TEA
TRO
NUMERO 12
magazine
Periodico di informazione - Stagione di Prosa 2011/12
TRE PER TE 2011/2012
Prosa - Altri Percorsi - Teatro Danza
L’altra scena
Festival di teatro contemporaneo
Pre/Visioni
InFormazione Teatrale
Fondazione Teatri di Piacenza
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
TREPERTE
2011/2012
Siamo ormai arrivati alla 9° edizione della Stagione di Prosa “Tre per Te” del Teatro Municipale di Piacenza. In questi anni abbiamo affrontato momenti difficili e faticosi dovuti alle
incertezze economiche e anche al clima spesso asfittico e pesante di rinuncia e di ansia nei
confronti del futuro che purtroppo affligge la nostra società a vari livelli.
Ma il sostegno del nostro pubblico, la condivisione dei problemi da parte di Teatro Gioco
Vita, della Fondazione Teatri di Piacenza e dell’Amministrazione comunale e il contributo
di sponsor e mecenati ci hanno permesso di superare le difficoltà e realizzare l’idea di un
teatro aperto alla città.
Possiamo dire che in questi anni il Teatro Municipale è stato il teatro dei cittadini, un
teatro che ha saputo mantenere una funzione preziosa e insostituibile nel patrimonio
culturale di Piacenza e del suo territorio, e non solo.
Progettare e pensare una stagione teatrale è frutto di complesse alchimie: gli spettacoli,
gli artisti, i testi, il pubblico, il calendario... Purtroppo solo a fine stagione possiamo verificare se questa miscellanea ha funzionato. Per quanto riguarda la passata stagione di
prosa, i numeri danno un riscontro positivo. Costante, anzi in leggero aumento, sia il numero complessivo degli abbonamenti (1.491) sia la media delle presenze (737) al Teatro
Municipale, che per la prosa ha visto in sala 16.220 spettatori.
Pensando alla prossima stagione teatrale, è importante confermare i risultati raggiunti,
ma allo stesso tempo avventurarci per strade nuove, inventare nuovi contenuti e nuove
proposte. Per poter ritrovare, per noi stessi e per il nostro pubblico, nuove motivazioni,
nuove forze e nuovi stimoli, ma anche per continuare a stupire, in un certo senso spiazzare
lo spettatore. Per offrire un teatro che sa attrarre ma che non si fa mai prendere completamente dal pubblico, e che proprio per questo mantiene la capacità di non essere mai
scontato.
Dato per acquisito il livello artistico, poiché la qualità è un elemento imprescindibile, compito di un buon cartellone è saper proporre spettacoli che parlano del presente, della
società che cambia, insieme ai grandi autori e ai classici della tradizione, ma anche spettacoli che siano occasione di piacevole evasione e divertimento. Anche per il 2011/2012
abbiamo fatto in modo che la proposta possa soddisfare questa idea.
“Tre per Te” propone i tre cartelloni ormai consolidati dal 2003/2004: Prosa e Altri Percorsi
al Teatro Municipale, Teatro Danza al Teatro Comunale Filodrammatici. Un nuovo progetto
che si articola tra la fine di settembre e la fine di ottobre è la prima edizione di un Festival
di teatro contemporaneo, “L’altra scena”, al Teatro Comunale Filodrammatici: una vetrina
sulle nuove generazioni e sul teatro contemporaneo e di ricerca. Concluderà la stagione
2011/2012 il cartellone Pre/Visioni, dedicato ai giovani artisti, alle scuole di teatro, ai laboratori, alle esperienze di residenza artistica: da alcuni anni occasione preziosa di incontro e di confronto tra chi è alla ricerca di una propria dimensione artistica e il pubblico.
Diego Maj
Direttore artistico
Teatro Gioco Vita
Paolo Dosi
Assessore alla Cultura
Comune di Piacenza
teatro
magazine
NUMERO 12
SOMMARIO
TEATROMAGAZINE
Anno 8 - n. 12
PROGRAMMA
Prosa
Altri Percorsi
Teatro Danza
4
6
7
SPETTACOLI PROSA
Le bugie con le gambe lunghe
La resistibile ascesa di Arturo Ui
Blackbird
Napoletango
La ciociara
Signorina Giulia
Le allegre comari di Windsor
Rusteghi
8
10
12
14
16
18
20
22
SPETTACOLI ALTRI PERCORSI
Al dutåur di mât
Open Day
Il Catalogo
L’ingegner Gadda va alla guerra
Tutto su mia madre
24
26
28
30
32
SPETTACOLI TEATRO DANZA
Romanzo d’infanzia
Atlante del Bianco#2
Tre pezzi sul coraggio
Mappugghje
34
36
38
40
FESTIVAL DI TEATRO CONTEMPORANEO
L’altra scena
42
ATTIVITA’ COLLATERALI
InFormazione Teatrale
44
INFORMAZIONI
Biglietteria
Abbonamenti
Carnet 6 spettacoli
Biglietti
Biglietti last minute
L’altra scena
Pre/Visioni
Comunicazioni
Servizi per il pubblico
46
48
50
51
51
51
51
52
53
Concerto benefico per l’Hospice
54
Associazione Amici del Teatro Gioco Vita
55
Edizioni
TEATRO GIOCO VITA
Teatro Stabile di Innovazione
Direttore
Diego Maj
Via San Siro, 9 - 29121 Piacenza
Tel. 0523.332613 - Fax 0523.338428
www.teatrogiocovita.it
[email protected]
Direttore responsabile
Simona Rossi
Progetto grafico e realizzazione
Matteo Maria Maj
Stampa
Tipolito Farnese, Piacenza - Luglio 2011
Aut. Tribunale di Piacenza n° 604 del 31.12.2004
Hanno collaborato
Emma-Chiara Perotti, Nadia Quadrelli, Massimiliano Gerbi
Fotografie e illustrazioni:
Matteo Maria Maj, Lia Pasquale (Le bugie con le gambe lunghe),
Marcello Norberth (La resistibile ascesa di Arturo Ui), David Ruano (Blackbird),
Alessandro Basile (Angela Finocchiaro), Tommaso Le Pera (Napoletango,
Signorina Giulia), Francesco Squeglia (La ciociara), Giampaolo Demma
(Le allegre comari di Windsor), Bepi Caroli (Rusteghi), Raffaella Cavalieri Iguanapress (Al dutåur di mât), Marco Caselli Nirmal (L’ingegner Gadda va alla
guerra, Romanzo d’infanzia), Max Majola e Carlo Ciraudo (Tutto su mia madre),
Virgilio Sieni e Piero Tauro (Atlante del Bianco#2), Stefano Mazzotta e Andrea
Chesi (Mappugghje), Marco Davolio e Margherita Demichelis (Viola)
Teatro Gioco Vita è a disposizione degli eventuali aventi diritto
5
TRE
PER
TE 2011/2012
PROSA
TEATRO MUNICIPALE
7-8 novembre 2011
La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
LE BUGIE CON LE GAMBE LUNGHE
di Eduardo De Filippo
con Luca De Filippo, Nicola Di Pinto, Anna Fiorelli,
Fulvia Carotenuto, Carolina Rosi, Massimo De Matteo
e Giuseppe Rispoli, Gioia Miale, Antonio D’Avino,
Chiara De Crescenzo, Alessandra D’Ambrosio,
Carmen Annibale
regia Luca De Filippo
scene Gianmaurizio Fercioni
fondali Giacomo Costa
costumi Silvia Polidori
luci Stefano Stacchini
6-7 dicembre 2011
Emilia Romagna Teatro Fondazione
Associazione Teatro di Roma
LA RESISTIBILE ASCESA DI ARTURO UI
di Bertolt Brecht
musiche originali Hans-Dieter Hosalla
traduzione Mario Carpitella
con Umberto Orsini
e con (in ordine alfabetico) Nicola Bortolotti, Simone Francia,
Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Luca Micheletti,
Michele Nani, Ivan Olivieri, Giorgio Sangati, Antonio Tintis
regia Claudio Longhi
Dramaturg Luca Micheletti
scene Csaba Antal
costumi Gianluca Sbicca
luci Paolo Pollo Rodighiero
9-10 gennaio 2012
Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
BLACKBIRD
di David Harrower
versione italiana Alessandra Serra
regia Lluís Pasqual
scene Paco Azorin
costumi Chiara Donato
luci Claudio De Pace
con Massimo Popolizio e Anna Della Rosa
e con Silvia Altrui
24-25 gennaio 2012
NAPOLETANGO
musical latino-napoletano
ideato e diretto da Giancarlo Sepe
con un tema originale di Luis Bacalov
con (in o.a.) Stefano Capitani, Elisabetta D’Acunzo,
Sergio Di Paola, Cristina Donadio, Barbara Folchitto,
Antonio Gargiulo, Elena Gigliotti, Cristina Messere,
Francesco Moraca, Pablo Moyano, Raffaele Musella,
Matteo Nicoletta, David Paryla, Giorgio Pinto,
Caterina Pontrandolfo, Marcela Szurkalo,
Nella Tirante, Luca Trezza
scene e costumi Carlo De Marino
luci Umile Vainieri
colonna sonora a cura di Harmonia Team
con musiche originali di Davide Mastrogiovanni
produzione Nuova Teatro Eliseo
7-8 febbraio 2012
Donatella Finocchiaro Daniele Russo
LA CIOCIARA
di Annibale Ruccello
tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia
con la partecipazione di Dalia Frediani
con Marcello Romolo, Rino Di Martino
e in o.a. Lorenzo Acquaviva, Rocco Capraro,
Martina Galletta, Liborio Natali
musiche Massimiliano Pace
disegno luci Gigi Martinucci
costumi Alberto Spiazzi
scene e regia Roberta Torre
produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
13-14 marzo 2012
Leo Gullotta
LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR
di William Shakespeare
con Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer,
Mirella Mazzeranghi, Fabio Pasquini
e con Rita Abela, Fabrizio Amicucci, Valentina Gristina
regia Fabio Grossi
scene e costumi Luigi Perego
musiche Germano Mazzocchetti
coreografie Monica Codena
luci Valerio Tiberi
produzione Teatro Eliseo
16-17 aprile 2012
28-29 febbraio 2012
Teatro di Dioniso
Fondazione del Teatro Stabile di Torino
SIGNORINA GIULIA
di August Strindberg
versione italiana di Valter Malosti
con Valeria Solarino, Valter Malosti, Federica Fracassi
uno spettacolo di Valter Malosti
scene Margherita Palli
costumi Federica Genovesi
luci Francesco Dell’Elba
suono G.u.p. Alcaro
inizio spettacoli ore 21
Fondazione del Teatro Stabile di Torino
Teatro Regionale Alessandrino
RUSTEGHI
I nemici della civiltà
da I Rusteghi di Carlo Goldoni
traduzione e adattamento Gabriele Vacis
e Antonia Spaliviero
con (in ordine alfabetico) Eugenio Allegri,
Mirko Artuso, Natalino Balasso, Jurij Ferrini
e con (in ordine alfabetico) Nicola Bremer,
Christian Burruano, Alessandro Marini,
Daniele Marmi
regia Gabriele Vacis
composizione scene, costumi, luci
e scenofonia Roberto Tarasco
7
TRE
PER
TE 2011/2012
TEATRO MUNICIPALE
15 dicembre 2011
Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile
di Bologna
Associazione Arte e Salute onlus
AL DUTÅUR DI MÂT
di Nanni Garella
da Il medico dei pazzi di Eduardo Scarpetta
regia Nanni Garella
con Vito, Marina Pitta
e gli attori di Arte e Salute
con la partecipazione straordinaria di Nanni Garella
ALTRI
PERCORSI
9 marzo 2012
Fabrizio Gifuni
L’INGEGNER GADDA VA ALLA GUERRA
(o della tragica istoria
di Amleto Pirobutirro)
un’idea di Fabrizio Gifuni
(da Carlo Emilio Gadda e William Shakespeare)
con Fabrizio Gifuni
regia Giuseppe Bertolucci in collaborazione con Teatro delle Briciole Solares
Fondazione delle Arti
TRE
PER
TE 2011/2012
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
18 gennaio 2012
Quintavalla - Stori - Compagnia Abbondanza/
Bertoni
ROMANZO D’INFANZIA
testo Bruno Stori
coreografia e interpretazione Michele Abbondanza e
Antonella Bertoni
regia e drammaturgia Letizia Quintavalla e
Bruno Stori
24 febbraio 2012
20 gennaio 2012
Angela Finocchiaro
OPEN DAY
di Walter Fontana
regia di Ruggero Cara
con Angela Finocchiaro e Michele Di Mauro
produzione AGIDI
3 aprile 2012
Fondazione Teatro Due
Teatro Stabile del Veneto
TUTTO SU MIA MADRE
testo teatrale di Samuel Adamson
basato sul film di Pedro Almodóvar
con Elisabetta Pozzi, Alvia Reale, Eva Robin’s,
Paola Di Meglio, Alberto Fasoli, Silvia Giulia Mendola,
Giovanna Mangiù, Alberto Onofrietti
regia Leo Muscato
26 febbraio 2012
Ennio Fantastichini Isabella Ferrari
IL CATALOGO
Aide Memoire di Jean Claude Carrière
traduzione e regia Valerio Binasco
produzione Angelo Tumminelli - Star Dust International
inizio spettacoli ore 21
TEATRO
DANZA
13 aprile 2012
Cie. Zerogrammi
MAPPUGGHJE. Seconda Variazione
regia e coreografia Stefano Mazzotta,
Emanuele Sciannamea
con Chiara Michelini, Maria Cristina Valentini
in collaborazione con
Damasco Corner / Compagnia Virgilio Sieni
ATLANTE DEL BIANCO#2
Una compagnia formata da ragazzi
non vedenti
su un progetto di Virgilio Sieni
23 marzo 2012
Anticorpi eXpLo - tracce di giovane danza d’autore
TRE PEZZI SUL CORAGGIO
Matteo Fantoni
LEONI
di e con Matteo Fantoni
Marco D’Agostin
VIOLA
coreografia e interpretazione Marco D’Agostin
Riccardo Buscarini
VOLTA
frammento #1 di Family Tree
un progetto di Chiara Bersani
inizio spettacoli ore 21
TEATRO MUNICIPALE
9
di Eduardo De Filippo
con Luca De Filippo, Nicola Di Pinto, Anna Fiorelli,
Fulvia Carotenuto, Carolina Rosi, Massimo De Matteo
e Giuseppe Rispoli, Gioia Miale, Antonio D’Avino,
Chiara De Crescenzo, Alessandra D’Ambrosio,
Carmen Annibale
regia Luca De Filippo
scene Gianmaurizio Fercioni
fondali Giacomo Costa
costumi Silvia Polidori
luci Stefano Stacchini
PRO
sA
produzione
La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
Le bugie con le
gambe lunghe
Luca De Filippo
lunedì 7 novembre 2011
martedì 8 novembre 2011
Il nostro lavoro sulla drammaturgia di Eduardo, in particolare su quella del dopoguerra, continua con la messa in
scena de Le bugie con le gambe lunghe, commedia scritta
nel dicembre 1946 - subito dopo il debutto napoletano di
Filumena Marturano - che venne rappresentata solo un
anno dopo: lo straordinario successo di Filumena infatti ne
fece rinviare continuamente il debutto.
Come sarà poi Le voci di dentro, Le bugie con le gambe
lunghe è una commedia sul tema della verità e della menzogna, in cui la vena amara che scorre in sottofondo alla
comicità a tratti quasi farsesca del primo atto si accentua
con il procedere dell’azione, tanto da far scrivere a Gerardo
Guerrieri come Eduardo “...scansa gli effetti e le situazioni
già fatte, accenna, colpisce di striscio con una padronanza
del mezzo tecnico impressionante...”, conferendo al testo
un suo carattere insieme “antico” e sperimentale.
La storia vive dei reciproci intrighi che alcune coppie intrecciano intorno a Libero Incoronato, un uomo modesto,
onesto, insieme dignitoso e fiero, la cui vita tranquilla viene
sconvolta dai vicini che tentano in ogni modo di coinvolgerlo, suo malgrado, nelle loro squallide storie. Prima ingenua-
mente ostinato nello smascherare le clamorose menzogne
spacciate per verità, di cui è testimone, Libero decide alla
fine di adeguarsi in modo provocatorio alla regola generale,
rilanciandola e amplificandola fino al paradosso.
