PALADIN – IV O.L. - IL RITARDO MENTALE Per Ritardo Mentale si intende una sindrome il cui sintomo prevalente è una mancanza duratura di sviluppo delle funzioni cognitive e del funzionamento adattivo in rapporto all'età. Gli elementi predittivi di Ritardo Mentale sono: Ritardo nelle conquiste posturali (stare in piedi, seduto, etc...) Scarsa iniziativa comportamentale (bambino troppo taciturno, silenzioso, etc..) Attività esplorativa ridotta (il bambino non dimostra interesse nei confronti dell'ambiente circostante) Ritardo nell'utilizzazione simbolica dell'oggetto Negazione dell'aggressività Scarsa significazione simbolica del comportamento Il R. M. presenta i seguenti aspetti psichiatrici: Non ha un'età di insorgenza ma coincide con il percorso di vita di una persona è necessario l'intervento medico riabilitativo e psicosociale Dipende dal contesto famigliare e sociale Ha un alto costo sociale Non c'è cura farmacologica Secondo i criteri diagnostici DSM IV si parla di ritardo mentale quando il funzionamento intellettivo è inferiore a 70 e, in base all'età e al suo ambiente culturale, sono compromesse almeno due delle seguenti aree: comunicazione cura della propria persona vita in famiglia capacità sociali-interpersonali uso delle risorse della comunità autodeterminazione capacità di funzionamento scolastico lavoro tempo libero salute sicurezza esordio prima dei 18 anni di età Abbiamo 4 tipi di R.M: 1. R.M. LIEVE: Q.I. compreso tra 50 e 70, età mentale 8 – 12 anni, SOGGETTI EDUCABILI E SCOLARIZZABILI, POSSONO ESSERE INDIVIDUATI ENTRO I 2 ANNI DI VITA E GLI INTERVENTI ENTRO I 6 ANNI POSSONO NOTEVOLMENTE AUMENTARE LO SVILUPPO INTELLETTIVO 2. R.M. MEDIO: Q.I. compreso tra 25 e 50, età mentale 3 – 7 anni, SOGGETTI NON SCOLARIZZABILI, ADDESTRABILI, DISCRETA AUTONOMIA, POSSONO ESSERE INDIVIDUATI ENTRO I 12-18 MESI E GLI INTERVENTI POSSONO RIDURRE LO STATO ASSISTENZIALE 3. R. M GRAVE, Q.I. Inferiore a 25, età mentale 0 – 2 anni, SOGGETTI DIPENDENTI, CON SCARSA AUTONOMIA, GRAVE COMPROMISSIONE DEL LINGUAGGIOPOSSONO ESSERE RICONOSCIUTI ENTRO I 12 MESI E SI POSSONO PROGRAMMARE PER TEMPO GLI STRUMENTI ASSISTENZIALI 4. R.M GRAVISSIMO: soggetto che, in seguito ad un opportuno ADDESTRAMENTO, acquisisce l'uso delle GAMBE, delle MANI e delle MASCELLE. L'approccio nosografico riconosce le seguenti cause di R.M disturbi metabolici disturbi genetici malformazioni celebrali lesione celebrale causa ignota Nella diagnosi precoce (entro i 3 anni) 1° mese: problemi nell'agganciamento visivo, inseguimento visivo, discriminazione visiva 3° - 6° mese: scarsa preferenza visiva 5° - 6° mese: prensione volontaria assente 12° mese: ritardo motorio e del linguaggio Inoltre TUTTI I BAMBINI CON R.M. MANIFESTANO macro-microcefalia disturbo dell'attenzione e della memoria assenza di gioco organizzato stereotipie gestuali ripetitive ENCEFALOPATIA PERINATALE IPOSSICO – ISCHEMICA Per quanto sia una sindrome ben identificabile, nessuna delle manifestazioni cliniche sono specifiche di questa sindrome. Essa dipende dall'età gestazionale e dalla gravità dell'INSULTO (??????). Essa si manifesta in bambini prematuri con età gestazionale superiore a 34 settimane e può essere di primo, secondo e terzo grado (più alto è il grado, più grave è la sindrome). Il fattore più importante nel danno ischemico è il livello di vascolarizzazione cerebrale e la localizzazione delle zone di confine tra i territori delle diverse arterie. La diversa e non uniforme vascolarizzazione comporta infarti ischemici che determinano la leucomalacia periventricolare, cioè un ammorbidimento della sostanza bianca del cervello in prossimità dei ventricoli (i ventricoli sono delle cavità comunicanti contenute all'interno dell'encefalo.). Tale fenomeno è dovuto