Noi Luna e . . . . . . stelle

Noi Luna e . . .
. . . stelle
a cura di:
Carmen Balsamo
Emanuela Lo perfido
Angela Turricchia
luglio ‘98
NOI LUNA E... STELLE
PRESENTAZIONE
Questa relazione racconta l'attività svolta con un gruppo di tre utenti-adulti affetti da handicap
psichico che si ricollega ad altre esperienze svolte in anni precedenti documentate in: "Un cielo per
Annalisa" e "Incontriamoci ...sotto le stelle"
A.B. (uno degli utenti) ha già partecipato ai precedenti percorsi documentati nei fascicoli sopra
citati.
Gli incontri sono stati nove, di cui sette svolti direttamente con la collaborazione dell'operatrice
dell'Aula Didattica Planetario1.
Argomento dell'esperienza è, ovviamente, il cielo stellato di cui abbiamo trovato nell'Aula
Didattica riproduzioni stimolanti e indispensabili per lo svolgimento e l'approfondimento delle
tematiche previste nel progetto.
Le finalità sono rimaste le stesse dello scorso anno in quanto, lavorando con questo tipo di
utenza, è necessario prevedere tempi lunghi per il conseguimento degli obiettivi prefissati: i ritmi
dei ragazzi infatti, sono molto lenti.
Quest'anno però, abbiamo introdotto, per ogni partecipante al progetto, obiettivi specifici che
elencheremo e descriveremo dopo la stesura dei profili.
I nove incontri sono stati articolati in maniera flessibile e in spazi diversi:
* cinque nell'Aula Planetario con l'uso della struttura stessa;
* due all'Aula Panzini2 per la costruzione di una volta celeste con carta celiata;
* una a tema sulla Luna, che ha coinvolto educatori e ragazzi, in una visione di filmati forniti
dall'operatrice dell'aula;
* uno finale serale conclusivo per una cena sociale in un buon ristorante cinese.
1
2
Le documentazioni sono fruibili presso il Laboratorio di Documentazione e Formazione, via Libia 53 – Bologna.
Aula che l’ANFFAS mette a disposizione di utenti con handicap e i loro educatori (via Panzini 1- Bologna)
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PROGETTO
Data
7/1/98
15,30-16,30
al planetario
14/1/98
15,30-17,00
al planetario
Articolazione del progetto
Primo incontro fra i ragazzi
per la presentazione
ufficiale del progetto,
dell’operatrice e
dell’ambiente.
Presentazione da parte
dell’operatrice dell’aula del
filone tematico “La Luna e
le stelle”
Un’immagine del cielo
1. Visione delle stelle e
della Luna nel Planetario.
2. Riproduzione dello
“stimolo visivo” su
cartoncino blu e su
diapositive attraverso fori
fatti dai ragazzi con un
punteruolo.
Materiali necessari
Materiali da preparare
•
La documentazione
1. Cartoncino blu (2
dell’attività verrà fatta
fogli)
attraverso fotografie a cura
2. Diapositive della Luna dell’operatrice dell’aula,
3. Punteruolo
degli educatori e dei
4. Due cassette
ragazzi stessi.
5. Una torcia per ogni
ragazzi
•
Si richiede agli
6. Computer con
educatori di mantenere un
programma di scrittura e diario quotidiano
grafica
dell’intero percorso con le
7. Pastelli
osservazioni dei ragazzi,
8. Cartoncino bristol
che saranno utilizzati per il
nero (4 fogli)
cartellino finale del
25/2/98
Riproduzione fotografica.
21/1/98
15,30-17,00
al planetario
1.Visione delle proprie stelle
con torcia.
2.Inventiamo una “figura”
dalle stelle costruite.
3.Costruzione scritta e/o
orale di favole partendo
dalla propria figura.
4.Registrazione delle favole.
5.Estrapolazione di una
parola dal testo di ogni
ragazzo.
6.Scrittura delle parole al
computer.
Quattro cartoncini metà di
un A4 con il foro per la
luna e in cui mettere le
stelle e preparati
dall’operatrice dell’aula.
3
Data
28/1/98
15,30-17,00
al planetario
4/2/98
15,30-17,00
Articolazione del progetto
1.Chiusura delle favole e
lettura di tutti i prodotti.
