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19 aprile 2004
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Notizie su Israele - 235
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Sito internet: http://www.ilvangelo.org/attinew.html
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Le notizie riportate possono essere diffuse liberamente, citando la fonte
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Isaia 10:20-22. In quel giorno il residuo d'Israele e gli scampati della
casa di Giacobbe smetteranno di appoggiarsi su colui che li colpiva, e si
appoggeranno con sinceritˆ sul SIGNORE, sul Santo d'Israele. Un residuo,
il residuo di Giacobbe, tornerˆ al Dio potente. Infatti, anche se il tuo
popolo, o Israele, fosse come la sabbia del mare, un residuo soltanto ne
tornerˆ; uno sterminio  decretato, che farˆ traboccare la giustizia.
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ARIEL SHARON: ÇNON RINFODEREREMO LA NOSTRA SPADA DI DIFESAÈ
DUE SCAMPATI ALL'OLOCAUSTO SI RITROVANO DOPO 67 ANNI
UN ANTISEMITISMO PER NECESSITA' E PER NATURA
CONTINUA LA COLLABORAZIONE FRA CRISTIANI EVANGELICI ED EBREI
ÇNON SIAMO MAI STATI MEGLIO DI OGGI!È
ÇLO DICA PURE ISRAELEÈ
MUSICA E IMMAGINI
INDIRIZZI INTERNET
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1. ARIEL SHARON: ÇNON RINFODEREREMO LA NOSTRA SPADA DI DIFESAÈ
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Il discorso del Primo Ministro Ariel Sharon alla cerimonia di apertura
del giorno della memoria dei martiri dell'Olocausto.
GERUSALEMME, 18 aprile 2004
Distinti ospiti,
Sessant'anni fa il destino della Germania nazista era segnato. La sua
totale sconfitta era alle porte. La salvezza dell'umanitˆ era vicina,
come se si fosse all'ultima ora della notte.
Tuttavia, anche nei suoi ultimi spasimi della morte, mentre i suoi
eserciti erano sconfitti e si ritiravano su tutti i fronti, il mostro non
voleva lasciare la sua preda. Anche se gettata a terra con gli arti
schiacciati, battuta da ogni lato, non perdeva la sua voglia di sangue
ebreo. Con le forze che le restavano, fino alla fine, ha cercato di
distruggere l'ultimo ebreo. I suoi fronti erano rotti, il suo esercito
era respinto, le sue cittˆ erano distrutte, tutti i suoi sistemi erano
saltati, ma solo un apparato rimaneva intatto, preciso ed efficiente fino
alla fine: il meccanismo per distruggere gli ebrei.
Evidentemente i maledetti nazisti sapevano e avvertivano nella
profonditˆ della loro coscienza che attraverso la legge di Dio, l'etica
dei Profeti e la Bibbia, il popolo ebraico incorporava la totale, polare
e completa opposizione alla razziale e malvagia dottrina del Terzo Reich:
i valori ebraici, la visione della pace, la santitˆ dell'uomo per cui •
creato ad immagine di Dio. I Dieci Comandamenti costituiscono la pietra
angolare della civiltˆ umana nei suoi valori di libertˆ, uguaglianza,
progresso ed essenza della vita. Sono questi che Hitler e i suoi
adoratori volevano rovinare, sradicare, distruggere e annientare, per
portare la razza umana a un primordiale stato di oscuritˆ in cui la razza
superiore, la loro, dominasse su tutti gli esseri umani.
I nazisti avevano capito che fino a che esiste un ebreo sulla faccia
della terra, fino a che c'• un ebreo che mantiene la sua fede e
Gerusalemme come faro, il Reich non avrebbe potuto essere stabile e
sarebbe caduto. E in quel periodo, e in quei giorni, come nei tempi
antichi, il nazista oppressore ha progettato di distruggere, uccidere e
sterminare ogni ebreo, giovani e vecchi, donne e bambini. E cos“ e caduto
ed • diventato per sempre un abominio.
La sconfitta della Germania nazista da parte delle Forze Alleate
costituisce la vittoria dello spirito dell'uomo, dello spirito di Sion e
di Gerusalemme. Pi• di ogni altra cosa, la fondazione dello Stato
d'Israele simboleggia la vittoria della luce sulle tenebre, la vittoria
della giustizia e della speranza. L'esistenza dello Stato d'Israele
assicura che i nostri fratelli e le nostre sorelle uccisi nell'Olocausto
saranno per sempre ricordati. E' nostro dovere ricordarli e commemorare
ciascuno di loro, i loro nomi, le loro fotografie, le storie della loro
vita. Dobbiamo usare tutti i mezzi tecnici a nostra disposizione per
raggiungere ogni persona nel mondo, piantare le loro immagini nei nostri
cuori e nei cuori dei nostri figli e nipoti. Questo • il minimo che
possiamo fare per loro.
