ANTICHI DISEGNI RIGUARDANTI IL S. LORENZO DI MILANO.

ANTICHI DISEGNI RIGUARDANTI
IL S. LORENZO DI MILANO.
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LTRE tutte le memorie che ci so Ila state COllservate
della chiesa di San Lorellzo a Milano, alcuni ricordi
grafici tracciati da architetti del quattro e del cinquecento, ci aiutano ad integrare il monumento quale
doveva essere innanzi alla ca tastrofe del 1573,
L'edificio, tauto celebre che Fazio degli Uberti,
ospite del Viscollti, lo cantava con versi pieni d'entusiasmo:
Poi fili in S, Lorenzo più d'lm'ora,
Vago di quel lav oro gmnde e bello;
Cb' eS5eI'e mi pal'eva iII Roma allol'a,
attiro l'attenzione di Antonio de Vincenti, l'architetto bolognese che, con rogito
del 26 febbraio 1390, veniva incaricato dal C011Siglio dei seicento d'apprestare il
modello per il S, Petronio. Visitando il Duomo di Milano e disegu:ll1dolo, egli
segnava in margine ad un suo schizzo, l'annotazione: Alteza de San Lorenzo de
Milano sia braza LXXVI, largeza de ditta chiesa sia braza otanla (I).
Posteriore al disegno del de Vincenti deve essere quello conservato nella Raccolta Bianconi, all' Archiv io civico di Milano (2), disegno prezioso, perche oltre
contenere un tracciato completo della planimetria dell'edificio, reca anche molte
misure. È disegnato grossolanamellte a penna, senza troppe esitazioni e col carattere di una memoria presa da un architetto sul posto, senza preoccupazioni di particolari o dettagli, siano essi costnlttjvi oppure decorativi, ma evidentemente al
solo scopo di conservare un ricordo planimetrico dell'editìcio. Nella fretta l'autore
e caduto in alcune scorrettezze, come si può osservare nell'angolo a destra in basso,
ove le murature perimetrali della torre d'allgolo nOll sono allineate, come lo sono
nella realtà, con quelle del quadrato centrale della chiesa. Le misure, confrolltando
i numeri segnati con quelle che allcora oggi sono verifica bili in posto, risultano
illdicate ill braccia milanesi. Vi è sul disegno inoltre una leggenda recaute altre
dimensioni, fra cui l'altezza totale in braccia 78, risultante dai vari fattori delle
altezze parziali, misura assai prossima a quella indicata dal bolognese De V illcemi.
È a notarsi che tutta la chiesa appare in questo schizzo chiusa da UII muramento quadrato tangente al paramellto esterno delle gralldi absidi.
Ad ogni modo le misure indicate in leggenda sul disegno, sono:
Sto Latwencio a Milano.
A Ilo sino ala cima deli archi
de dl'ito
la CIIpola
..
(I) LUCA BEL TRAMI,
bL 40
bL 8
b", 30
78
Pei' la storia della costnt{ione del dl/omo di :Milano, in '1(accolta milanese.
I I dell'est:atto. Cfr. Celltralblalt der Bauvel'walttwg, 1888,
gennaio, 1888, Milano, Varisco, A pag,
pag, 175 ,
(2) Tomo IV, foglio 19 verso, n, 2,
-
27 2
-
Le 78 bra(cia corrispondono a m. 46-40. Altre misure, l'ampiezza delle nicchie, la loro profonditù, la dimensione del quadrato su cui è impostata la cupola,
lo spessore dei muri di tale quadrato, sono ancora indiclte in cifre. E queste misure
corrispondono, salvo piccoli errori di cetltimetri, a quelle che noi oggi possiamo
verificare sul monumento. Il che viene a provare due cose: l'attendibilità e la
serietà dello schizzo planimetrico in questione, e dall'altra parte con quale fiducia
.' ..,
Fig.
I. -
An onimo -
S. Laurenèio a Milano (Milano , Arcb. Civico. Racco lta Bianconi).
noi possiamo seguire le parole del Bassi, che ci garantisce d'aver ricostruito il
monumento esattamente sulle antiche Fondazioni.