alla scarsa o assente vascolarizzazione. GENETICA All'interno delle cellule del corpo ci sono 46 CROMOSOMI che sono i depositari delle informazioni che determinano le caratteristiche del nostro corpo e presiedono alle funzioni più importanti. Questi si raggruppano a coppia per un totale di 23, di cui 22 sono dette autosomi e una è detta eterocromosomi: quest'ultima coppia determinerà il sesso del nascituro. Le coppie di cromosomi hanno forma e dimensioni diverse. La coppia di eterocromosomi è composta da due cromosomi a X nel caso della donna, X e Y nel caso dell'uomo. MITOSI: fase di divisione cellulare durante la quale i cromosomi, legati di solito al centro, si staccano, si duplicano per poi legarsi di nuovo al centro. Si ha dunque un set di 46 coppie di cromosomi. Questi migrano ai poli opposti della cellula che si divide a metà. MEIOSI: questa fase riguarda solo ovuli e spermatozoi. In essi, durante la divisione, i cromosomi migrano ai poli della cellula senza duplicarsi. Negli spermatozoi metà dei cromosomi sarà X e metà Y. Nell'ovulo sono tutti X. Al momento della fecondazione le due cellule si fonderanno raggiungendo il numero totale di 46 cromosomi. Se lo spermatozoo fecondatore è portatore di un cromosoma Y, il bambino avrà sesso maschile, in caso contrario avrà sesso femminile. Le MALATTIE CROMOSOMICHE sono dovute al numero dei cromosomi, alterato per eccesso o per difetto. Ciò avviene in fase di divisione cellulare (MEIOSI) e non si ripeteranno in gravidanze successive. La loro frequenza è legata all'età materna. Le anomalie del numero dei cromosomi causano molteplici alterazioni note con il nome di SINDROMI (=complesso di sintomi). Tra le malattie cromosomiche più diffuse abbiamo la sindrome di Down, la sindrome di Turner e la sindorme di Klinefelter. SINDROME DI DOWN è la più frequente malattia cromosomica ed è un'anomalia cromosomica legata alla presenza di un cromosoma in più a livello del 21° cromosoma. Si conoscono 3 tipi di sindromi di down: 1. Trisomia 21 libera o da non disgiunzione, se il cromosoma fluttua libero (più diffusa) 2. Trisomia 21 da traslocazione se è legato ad un altro cromosoma 3. Trisomia 21 a mosaico (ci sono contemporaneamente cellule da 46 cromosomi e cellule da 47). Il ritardo mentale e l'ipotonia sono le caratteristiche fenotipiche ricorrenti nella sindrome di down, ritardi nello sviluppo motorio e del linguaggio, anomalie nel cranio, nel volto, nelle orecchie, nelle mani e modesto deficit dell'accrescimento sono aspetti non necessariamente riscontrabili. Oltre a ciò la sindrome di Down può portare: cardiopatie congenite degenerazione del sistema nervoso malattie polmonari croniche epilessia demenza presenile osteoporosi deficit sensoriali acquisiti problemi comportamentali perdita delle abilità cognitive Per prevalenza si intende il rapporto tra il numero di casi accertati (durante la gravidanza) e il numero di nati vivi. (HO ELIMINATO TUTTI I NUMERI RIPORTATI NELLA DISPENSA) Per morbosità, invece, il rapporto tra numeri di persone malate e il numero totale della popolazione. (HO ELIMINATO TUTTI I NUMERI RIPORTATI NELLA DISPENSA) SINDROME DI TURNER Assenza, a livello degli eterocromosomi, di un cromosoma X. È caratterizzata da bassa statura e amenorrea SINDROME DI KLINEFELTER Cromosoma X in più, può passare inosservata ed è caratterizzata da: alta statura ginecomastia (sviluppo della ghiandola mammaria) testicoli piccoli sterilità SINDROMI GENETICHE :alterazioni a livello del genoma dell'individuo, ossia l'insieme dei geni dell'organismo vivente. Tra queste abbiamo la sindrome di Angelman e la sindrome di Cornelia de Lange. SINDROME DI ANGELMAN: raro disturbo genetico causato da ritardo nello sviluppo, anomalie del cranio e del viso, atassia (perdita nella coordinazione muscolare), risate parossistiche e crisi epilettiche. Il sintomo più diffuso è rappresentato dalle crisi epilettiche sebbene sia difficile riconoscerle perchè il bambino manifesta tremori, movimenti ipercinetici degli arti e deficit dell'attenzione. Inoltre le prime tappe dello sviluppo (posizione seduto e marcia) si verificano con ritardo. Un altro sintomo presente è l'iperattività che causa problemi nell'attenzione. Non si sa perchè i bambini con questa sindrome presentino risate improvvise, inspiegabili e parossistiche. Il linguaggio è assente o raggiunge al massimo tre o quattro parole. Iperattività, ritardo nel linguaggio e alterazioni motorie compromettono i test relativi allo sviluppo cognitivo dei soggetti. Si tratta di persone in grado di relazionarsi adeguatamente alle altre persone, stabiliscono relazioni di amicizia e partecipano volentieri ad attività ricreative e di gruppo. Oltre a ciò si aggiungono: ipopigmentazione strabismo e albinismo oculare alcune anomalie nella struttura del sistema nervoso centrale alterazione del ritmo sonno-veglia disturbi alimentari microcefalia SINDROME DI CORNELI DE LANGE I bambini affetti mostrano uno scarso accrescimento (sia pre-natale che post-natale) e delle caratteristiche del viso comuni che sono determinanti ai fini della diagnosi. Le caratteristiche principali sono: Eccesso di peluria (soprattutto avambracci e regione lombo-sacrale) Forma arcuata delle sopracciglia Ciglia lunghe e folte Naso a punta triangolare Regione tra il naso e la bocca lunga e appiattita Labbra sottili con angoli rivolti verso il basso Iposviluppo di ombelico e di areole mammarie Mani e piedi piccoli (nei casi più gravi si è addirittura riscontrata l'assenza delle mani) Malformazioni a livello del cuore, palato, occhi, apparato gastro-intestinale e genito-urinario (anche se questi non sono necessariamente presenti) I soggetti affetti da questa sindrome presentano uno sviluppo psicomotorio e intellettivo ritardato. Il ritardo è di entità media. Presentano, inoltre, difficoltà di espressione verbale ma è migliore la comprensione, sulla quale bisogna intervenire in fase rieducativa. III ONLINE – LE PSICOSI INFATILI Per PSICOSI si intende uno stato in cui il soggetto non è in grado di comprendere gli stimoli della realtà, di valutarli e di rendersi conto della malattia. Lo psicotico ha fantasia irrazionali, allucinazioni, deliri ed è incapace di comunicare con gli altri. La più frequenta, in età evolutiva, è la schizofrenia. L'autismo è una sindrome di origine psicotica scoperta e studiata da Kanner, il quale aveva mutuato il termine da Bleuler che aveva definito l'autismo come un sintomo della schizofrenia. Kanner, però, parla di autismo infantile in termini di sindrome e gli studi da lui condotti approfondivano aspetti della demenza di Heller. Uno studio condotto da Kanner su 11 bambini dimostrava che 9 non erano in grado di relazionarsi con la realtà circostante. Oltre a ciò mostravano: Elicolia (uso del pronome tu piuttosto che io per designarsi) Assenza del linguaggio o se il linguaggio è sviluppato non è utilizzato per le relazioni con l'altro. Sameness (mantenere lo stesso ordine nelle cose, la stessa sequenzialità nelle azioni, sviluppo di rituali) Nonostante il ritardo generale riuscivano a ricordare poesie e sequenze di cifre e a ricomporre puzzle) Kanner aveva imputato tale sindrome alla freddezza dei genitori ma questa tesi oggi è del tutto invalidata. Le psicosi dell'infanzia sono definite nella DSM (una classificazione diagnostica e statistica curata dall'American Psychiatric Association) come disturbi generalizzati dello sviluppo, esse sono: 1. 2. 3. 4. 