EXPO TURANDOT 22 giugno – 19 luglio 2015 Sala III – Palazzo

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EXPO TURANDOT
22 giugno – 19 luglio 2015
Sala III – Palazzo Reale
Milano
Si apre lunedì 22 giugno 2015 alle ore 12:00 ExpoTurandot. La Sala III degli Arazzi di
Palazzo Reale ospiterà un allestimento del celebre costume disegnato da Umberto Brunelleschi e
indossato da Maria Jeritza per il II atto della prima americana dell'opera di Giacomo Puccini, messa
in scena il 16 novembre 1926. Promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale e
dalla Fondazione Giacomo Puccini, l'iniziativa fa parte di EXPO in città, il palinsesto di iniziative che
accompagnerà la vita culturale della città durante il semestre dell'Esposizione Universale.
L'esposizione intende essere un omaggio alla profonda relazione tra il grande compositore
lucchese e la città di Milano, dove a ventidue anni Puccini si trasferì per perfezionare i suoi studi
musicali e per specializzarsi sotto la guida di Amilcare Ponchielli e Antonio Bazzini nella
composizione operistica. Fu inoltre a Milano, capitale mondiale della lirica, che Puccini incontrò
Giulio Ricordi, divenuto poi editore, mentore e padre d'elezione del compositore. Il costume, vero e
proprio pezzo unico divenuto nel tempo l'immagine mondiale dell'opera Turandot, rappresenta in
sintesi l'incontro tra alcuni grandi protagonisti della lirica mondiale dei primi decenni del
Novecento. Intorno a Turandot e al costume si intrecciano le esperienze di Umberto Brunelleschi,
Maria Jeritza e gli ultimi anni della vita di Giacomo Puccini.
“Una grande occasione per Lucca e per il Puccini Museum – dichiara il Presidente
della Fondazione Giacomo Puccini, Alessandro Tambellini -. Presentare a Palazzo Reale
– uno dei poli espositivi più importanti d'Italia – all'interno del programma EXPO
Milano nell'anno dell'Esposizione Universale uno degli oggetti più belli e
rappresentativi della Casa Natale – Giacomo Puccini è un'ulteriore conferma
dell'intenso lavoro finalizzato a promuovere la città di Lucca, quale luogo di un turismo
culturale di qualità ed eccellenza. ”
Fu proprio Giacomo Puccini a volere Umberto Brunelleschi, quale disegnatore dei
costumi di Turandot. L'artista toscano, nacque a Montemurlo nel 1879 e morì a Parigi nel 1949. Fu
uno tra i disegnatori, illustratori, scenografi e pittori più celebri nella Parigi della Belle E'poque.
Amico di Modigliani, Soutine, Picasso, Von Dongen e Derain, lavorò per il Théatre de Paris e le
Folies Bergère. Espose ininterrottamente alle Biennali di Venezia dal 1914 al 1938. Come
illustratore è ancora oggi ricordato per il suo lavoro su Candide di Voltaire; il Decamerone di
Boccaccio; le Mémoires di Casanova; Madame Bovary di Flaubert e Carmen i Merimée. Venne
prescelto per l’allestimento di opere liriche per i maggiori teatri del mondo e tra questi: il Teatro
alla Scala, il Maggio Musicale Fiorentino. I figurini dei costumi per Turandot, sono oggi conservati
nell’Archivio Storico Ricordi.
Il costume rappresenta in sintesi l'eccellenza della creatività italiana ed il suo figurino per
bellezza e qualità si è trasformato nel tempo nell'immagine mondiale dell'ultima opera di Puccini. Il
costume è composto da un abito lungo in tessuto operato laminato color oro, decorato con
applicazioni a ricamo in fili di seta policroma, paillettes e vetri colorati; da un imponente mantello
in velluto di seta nera con ampie maniche, ricamato con paillettes e vetri colorati, interamente
foderato in raso rosso con mantellina rigida, e da un copricapo in metallo traforato con vetri
colorati.
Maria Jeritza, nata a Brno nel 1887 e morta ad Orange, New Jersey nel 1982, fu una
delle maggiori interpreti del repertorio pucciniano, celebre soprattutto per la sua interpretazione di
Tosca. Fu per molti anni considerata la prima voce del Wiener Staatsoper ed è ancora oggi ritenuta
una delle più grandi interpreti del repertorio femminile pucciniano. Conobbe Giacomo Puccini in
occasione della prima austriaca de La Fanciulla del West. Il famoso costume, indossato da Maria
Jeritza il 16 novembre 1926 nel II atto della prima americana di Turandot alla Metropolitan Opera
House di New York, è stato lasciato dalla stessa Jeritza in eredità al Puccini Museum – Casa natale,
dove è oggi esposto. Il costume del III atto si trova al Metropolitan Opera House Museum di New
York.
Tratta dalla fiaba teatrale di Carlo Gozzi, Turandot, opera in tre atti e 5 quadri su libretto
di Renato Simoni e Giuseppe Adami, non venne mai terminata da Giacomo Puccinia a causa della
sua morte nel novembre 1924. Il finale venne musicato dal compositore Franco Alfano e l’opera
andò in scena per la prima volta al Teatro alla Scala il 25 aprile 1926, con protagonisti Rosa Raisa
(Turandot), Miguel Fleta (Calaf) e Maria Zamboni (Liù), sotto la direzione di Arturo Toscanini. Due
battute dopo il verso “Dormi, oblia, Liù, poesia!”, Toscanini fermò l’esecuzione rivolgendosi al
pubblico con queste parole: “Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è
morto”. In pochi mesi Turandot venne rappresentate nei teatri di tutto il mondo celebrando post
mortem l'arte di Giacomo Puccini. Molti critici ritengono Turandot l'ultima opera della tradizione
lirica italiana. Un nuovo finale dell’opera è stato in anni recenti composto da Luciano Berio.
In sostituzione del costume, la Casa Museo Puccini ospiterà fino al 21 di luglio
l'abito scenico del secondo atto di Turandot oggi conservato presso la Fondazione Cerratelli di
San Giuliano Terme. Il costume fu impiegato per la rappresentazione teatrale diretta da Giorgio
Venturini nel 1940 per il Maggio Musicale Fiorentino. Il costume di ispirazione orientale identifica
la figura della principessa Turandot e rievoca il mondo fiabesco, a cui è ispirata l'opera pucciniana.
L'ideazione e il progetto del costume sono di Umberto Brunelleschi, che ripropose per il Maggio
Musicale Fiorentino del 1940, quegli stessi figurini che Puccini aveva approvato nel 1926, prima di
morire e di lasciare incompiuta l'opera. Il figurino del costume è conservato a Firenze nell'archivio
Archivio Storico del Maggio Musicale Fiorentino. Il costume è stato indossato dalle cantanti liriche
Gina Cigna e Clara Jacobo.
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