CONVEGNO LAICI E CONSACRATI INSIEME La Sagrada Familia

CONVEGNO LAICI E CONSACRATI INSIEME
La Sagrada Familia
Luogo di bellezza, arte e valori
Il Convegno ci offre la possibilità di ritrovarci una volta all’anno ed ha come obiettivo principale
l’apprendere, il collaborare, più ancora il cercare insieme gli strumenti più idonei alla costruzione di
relazioni sane, belle, perché l’incontro umano, il nostro stare e lavorare insieme si faccia
comunicazione profonda, condivisione di vita, sensibilità e delicatezza all’interno delle nostre
“Opere”.
Forse più di uno/a di noi, ricevuto l’invito, letto il Tema del
Convegno, si sarà chiesto: ma che cosa ha a che fare il ‘Tempio
della Sagrada Familia’ di Barcellona con tutto ciò?
Anche Benedetto XVI è partito da una domanda il giorno in
cui ha voluto essere presente alla consacrazione di questo
Tempio il 7 novembre del 2010.
Infatti, Egli così si espresse: “Cosa significa dedicare questa
chiesa? Nel cuore del mondo, di fronte allo sguardo di Dio e
degli uomini, in un umile e gioioso atto di fede, abbiamo
innalzato un’immensa mole di materia, frutto della natura e di
un incalcolabile sforzo dell’intelligenza umana costruttrice di
quest’opera d’arte. Essa è un segno visibile del Dio invisibile,
alla cui gloria svettano queste torri, frecce che indicano
l’assoluto della luce e di colui che è la Luce, l’Altezza e la
Bellezza medesime. In questo ambiente, Gaudí volle unire
l’ispirazione che gli veniva dai tre grandi libri dei quali si nutriva come uomo, come credente e
come architetto: il libro della natura, il libro della Sacra Scrittura e il libro della Liturgia.
In realtà, la bellezza è la grande necessità dell’uomo; è la radice dalla quale sorgono il tronco
della nostra pace e i frutti della nostra speranza. La bellezza è anche rivelatrice di Dio perché, come
Lui, l’opera bella è pura gratuità, invita alla libertà e strappa dall’egoismo.
La relatrice del Convegno, Mariella Carlotti, nata a Perugia, ma vivente a Firenze dove insegna
agli studenti delle superiori, e autrice di pubblicazioni, conferenze, mostre didattiche di contenuto
artistico, ci ha condotti per mano ed ha da subito catturato la nostra attenzione partendo proprio da
alcune espressioni dell’Omelia di Benedetto XVI che più l’hanno colpita.
“Gaudì introdusse dentro l’edificio sacro pietre, alberi e vita umana, affinché tutta la creazione
convergesse nella lode divina, ma, allo stesso tempo, portò fuori i ‘retabli’, per porre davanti agli
uomini il mistero di Dio rivelato nella nascita, passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo”.
Gaudì ha messo le immagini sacre all’esterno della cattedrale. Le facciate sono tutte dedicate ai
misteri dell’Incarnazione,della Passione e della Resurrezione di Cristo. Le torri rappresentano
Cristo e la Chiesa, le 18 torri sono i simboli di Cristo, la Madonna, gli apostoli e gli evangelisti.
L’interno, invece, è un ambiente dedicato alla realtà, al mondo terreno».
Mariella ce ne spiega il significato: «Questa decisione vuol significare che solo attraverso Cristo si
può entrare nella realtà e nel suo significato ultimo. Solo con questo metodo noi ritroviamo il
corretto uso della ragione, cioè vivere la realtà secondo la totalità dei suoi fattori».
È vero anche per ciascuno di noi! La bellezza, invita alla libertà e strappa all’egoismo. E qui
abbiamo la risposta alla domanda iniziale: che ha a che fare il Tempio della Sagrada Familia con
l’obiettivo del nostro incontro? Tutto. La maturità e l’armonia delle relazioni mature si raggiunge
proprio e solo quando il corretto uso della ragione ci consente di guardare e vedere la realtà in cui
siamo, in cui viviamo secondo la totalità dei suoi fattori.
La Prof. Mariella, mostrandoci, ma più ancora comunicandoci le intenzioni dell’architetto Gaudì,
nel farci vedere ciò che lui stesso vide nella sua mente, prima ancora che le fondamenta del Tempio
fossero poste,ci ha accompagnati a comprendere che l’uomo, ognuno di noi, cambia solo se vede
‘cose affascinanti’e che solo attraverso Cristo si può entrare nella realtà e nel suo vero significato.
