RELAZIONI SUL PLANETARIO Noi ragazzi della terza F, venerdì 18 Gennaio 2013 insieme alle classi terza A, terza B e terza C siamo andati a visitare il planetario del Liceo Scientifico Vailati a Genzano. Siamo entrati regolarmente a scuola alle 8 e abbiamo atteso l’arrivo dell’autobus che ci avrebbe portato a destinazione. Le classi terza A e terza C sono partite alle 8 mentre noi insieme alla terza B alle 9, pronti per una nuova esperienza e per saperne di più sulle stelle: quelle stelle che guardiamo alla finestra e che ci vegliano nella notte regalandoci sogni ed avventure fantastiche, le stesse stelle che crediamo di conoscere bene, ma che rappresentano invece una realtà sconosciuta. Giunti sul luogo, eravamo meravigliati dalle portentose strutture che ci circondavano e vedendo quei ragazzi grandi osservarci dalle finestre, ci sentivamo piccoli, ed anche emozionati all’idea che l’anno prossimo affronteremo la loro stessa situazione. Entrati, ci hanno fatto sedere su una panca ad aspettare il nostro turno e perdendoci nella grandezza della palestra, abbiamo notato sulla nostra sinistra un pallone nero: era gonfiabile, lo avevamo capito, ma cosa c’era dentro? A che serviva? Intenti a scoprirlo avevamo dimenticato il motivo della visita, quando ci hanno comunicato che era il nostro turno ad entrare e solo allora abbiamo compreso che quello era il planetario. Che strana impressione ci aveva fatto: dovevamo passare per un ingresso così stretto che sembrava risucchiarci. Dentro era buio, c’era solo la luce di un proiettore posto al centro. Ci aspettavamo qualcosa di totalmente diverso, molto più grande, con dei telescopi, con tanti assistenti e i modellini dei pianeti attaccati al soffitto. Ci siamo seduti lungo il bordo del planetario e ci hanno raccomandato di non appoggiarci, quando ad un tratto il ragazzo che vi si trovava all’interno ha iniziato a presentarsi mentre in alto sono apparse le stelle. Affascinati, gradualmente ci siamo abbassati fino a trovarci sdraiati in terra: sembravamo un gruppo di amici in una sera d’estate distesi sull’erba a guardare lo splendore delle stelle. Ormai eravamo subentrati in un universo parallelo, tutto girava intorno a noi mentre il ragazzo ci spiegava come orientarci durante la notte, come trovare la stella polare, e soprattutto ci ha fatto vedere le costellazioni. Ci siamo particolarmente interessati quando ci ha mostrato i segni zodiacali: ognuno cercava il proprio e talvolta si sentivano dei sibili tra i compagni. Un’altra cosa che ci ha suscitato grande entusiasmo è stata la formazione delle stelle: vedevamo sopra di noi un bagliore colorato che circondava frammenti di rocce infuocate che convergevano verso il centro. Inoltre ci ha illustrato il calare e il sorgere del sole e della luna, era una prospettiva del tutto diversa da quella che vediamo solitamente, quest’ultimi formavano un cerchio e si mantenevano sempre alla stessa distanza, mentre ai nostri occhi allo scomparire dell’uno appare l’altra. Sul più bello, quando tutti eravamo incantati, il cielo si è spento e la magia è finita: scombussolati e disorientati, faticosamente siamo usciti e con infinito dispiacere siamo tornati a scuola. SOLO UNA STELLA E’ RIMASTA ACCESA: QUELLA CHE CI GUIDERA’ PER TUTTA LA VITA. MELISSA MOLLICA E ERIKA PUDDU Visita al planetario presso il Liceo Scientifico "Vailati" di Genzano Inizio dicendo che è stato davvero emozionante, dall’inizio alla fine. Siamo partiti insieme ad un altra classe, diretti verso il liceo scientifico "Vailati", dove si sarebbe tenuto l’incontro per la visita al planetario. Il viaggio sul pullman è passato in fretta e, una volta dopo aver raggiunto la struttura scolastica, abbiamo pazientato, aspettando che le altre classi terminassero la loro visita. Dopo qualche minuto, siamo finalmente entrati. Quando alzai lo sguardo da terra, accorgendomi che ci eravamo fermati, notai che davanti a noi si erigeva un enorme cupola nera. Entrammo velocemente, eccitati all’idea di qualcosa di nuovo e mai visto, e ci venne chiesto di sdraiarci a terra. Posai la testa sul freddo pavimento e pazientai. Era buio, riuscivo a sentire dei bisbigli e delle risatine nervose, ed era rassicurante perché almeno avevo la prova di non essere sola. Tutto d’un tratto, sopra di noi si accesero milioni di puntini luminosi. Era come se tutte le stelle del cielo fossero scoppiate in quell’istante per farsi vedere; che spettacolo suggestivo. Il cielo era scuro, ma sfumava dal blu più cupo a una specie di viola. Avevo l’impressione che, se avessi allungato la mano, avrei potuto sfiorare quella meraviglia surreale, per accertarmi che fosse vera. Ci spiegarono ogni cosa; di come fossero fatte le galassie, come riconoscere l’orsa minore e l’orsa maggiore, e ci mostrarono anche i segni zodiacali con le loro forme. Poi ci mostrarono il Sole a confronto con la Terra, e non so descrivere quanto mi sentii piccola in quell’istante. Era così imponente, maestoso, fiero del sistema che porta il suo nome. Stare lì, stesa a terra, lo sguardo rivolto a un magnifico cielo stellato, mi portò involontariamente a sentirmi insignificante al confronto con tali meraviglie. Durante tutta la spiegazione regnò il silenzio; potevo vedere le espressioni interessate, alcune quasi sconvolte, dei miei compagni. Ero sicura che anche loro provassero le mie stesse emozioni: gioia, stupore, orgoglio per far parte di un progetto così importante e stupefacente come quello della vita. Quando capii che l’incontro stava per volgere al termine, cercai di fissare nella mente quell’immagine sopra di me, stelle che alludevano a non essere poi così lontane, ma in realtà distanti intere vite umane. Il cielo si spense e uscimmo da quella cupola che ci aveva regalato un viaggio meraviglioso, per poi tornare a scuola, tra i banchi, con in testa quella sola, bellissima immagine, fedele rappresentante di una realtà sconvolgente, una realtà solo nostra. Grazie gentile Preside che ci ha dato questa opportunità. Valentina Ruscito Classe terza F