2.Scrittura al computer di
tutte le favole.
3. Scrittura delle lettere delle
parole estrapolate dalle
favole per A.
4. Ognuno costruisce la sua
parola con A.
Materiali necessari
Materiali da preparare
Uscita a tema.
In Aula Panzini per la
fruizione di filmati sulla
Luna.
al planetario
Inventiamo il nostro cielo 1.Colla da parati in
polvere.
15,30-17,00
Costruzione di una volta
2.Due pennelli medi
piatti.
celeste con carta collata.
3.Forbici particolari.
aula Panzini, via
4.Carta da giornale.
Panzini1
5.Bottiglie in plastica da
tagliare.
18/2/98
6.Un ombrellone da
spiaggia.
15,30-17,00
7.Macchina fotografica.
8. Pellicole per
aula Panzini, via
fotografare.
Panzini1
9.Carta velina blu
10.Guanti monouso.
11/2/98
25/2/98
15,30-17,00
al planetario
4/3/98
Momento conclusivo con
riflessione e rilettura del
percorso attraverso la
costruzione di album
fotografico a fisarmonica
Uscita finale di socializzazione
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PROFILI DEI PARTECIPANTI AL PROGETTO
A.B., anni ventuno, affètta da grave deficit mentale.
A. è di aspetto molto gradevole, ha un corpo sinuoso ed elastico, capelli lunghi, un
abbigliamento tipico delle adolescenti di buona famiglia, occhi azzurri che si bevono il mondo,
tanto sono espressivi.
Si esprime con un fiume di parole, alcune legate assieme, altre in libertà, per questo spesso
poco comprensibili. Mostra di capire messaggi se brevi e chiari della famiglia, degli educatori e
delle persone che la conoscono.
È quasi sempre piuttosto frenetica nel movimento: tre passi avanti e due indietro, si china a
raccogliere un foglietto a terra, mentre lo tira su le ricade di nuovo. Cammina speditamente, in
modo scoordinato, con un equilibrio un po' precario.
Nell'ambito motorio ha compiuto i progressi più significativi e ha superato consistenti
inibizioni.
Bisogna ricordarle spesso che cosa sta facendo perché è attirata e distratta da quello che le
succede intorno: il livello di intenzionalità è medio-basso, la capacità di attenzione molto bassa.
L'educatore deve costantemente rinforzare la permanenza del compito e la selezione degli stimoli.
È autonoma nel mangiare, anche se non compie attività bimanuali (taglia con difficoltà), non si
pulisce la bocca, dimostra scarso controllo dell'appetito e della sete (beve cinque o sei bicchieri
d'acqua se non la si controlla).
Ha buona manualità, anche se non finissima.
Non sa ne leggere ne scrivere ne compiere calcoli anche semplicissimi o seriare oggetti.
Si mostra interessata alle persone e alle relazioni con esse e ama svolgere attività di gruppo:
ricerca con lo sguardo e/o fisicamente un "contatto" con le persone, si ricorda di loro e dei loro
nomi anche se le occasioni di incontro non sono ravvicinate.
Le piace uscire per la città, vedere posti nuovi e dimostra di riconoscere i luoghi già visti. Non è
autonoma negli spostamenti all'esterno in quanto non distingue situazioni pericolose (es.: traffico,
scale, semafori).
Obiettivi :
1) Stimolare una maggiore permanenza sul compito, una maggiore concentrazione sugli stimoli
esterni e interni e una loro selezione.
2) Aumentare la fiducia nelle proprie capacità sia motorie che manuali e accrescere l'autonomia
sia nelle attività che nelle relazioni interpersonali.
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N.B. anni quarantasei, affetta da insufficienza mentale con atteggiamenti pre-psicotici.
N. è di corporatura robusta, ha capelli corti, è molto fuori moda nel vestire che rispecchia il
sentire della famiglia nei suoi confronti.
Lo sguardo è spesso spento e assente il viso amimico. Il sorriso è quasi praticamente assente.
Ha un'ottima capacità verbale, fluida e comprensibile. Tende spesso a ripetere le stesse frasi
riproducendo dinamiche e problematiche familiari.
