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Fase 2
Itinerario turistico e percorso urbano
Nella seconda fase del progetto è stato proposto ai piccoli compagni d’avventura di affrontare un percorso turistico ed una visita nel proprio quartiere, “rigorosamente” guidati da persone con disabilità.
L’esperienza vissuta ha consentito di guardare con “altri occhi” la realtà circostante e di “scontrarsi” non
solo con le barriere architettoniche, ma soprattutto con le barriere culturali…le più difficili da abbattere!
Nella descrizione dei percorsi riportati in questa sezione, l’attenzione è stata focalizzata sulle condizioni
di accessibilità dei luoghi visitati, così come i ragazzi hanno potuto osservare, rilevare e sottolineare.
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Alla scoperta di Villa Adriana
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Informazioni storiche tratte dalla guida “Villa Adriana” di Benedetta Adembri - edizione Electa - 2003
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Adriano: un uomo ed un Imperatore dalla complessa personalità
Adriano nacque nel 76 d.C. probabilmente ad Italica, presso Siviglia (Spagna). Alla prematura morte del padre, egli fu accolto ed allevato dall’Imperatore Traiano, cugino paterno.
Adriano fece una rapida carriera militare, entrando nel 101-102 d.C. nello Stato Maggiore
dell’Esercito; successivamente, fu nominato Tribuno della plebe, pretore ed infine
Governatore di diverse province dell’Impero.
Con la morte di Traiano, avvenuta nel 117 d.C., Adriano venne eletto Imperatore. La sua
salita al trono non fu senza contrasti: dovette scendere a patti con il Senato e fare concessioni all’Esercito affinché gli diventasse fedele.
Intorno al 100 d.C. sposò Vibia Sabina, figlia della nipote di Traiano; il matrimonio non fu
molto sereno e l’Imperatore arrivò ad affermare che, se fosse stato un comune cittadino,
avrebbe divorziato. Alla morte di Sabina (137 d.C.), Adriano venne persino sospettato dell’uccisione della moglie: l’accusa mostra quanto fosse scarso il suo favore presso il popolo.
Adriano morì solo e malato a Baia (località che si trova a sud di Napoli) nel 138 d.C.
A causa del profondo astio provato dai Senatori verso di lui, Antonino Pio - figlio adottivo
di Adriano - riuscì con difficoltà ad ottenere gli onori della divinizzazione per l’Imperatore
defunto.
Le fonti letterarie definiscono Adriano allo stesso tempo prodigo ed avaro, tollerante ed
iroso, alla mano nei confronti delle persone umili, ma anche ombroso ed incostante nelle
amicizie. La versatilità della sua complessa personalità si manifesta anche nell’attività di
architetto, alla quale si dedicava progettando edifici di forma insolita.
La sua attività politica fu volta essenzialmente a ristabilire la pace, allontanandosi dalle
spinte espansionistiche dell’età traianea. Sotto di lui l’Impero acquistò una unitarietà, che
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andava oltre la composizione multietnica e si fondava su una floridezza economica sottolineata da una certa autonomia delle province. Si impegnò per migliorare le vie di comunicazione, aumentando il numero dei porti e delle città, incrementando così i commerci e
favorendo la mobilità delle persone. Alle città, forse spinto dal fatto di essere un “provinciale”, dedicò particolare attenzione: costruì palestre, templi, scuole, officine e fontane per
garantirne una maggiore vivibilità.
Notizie sulla Villa
Villa Adriana, situata nelle vicinanze di Tivoli (Roma), è
un vastissimo complesso di edifici che l’Imperatore fece
realizzare tra il 118 e il 138 d.C. per stabilirvi la propria
residenza.
La scelta dell’area rispondeva ad alcuni requisiti fondamentali:
- Roma era facilmente raggiungibile, anche per via fluviale
risalendo l’Aniene;
- la zona era provvista di numerose cave da cui estrarre
materiali per la sua costruzione (travertino, pozzolana,
tufo etc.);
- il passaggio dei quattro acquedotti principali che rifornivano Roma consentiva di alimentare terme e fontane.
