Il territorio di Furtei ormai completamente spopolato, nel novembre del 1415 fu concesso dal procuratore reale a Michele Sanjust in feudo MORE ITALIAE, al nuovo territorio uni anche Villagreca. Nel 1432 il Sanjust ebbe il titolo di barone e il figlio Pietro nell'agosto del 1439 ebbe il privilegio del Mero imperio (potere di giudicare e punire). 15 UNIFICAZIONE DI FURTEI E SEGARIU Nel 1454 il villaggio di Segariu venne venduto ai Sanjust dalla vedova di Giacomo Bessora , questo segnò il distacco definitivo dalla Trexenta e con alterne vicende verrà unificata e separata spesso con la villa di Furtei. Tutto questo portò a ripetuti contrasti fra i Sanjust e gli Aymerich per il controllo delle risorse degli stagni che facevano da confine fra i due feudi. Questi stagni risultavano particolarmente importanti per la caccia e la pesca. In una società cosi povera la caccia e la pesca in questi stagni rappresentava una fonte di sopravvivenza in molti periodi dell’anno. I Cardona ricevettero il feudo dai De mur nel 1431, in seguito il suo erede fu Antonio Ansberto uno degli uomini d’affari più importanti di Cagliari, impegnato principalmente nella compra-vendita dei feudi. Egli si adoperò per il miglioramento dell’agricoltura nei suoi feudi e riuscì a farsi confermare le fusioni della villa di Furtei con quella di Segariu e nel 1454 comprò anche la villa di Nurasci de Frotey ormai spopolato. Grazie al suo interessamento ottenne di poter disporre anche della successiva femminile per i suoi discendenti femminili. A partire da questo momento la villa di Furtei rimase fino alla liquidazione dei feudi sempre i mano ai Sanjust. La villa De Nurasci de Frotey pur restando in mano ai Sanjust si spopolò in diversi periodi fino alla prima metà del 1700 quando si spopolò definitivamente. I suoi abitanti si spostarono nei centri vicini diventando una località in cui viene festeggiato tutti gli anni San Biagio in cui è ancora presente la chiesa Romanica del XIII secolo del santo omonimo. A partire da questo momento anche il villaggio di Furtei risentì della crisi e della decadenza in cui piombò tutta la Sardegna. La dominazione Spagnola viene giudicata da tutti gli storici come la più rovinosa in Sardegna. A dimostrazione di ciò anche da noi abbiamo assistito,in quel periodo, allo spopolamento del villaggio di Nurasci. Spesso le ville vengono gestite e sfruttate direttamente dai feudatari che non risiedevano neanche in Sardegna bensì in Spagna. La Sardegna verrà tagliata fuori dalla storia Europea e verrà sottoposta in continuazione dalle incursioni dei Barbareschi, che riprenderanno dopo alcuni secoli le loro scorrerie nell’isola ormai abbandonata a se stessa, impotente a difendersi e 16 indifesa dai nuovi dominatori. L’imperatore Carlo V e Filippo II costruirono lungo le coste delle torri di avvistamento ma non dissuaderanno i barbareschi dalle loro incursioni. Nel 1579 in una sola spedizione i pirati presero schiavi ben 400 abitanti di Quartu a pochi passi dalla capitale del regno. Fra le altre opere spagnole ci fu l’inserimento della loro lingua come lingua ufficiale negli uffici e negli atti dei tribunali fino all'arrivo dei piemontesi. Bibliografia (Francesco Cesare Casula “La Sardegna aragonese” “La liquidazione dei feudi”. 17 IL DOMINIO SABAUDO E LA NASCITA DEL REGNO DI SARDEGNA Nel 1720 col trattato di Londra la Sardegna passa sotto il dominio Sabaudo andando a formare il regno di Sardegna. Le condizioni generali della Sardegna al momento del passaggio sotto la sovranità piemontese segnava indici di profonda decadenza. La società isolana si caratterizzava per una arretratezza estrema ai livelli anche più bassi dell'Italia meridionale. Tutto questo è documentato dai bilanci del regno che nei primi anni erano estremamente bassi. L' economia si basava su attività agropastorali sottomesse ai vincoli feudali. Gli abitanti dell'isola nel 1728 erano poco più di 300 mila con un basso tenore di vita. A Furtei nel 1838 vi erano censiti 950 abitanti mentre nel 1698 contava solamente 53 abitanti. Dal dizionario geografico statistico commerciale di S.M. Il re di Sardegna alla voce FurteiFortey pag. 909-912. trascrizione integrale del testo del Casalis (Angius). Furtei o Frotey, villaggio della Sardegna nella provincia di Cagliari è nel mandamento di Sanluri. Comprendevasi nella curatoria di Nuraminis, antico dipartimento del regno cagliaritano. La sua posizione geografica è alla longitudine 39,34, ed è alla longitudine occidentale di Cagliari 0,0',20''. Giace in fondo ad una valle amenissima in sulla sponda