Nell'ambito del movimento-riconoscimento dello spazio ha ottime capacità di orientamento
topologico. Potenzialmente è in grado di spostarsi autonomamente, ma l'impedimento è in un
qualche modo imposto dalla famiglia.
Ha modeste capacità a concentrarsi e/o a porre attenzione intenzionale su qualsiasi tipo di
compito N., infatti, a causa di una forte ansia permanente è in grado di svolgere attività per non più
di cinque/dieci minuti e comunque sempre dietro stimolazione verbale reiterata dell'educatore.
Non esprime mai gusti o preferenze in alcun campo e delega qualsiasi scelta e/o decisione
(anche estremamente banale: "Bevo un succo di frutta o una coca cola?) a chi gli sta vicino.
La famiglia tende tuttora a considerarla una bambina e questo atteggiamento ambivalente,
iperprotettivo alcune volte e disinteressato altre, influisce negativamente sulle sue già scarse
capacità di decidere e di sentirsi come essere autonomo.
Obiettivi:
1) incrementare il riconoscimento di un'immagine adulta di sé, più autonoma nelle scelte.
2) aumentare le potenzialità relazionali e le sue capacità di interagire con persone bisognose del
suo apporto.
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D.L. anni ventuno, affetto da encefalopatia epilettica associata a insufficienza mentale.
D., ragazzo di media statura, curato nell'abbigliamento e nell'igiene personale.
Si presenta ancora come caratterialmente chiuso e riservato, ma, ha notevolmente modificato
questo suo aspetto rispetto al passato, grazie al lavoro svolto nei vari contesti in cui si è venuto a
trovare: intervento individuale, corso di formazione professionale, stage in situazione e altro
ancora. È infatti diventato più aperto e disponibile allo scambio, conquistando inoltre la capacità di
esprimere i suoi stati d'animo, più visibilmente di un tempo sia da un punto di vista mimico che
verbale.
Incontra ancora una certa difficoltà nelle relazioni di gruppo: quando parla tende a sopraffare
l'altro, lasciandogli scarsa possibilità di "intervento". È piuttosto rigido nelle scelte e nelle
procedure, un po'maniacale nell'estraniarsi sul compito, proiettato molto su se stesso se in genere
ciò non gli viene fatto notare, rischia di non accorgersi dell'assenza di persone solitamente presenti.
Se è impegnato in attività a lui molto gradite, si estranea dal gruppo ed è necessario intervenire con
decisione e fermezza per rinforzare la sua relazione con il mondo esterno.
D. mostra comunque un reale desiderio di incontrare altri ragazzi per fare insieme a loro
normali attività di tempo libero adeguato alla sua età.
Sa leggere comprendendo testi brevi e semplici, scrivere e fare calcoli semplici. Utilizza la
tastiera del computer con una discreta familiarità.
Ama la musica, ascolta molto la radio, guarda la televisione ed è generalmente ben informato
sulle notizie di attualità e di politica.
Ha un buon senso dell'orientamento e raggiunge autonomamente le sedi lavorativa ed
educativa.
Obiettivi:
1) stimolare l'esplicitazione dei propri sentimenti la diminuzione delle stereotipie e l'impiego
delle competenze di cui disporre a fini comunicativi e "cognitivi".
2) incrementare le relazioni con il mondo esterno, aiutandolo a cogliere la reciprocità di tali
relazioni.
3) sviluppare le capacità di rielaborazione verbale e scritta in attività significative.
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DESCRIZIONI E COMMENTI SUL PERCORSO
1° incontro:
Il primo incontro aveva come obiettivo la presentazione ufficiale ai ragazzi di tutto il gruppo,
dell'articolazione del progetto e dell'ambiente in cui si sarebbe svolto.
Per usare una modalità maggiormente concreta e confacente ai partecipanti, la conduttrice del
corso ha organizzato un breve viaggio per vedere le stelle e le costellazioni sotto la cupola del
Planetario.
N.B. ha manifestato molta ansia: anche se molto incuriosita dalla "cupola", era intimorita all'idea
di sedercisi sotto (non distinguendo bene fra realtà e rappresentazione).
