CONCETTI di BASE della MACROECONOMIA Metodo: come nell

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CONCETTI di BASE della MACROECONOMIA
Metodo:
come nell’economia politica in generale, si fonda su quattro pilastri:
I)
Razionalità dei soggetti
II)
Efficienza
III) Equilibrio
IV) Modelli formalizzati
Nel corso ci focalizzeremo su III e IV, cioè Equilibrio e Modelli matematici
E. Marchetti
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Oggetto d’indagine:
La macroeconomia studia i fenomeni economici e il comportamento degli agenti
economici aggregati – la microeconomia studia invece fenomeni e agenti singoli.
Agenti aggregati:
- Famiglie (consumatori e proprietari di fattori produttivi)
- Imprese (di proprietà delle famiglie)
- Settore pubblico
- Settore estero
Variabili aggregate
- Prodotto e sue componenti (consumi, investimenti, export, import, ecc).
- Livello medio dei prezzi (indice dei prezzi – IPC)
- Indicatori aggregati del mercato del lavoro – soprattutto tasso di disoccupazione
- Moneta e variabili finanziarie (tassi di interesse, debito pubblico, masse monetarie, ecc.)
E. Marchetti
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CONCETTI di BASE della MACROECONOMIA
Sviluppo storico:
Le questioni macroeconomiche sono sempre state presenti nelle ricerche degli economisti, sin dall’inizio (Smith,
Ricardo, Marx…)
La “rottura” avviene però con la Grande Depressione – Keynes e la “Teoria Generale”
Sviluppi successivi:
la sintesi neoclassica
anni ‘50 – ‘60
il monetarismo e la
nuova macroeconomia classica
anni ’70 – ‘80
la nuova economia keynesiana
anni ’80 – oggi
E. Marchetti
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Temi di ricerca attuali:
- La presenza e il livello della disoccupazione
- La relazione tra disoccupazione e prodotto aggregato (correlazione negativa)
- Crescita generalizzata dei prezzi (inflazione) – o diminuzione (deflazione)
- L’andamento dinamico (comovimento) di tutte queste (più altre) variabili aggregate – cioè il ciclo economico.
- La persistenza, in alcuni momenti, di bassa produzione e/o occupazione – depressione o stagnazione.
- La crescita di lungo periodo, fenomeno molto marcato nei paesi sviluppati
- La mancanza di questa stessa crescita di lungo termine in molti paesi in via di sviluppo
E. Marchetti
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CENNI di CONTABILITA’ NAZIONALE
Settori produttivi
Da una realtà
multisettoriale a una
fotografia aggregata:
sett. A
sett. B
Aa
Ab
AC
AI
A= AC+AI+Aa+ Ab
Ba
Bb
BC
BI
B= BC+BI+Ba+Bb
Lavoro
Na
Nb
Capitale
Ka
Kb
Prezzi beni
Pa
Pb
Tipi di beni
Impieghi finali
Quantità totali
Definizioni:
PIL:
Y = Pa [ A − ( Aa + Ab )] + Pb [ B − ( Ba + Bb )]
val. totale:
Y = Pa [ AC + AI ] + Pb [ BC + BI ]
val. aggiunto:
Y = Pa A − ( Pa Aa + Pb Ba ) + Pb B − ( Pa Ab + Pb Bb ) = Y =
v.a. sett. A
v.a. sett. B
∑ [WN j + iK Ej + D j + ΠTj ] = reddito naz. lordo
j = a.b
E. Marchetti
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Se l’economia è chiusa e senza P.A.:
RNL = PIL
Se l’economia è aperta e senza P.A.:
PNL = PIL + redditi netti dall’estero.
La Pubblica Amministrazione
⇒ Contributi e imposte sulla produzione:
RNL= PNL+ contributi alla prod. – imposte indirette
⇒ Reddito disponibile (YD): imposte dirette, trasferimenti, ecc.
YD = RNL – Π T – imposte dirette + trasferimenti
E. Marchetti
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Il circuito economico:
Settore
estero
lavoro
Redditi non
da lavoro
Beni di
investimento
imprese
famiglie
Beni di
consumo
titoli
Stato
E. Marchetti
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Dal precedente schema del circuito si ottengono alcune relazioni: le
Identità fondamentali di contabilità nazionale
I)
economia chiusa senza P. A.
Y = C + Sh +
Risparmio
famiglie
Prima identità fondamentale:
Y = C+S
Seconda identità fondamentale:
Y = C+I
Terza identità fondamentale:
S=I
Sf
Risparmio
imprese
Dalle prime due abbiamo:
C +S = C + I
cioè:
E. Marchetti
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II)
economia chiusa con P. A.
Il PIL non coincide più con il reddito netto alle famiglie:
YD =Y – Π T – T + TR
Memo:
Quindi è:
risparmio delle imprese (Sf) = profitti non distribuiti ( Π T )
Y – Sf – T + TR = C + Sh
cioè :
Prima identità fondamentale:
Y = C + S + T – TR
Seconda identità fondamentale:
Y=C+I+G
Terza identità fondamentale:
S = I + (G + TR – T)
Dalle prime due abbiamo: C+S+T–TR = C+I+G, cioè:
Disavanzo
pubblico
E. Marchetti
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III) economia aperta con P. A.