"Non sono stato uno dei sei milioni", ha scritto il poeta Yehuda
Amichai. "Non ero tra loro, ma il fuoco e il fumo sono rimasti dentro di
me, le colonne di fuoco e di fumo illuminano la mia strada notte e
giorno..."
Lo Stato d'Israele non dimenticherˆ. Noi sappiamo quello che l'odio
per Israele ha provocato nel passato. Teniamo gli occhi aperti per
scorgere i segnali di inimicizia e ostilitˆ intorno a noi, e abbiamo
imparato la lezione. Non permetteremo pi• agli assassini di oggi e a
quelli di domani di colpire il nostro popolo. Chiunque tenterˆ di fare
questo sarˆ distrutto. Noi cerchiamo la pace: • il nostro desiderio e il
nostro sogno, ma non rinfodereremo la nostra spada di difesa.
Israele chiede al Mondo Libero di essere con noi nella pericolosa
lotta per la conservazione della luce e della libertˆ. Chiediamo ad ogni
persona libera di ricordare, e non dimenticare mai.
[ved. foto sul sito internet]
(MFA MAIL, 19 aprile 2004 - trad. www.ilvangelo.org)
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2. DUE SCAMPATI ALL'OLOCAUSTO SI RITROVANO DOPO 67 ANNI
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Separati in tenera etˆ, Benny e Shoshana si sono ritrovati in Israele
Tratto da un articolo pubblicato da Yediot Aharonot
di Meir Turgeman
"Per tutti questi anni, ho creduto che tutta la mia famiglia fosse
scomparsa nella Shoah. Sessantasette anni dopo averlo visto per l'ultima
volta - ho improvvisamente scoperto di avere un fratello, che vive ad
un'ora e mezza di macchina da me. Ho sempre pensato di essere sola al
mondo, di essere un'orfana, senza genitori e senza fratelli. Ora posso
baciare ed abbracciare il mio fratellone".
Ed proprio quello che • successo: Shoshana November (73 anni) non ha
smesso un momento di baciare ed abbracciare Benny Shilon (79 anni), il
fratello maggiore che non aveva pi• visto, da quando quest'ultimo era
venuto a dirle addio, quando lei aveva 5 anni, una bambina piccolissima
nell'orfanotrofio di Januszz Korchak a Varsavia.
Separati in tenera etˆ, ciascuno di loro ha sopportato da solo gli
orrori della guerra, ma entrambi sono scampati miracolosamente alla
Shoah. Immigrati tutti e due in Israele, hanno formato una famiglia. Per
decenni, ciascuno di loro ha creduto di essere l'unico membro della loro
famiglia, che fosse riuscito a sopravvivere.
"Mi ha sempre turbato il fatto di essere sola al mondo - racconta
Shoshana, che ora abita a Kfar Saba - Avrei sempre voluto dire: 'Mio
fratello viene per Shabbat, o - mio fratello ed i suoi figli vengono da
me per le feste. La famiglia del mio povero marito • diventata la mia
famiglia allargata".
Poco tempo fa, tuttavia, il miracolo si • avverato: Shoshana ha
scoperto che suo fratello Benny era vivo e vegeto e viveva a Kiryat Tivon
(dicono a Haifa). Si sono incontrati per la prima volta, a casa di Rachel
Zilberberg, la figlia di Shoshana. "Ho un fratello, ho una famiglia",
dice Shoshana con fierezza, senza smettere di abbracciare ed accarezzare
Benny.
Dopo i baci e gli abbracci e dopo che tutti i presenti si sono
asciugati gli occhi, i due fratelli si siedono a ricordare, a riordinare
date e periodi e le poche memorie comuni ad una bambina di 5 anni ed a
suo fratello di 11, separati l'uno dall'altra cos“ tanto tempo fa.
I loro genitori, Jacob e Batya Shalmovitz, avevano quattro figli: il
maggiore era Shalmak; poi venivano Benjamin (Benny) e quindi Shamek.