A.B. era molto contenta di rivedere alcuni dei suoi amici ed estremamente eccitata all'idea di far
conoscere ai compagni, luoghi e persone a lei ben noti. Non manifestava particolare interesse alle
finalità della visita che non fossero strettamente relazionali.
D.L. mostrava curiosità e interesse all'argomento trattato.
2° incontro:
Bisognava riprodurre su cartoncino blu e su diapositiva le stelle e la luna, precedentemente fatte
vedere ai ragazzi, con l'uso di un punteruolo. Successivamente, il materiale prodotto veniva
proiettato e, in base alla quantità e alla forma dei fori fatti, i partecipanti assegnavano il nome alla
"loro" costellazione.
Al termine dell'incontro, la conduttrice del corso ha proposto ai ragazzi di riportare in una
modalità scelta personalmente da ciascuno, ciò che desideravano o/e avevano visto.
Figura 1- A.B. al lavoro
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Lavoro di D.L.
STORIA DI DANIELE E ANNALISA E L'ASTRONAVE BOX
SUL PIANETA TERRA DUE PERSONE UNO UN NOTISSIMO SCIENZIATO DI
GENETICA IL DOTTOR DANIELE SASSO VENNE INSIEME AL NUOVO
COMMANNDANTE DELL'ENTERPRISE LA SIGNORINA ANNALISA MARTIN FIGLIA
DEL CANTANTE SPAGNOLO RICKY MARTIN SUO PADRE GLI DICEVA VEDRAI CHE
NELLO SPAZIO CI SONO TANTE COSE PASSARONO GLI ANNI E TUTTI E DUE
PARTIRONO CON LA NAVE SPAZIALE VERSO L'UNIVERSO ESSI INCONTRARONO
GLI DEI A CUI DIEDERO IL NOME DEI LORO PIANETI MARTE, GIOVE SATURNO,
PLUTONE, URANIO, NETTUNO MERCURIO E NOMINARONO EREDE DI UNA STELLA
IL FIGLIO DI GIOVE ÈRCOLE QUELLO DELLE FATICHE E NOMINARONO COME
PRIMO AEREO DELLA NASA L'AEREO HERCULES ANCHE LUI FIGLIO DEL DIO
GIOVE, MA TORNIAMO INDIETRO NEL TEMPO SAPPIAMO CHE I DUE ASTRONAUTI
VISITARONO L'ORSA MAGGIORE E L'ORSA MINORE E PIÙ' AVANTI SCOPRIRONO
LE NANE BIANCHE E I BUCHI NERI C'ERA RIMASTO ANCORA IL FAMOS BIG BANG
DENOMINATO CON IL NOME DELLA TORRE DI LONDRA DOVE ATTERARONO PER
VEDERE L'OSSERVATORIO DELLA TORRE DI LONDRA NON AVEVANO PERO'
FATTO I CONTI CON LA STELLA POLARE.
ARRIVATI SULLA LUNA TROVARONO AISAC NEWTON E TROVARONO ANCHE
BUZZ ODRIN UNO CHE NELLO SPAZIO C'È' STATO PROPRIO COME I NOSTRI
PERSONAGGI CHE FINITO TORNARONO A BOLOGNA ATTERANDO
ALL'OSSERVATORIO SPAZIALE DELLA CENTRALE SPAZIALE CARDUCCI
ARRIVATI A DESTINAZIONE CHIESERO CAPO QUAL'E' LA PROSSIMA MISSIONE
UTILIZZARE LO STARGATE E POI DOVRETE ANDARE COME UFFICIALI DELLA MIR
E PER ULTIMO PRIMA DELLE FERIE DOVETE COSTRUIRVI UNA MACCHINA DEL
TEMPO E VIAGGIARE IN VARI LUOGHI ATTENTI PERO' A NON INCONTRARE
PERICOLI E COSI' SICCOME IL CAPO DELLA MIR ERA IN FERIE L'ABBIAMO
SOSTITUITO QUANDO TORNO' VIA, SU QUEL COSO VELOCE ARRIVTI TALMENTE
STANCHI DA NON FARCELA PIÙ', CON LA MACCHINA DEL TEMPO SI VIAGGIAVA
BENE E LE DONNE E GLI UOMINI PRONTI A TUTTO PUR DI FARE QUALCOSA MA
TORNATI A BOLOGNA DANIELE SASSO VENNE PROMOSSO NUOVO CAPO
COMMANDANTE DELLA NASA DI BOLOGNA CIOÈ' LA'CENTRALE SPAZIALE
CARDUCCI LA SIGNORINA ANNALISA SARÀ' UN BRILLANTISSIMO MEDICO
LEGALE SPAZIALE MENTRE LI CI SARÀ' MOLTO DA FARE TANTO CHE DECISERO
DI FARE ALL'INTERNO DELLE STANZE PER I NUOVI ALLIEVI DELLA SCUOLA
SPAZIAALE E ANNALISA SI ATTREZERA' PER LA SCUOLA MEDICINA LEGALE
SPAZIALE.