YD è lo stesso di II) se i redditi netti dall’estero sono nulli. Quindi la prima identità è invariata.
Prima identità fondamentale:
Y = C + S + T – TR
La seconda, invece tiene conto degli impieghi dei beni prodotti; ora ci sono importazioni Z e esportazioni X:
Z+Y = C + I + G+X,
cioè:
Seconda identità fondamentale:
Y = C + I + G +(X – Z)
Terza identità fondamentale:
S = I + (G+TR – T)+ (X – Z)
Dalle due precedenti, abbiamo:
Disavanzo
con l’estero
(se < 0)
E. Marchetti
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ALCUNE DEFINIZIONI IMPORTANTI
1) MEMO:
Differenza tra stock e flussi.
2) PIL reale
il PIL è:
Yt = ∑ Pj ,tY j ,t
Il PIL reale è:
j =1
Yt R = ∑ Pj ,0Y j ,t
j =1
con i prezzi a un certo periodo
di riferimento t = 0
3) Tasso di crescita del PIL reale
è dato da:
Yt R − Yt R−1
Yt R−1
4) Tasso di disoccupazione:
è dato da:
ut =
FLt − N t
FLt
E. Marchetti
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∑ Pj ,t = 06Y j ,t = 06
5) Deflatore implicito del PIL
è dato da:
DeFt = 06 =
j =1
∑ Pj ,t =95Y j ,t = 06
con anno base 1995.
j =1
∑ Pj ,t = 06Y j ,t =95
6) IPC (indice prezzi la consumo)
è dato da:
IPCt = 06 =
j =1
∑ Pj ,t =95Y j ,t =95
con anno base 1995
j =1
è simile al deflatore – differenti valori di
Y…
7) Tasso di inflazione
è dato da:
πt =
IPCt − IPCt −1
IPCt −1
oppure:
DeFt − DeFt −1
DeFt −1
è il tasso di variazione di un indice dei
prezzi tra due periodi
E. Marchetti
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Alcuni dati storici dell’economia italiana:
Le componenti (nominali) del Prodotto interno:
PIL, Consumi e investimenti a prezzi correnti (milioni di Eurolire)
1.400.000
PIL
1.200.000
Consumi
Investimenti
1.000.000
800.000
600.000
400.000
200.000
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
1990
1989
1988
1987
1986
1985
1984
1983
1982
1981
1980
1979
1978
1977
1976
1975
1974
1973
1972
1971
1970
-
E. Marchetti
16
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La crescita reale dell’economia italiana in un trentennio…
PIL, consumi e investimenti - Italia (prezzi 1995)
1.200.000
1.000.000
PIL reale
Consumi reali
Investimenti reali
800.000
600.000
400.000
200.000
19
70
19
71
19
72
19
73
19
74
19
75
19
76
19
77
19
78
19
79
19
80
19
81
19
82
19
83
19
84
19
85
19
86
19
87
19
88
19
89
19
90
19
91
19
92
19
93
19
94
19
95
19
96
19
97
19
98
19
99
20
00
20
01
20
02
20
03
-
E. Marchetti
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Fluttuazioni cicliche dell’economia italiana 1970-2003:
Tassi di variazione di PIL, Inflazione e occupazione
25
Inflazione
20
Occupazione
PIL
10
5
0
19
70
19
71
19
72
19
73
19
74
19
75
19
76
19
77
19
78
19
79
19
80
19
81
19
82
19
83
19
84
19
85
19
86
19
87
19
88
19
89
19
90
19
91
19
92
19
93
19
94
19
95
19
96
19
97
19
98
19
99
20
00
20
01
20
02
20
03
Tassi di variazione
15
-5
Anni
E. Marchetti
18
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DALLA CONTABILITA’ NAZIONALE ALLA TEORIA ECONOMICA
Prima tappa:
Il modello AD – AS
ci arriveremo per gradi, costruendo vari modelli con le seguenti
Ipotesi:
- investimenti esogenamente fissati
- Struttura monetaria data
- economia chiusa
- i prezzi e salari monetari sono dati, o rigidi (breve periodo)
per poi rimuoverle una ad una…
E. Marchetti
19
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IL PRINCIPIO della DOMANDA EFFETTIVA
Dalla
alla domanda aggregata
spesa aggregata
Grandezze ex post:
ciò che effettivamente si realizza
Grandezze ex ante
o programmate:
ciò che gli agenti decidono di produrre (o acquistare)
Ex ante
Ex post
Domanda aggregata
Spesa aggregata
C,
I
AD = C+I
C,
Iex post
C + Iex post
E. Marchetti
20
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• Se le imprese prevedono correttamente la produzione da piazzare:
Y = AD = C + I
• Se le imprese NON prevedono correttamente la produzione da piazzare:
Y ≠ AD
Y > AD
Nel caso in cui Y ≠ AD si può avere:
Y < AD
• Se Y > AD
allora
Y > C+I
e quindi
Iex post > I
• - Se Y < AD
allora
Y < C+I
e quindi
Iex post < I
E. Marchetti
21
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Dalle relazioni di contabilità nazionale (S = Y – C), si ha anche che:
• Se Y > AD
allora
S>I
• - Se Y < AD
allora
S<I
Vale però sempre la relazione ex post:
Se facciamo la seguente
S = Iex post
Ipotesi fondamentale:
gli aggiustamenti sulle grandezze ex ante
riguardano principalmente le quantità
Principio della domanda effettiva:
Vale il principio fondamentale
dell’economia keynesiana:
Il livello della domanda aggregata AD determina il livello della produzione Y
E. Marchetti
22
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Il principio della domanda effettiva vale almeno finché non si raggiunge il livello
Yp = reddito potenziale.