Shoshana, la pi• piccola, era nata nel 1930. La famiglia viveva a
Varsavia. Benny racconta che i loro genitori, che erano in buone
condizioni economiche, persero tutto durante la crisi economica degli
anni '30.
Il padre, Jacob, lasci˜ la famiglia ed and˜ in Inghilterra, mentre la
madre, Batya, rimase da sola con i quattro figli piccoli. "Diventammo
molto poveri" - ricorda Benny. Nel 1936, data la difficile situazione
domestica, i figli furono sparsi in diversi istituti in varie parti della
Polonia. Shoshana - racconta - fu mandata in quello di Januszz Korchak a
Varsavia. La sorella resta sorpresa: non sapeva nemmeno di avere passato
gli anni dell'infanzia nell'orfanotrofio diretto dal famoso educatore.
Due anni dopo che era stata mandata all'istituto, Benny venne a
trovare la sorellina. "Avevo 11 anni, allora" - rammenta - "Rositchka cos“ la chiamavamo - voleva darmi un bacio, ma io rifiutai. Mi
imbarazzava essere baciato dalla mia sorellina. Nel corso degli anni
passati da allora, ho sempre provato rimorso di non essermi separato da
lei con un bacio. Ogni anno, nel Giorno della Memoria dei Martiri e degli
Eroi dell'Olocausto, pensavo alla mia sorellina morta e quel bacio che
non c'era mai stato".
Ieri, ha recuperato ci˜ che aveva mancato, baciando in continuazione
la sorellina, mentre le raccontava la storia della propria vita.
Arruolato nell'Armata Rossa, aveva prestato servizio fino alla fine della
guerra. Tutti i contatti con la sua famiglia erano stati interrotti.
Ho combattuto per vivere
Shoshana non ricorda la storia del bacio: "Ero davvero molto piccola"
- dice quasi scusandosi. Ricorda gli anni precedenti alla guerra; ricorda
di come fu portata in diversi campi di lavoro, per poi finire ad
Auschwitz. "Ho combattuto per vivere", afferma, mentre si rimbocca la
manica della camicia, per scoprire il numero tatuato sul braccio.
Rammenta la donna che le salv˜ la vita, mentre stavano l'una accanto
all'altra in una delle "selezioni", nella fila di quelle avviate alle
camere a gas. "La donna che stava in fila accanto a me mi guard˜ e disse:
'Sei giovane; hai qualcosa per cui vivere. Vai nell'altra fila.' Mi
spinse fuori dalla fila in cui eravamo e cos“ facendo, mi salv˜ la vita".
Per Benny • difficile nascondere l'emozione: "Come soldato
nell'Armata Rossa, fui fra le truppe che liberarono Auschwitz. Non mi
sarei mai sognato che mia sorella, Rositchka, fosse lˆ. Mi ricordo che
vedemmo gli enormi forni. Non potevo immaginare che la mia sorellina
fosse in quel campo".
Ma Shoshana era stata lˆ. Sopravvisse alla marcia della morte e
rimase viva. Fratello e sorella erano stati cos“ vicini l'uno all'altra
senza saperlo, ma il destino non volle riunirli.
Sei tu, Rositchka?
Nel 1948, Shoshana immigr˜ in Israele da sola. Si spos˜ ed ebbe due
figlie - Rachel e Batya. Oggi ha anche 5 nipoti. Benny fece l'aliˆ nel
1957. Si spos˜ con Na'ama ed insieme hanno avuto tre figli, ed ora hanno
sei nipoti. "Quando ero in Russia, tentai di ritrovare i miei fratelli racconta - ma ero certo che Shoshana fosse morta nell'Olocausto. Sono
sempre stato solo, fino da quando ero molto giovane, non sapevo che cosa
volesse dire avere il calore di una famiglia, fino a quando non mi sono
sposato e sono diventato padre".
Fratello e sorella non si sarebbero mai ritrovati, se non fosse stato
per un parente, venuto a far visita a Shoshana dagli Stati Uniti. Insieme
sono andati allo Yad Vashem a Gerusalemme: "Ho dato le mie generalitˆ
alla Sezione Ricerca Parenti - rammenta Shoshana - Per anni avevo
continuato a cercare, finchŽ mi ero resa conto che le probabilitˆ che
qualcuno fosse sopravvissuto erano pressochŽ nulle. All'improvviso mi
dicono: 'C'• qualcuno che ti cerca, tuo fratello'".