Ed ecco il titolo della commedia, che rovescia il proverbio popolare: le bugie con le gambe corte sono quelle dei
bambini, quelle puerili, mentre quelle con le gambe lunghe
sono quelle “che tutti noi dobbiamo aiutare a camminare
per non far cadere l’impalcatura della società” (Eduardo in
un’intervista a Sergio Romano).
Un personaggio e una commedia che anticipano modalità drammaturgiche molto moderne, fortemente presenti
nell’Eduardo a venire.
Ideata prima della guerra, Le bugie con le gambe
lunghe venne completata alla fine del 1946, subito
dopo la messa in scena a Napoli di Filumena Marturano e come soluzione di emergenza, nel caso
che quest’ultima commedia non dovesse incontrare
presso il pubblico delle altre piazze il successo sperato. Le cose, fortunatamente, andarono in ben altro
modo e Le bugie venne presentata solo un anno più
tardi. Dopo il debutto a Bari nel dicembre del 1947,
la prima romana all’Eliseo (14 gennaio 1948) richiamò un pubblico foltissimo e mondano, allertato dagli
straordinari successi delle ultime stagioni (Napoli
milionaria!, Questi fantasmi!, Filumena), che finalmente riconoscevano a pieno a Eduardo quel titolo
di autore troppo a lungo messo in ombra dalle sue
doti di attore.
L’accoglienza fu calorosa, anche se forse il pubblico
rimase un po’ disorientato dagli umori acri di una
satira antiborghese che anticipava già i toni amari
e pessimistici dei lavori successivi. Il critico Sandro
De Feo così racconta la serata: «Durò quasi un’ora,
attraverso i battenti a vetri dell’ingresso alla sala
dell’Eliseo, la sfilata del pubblico più elegante di
Roma. Nel calendario della stagione romana le signore appuntano ormai con lapis rosso le “prime”
di Eduardo De Filippo. Quel mercoledì sera era la
prima delle Bugie con le gambe lunghe. La sala era
piena fino agli orli. Tutte le seggiole che si poterono
aggiungere furono aggiunte, ma molte persone rimasero in piedi e poterono dirsi ancora fortunate. (...)
Anche le poltrone tenute in serbo dai bagarini già
da un pezzo erano state tutte vendute alle persone
disposte a pagare molto» (Sandro De Feo, «L’Europeo», 25 gennaio 1948).
a cura di Paola Quarenghi e Antonella Ottai
durata spettacolo: 2h
11
TEATRO MUNICIPALE
di Bertolt Brecht
musiche originali Hans-Dieter Hosalla
traduzione Mario Carpitella
regia Claudio Longhi
Dramaturg Luca Micheletti
scene Csaba Antal
costumi Gianluca Sbicca
luci Paolo Pollo Rodighiero
assistente alla regia Giacomo Pedini
con Umberto Orsini
e con (in ordine alfabetico) Nicola Bortolotti,
Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale,
Diana Manea, Luca Micheletti, Michele Nani, Ivan Olivieri,
Giorgio Sangati, Antonio Tintis
produzione
Emilia Romagna Teatro Fondazione,
Associazione Teatro di Roma
La resistibile ascesa
di Arturo Ui
martedì 6 dicembre 2011
mercoledì 7 dicembre 2011
Uno dei lasciti più decisivi della stagione teatrale novecentesca è rappresentato senza ombra di dubbio dal teatro di
Bertolt Brecht: pietra di paragone per ogni sperimentazione
successiva e, oggi, classico indiscusso e riconosciuto a livello internazionale.
La resistibile ascesa di Arturo Ui è una parabola satirica
sull’avvento del nazismo nella Germania dei tardi anni Venti e dei primi anni Trenta: Brecht, quando ormai la Seconda
guerra mondiale si sta combattendo da due anni, sceglie di
tornare alle origini di uno sfacelo politico che stava costando il peggio a milioni di esseri umani e, a se stesso, da nove
anni, l’esilio. L’indagine che sceglie d’avviare sui meccanismi perversi del potere e della demagogia sfocia in un allucinato e macabro affresco che, con un facile meccanismo
allegorico, egli ambienta non già in Europa - teatro reale
del disastro -, bensì oltreoceano, in una fantastica Chicago,
nella quale ripercorre le fasi della costruzione del consenso
per Adolf Hitler sulla falsariga di quelle dell’ascesa criminale di Al Capone. Attraverso questo caustico e grottesco
parallelo - gestito mediante sapienti dosaggi di tratti ora
Umberto Orsini
parodistici ora tragici - Brecht innesca la perlustrazione di
un fenomeno storico di proporzioni planetarie, consentendo
allo spettatore di seguirne lo sviluppo in maniera immediata e di comprenderne gli esiti socio-politici grazie ad una
semplificazione mai gratuita e ad uno strumento - quello
del teatro, appunto - che ne catalizzi la leggibilità.
La messa in scena intende assecondare pienamente il registro grottesco di questa «farsa storica». L’incisiva brevità
dei singoli “numeri”, la retorica della sopraffazione mafiosa, la serie rocambolesca dei fatti di cronaca narrati e messi
alla berlina attraverso la lucida comicità di cui Brecht si serve come arma storico-critica, traducono la parabola in una
“rivista” briosa e nitida, caustica ed elegante, sul tragico
nonsenso del nostro passato. Un apologo feroce e violento
sulla tragedia europea del Nazismo, sull’intreccio terribile e
puntuale di economia e terrore, di gangsterismo politico e
consenso di massa.
La resistibile ascesa di Arturo Ui è pensato per essere e risulta a tutti gli effetti un imprescindibile esercizio di memoria: di quella memoria di cui perdere le tracce sarebbe un
atto immorale e di cui soltanto i classici - antichi e moderni
- sanno farsi portavoce magistrali, dacché in sé realizzano
compiutamente l’ideale supremo per cui ogni opera d’arte
deve avere valore di civiltà. Quest’opera di Brecht lo possiede esplicitamente.
PRO
sA
Nell’affrontare il lavoro su La resistibile ascesa di
Arturo Ui (copione scritto nel 1941 e rappresentato
per la prima volta nel ’58), le coordinate di regia fondamentali mi sono state dettate, in sostanza, dallo
stesso Brecht. Nelle sue note a proposito dell’Arturo
Ui il grande drammaturgo di Augusta per un verso
scrive infatti che il copione «rappresenta un tentativo
di spiegare al mondo capitalistico l’ascesa di Hitler
trasponendola in circostanze a quel mondo familiari»
e per l’altro rileva come «la tragedia, molto più spesso della commedia, prende alla leggera le sofferenze
dell’umanità». Da subito, quindi, l’Arturo Ui - impressionante parabola (o forse meglio “rivista”) della
salita al potere di Hitler, allegoricamente trasposta
nella parallela escalation al comando di un gangster
arieggiante Al Capone nella Chicago a cavallo degli
anni Venti-Trenta del secolo scorso in mano ai grandi
trusters - mi si è presentato come una lucida parodia
delle violente (s-)ragioni della borghesia capitalistica
di irresistibile (quanto agghiacciante) comicità.
Claudio Longhi
durata spettacolo: 2h 45’ con un intervallo
13
TEATRO MUNICIPALE
di David Harrower
versione italiana Alessandra Serra
Blackbird
lunedì 9 gennaio 2012
martedì 10 gennaio 2012
Dopo Donna Rosita nubile dell’amato García Lorca, Lluís
Pasqual si cimenta con un testo scomodo e terribilmente attuale sulle ferite inguaribili di un amore sbagliato,
Blackbird del quarantenne David Harrower, rivelazione della nuova drammaturgia scozzese.
Lo spettacolo è la terza produzione che il regista catalano
firma per il Piccolo Teatro di Milano, sua “seconda casa”,
a venticinque anni esatti dalla prima, El Público di García Lorca, accolto nel 1986 con uno strepitoso successo al
Teatro Studio in occasione della sua apertura.
In Blackbird si affronta un tema drammatico, l’amore di un
uomo adulto per una bambina, da una prospettiva diversa. «Mettere in scena Blackbird - spiega Pasqual - significa
portare in evidenza un tema che tutti conosciamo nella sua
realtà quotidiana, per guardarlo in modo più profondo,
al di fuori di ogni significato scandalistico». Il linguaggio
teatrale diventa lo strumento privilegiato per uno sguardo
“altro” sulle cose, soprattutto quando si tratta di vicende scomode e, quindi, spesso taciute. Così, attraverso le
molte stratificazioni del testo e i numerosi livelli di lettura,
l’ordinaria storia di una violenza si trasforma in una grande storia d’amore, che lega indissolubilmente, in maniera
unica e crudele, due esseri umani. Una discesa negli inferi
dell’animo umano, che dell’animo umano prova a svelare
le ombre, le mille paurose sfumature.
regia Lluís Pasqual
scene Paco Azorín
costumi Chiara Donato
luci Claudio De Pace
con Massimo Popolizio e Anna Della Rosa
e con Silvia Altrui
PRO
sA
produzione
Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
Il testo
Nel 2003 l’International Festival di Edimburgo, commissiona a David Harrower un testo: il drammaturgo ha carta
bianca e due anni per presentare il lavoro al regista tedesco
Peter Stein, che lo metterà in scena. Harrower si ispira al
caso giudiziario di Tony Studebaker, ex-marine americano
che intrecciò una relazione on-line con una dodicenne di
cui ignorava l’età e fu incarcerato per rapimento e reati a
sfondo sessuale. Dopo nove mesi, ha steso un testo troppo complesso. Capisce che non può funzionare. In quattro
settimane lo condensa all’essenza: l’incontro e il confronto
fra due personaggi, un uomo e una donna. Racconta Harrower: «Non ci fu bisogno di spiegare molto. Peter intuì in
fretta di cosa si trattava esattamente (...) non fece altro che
prendere il testo dalle mie mani... e abitarlo».
«Blackbird per me fu davvero una rivelazione - dice Harrower - perché di solito non scrivo così. È stata un’operazione
difficile, irripetibile, che ha investito anche la lingua. Non
c’è molta punteggiatura. Mi sono accorto che non potevo
usare frasi con un punto e a capo, perché troppo cristalline,
troppo finite. La forma rispecchia, in un certo senso, l’incertezza di persone che si aggirano una intorno all’altra.
Non potevo usare materiale tratto semplicemente dalle pagine dei giornali». Il tema dell’abuso è scottante. Ma non
è quello il cuore dell’interesse per l’autore, che spiega: «Mi
sembrava insensato scrivere un testo sulla pedofilia, e dire
la pedofilia è un male: lo sanno tutti. Dovevo cercare più in
profondità (...)».
La regia
Nel percorso di un regista, la scelta di un testo dipende da un’emozione. Prendo in mano un copione,
lo sfoglio, lo leggo, mi emoziono. E se mi emoziono,
vado in cerca della possibilità di trasmettere quella
sensazione ad altri. Non sempre si è attratti dallo
stesso tipo di storia: a volte si dirigono commedie,
in altri casi ci si indirizza verso qualcosa di profondamente drammatico e sconcertante.
Blackbird è un esempio perfetto, per me, di quel che
intendo quando parlo di teatro politico, di un teatro
che si fondi sulla messa in discussione di principi, postulati della morale. (…)
Harrower pone un gran numero di domande su un
tema che appartiene antropologicamente al concetto
di umanità. Non esistono risposte; non ne può fornire
la psicanalisi, non ne dà la società. Si può pensare a
una risposta di tipo giuridico: dare una definizione
legale del concetto di abuso e comminare le pene
per sanzionarlo. Il resto rimane un mistero. Perché
esiste l’abuso? Quando una persona è adulta? Dove
nasce la provocazione? Sta nell’occhio di chi guarda
o nella mente di chi è guardato? Fino a che punto
una vittima può farsi carnefice di una persona che
potrà anche avere sbagliato ma che ha comunque
il diritto di ricostruirsi una vita? Perché è impossibile
comunicare, per due persone separate da quell’abisso? Blackbird porta in superficie la fragilità di noi
tutti davanti a fatti per i quali non abbiamo risposte.
Il teatro serve a questo. (…)
Lluís Pasqual
durata spettacolo: 1h 25’
Data la delicatezza dell’argomento,
pur trattato con un estremo rigore
morale, lo spettacolo è vivamente
sconsigliato ai minori.
TEATRO MUNICIPALE
15
ideato e diretto da Giancarlo Sepe
un tema originale Luis Bacalov
con (in o.a.) Stefano Capitani, Elisabetta D’Acunzo,
Sergio Di Paola, Cristina Donadio, Barbara Folchitto,
Antonio Gargiulo, Elena Gigliotti, Cristina Messere,
Francesco Moraca, Pablo Moyano, Raffaele Musella,
Matteo Nicoletta, David Paryla, Giorgio Pinto,
Caterina Pontrandolfo, Marcela Szurkalo,
Nella Tirante, Luca Trezza
scene e costumi Carlo De Marino
luci Umile Vainieri
colonna sonora a cura di Harmonia Team
con musiche originali di Davide Mastrogiovanni
aiuto regista Domenico De Santi
assistente ai costumi Vita Barbato
produzione
Nuova Teatro Eliseo
Napoletango
musical latino-napoletano
martedì 24 gennaio 2012
mercoledì 25 gennaio 2012
La famiglia Incoronato è famosa a Napoli e sul territorio
della regione. Essa si sposta come un chiassoso circo familiare, viene chiamata per cerimonie religiose e feste di
paese. Essa è la prova vivente della specializzazione dell’artista, e la specializzazione è il tango. Non il walzer, non
la samba, non il fox-trot o il liscio, ma il divino, tragico e
sensuale tango argentino. Come lo abbia imparato e da chi
è un vero mistero. Sta di fatto che ormai da quattro generazioni la famiglia Incoronato detta legge in materia, le sue
invenzioni, il suo ritmo, l’originalità delle figure e la fastosa
ridondanza dei corpi che si muovono hanno colpito il mondo intero e hanno creato proseliti un po’ ovunque. Nella
compagnia serpeggiano capigliature nere come la pece e
vestiti aderenti che fasciano corpi e menti, la loro ispirazione, come appare, è costante e tale da motivare ogni singolo
gesto, anche il più elementare, il più quotidiano come il
mangiare, il bere, il dormire e finanche il camminare. Sono
dei veri fenomeni: Concetta, la matriarca, il figlio con la sua
sposa, i figli, i fratelli e le sorelle, i cugini, persone appartenenti a posti e a razze diverse, passano tutti come lontani
parenti della famiglia Incoronato, una famiglia allargata
da sempre nuovi elementi, anche biondi e anche stranieri,
gente che non conosce la lingua napoletana, ma neanche
quella italiana, gente di colore, persone non vedenti, cantanti e ballerini. Tutti ballano il tango a Napoli ed è subito
Napoletango.
È il trionfo della vita sull’accademismo, della bruttezza sulla
bellezza, del sangue versato per amore, contro i sentimenti
prudenti e intimisti. La famiglia si esibisce in balere, in caffè,
in stazioni ferroviarie, circhi, palestre, attraverso filastrocche, canti della terra, canzoni patriottiche, danze ritmate
dai propri sentimenti urgenti, necessari. Come dire che la
vita è un grande tango che si svolge dalla mattina alla sera.
C’è il tango della sveglia, quello della colazione, del lavoro,
del rientro a casa, quello dell’amore, della lite, della guerra,
del mangiare (in scena si preparerà una vera cena a base
di pesce) e poi ancora tango per le feste comandate, processioni religiose, natali e capodanni. Lo spettacolo è un
inno alla vita senza i freni della cultura borghese e senza la
ricerca affannosa della bellezza, oggi la vera discriminante
tra ciò che conta e ciò che va buttato via. Diciannove attori
che cantano e ballano e suonano - musica dal vivo - musica
registrata - canti, gastronomia, suoni e fuochi artificiali.
Giancarlo Sepe
PRO
sA
Napoletango prosegue quel percorso teatrale intrapreso dal regista Giancarlo Sepe ormai da molti anni:
fondere insieme l’immagine e la musica, trasportandole in quel grande contenitore che è il teatro. Napoletango è la storia di una famiglia. La chiassosa,
circense e molto numerosa famiglia Incoronato, conosciuta a Napoli per la sua speciale arte e passione
per il tango. La famiglia, fornita di nessuna cultura e
di nessuna bellezza, ha fatto di sé un numero da circo; essa si avvicenda nelle locande di terz’ordine per
raccontarsi attraverso esibizioni canore coreografate
in maniera approssimativa, sgraziata, ma sanguigna.
