GESTIONE INTEGRATA DELLE ZONE COSTIERE, A FERRARA È POSSIBILE. LA SACCA DI GORO: DA PROBLEMA A RISORSA Sabbia usata per allargare le spiagge turistiche, alghe dannose per i molluschi sfruttate per produrre biogas: tutto a beneficio del più grande allevamento di vongole veraci d’Italia. Succede nella Sacca di Goro, in provincia di Ferrara, dove una gestione integrata della zona costiera è divenuta realtà. Lo ha reso possibile un’azione pilota del progetto europeo SHAPE Con oltre 60 milioni di euro di fatturato annuo, 1.300 pescatori, 300 addetti e 16.000 tonnellate di vongole all’anno, la Sacca di Goro è tra le realtà più importanti in Europa per l’allevamento dei molluschi. Si tratta di 2.600 ettari di laguna separata dal mare da un cordone dunoso di circa otto chilometri, in continua evoluzione per l’apporto di materiali alluvionali del Po. Questo ambiente estremamente produttivo è anche un’area a forte rischio ambientale, sia per il continuo accumulo di sabbia - che potrebbe arrivare a ostruire la bocca che collega il mare aperto al resto della laguna - ma anche a causa della sistematica proliferazione di macroalghe che soffocano i molluschi. Il progetto SHAPE ha trasformato questi due problemi in opportunità di sviluppo, grazie a un’azione pilota realizzata proprio in questa zona. SHAPE è progetto europeo che coinvolge tutte le Regioni Adriatiche con l’obiettivo di sviluppare un sistema di gestione integrato delle zone costiere dell’intero bacino adriatico, utilizzando un approccio interdisciplinare che tiene in considerazione sia la gestione delle risorse naturali che la prevenzione dei rischi e la risoluzione dei conflitti che inevitabilmente scaturiscono tra usi e utilizzatori del mare e della costa. All’interno del progetto la Regione Emilia-Romagna (lead partner) ha siglato un accordo istituzionale con la Provincia di Ferrara per la realizzazione di un’attività specifica nella zona della Sacca di Goro. L’azione pilota ha raggiunto l’obiettivo di una gestione integrata della Sacca relativamente agli aspetti ambientali, alla difesa costiera e alle attività economiche presenti: è stato definito un sistema di governance integrato della Sacca, attraverso la predisposizione di un Piano di Gestione dei Sedimenti condiviso, mediante il coinvolgimento diretto delle diverse realtà impegnate nelle attività economiche e di gestione di questa zona. Gli interventi di carattere ambientale che si realizzano nella laguna sono fondamentali per poter proseguire l’attività di allevamento dei molluschi, ricchezza del territorio: fare bene all’ambiente fa bene all’economia. Ecco come funziona questo circolo virtuoso di economie integrate. La sabbia: da problema per l’idrodinamismo della laguna a risorsa economica Risale al 2000 il primo intervento della laguna, grazie a un finanziamento dalla Regione EmiliaRomagna: visto il successo di questa azione, gli interventi successivi sono stati finanziati direttamente dai pescatori, che hanno deciso di contribuire direttamente con le loro risorse, per un investimento complessivo di oltre 10 milioni di euro. I lavori di bonifica conferiscono alla laguna una maggiore produttività a livello economico e un minore impatto ambientale. La sabbia asportata si trasforma, poi, in una risorsa per le spiagge: attraverso il cosiddetto “ripascimento” si svolge un’azione di difesa della costa contro l’erosione. Dalla Sacca di Goro, dove è in eccesso e dannosa per gli allevamenti di vongole, la sabbia viene trasferita lungo i 2.500 m di spiagge del Lido di Volano attraverso un apposito sabbiodotto. In questa zona il problema dell’erosione della costa è molto sentito: negli ultimi 20 anni sono andati persi oltre 50 metri di battigia, con una conseguente diminuzione della capacità ricettiva degli stabilimenti balneari. Le alghe: da danno per i molluschi a materia prima per il biogas Gli allevatori di vongole, oltre alla sabbia in eccesso, devono affrontare anche un altro problema: la proliferazione di due specie di alghe (una verde, l’Ulva, e una rossa, la Gracilaria). Queste macroalghe crescono in maniera abnorme e si depositano proprio sulle aree di allevamento delle vongole, facendo mancare l’ossigeno nell’acqua e soffocando i molluschi. Ma anche le alghe diventeranno una risorsa per il territorio: è infatti in fase progettuale un impianto per la produzione di biogas proprio a partire dalle alghe. Il biogas è un vettore termico utilizzabile per la cogenerazione, ovvero la produzione contemporanea di energia elettrica e termica. Quello che rimane delle alghe, una volta lavorate, viene trasformato da un impianto di compostaggio in un fertilizzante organico ad alta valenza agronomica, ambientale ed economica. Il progetto SHAPE, come tutte le progettazioni comunitarie, consente di innovare anche le politiche locali attraverso azioni pilota come questa. Politiche che vanno indirizzate sempre più verso una gestione integrata, perché solo guardando a tutti i diversi utilizzi del mare - in questo caso particolare - si possono creare le condizioni per una crescita inclusiva, intelligente e sostenibile.