Profondamente commossa, Shoshana • uscita dallo Yad Vashem con un
biglietto su cui erano segnati il nome ed il numero di telefono di suo
fratello. "Sono tornata a casa - racconta - ed ho dato il numero a mio
nipote Nir, che lo facesse per me".
"L'ho chiamato e gli ho detto: Hai una sorella che si chiama Shoshana
e che vuole parlare con te. Mi ha chiesto: Sei tu, Rositchka? E
immediatamente ho sentito nella sua voce che era mio fratello, Benny.
Immediatamente abbiamo cominciato a parlare polacco. Abbiamo parlato dei
nostri genitori e dei nostri due fratelli". Alla fine di questa
commovente conversazione, hanno stabilito di incontrarsi di Shabbat, per
un pranzo famigliare.
"Quando mia madre mi ha detto di avere ritrovato suo fratello, ero
molto scettica - afferma Rachel, la figlia di Shoshana - Temevo che mia
madre si emozionasse troppo. Ma dal momento in cui abbiamo ritrovato mio
zio, la nostra casa • piena di eccitazione ed allegria. Fino all'ultimo,
abbiamo temuto che la cosa si rivelasse un errore e che tutti saremmo
stati delusi".
Non ci posso ancora credere
Ma non ci sono state delusioni, quando Benny, accompagnato dalla
moglie e da uno dei suoi figli, ha infine bussato alla porta. "Non
riuscivo ad immaginare quale sarebbe stato il suo aspetto - dice Shoshana
- Mi ricordavo che era sempre stato considerato un bel bambino". Benny:
"Eri tu la bambina bella e sei rimasta cos“. Ho visto subito che eri mia
sorella".
I due fratelli, che non si sono visti per 67 anni, hanno fatto fatica
a separarsi: "Dobbiamo recuperare molto tempo - affermano. "Non ci posso
ancora credere - dice Shoshana - Persino adesso che • vicino a me e gli
parlo, e lo tocco, non riesco ancora a credere di avere un fratello. é un
sogno. é davvero un miracolo".
Ora che si sono ritrovati, hanno entrambi cominciato a credere che
tutto sia possibile, che uno degli altri due fratelli possa essere ancora
vivo, che forse viva addirittura in Israele. Shoshana prende fuori
l'album delle fotografie: "Sei sempre la stessa bella ragazza delle
fotografie - dice affettuosamente Benny - Mi sono sempre preoccupato per
te e ti ho sempre pensata". Circondati da figli e nipoti, stanno giˆ
programmando una riunione di tutta la famiglia allargata. Dopo oltre 67
anni, finalmente hanno una grande famiglia.
(Keret Hayesod, 16 aprile 2004)
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3. UN ANTISEMITISMO PER NECESSITA' E PER NATURA
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La passione della Chiesa di Roma
L'avallo al film non • che l'ultimo passo di una Chiesa antisemita per
necessitˆ
di Alma Cocco
Dovremmo esser grati anche a Carmine Monaco, oltre ai molti altri che
hanno apportato notizie e contributi intorno all'operazione
commercial/politica organizzata dagli antisemiti col film di Mel Gibson.
Per˜ il nocciolo della questione non • il film in se stesso, ma il fatto
che esso ha avuto l'autorevole avallo del Vaticano. Forse non ci sarebbe
neppure stato alcun film se la Chiesa di Roma non avesse dato il suo
preventivo assenso all'intera operazione.
La vera questione , perci˜, il fatto che la Chiesa di Roma ha preso
l'iniziativa di incoraggiare l'uscita del film e di promuovere ogni
operazione di marketing intorno al film. E non si pu˜ far finta che
questo non esista, nŽ nascondere la testa sotto la sabbia. Se il fatto
significativo • che la Chiesa di Roma ha deciso di dare il suo 'by
appointment' a questa operazione squallidissima, • da qui che la
discussione deve prendere le mosse. Non serve rammaricarsi, ma occorre
tentare di capire il perchŽ.
PerchŽ il Vaticano non ha preso le distanze, nŽ ufficialmente nŽ
informalmente, dal film The Passion? Le parole del segretario di Stato
del Vaticano sono state chiarissime nell'affermare che 'se il film •
antisemita, sono antisemiti anche i vangeli'. E sull'antisemitismo dei
vangeli non mi resta che ribadire che "la funzione principale del
linguaggio in cui sono scritti non • referenziale (ossia quella di
comunicare qualcosa), ma imperativa; ossia il loro stile •
prevalentemente quello di imporre qualcosa o convincere di qualcosa". Di
qui, inevitabilmente, la loro struttura di tipo manicheo con tutte le
conseguenze che ne derivano.