Come si determina il reddito potenziale Yp?
Funzione di produzione:
Y = F (N, K )
La disoccupazione strutturale
Il livello potenziale
Y
Yp = F ( N p )
nel breve periodo:
Y
Y=F(N)
Yp
Y=F(N)
Yp
Y=FS(N)
Y*
Np
N
N*
N
Np
E. Marchetti
23
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Mercato del lavoro a livello macro – analisi pre-keynesiana
w
NS
wp
ND
Np
N
E. Marchetti
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IL MODELLO REDDITO – SPESA
Ipotesi semplificatrici:
- livello di capitale fisico dato (analisi di breve periodo)
- i prezzi e salari monetari sono dati, o rigidi, almeno nel breve periodo
- investimenti esogenamente fissati
- economia chiusa
E. Marchetti
25
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La funzione del consumo:
Esempio:
dai dati recenti dell’economia italiana si ottiene una funzione (lineare) del consumo stimata:
C ≅ 2.8 + 0.7 ⋅ YD
Relazione C - YD Italia 1980-2003
700000
650000
600000
Consumi (mln €)
550000
500000
450000
400000
350000
300000
250000
200000
500000
550000
600000
650000
700000
750000
800000
850000
900000
Reddito disponibile (mln €)
E. Marchetti
26
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C = C + cYD
In generale avremo la seguente funzione del consumo:
c = propensione marginale al consumo
C = consumo autonomo
C
C = C + cYD
c
C/YD
YD
E. Marchetti
27
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Il modello completo
senza settore pubblico risulta
C = C + cY
Il modello in
forma strutturale:
Graficamente:
Y = AD
AD
⎧Y = AD
⎪ AD ≡ C + I
⎪
⎨
⎪C = C + cY
⎪⎩ I = I
AD = C + I + cY
AD*
Soluzione del modello:
Y* =
1
(C + I )
1− c
C +I
45°
Y
O
Y*
E. Marchetti
28
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Effetto di una variazione degli investimenti autonomi (cioè di I):
1
(C0 + I 0 )
1− c
1
Y1 =
(C0 + I1 )
1− c
Y0 =
equilibrio al tempo 0
equilibrio al tempo 1
ΔY = Y1 − Y0 =
la variazione tra i periodi 0 e 1:
Effetti di una variazione delle componenti autonome:
1
1− c
=
1
1
( I1 − I 0 ) =
ΔI
1− c
1− c
ΔY =
1
ΔA
1− c
componenti
autonome
moltiplicatore
E. Marchetti
29
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Il processo dinamico sottostante il moltiplicatore
Incremento di domanda
Incremento di reddito-produzione
ΔA
Δ1Y = ΔA
II fase:
Δ1C = cΔ1Y
Δ 2Y = Δ1C = cΔ1Y = cΔA
III fase:
Δ 2C = cΔ 2Y
Δ 3Y = Δ 2C = Δ 2Y = c ⋅ cΔA = c 2 ΔA
….
….
I fase
….
successione degli incrementi di domanda:
e l’incremento totale di Y è dato dalla
somma di tutte queste variazioni:
ΔA, cΔA, c 2 ΔA, c 3ΔA, L
3
i =0
∞
dalle note proprietà delle serie geometriche:
∞
∞
ΔY = ΔA + cΔA + c ΔA + c ΔA, L = ∑ c ΔA = ΔA∑ c i
2
ΔY = ΔA∑ c i = ΔA
i =0
i
i =0
1
1− c
E. Marchetti
30
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Graficamente:
Y = AD
AD
AD'
AD
A + ΔA
A =C +I
45°
Y
O
Y*
Y**
E. Marchetti
31
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La funzione del risparmio
Ricordate che:
S =Y −C
quindi:
Questa è la funzione del risparmio; in assenza di P.A.:
S = −C + (1 − c)YD
S = −C + (1 − c)Y
Vogliamo mostrare che:
l’equilibrio reddito – domanda aggregata: Y = AD
è equivalente all’
equilibrio risparmi – investimenti:
S = I
cioè il reddito di equilibrio Y* è lo stesso nei due casi
E. Marchetti
32
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Graficamente:
S,C
C = C + cYD
C
c
S = −C + (1 − c)YD
YD
−C
s = 1–c
E. Marchetti
33
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Equilibrio nel mercato risparmi – investimenti.
Il sistema è:
⎧S = I
⎪
⎨S = −C + (1 − c)Y
⎪I = I
⎩
Graficamente:
S,I
S = −C + sY
I
Y*
Y
−C
soluzione:
− C + (1 − c)Y = I
Y* =
1
(C + I )
1− c
E. Marchetti
34
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Il paradosso della parsimonia
Che succede se aumenta la propensione marginale al risparmio
(cioè s )?
S,I
S = −C + s ' Y
S = −C + sY
I
−C
Y**
Y*
con: s’ > s
la pendenza della funzione del
risparmio aumenta.