5. Disturbo autistico o di Kanner Sindrome di Asperger Disturbo disintegrativo della fanciullezza Disturbo di Rett Disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato I criteri diagnostici del disturbo di Kanner (1) sono: Compromissione qualitativa dell'interazione sociale (compromissione dei comportamenti non verbali, incapacità a stabilire relazioni con i coetanei, uso del linguaggio stereotipato e ripetitivo) Compromissione qualitativa della comunicazione (ritardo o totale mancanza del linguaggio parlato, incapacità a sostenere una conversazione con altri, mancanza di giochi) Modalità di comportamento restrittivi e ripetitivi Il disturbo di Asperger (2) è un'altra sindrome autistica descritta dal suo studioso/scopritore come psicopatia autistica. In questi bambini il comportamento autistico emerge intorno ai 3-4 anni dopo un periodo in cui sviluppo psicomotorio, linguaggio e livello intellettivo sono nella norma. Risulta, invece, compromessa la capacità di relazione sociale e la varietà degli interessi sociali. Il disturbo disintegrativo della fanciullezza (3) è anche detto sindrome di Heller, è raro e più presente nei maschi. Questo disturbo appare dopo primi due anni in seguito ad uno sviluppo apparentemente normale. Manifesta: 1. Perdita in almeno due delle seguenti aree: Espressione o ricezione del linguaggio Capacità sociali o comportamento adattivo Controllo della defecazione e della minzione Gioco Abilità motorie 2. Anomalie del fuznionamento in almeno due delle seguenti aeree: Compromissione qualitativa dell'interazione sociale Compromissione qualitativa della comunicazione Modalità di comportamento, interessi ed attività ristretti, ripetitivi e stereotipati Il disturbo di Rett (4) colpisce soltanto le bambine ed esordisce dopo il primo anno. Manifesta caratteristiche simili all'autismo ma questi aspetti scompaiono con la crescita. È caratterizzato da: Aprassia accentuata nelle mani (le muove continuamente, come se le stesse lavando) Assenza di linguaggio Deambulazione difficoltosa Spesso epilessia Il disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato (5) è una categoria in cui rientrano i bambini che pur presentando una compromissione dello sviluppo sociale e relazionale e della comunicazione verbale e non verbale, non rientrano in nessuna delle categorie descritte sopra. Sulle cause dei disturbi autistici non vi sono teorie e spiegazioni condivise dagli studiosi. Negli ultimi anni molti sono d'accordo nel sostenere la presenza di più fattori (organico-genetica e psicologico-ambientale). Tra le varie teorie indichiamo le seguenti: 1. Ipotesi organica: conseguenza di malattie quali la sclerosi tuberosa, la fenilchetonuria, malattie neurocutanee, la rosolia intrauterina. Alcuni presentano sindromi cromosomiche come quella dell'X fragile, parte dei disturbi autistici potrebbero essere originati da sindromi depressive, epilessia, carenza di dopamina. 2. Autismo come deficit neuropsicofisiologico: disordine dello sviluppo delle funzioni che sono alla base della comunicazione, controllate da sistemi di neuroni cerebrali. A tal fine sono state evidenziate 12 funzioni psicologiche la cui alterazione può determinare il disturbo autistico, esse sono : attenzione, percezione, associazione, intenzione, tono, motricità, imitazione, emozione, istinto, contatto con l'altro, comunicazione, cognizione, organizzazione temporale. 3. Approccio etologico: descrive il comportamento del bambino autistico in base al sistema funzionale principale (insieme di comportamenti che perseguono uno scopo) e il conflitto motivazionale. Dal punto di vista del sistema funzionale principale sono stati individuati due comportamenti fondamentali: avvicinamento e evitamento. I conflitti motivazionali si manifestano quando non c'è né avvicinamento né evitamento e vede la messa in atto di due ed opposti sistemi funzionali principali. 