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Lavori di A.B.- a,b
Figura 3-4- Primi disegni di Annalisa.
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3° incontro:
Ognuno ha visto le proprie stelle con una torcia che ogni ragazzo aveva il compito di procurarsi
da casa.
Dalla costellazione costruita, ognuno doveva "inventare" una figura. Si chiedeva poi ai ragazzi,
partendo dalla propria figura, di costruire una favola. N.B. definisce la sua costellazione
"NUVOLA" e inventa la sua storia.
LA COSTELLAZIONE DELLA "NUVOLA"
Le stelle si illuminano e formano una bellissima nuvola piena di gocce.
Le gocce sembravano profumo, di notte nel cielo ci sono le stelle che nella costellazione della
nuvola sembrano delle gocce.
La "nuvola" va in cielo viene fuori la notte e sta lì sul cielo e va via la mattina a riposarsi.
La Nuvola con le sue gocce va a riposarsi al mare sotto al cielo e poi viene fuori la sera quando
viene notte.
Insieme alla "Nuvola" c'è anche la Luna ed insieme parlano di stare tranquille perché sono
agitate.
Sono agitate perché vogliono la mattina per andare a riposare.
Si parlano del planetario e le stelle dicono alla luna: "sei brava a vedere le stelle" e la luna
risponde "va bene". Si dicono che papa è in cielo e guarda da lassù noi ragazzi che facciamo le
parole crociate.
La luna e le stelle dicono che a Nara sono piaciute le stelle e poi saluto il planetario e rimango
qua a guardare altre stelle.
A.B. chiama la sua costellazione “SEDIA” e la rappresenta.
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La costellazione di D.L. è il "MATERASSO" di cui narra la storia e che poi rappresenta.
LA COSTELLAZIONE DEL MATERASSO
CAPITOLO 2
NEL VIAGGIO NEL TEMPO IL DOTTOR SASSO SCOPRI' UN MATERASSO NERO CHE
PORTAVA DA UNA PERSONA VESTITA DI NERO E L'ABITO PREFERITO DA ZEUS
(GIOVE) E CHE OGNI PERSONA DELL'OLIMPO PORTAVA, UN GIORNO, UN
NOTISSIMO MENDICANTE FECffi UN MATERASSO EI SCUSI SIGNORE POSSO
USARE IL MATERASSO COME CIELO PER IL PRESEPE, SI SIGNORE VA BENE E MA
QUANTE STELLE E' PER CASO LA SUA COSTELLAZIONE DEL MATERASSO,
ATTENTO SASSO VOGLIONO RUBARE LA COSTELLAZIONE PRESTO ARRESTATELI,
DOPO CHE LA BANDA DEL MATERASSO ANDO' IN CARCERE, LA COSTELLAZIONE
FORMATA DAI SEGNI ZODIACALI DI QUI LO SCRITTORE MICHAEL BOLTON
SCRISSE UN LIBRO CHIAMANDOLO LA COSTELLAZIONE DEL MATERASSO POI LO
SCRITTORE MORTO SU MARTE CHIESE A SASSO DI CHIAMARLA LA SUA
COSTELLAZIONE DEL MATERASSO E LI SI FIDANZO' CON LA SIGNORINA
ANNALISA EX MOGLIE DELLO SCRITTORE MORTO E TUTTI VISSERO FELICI E
CONTENTI.
QUESTO SARÀ' UNO DI CAPITOLI DEL NUOVO LIBRO DI DANIELE
DANIELE ANNALISA E L'ASTRONAVE BOX IL VIAGGIO CONTINUA.