Y
E. Marchetti
35
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Il modello reddito-spesa con lo stato
il modello diventa:
moltiplicatori fiscali:
⎧Y = AD
⎪ AD ≡ C + I + G
⎪
⎪C = C + cYD
⎪
⎪YD = Y − T + TR
⎨
⎪T = T
⎪TR = TR
⎪
⎪G = G
⎪I = I
⎩
Aggiungiamo imposte e trasferimenti autonomi
La nuova funzione del consumo:
Il nuovo equilibrio:
Y=
C = C + c(TR − T ) + cY
1
[C + c(TR − T ) + G + I ]
1− c
c
⎧
Δ
Y
=
−
ΔT
⎪
1− c
⎪
c
⎪
ΔTR
⎨ΔY =
c
1
−
⎪
1
⎪
Δ
Y
=
ΔG
⎪⎩
1− c
E. Marchetti
36
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Il teorema di Haavelmo
(moltiplicatore del bilancio in pareggio)
Una variazione contemporanea di tasse e spesa pubblica:
ΔY =
Se
1
c
ΔG −
ΔT
1− c
1− c
ΔG = ΔT (bilancio in pareggio), il risultato finale è:
ΔY =
1− c
ΔG = ΔG
1− c
e quindi il moltiplicatore della spesa pubblica è pari a 1.
E. Marchetti
37
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Caso più generale:
un aggiunta di realismo:
imposte e trasferimenti dipendenti dal reddito
T = T + tY
e
TR = TR − t r Y
Funzione del consumo:
C = [C + c(TR − T )] + c(1 − t − t r )Y
Equilibrio:
Y=
1
[C + c(TR − T ) + G + I ]
1 − c(1 − t − t r )
La tassazione proporzionale al reddito modifica la pendenza della AD, riducendo il moltiplicatore;
essa agisce come uno stabilizzatore automatico rispetto a fluttuazioni della componente autonoma A della domanda
aggregata.
E. Marchetti
38
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LA SCHEDA IS E GLI INVESTIMENTI
Analizziamo i comportamenti dietro l’altra principale componente della AD:
gli
INVESTIMENTI
I
endogenizzazione delle:
Le decisioni di investimento
che vengono effettuate dalle imprese
Gli investimenti dipendono (tra l’altro) da una variabile (aggregata) fondamentale dell’economia: il tasso di interesse
In quale modo le imprese decidono (nell’aggregato) il livello di investimenti da effettuare?
E. Marchetti
39
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Partiamo da un’impresa singola.
Costo di acquisto dell’impianto
(cioè costo iniziale dell’investimento)
Flusso dei ricavi attesi futuri (al netto di
costi correnti)
PK
R1 , R2 , L , Rn
Come confrontare PK con gli Ri , che riguardano somme a date future?
S (1 + i ) = M
Dalla matematica finanziaria, usiamo la formula:
tra due anni:
M
tra n anni:
S (1 + i ) 2 = M
Quindi in generale è:
S (1 + i ) n = M
Dunque il valore attuale del flusso dei profitti è:
VA =
S=
M
(1 + i ) n
R3
Rn
R1
R2
L
+
+
+
+
1 + i (1 + i ) 2 (1 + i )3
(1 + i ) n
E. Marchetti
40
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
La regola generale è:
L’investimento non è conveniente se:
L’investimento è conveniente se:
PK < VA
PK > VA
Consideriamo per semplicità un anno solo di vita dell’investimento.
¾ Se:
R1
1+ i
cioè:
PK (1 + i ) < R1
R1
1+ i
cioè:
PK (1 + i ) < R1
PK < VA ⇒ PK <
¾ Se: PK > VA ⇒ PK >
è meglio effettuare l’investimento
che prestare i fondi
è meglio prestare i fondi che
effettuare l’investimento
E. Marchetti
41
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Alternativamente:
Qual è il tasso di rendimento che eguaglia il costo dell’investimento al flusso dei profitti attesi?
Cioè: qual è il particolare tasso
– chiamiamolo ρ –
PK =
PK = VA
?
R3
Rn
R1
R2
+
+
+
L
+
1 + ρ (1 + ρ ) 2 (1 + ρ ) 3
(1 + ρ ) n
il valore di ρ che risolve questa equazione è detto:
Nel caso di un solo anno:
per cui vale:
saggio di rendimento interno dell’investimento
PK (1 + ρ ) = R1
E. Marchetti
42
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Esprimiamo ora il criterio di scelta dell’impresa in termini di tassi di rendimento ρ e di interesse i.
¾
l’investimento conveniente se:
PK < VA
¾
definizione di valore attuale dell’investimento:
VA =
Rn
R1
+ L +
1+ i
(1 + i ) n
¾
definizione di saggio di rendimento interno:
PK =
Rn
R1
+ L +
1+ ρ
(1 + ρ ) n
Unendo le tre relazioni:
Dunque se:
R1
R2
+
1 + ρ (1 + ρ ) 2
ρ
L +
> i
Rn
(1 + ρ ) n
<
R1
R2
+
1 + i (1 + i ) 2
L +
Rn
(1 + i ) n
l’impresa effettuerà l’investimento.