Oltre al recinto quadrato racchiudente la chiesa, sono ancora a notarsi nel
paramento interno delle grandi absidi dei segni sel1licircolari indicanti l'esistenza
di semi colonne murate, il che fa pensare che fra queste e le corrispol:denti colonne
delle absidi minori concentriche alle altre, fossero gettate delle volte a crociera, a
mo' di quelle che coprono gli ambulatori del S. Vitale in Ravenna, volte ;t crociera che il Bassi ha sostituito nella sua ricostruzione con una volta a botte.
Vediamo ora due altre memorie grafiche riferentesi al S. Lorenzo.
Una ci è C0nservata nel libro di disegni di Giuliano da S. Gallo alla Biblioteca Comunale di Siena: si trova al foglio doppio n. 19, e misura circa cel:timetri 18 X 24 (I). Il disegno comprende la chiesa con la cappella di S. Aquilino
e il col~nnato.
(I) Una edizione di questo taccuin o di disegni fu data in Siena d.111a ditta Falb.
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273 -
Un disegno di Giorgio Vasari il giovane conservato oggi alla Galleria degli
Uttìzi (n. 4848), che sembra esser stato delineato prendendo per base, più che dei
rilievi originali, quello del San gallo.
Il disegno del Sangallo è tracciato con molta cura, in una scala esatta: nOll
LOn altrettanta cura è rattìgurato il tracciato esterno delh cappella di S. Aquilino
che si presenta circolare, nè quello della cappella di S. Ippolito. Ma la chiesa, è
questo a noi più importa)
segnata da Ull lato con quel medesimo recinto quadrato che figura sullo schizzo della Raccolta Bianconi: solo che, mentre le murature
della chiesa SOllO timeggiate di colore oscuro, quelle di tale recinto non recano
tiuta alcuua. Induceva forse il Sangallo che il tracciato primitivo della chiesa
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FaI. Falb,
Fig,
G. da San gallo - S, Lorenzo di Milano
(F. 19 del tacéllino della Bibl. C0111. di Siena),
2. -
fosse quello a quadrifoglio, e cbe il resto non fosse se non superfetazione posteriore? È dittìcile il dirlo, ma altra ipotesi non si presenta, visto che il recinto
doveva realmente sussi~tere se tutti i disegni indicati lo riportano e che parte ancora
ne esiste sulla fronte dell'attuale chiesa.
Il disegno del Vasari non sembra se non una trascrizione accurata ed un completamento del disegno del Sangallo, giacche il recinto quadrato appare tutto
attoruo alla chiesa come nel disegno della Raccolta Biaucoui, ma inoltre vi e ben
delineato nella sua forma costruttiva.
Un ultimo disegno riferentesi alla planimetria del S. Loreuzo si trova agli
Uffici (n"IJ9I), e fu tracciato da Giovan Battista da Sangallo. Se nOll portasse
la scritta S. Lorenzo di Mi/alto fì1'lticho, mal vi si potrebbe riconoscere una planimetria del nostro tempio in quell'edificio tutto circondato da porticati a triplo ordine
di colonue. Il disegno reca anche un alzato dell'edificio che sarebbe per noi di
inestimabile valore se potessimo accettarlo con sicurezza, giacche sarebbe l'unica
figurazione che noi possederemll1o del San Lorenzo - figurazione tracciata da un
architetto e degna di fede.
35 -
Boll. rI' Arte.
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274-
Pur trascurando quest'ultimo, gli altri tre disegui che abbiamo descritto, 501le\-allo l'interessante questione del recinto quadrato racchiudente la chiesa: questioue
interessante e fondamentale, giacchè l'esisteuza di tale forma verrebbe a meglio
stabilire la parentela della costruzione lombarda, sorta alla fine del VI secolo, C011
le due costruzioni bizantine a lei cOlltemporauee, il S. Serg'io e Bacco e la chiesa di
S. Sofia, le quali hanllo per base un tracciato esterno rettangolare. L'influenza oriental e
nella parte settentrionale d'Italia, verrebbe da questo fatto ad avere Ulla couferma .
Non dobbiamo dimenticare che ancbe il Cagnola lIel suo rilievo di S. Lorenzo segua
. --_.!
Fig. 3. -
G. Vasari il Giovine - Planimetria del S. Lorenzo.
(Galleria degli Uflizi, N. 4848).
quali costruzioni romane due tratti di muro perpendicolari alla frome dell'attuale
chiesa nella posizione esa tta d i tale recinto q uad ra to, la cui esistenza verre b be cosi
comprovata.