(l’immagine della costellazione del materasso è l’immagine di copertina).
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4° incontro:
Compito di D. era quello di trascrivere le favole di tutto il gruppo al computer con l'aiuto
delle donne. Tutti poi dovevano scrivere alcune lettere in stampato maiuscolo a caratteri
grandi che, stampate, servivano per comporre parole presenti nelle favole.
Figure 5 – 6 D.L. lavora al computer e A.in un momento di composizione delle parole.
Figure 7-8 D.L. compone le parole; sulla destra della stessa immagine,visibile la mano di
A.B. Nella fotografia a destra N.B. al computer.
N. si è sentita molto gratificata nel riuscire a riconoscere le lettere per comporre il nome
della sua costellazione. Per la prima volta ha espresso un giudizio positivo, chiaro ed
esplicito,("sono stata brava") su se stessa. D. ha svolto l'attività, del resto come sempre, con il
massimo dell'impegno e della riuscita. A. con la messa in atto di strategie seduttive ha attirato
l'attenzione e provocato D. costringendolo ad aiutarla, così da produrre gratificazione per sé
stessa e coinvolgimento di D. compensando cosi la sua difficoltà nell'esecuzione del compito
proposto.
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5° incontro:
II gruppo si è incontrato per vedere la videocassetta
americani del 1969.
"Sbarco sulla luna" degli astronauti
Figura 9- In attesa di andare in pizzeria, si guarda il
documentario dello sbarco sulla Luna
Dopo la visione del documentario, gli operatori hanno cercato di verificare che cosa i ragazzi
avessero realmente compreso e se erano stati in grado di cogliere i collegamenti fra il
documentario proposto ed il lavoro precedente. I commenti parlano da soli:
N. : " il missile volava sulla luna con gli astronauti, poi si è posato sulla luna";
D. : " sono tornati sulla terra con il paracadute e sono atterrati in mare".
A. non è stata in grado di esprimersi verbalmente durante la rielaborazione però diceva spesso
"si" o faceva cenno con il capo.
L'attesa della cena in pizzeria però, la eccitava al punto da non permetterle una grande attenzione
al lavoro che si stava svolgendo.
Anche in questo caso è stata confermata la sua difficoltà nell'ordinare e selezionare le esperienze.
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6° incontro:
Ogni partecipante aveva il compito di portare del materiale che permettesse al gruppo
di costruire
una " volta celeste " con carta collata:
Figure 10-11- Momenti di costruzione della “volta celeste”: come si vede è un
ombrello coperto di plastica su cui vengono incollati diversi strati di carta da giornale.
Quando è ben asciutto, si chiude l’ombrello e la plastica viene levata: rimane la cupola da
colorare.
Questo lavoro ha permesso a tutti di collaborare a una attività estremamente piacevole
e gratificante. Dare il titolo all'attività: " inventiamo il nostro ciclo ", ha stimolato,
motivato e impegnato i ragazzi a una buona riuscita perché il termine "nostro"
identificava il lavoro da svolgere.
L'attività creativo-manipolatoria poi, ha per loro un linguaggio più familiare e
distensivo, quindi meno impegnativo soprattutto da un punto di vista psicologico.
N., inserita in questa attività ludico-prassica, era fortemente partecipativa e non ha
manifestato ansia per tutto il periodo dell'attività.
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7° incontro:
E stata terminata la costruzione del cielo. Il bei tempo ha favorito il lavoro, sia influendo sul
morale del gruppo che sulla produzione visto che la cupola si è asciugata fuori al sole bene e in
breve tempo.
Al termine, le donne (D. era assente), hanno formato alcune stelle e una luna con la carta
stagnola, che hanno poi applicato al cielo, dimostrandosi entrambe molto motivate e interessate
all'esito finale del lavoro.
Figure 14- 15- N.B. e A. impegnate nella colorazione della cupola.
Figura 16- La cupola terminata. I punti bianche
rappresentano le costellazioni inventate dai ragazzi
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8° incontro:
E stata fatta una rilettura dell'intero percorso attraverso la costruzione di un album fotografico
ripiegato a fisarmonica.