Saranno però finalmente ingaggiati per un vero spettacolo, in un vero teatro. Il pubblico solamente saprà
come andrà a finire…
durata spettacolo: 1h 30’
17
TEATRO MUNICIPALE
di Annibale Ruccello
tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia
Donatella Finocchiaro
con la partecipazione di Dalia Frediani
con Marcello Romolo, Rino Di Martino
e in o.a. Lorenzo Acquaviva, Rocco Capraro,
Martina Galletta, Liborio Natali
musiche Massimiliano Pace
disegno luci Gigi Martinucci
costumi Alberto Spiazzi
scene e regia Roberta Torre
produzione
Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini
Dal capolavoro letterario e dal film di Vittorio De Sica
che valse l’Oscar a Sofia Loren, Annibale Ruccello nel
1985 trasse la riduzione teatrale de La ciociara, ricevendo il consenso entusiasta di Alberto Moravia.
La sensibilità e la provata capacità di Roberta Torre, regista affermata di cinema, la restituisce oggi al
teatro con tutta la sua forza dirompente e l’intensa
profondità.
Donatella Finocchiaro, che tante volte ha dato vita
nel cinema ed in teatro a personaggi di potente
carica emotiva, è Cesira, la ciociara, mentre Daniele Russo è Michele, l’uomo del quale è innamorata,
l’idealista partigiano che morirà per salvare altre vite
umane.
Daniele Russo
La ciociara
martedì 7 febbraio 2012
mercoledì 8 febbraio 2012
PRO
sA
Fantasmi in guerra
È passata a la guerra e anche la violenza che le ha trafitte:
una madre e passata la guerra e anche la violenza che le
ha trafitte: una madre e una figlia oggi stanno litigando per
l’acquisto di un automobile. Così ha inizio la nostra storia.
Come se nulla fosse successo, nella Ciociara di Ruccello a
farla da padrone sono i Fantasmi. Fantasmi della brama di
avere, possedere oggetti di consumo semplici come può
essere un televisore o una macchina nuova.
Qui Cesira non è più quella madre sconvolta sul ciglio della
strada polverosa a chiedere pietà per la sua povera figlia
violata, Rosetta non è quella che non sarà mai più come
prima dopo le mani estranee sul suo corpo di bambina: il
fantasma di quella violenza si è tramutato in quotidiana
banalità come se nulla fosse, l’ha cambiata per sempre in
modo subdolo e silenzioso. È questa la vera violenza che
nella scrittura di Ruccello ci proietta in un universo dell’orrore dove tutto viene dimenticato in cambio di una normalità apparente e inquietante.
Questa Ciociara è quindi un viaggio nei ricordi e negli incubi e dunque di fantasmi si tratta. E dunque se di fantasmi
si tratta ho immaginato una messa in scena che possa materializzare i ricordi e il passato, che li traduca in immagini
proiettate, che li chiuda in una scatola magica che molto
ricorda una vera e propria proiezione da cinema.
Ed ecco quindi che il cinema e il teatro interagiscono strettamente in questa Ciociara, oggi e ieri si mescolano continuamente lasciando ai protagonisti della scena una doppia
anima che li rende corpi capaci di interagire con i fantasmi.
Pochi oggetti sulla scena e un mondo di proiezioni interiori
e non solo: un viaggio dove ieri e oggi prendono forma e ci
trascinano avanti e indietro nel tempo.
Roberta Torre
durata spettacolo: 2h compreso intervallo
TEATRO MUNICIPALE
19
di August Strindberg
versione italiana di Valter Malosti
con Valeria Solarino (Signorina Giulia),
Valter Malosti (Giovanni), Federica Fracassi (Cristina)
uno spettacolo di Valter Malosti
scene Margherita Palli
costumi Federica Genovesi
luci Francesco Dell’Elba
suono G.u.p. Alcaro
scene costruite presso il laboratorio del
Teatro Stabile di Torino
PRO
sA
produzione
Fondazione del Teatro Stabile di Torino
in collaborazione con Teatro di Dioniso
Dalla rassegna stampa
Signorina Giulia
martedì 28 febbraio 2012
mercoledì 29 febbraio 2012
«Con la presente, mi permetto di proporvi la prima tragedia naturalistica della letteratura drammatica svedese, e vi
prego di non respingerla alla leggera, se non volete pentirvene più tardi, perché, come dicono i tedeschi: farà epoca»:
così August Strindberg scrive nell’agosto 1888 all’editore
Bonnier, che respingerà l’opera perché troppo scandalosa.
La signorina Julie si svolge nel Midsommarnatten, la notte
di mezza estate, notte magica di San Giovanni, occasione rituale di scatenamenti orgiastici, che spinge Julie, la
padrona, e Jean, il servo, a sperimentare il superamento
di maschile e femminile, ma anche la contrapposizione di
classe, lo sconvolgimento dei ruoli, la sperimentazione del
diverso.
È un mondo infero, quello che vediamo rappresentato in
Signorina Julie di Strindberg, si scende giù per andare nella cucina, regno sprofondato della servitù dove gli alberi
si intravedono appena e un raggio di luce del mattino è
un’apparizione sacra: l’ora del sacrificio. Julie ha un sogno
ricorrente, sogna di voler cadere e sprofondare sempre
più giù, giù sottoterra; e questa cucina dove si respirano
fumi infernali è una sorta di anticamera dell’inferno o anche dell’inferno che può essere il “teatro della memoria”;
ma Julie diviene anche per Strindberg una di quelle attrici/
isteriche di un esperimento di ipnosi al cui “spettacolo”
aveva assistito a Parigi presso l’ospedale della Salpêtrière
per opera di Charcot, e con una singolare seduta di ipnosi, cui l’autore invita a partecipare tutta la comunità degli
spettatori, si chiude tragicamente la parabola di Julie.
Nella parte di Julie Valeria Solarino, attrice nata artisticamente a Torino nella Scuola del Teatro Stabile, e che si è
affermata come interprete cinematografica lavorando con
Giovanni Veronesi, Wilma Labate, Roberto Andò, Alessandro d’Alatri, Mimmo Calopresti, Michele Placido. La Signorina Giulia è il suo ritorno al teatro.
Valter Malosti ha affrontato Strindberg dopo una stagione di successi e un Premio Ubu 2009 per la regia dello
spettacolo Quattro atti profani di Antonio Tarantino nonché
il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro per
la regia ancora per i Quattro Atti Profani e Shakespeare /
Venere e Adone.
Testo duro, frasi scandalose, paradosso di personaggi
esitanti e privi di carattere collocati dentro una struttura ferrea. È inevitabile che dinanzi alla “tragedia
naturalistica” Malosti elimini l’aggettivo e contempli
il sostantivo, affrontando la tragedia a modo suo, con
un piglio espressionistico che accentua e quasi assolutizza la crudeltà. Dunque niente verità posticce.
La cucina descritta minuziosamente da Strindberg è
reinventata da Margherita Palli in una stanza sghemba, sbrecciata, fitta di botole e di varchi. In questa
gabbia Malosti e la Solarino si scatenano in un gioco
ritmato da musiche techno che sembrano alludere al
tonfo inarrestabile di un cuore impazzito. Lui, a tratti,
assume coloriture romantiche, mentre lei è tesa nello
spasimo della donna che si cerca e si distrugge. Bravissimi entrambi.
Osvaldo Guerrieri, «La Stampa»
A una moderna, tonica e compulsiva Valeria Solarino, che dal cinema torna al primo amore, il teatro,
nella Signorina Giulia di Strindberg, versione, regia
e co-interpretazione di Valter Malosti per lo Stabile
di Torino, la scenografa Margherita Palli ha fornito
un impianto che è un gran bel set un po’ sghembo
ed espressionista. Sullo spaccato d’interno con botole e cucina annessa, la “tragedia naturalistica” della
contessina che cede al tuttofare Jean afferma un
evoluzionismo nuovo: a sopravvivere è il subalterno
e a estinguersi per suicidio è la padroncina. Solarino
è tesa e brava, Malosti è un domestico tra Sade e
Koltès (...). Ritmi ben dati da luci e musiche.
Rodolfo Di Giammarco, «La Repubblica»
durata spettacolo: 1h 30’
21
TEATRO MUNICIPALE
di William Shakespeare
traduzione e adattamento di Fabio Grossi
e Simonetta Traversetti
con Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer,
Mirella Mazzeranghi, Fabio Pasquini
e con Rita Abela, Fabrizio Amicucci, Valentina Gristina
e Cristina Capodicasa, Gerardo Fiorenzano,
Gennaro Iaccarino, Federico Mancini, Giampiero Mannoni,
Sante Paolacci, Sergio Petrella, Vincenzo Versari
regia Fabio Grossi
scene e costumi Luigi Perego
musiche Germano Mazzocchetti
coreografie Monica Codena
luci Valerio Tiberi
produzione
Teatro Eliseo
Le allegre comari di Windsor
martedì 13 marzo 2012
mercoledì 14 marzo 2012
Protagonista della vicenda è Sir John, con le sue esuberanti
smargiassate da guascone, la sua sovrabbondante figura,
la sua pletorica simpatia cialtrona, il suo amore per la crapula e il bicchiere e la sua irresistibile, endemica disonestà viziosa e bonaria. Un innamorato cavalier galante, che
confortato dalla sua pinguedine, ne farà un personaggio la
cui comicità riuscirà a renderlo pur’anche leggero. Caratteristiche queste che, unite al ritmo della “commedia”, non di
certo sconosciuto a Shakespeare, gran estimatore di Plauto
e Terenzio, ne faranno uno spettacolo dal morbido andante
e dal ghigno graffiante.
Con gli occhi di oggi, lo considereremmo un diverso, sia
per verbo che per figura, apparentemente un avverso al
presupposto bigotto di una società borghese.
Ma la tessitura della commedia stessa, va oltre l’apparenza
e, per andar al di là del detto che “l’apparenza inganna”,
proprio d’inganni e scherzi, per lo più perfidi, questa è avviluppata. Vi si racconta di una società, che vive sotto l’occhio
della Corte, dove il dileggio l’uno dell’altro dei componenti
della comunità, fa da quotidiano passatempo: la protervia
della condizione di nascita e dello svolgersi dei fatti della
PRO
sA
Leo Gullotta
vita d’ognuno la farà da presupposto dominante.
Un ventaglio di più svariata umanità la farà da protagonista della vicenda: il bonario benestante, il meschino geloso,
lo scaltro pedante, il servo scimunito, il pavido baciapile, il
tronfio bottegaio, l’antipatico saccente. Ma su tutti trionferanno le donne, le qua raccontate Comari, che con furbizia
e lungimirante intelligenza, collocheranno in maniera indolore per la comunità, la parola fine alla vicenda.
Quindi, amori e amanti, guasconi maldestri e burocrati vacui, mariti gelosi e golosi mercanti, mercenari allettanti ed
infingardi, ci racconteranno la storia che, come nelle migliori tradizioni teatrali, verrà in alcuni parti rafforzata dalla
partitura musicale, sottolineando di volta in volta momenti
o comici, o grotteschi, o romantici.
Alla fine sarà il Nostro Grasso e Grosso personaggio principale a tirar le fila di una vita vissuta ai margini, ma con
l’onor d’una filosofica consapevolezza.
Rispettando appieno la struttura voluta e pensata da
Shakespeare, proponendo allo spettatore, in luogo dei cinque atti i più canonici e moderni “due più intervallo”, si
lascerà indubbia la correlazione ai Nostri tempi e alle Nostre vicende sociali, sottolineando qua e là lo scherzo, acre
e cattivo, denominante una società che pedissequamente
ripete i suoi stilemi, nei confronti di chi viene considerato
un diverso, sia per aspetto, che per attitudini o usi.
Fabio Grossi
Dalle note di regia
Il Falstaff che ho voluto raccontare nella lettura di
questa “commedia shakespeariana”, è un personaggio antecedente a quello che troviamo nell’Enrico IV,
di certo più giovane, vista la datazione anteriore voluta dal Bardo per giustificare la sua esistenza in vita,
dato che nell’Enrico V, Shakespeare, fa annunciare la
sua morte.
Fu per volontà della regina Elisabetta I che il Bardo riesumò Sir John Falstaff, fatto morire nella sua
precedente opera, l’Enrico V: nacque così Le allegre
comari di Windsor.
Ad accreditare questo aneddoto fu infatti John Dennis, che lo riferì nel 1702.
La smania della regina, come precisò pochi anni
dopo un altro attento cronista shakespeariano,
Nicholas Rowe, derivava da un suo divertito “invaghimento” per la poderosa figura comica di Falstaff;
invaghimento che le istillò il desiderio di vederlo in
un altro dramma, e per di più innamorato. Sicché, per
non venir meno al dictat dell’imperiosa Elisabetta,
Shakespeare avrebbe non già “resuscitato” Falstaff,
che è moderno espediente da soap-opera, ma escogitato l’intreccio narrativo delle Allegre comari collocandone la vicenda in un tempo immediatamente
precedente alla morte del cavaliere, portata a conoscenza per bocca di Mistress Quickly, altro personaggio riproposto, nell’Enrico V.
Anche questa Nostra edizione, benché passati parecchi secoli, nasce sotto l’occhio vigile e severo
della GRANDE Regina: intrighi, scherzi e maramaldate sfileranno così secondo il divertito gusto
shakespeariano.
durata spettacolo: 2h 10’ con un intervallo
TEATRO MUNICIPALE
23
da I Rusteghi di Carlo Goldoni
traduzione e adattamento Gabriele Vacis
e Antonia Spaliviero
con (in ordine alfabetico)
Eugenio Allegri, Mirko Artuso, Natalino Balasso, Jurij Ferrini
e con (in ordine alfabetico)
Nicola Bremer, Christian Burruano,
Alessandro Marini, Daniele Marmi
regia Gabriele Vacis
composizione scene, costumi, luci e scenofonia
Roberto Tarasco
produzione
Fondazione del Teatro Stabile di Torino
Teatro Regionale Alessandrino
Rusteghi I nemici della civiltà
lunedì 16 aprile 2012
martedì 17 aprile 2012
I Rusteghi appartiene alla maturità compositiva di Carlo Goldoni, che coincide anche con gli ultimi malinconici
anni della permanenza a Venezia. Ai fasti del pubblico,
che accompagnano la felice stagione del 1750 delle sedici
commedie riformate, seguono le commediole antagoniste
dell’abate Chiari, che sottraggono pubblico al commediografo, ma soprattutto la polemica restaurazione proposta
da Carlo Gozzi, a favore di un ritorno alla Commedia
dell’Arte.
Due anni separano Goldoni dal viaggio a Parigi, alla Comédie Italienne, e sempre più nelle sue storie si coglie il
disinganno per una realtà storica profondamente diversa
da quella raccontata agli esordi: Venezia ha perso il ruolo
di potenza dell’Adriatico, agita da una classe aristocratica
incapace di gestire un indispensabile cambiamento di rotta
e da una borghesia commerciale che stenta a imporsi come
classe dirigente.
I Rusteghi si inserisce dunque a pieno titolo su questo
sfondo, con un tratto di audacia finora mai emerso. Il mercante Pantalone, l’avveduto borghese che in molte commedie incarna l’ideale di un soggetto sociale avveduto e
responsabile, si trasforma in una amara caricatura di se
PRO
sA
stesso. Autentico tiranno, si impone con protervia su famiglia e domestici. In un prezioso gioco di specchi, Goldoni
amplifica le valenze del personaggio sdoppiandolo in altrettanti alter-ego, gli altri “rusteghi” dell’opera: Canciano,
Leonardo, Simon e Maurizio. La loro capitolazione a un
nuovo codice comportamentale ha il sapore di un happy
end forzoso, estraneo per primo a loro stessi. Cupa e vagamente claustrofobica questa commedia parla ancora al
nostro tempo, all’intolleranza travestita da moralismo, alla
difficoltà di mettersi in relazione, alla mancanza di comunicazione di un’epoca che proprio della comunicazione fa
il proprio vessillo.
Il disinganno di Goldoni è ancora vivo nelle parole dei protagonisti e descrive una società buia e alla deriva, sopita,
ma ancora presente, nella nostra pratica quotidiana.
Da bambino mi facevano vedere le commedie alla
televisione. E io morivo di noia. Tranne che con Goldoni. Goldoni mi faceva ridere e mi commuoveva, in
quel bianco e nero sfumato che sembrava nebbia.