E. Marchetti
43
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Nell’aggregato, ordiniamo tutti gli investimenti in base ai loro ρ:
K1
K2
K3
K4 K
ρ1 > ρ 2 > ρ3 > ρ 4 > K
Dalla tabella emerge una:
Se:
investimenti convenienti
i > ρ1
nessuno
ρ1 > i > ρ 2
K1
ρ 2 > i > ρ3
K1 + K 2
ρ3 > i > ρ 4
K1 + K 2 + K 3
M
M
Relazione inversa tra i e la quantità di investimenti
E. Marchetti
44
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
I singoli progetti di investimento saranno piccoli rispetto al totale,
dunque la successione precedente può essere
approssimata da una funzione continua:
I = I (i )
con
dI
<0
di
i
i0
i1
ρ
I0
I1
I
In tal caso il saggio ρ del progetto conveniente al margine viene detto:
efficienza marginale del capitale
E. Marchetti
45
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La funzione IS
⎧Y = AD
⎪ AD ≡ C + I + G
⎪
⎪C = C + cYD
⎪
⎪YD = Y − T + TR
⎨
⎪T = T + tY
⎪TR = TR − t rY
⎪
⎪G = G
⎪ I = I (i )
⎩
Lo schema reddito spesa
integrato dalla funzione degli
investimenti:
Se: i ↑
⇒
I (i ) ↓
⇒
Y* ↓
livello di equilibrio del reddito:
Y* =
1
[ A + I (i )]
1 − c(1 − t − tr )
dunque emerge:
una relazione tra Y* e i che prende il nome di funzione IS
E. Marchetti
46
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Per comodità, approssimiamo la funzione degli
investimenti con una equazione lineare:
I = I − bi
In tal caso la funzione IS è data da:
Y=
i
1
[C + c(TR − T ) + G + I − bi ]
1 − c(1 − t − t r )
in modo più compatto:
Y = mE − mbi
mb
IS
mE
Y
E. Marchetti
47
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Punti al fuori della IS denotano situazioni di disequilibrio nel mercato dei beni:
i
Y<AD
Y>AD
IS
Y’
Y0
Y
Y’’
E. Marchetti
48
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
LA SCHEDA LM E IL MERCATO DELLA MONETA
Come si determina il tasso di interesse?
- azioni
- obbligazioni
- titoli del debito pubblico
- alcune forme di credito bancario
- derivati
nei mercati finanziari, in cui si trattano e si scambiano:
le attività finanziarie
Considereremo, per semplicità, un unico titolo aggregato che rappresenta l’insieme delle attività finanziarie:
un’obbligazione irredimibile a reddito fisso; cioè:
un titolo che frutta un flusso di interessi costante in ogni periodo e che non
viene mai rimborsato; cioè:
una rendita perpetua.
E. Marchetti
49
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Caratteristiche di una rendita perpetua:
PB
=
prezzo del titolo (il suo valore di mercato)
cp
=
cedola (pagamento a cui il titolo da diritto)
i
=
tasso di interesse.
L’obbligazione non viene mai restituita; quindi il suo valore attuale è:
PB =
cp
cp
cp
+
+
+ L
1 + i (1 + i ) 2 (1 + i )3
Il secondo membro è una serie geometrica:
PB =
cp
i
Dunque esiste una relazione inversa tra il prezzo di una rendita perpetua e il tasso di interesse;
tale relazione è valida (seppur in forme diverse) per qualunque titolo.
E. Marchetti
50
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Tra le attività finanziarie ve ne è una assai speciale:
la moneta
Studieremo la struttura finanziaria dell’economia semplificando:
1)
il titolo di cui sopra
2)
la moneta
esistono solo due attività finanziarie:
Il tasso di interesse si determina nel mercato dei titoli, ma noi vedremo come invece esso viene influenzato da ciò che
accade nel mercato della moneta,
perché esiste una stretta relazione tra i due mercati
E. Marchetti
51
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
La legge di Walras (nel settore finanziario)
Deriva dal vincolo di bilancio aggregato per la ricchezza finanziaria, detto
vincolo di bilancio patrimoniale:
Ricchezza reale complessiva:
Domanda di attività finanziarie:
M B ⋅ PB
R≡
+
P
P
B d ⋅ PB
D ≡ L+
P
F
Vincolo della ricchezza finanziaria:
una conseguenza è che:
F
D ≤R
M⎞
⎛
⎜L− ⎟
P⎠
⎝
eccesso di domanda
sul
mercato della moneta
+
cioè:
B d ⋅ PB M B ⋅ PB
L+
=
+
P
P
P
⎛ B d ⋅ PB B ⋅ PB ⎞
⎜
⎟
⎜ P − P ⎟ = 0
⎝
⎠
eccesso di domanda
sul
mercato dei titoli
E. Marchetti
52
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
La moneta è un oggetto economico speciale;
essa è contemporaneamente:
¾ mezzo con cui si effettuano i pagamenti
¾ unità di conto del sistema (misura del valore)
¾ riserva di valore nel tempo (attività finanziaria)
Rispetto alle altre att. Finanziarie, la moneta offre un servizio particolare:
la liquidità:
ƒ i titoli (in genere) non possono acquistare direttamente beni materiali; la moneta sì;
ƒ i titoli fruttano interessi positivi; la moneta è in genere infruttifera.