Figure 17-18 – Due momenti di preparazione dell’album fotografico.
Figura 19- Un album terminato.
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9° incontro:
"Dal cielo al mare!" Ecco come abbiamo concluso questo " fantastico " percorso. Il nostro
ultimo incontro infatti si è svolto in un lussuoso e piacevole ristorante cinese ricco di pesci, veri e
disegnati, sparsi un po' dappertutto: nel pavimento, sulle pareti e fra le pareti!
N. e A. hanno in seguito alla cena, concentrato il loro interesse sui pesci.
D. sembrava soprattutto dispiaciuto della fine dell'attività.
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OSSERVAZIONI DELL 'EDUCATRICE PROFESSIONALE DELL ' A. U.S.L.
Penso che, mantenere un gruppo formato da persone che già si conoscono e che si incontrano
anche in occasioni al di fuori delle giornate legate al progetto " Planetario", abbia creato nei suoi
confronti maggiore serenità e quindi possibilità di aprirsi-scoprirsi reciprocamente.
Questo gruppo ha permesso a ciascuno dei partecipanti di sperimentare diversi tipi di relazioni:
con l'educatore di riferimento e con quelli degli altri, con gli altri frequentanti e con la conduttrice
del corso. In particolare si è instaurato un importante rapporto fra A. e D. Ciò ha permesso ad A. di
aumentare i momenti di concentrazione grazie all'apporto di competenze e di emozioni di D. e, a
quest'ultimo, di evolvere la propria capacità relazionale dando spazio alla conversazione, ponendosi
in una situazione di ascolto e di iniziativa verso l'altro.
Anche i momenti di forte ansia di N. sono stati spesso contenuti e "sdrammatizzati" dagli altri
coinvolgendola maggiormente nell'attività che in quel momento si stava svolgendo e portandola sul
compito prassico a lei congeniale, cioè sul concreto, sul lavoro da svolgere.
Anche parte dello spazio da loro usato è stato il medesimo per il terzo anno consecutivo. Questo
ha aiutato molto A. a superare le sue difficoltà di equilibrio e di orientamento topologico: infatti,
pur essendo uno spazio con barriere architettoniche, è riuscita a sviluppare in quell'ambito capacità
tali da farle brillantemente superare tale problema.
Anche N. è riuscita ad affrontare con un’ ansia più moderata gli incontri ponendosi, in alcuni di
questi, quasi come la "padrona di casa " che accoglieva-ospitava gli amici, grazie appunto alla
conoscenza pluriennale di alcuni ambienti in cui si è svolta l'attività (vedi ad esempio l'Aula
Panzini).
OSSERVAZIONI DELLE OPERATRICI DEL COMUNE
Noi crediamo che questi percorsi si siano caratterizzati perché hanno accostato occasioni
significative rappresentate da contesti, luoghi presenti nel territorio. Nella nostra città questo
processo è sintetizzato, per quanto riguarda luoghi e istituzione scolastiche, come sistema
formativo integrato: l'istituzione scolastica può pensarsi in rete con altre forme, ambiti, opportunità
funzionali allo sviluppo dei bambini-ragazzi.
Anche la qualità del processo di integrazione passa attraverso l'utilizzo di risorse disponibili: da
quelle scolastiche a quelle territoriali.
In particolare i percorsi realizzati in collaborazione tra Aula Didattica Planetario, Laboratorio di
Formazione e A.U.S.L. introducono uno scenario più ampio raccordando servizi del territorio di
enti diversi e si rivolgono ad un utenza adulta che ha ancora diritto ad un sostegno per mantenere
una buona qualità della propria vita. Spesso per l'handicap adulto, indipendentemente dal fatto che
sia inserito in percorsi lavorativi, resta sempre il problema di come arricchire di conoscenze e
opportunità il proprio tempo libero.
L'aver predisposto un percorso all'interno dell'Aula Didattica Planetario ha offerto loro
un'opportunità che prevedesse sia l'impegno personale che lo scambio e l'aiuto tra ragazzo e
ragazzo e la condivisione di un'esperienza.
Forse una delle difficoltà maggiori riscontrate è stata l'individuazione delle attività da svolgere in
base alle diverse abilità che ogni partecipante possiede.
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