Mettendo in scena Cechov, due anni fa, pensavo che
in Zio Vanja non succedeva quasi niente. Nei Rusteghi di Goldoni succede ancora meno che in Zio Vanja.
Il personaggio cechoviano ad un certo punto trasgredisce l’immobilità: spara al suo rivale. Non ce la fa
ad ammazzarlo, ma almeno ci prova. Non c’è morte
fisica. Non serve, dal momento che la vita stessa è
solo l’attesa della morte, ma la trasgressione ha a
che fare con la serietà della morte. Nei Rusteghi la
“grande trasgressione” la mette in opera la siora Felice: fa incontrare un ragazzo e una ragazza prima
che si sposino. A differenza che in Romeo e Giulietta
nessuno è contrario alle nozze. Il dramma è molto più
futile: i genitori vogliono che i figli si sposino, solo
pretendono che non si vedano prima delle nozze. La
trasgressione della siora Felice è una specie di umiliazione del dramma.
I personaggi che in Shakespeare sono eroici, grazie
alla morte, in Goldoni diventano buffi. Più ancora che
in Cechov. È come se Goldoni avesse già perfetta
coscienza dell’immutabilità della condizione umana,
della sua stupidità. Solo che lui la raccontava offrendo divertimento: gioia pura in dono.
Gabriele Vacis
durata spettacolo: 1h 45’ senza intervallo
25
TEATRO MUNICIPALE
di Nanni Garella
da Il medico dei pazzi di Eduardo Scarpetta
regia Nanni Garella
con Vito, Marina Pitta
e gli attori di Arte e Salute
con la partecipazione straordinaria di Nanni Garella
scene Antonio Fiorentino
luci Gigi Saccomandi
costumi Claudia Pernigotti
regista assistente Gabriele Tesauri
assistente alla regia Nicola Berti
produzione
Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile
di Bologna
Associazione Arte e Salute onlus
Al dutåur di mât
giovedì 15 dicembre 2011
Vito incontra il regista Nanni Garella e la compagnia di
attori-pazienti psichiatrici di Arte e Salute: Al dutåur di mât,
di Nanni Garella, da Il medico dei pazzi di Eduardo Scarpetta. Sul palco c’è anche l’attrice Marina Pitta e, in una
partecipazione straordinaria, lo stesso Nanni Garella.
Prosegue dunque la collaborazione tra Arena del Sole Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna e Arte e Salute
onlus, associazione nata con lo scopo di coniugare il lavoro
artistico con il lavoro nel campo della salute mentale, che
ha riscosso notevoli successi e riconoscimenti tra cui il Premio Ubu.
Dopo l’uso del dialetto bolognese parlato ne Il linguaggio della montagna, uno dei tre atti unici di Harold Pinter
messo in scena nell’aprile 2010, Nanni Garella ha deciso
di allestire un’opera tutta recitata in bolognese, lavorando
sulla commedia scritta nel 1908 in napoletano da Eduardo
Scarpetta e adattandola alla lingua originaria dei suoi attori, anche grazie alla preziosa consulenza di Luigi Lepri.
Gigén, giovane nullafacente, da anni vive a Bologna alle
spalle dello zio Felice, il quale crede di pagare al nipote gli
studi di medicina. Quando Felice di Torrinbocca da Marzabotto, luogo in cui vive, giunge a Bologna insieme alla
moglie e alla figliastra, Gigén, insieme all’amico Giuanén,
mette in scena un altro raggiro allo zio, millantando di essere diventato psichiatra e di dirigere una clinica per alie-
nati mentali, che altro non è che la Pensione Stella, dove
i due ragazzi vivono a sbafo, e i presunti pazzi non sono
altro che gli eccentrici clienti della pensione, del tutto sani
ma presentati come pazzi da Gigén quando lo zio Felice
pretende di visitare la clinica. In effetti, le stranezze e le manie di questi ignari inquilini (c’è l’attore che prova l’Otello,
il musicista pronto a partire per nuovi e gloriosi concerti,
l’ufficiale tutto d’un pezzo, la mamma apprensiva che cerca
di accasare la timida figlia) appaiono al povero Felice, terrorizzato, come segni evidenti di pazzia.
Ormai professionisti, dopo un lungo periodo di formazione
e lavoro teatrale, e dopo aver affrontato, sotto la guida del
regista Nanni Garella, opere di Pirandello, Pinter, Brecht,
Pasolini, gli attori di Arte e Salute, affiancati da due attori
del calibro di Vito e Marina Pitta, già protagonisti di molte produzioni dell’Arena del Sole, affrontano Il medico dei
pazzi - testo che ricordiamo anche per il film che ne fu
tratto nel 1954 con protagonista Totò per la regia di Mario
Mattoli - il cui autore Eduardo Scarpetta è, secondo Garella
«un autore importante per il teatro italiano, non solo per
quello napoletano, spesso ingiustamente considerato minore, limitato alla lingua napoletana».
ALTRl
PeRcoRsl
«Il medico dei pazzi è un titolo che ben si attaglia ad
Arte e Salute - afferma Nanni Garella -, il tema dell’inversione del punto di vista nel guardare il mondo
della follia è trattato da Scarpetta con la leggerezza
che gli è propria, ma con grande sapienza drammaturgica e con sensibilità da grande scrittore nell’uso
del dialetto». Permettendo, attraverso la commedia,
di comprendere meglio il problema del disagio mentale per mezzo di «una serie di attori con problemi
psichiatrici che interpretano personaggi normali che
a loro volta vengono scambiati per matti».
Nel solco di una tradizione, tutta italiana, che va dalla
Commedia dell’Arte a Goldoni, a Pirandello, a Eduardo, a Gadda, a Pasolini, l’uso del parlato dialettale
affonda la lingua letteraria italiana nelle sue origini
popolari e spesso restituisce un’immagine inconsueta del nostro paese, visto, per così dire, dal basso.
«In questi anni c’è tanto bisogno di sane verità popolari - prosegue il regista - per guardare ai nostri
difetti attraverso la risata della commedia, intravedendo, se possibile, qualche pregio del nostro essere
italiani. Ho chiesto a Vito di darci una mano in questa
avventura “bolognese”. Ha accettato con entusiasmo e ci stiamo divertendo molto».
«È stata un’esperienza fantastica - commenta Vito di grande arricchimento dal punto di vista umano e
professionale. Gli attori di Arte e Salute sono molto
professionali, anzi vivono la scena in modo molto più
concreto. D’altra parte anch’io sono matto, altrimenti
non farei questo mestiere».
durata spettacolo: 2h compreso intervallo
TEATRO MUNICIPALE
27
Open Day
venerdì 20 gennaio 2012
Separati da tempo, mediamente tritati dalla vita, entrambi
sui cinquanta, una madre e un padre si ritrovano faccia a
faccia in un giorno importante: iscrivere la figlia quattordicenne alla scuola media superiore. Sembra facile, ma non
lo è. Un semplice modulo da compilare diventa per i due
ex-coniugi un interrogatorio insidioso, che li spinge a ripercorrere la loro vita, in un crescendo di sottile follia.
Tra litigi interrotti da anni, discorsi intorno a una figlia che
non si vede mai, ma è al centro di tutto, licei chic con presidi analfabeti e incursioni mentali nella Grecia del IV secolo
a. C., si intrecciano tensioni, speranze e qualche sorpresa:
perché il passato non è sempre come te lo ricordi e il futuro
non è mai come te lo immagini.
Dopo i trionfi cinematografici del 2010 e il successo teatrale di Miss Universo, Angela Finocchiaro torna a collaborare
con Walter Fontana, autore di questo nuovo testo, per dar
vita ad uno spettacolo ironico, tagliente e ricco di emozioni, nato da una domanda che riguarda tutti noi: come si
guarda al futuro quando non sai bene come comportarti
col presente?
Sulla scena, a dividere i tormenti di una famiglia alle prese
con una figlia adolescente, Michele Di Mauro, attore sensibile e ironico.
di Walter Fontana
regia Ruggero Cara
con Angela Finocchiaro e Michele Di Mauro
produzione
Agidi
Angela Finocchiaro
Angela Finocchiaro inizia il suo percorso teatrale negli anni Settanta con la compagnia sperimentale Quelli
di Grock, per poi fondare la compagnia Panna Acida, di
cui sarà autrice e interprete in numerose produzioni. Dagli anni Ottanta la sua attività teatrale prosegue costante
con numerosi spettacoli di successo. Per citarne solo alcuni, il fortunatissimo monologo La stanza dei fiori di china,
Sottobanco (con Silvio Orlando, regia di Daniele Luchetti),
La misteriosa scomparsa della Signorina W, Pinocchia (con
Ivano Marescotti), Benneide, Miss Universo (inizio della
collaborazione con l’autore Walter Fontana) e, nelle ultime
due stagioni teatrali, Mai più soli. Parallelamente comincia
una fortunata carriera cinematografica col geniale Ratataplan di Maurizio Nichetti, proseguita con riuscitissime interpretazioni tra cui Benvenuti al Sud (candidatura ai David di
Donatello come miglior attrice protagonista), La banda dei
babbi Natale (nomination ai Nastri d’Argento come miglior
attrice), Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti (Premio David di Donatello 2007 come miglior attrice non protagonista), l’intenso cameo nel film di Ozpetek Un giorno
perfetto, La bestia nel cuore di Cristina Comencini (Nastro
d’argento 2006, Premio David di Donatello 2006 e Ciak
d’oro 2006 come migliore attrice non protagonista).
ALTRl
PeRcoRsl
Michele Di Mauro si definisce “operaio dello spettacolo”. Attore torinese, dal 1978 lavora in teatro con
diversi registi tra cui Castri, Missiroli, Vacis, Malosti,
Solari, Bianco e Liberti di Egum Teatro e Binasco. Gli
ultimi spettacoli che ha interpretato sono Nella solitudine dei campi di cotone di Koltès, Un anno con 13
lune di Fassbinder, L’apparenza inganna di Bernhard,
tutti per Egum Teatro; Zio Vanja di Cechov, regia di
Vacis, Quattro atti profani di Tarantino, regia di Malosti e Filippo di Alfieri, regia di Binasco. Al cinema
debutta con Gianluca Tavarelli in Portami via, seguono Ravanello pallido accanto a Luciana Littizzetto,
Andata e ritorno di Marco Ponti e La doppia ora di
Giuseppe Capotondi. Su Radio Deejay affianca Luciana Littizzetto negli sketch del programma La Bomba
ed è una delle voci maschili di Radio Due.
Ruggero Cara, diplomato nel 1970 alla Scuola
d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Milano, è
tra i fondatori dello storico Teatro del Sole. Attore di
cinema e teatro, lavora sul set con Antonio Albanese
e Daniele Luchetti, mentre a teatro è diretto, tra gli
altri, da Gabriele Salvatores, Giorgio Gallione, Leo de
Bernardinis, Nanni Garella, Giorgio Barberio Corsetti,
Gabriele Vacis, Dominique Pitoiset, Moni Ovadia e
Roberto Andò. Come regista ha diretto Marina Massironi, Marco Travaglio, Corrado Augias e più recentemente Shel Shapiro e Gherardo Colombo. Con la
regia di Open Day torna a dirigere Angela Finocchiaro dopo La stanza dei fiori di china (1987) e il grande
successo de La misteriosa scomparsa di W (1994).
Walter Fontana, sceneggiatore e autore televisivo,
negli anni ha lavorato in trasmissioni tv quali Zelig e
MaiDireGol. Ha scritto per comici come Paolo Hendel, Claudio Bisio, Maurizio Crozza, Paola Cortellesi,
Neri Marcorè, Fabio De Luigi. Scrive romanzi, tra cui
Non ho problemi di comunicazione, edito da Rizzoli,
con il quale ha vinto nel 2005 il Premio Satira Politica di Forte dei Marmi. Al cinema collabora a tre
film del trio Aldo Giovanni e Giacomo. Per Angela
Finocchiaro ha già scritto il monologo Miss Universo,
replicato con successo per tre stagioni nei maggiori
teatri italiani.
nuova produzione
29
TEATRO MUNICIPALE
di Jean Claude Carrière
Ennio Fantastichini
traduzione e regia Valerio Binasco
Aide Memoire
Il Catalogo è una commedia delicata e divertente. Il suo
titolo (almeno in italiano) si ispira al Don Giovanni di Mozart, e la ragione è tematica e musicale insieme: il dialogo
scorre leggero e brioso come le “note bambine” delle partiture settecentesche e il personaggio maschile si ispira - o
almeno vorrebbe - al celebre seduttore. Questa commedia
gioca con l’impossibile e con l’assurdo, e l’autore sembra
divertirsi molto a mandare a gambe all’aria le nostre pretese di vivere in una realtà “normale”.
Il tema narrativo è di quelli molto cari al teatro e al romanzo tardo novecentesco: l’impossibile incontro tra un uomo
e una donna. Tanto più fatale, quanto più imprevedibile. Per
salvarsi dall’impossibile amore, i personaggi si aggrappano
in modo quasi ossessivo alla verosimiglianza dei dialoghi
e delle situazioni, ma solo per approdare a un’atmosfera
di intimità senza scampo, e tuttavia leggera e primordiale, dove la realtà si rivela per quella che è: una specie di
prigione dell’anima. Da quel momento in poi sembra un
sogno, Il Catalogo. Sembra uno di quei film meravigliosi
di certa Nouvelle Vague, che si accanivano a scoprire l’assurdo delle storie d’amore, e di quell’assurdo finivano per
innamorarsi e farci innamorare. Tutto si gioca nel dialogo
tra un solo uomo e una sola donna. Potremmo anche, forse,
ALTRl
PeRcoRsl
produzione
Angelo Tumminelli
Star Dust International
Isabella Ferrari
Il Catalogo
domenica 26 febbraio 2012
scene e luci Massimo Bellando Randone
costumi Sandra Cardini
musiche Arturo Annecchino
posporre l’aggettivo, e sono sicuro che non sbaglieremmo:
Carrière ha scelto due persone tremendamente sole. Sole
senza neppure essersene accorte. Le fa incontrare nel momento in cui la loro vita sembra ormai assuefatta a tanta
solitudine. Personaggi tanto distanti - lei è una disordinata
ed evanescente “ragazza con la valigia” alla Prévert, tenera
e folle; lui, come si diceva, un Don Giovanni che nella vita
“diurna” fa il consulente legale, mimetizzandosi con l’umanità più normo-razionale che ci sia - potevano incontrarsi
solo in forza di un equivoco. E così sarà. (…)
L’uomo di questa commedia è come noi, ha la sua vita normale e il suo segreto che lo protegge. Nessuno si stupirà se
aggiungo: lo protegge dall’amore. E da cosa ci proteggiamo tutti, sempre, sennò?
Come invece “sia” la donna di questa commedia, non si sa.
Sembra immersa in qualcosa di segreto e tuttavia è forse la
persona più limpida del mondo. Di lei sappiamo solo che ha
scelto di vivere in modo opposto al “normale”. (...)
C’è un mondo segreto, meraviglioso e senza colpe, dentro
di noi e solo l’amore e il coraggio che l’amore sa donare
possono liberarlo. Sembra solo un gioco crudele, ma è un
gioco divino. Perché l’amore è un Dio. Un Dio che si nutre delle nostre storie, dei nostri giochi, delle nostre fughe
inutili e ci dà in cambio l’unica vera bellezza della vita. Il
terribile dio-bambino dell’amore si è certo molto divertito
leggendo Il Catalogo.