Abbinmo già indicato come tutti i disegni citati diano una forma rotonda al
para mento esterno della cappella di S. Aquilino, forma per noi difficilmente spiegabile, dato il suo moderno tracciato ottagono, che sembra esser sempre cosi stato,
e non una trasformazione del seicellto: inoltre tutti questi disegni trascurano la
cappella di S. Si sto e quella di S. Ippolito, che solo uel disegno del Sangallo viene
indicata erroneamente con un arco di cerchio tangente alla chiesa. Ad ogni modo
tali documenti grafici sono per Iloi di grande importanza per le indicazioni che
contengono rispetto al recinto quadrato ed alla copertura delle volte anulari del-
-
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l'ambulatorio, copertura che abbiamo cercato di ricostruire secondo le due possibili
varianti, A e B (fig. 5). In merito alla forma degli archi dobbialllo notare che il
disegno della raccolta Bianconi segna gli appoggi addossati ai muri con dei tratti semi.:ircolari che vorrebbero indicare delle vere semi-colonne, che il disegno del . ?all~
gallo da a queste una sezione a fascie propria dell'architettura romanica, mentre il
Vasari le indica come dei piedritti rettangolari. Quest'ultima indicazione ammetterebbe degli archi traversi semplici, mentre le altre due giustificherebbero la soluzione di archi sagomati del caratteristico tracciato lombardo, quali abbiamo indi.' ~
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Fig. 4. -
G. B. da Sangallo - S. Laurellzio di Mila1lo a1llicho .
(Galleria degli Uffizi, N. (391).
cato nel dettaglio in angolo della pianta. Quest'ultima soluzione è forse la più
probabile, ammesso che tali volte siano state ricostruite nel secolo undicesimo. Ad
ogni modo lo scomparto generale della copertura appare evidente, chiaro e logico.
La chiesa preesistente alla ricostruzio1le del secolo uudecimo doveva avere la medesima posizione di volte con o senza archi trasversali: ad ogni modo il parallelo
con le coperture delle parti curve del S. Vitale appare evidente.
U n disegno dello Scall10zzi conservato agli Uffizi (N. 190) reca la planimetria
e la sezione secondo l'asse maggiore della chiesa, come essa era dopo la ricostruzione del Bassi. Tale disegno non avrebbe per noi e per le attuali ricerche nessuna importanza, se non riportasse la sezione di una delle torri angolari, costruzione del VI secolo, e non vi indicasse le !esioni negli archi dei vari ripiani, confermandola colll'iscrizione: rotture SI/Ile 4 torri p. l'impulsione della {ona fabricata (?).
Larovin<l della cupola aveva portato C011 sè un dissestamento completo di tutta
la compagine mmaria che la circondava.
Non mi fu dato trovare altri disegni antichi raffiguranti il nostro S. Lorenzo,
che contenessero indicazioni qualsiasi intorno al suo stato primitivo. Solo alla fine
del secolo XVIII, all'epoca del g rande risveglio degli studi arclleologici ed architettonici dell'antichità classica, l'attenzione degli studiosi ritorna a fermarsi suIb
grandiosa fabbrica. Si discuteva allora intorno all'origine del monumellto, del
grande colonnato che l~ fronteggia, e bellchè scavi e ricerche non fossero state
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fLANIl1tTRIA DELLA
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Fig. 5. -
Planimetria del S, Loren 7.o secondo
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rilievi anteriori all'anno 1573.
condotte se non iu 'piccola parte e basi storiche sicure non s'avevano su cui fondare
l'opinione, pure si titelleva l'uno e l'altro parti e ricostruzioni delle terme m(1s5imiane. Mentre alct::ùi ritenevano le colonne non Jlelloro posto primitivo ma mosse
da questo in epoca incerta, pure i più ed i migliori le pensavano ancora sul luogo
ove le aveva elevate l'architetto romano all'inizio del IV secolo. E mal non s'apponevano, che ' la loro induzione doveva trovar pieila conferma negli scavi che
una commissione municipale fece in seguito, nell'anno 1830, alla loro base.