Vari tipi di moneta:
i) legale (detta base monetaria)
ii) consuetudinaria
iii) bancaria
E. Marchetti
53
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
L’offerta di moneta
È creata dal sistema bancario:
Consiste in:
M
=
Banca Centrale (BC) + istituti di credito
CU
Circolante
+
DE
Depositi presso
le banche
I comportamenti dei soggetti economici determinano l’offerta di moneta.
1. La banca centrale controlla la base monetaria:
H = CU + RE
(RE = riserve obbligatorie)
2. Le banche determinano l’ammontare di crediti concessi al pubblico
3. Il pubblico determina quanto depositare nelle banche, cioè sceglie il rapporto
cu =
CU
DE
E. Marchetti
54
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La banca centrale immette base monetaria H nell’economia attraverso:
- canale economia: rifinanziando gli istituti di credito
- canale Stato: acquistando titoli del debito pubblico
- canale estero: la BC fornisce o ritira valuta estera
dunque la BC fissa:
il livello di H
e il rapporto
re =
RE
(coefficiente di riserva)
DE
Base monetaria:
H = CU + RE
da cui:
H = (cu + re) ⋅ DE
Inoltre:
M = CU + DE
cioè:
M = (cu + 1) ⋅ DE
Facendo il rapporto tra M e H:
cu + 1
M
=
= mm
H cu + re
quindi:
M=
cu + 1
H
cu + re
E. Marchetti
55
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Il meccanismo del moltiplicatore monetario: si basa sul
Es.
ΔH = 1000
e
mm = 5
credito.
avremo:
ΔM = 5000
L’aumento di offerta di moneta è maggiore dell’aumento di base monetaria
Perché?
- una parte dell’incremento di mezzi di pagamenti viene depositata dai privati nelle banche (in base a cu)
- le banche vedono aumentare i depositi; a questo punto aumentano il credito, dando a prestito parte dei depositi;
- questo credito genera altri pagamenti e scambi, che vanno quindi ad aumentare i depositi un’altra volta, ecc.
…….
E. Marchetti
56
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Offerta di moneta in termini reali:
i
M ⎛ cu + 1 ⎞ H
=⎜
⎟
P ⎝ cu + re ⎠ P
M
H
= mm
P
P
La BC controlla H tramite:
- regolazione diretta
- regolazione indiretta
- cambiando mm (cioè re)
M/P
E. Marchetti
57
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
- transazioni:
Si forma per tre motivi:
La domanda di moneta
LT
- speculazione: LS
- precauzione: LP
Motivo delle transazioni:
scarto temporale tra incassi e pagamenti
Esempio 1 lavoratore-consumatore
YmN
Se la struttura dei pagamenti è così uniforme,
il livello medio della moneta detenuta per
transazioni sarà pari a:
Y = 1.000 €
500 € (al
orizzontale).
500 €
mese:
linea
tratteggiata
t
1° mese
2° mese
E. Marchetti
58
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Esempio 2 impresa
YmN
Y = 1.000 €
il livello medio della moneta detenuta per
transazioni è ancora:
500 €.
500 €
t
1° mese
2° mese
Nell’aggregato la moneta per transazioni sarà pari a una quota costante k (nell’esempio è k = ½) del reddito nominale
aggregato:
LTN = k ⋅ PY
in termini reali:
LT = k ⋅ Y
E. Marchetti
59
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Motivo precauzionale:
- Più alto il reddito, maggiore la moneta che si può tenere per precauzione
- Costo opportunità di detenere titoli
+ −
LP = LP (Y , i )
Domanda di moneta precauzionale:
Motivo speculativo:
Scelta tra titoli e moneta: l’agente scommette sulla variazione dei prezzi dei titoli.
i
- se:
i < i e , l’agente detiene tutta la ricchezza in forma di moneta
- se:
i > i e , l’agente detiene tutta la ricchezza in forma di titoli
ie
R1
LS
E. Marchetti
60
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Se gli investitori formulano aspettative differenziate, vi saranno diversi tassi attesi i e , alcuni più alti e altri più bassi:
ie(1)
ie(2)
ie(3)
R1
R2
Cosi da avere diverse domande
di moneta speculativa:
R3
-
se i > i e (1)
LS (totale) = 0
-
se i e (1) > i > i e (2)
LS (totale) = R1
-
se i e (2) > i > i e (3)
LS (totale) = R1 + R2
-
se i e (3) > i
LS (totale) = R1 + R2 + R3
E. Marchetti
61
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Sommando tutte le domande
speculative di moneta:
Approssimando nel continuo:
i
i
i
LS
LS
i = tasso di trappola della liquidità.
Domanda speculativa di moneta:
LS = L − hi
E. Marchetti
62
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
La domanda totale di moneta è la
somma delle diverse tipologie di domanda:
L = LT + LP + LS = kY + L − hi
Mercato della moneta:
Graficamente:
i
i*
L = kY + L − hi
⎧ L = kY + L − hi
⎪
Analiticamente: ⎨ M
⎪⎩ P = L
Tasso di interesse di
equilibrio:
i* =
L − (M / P) k
+ Y
h
h
i
M/P
kY + L
L, M/P
E. Marchetti
63
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Statica comparata nel mercato della moneta:
Un aumento dell’offerta di moneta M/P:
Al vecchio equilibrio i* c’è ora eccesso di offerta di moneta;
legge di Walras: si registra un eccesso di domanda di titoli;
i
L
il prezzo dei titoli PB ↑ sale ⇒ il tasso di interesse i ↓ scende;
i*
la discesa di i riporta in equilibrio il mercato della moneta (in i**)
i**
i
M/P
(M/P)’
L, M/P
E. Marchetti
64
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Un aumento del livello del reddito reale Y:
i
L
L’
i**
i*
i
L, M/P
M/P
kY + L
E. Marchetti
65
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
La scheda LM
Analogamente alla IS
la LM è una relazione tra tutti i valori di i e di Y per cui il mercato della moneta è in equilibrio.