Valerio Binasco
Ennio Fantastichini e Isabella Ferrari sono i protagonisti de Il Catalogo di Jean Claude Carrière con
la traduzione e regia di Valerio Binasco. Prodotto da
Angelo Tumminelli per la Star Dust International, lo
spettacolo prosegue nella stagione 2011/12 la sua
tournée italiana già iniziata lo scorso anno. Questa
storia, interpretata in Francia nel 1994 da Fanny
Ardant e Bernard Giraudeau, ottenne grande successo di pubblico e di critica. Jean-Jacques (Ennio
Fantastichini), giovane avvocato in carriera, noto
Don Giovanni della Parigi bene, conduce una vita da
scapolo esemplare, perfettamente organizzata tra
ufficio, serate mondane e nottate con donne sempre
diverse. Ha però un difetto: non ha memoria, ed è
perciò costretto a catalogare in un album tutte le
sue conquiste. Un giorno piomba a casa sua Suzanne (Isabella Ferrari), una giovane donna alla ricerca
di un certo Philippe Ferrand. La donna è stanca e
senza troppi preamboli decide di installarsi a casa
di Jean-Jacques sconvolgendo così l’ordine maniacale del suo monolocale e della sua vita. Si tratta
di un tragicomico incontro-scontro di universi paralleli e apparentemente estranei. L’incomunicabilità, e
dunque la solitudine, sono le due dimensioni in cui
vivono i personaggi. «La coppia Fantastichini-Ferrari
rappresenta un binomio davvero perfetto - spiega il
produttore Tumminelli - artisticamente in grado di
abbinare capacità, classe ed originalità. Sono due
attori completi, una grande risorsa per il teatro italiano. Come del resto lo è Valerio Binasco, che firma
la regia dello spettacolo».
durata spettacolo: 1h 40’
in collaborazione con
TEATRO MUNICIPALE
31
un’idea di Fabrizio Gifuni
(da Carlo Emilio Gadda e William Shakespeare)
con Fabrizio Gifuni
regia Giuseppe Bertolucci disegno luci Cesare Accetta
direttore tecnico Hossein Taheri produzione
Fabrizio Gifuni
in collaborazione con
Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti
Fabrizio Gifuni
L’ingegner Gadda va alla guerra
(o della tragica istoria di
Amleto Pirobutirro) ALTRl
PeRcoRsl
Quattro anni dopo ‘Na specie de cadavere lunghissimo, spettacolo che attraverso la prosa del Pasolini luterano e corsaro e gli endecasillabi di Giorgio
Somalvico poneva le basi di una riflessione teatrale
sulla trasformazione del nostro paese negli ultimi
quarant’anni, Fabrizio Gifuni e Giuseppe Bertolucci riprendono il loro discorso guidati dalla lingua e
dal pensiero di uno dei più grandi scrittori del ‘900. I Diari di guerra e di prigionia - resoconto fedele della
partecipazione di Gadda alla prima guerra mondiale
- e l’esilarante Eros e Priapo, scritto-referto sulla psicopatologia erotica del ventennale flagello fascista,
tracciano la rotta di un viaggio che ci conduce fino
al nostro presente, alla scoperta di un popolo mai
cresciuto. E, in ultima analisi, di noi stessi. venerdì 9 marzo 2012
Un Amleto non più giovane, solo, senza più un padre o una
madre da invocare o da maledire, sempre più debole di
nervi, collerico. Solo con i suoi fantasmi. La lingua squassata da lampi di puro genio proteiforme. Sempre sull’orlo
di una follia tragica eppure, a tratti, comicissima. E ricca di
metodo. Ah sì, ricca di metodo. Così inizio a immaginare Gadda. Un “Amleto Pirobutirro”
(protagonista-ombra del suo più grande romanzo, La cognizione del dolore) che riavvolge il nastro delle sue nevrosi camminando a ritroso - come un granchio - sulle tavole
della memoria. Una discesa agli inferi che riapre antiche ferite, mai rimarginate. Fino ad arrivare alla ferita originaria.
A ciò da cui tutto discende. Nel male e nel bene. Al pozzo
nero della sua futura infelicità ma anche, forse, all’involontaria miniera della sua immensa arte. La partecipazione
dell’Ingegnere al primo conflitto mondiale (sottotenente
nella milizia territoriale, arma di fanteria, V reggimento Alpini), la disfatta di Caporetto, la detenzione nei campi di
prigionia tedeschi e la morte del fratello Enrico, modificheranno per sempre la vita dello scrittore. Ma il dolore non è
mai solo fatto “privato”. Anzi. Si fa sempre inesorabilmente
“pubblico”. (...) Scritti dall’assai scomodo osservatorio del-
le trincee, i suoi Diari di guerra e di prigionia squarciano il
velo su qualsiasi retorica patriottarda per farsi atto d’amore
autentico e doloroso. Acquisita coscienza del proprio dolore, questo Amleto un po’ avanti con gli anni è ormai perfettamente in grado di analizzare le storture di una Storia
ciclicamente “fuori dai cardini”. Preso l’abbrivio, il flusso è
inarrestabile. Con il trascorrere degli anni (quanti?), la demenza totale di un popolo frenetizzato ha ora consegnato
il suo paese a un tiranno che si preoccupò de le femmine;
al delirio narcissico di un ultra-istrione, auto-erotomane
affetto da violenza ereditaria. Sèguito ideale di un discorso aperto qualche anno fa, con le riflessioni performative
luterane e corsare (di ‘Na specie de cadavere lunghissimo),
questo nuovo capitolo si presenta al pubblico come un atto
cognitivo “sacrale” - rituale laico di un consorzio civile che
si vorrebbe migliore - utile forse a chiunque, oggi, voglia
provare a riannodare i fili di una tela in brandelli. La tela di
un paese chiamato Italia. L’atto di conoscenza con che nu’
dobbiamo riscattarci - dice Gadda in Eros e Priapo - prelude la resurrezione, se una resurrezione è tentabile da così
paventosa macerie.
Fabrizio Gifuni
durata spettacolo: 1h 10’
33
TEATRO MUNICIPALE
testo teatrale di Samuel Adamson*
basato sul film di Pedro Almodóvar
traduzione Giovanni Lombardo Radice
con Elisabetta Pozzi, Alvia Reale, Eva Robin’s,
Paola Di Meglio, Alberto Fasoli, Silvia Giulia Mendola,
Giovanna Mangiù, Alberto Onofrietti
scene Antonio Panzuto
costumi Gianluca Falaschi
luci Alessandro Verazzi
suono Daniele D’Angelo
regia Leo Muscato
produzione
Fondazione Teatro Due
Teatro Stabile del Veneto
*prodotto per la prima volta al The Old Vic Theatre di Londra
da Daniel Sparrow, Neal Street Productions, The Old Vic Theatre Company,
Dede Harris & DRB Productions
Tutto su mia madre
martedì 3 aprile 2012
Il film di Almodóvar inizia con un bellissimo rapporto fra
madre e figlio. C’è un padre assente, ma costantemente presente nei pensieri del figlio alla continua ricerca di
un’identità. Si parla di maternità, paternità, omosessualità,
uomini che diventano donne, padri che diventano madri. Si
parla fortemente di teatro, cinema e scrittura; di malattia,
di droga, aids, di trapianti, donazione di organi, d’amore e
di morte. Un dolore di fondo, filtrato da una visione ironica
dell’esistenza stessa. L’incrocio di questi temi sarebbe potuto diventare un guazzabuglio senza pari. Nelle mani di
Almodóvar, invece, ogni cosa si concatena perfettamente,
nella vita di tutti quei personaggi che Manuela, la protagonista, incontra nel suo viaggio.
Manuela è mossa dal senso di colpa di non essere riuscita a
mantener fede a una promessa fatta al figlio Esteban poco
prima di morire: raccontargli tutta la verità su suo padre. È
questo senso di colpa che la porterà a Barcellona, a confrontarsi col passato, andando alla ricerca di quel padre, a
cui poter finalmente raccontare tutto su suo figlio...
L’elemento dominante nel testo di Adamson è la metateatralità, si tratta di un grande omaggio al teatro e all’arte
degli attori. Le tematiche presenti nella sceneggiatura cinematografica ci sono tutte, ma filtrate dalla contestualizzazione della vicenda.
ALTRl
PeRcoRsl
Tutto su mia madre è il film capolavoro scritto e diretto da Pedro Almodóvar nel 1999 al vertice della
sua maturità artistica. È una dedica “a tutte le attrici
che hanno interpretato delle attrici, a tutte le donne
che recitano e a tutte le persone che vogliono essere
madre”.
Il forte appeal teatrale di questo testo è già stato
colto dall’Old Vic Theatre di Londra che nel 2007 ne
ha prodotto una messa in scena.
Il testo, basato sulla sceneggiatura originale di Almodóvar, è stata adattato per il teatro da Samuel
Adamson.
Lo stesso testo, con questa produzione di Fondazione
Teatro Due e Teatro Stabile del Veneto, viene rappresentato per la prima volta in Italia.
Qui la narrazione è quasi onirica, filtrata dai pensieri di
Esteban, e da quegli appunti che non smette mai di scrivere
sul suo taccuino, appunti su un testo teatrale che vorrebbe
scrivere su sua madre, il cui titolo sarebbe proprio Tutto su
mia madre.
Il nostro spettacolo si fonderà sul linguaggio specifico del
teatro e chi vorrà venire a vederlo dovrà cercare di rimuovere (solo per due ore) i ricordi e la passione che lo straordinario film di Almodóvar gli avrà procurato.
Il risultato non potrà che essere diverso, ma abbiamo fiducia che possa essere altrettanto emozionante.
Leo Muscato
durata spettacolo: 2h 35’ compreso intervallo
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
35
Quintavalla - Stori - Compagnia Abbondanza/Bertoni
Romanzo d’infanzia
mercoledì 18 gennaio 2012
Romanzo d’infanzia è uno spettacolo di particolare intensità e poesia, pluripremiato e acclamatissimo in Italia
e all’estero da oltre 13 anni (premio ETI/STREGAGATTO
1997/98). Spettacolo cult della Compagnia Abbondanza/
Bertoni con oltre 600 repliche, è stato tradotto e viene
rappresentato in quattro lingue.
È dedicato a tutti coloro che non possono fare a meno
dell’amore, danzato e parlato.
Commuove gli adulti e fa ridere i bambini, per questo è vivamente richiesta la loro presenza, essendo una creazione
nata soprattutto per un pubblico giovane.
In scena due danzatori che si alternano tra essere genitori
e figli e poi di nuovo padre e figlio e madre e figlia e poi
fratelli, sì, soprattutto fratelli, e alternano il subire e il ribellarsi e difendere e scappare e tornare e farsi rapire per
sempre senza ritorni: insomma vivere.
testo Bruno Stori
coreografia e interpretazione Michele Abbondanza
e Antonella Bertoni
regia e drammaturgia Letizia Quintavalla e Bruno Stori
musiche Alessandro Nidi
ideazione luci Lucio Diana
elaborazioni sonore Mauro Casappa
costumi Evelina Barilli
voce fuori campo Silvano Pantesco
coproduzione Teatro Testoni Ragazzi
con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività
Culturali - Dipartimento dello Spettacolo
TeatRo
DanZa
Romanzo d’infanzia è uno spettacolo in cui il linguaggio del teatro-danza, normalmente riservato ad
un pubblico non di giovanissimi, si propone in una
formula più narrativa ed immediata in modo da renderlo fruibile anche dai bambini. L’infanzia è il diamante della nostra vita, è grezza e abbagliante. Si
può scheggiarlo e offuscare la potenza della sua luce.
E questo è male? Non so, ma fa male, molto male.
Se è vero che d’amore si può impazzire è ancor più
vero che senza amore si diventa matti e infelici. E che
disastro i bambini senza amore o con troppo amore.
Tra gli eterni deboli ci sono i bambini.
Crediamo che la diversità sia un diritto che va ribadito in ogni epoca e in ogni paese. Insomma è sempre
tempo di trovarsi dalla parte di chi perde, di chi è più
debole. Da questi presupposti deriva un metodo di
lavoro che influenza e definisce soprattutto la drammaturgia e il lavoro con i danzatori-attori, considerati
più importanti del personaggio, del testo e portatori
di materiale umano prezioso e vivo.
Questo lavoro parla del disagio infantile all’interno
dei rapporti primari-affettivi, della violenza fisica e
psicologica che l’infanzia subisce a casa o nelle istituzioni, del delitto di non ascoltare i propri figli, di
colpe senza colpevoli.
In scena due danzatori che si alternano tra essere
genitori e figli e poi di nuovo padre e figlio e madre e
figlia e poi fratelli, sì, soprattutto fratelli, e alternano
il subire e il ribellarsi e fuggire e difendere e proteggersi e scappare e tornare e farsi rapire per sempre
senza ritorni: insomma vivere.
Una dedica a tutti coloro che non possono fare a
meno dell’amore.
Letizia Quintavalla, Antonella Bertoni,
Michele Abbondanza, Bruno Stori
durata spettacolo: 55’
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
37
Atlante del Bianco#2
venerdì 24 febbraio 2012
Damasco Corner è un progetto che coinvolge nuovi danzatori non vedenti nella ricerca artistica sul gesto poetico,
la sua trasmissione, visione e creazione in contesti dedicati alla formazione e alla produzione artistica. Nasce dalle
esperienze della Compagnia Virgilio Sieni e dell’Accademia
sull’Arte del Gesto presso gli spazi di CANGO - Cantieri
Goldonetta di Firenze, luogo ideato e diretto da Virgilio
Sieni. Si rivolge esclusivamente a ragazzi e ragazze non vedenti e ipovedenti, accogliendo la disabilità come punto di
partenza per la sperimentazione di linguaggi coreografici
inediti e come opportunità unica d’indagine sul gesto, in
dialogo con lo spazio, il suono, l’altro.
Il progetto conferma il carattere innovativo e il valore della ricerca artistica condotta dallo stesso Sieni assumendo,
nello specifico, l’aspetto di avvenimento pioneristico in Italia: Damasco Corner è infatti il primo progetto artistico che
coinvolge ragazzi con deficit sensoriale entro un contesto di
alta formazione, qual è CANGO, luogo dedicato al corpo e
alla ricerca dei linguaggi artistici del contemporaneo, cantiere aperto a verifiche, a ridefinizioni continue, in accordo
agli stimoli provenienti dal mondo delle arti contemporanee
e in sintonia con i mutamenti culturali e sociali in corso.
Grazie alla spinta propulsiva di Virgilio Sieni e della sua
compagnia, al supporto dell’équipe di insegnanti, educatori, artisti e studiosi dell’Accademia sull’Arte del Gesto, il
Una compagnia formata da ragazzi non vedenti
su un progetto di Virgilio Sieni
interpretazione e collaborazione Giuseppe Comuniello
musica Francesco Giomi
assistenti Luana Gramegna, Caterina Poggesi
produzione
Regione Toscana
Osservatorio per le Arti Contemporanee
dell’Ente Cassa di Risparmio Firenze
Comune di Firenze - Assessorato alla cultura e
alla contemporaneità
CANGO - Cantieri Goldonetta Firenze
Accademia sull’Arte del Gesto
Compagnia Virgilio Sieni
Damasco Corner
progetto Damasco Corner prende forma dalla fine del 2008.
Obiettivo primo è avvicinare le persone non vedenti a una
pratica artistica che conduce a una presa di consapevolezza
profonda del corpo - inteso come soggetto e oggetto di
conoscenza. Incontro, ascolto, scambio di esperienze sono
le parole chiave di un primo ciclo di sperimentazione che ha
coinvolto un nucleo ristretto di persone (un primo gruppo
stabile di danzatori non vedenti) esplorando una metodologia di lavoro ‘flessibile’ per cui competenze e peculiarità
molto diverse si sono unite, alimentando una ricerca artistica con risvolti educativi espliciti e chiari echi sociali.
Lo sviluppo del progetto Damasco Corner, rispondendo al
desiderio di immergersi in una condizione specifica dell’individuo e traslarla in un contesto artistico professionale, si
intreccia inevitabilmente con i percorsi tracciati dall’Accademia sull’arte del gesto, con i propositi di CANGO e con
il lavoro della Compagnia Virgilio Sieni, condividendo con
queste realtà risorse artistiche, organizzative e logistiche in
un legame imprescindibile con il territorio toscano e con la
città di Firenze. La Toscana è sede produttiva della Compagnia Virgilio Sieni ed è qui che nascono l’Accademia sull’Arte del Gesto e il progetto Damasco Corner.
TeatRo
DanZa
Atlante del Bianco#2 vede in scena, Giuseppe Comuniello, un giovane ragazzo non vedente, protagonista
di un lavoro che ha trovato una sua forma definitiva
al termine di un lungo e articolato percorso iniziato
nel 2008 da un’idea di Virgilio Sieni.
Si tratta di un progetto dal titolo Damasco Corner
nato all’interno dell’Accademia sull’Arte del Gesto di
Firenze che coinvolge nuovi danzatori non vedenti
nella ricerca artistica sul gesto poetico, la sua trasmissione, visione e creazione in contesti dedicati
alla formazione e alla produzione artistica.