4. Teoria psicoanalitica: la Mahler distingue tra autismo precoce e psicosi simbiotica. Nel primo caso non c'è differenza tra esterno ed interno, il bambino cerca di mantenere immutate le situazioni esterne. Nel secondo caso vi è la consapevolezza che il soddisfacimento dei suoi bisogni proviene dalla madre la cui immagine rimane confusa con il sé del bambino e resta parte del suo delirio di onnipotenza. È difficile definire il confine tra fattori ambientali e cause psicologiche. La Mahler sottolinea che l'insorgere dell'autismo non è dovuto a comportamenti errati da parte della madre. 5. Modello sistemico: l'autismo ha causa ambientale, all'interno della famiglia, si è pensato, dunque, di analizzarlo attraverso terapie famigliari. L'ipotesi principale è che i genitori fossero prigionieri di un rapporto carico di sofferenza. La situazione è determinata da un iniziale avvicinamento dei genitori per compensare carenze affettive che vengono deluse. Si giunge ad una situazione di stallo in cui domina il rancore. Il bambino, dunque, cresce in un ambiente in cui la madre è frustrata dal rapporto con il partner ed è insicura del suo ruolo di madre. Le psicosi del bambino sono, dunque, relativi all'atteggiamento della madre in una prima fase (fase diadica) e, nel fallimentare rapporto con la madre, si sente spalleggiato dal padre di cui assorbe le frustrazioni (fase triadica). In questo complicato rapporto famigliare non vanno, tuttavia, sottovalutate cause di origine organica. PALADIN – 1°OL – ELEMENTI DI NEUROPSICHIATRIA ANATOMIA DEL SISTEMA NERVOSO Il sistema nervoso si compone di 2 parti, il SISTEMA NERVOSO CENTRALE e IL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO IL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO Consiste in nervi spinali e cranici che nascono dal midollo spinale e dall'encefalo. I nervi del sistema periferico trasportano, soprattutto, informazioni utili per il sistema nervoso vegetativo che regola strutture quali la muscolatura liscia e le ghiandole dell'organismo. Il sistema nervoso vegetativo è automatico ed involontario (es. controlla i battiti cardiaci, movimenti visceri, pressione del sangue) ma è altamente integrato con il tutto il sistema nervoso. Il ruolo del sistema nervoso vegetativo, dunque, si collega alla vita vegetative e alle risposte automatiche dell'organismo alle variazioni ambientali. Inoltre, il suo collegamento con l'ipotalamo e l'encefalo spiegano alcuni fenomeni vegetativi come l'arrossamento in seguito ad imbarazzo o turbamento. SISTEMA NERVOSO CENTRALE E' composto dal midollo spinale e l'encefalo. Il midollo spinale è un lungo cordone che si estende dalla prima vertebra cervicale fino alla seconda lombare. È attraversato da fasci di fibre che, provenendo dall'encefalo o dirigendosi verso l'esterno, attraversano il midollo sulle pareti esterne (sostanza bianca). Le parti più interne sono costituite da agglomerati di cellule (sostanza grigia) che al taglio hanno una forma che ricorda le ali di una farfalla. Le corna anteriori contengono le cellule neuronali motorie (motoneuroni) provenienti dalle aree motorie della corteccia cerebrale. Dai motoneuroni partono gli assoni che costituiscono la componente motoria dei nervi periferici. Sulle corna posteriori troviamo fibre provenienti dai recettori termici e dolorifici. Altre fibre sensitive provenienti dal sistema periferico non si interrompono sulla sostanza grigia del midollo spinale in quanto corrono lungo i cordoni posteriori della sostanza bianca e raggiungono il bulbo, struttura che continua superiormente il midollo spinale. Lungo i cordoni laterali corrono fasci di fibre che portano informazioni propriocettive non