Se non siamo mossi da ideali e valori, ma spinti solo da desideri, se non sappiamo dove e come,
verso chi camminare, se cerchiamo solo il piacere, che non può essere che effimero, esso non può
che spingerci a cercarne altri in continuazione, perché il ‘piacere’ per se stesso non può appagare il
nostro cuore, non consentirà mai il ritrovarci unificati, capaci di costruire relazioni vere, lo stare
bene e in pace con noi stessi, con gli altri, con Dio.
Gaudì, quando fu chiamato a continuare l’opera da altri iniziata due anni prima, nel 1884, si dice
che non fosse un cristiano esemplare; fu quell’Opera a cambiare la sua vita, a convertirlo, infatti,
abbandonò il suo stile di vita da bohèmien per dedicarsi al Tempio Espiatorio, come un maestro
d'opera medievale e la sua esistenza mutò completamente.
Divenne un uomo ascetico, in odor di santità, al punto che ai nostri giorni per lui sono state avviate
le pratiche di beatificazione in Vaticano, su richiesta di migliaia di catalani.
"... La creazione continua incessantemente attraverso la mediazione degli uomini ; l'uomo non crea:
scopre e parte da questa scoperta. Chi cerca le leggi della natura per conformare ad esse opere
nuove collabora con il Creatore. Chi copia non collabora. Per questo motivo, l'originalità consiste
nel tornare alle origini..." ebbe a dire Gaudì, il quale era anche consapevole della mole infinita di
lavoro che sarebbe occorso per "completare Orione".
Fino alla sua morte la Fabbrica della Sagrada completò soltanto tre quarti della facciata est, punto di
partenza dei lavori: e anche solo tre delle quattro torri previste dal progetto originale furono
realizzate, e con loro parte del transetto, oltre alle cripte.
La relatrice ha fatto notare che anche quest’aspetto della vita e dell’opera progettata da Gaudì ha
molto da insegnarci: pure noi siamo chiamati, non a copiare, ma a cooperare con il Creatore lì dove
siamo chiamati a svolgere la nostra missione senza chiederci se vedremo, se godremo dei frutti del
nostro lavoro,
senza aspettare riconoscimenti, senza essere vittime dei pregiudizi.
Osare! Perché crediamo, sappiamo che ciò che stiamo facendo è BENE, porterà i suoi frutti, molti
ne saranno beneficiati: questa la ricompensa.
Per tutti, ma per noi Piccole Suore della S. Famiglia in particolare, molto arricchente e significativo
ciò che la professoressa Mariella ha saputo ‘regalarci’, anche perché la sua non è stata una lezione
di storia dell’arte, ma un trittico di arte – religione – vita.
Ci auguriamo di poter e saper trasmettere anche a coloro che non hanno potuto partecipare al
Convegno quello che abbiamo veduto – udito – di quel MISTERO che avvolge la vita umana:
MISTERO di un DIO che in ogni epoca, in ogni situazione storica suscita nel cuore delle sue
creature il desiderio dell’infinito di cui la Sacra Famiglia è artefice e modello.
La Sagrada Familia ha tre grandi facciate, alle quali Gaudì ha dato i nomi di Natività, Passione e
Gloria. Ognuna, con tre porte che simboleggiano le tre virtù teologali:
fede, speranza e carità, tre aspetti importanti della vita di Gesù, in
analogia a San José, la Madre di Dio e Gesù.
Gesù, Maria e Giuseppe, nel loro pellegrinaggio terreno, poco hanno
capito, molto hanno creduto, hanno investito in un Progetto il cui
architetto ed esecutore era Dio, il Padre: loro impegno fu solo quello
di collaborare perché questi giungesse a compimento, si compisse la
volontà del Padre.
La vita di questo tempio è così lunga che nella sua storia si distingue
un'infanzia, un'adolescenza, la gioventù e l'età adulta. La terza porta,
della Gloria, che non è ancora finita, è orientata a mezzogiorno e
celebra l’uomo all’interno della creazione.
La Sacra Scrittura ci ricorda che tutti noi, la creazione stessa attende il suo completamento, il
giorno in cui tutto sarà compiuto e noi pure godremo di quella gloria che il Padre ha preparato per
ciascuno dei suoi figli, quella GLORIA di cui noi pure desideriamo faccia parte Gaudì nel giorno
della sua canonizzazione.
Un grazie di cuore a Mariella per aver suscitato nel nostro cuore il desiderio di cercare la
“bellezza”che è in noi e attorno a noi, nella natura, nelle persone che ci stanno accanto e con le
quali il Signore ci chiama a cooperare. Fa, o Signore, che, come Gaudì sappiamo pure noi svolgere
la nostra attività con uno spirito profondamente religioso, intriso di preghiera e adorazione.
Suor Giovanna Paola Ghislotti