Giuseppe Comuniello sta diventando un incredibile
danzatore. La sua presenza, in scena, è capace immediatamente di connettere lo spettatore più avvertito a quel processo che Freud chiamava “esame
della realtà”. Un’epifania di performatività e prassi
dell’azione scenica di rara intensità e di cui dobbiamo essere davvero grati.
Stefano Tomassini
«Danza&Danza» novembre 2010
durata spettacolo: 45’
39
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
venerdì 23 marzo 2012
Una serata dedicata al coraggio di una generazione dimenticata, in perenne attesa, che pure ci soprende per la forza comunicativa e la lucidità
di pensieri. Una serata riservata a tre giovani coreografi emergenti, i
cui brani compongono un ritratto generazionale ricco, dentro il quale
si percepisce un interesse vivo per la carnalità, l’emozione, la risata e
la tenerezza.
La prima coreografia - Leoni - è di Matteo Fantoni, un classico prodotto
del “fai da te”. Ha studiato teatro, ha fatto il tecnico delle luci, si è iscritto e diplomato alla scuola di clown Dimitri. Questo è il suo primo “solo”,
ed è anche la prima rappresentazione che il bizzarro personaggio che interpreta, Fortunato Fiorucci, ha preparato per più di cinque anni nel suo
garage. È il risultato del suo lavoro quotidiano di “allenamento al coraggio”. Il coraggio di andare oltre i propri limiti, di alzarsi ogni mattina per
andare a fare un lavoro che non gli piace, di superare le sue paure, di
rischiare, di fare una telefonata, di licenziarsi, di parlare, di accettare il
proprio giudizio, di vivere. Leoni è un pezzo assurdo, è un pezzo tragico
travestito da comico, è qualcosa che appartiene a tutti noi.
La seconda coreografia è di Marco D’Agostin, che con questo spettacolo ha vinto il Premio Giovane Danza d’Autore del Veneto. Il viola del
titolo rimanda al colore, che nello spettro delle tonalità è associato alla
volontà di essere diversi e dalla carica erotica. Ha in sé la vitalità del
rosso e l’intimità del blu ed esprime una forza di tipo primitivo, violento,
istintivo. Vìola è anche la terza persona singolare del presente indicativo
di “violare”, verbo il cui significato centrale è quello di “andare oltre
una soglia con un’azione di forza o illecita”, e alla cui origine sta forse
il termine latino “vis”, ovvero “forza”. Viola è un brano potente perché
fortemente autobiografico: racconta in danza la sofferenza, il coraggio e
la difficoltà di un adolescente che deve affermare la sua identità “diversa” e pertanto inaccettabile per la società benpensante.
Chiudono Riccardo Buscarini, Chiara Bersani e Matteo Ramponi, con
volta, primo frammento di un progetto più ampio che s’intitola Family
Tree. Buscarini è un danzatore e coreografo piacentino che oggi vive
e lavora a Londra. Con questo brano ha vinto il Premio Prospettiva
Danza 2011. Il suo è un progetto di danza contemporanea di/con/su e
per Chiara Bersani, con la collaborazione di Matteo Ramponi. Ciò che li
ha spinti a collaborare all’inizio è stata una forte amicizia. Chiara è nata
nel 1984 ed è affetta da una grave forma di osteogenesi imperfetta, che
rende l’apparato scheletrico fragile e ne limita la crescita. Dal loro incontro è nato uno spettacolo autobiografico, emozionante e coraggioso che,
partendo dal corpo di Chiara, indaga sulle radici dei ricordi, la famiglia e
l’impatto della diversità nella nostra società.
Il titolo rimanda a un’antica danza rinascimentale, chiamata appunto
“Volta”, in cui la coppia tendeva a isolarsi e ad avvicinarsi fino al sollevamento della dama da parte del cavaliere: ed è proprio ciò che vediamo
accadere in scena tra Chiara e Riccardo, in presenza di Matteo, muto
creatore di luce e di atmosfere.
Roberto De Lellis
Anticorpi eXpLo
Tracce di giovane danza d’autore
Matteo Fantoni
Leoni
Marco D’Agostin
TeatRo
DanZa
Viola
Riccardo Buscarini
volta
frammento #1 di Family Tree,
un progetto di Chiara Bersani
Tre pezzi sul coraggio
Leoni
Viola
di e con Matteo Fantoni
musiche di E. Serra, J. Breil, Gogol Bordello, L. Battisti
concetto luci e costume Matteo Fantoni
coreografia e interpretazione Marco D’Agostin
musiche Ryoij Ikeda
montaggio musicale Giulia Bigi
luci Eugenio Resta
volta
frammento #1 di Family Tree
un progetto di Chiara Bersani
concept/direzione Riccardo Buscarini
assistente Antonio de la Fe
azione/creazione Chiara Bersani, Riccardo Buscarini,
Matteo Ramponi
suono Sebastiano Dessanay
con il supporto di Ina/Assitalia - Agenzia Generale
di Piacenza, Stanhome S.p.A - sede di Parma e
Piacenza, Accademia Domenichino da Piacenza,
Ass. Culturale Corpoceleste
si ringraziano Massimo Gallazzi, Alexandra Howard,
Riccardo Lisoni
Vincitore del Premio Prospettiva Danza Teatro 2011
Vincitore del Premio del Pubblico e della Giuria - Gd’A Veneto 2010
Rete Anticorpi XL
Aerowaves Network
durata spettacolo:
Leoni 16’
Viola 16’
volta 20’
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
41
Mappugghje
regia e coreografia Stefano Mazzotta,
Emanuele Sciannamea
con Chiara Michelini, Maria Cristina Valentini
collaborazione alla regia Martim Pedroso
testi Fabio Chiriatti
disegno luci Stefano Mazzotta
scenografie e costumi Cie. Zerogrammi
produzione Cie. Zerogrammi
coproduzione O Espaco do Tempo (Pt),
Spazi Per La Danza Contemporanea (ETI),
Centro de Artes performativas do Algarve Devir Capa (Pt),
Pim Spazio Scenico (It)
con il sostegno di Moovin’UP (Gai, Mibac, Ministero della
Gioventù), Regione Piemonte, Ministero per i Beni e le
Attività Culturali
un ringraziamento a Dimora Coreografica (It),
Atelier REAL (Pt)
Cie. Zerogrammi
Seconda Variazione
venerdì 13 aprile 2012
Souvenir di un viaggio immobile
Le mappugghje sono, nel dialetto salentino, le carabattole,
cianfrusaglie, quelle cose che si accumulano nel portafogli,
nei cassetti, in scatole di latta, cose che si conservano a dispetto del poco valore materiale. Ad esse affidiamo pezzetti
di cuore, di viaggi, di ricordi, e gli chiediamo di custodirli
nell’attesa di essere pronti per metterle in soffitta. Un’attesa che una singolare Penelope, personaggio di questo
racconto narrato per corpo e voce, vive nell’immobilità di
una piccola casa. Da tempo immemorabile e con devozione
attende. In silenzio, paziente, si muove tra le mappugghje
del suo cuore, nel tentativo di recuperarne la trama, inesorabilmente destinata a sciogliersi nel silenzio dell’ennesima
notte di solitudine.
Questo lavoro, frutto di due anni di ricerca scanditi in residenze coreografiche realizzate in Italia e Portogallo, vede
coesistere in scena due differenti linguaggi in dialogo fra
loro, la danza e la prosa, collocandosi anacronisticamente
in uno spazio di indefinibilità di genere, non danza e non teatro ma entrambi i linguaggi cuciti in due racconti paralleli e
“incidentalmente” legati fra loro. La sua struttura narrativa
intende rispondere alla precipua scelta drammaturgica di
un tempospazio non lineare, di un disordine cronologico
che sostituisce a logica e direzione nel viaggio per mare
dell’eroe Ulisse, il complesso, ricco vagabondaggio interiore
della sposa in attesa. Accade così che la donna sia in scena,
al tempo stesso, la giovane Penelope all’alba di un solitario
aspettare di là da venire (il corpo della danzatrice Chiara
Michelini) e la donna anziana che ha indefinitamente atteso e che, non sempre lucida, dimentica talvolta dell’oggetto
di questo persistente attendere, è pronta a farci partecipi,
attraverso la voce dell’attrice Maria Cristina Valentini, del
suo appassionato, amorevole, a tratti disilluso diario di
viaggio.
TeatRo
DanZa
Non tanto penso il verbo “andare” e “tornare”. Se
tornare è davvero un atto di compimento ed esige
una forte identità, una straordinaria capacità psichica e tecnica di sopravvivenza. Se è solo rimbalzo
all’indietro nel punto (interiore) fermo, creduto tale
per bisogno di stabilità ed equilibrio. Punto interiore chiamato casa. Isola propria. Famiglia. Regno. In
realtà tutto si è mosso e trasformato, come del resto
noi, nel partire. Tutto dovrà essere in qualche modo
rifondato, così come Ulisse ha fatto. O se tornare è
ritiro, ferita, fallimento proprio che si rinnova nel non
riuscire a sostenere fisicamente e culturalmente un
altro sfondamento di confine. Mi concentro allora
nel significato di “soglia”. Penso che il nostro vivere,
dal primo respiro all’espirazione, sia una corrente di
soglie, di occhielli in cui esperire. E in questa interpretazione i verbi “andare” e “tornare” non sono in
opposizione. Ogni soglia è in divenire. Così, anche
ogni punto, ogni casa, ogni fuoco (interiore).
A. M. Farabbi
durata spettacolo: 1h 15’
1a edizione
L’altra scena
Festival di teatro contemporaneo
mercoledì 28 settembre 2011 - ore 21
mercoledì 19 ottobre 2011 - ore 21
ATIR
Babilonia Teatri
Cleopatràs
di Giovanni Testori • regia Gigi Dall’Aglio • con Arianna
Scommegna • al violoncello Antony Montanari
L’attrice Arianna Scommegna, premio Hystrio 2011 per
l’interpretazione, in una straordinaria interpretazione teatrale. Dopo i due monologhi che l’hanno fatta conoscere e
ammirare dal pubblico, La Molli, divertimento alle spalle di
Joyce, scritto con Gabriele Vacis e Qui città di m., scritto
per lei da Piero Colaprico, Arianna si confronta con uno dei
più importanti scrittori lombardi del nostro tempo: Giovanni
Testori. Cleopatràs è il primo dei Tre lai pubblicati postumi
nel 1994. Lamento di morte che Cleopatra rivolge al suo
amato.
Premio Scenario 2007, made in italy non racconta una storia.
Affronta in modo ironico, caustico e dissacrante le contraddizioni
del nostro tempo. Lo spettacolo procede per accumulo. Fotografa,
condensa e fagocita quello che ci circonda: i continui messaggi
che ci arrivano, il bisogno di catalogare, sistemare, ordinare tutto.
Procede per accostamenti, intersezioni, spostamenti di senso. Le
scene non iniziano e non finiscono. Le immagini e le parole nascono e muoiono di continuo. Gli attori non recitano. La musica è
sempre presente. Come in un video-clip.
mercoledì 26 ottobre 2011 - ore 21
Piccola Compagnia della Magnolia
Teatro Sotterraneo
di Federico García Lorca • con Luisa Accornero, Giorgia
Cerruti, Andrea Romeri, Claudia Martore, Vanessa Leonardelli, Fabrizia Gariglio, Agla Germanà • regia Antonio
Díaz-Florián • coproduzione Théâtre de l’Epée de Bois Cartoucherie de Vincennes
L’estremo capolavoro di García Lorca nella messa in scena del regista Antonio Dìaz-Floriàn è uno spettacolo di
grande impatto emotivo e visivo, che chiama il pubblico
a condividere con gli attori un rituale di morte fortemente
evocativo: una messa da requiem in cui la forza creativa
dell’autore trova perfetta rispondenza nel travestimento
grottesco cui sono sottoposte le attrici. Una regia originale,
concentrata sull’efficacia di una recitazione perfetta calata
in un’atmosfera grottesca e quasi demoniaca, con pochi
essenziali elementi di scenografia.
mercoledì 12 ottobre 2011 - ore 21
Teatro i
HILDA
di Marie NDiaye • regia di Renzo Martinelli • con Alberto
Astorri, Federica Fracassi e Francesca Garolla
Apertura Festival
mercoledì 28 settembre 2011 dalle ore 20
di e con Valeria Raimondi Enrico Castellani • scene Babilonia
Teatri/Gianni Volpe • costumi Franca Piccoli • luci e audio Ilaria
Dalle Donne • movimenti di scena Luca Scotton
mercoledì 5 ottobre 2011 - ore 21
La casa di Bernarda Alba
Piacenza, Teatro Comunale Filodrammatici
made in italy
L’angosciante esistenza di una ricca e annoiata signora
che vuole al suo servizio una vivace ed energica madre
di famiglia, Hilda, che diventa progressivamente proprietà
esclusiva della donna e, per pochi soldi, perde la sua esistenza e la sua identità. Marie NDiaye ci offre uno sguardo sulla condizione della donna, sulle frustrazioni e sulle
mortificazioni che ancora subisce nella società contemporanea, reinventando in modo attuale e originalissimo la
tradizionale dialettica “servo-padrone”.
Dies irae _ 5 episodi intorno
alla fine della specie
Dittico sulla specie (parte1)
creazione collettiva Teatro Sotterraneo • in scena Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri • scrittura Daniele Villa • luci Roberto Cafaggini • costumi Lydia Sonderegger
Non potrai mai camminare a fianco di un neandertaliano. Non
potrai mai nemmeno parlare con un mesopotamico oppure osservare il cielo con un maya. Non vedrai l’arrivo di una delegazione
aliena sul maxischermo e non vedrai il sole diventare supernova.
Il presente è un tempo storico. Il presente è una convenzione. Il
presente è soprattutto un perimetro d’azione. Dies irae affronta
l’estinzione della specie e dei suoi manufatti, non come evento
traumatico ma piuttosto come oblio, come sguardo postumo e
ammirato sulle cose del mondo.
domenica 30 ottobre 2011 - ore 21
Maria Cassi
La mia vita con gli
uomini… e altri animali
scritto da Patrick Pacheco e Maria Cassi • regia Peter Schneider
• al pianoforte Antonino Siringo • produzione Change Performing
Arts, Teatro del Sale, Red Shoes Productions e CRT Artificio
Un esilarante corso intensivo sull’amore, la seduzione, la morte
e... l’olio d’oliva. A fare da mattatrice sulla scena la dirompente
Maria Cassi, attrice di formazione classica con una lunga esperienza di ricerca nel teatro comico e musicale, paragonata dalla
stampa internazionale a Charlie Chaplin, Jerry Lewis e Jacques
Tati. A plasmare il caleidoscopio dei personaggi di Maria c’è Peter
Schneider, Tony Award per la produzione del musical The Lion
King e responsabile per la Disney di molti grandi successi.