Il dato reale (che neppure il Segretario di Stato ha voluto nascondere) •
che tra i vangeli e il film di Mel Gibson non c'• frattura, ma un filo
continuo. Ma con l'assenso ad un film antisemita, il quinto vangelo, la
Chiesa di Roma ha dato il preciso segno di voler ribadire la sua
posizione politica di sempre (che • antisemita) riallacciando il filo del
discorso con Pio XII e con tutti gli altri papi antisemiti che lo hanno
preceduto, e di voler cancellare l'apertura innovativa voluta da papa
Giovanni XXIII.
Occorre allora accettare il dato che la Chiesa • antisemita. E lo • per
necessitˆ e per natura. Per necessitˆ, perchŽ deve sbarazzare il campo da
tutti i possibili concorrenti; e l'ebraismo, dal punto di vista della
Chiesa, • il concorrente pi• immediato, diretto e pericoloso. La sola
esistenza degli ebrei come comunitˆ organizzata e numerosa mina la
certezza che il cristianesimo sia la 'Vera Fede'. E per natura, perchŽ il
cristianesimo • una credenza totalitaria, ossia ha la pretesa ideologica
di essere universale, 'di tutti gli individui del mondo' (cattolica,
ecumenica). E per˜ non nel senso che questa credenza 'pu˜' essere
compresa e accettata da chiunque, ma nel senso che essa 'deve' essere
inculcata, con la persuasione o con la forza in tutto l'ecumene, ossia in
tutto il mondo abitato. Durante l'invasione delle Americhe gli spagnoli
battezzavano con la forza gli indigeni amerindi prima di ucciderli. E
questa • storia.
Da questˆ enormitˆ ideologica, da questo vizio di fondo (che la Chiesa
condivide con l'Islam e con il social-comunismo) discende l'idea prava di
'pulizia ideologica' che pu˜ divenire, nello specifico caso
dell'ebraismo, 'pulizia etnica', ossia 'antisemitismo'. E la Chiesa, non
diversamente da ogni altra ideologia dello stesso stampo, lo ha fatto
egregiamente nel corso di due millenni, non solo con la caccia agli
ebrei, ma soprattutto con la caccia alle streghe, agli eretici, ai pagani
e ai dissidenti; e quasi sempre essa ha portato a termine il suo disegno
servendosi di volta in volta degli opportuni alleati e/o sodali: ieri la
Spagna e i nazisti, oggi i nazionalisti e non solo arabi. Sono
illuminanti a tal proposito le prime parole dell'editto di espulsione
degli ebrei dalla Spagna del 31 marzo 1492 emanato "in favore della
fede". In esso si afferma la volontˆ di "ripulire" il regno di Spagna
"dall'eresia e dall'apostasia giudaica nella quale sono caduti molti e
diversi cristiani per induzione e seduzione degli ebrei e delle ebree che
abitano tra essi, a causa della loro partecipazione e conversazione".
In breve, ogni elemento o fatto che possa in qualche modo favorire il
germe del dubbio e/o la sovversione ideologico/politica • per la Chiesa
fattore di destabilizzazione cos“ come lo era per il nazionalsocialismo o
per qualunque regime social-comunista o islamico integralista.
Significativo a tal proposito • il caso di Galileo. Il grande scienziato
non aveva fatto altro che comprovare, mediante calcoli, strumenti e
scritti, la esattezza delle osservazioni di Copernico; ossia che la terra
gira intorno al sole e non viceversa. Che cosa potrebbe esserci di
sovversivo e pericoloso in una teoria scientifica al punto da meritare un
processo? Ebbene, la pericolositˆ della teoria galileiana veniva dal
fatto che essa scardinava alla base la teoria fisica di Aristotele, sulla
quale  fondato tutto l'impianto teocratico della Chiesa. E perci˜,
mettere in dubbio una teoria fisica era lo stesso che mettere in dubbio
una teologia.
Oggi evidentemente - nell'etˆ della comunicazione - la Chiesa non pu˜
fare pi• quel tipo di campagne contro; ma deve sempre continuare a
coltivare l'ambizione di essere 'ecumenica' e 'cattolica' pena la sua
estinzione; in parole povere, essa deve sempre e dovunque tentare di
occupare tutte le coscienze del mondo occidentale (e orientale, se
possibile) e mantenere alto il bastone del comando politico, ideologico
ed 'etico' come al tempo del Sacro Romano Impero e della battaglia di
Lepanto.