Villa Adriana si ritiene coprisse un’area di almeno 120
ettari; oggi ne sono visitabili circa 40. La sua estensione e
la sua magnificenza non trovano termini di confronto in
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tutta l’antichità.
La riscoperta della Villa, frequentata da artisti durante il Medioevo e da umanisti quali
Flavio Biondo, che per primo la identificò come residenza dell’Imperatore Adriano, avvenne intorno alla metà del Cinquecento. Nei secoli successivi fu teatro di “scavi di rapina” ad
opera delle varie famiglie nobili alternatesi nella proprietà dell’area.
Fu solo con l’Unità di Italia, grazie all’interessamento del sovrintendente Pietro Rosa, che si
arrivò all’acquisizione al Demanio della maggior parte dell’area archeologica, ed ebbero
così inizio ricerche sistematiche di carattere scientifico.
Osservazioni generali sulle condizioni di accessibilità
- Assenza di ausili per facilitare la visita dell’area archeologica da parte di persone con disabilità (ad esempio: macchinette elettriche, elettroscooter, sedie a ruote, sistemi di orientamento per persone con limitazioni visive)
- Mancanza di segnaletica sui possibili itinerari da percorrere e sulle caratteristiche fisiche
degli stessi. I pannelli informativi, inoltre, sono collocati soltanto in prossimità dei luoghi o
degli edifici di interesse. La loro conformazione, infine, li rende di difficile lettura per le
diverse tipologie di visitatori (esempio: bambini, persone su sedia a ruote, persone con difficoltà visive)
- Limitata presenza di punti di seduta rispetto all’estensione dell’area.
Complessivamente, il percorso della “parte bassa” si estende su un terreno pianeggiante e
nella maggior parte dei punti di interesse sono state posizionate passerelle e rampe di
legno. Tali soluzioni fanno sì che, in generale, il percorso si possa considerare accessibile
con aiuto.
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I punti del percorso proposto
1) Il Plastico
Il grande Plastico, realizzato nel 1956
dall’Architetto Gismondi, mostra come doveva apparire la zona ai tempi dell’Imperatore
Adriano, con tutti gli edifici completi di ogni
loro elemento. Nella ricostruzione figurano
anche gli edifici esterni all’area archeologica,
attualmente in terreni privati.
Alcune note sulle condizioni di accessibilità
- L’ingresso principale della Sala del Plastico presenta alcuni gradini; seguendo il perimetro della
costruzione, le persone su sedia a ruote possono
entrare da un ingresso alternativo accessibile, utilizzato anche dalla maggior parte dei visitatori
- Il corridoio intorno al Plastico è di dimensioni
sufficienti per la mobilità di persone su sedia a
ruote
- Il Plastico è posto ad una altezza tale che le persone su sedia a ruote ed i bambini ne hanno una
buona visibilità
- All’esterno della Sala il terreno è in terra battuta
e ghiaia
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Percorso per raggiungere l’ingresso alternativo al Plastico
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2) Il Pecile
Le mura, che incontriamo entrando nel complesso degli Scavi, sono ciò che rimane del grande
Quadriportico, che racchiudeva un giardino con
piscina centrale.
Secondo un’iscrizione rinvenuta nel ’700, le
dimensioni del lato nord del Portico (quello ancora visibile, poiché é rimasto l’intero muro di spina
alto 9 metri), sono state concepite in funzione di
una passeggiata salutare di tre chilometri consigliata dai medici per la digestione (la lunghezza
del portico di circa 430 metri andava, quindi, percorsa per sette volte).