InFormazione
Teatrale
Dentro il teatro
Incontri di introduzione ai linguaggi della scena
La magia del teatro - I livello
Giochiamo al teatro? - II livello
per le scuole primarie
Capire lo spettacolo teatrale
per le scuole secondarie di primo grado
Leggere lo spettacolo teatrale
per le scuole superiori
a cura di Chiara Merli
Gli elementi del teatro
Giorgio Strehler: per un teatro umano
Percorso di aggiornamento
per insegnanti e tutto il pubblico
a cura di Chiara Merli
Ditelo all’attore
Incontri con i protagonisti della stagione
di prosa del Teatro Municipale di Piacenza
a cura di Enrico Marcotti
Protocollo d’Intesa
con il Piccolo Teatro di Milano
Attività collegate all’ospitalità dello spettacolo
Blackbird al Teatro Municipale
Dietro il sipario
Incontri di presentazione della Stagione di Prosa
“Tre per Te” 2011/2012
Incontri propedeutici alla visione degli spettacoli
della Stagione di Prosa “Tre per Te” 2011/2012
Incontri di approfondimento sugli spettacoli della
Stagione di Prosa “Tre per Te” 2011/2012
per le scuole e le università, le biblioteche e i gruppi organizzati
a cura di Chiara Merli
Lucia Vasini e Compagnia Diurni e Notturni
Laboratorio teatrale
per ospiti e operatori dei Centri Diurni e delle Comunità
dell’Unità di Riabilitazione del Dipartimento di Salute
Mentale dell’Azienda Usl di Piacenza
a cura di Lucia Vasini
La scrittura scenica
Scrivere per il teatro:
l’esempio di tre spettacoli di Teatro Gioco Vita
per insegnanti e tutto il pubblico
a cura di Fabrizio Montecchi
Dal fumetto al teatro d’ombre
Percorso triennale di formazione
Parte I - Il fumetto si fa ombra
per insegnanti, educatori, animatori
a cura di Nicoletta Garioni
Le vie del desiderio: amore, follia e perversione
Al dutåur di mât, Blackbird, Tutto su mia madre
a cura di Giovanni Smerieri
Psichiatria e psicoanalisi a teatro
Canto la storia dell’astuto Ulisse, Alla locanda del
Baleniere, Sogno di una notte di mezza estate
per le scuole superiori
a cura di Marco Martinelli
Tutti i colori dell’ombra
Una giornata di laboratorio a scuola sull’ombra
per le scuole dell’infanzia e primarie
a cura di Federica Ferrari
Piccoli incontri con l’ombra
impresa_cultura
Adriano Olivetti 1901-1960
Cinema - Teatro - Incontri
in collaborazione con Cittàcomune
Una giornata all’Officina delle Ombre in compagnia
delle nostre ombre, per giocare e divertirsi ma anche
per imparare
per le scuole primarie
a cura del gruppo artistico di Teatro Gioco Vita
Il mestiere del teatro
Una giornata all’Officina delle Ombre con la
compagnia di Teatro Gioco Vita, per vedere come si
“fa” uno spettacolo
per le scuole secondarie di primo grado e superiori
a cura del gruppo artistico di Teatro Gioco Vita
Strisce d’ombra
Un viaggio nei mondi del fumetto
Laboratorio teatrale
per una classe di scuola secondaria di primo grado
a cura di Teatro Gioco Vita
Pre/Visioni
Giovani artisti delle scuole di teatro, laboratori
e azioni teatrali
L’ingegner Gadda: la guerra, la vita, il dolore
Percorso di approfondimento sulle tematiche dello
spettacolo L’ingegner Gadda va alla guerra e
sull’opera di Carlo Emilio Gadda
per le scuole
a cura di Chiara Merli
Il Mondo e il Teatro
Alla scoperta dell’opera di Carlo Goldoni
per le scuole
a cura di Chiara Merli
A teatro con mamma e papà
Rassegna di teatro per le famiglie
L’Officina della Fantasia
Grandi dittatori e piccoli uomini
Un percorso nel teatro di Bertolt Brecht
per le scuole
a cura di Chiara Merli
Laboratorio di teatro
per bambini da 5 a 10 anni
a cura di Federica Ferrari
In compagnia di... Elmer e Pina
Chi è di scena?
Incontri propedeutici alla visione degli spettacoli
della Rassegna di Teatro Scuola “Salt’in Banco”
2011/2012
Incontri di approfondimento sugli spettacoli della
Rassegna di Teatro Scuola “Salt’in Banco” 2011/2012
per le scuole primarie e secondarie di primo grado
a cura di Chiara Merli
Progetto Shakespeare
La dodicesima notte... amori e sogni
Laboratorio teatrale pratico-intensivo
per una classe del Liceo “Gioia”
a cura di Valentina Escobar
Ogni domenica incontra e gioca con un personaggio
amico
Laboratorio di teatro
per bambini da 3 a 7 anni e genitori
a cura di Federica Ferrari
A teatro con gusto
3° edizione - 2012
Cinema e teatro
Proiezioni e incontri
La ciociara (Vittorio De Sica, Italia 1960)
Tutto su mia madre (Pedro Almodóvar, Spagna 1999)
La commedia dell’arte in 12 incontri
Laboratorio teatrale
per una classe del Liceo “Gioia”
a cura di Nicola Cavallari
E ancora...
Incontri nelle scuole, formazione degli insegnanti, progetti
per giovani e studenti, incontri nelle biblioteche, workshops
e conferenze
La sostanza dei sogni
Il teatro comico di Shakespeare tra il palcoscenico
e il grande schermo
per le scuole
a cura di Chiara Merli
con il sostegno di
TRE
PERTE
47
ABBONAMENTI 2011/2012 - PROSA - ALTRI PERCORSI - TEATRO DANZA
INFORMAZIONI
SPETTACOLI
TEATRO
PROSA A
PROSA B
ALTRI
PERCORSI
TEATRO
DANZA
2 PER TE A
2 PER TE B
2 PER TE
DANZA
3 PER TE A
3 PER TE B
LE BUGIE CON LE GAMBE LUNGHE
MUNICIPALE
lunedì
7/11/2011
martedì
8/11/2011
lunedì
7/11/2011
martedì
8/11/2011
lunedì
7/11/2011
martedì
8/11/2011
LA RESISTIBILE ASCESA DI ARTURO UI
MUNICIPALE
martedì
6/12/2011
mercoledì
7/12/2011
martedì
6/12/2011
mercoledì
7/12/2011
martedì
6/12/2011
mercoledì
7/12/2011
TEATRO GIOCO VITA
Teatro Stabile di Innovazione
Teatro Comunale Filodrammatici
Via San Siro 9 - 29121 Piacenza
Telefono 0523.315578 (biglietteria)
0523.332613 (uffici)
Fax 0523.338428
E-mail [email protected]
AL DUTÅUR DI MÂT
MUNICIPALE
giovedì
15/12/2011
giovedì
15/12/2011
giovedì
15/12/2011
giovedì
15/12/2011
BLACKBIRD
MUNICIPALE
lunedì
9/1/2012
martedì
10/1/2012
lunedì
9/1/2012
martedì
10/1/2012
ROMANZO D’INFANZIA
FILODRAMMATICI
mercoledì
18/1/2012
mercoledì
18/1/2012
mercoledì
18/1/2012
OPEN DAY
MUNICIPALE
venerdì
20/1/2012
venerdì
20/1/2012
venerdì
20/1/2012
Orari di apertura della biglietteria
di Teatro Gioco Vita
dal 1° settembre al 31 ottobre 2011:
dal martedì al venerdì ore 10-13 e ore 15-18,
sabato ore 10-13
dal 2 novembre al 21 dicembre 2011:
dal martedì al venerdì ore 15-18, sabato ore 10-13
dal 5 gennaio al 31 marzo 2012:
dal martedì al venerdì ore 15-18
dal 1° aprile 2012:
dal martedì al giovedì ore 14-17
NAPOLETANGO
MUNICIPALE
martedì
24/1/2012
LA CIOCIARA
MUNICIPALE
martedì
7/2/2012
ATLANTE DEL BIANCO#2
FILODRAMMATICI
IL CATALOGO
MUNICIPALE
SIGNORINA GIULIA
MUNICIPALE
L’INGEGNER GADDA VA ALLA GUERRA
MUNICIPALE
LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR
MUNICIPALE
TRE PEZZI SUL CORAGGIO
FILODRAMMATICI
TUTTO SU MIA MADRE
MUNICIPALE
MAPPUGGHJE. Seconda Variazione
FILODRAMMATICI
RUSTEGHI
MUNICIPALE
BIGLIETTERIA
Il giorno dello spettacolo la biglietteria funziona unicamente nella sede della rappresentazione a partire
dalle ore 19 (per gli spettacoli al Teatro Municipale, in Via
Verdi 41; per gli spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici,
in Via Santa Franca 33).
I biglietti sono in vendita anche on-line al sito internet
www.teatrogiocovita.it
giovedì
15/12/2011
lunedì
9/1/2012
martedì
10/1/2012
mercoledì
18/1/2012
venerdì
20/1/2012
venerdì
20/1/2012
venerdì
20/1/2012
mercoledì
25/1/2012
martedì
24/1/2012
mercoledì
25/1/2012
martedì
24/1/2012
mercoledì
25/1/2012
mercoledì
8/2/2012
martedì
7/2/2012
mercoledì
8/2/2012
martedì
7/2/2012
mercoledì
8/2/2012
venerdì
24/2/2012
venerdì
24/2/2012
venerdì
24/2/2012
domenica
26/2/2012
domenica
26/2/2012
domenica
26/2/2012
martedì
28/2/2012
mercoledì
29/2/2012
venerdì
9/3/2012
venerdì
9/3/2012
martedì
13/3/2012
mercoledì
14/3/2012
venerdì
23/3/2012
venerdì
23/3/2012
venerdì
23/3/2012
martedì
3/4/2012
martedì
3/4/2012
martedì
3/4/2012
venerdì
13/4/2012
venerdì
13/4/2012
venerdì
13/4/2012
lunedì
16/4/2012
martedì
17/4/2012
venerdì
24/2/2012
domenica
26/2/2012
martedì
28/2/2012
mercoledì
29/2/2012
venerdì
9/3/2012
martedì
13/3/2012
mercoledì
14/3/2012
domenica
26/2/2012
domenica
26/2/2012
martedì
28/2/2012
mercoledì
29/2/2012
venerdì
9/3/2012
venerdì
9/3/2012
martedì
13/3/2012
mercoledì
14/3/2012
venerdì
23/3/2012
martedì
3/4/2012
martedì
3/4/2012
martedì
3/4/2012
venerdì
13/4/2012
lunedì
16/4/2012
giovedì
15/12/2011
martedì
17/4/2012
lunedì
16/4/2012
martedì
17/4/2012
venerdì
9/3/2012
TRE
PERTE
OFFERTE SPECIALE STUDENTI
ABBONAMENTO TEATRO DANZA (4 spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici)
Galleria euro 30
ABBONAMENTI
ABBONAMENTO PROSA (8 spettacoli al Teatro Municipale)
euro 180 (intero)
euro 108 (intero)
euro 165 (intero)
euro 135 (intero)
euro 108 (intero) euro 85 (intero)
euro 55
euro 155 (ridotto)
euro 95 (ridotto)
euro 135 (ridotto)
euro 120 (ridotto)
euro 95 (ridotto)
euro 70 (ridotto)
ABBONAMENTO ALTRI PERCORSI (5 spettacoli al Teatro Municipale)
Platea Ingresso Palco
Posto Palco*
Galleria numerata
Galleria non numerata
Loggione Ingresso Loggione euro 90 (intero)
euro 60 (intero)
euro 85 (intero)
euro 70 (intero)
euro 60 (intero) euro 38 (intero)
euro 25
euro 80 (ridotto)
euro 50 (ridotto)
euro 75 (ridotto)
euro 60 (ridotto)
euro 50 (ridotto)
euro 30 (ridotto)
ABBONAMENTO 2 PER TE - Prosa + Altri Percorsi
(13 spettacoli al Teatro Municipale)
Platea Ingresso Palco
Posto Palco*
Galleria numerata
Galleria non numerata
Loggione Ingresso Loggione ABBONAMENTO 2 PER TE Prosa + Altri Percorsi (13 spettacoli al Teatro Municipale)
Galleria euro 120
Loggione euro 80
ABBONAMENTO 2 PER TE DANZA Altri Percorsi + Teatro Danza
(5 spettacoli al Teatro Municipale e 4 spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici)
Galleria euro 60
INFORMAZIONI
Platea Ingresso Palco
Posto Palco*
Galleria numerata
Galleria non numerata
Loggione Ingresso Loggione ABBONAMENTO ALTRI PERCORSI (5 spettacoli al Teatro Municipale)
Galleria euro 48
Loggione euro 23
euro 240 (intero)
euro 145 (intero)
euro 220 (intero)
euro 188 (intero)
euro 145 (intero) euro 100 (intero)
euro 70
euro 205 (ridotto)
euro 125 (ridotto)
euro 195 (ridotto)
euro 165 (ridotto)
euro 125 (ridotto)
euro 90 (ridotto)
ABBONAMENTO TEATRO DANZA
(4 spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici)
Platea euro 55 (intero)
Galleria euro 40 (intero)
euro 50 (ridotto)
euro 35 (ridotto)
ABBONAMENTO 2 PER TE DANZA
Altri Percorsi + Teatro Danza
(5 spettacoli al Teatro Municipale e 4 spettacoli
al Teatro Comunale Filodrammatici)
Platea euro 110 (intero) euro 105 (ridotto)
Galleria euro 90 (intero) euro 80 (ridotto)
ABBONAMENTO 3 PER TE Prosa + Altri Percorsi + Teatro Danza
(13 spettacoli al Teatro Municipale e 4 spettacoli al Teatro Comunale Filodrammatici)
Galleria euro 150
Loggione euro 100 (con posto in galleria al Teatro Comunale Filodrammatici)
ABBONAMENTO PASS STUDENTI - Altri Percorsi + 2 spettacoli di Prosa* + 1 spettacolo di Teatro Danza**
(7 spettacoli al Teatro Municipale e 1 spettacolo al Teatro Comunale Filodrammatici)
Galleria euro 75
Loggione euro 45
* La resistibile ascesa di Arturo Ui + Rusteghi ** Romanzo d’infanzia
Agli studenti minorenni che sottoscriveranno un abbonamento 2 Per Te Prosa + Altri Percorsi o un abbonamento 3
per Te, in sostituzione dello spettacolo di Prosa Blackbird
sarà dato un pass omaggio per tutti gli spettacoli di Pre/
Visioni.
Per gli spettacoli programmati al Teatro Comunale Filodrammatici, in caso di esaurimento di posti in Galleria, a chi sottoscrive un
abbonamento Speciale Studenti potranno essere assegnati posti
numerati di Platea. In caso di esaurimento di posti numerati, ai
gruppi scolastici che lo vorranno, potranno essere assegnati abbonamenti non numerati con eventuale definizione del posto a
sedere nei giorni immediatamente precedenti lo spettacolo e/o la
sera stessa della rappresentazione.
Per poter usufruire delle offerte Speciale Studenti è necessario
rivolgersi all’Ufficio Scuola di Teatro Gioco Vita; l’acquisto potrà
poi essere formalizzato rivolgendosi alla biglietteria nei giorni ed
orari di apertura oppure concordando un appuntamento con gli
uffici di Teatro Gioco Vita.
CAMPAGNA ABBONAMENTI
ABBONAMENTO 3 PER TE
Prosa + Altri Percorsi + Teatro Danza
(13 spettacoli al Teatro Municipale e 4 spettacoli
al Teatro Comunale Filodrammatici)
Platea euro 270 (intero) euro 230 (ridotto)
Galleria euro 220 (intero) euro 195 (ridotto)
* Gli abbonamenti Posto palco potranno essere messi
in vendita previa verifica della disponibilità di palchi per
l’intera stagione e a discrezione della Direzione
Prelazione riservata agli abbonati
della stagione precedente
Conferma abbonamenti
Per gli abbonati della stagione 2010/2011 che intendono sottoscrivere l’abbonamento anche per il 2011/2012 è previsto il mantenimento del posto occupato nella stagione precedente. La conferma
può essere effettuata da martedì 6 fino a sabato 17 settembre
2011.
La conferma può essere effettuata di persona oppure comunicata telefonicamente, via fax oppure e-mail rivolgendosi alla biglietteria di
Teatro Gioco Vita, via San Siro 9, Piacenza - telefono 0523.315578
- fax 0523.338428, e-mail [email protected].
Il pagamento degli abbonamenti confermati telefonicamente, via
fax o e-mail dovrà essere comunque effettuato entro il 17 settembre
2011.
Al termine del periodo riservato alla conferma degli abbonamenti la situazione dei posti non confermati verrà completamente azzerata (non è quindi possibile per i vecchi abbonati che
intendono cambiare posto e/o turno mantenere riservati i posti
dell’anno precedente fino all’eventuale nuova scelta).
Cambio turno, posto e/o tipo di abbonamento
Per gli abbonati della stagione 2010/2011 che intendono sottoscrivere l’abbonamento anche per il 2011/2012 ma desiderano
cambiare turno e/o posto è possibile effettuare il rinnovo dell’abbonamento da martedì 20 a sabato 24 settembre 2011.
Abbonamenti per tutto il pubblico
Gli abbonamenti sono in vendita da martedì 27 settembre a
sabato 8 ottobre 2011.
TRE
PERTE
BIGLIETTI
Spettacoli Prosa al Teatro Municipale
Spettacoli Teatro Danza al Teatro Comunale
Filodrammatici
Platea euro 28 (intero)
euro 24 (ridotto)
Posto Palco
euro 26 (intero)
euro 22 (ridotto)
Ingresso Palchi/Galleria euro 16 (intero)
euro 14 (ridotto)
Galleria numerata euro 21 (intero)
euro 19 (ridotto)
Loggione numerato euro 13 (intero)
euro 11 (ridotto)
Ingresso Loggione euro 8
Studenti
euro 13 (posto unico in Galleria)
Platea Galleria
Studenti
euro 18 (intero)
euro 16,50 (ridotto)
euro 15 (intero)
euro 13,50 (ridotto)
euro 10 (posto unico in Galleria)
I biglietti per tutti gli spettacoli sono in vendita da martedì 25
ottobre 2011.