Ma per far questo • costretta a tenere gli ebrei sotto controllo; per
esempio, col prendere l'iniziativa di contrastare Israele (assumendo
sotto la propria protezione un assassino patentato come Arafat), con lo
stabilire alleanze tattiche con altri antisemiti e con altri regimi
totalitari oppure, come nel caso del film di Gibson, rilanciando le
solite vecchie campagne antisemite a base dei soliti stereotipi di sempre
mediante i nuovi mezzi di comunicazione che la tecnica oggi offre. Il
problema della Chiesa in merito all'ebraismo pi• che riguardare gli ebrei
in quanto tali, concerne l'eventualitˆ non tanto remota che essi possano
intervenire nel dibattito religioso e possano favorire la libera
interpretazione delle Scritture e il libero confronto delle idee col
conseguente rischio della dissoluzione in mille rivoli dell'immenso
impero ideologico instaurato in Etˆ costantiniana. In breve,
l'antisemitismo di ieri e di oggi • per la Chiesa un mezzo semplice ed
economico per tenere gli ebrei occupati in una scomodissima posizione di
difesa in modo tale che ad essi non venga in mente di aprire la
discussione e il dibattito sul contenuto delle teorie etico-teologiche di
una certa setta che rivendica ascendenti ebraici e che di ebraico ha meno
di niente.
PerchŽ il solo pericolo per tutte le credenze totalitarie (e quindi anche
per la Chiesa)  la libertˆ e la sua forza di espansione prorompente.
Contro la libertˆ di pensiero e di parola, la Chiesa di Roma ha aperto,
dopo l'oscura stagione medievale, una guerra continua che essa sa di
poter perdere. L'Umanesimo e il Rinascimento hanno favorito la fuoruscita
di pezzi preziosi come la Gran Bretagna, l'Olanda e parte della Germania;
ma la partita non • ancora conclusa. Non a caso, dietro l'irredentismo
sanguinario nord-irlandese c'• la longa manus del Vaticano. E se
nell'Occidente liberalizzato il gioco diventa arduo, restano pur sempre,
per controbilanciare le perdite, vasti imperi da esplorare come i
residuati dell'ex-impero sovietico e l'Africa. PerchŽ la Chiesa non si
esonera dal giocare una sola partita in nessuna parte del mondo.
Sarebbe perci˜ illusorio continuare a voler dare un significato di
amicizia alla visita Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma e auspicarne
addirittura una seconda; soprattutto alla luce di quanto accade oggi, si
capisce chiaramente che egli si • recato dagli ebrei per ribadire il
concetto dei 'fratelli maggiori' che devono cedere il passo ai minori; e
perci˜, dei fratelli devianti (l"apostasia ed eresia giudaica") che
devono cedere il passo al 'Verus Israel'.
Per concludere, contrariamente alle opinioni pi• diffuse, sono convinta
che il film 'The Passion' sia un fatto positivo perchŽ porta alla luce in
modo incruento una trama che rimaneva piuttosto sottotraccia, ma solo a
condizione che, ripartendo dalle osservazioni di Jules Isaac, si apra
finalmente il dibattito sull'antisemitismo della Chiesa e su tutto ci˜
che vi • connesso.
(Newsletter di Morasha.it, 18.04.2004)
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4. CONTINUA LA COLLABORAZIONE FRA CRISTIANI EVANGELICI ED EBREI
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L'Associazione Internazionale di Amicizia fra Cristiani ed Ebrei (IFCJ),
diretta dal Rabbino Yechiel Eckstein, continua ad individuare i punti
deboli della societˆ israeliana, per offrire assistenza.