Alcune note sulle condizioni di accessibilità
- Il terreno si presenta in terra battuta. In caso di
pioggia si creano pozzanghere e tratti fangosi che
ostacolano la fruibilità del percorso
- Il perimetro della piscina è contornato da una
siepe e da una staccionata. Tali elementi costituiscono una barriera visiva, che impedisce di
cogliere nella sua interezza il bacino d’acqua ed il
paesaggio retrostante, limitando ed alterando
l’approccio con questo luogo di introduzione alla
Struttura del pannello informativo
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Villa. La staccionata costituisce, tuttavia, una
sorta di corrimano per l’appoggio di persone
con difficoltà nella deambulazione
- Alla fine del tratto con staccionata è da rilevare la mancanza di segnalazione sull’itinerario percorribile
3) Edificio con Tre Esedre
L’edificio prende il nome dalle Tre Esedre
(pareti di forma semicircolare) con portico e
giardino che delimitavano, probabilmente,
una sala da pranzo estiva posta alle spalle di
un atrio interamente occupato da una fontana trapezoidale, circondata da canali e decorata con dodici sculture.
Alcune note sulle condizioni di accessibilità
- Il percorso, soprattutto nella parte iniziale è
piuttosto disconnesso. All’interno, invece,
una serie di passerelle e di rampe in legno
consentono il passaggio ed il superamento di
salti di quota, anche a chi utilizza la sedia a
ruote
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Interno Edificio con Tre Esedre
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4) Le Piccole Terme
Nonostante il nome, le Piccole Terme erano
uno degli ambienti più lussuosi della Villa,
forse frequentato dallo stesso Imperatore. Il
suo interno era ricoperto da marmi di vario
colore e diversa provenienza. Le Piccole
Terme, di modeste dimensioni, si sviluppavano intorno ad una ambiente centrale ottagonale illuminato da grandi finestre.
Tutti gli ambienti termali erano essenzialmente costituiti da apodyterium (spogliatoio), laconicum (ambiente per sauna), calidarium (piscina calda), tepidarium (piscina tiepida) ed infine frigidarium (piscina fredda),
oltre alla palestra ed ambienti minori.
Alcune note sulle condizioni di accessibilità
- Una passerella in legno, dotata di corrimano, consente di visitare anche l’interno delle
Terme senza alcuna difficoltà
- Il terreno si presenta in pendenza all’entrata
e soprattutto all’uscita delle Piccole Terme,
ove alcune radici che affiorano in superficie
ostacolano la percorribilità del tratto a persone su sedia a ruote
Interno delle Piccole Terme
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5) Il Vestibolo e le Cento Camerelle
Il Vestibolo era costituito da una serie di
ambienti e giardini di passaggio tra il Pecile
ed il Canopo e collegato con i due complessi
termali delle Piccole e Grandi Terme; dal
Vestibolo, forse, si doveva accedere ad un
tempietto dedicato al culto familiare.
Una strada basolata lo raccordava al livello
superiore delle Cento Camerelle.
Il Vestibolo
Le Cento Camerelle si presentano come una grande spianata dove corre una strada in ciottolato, affiancata lateralmente da alcuni passaggi scavati ad un livello inferiore. La strada
conduceva al Vestibolo del Palazzo ed era percorsa dall’Imperatore e dai cortigiani. Da
notare è la forma ad anello della strada, che si
percorreva, anche allora, in un unico senso di
marcia.
Sul lato destro della spianata è presente una
costruzione con tante aperture e piccoli
ambienti identici tra loro: le “Cento
Camerelle”. Probabilmente furono costruite
per una funzione strutturale (i diversi livelli
della Villa avevano bisogno di architetture di
sostegno), ma poi si ipotizzò che fossero
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Le Cento Camerelle dall’alto
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sfruttate anche come alloggi della servitù (da
qui partono i criptoportici, ovvero strutture
sotterranee di collegamento, che conducono
in tutti i locali di “servizio” della Villa), o come
magazzini per lo stoccaggio delle merci.
Alcune note sulle condizioni di accessibilità
- Dalla zona delle Cento Camerelle non si può
accedere direttamente al Vestibolo per la presenza di alcuni gradini. Le persone su sedia a
ruote devono necessariamente costeggiare
l’Edificio con Tre Esedre e passare attraverso
le Piccole Terme
6) Il Museo
L’Antiquarium fu costruito appositamente
per conservare le sculture rinvenute intorno
alla grande vasca del Canopo. Per la sua vicinanza al complesso, si decise di sfruttare la
casa colonica del ’700 ricavata da una delle
numerose sostruzioni (edifici con funzionalità di sostegno) della Villa, anche se l’umidità
del luogo, ne ha reso necessaria una ristrutturazione.