Spettacoli Altri Percorsi al Teatro Municipale
INFORMAZIONI
OFFERTE E PROMOZIONI
Palchettisti
I palchettisti che prima della campagna abbonamenti comunicheranno alla direzione di Teatro Gioco Vita la concessione del palco
per uno dei due turni di abbonamento Prosa e/o per Altri Percorsi,
potranno acquistare l’abbonamento Ingresso Palco per il turno Prosa prescelto scontato a 80 euro oppure per Altri Percorsi scontato a
50 euro, in alternativa singoli Ingressi Palco scontati a 12 euro.
Abbonati
A tutti coloro che hanno sottoscritto un abbonamento Prosa, Altri
Percorsi, Teatro Danza, 3 Per Te, 2 Per Te e a tutti i giovani che hanno
sottoscritto uno degli abbonamenti Speciale/Studenti viene offerta la visione gratuita di uno spettacolo a scelta del cartellone Pre/
Visioni. La prenotazione dei posti omaggio dovrà essere richiesta
alla biglietteria di Teatro Gioco Vita almeno 3 giorni prima della
recita prescelta. La promozione è valida fino ad esaurimento dei
posti disponibili.
Promozioni speciali
La direzione di Teatro Gioco Vita si riserva di comunicare nel corso della Stagione eventuali ulteriori promozioni rivolte agli abbonati e/o al pubblico (ad esempio, riduzioni speciali introdotte
successivamente sul costo di biglietti per determinati spettacoli,
possibilità di portare a teatro un ospite per la visione di alcune
rappresentazioni, eventuali gratuità, promozioni speciali sui biglietti per determinati ordini di posti e/o particolari categorie di
pubblico, ecc.).
Platea euro 23 (intero)
euro 21 (ridotto)
Posto Palco
euro 21 (intero)
euro 19 (ridotto)
Ingresso Palchi/Galleria euro 16 (intero)
euro 14 (ridotto)
Galleria numerata euro 18 (intero)
euro 16 (ridotto)
Loggione numerato euro 11 (intero)
euro 9 (ridotto)
Ingresso Loggione euro 7
Studenti
euro 11 (posto unico in Galleria)
BIGLIETTI “LAST MINUTE”
Spettacoli Prosa e Altri Percorsi
Platea e Posto Palco
Galleria
Loggione
Spettacoli Teatro Danza
euro 15
euro 11
euro 4
Platea
Galleria
euro 10
euro 7
I biglietti “Last Minute” sono disponibili, a discrezione della Direzione, a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo per cui
l’offerta è valida. Per alcune rappresentazioni non è detto che vengano messi in vendita biglietti “Last Minute”.
CARNET 6 SPETTACOLI
È possibile acquistare a prezzo scontato un carnet di 6 biglietti con
posto numerato per due spettacoli Prosa, due spettacoli di Altri Percorsi e due spettacoli di Teatro Danza.
Platea Galleria
euro 105 (intero)
euro 80 (intero)
euro 90 (ridotto)
euro 75 (ridotto)
L’ALTRA SCENA festival di teatro contemporaneo
Pass 6 spettacoli
Posto unico numerato
(Platea/Galleria)
euro 40 (intero)
euro 20 (ridotto studenti)
Biglietti
Posto unico numerato
(Platea/Galleria)
euro 10 (intero)
euro 5 (ridotto studenti)
Prevendita da martedì 13 settembre 2011.
I carnet 6 spettacoli sono in vendita da martedì 11 a sabato 15
ottobre 2011.
I carnet saranno assegnati previa verifica della disponibilità di posti
per gli spettacoli scelti.
PRE/VISIONI giovani artisti delle scuole di teatro, laboratori e azioni teatrali
Biglietti
Posto unico numerato (Platea/Galleria)
La data di inizio delle prevendite sarà comunicata a gennaio 2012.
euro 5 (intero)
TRE
PERTE
53
INFORMAZIONI
COMUNICAZIONI
Chi volesse acquistare biglietti e non potesse farlo durante gli orari
e i giorni stabiliti, può concordare un appuntamento o modalità
alternative di acquisto telefonando alla biglietteria di Teatro Gioco
Vita al numero 0523.315578, nei giorni ed orari di apertura.
In caso di prenotazioni telefoniche di biglietti (che per gli spettacoli
di Prosa, Altri Percorsi e Teatro Danza potranno essere accettate a
partire dal 2 novembre 2011), è richiesto il pagamento del costo del
biglietto tramite bonifico bancario o vaglia postale.
Fino a 24 ore prima di ogni spettacolo viene messo a disposizione
del pubblico un quantitativo di biglietti per l’acquisto tramite rete
internet. Il pagamento potrà essere effettuato con carta di credito.
Il servizio comporta un aggravio dovuto alla commissione in favore
del gestore del servizio.
Possono usufruire della riduzione sull’acquisto di abbonamenti,
biglietti e carnet i militari, gli spettatori di età superiore ai 60 anni e
inferiore ai 25 anni. Possono essere acquistati max. 4 abbonamenti
e/o biglietti a persona.
Possono usufruire dell’abbonamento Speciale Studenti tutti
gli studenti che non abbiano compiuto i 25 anni. Gli interessati
dovranno presentare, al momento dell’acquisto dell’abbonamento
o del biglietto, un certificato di iscrizione (o in alternativa tessera, libretto universitario, libretto giustificazioni…) che dovrà essere
esibito anche al momento dell’ingresso a teatro. In caso contrario,
per usufruire dell’offerta dovrà essere sottoscritta un’apposita autocertificazione.
Il diritto ad eventuali riduzioni e/o promozioni deve essere
comunicato dallo spettatore agli addetti della biglietteria al momento dell’acquisto del biglietto e/o dell’abbonamento, esibendo su
richiesta la documentazione che attesta tale diritto. Dopo l’emissione del biglietto e/o abbonamento non sarà più possibile applicare
eventuali riduzioni.
È possibile cambiare turno di abbonamento, comunicando per
iscritto tale intenzione almeno un giorno prima dell’inizio della pro-
grammazione dello spettacolo (tale comunicazione sottintende
comunque la rinuncia al posto nel proprio turno). Questo servizio
garantisce unicamente l’ingresso in teatro e l’eventuale collocazione (solo se disponibile) in un posto numerato assegnato dalla
Direzione.
Gli abbonamenti non sono personali e possono quindi
essere utilizzati da persone diverse dall’intestatario,
purché abbiano le medesime caratteristiche (ad esempio,
un abbonamento Speciale Studenti può essere utilizzato solamente da altri studenti, e così via).
Non è possibile, da parte di persone che non abbiano gli stessi
diritti, utilizzare la tessera. In questi casi è però possibile usufruire
del posto, entrando in teatro con un Ingresso (ad esempio, un genitore può entrare in teatro con un Ingresso e usufruire del posto
a sedere del proprio figlio studente, mostrando alla maschera la
tessera di abbonamento).
In caso non venissero rappresentati, per cause impreviste, tutti
gli spettacoli compresi nell’abbonamento, il Teatro opererà una
sostituzione oppure, in alternativa, rimborserà agli abbonati le
quote relative allo/agli spettacolo/i annullato/i. Gli eventuali rimborsi potranno essere erogati solamente dietro presentazione
della tessera di abbonamento ed entro i termini comunicati dalla
Direzione del Teatro. Qualora ragioni impreviste lo richiedessero,
la Direzione si riserva la facoltà di spostare la data dei turni di
abbonamento dandone notizia sulla stampa, sui veicoli pubblicitari del Teatro e/o contattando telefonicamente o per lettera
gli abbonati.
All’atto della sottoscrizione dell’abbonamento è opportuno rilasciare generalità, indirizzo e recapito (anche telefonico ed e-mail)
per eventuali comunicazioni urgenti.
Nel caso di variazione di data di uno spettacolo, ai possessori di
biglietto si ricorda che potranno utilizzare il biglietto nella nuova
data, secondo le indicazioni fornite dal teatro, oppure optare per
il rimborso. In caso di annullamento di uno spettacolo, i possessori di biglietti saranno rimborsati. Gli eventuali rimborsi potranno essere erogati dietro riconsegna dei biglietti originali ed entro
i termini comunicati dalla Direzione del Teatro.
I biglietti e gli abbonamenti non utilizzati, relativi a spettacoli che
sono stati regolarmente effettuati, non verranno rimborsati.
La biglietteria di Teatro Gioco Vita chiuderà nel periodo
natalizio dal 23 dicembre 2011 al 4 gennaio 2012 e nel
periodo pasquale dal 5 al 10 aprile 2012.
A spettacolo iniziato non è consentito l’accesso alla platea.
È vietato scattare fotografie, effettuare registrazioni audio e video e fare uso di telefoni cellulari.
La direzione si riserva la possibilità di effettuare spostamenti su posti venduti per esigenze tecniche e di apportare al programma le modifiche determinate da cause di
forza maggiore.
SERVIZI PER IL PUBBLICO
Distribuzione gratuita della rivista TeatroMagazine e di schede/programmi di sala editi da Teatro Gioco Vita.
Servizio di guardaroba gratuito (custodito al Teatro Municipale,
libero al Teatro Comunale Filodrammatici)
Nessuna applicazione da parte di Teatro Gioco Vita di diritti
di prevendita sul prezzo dei biglietti e/o abbonamenti.
Servizio di baby parking con animatori, gratuito e attivo per
tutti gli spettacoli che si tengono al Teatro Municipale, che sarà
organizzato con i seguenti criteri: prenotazione obbligatoria da
parte dei genitori al momento dell’acquisto del biglietto e comunque almeno 3 giorni prima della rappresentazione; attivazione solo in caso di raggiungimento di un numero minimo di 5
bambini prenotati; orario di apertura da un’ora prima dell’inizio
della rappresentazione alla fine dello spettacolo.
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
Via San Siro 9 - 29121 Piacenza
Telefono 0523.315578 (biglietteria) 0523.332613 (uffici) - Fax 0523.338428
E-mail [email protected]
www.teatrogiocovita.it
Teatro Comunale Filodrammatici
Via Santa Franca 33 - 29121 Piacenza
Biglietteria - Via San Siro 9 - 29121 Piacenza
Telefono 0523.315578
E-mail [email protected]
Teatro Municipale
Biglietteria (attiva nei giorni di spettacolo dalle ore 19)
Via Verdi 41 - 29121 Piacenza
Telefono 0523.492251
4
Concerto
benefico
per l’Hospice
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI
È nata!
domenica 2 ottobre 2011 - ore 17
Klezmerata Fiorentina
Igor Polesitsky, violino
Riccardo Crocilla, clarinetto
Francesco Furlanich, fisarmonica
Riccardo Donati, contrabasso
Formato da prime parti dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’ensemble Klezmerata Fiorentina si è costituito nel maggio
2005 con lo scopo di creare una versione da concerto della musica
strumentale tradizionale degli ebrei dell’Ucraina, che è patrimonio
familiare del fondatore del gruppo, Igor Polesitsky. Lo stile esecutivo che ne deriva può essere definito come una musica da camera
improvvisata, nella quale confluiscono da un lato l’inconfondibile
linguaggio strumentale, i ritmi di danza e le melodie originali della
tradizione dei klezmorim, dall’altro la complessità di espressione
l’ampia gamma dinamica e l’elasticità di tempo della tradizione
classica.
La stagione 2005/2006, la prima nella vita del gruppo, è stata
dedicata innanzitutto allo studio e all’elaborazione del materiale
d’archivio in vista degli impegni successivi in varie città europee.
Con il nome orginale di “Igor’s Tikkun Kapelye”, il gruppo ha partecipato, nel luglio 2005, al concerto conclusivo del “Martha Argerich Project” di Lugano trasmesso live per Radio Svizzera e in
parte registrato in disco per la EMI. La Klezmerata è stata in seguito
ospite di vari teatri e istituzioni musicali in Italia e all’estero: Istituto
Russo di Cultura a Vienna, nuovo auditorium principale di Mosca
(Dom Muzyki), Piccolo Teatro di Milano, Accademia “Bartolomeo
Cristofori”, Salone dei Cinquecento di Firenze, Società del Quartetto di Milano, Festival delle Nazioni, Verbier Festival, Teatro del
Maggio Musicale Fiorentino, Teatro della Pergola di Firenze, Amici
della Musica. Nell’autunno 2006 è avvenuto il debutto a Tokyo:
in quest’occasione il programma, “15 Variations on the Theme of
Life,” è stato lo stesso eseguito presso la villa rinascimentale Il Poggiale per la comunità ebraica di Firenze nell’aprile 2006 e registrato live in un CD di recente pubblicazione. Un programma speciale
dedicato al gruppo è stato trasmesso da RAI Radio3 per il Giorno
della Memoria 2007. Nell’ottobre 2007 l’ensemble ha suonato al
Palazzo del Quirinale di Roma nell’ambito della rassegna “Concerti al Quirinale” di RAI-Euroradio e nel dicembre 2007 è stato il
protagonista musicale del Gala-Concerto “Chanuka al Cremlino”
a Mosca. La Klezmerata Fiorentina vanta riconoscimento e sostegno di molte importanti personalità del mondo musicale: i direttori Zubin Mehta, Daniel Barenboim e James Conlon, i violoncellisti Mstislav Rostropovich, Natalia Gutman e Mario Brunello, la
pianista Martha Argerich, e violinisti Vladimir Spivakov, Leonidas
Kavakos e Dora Schwarzberg; vari compositori fra i quali l’argentino Jorge Bosso e l’israeliana Betty Olivero, hanno scritto musica
espressamente per questo ensemble.
ANNI DI TEATRO
In occasione dei 40 anni di attività di Teatro Gioco Vita (1971-2011),
si è costituita su proposta e iniziativa di alcuni abbonati e spettatori particolarmente affezionati l’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita.
Il Teatro Stabile di Innovazione piacentino è una realtà primaria a livello
nazionale e internazionale: tra i fondatori del movimento dell’animazione
teatrale prima e del teatro ragazzi poi, conosciuto in tutto il mondo per il
linguaggio delle ombre, ha stretto collaborazioni con importanti enti e istituzioni teatrali in Italia e all’estero. E l’associazione intende sostenere, promuovere, sviluppate e diffondere questa importante attività che Teatro Gioco Vita
svolge a vari livelli (prosa, teatro ragazzi, teatro scuola, teatro per le famiglie,
produzione e distribuzione di spettacoli, laboratori e formazione).
Tra gli scopi e le finalità dell’Associazione, la promozione di iniziative di ricerca e divulgazione della cultura teatrale, anche mediante l’organizzazione
di convegni, manifestazioni, concorsi a carattere locale, regionale, nazionale
e internazionale; il patrocinio di manifestazioni che possano favorire la conoscenza e la diffusione delle attività di Teatro Gioco Vita; la realizzazione di
iniziative editoriali, in stampa, video o altro, di studio e di approfondimento
riguardanti la cultura e l’attività teatrale; la promozione di iniziative, in Italia
e all’estero, per la diffusione della cultura e del patrimonio culturale e artistico di Teatro Gioco Vita.
Si tratta di un nuovo soggetto che possa promuovere iniziative culturali extra-teatrali e dare sostegno concreto all’attività di Teatro Gioco Vita, anche
grazie alle quote associative annuali e alle sponsorizzazioni che sarà in grado
di ottenere.
In sintesi, l’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita vuole valorizzare il teatro
sul piano culturale, sociale e promozionale a favore di tutta la cittadinanza.
Tra le altre cose, i soci potranno usufruire di opportunità culturali, occasioni
di incontro e particolari facilitazioni allo scopo di promuovere la loro partecipazione alle attività teatrali a Piacenza, e non solo.
Per informazioni: Teatro Gioco Vita, tel. 0523.315578
Locanda del Falco
Castello di Rivalta, 4
29010 Gazzola (PC)
tel. 0523 978101
e.mail: [email protected]
CHIUSO IL MARTEDI
treperte
Stagione Teatrale 2011/2012 - Teatro Municipale di Piacenza
Prosa - Altri Percorsi - Teatro Danza
Direzione Generale
per lo Spettacolo
dal vivo
COMUNE DI PIACENZA