sinistra del confluente Mandarese del Calarita. E’ coperto da colli della Trecenta, e però non sente i venti australi;ma alle altre parti è senza ripari. Il sito dice l'umidità, e li ristagnamenti dell'acqua in vari luoghi sopra un terreno fecondissimo e lussureggiante di vegetazione la morbosità di quell'aria in certe stagioni. La temperatura nell'estate non è d'ordinario assai alta, né d'inverno molto bassa. Componesi questo villaggio (anno 1838) di 210 case tutte di rozza costruzione in pietra, cosi però disposte fra gli alberi che offrano una amena prospettiva. Una parte delle medesime è sulla riva del detto fiume, l'altra sulla falda del colle. Le contrade dovrebbero essere meglio 18 curate. Vi abitano famiglie 207, nelle quali sono anime 950. Risulta che le nascite annuali nel preceduto decennio furono 35, e le morti 25, i matrimoni 8. Le malattie che vi sogliono sono infiammazioni, e per lo più dell'addome, ostruzioni, idropisie, febbri intermittenti e perniciose. Professioni. Oltre 250 persone attendono alla agricoltura, 25 alla pastorizia, 10 agli altri mestieri. Ogni famiglia ha il suo telaio per lana e lino, ma non si lavora più che si ha il bisogno. La scuola frequentasi da 10 ragazzi. Al servizio sanitario si ha un chirurgo e un flebotomo. La chiesa parrocchiale è dedicata a S. Antioco. Ha cura delle anime un vicario assistito da altri due preti sotto alla giurisdizione dell'arcivescovo di Cagliari. Eranvi prima altre chiese minori;ora ne sussistono solo due. La festa principale è per la natività della Vergine, e si celebra con molta pompa contribuendo alla spesa tutti i giovani (su Bagadiu): corresi il palio e vi è molta allegria per le danze e per la moltitudine degli ospiti concersi da vicini paesi. In campagna ad un quarto d'ora è la chiesa di S. Biagio dove festeggiasi nella terza domenica di Agosto. Vi intervengono molti forestieri . Il territori di Furtei in parte piano e in parte montuoso, non ha più di sei miglia quadrate. E attraversato dal fiume Calarita(antico nome del Flumini Mannu) nel quale a non molta distanza dal paese entra il Rio Di Mandas (Rio Lanessi). I rivoli di questa regione niente contribuiscono al detto confluente nell'estate;quando sono vivi, la loro acqua biancheggia come se fosse mischiata di latte, dalla quale impurità è ragione nella gran copia d'allume che trovasi in queste terre:bevesi dagli animali senza sensibile nocumento. I pozzi scavati dentro il paese danno acque salse, onde che il popolo dee bere dal fiume quando le sue acque siano pure quando sono contaminate dai limi, dee mandare a riempire le fiasche o alla fonte dell'acqua Marongiu distante otto minuti, o a quella di S.Giogio lontana da una mezz'ora. I pastori bevono pure dalla fonte che dicono deis montis accrobasu, che è pesantissima , o da quella dess'arenad, che non pare più leggera. Con l'acqua del fiume mandarese movesi un molino di quattro macine, dove si lavora per la popolazione e per alcune di Santumiali, deis Concas, deis Coronas arrùbias, deis 19 Suergius, dess'Alumu. Le rocce sono mescolate di questo minerale, il quale trasuda e concresce o in eflorescenza o in una crosta. Non se ne trae alcun profitto. Vi è molta creta , di cui si fanno molti mattoni e tevoli. Se ne vende ai paesi vicini. Agricoltura. Il monte di soccorso non pare male amministrato. Si seminano annualmente starelli di grano 900, d'orzo 200,di fave350, di cicerchie, ceci e lenticchie 50.Il grano suole rendere il 14 , l'orzo il 5 , le fave il 12, i legumi il 5. Di lino poco si coltiva perché il terreno poco adatto . Nella orticoltura non sono in gran numero ; tra le altre specie sono pochi olivi e rare piante di aranci e limoni. Le vigne occupano starelli 50, e sono poco curate. Il vino e insufficiente, e molti devono provvedersi da Villacidro, Uras e Terralba. Pastorizia. I buoi per l'agricoltura sono 240, le vacche 390, le pecore 2260, le capre 250, i cavalli 20, i giumenti 216.Il formaggio peserà le cantara 230: vendesi nel paese e dassene agli esteri. I pascoli scarseggiano, e di giorno in giorno diminuiscono per le terre che si dissodando in aumento dell'agricoltura Antichità sono in queste terre cinque nurachi, ma in gran parte distrutti, e si possono vedere nei luoghi che dicono Cummussariu, Bangius, Sa Conca Manna, Nuragi-ais, e su Bruncu de su Senzu. Nella regione che da qualcheduna di queste costruzioni dicono nurachi, era una popolazione, la quale non sono 100 anni che restò deserta e dicesi per le frequenti invasioni dei malviventi. Veramente nel censimento dopo l'assemblea