Gradini che ostacolano l’accesso diretto
dalle Cento Camerelle al Vestibolo
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Il Museo raccoglie sculture rinvenute in altre
zone della Villa (Afrodite Cnidia dal Ninfeo,
Athena dalle Terme con Heliocaminus, Hera
dalla Piazza d’Oro) e alcuni ritratti imperiali
anche di epoche diverse da quella adrianea
(Adriano giovane e, del III secolo, il ritratto di
Giulia Domna e il busto di Lucio Vero).
Recentemente sono stati rinvenuti ed esposti
all’esterno del Museo i resti di una Sfinge.
Alcune note sulle condizioni di accessibilità
- Per accedere ai piani alti del Museo, gli unici
visitabili, occorre percorrere un tratto in salita, in asfalto ed intervallato da piccoli dossi
rompitratta
- Sia all’ingresso che all’uscita dell’edificio
dell’Antiquarium vi sono piccoli dislivelli raccordati con rampe
- Le descrizioni delle opere esposte sono ad
altezza adeguata per la lettura di persone su
sedia a ruote
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Verso il Museo: i dossi rompitratta
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7) Il Canopo
Il Canopo è forse l’elemento più rappresentativo di Villa Adriana. Prende il nome dal canale che collegava la città di Canopo, sita sul
delta del Nilo, ad Alessandria.
I resti sono probabilmente di una grande coenatio estiva (sala da pranzo), come ci suggerisce lo stibadio (o letto per banchetti) posto
nel monumentale ninfeo ad esedra (Serapeo).
La vasca é lunga 119 metri e larga 18 metri. Le
statue che si vedono lungo le sue sponde sono
copie di sculture greche o egiziane. Anche se
la costruzione di questo monumento risale
alla prima fase di edificazione della Villa (nel
123 d.C. circa), si pensa che Adriano abbia
ordinato una sua ristrutturazione intorno al
134 d.C. in onore di Antinoo, un giovinetto
conosciuto dall’Imperatore durante il suo
viaggio in Egitto, annegato nel Nilo in circostanze misteriose e successivamente divinizzato da Adriano.
Alcune note sulle condizioni di accessibilità
- Per raggiungere l’area del Canopo occorre
L’area del Canopo
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attraversare un tratto sconnesso, ma comunque percorribile anche da persone su sedia a
ruote
- Lungo il percorso vi sono dei punti luce a
terra non segnalati o protetti, che possono
costituire un ostacolo ed un pericolo per
tutti i visitatori
- Il pannello informativo della zona è posto
quasi “esternamente” al percorso principale
- I “corridoi” laterali della piscina sono in
piano e da questi si può raggiungere senza
troppi problemi il Serapeo
Prima di intraprendere la via del ritorno, si
potrebbe fare una piccola deviazione in direzione del Pretorio, in modo tale da visitare
dall’esterno parte delle Grandi Terme.
Alcune note sulle condizioni di accessibilità
- Per raggiungere la zona del Pretorio, occorre superare un tratto in pendenza e con terreno piuttosto disconnesso (reso maggiormente impraticabile nei periodi di intense
piogge, che creano solchi sul terreno)
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Verso il Pretorio
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8) Le Grandi Terme
Le Grandi Terme erano collegate alle Piccole
Terme da un corridoio sotterraneo e differivano dalle prime sia per dimensione che per
minore originalità architettonica. I pavimenti, in gran parte conservati, sono in mosaico
bianco, eventualmente bordato da fasce nere
e le pareti erano rivestite di intonaco anziché
di marmi, caratteristiche che fanno supporre
per questo edificio una destinazione per il
personale addetto alla Villa.
L’area, nei periodi estivi, è oggi utilizzata per
rappresentazioni teatrali e spettacoli in genere.