Alcuni dei programmi a cui l'associazione ha dato recentemente
appoggio sono:
- un centro che offre servizi ai ragazzi senza tetto a Gerusalemme;
- il sussidio a 14 coordinatori di collocamento di origine etiopica,
per aiutare altri etiopi a trovare un impiego: 700 hanno giˆ trovato
lavoro ed altri 700 hanno cominciato corsi di addestramento
professionale;
- l'appoggio a gruppi di vecchi e nuovi immigrati bisognosi a Kiryat
Gat; un finanziamento di 750.000 Shekel ($ 167.000) per un programma di
impiego per giovani etiopi, attuato tramite il Movimento Kibbutzistico;
- l'apertura di corsi di addestramento per badanti di anziani,
destinati a donne di origine etiopica;
- offrire assistenza alle ragazze nuove immigrate, di etˆ fra il 14
ed i 17 anni, a Gerusalemme, Beer Sheva e Beit Shean;
- aiutare a creare una scuola per lo sviluppo, la crescita personale
e la leadership dei ragazzi a rischio, di etˆ fra i 14 ed i 18 anni,
tramite lo stanziamento di 1.400.000 Shekel ($ 311.000);
- fornire assistenza immediata agli abitanti bisognosi di Rosh HaAyin, sia nuovi immigrati che veterani;
- raddoppiando gli aiuti alla cittˆ di Sderot, per sostenere una
vasta gamma di progetti sociali;
- fornendo il denaro necessario alla piena e continuata gestione
operativa della struttura speciale "Beit Noam - Hod Ha-Sharon", che si
occupa della violenza nell'ambito famigliare e, infine,
- sponsorizzando il nuovo sistema di sicurezza, da installare
immediatamente sugli autobus urbani ed interurbani. Quest'ultimo soggetto
ha ricevuto una vasta copertura mediatica da tutta la stampa israeliana.
(Keren Hayesod, 15.04.2004)
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5. ÇNON SIAMO MAI STATI MEGLIO DI OGGI!È
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Non • una poesia, non • un messaggio, non • un appello. E' tutte le cose
insieme. L'autrice, israeliana, anonima, lo ha lanciato su internet. E'
arrivato a Informazione Corretta che l'ha tradotto e l'ha offerto ai
lettori.
Non sono una delle tante che ha paura di andare in qualsiasi posto,
Sull'autobus e al supermercato.
Non ho cambiato nŽ smesso di fare niente
Che facevo prima che questo casino cominciasse!
Le persone tendono a dimenticare che le vittime della strada
Sono il doppio delle vittime del terrorismo!
Altre persone muoiono ancora
Per attacchi di cuore, cancro
Ed altre cose,
Soltanto che non appaiono in TV.
Non fraintendetemi,
D'accordo, c'• una guerra in atto
E non  piacevole, ma guardiamo in faccia la realtˆ:
NON SIAMO MAI STATI MEGLIO DI OGGI!
Sono solo la TV e i media
Che fanno pensare alla gente
Che la fine del mondo stia arrivando.
Soltanto 60 anni fa
Stavano conducendo gli ebrei alla morte,
Come pecore al macello!
Nessuno Stato, nessun esercito.
55 anni fa!
Sette nazioni arabe dichiararono guerra
Al piccolo Stato ebraico,
Nato da poche ore.
Eravamo allora 650.000 ebrei!
Contro il mondo arabo intero.
Niente Zahal,
Nessuna aviazione,
Soltanto gente determinata
Senza nessun altro posto dove andare.
Libano, Siria, Iraq, Giordania, Egitto,
Libia e Arabia Saudita ci avevano attaccato tutti insieme.
Il paese che L'Onu "ci dava"
Era per il 65% deserto.
Lo Stato inizi˜ da un fazzoletto di terra!
35 anni fa!
Abbiamo combattuto
Contro i tre pi• forti eserciti del Medio Oriente
E li abbiamo spazzati via in sei giorni.
Abbiamo combattuto contro
Diverse coalizioni di Paesi arabi
Con eserciti moderni
E tonnellate di armi sovietiche
Ed abbiamo vinto ancora!
Abbiamo oggi
Uno Stato,
Una forte aviazione,
Un'alta tecnologia che esporta per milioni.
Intel, IBM e Microsoft sviluppano i loro prodotti qui.
I nostri medici vincono premi internazionali
Per le loro ricerche.
Abbiamo fatto fiorire il deserto
Vendendo arance e verdura al resto del mondo.
Israele ha lanciato il suo satellite nello spazio!
Tre satelliti tutti insieme!
Sediamo senza timore
Allo stesso tavolo con gli Stati Uniti e i loro 250 milioni di abitanti,
Con la Russia e i suoi 200 milioni di abitanti,
Con la Cina e i suoi 1,1 miliardi di abitanti,
Con gli europei- Francia, Germania e InghilterraE i loro 350 milioni di abitanti,
Gli unici paesi
Ad avere messo in orbita qualcosa nello spazio.
Israele fa oggi parte
Della famiglia nucleare
Insieme a Stati Uniti, Russia, Cina, Francia ed Inghilterra
[non lo ammettiamo ufficialmente ... ma tutti lo sanno...]