Se facciamo aumentare Y parametricamente, nel mercato della moneta il livello del tasso d’equilibrio di i aumenta:
LM
i
emerge una relazione
crescente tra Y e i.
i
k/h
Tale relazione è la scheda LM
Y
Equazione della LM:
i=
L − ( M / P) k
+ Y
h
h
L − ( M / p)
h
E. Marchetti
66
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
i
i
ΔM > 0
ΔL > 0
Effetti sulla LM di variazioni delle esogene:
Y
i
Y
i
Δk > 0
Δh > 0
• ΔL > 0
⇒
↑ i * ; ( ∀Y )
• ΔM > 0
⇒
↓ i * ; ( ∀Y )
• Δk > 0
⇒
↑ i * ; ( ∀Y )
• Δh > 0
⇒
↓ i * ; ( ∀Y ).
k/h
Y
Y
E. Marchetti
67
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Punti fuori della LM: situazioni di disequilibrio nel mercato monetario:
i’
LM
(M/P) > L
i0
i’’
(M/P) < L
Y0
Y
E. Marchetti
68
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
IL MODELLO IS – LM
o la IS:
mostra come i influenza Y di equilibrio (mercato beni)
o la LM:
mostra come Y influenza i di equilibrio (mercato moneta)
L’analisi congiunta della IS e della LM consente di determinare il livello di equilibrio di entrambe le variabili (i e Y)
in entrambi i mercati: beni e moneta.
Questa analisi congiunta prende il nome di
modello IS–LM
E. Marchetti
69
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Analisi grafica:
i
IS
LM
i*
i
Y*
Y
E. Marchetti
70
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Soluzione analitica:
⎧
1
:
[C + I − bi ]
IS
Y
=
⎪
1
c
−
⎪⎪
⎨
⎪
1
M
k
⎪ LM : i = ⎛⎜ L − ⎞⎟ + Y
⎪⎩
h⎝
P⎠ h
poniamo: m =
1
1− c
e risolviamo il sistema lineare in due
equazioni e due incognite (Y e i):
I valori di equilibrio IS – LM per reddito e tasso di interesse:
⎧
mh
mb ⎛ M
⎞
Y
*
=
(
C
+
I
)
+
−
L
⎜
⎟
⎪
h + mbk
h + mbk ⎝ P
⎪
⎠
⎨
1 ⎛M
⎞
⎪i* = mk (C + I ) −
⎜ −L⎟
⎪⎩
h + mbk
h + mbk ⎝ P
⎠
Forma ridotta del
modello
E. Marchetti
71
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Aggiustamento verso l’equilibrio:
i
IS
B
LM
C
i*
A
Y*
Y
E. Marchetti
72
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
L’instabilità dell’economia secondo la visione keynesiana (della sintesi):
Le variabili I e L incorporano le aspettative degli agenti;
Effetti di variazioni in I e L sull’equilibrio IS – LM:
i
i
LM
LM’
Analiticamente:
LM
E’
E
ΔY =
E
E’
IS
IS
IS’
Y
Riduzione di I
( ΔI < 0 )
mh
ΔI
h + mbk
ΔY = −
mb
ΔL
h + mbk
Y
Aumento di L
( ΔL > 0 )
E. Marchetti
73
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Miglioramento delle aspettative sui profitti attesi ( ΔI > 0 );
retroazione sul mercato monetario:
i
IS
IS’
LM
Y
mh
ΔI
h + mbk
mΔI
E. Marchetti
74
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Politica macroeconomica nel modello IS – LM
Il modello IS – LM “completo” (con settore pubblico):
1
⎧
[C + I + c(TR − T ) + G − bi ]
=
Y
⎪
1
(
1
)
−
−
−
c
t
t
⎪
R
⎨
⎪i = 1 ⎛⎜ L − M ⎞⎟ + k Y
⎪⎩ h ⎝
P⎠ h
con:
mS =
1
1 − c(1 − t − t R )
Soluzione:
mS h
mS b ⎛ M
⎧
⎞
*
[
(
)
]
Y
C
I
c
TR
T
G
=
+
+
−
+
+
−
L
⎜
⎟
⎪
h + mS bk
h + mS bk ⎝ P
⎠
⎪
⎨
1
⎞
⎛M
⎪i* = mS k [C + I + c(TR − T ) + G ] −
⎜ −L⎟
⎪⎩
h + mS bk
h + mS bk ⎝ P
⎠
Moltiplicatori della spesa
dell’offerta di moneta:
ΔY =
mS h
ΔG
h + mS bk
ΔY =
⎛M
mS b
Δ⎜⎜
h + mS bk ⎝ P
pubblica
⎞
⎟⎟
⎠
E. Marchetti
e
75
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Effetti della politica fiscale o monetaria espansiva:
i
i
LM
LM
LM’
E
E’
E’
E
Nel caso di un aumento di G¸ il
reddito è aumentato meno di
quanto avrebbe potuto, a seguito
dell’incremento del tasso di
interesse.