Alcune note sulle condizioni di accessibilità
- L’area è visitabile grazie alla presenza di una
rampa di accesso. Quest’ultima non è ben
raccordata con il piano di arrivo per la presenza di una muratura antica, che determina
una notevole sconnessione nel piano di percorrenza
- La pavimentazione presenta piccoli dislivelli nei passaggi tra i diversi ambienti
Interno delle Grandi Terme
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9) La Sala dei Filosofi e Teatro Marittimo
Il Teatro Marittimo è preceduto da un’imponente sala absidata in cui compaiono 7 nicchie, dove
si ipotizza fossero collocate le statue dei sette
saggi dell’antichità (da qui il nome di Sala dei
Filosofi). Alcuni ritengono si trattasse di una
biblioteca, ma più accreditata pare sia l’ipotesi di
una Sala di Consiglio (le nicchie sarebbero state
concepite in realtà per ospitare un ciclo statuario raffigurante la famiglia imperiale). Dalle
La Sala dei Filosofi
aperture sulla parete est si può ammirare il
Teatro Marittimo, simbolo delle innovative concezioni architettoniche della Villa. Un ampio
canale circolare delimita un’isola artificiale, sulla quale si posa un edificio anch’esso circolare,
preceduto da un colonnato; due strutture girevoli in legno facevano da ponte e permettevano
di superare il fossato. E’ stata identificata in questa costruzione una residenza minore, forse la
prima residenza dell’Imperatore, quando la Villa
era ancora in costruzione.
Alcune note sulle condizioni di accessibilità
- Il percorso per accedere alla Sala dei Filosofi è
in salita e piuttosto disconnesso
- Il Teatro Marittimo si può ammirare dalle
aperture poste nella parete della Sala dei Filosofi,
anche se i resti della pavimentazione non consentono una comoda ed ampia visione dello spazio da parte di persone su sedia a ruote
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Affaccio verso il Teatro Marittimo
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L’esperienza di un percorso quotidiano di quartiere:
dalla Scuola a Villa Lais
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I ragazzi sono stati guidati all’osservazione attenta degli elementi che accompagnano un
normale itinerario quotidiano, per individuare gli elementi di disturbo, di difficoltà e di
pericolo, o di agevolazione, di comodità e di sicurezza per i nostri spostamenti.
La presenza di persone con la sedia a ruote, la considerazione delle problematiche legate
alla mancanza o alla debolezza della vista e alle difficoltà di orientamento sono stati gli
strumenti utilizzati per superare l’abitudine agli ostacoli, la consuetudine alle difficoltà e
alla invivibilità dell’ambiente costruito, e per affinare la sensibilità alle esigenze fondamentali delle persone.
Come si svolge un abituale percorso lungo un marciapiede, quali ostacoli incontriamo, cosa
succede se vogliamo attraversare la strada, quali rischi normalmente e banalmente corriamo e come potrebbero essere semplicemente evitati, aumentando anche la gradevolezza e
la bellezza complessiva delle nostre strade?
Come migliorare l’orientamento per chi ha problemi di vista, per i distratti o per i bambini, rendendo un percorso visibile e riconoscibile, piuttosto che una striscia di marciapiede
concessa dalle automobili?
Queste sono state le considerazioni fatte con i ragazzi lungo il cammino, in un percorso di
normale difficoltà urbana che, partendo dalla Scuola “Gianni Rodari” ci ha condotto verso
Villa Lais.
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Esempio di rampa di raccordo tra il piano stradale
ed il marciapiede: oltre a non essere sempre presenti,
spesso questi raccordi non corrispondono alle strisce
dell’attraversamento pedonale
Pavimentazione tattile per l’orientamento delle persone non
vedenti e l’esempio di inciviltà di chi parcheggia davanti alla
rampa di accesso al marciapiede
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Esempio di un marciapiede ingombrato da oggetti impropri:
le motociclette
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Rampa estraibile per l’accesso all’autobus
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Interno dei giardini di Villa Lais
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Il Bancomat non è accessibile a persone su sedia a ruote…
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…ma anche a chi non si distingue per altezza!!!
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Da grande farò l ’architetto!
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