Pensare che soltanto 60 anni fa,
Eravamo condotti,
Pieni di paura
Senza speranza,
Alla nostra morte!
Siamo saltati fuori dai camini di cenere dell'Europa,
Abbiamo vinto le nostre guerre con meno di niente
Tra le mani,
Abbiamo costruito un "impero" dal niente.
Chi diavolo sei tu Arafat
Per mettermi paura?
Mi fai soltanto ridere!
Abbiamo celebrato Pesach,
Ricordiamo la storia.
Siamo sopravvissuti al Faraone,
Siamo sopravvissuti ai Greci,
Siamo sopravvissuti ai Romani,
Siamo sopravvissuti all'inquisizione spagnola,
Siamo sopravvissuti ai pogrom della Russia,
Siamo sopravvissuti a Hitler,
Siamo sopravvissuti ai Tedeschi,
Siamo sopravvissuti alla Shoah,
Siamo sopravvissuti agli eserciti di sette paesi arabi,
Siamo sopravvissuti a Saddam.
Tranquilli, ragazzi,
Supereremo
Anche i nostri nemici attuali.
Non importa
Da che parte della storia la si guardi!
Pensaci,
Per noi,
Il popolo ebraico,
La situazione non • mai stata migliore.
E allora,
Tiriamo su la testa,
E dobbiamo ricordarci che:
Ogni nazione e cultura
Con la quale abbiamo avuto a che fare
E' stata distrutta - mentre noi continuiamo ad andare avanti!
L'Egitto?
C'• qualcuno che sa dove sia finito questo impero?
I Greci?
Alessandro Magno?
I Romani?
C'• qualcuno che parla ancora latino?
Il terzo Reich?
Qualcuno ha avuto sue notizie ultimamente?
Guardaci,
Il popolo del Libro,
Dalla schiavit• d'Egitto,
Siamo ancora qui,
Parliamo ancora la stessa lingua!
Qui e adesso.
Gli arabi non lo hanno ancora capito,
Ma lo impareranno.
Fintanto che manterremo la nostra identitˆ
Saremo eterni.
Scusate allora se non mi preoccupo,
Se non piango
E se non ho paura.
Le cose vanno bene qui.
Potrebbero essere sicuramente migliori,
Comunque, non:
Farti abbattere dalla spazzatura dei media,
Loro non ti dicono
Che nonostante tutto
Ci sono feste che vanno avanti,
Che la gente continua a vivere,
A uscire
E a vedersi con gli amici.
S“, il nostro morale • basso,
E allora?
é soltanto perchŽ piangiamo i nostri morti
Mentre loro amano la morte.
E' la stessa ragione per cui dopo tutto
Alla fine vinceremo.
Puoi mandare questa lettera
Se credi a tutti gli ebrei del mondo,
Anche agli altri.
Sono parte della nostra forza,
Pu˜ aiutare alcuni di loro
Ad alzare la propria testa.
D“ loro
Che non c'• niente da preoccuparsi.
D“ loro di pensare in grande, e
Di guardare il tutto, l'intera immagine.
"Ci vediamo l'anno prossimo a Gerusalemme".
(Informazione Corretta, 16.04.2004)
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6. ÇLO DICA PURE ISRAELEÈ
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Salmo 24
Canto dei pellegrinaggi. Di Davide.
Se il SIGNORE non fosse stato per noi, - lo dica pure Israele Se il SIGNORE non fosse stato per noi, quando gli uomini ci assalirono,
Essi ci avrebbero inghiottiti vivi, talmente erano furiosi contro di noi;
Allora le acque ci avrebbero sommersi, il torrente sarebbe passato
sull'anima nostra;
Allora sarebbero passate sull'anima nostra le acque tempestose.
Benedetto sia il SIGNORE che non ci ha abbandonati in preda ai loro
denti!
L'anima nostra • scampata come un uccello dal laccio dei cacciatori:
Il laccio • stato spezzato e noi siamo scampati.
Il nostro aiuto • nel nome del SIGNORE, che ha fatto il cielo e la terra.
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7. MUSICA E IMMAGINI
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Yiddish Pop Overture
http://www.ilvangelo.org/news/isr_235.html#musica
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8. INDIRIZZI INTERNET
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A Tribute to Survivors of the Nazi Holocaust
http://isurvived.org/
Witness to the Nations
http://christianactionforisrael.org/witness/home.html
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