I! ri tenere le colonne al loro piano e posizione originale era anche opinione
del Marchese Luigi Cagnola che nel l ì92 tracciava un di segno, che si conserva
nella raccolta Bianconi all'Archivio Civico di Milano~ portante il titolo: Avanzi
delle terme Erculee I Pianta geometrica misufata e delineata su i !rammenti che allC(l1'{J.
esistono I fuori di terra e nelle vicine ca11tine dal Mse Luigi I Cagnola diletta1lte
d'Architettura e. p.rospettiva Il'anllo 1792. Tale disegno ba grande valore per due
ragioni; primo perchè ci indica alcuni avanzi di muramento romano che nOll furono mai messi in luce, poi perchè è la prima e la più completa esplica7.ione
della teoria che vllole il S. Lorenzo eretto sulle terme di Massimiallo, ' in modo
che su di' esso possiamo ampiamente discutere la' teoria.
~.
-
277 -
Rileviamo dapprima alcuni errori grossolani in cui è 'caduto il Cagnola: egli
disegna la cappella di S. Ippolito con una plallimetria simile a quella delle cappelle di S. Aquilino e di S. Sisto, trasformaziolle che nulla giustifica, llè lo stato
attuale del monumento, nc le memorie storiche, nc scavi e ricerche di cui non si
è serbata memoria e che abbiamo tutte le ragioni per ritenere che mai siano state
fatte. Ma cio era a lui necessario per creare in quel posto l'esistenza di un TePidario avente la planil1letria cOllllllie a tali edifici. Il Cagllola dà poi come costrtl!'
Fig. 6. -
Scamoni - Spaccato del S. Lorenzo
secondo il progetto del Bassi.
(Galleria degli Uffizi, N. 190).
ziolle romalla lo smusso ad ottagono della grall sala del S. Lorenzo: ora tale
trasformazionL: del quadrato in ottagono già sin dal piano di terra è, nel S. Loremo, prodotto dal rifacimento del Bassi, perchè anteriormente alla rovina del
1573 la sala era quadrata e la cupola di pia uta ottagona le si raccordava con questa
per mezzo di trombe angolari. Osservialllo poi che le nicchie disegnate dal Cagnola ad arco ribassato non sono PUllto nella tradizione rolllana del III-IV secolo.
Infine il Cagnola d <Ì come costruzioue romana la cappella esistente fra S. Lorenzo
e S. Aquilino e collegate le due costruzioni. Ora tale edificio difficilmeute può
essere ritenuto anteriore all'epoca del basso medio evo e certo anteriormente alla
sua elevazione la chiesa di S. Lorenzo e la cappella di S. Aquilino dovevano essere separate, come fanno fede le pitture sul lato di quest'ultima riguardante la
chiesa, pitture che sembrano dimostrare esser stato quel lato una f,lcciata.
Il rilievo del Cagnola segtia ad ogni modo quale fondazione romalla il muro
frontale di quelle case che oggi fiaucheggiano il colollllato di S. Lorenzo, ed .11-
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Fig. 7. - Luigi Cagnola - Avan zi delle Terme Erculee.
(Milano, Ar~hivio Civico, Raccolta Bianconi).
altre parti di muro, a questo primo perpendicolari, che ancora si pOSSOllO
osservare nelle cantine di dette case. Segua ancora fra il colonnato e la fronte
CUlle
-
279 -
della chiesa un peristilio o quadriportico con fìlari di colo!lne su fondazioni tracciate in prosecuzioue dd quadrato maggiore della chiesa; indicazioue questa che
viene a coincidere con la nota manoscritta su alculli disegni delia raccolta Riancoui riferentisi alla costruzione delle case della Cauouica, fatta nel 1626 dall'architetto Mangone. Su questi indizi il Cagll01a ci ha presentato una ricostruzione
dell'edifìcio romano, che egli vuole, in omaggio alla tradizione del suo tempo
d'uso termale.
Bisogna notare che la tradizione delle Terme in S. LoreIlzo non ha serie
basi storiche. UIIO degli ultimi sostenitori della tesi, il prof. A. De Marchi (I),
devea1l111lettere che la localid ave sorgevano le grandi terme milanesi non si puo
.
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(FOI . .i. SopraiJJl ende/l s a ai /IlOI/ . di LOlltbardia).
Fig. 8. -
Veduta del S. Lore!lzo da un mss. di T. Calchi.