coscienti, dolorifiche, termiche, etc... L'encefalo si suddivide in 3 porzioni: cervello, tronco encefalico e cervelletto Il tronco encefalico è una struttura interposta tra il midollo spinale ed il cervello; da esso nascono la maggior parte dei nervi cranici. Il tronco si divide in bulbo, ponte e mesencefalo. Il bulbo è un prolungamento del midollo spinale e prende contatto posteriormente con il cervelletto tramite i peduncoli cerebellari inferiori. Il ponte è interposto tra il bulbo e il mesencefalo ed è collegato al cervelletto tramite i peduncoli cerebellari medi. Il mesencefalo è posto sopra il ponte ed è collegato con il cervello attraverso i peduncoli cerebellari superiori. Quest'organo è importante per la comunicazione tra l'encefalo ed il resto del corpo. Una sostanza reticolare, inoltre, fa da filtro modulando ed ampliando i segnali provenienti dalle diverse strutture. Vi sono due altri importanti nuclei presenti nel tronco: sostanza nera e sostanza rossa. Queste strutture sono inserite in vie chiamate extrapiramidali che hanno il compito di regolare le informazioni del sistema piramidale controllando la motilità automatica e il tono muscolare. Il cervello si suddivide in diencefalo ed emisferi cerebrali. Il diencefalo è formato dal talamo e dall'ipotalamo. Il talamo è implicato nel: 1. Distribuire la maggior parte degli impulsi nervosi alla corteccia cerebrale. 2. Controllare le attività elettrocorticali della corteccia cerebrale 3. Integrare le funzioni motrici attraverso le quali gli impulsi dei gangli basali e del cervelletto possono raggiungere la corteccia motrice. L'ipotalamo è implicato in attività viscerali, endocrine e metaboliche, nonché nella regolazione della temperatura, sonno, emozioni. Gli emisferi cerebrali costituiscono una massa ovoidale che ricopre il cervello e si dividono in destro e sinistro. Gli emisferi presentano una faccia inferiore, interna ed esterna. La superficie è divisa in profonde scissure dette lobi. La faccia laterale di ciascun emisfero si divide in 4 lobi: frontale, parietale, occipitale e temporale. Il territorio del neoencefalo è costituito dalla totalità della corteccia degli emisferi e dalla sostanza bianca che la corteccia riveste. Questa può essere divisa, da un punto di vista filogenetico, in due parti: arhipallium e il neopallium. Il primo, più antico, ha funzioni olfattive e regolative del comportamento. Il secondo è il punto di arrivo di tutte le vie sensitive e sensoriali. È dunque la sede dell'elaborazione dei fenomeni motori, sensitivi, sensoriali e psichici che controllano tutte le strutture nervose sottostanti e che sono responsabili di automatismi complessi determinando fenomeni motori volontari che distinguono una vita generica da una individuale. Quanto più sviluppato e differenziato il neopallium, tanto più gli individui si distingueranno tra di loro. La corteccia cerebrale contiene circa 14 bilioni di neuroni e una delle sue caratteristiche principali è la diversa specializzazione che assumono le diverse aree corticali. Questa stazione centrale del sistema nervoso coordina e dirige tutte le strutture cerebrali del tronco e del midollo. Inoltre, le informazioni provenienti dalla periferia sono sottoposte al controllo della coscienza e al giudizio che ci fa capire la loro utilità e le modalità di utilizzo. Ci sono anche aree per la comprensione del linguaggio ed alla produzione dell'espressione linguistica Il cervelletto è situato posteriormente al bulbo e al ponte: è costituito da una sezione detta verme e da due lobi laterali. È rivestito da una corteccia di sostanza grigia ed è preposto alle attività di coordinazione dei movimenti. Disturbi possono provocare atassia, ipotonia, asinergia, ipermetria, dismetria, tremori.