degli ordini della nazione l'anno 1698 notasi nella baronia di Furtei con soli fuochi 15, uomini 25 e donne 28. Sono quindi altre vestigie in Monte-Cresia , In su Bruncu dessu Testivigliu, In Bangiu e in S. Salvatore, i quali vogliono essere esplorati. S. Salvatore, possibili resti di un'antica chiesetta 20 LA GROTTA DI “SA PUNTA MANNA” Costituisce uno dei punti panoramici più suggestivi di tutta la zona infatti da questa grotta si ha una visuale molto ampia e si nota buona parte della pianura del campidano. Questa grotta per via del suo ampio ingresso ha sempre suscitato un grande fascino negli abitanti della zona tanto che su questa grotta si raccontano diverse leggende sia a Furtei che a Segariu. Si tramandano dei racconti che parlano di ritrovamenti di armi e di tesori, e anche che durate il secondo conflitto mondiale questa grotta fosse utilizzata probabilmente dai soldati tedeschi visto che sulla cima di questo colle fu piazzata una batteria contraerea. E' difficile affermare che tutte le leggende che circolano su questa grotta abbiano un fondo di verità ma contribuiscono ad aumentare il fascino di questa grotta anche per la sua posizione incantevole. Questa grotta viene menzionata anche dal Casalis nel suo dizionario e la prende come punto di riferimento per precisare la posizione della località S'Allumiu dove veniva estratto l'allume. Fra queste leggende ce n’è una che narra che i monti di Furtei fossero invasi dalle acque dei mari che sbattendo sulla montagna ha scavato dei loggiati, dove nella stagione invernale trovavano riparo il bestiame con i suoi rispettivi pastori queste vengono chiamate “Is Lollas de sa punta manna”. Altre leggende invece chiamano queste grotte “Sa dommu de s'orcu” in cui si rifugia un orco e dentro la grotta ci sia la testimonianza e i resti di tutte le malefatte dell'orco. Dagli studi geologici si è dedotto che queste grotte calcaree di colore giallognolo risalgono al miocene inferiore (20 milioni di anni fa) questi calcari sono ricchi di resti fossili. Questa grotta ha un ingresso ampio e di forma circolare, è alta circa 12 metri e una profondità di circa 9 metri. L'apertura è posta circa a 9 m dalla base della parete la cui altezza totale è di 33 metri. 21 Un'altra leggenda riferita a “Su Sobariu De S'orcu” anche questa riferibile a una località vicino a sa punta manna si narra che un uomo grosso, brutto e cattivo divorasse le persone che si recavano in questa località. Un'altra leggenda è riferita invece alla scomparsa del villaggio di Nurasci. Narra la leggenda che sotto il colle che sta di fronte alla chiesetta di S. Biagio la notte si senta una donna che lavora al telaio. 22 LE CHIESE DI FURTEI Chiesa di San Narciso Nel centro abitato di Furtei sono presenti tre chiese, la più antica è quella che probabilmente si trovava anche nel primo centro abitato di Furtei ed è la chiesetta di San Narciso composta da una sola navata, ristrutturata in periodi diversi ma riferibile al dodicesimo secolo. Questa probabilmente doveva essere la zona del primo insediamento umano nella villa di Furtei. L'altra chiesetta chiamata di Santa Maria è una struttura di più recente costruzione dove si svolge ancora oggi la festa. Questa chiesa è situata nella parte bassa del paese in prossimità del centro storico e di fronte all'attraversamento romano del Flumini Mannu. 23 Chiesa parrocchiale di Santa Barbara L'attuale chiesa parrocchiale è sotto il titolo di Santa Barbara e sono stati ritrovati documenti nell'archivio arcivescovile di Cagliari risalenti al 1561. Nel 1777 risulta che il parroco Raimondo Onnis in una pastorale inviata all'arcivescovo indicava la chiesa intitolata a Sant'Antioco mentre santa Barbara era la patrona. Il portale d'ingresso della chiesa oggi in bronzo, è ad arco sopraelevato e poggiante su capitelli polistili. Dello stesso stile sono anche le finestre della facciata anteriore, l'interno è a forma di basilica diviso in tre navate da arcate a sesto acuto. La volta a tavolato fu sostituita dall'attuale in cemento durante i lavori di restauro curati dall'ingegnere Dolondo. L'altare maggiore e stato costruito a spese del canonico Giuseppe Pitzolo. Come risulta dai documenti dell'archivio nella chiesa erano particolarmente curate le cappelle di San Domenico e quella del rosario dove ebbero diritto di sepoltura i coniugi Giovanni Masili e Anna Curseles, forse i costruttori della cappella stessa. Nel 1923 fu costruita la 24 cantoria e si fece il pianellamento principale della chiesa. Fra gli arredi è da segnalare un acquasantiera del 1590. 25