(Milallo, Bibl. Ambrosiana).
in alclll~ modo indurre dal verso di Ausonio, mentre un passo di Landolfo Seniore ci insegna che Re Adalberto mandò ordine gli si preparasse in Milano il
palazzo di Traiano o di Massimiano il/xta ther17/os S. Georgii. Inoltre i due fiumiciattoli, il Nirone ed il Seveso, che soli avrebbero potuto fornire acqua alle terme
di S. Lorenzo, avevano il loro pelo d'acqua in posizione tale rispetto al suolo
dell'edificio romano, che questa non vi potesse esser portata se nOll con notevoli
impianti d'elevatori: il che non si puo ammettere tanto flcillllente. Ad ogni modo
il concetto che nel luogo ave oggi è S. Lorenzo sorgessero le terme di Massimiano
Erculeo, era profondameme radicato ilei cervello degli archeologi del decimottavo
secolo. Anche l'architetto Ruggiero intorno al 1786, secondo una notizia tramalldataci dal Gerli (2), fece degli scavi in vari punti onde scoprire le fondameuta e
traccio Ulla pianta di dette terme, piauta di cui disgraziatamente non mi fu dato
trovare notizia alcuna nè sapere ove sia fìnita.
(I) S. L01'enzo e la tradizione delle tertlle ill La PeTSt'vnanza, 27 no\'. 1910.
(2) Indicazioni di vari avanzi di antichità fsislmli /Iella ciI/ti di Milano e scope?'li da AGOSTINO
GERLI. Milano, Borsani, 1817.
280 -
*
**
La tìsollomia esterua del San Lorenzo è per lloi ben più incerta allcora della
sua pianta: i documenti che abbiamo in proposito SOllO pochi e poco attendibili.
Il più noto e un disegno del manoscritto della iVlediolal1el1sù Hùtoria Patria
del Calchi, che si conserva all'Atllbrosiall:l (I ) con correzioni ed aggiunte autografe;
si vede il colonnato di S. Lorenzo schelllatica1l1ente disegnato e dove l'arco cen-
(Fot. d. Soprailltel1d el1sa dei M'oJ/. di LOlllbm'diaJ.
Fig. 9. -
Anonimo Lombardo XV Sec. - Veduta del S. Lorenzo.
(Sagrestia della Chiesa di S. Lorenzo).
trale appare segnato come una correzione dell'architrave diritto che prima era
stato tracciato. Dietro s'erge la chiesa con due delle quattro torri collegate col
piano più alto del tamburo della cupola per mezzo di passerelle rette da archi
rampanti. Il tamburo stesso appare circolare, con due ordini di aperture o nicchie
centinate, coperto da una cupolà semisferica sormontata da un hllterniuo. Il disegno
e assai rozzo, schematico, e tracciato senza alcun senso di proporzioni.
Si vorrebbe riconoscere una veduta del S. Lorenzo anche in uno sfondo di
quadro il quale, conservato oggi nella sagrestia della chiesa di S. Lorenzo, appar(1) Alla segn.1tura A. 188 inf. Il disegno si trova a C.1fte 19. B: fu riprodotto dal J{~nlE.
Die Kirc/ie S. L01'erI{O iII Mai/alld. Berlin. Ernst u . Kora. [89[, da ARl'OCR.'\TE, Le colollne di San
Lorenzo, pago 36 e da altri, sempre però con discutibile fedeltà.
-
281
-
teneva alla locale congregazione del SS. Sacramen to, com e fa fede l'iscrizione
che porta :
Schola SS. Sacramenti ereeta iJl insignì Collegiata S.ti LaurenIi M.is mediolanensis, ila est antiqlla ut de illius fitndatiolle et prima erectione nullum omnil1o ex/at
documenturlt ul dicÌlltr in visÌfaticme B. Cm'oli facta de am/O 1567. Fu.it /allleJt delluo
erec/a et inslructa ab am/i:; citra ocio anle praedictam visÌfationelll et hoc consla! ibi
vide/IH ex iI/sIrI/mento rogato per DOli/il/1I1Il Bar/b%lllacuril Parpalionur/l Medio/aui
no/arium die et anno su cxposito.
L'iscrizione del 1567 ricordante la visita del cardinale Borromeo non è contemporanea al quadro come erroneamente ebbe a scrivere il Sant'Ambrogio che
,
Fig.
IO -
V. Foppa. -
Parte del quadro dell' Adora{iol/e dci Magi
alla Galleria Nazionale di Londra.
ultimamente se ne è occupato (I), ma a questo posteriore, semplicemente dipinta
in qu ell'anno su una tavola più antica tagli ando la parte bassa della pittura o
coprendo una antecedente iscrizione. Infatti nessun conoscitore della pittura lombarda . può attr-ibuire, anche con una superficiale esamiua, l'opera agli ultimi anni
del XVI secolo, giacchè essa mostra tutti i caratteri della pittura lombarda del
primo cinquecento. Rappresenta due sceue consecutive: nella prima un sacerdote
recallte il SS. Sacramento seguito da' confratelli e preceduto da due scolari recanti
tutti delle candele acces e, esce dalla porta del tempio; nella seconda ìa medesima processione è giullta presso li casa del morente che s'intravvede dalla porta
aperta.
Non la scena figurata nè l'età del quadro, certamente auteriore alla rovina del
1573, a noi importa, ma bensi l'immagine dell'edifizio posto all'ultimo piano del
dipinto. Su una collina (e certamente questo fu un espediente del poco abile prospettico per figurare contemporaneamente le due scene successive) si erge un tempio
fiancheggiato da quattro torri. L'edificio risulterebbe di tre ordini di piaui sovrap-
(I) Indagini a San Lorenzo in Rassegna d'Arte,
36 -
Boli, d'Arie.
191 I,
fase . I, pago
17.
282 -
posti, divisi da comIcI: il tracciato del suo perimetro appare poligonale. Al piano
inferiore si aprono delle finestre rotonde e nel centro sta una maestosa porta arcuata
fiancheggiata da due colonne cbe reggono Ull sontuoso architrave. Il primo piano
dell'edifizio ba su ogni faccia del poligono due aperture strette e lunghe, certamente delle fi nestre, mentre al secondo piano se rie osservano tre su di ogni faccia
e dipinte in modo che, più che nou a finestre, fanllo pensare ad un loggiato o
galleria estema al modo lombardesco, simile a quello che ancor oggi recinge la
cappella di S. Aquilillo. Le quattro torri sono a .cinque ripiani di cui ì primi due
sono completamente ciechi, ed i successivi hanno rispettivamente una, due e tre
. finestre. Le torri appaiono distaccate dall'edifizio centrale. La copertura di questo
e una piramide sormontata da un lauternino. ·
Da tutto ciò chiaramellte risulta che se il dipinto ha voluto rappresentare la
cbiesa di S. Lorenzo, pure lo ba fatto ill un modo tanto grossolano e con si poca
cura deila verità, da quanto possiamo arguire ili base a questioui indiscutibili
(mancanza degli a 111 buIa tori, isolamell to delle torri, forma poligonale del recinto,
tutte certamente errate ) che Hon e per noi alcuna seria guida. Ha valore come
tanti altri fondi d'arcbitettura che innumerevoli popolano i 110stri quadri, fondi
d'architettura in cui l'artista se pur ha rappreseIltato grossolanamente la sagoma
d'un edifizio reale, uei dettagli si e sbizzarrito a suo talento. Il tipo però di un
edifizio centrale C01l quattro torri appare su altri quadri lombardi: cosi nell' Adorazione dei Magi del Foppa cile e alla Galleria Nazionale di Londra. Qui l'edifizio e ottagono, sormontato da cupola con lanternino, recinto da altro edifizio
più basso, racch.iudente i deambulatori a cui si attaccauo le .quattro torri coro1late
da beccatelli e merli. Non staremo a dire che qui il Foppa ha propriamente voluto
raffigurare la chie~a di S. Lorenzo, ma dipingendo nel suo paesaggio una città
tnrrita si è ricordato del tempio milanese che tante volte deve aver visto e ne
11:1 tracci:lta grossolanamente la sembianza.
Un'ultima fìgurazione dell'esterno del S. Lorenzo si trova nel già citato disegno
di G. B. da Sangallo (Uffizi, 1391 ) disegno assai strano e che non da alcun affidamento. Qui la chi~sa apparirebbe costituita da un corpo quadrato con torricelle
agli angoli, sormontato da un tamburo ottagono ricoperto da cupola ,con lanternino. Malgrado l'iscrizione S. Laurenzio di Milano anticho, non posso considerare
lo schizzo se 1l0U come una divagazione sul tema architettollico della chiesa milanese, cile non racchiude alcullo, od almeno pochissimi elementi desullti dal vero.
UGO MONNERET DE VILLARD.