IS’
IS
Y
Aumento di G
( ΔG > 0 )
Y
Aumento di M
( ΔM > 0 )
Si ha in tal caso il fenomeno dello spiazzamento degli investimenti (crowding out) privati.
L’ampiezza dello spiazzamento è data da:
ΔI = −b
mS k
ΔG
h + mS bk
E. Marchetti
76
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
“Accomodamento” di un espansione fiscale tramite la politica monetaria:
i
IS’
IS
i*
LM
E
Y*
LM’
E’
Y**
Y
mS ΔG
E. Marchetti
77
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Le politiche fiscali e monetarie hanno effetti non solo sul livello del reddito finale, ma anche sulla sua composizione.
Quale strumento di policy scegliere?
ƒ Politica monetaria espansiva:
⇒ ↓ i ⇒ ↑ I ; stimola la crescita del prodotto potenziale nei periodi successivi.
ƒ Politica fiscale espansiva (diverse possibilità):
– aumento di G (consumi pubblici): ⇒ ↑ Y ; ma anche: ↑ i ⇒ ↓ I ;
– aumento di G (investimenti pubblici) ⇒ effetti positivi anche sul lungo periodo che compensano lo
spiazzamento;
– riduzione dell’aliquota t: ⇒ ↑ Y ; ma anche: ↑ i ⇒ ↓ I ;
– sussidio (trasferimento) alle imprese per investimenti ⇒ effetti positivi sulla crescita.
ƒ Combinazione di politica fiscale e monetaria entrambe espansive: ⇒ ↑ Y ed evita lo piazzamento.
E. Marchetti
78
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Un caso di inefficacia della politica monetaria
Uno shock recessivo (peggioramento delle aspettative) porta la IS al livello IS’:
i
LM
IS
IS’
E
i*
i**= i
In E’ la trappola della liquidità entra
in azione…
E’
Y**
Y*
Y
E. Marchetti
79
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
L’EQUILIBRIO MACROECONOMICO IN ECONOMIA APERTA
In quale modo i rapporti economici con l’estero
modificano l’equilibrio macroeconomico?
Aggiungiamo all’analisi un quarto settore (o operatore aggregato): i non residenti
- operatore economico residente: chi svolge nel paese considerato la sua attività economica principale (immigrati,
imprese estere in che producono in Italia, ecc.)
- operatore economico non residente: tutti gli altri.
I rapporti economici – gli scambi – tra residenti (l’”interno”) e i non residenti (l’”estero”) vengono registrati in un
sistema contabile detto
BILANCIA DEI PAGAMENTI
E. Marchetti
80
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Struttura della Bilancia dei pagamenti
A) Partire correnti
1) Bilancia
commerciale
2) Bilancia dei
servizi
3) Trasferimenti
unilaterali
ENTRATE
USCITE
SALDO
Vendite di merci nazionali all’estero:
esportazioni
Acquisti interni di merci estere:
importazioni
= export. – import.
Vendite di servizi nazionali ad esteri:
Acquisti di servizi esteri da parte di
residenti:
- trasporti e ass.
- viaggi in Italia
- redditi (lav. e cap.)
Trasferimenti di denaro senza
contropartita (emigranti, ecc.)
- trasporti e ass.
- viaggi all’estrero
- redditi (lav. e cap
Trasferimenti di denaro senza
contropartita (emigranti, ecc.)
= vend. – acquisti
= entr. – uscite
=
∑ saldo(i) =
i =1, 2 , 3
= saldo partite correnti
E. Marchetti
81
B) Movimenti di
capitale
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Vendita di attività finanziarie (es. titoli) o
di capitale (es. impianti) interne a non
residenti
Acquisto di attività finanziare (es. titoli)
o di capitale (es. impianti) estere da
parte di residenti
= import capitali –
export capitali
(Entrate – Uscite)
Importazioni di capitali
Esportazioni di capitali
= Saldo Bilancia dei
pagamenti =
= Saldo A) + Saldo B)
Per l’economia del paese nel complesso:
Saldo della Bilancia dei
Pagamenti
=
Variazione delle riserve
ufficiali di valuta della
Banca Centrale
Perché?
E. Marchetti
82
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
¾ ENTRATE della B.P.:
un residente ottiene (riceve) un pagamento da un estero;
dunque:
converte (cambia)
incamera valuta estera
in € (valuta interna)
¾ USCITE della B.P.:
un residente effettua (eroga) un pagamento a un estero;
dunque:
convertendola (cambiandola)
cede € (valuta interna)
in valuta estera
E. Marchetti
83
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Per il cambio, i residenti si rivolgono in ultima istanza alla Banca Centrale del paese; quindi
un saldo B. P. > 0
incassi > pagamenti
un saldo B. P. < 0
incassi < pagamenti
afflusso di valuta estera nelle
riserve della Banca centrale
deflusso di valuta estera dalle riserve
della Banca centrale
NOTA:
 se: B. P. > 0 cioè se affluisce valuta nelle riserve, si ha creazione di base monetaria (la Banca centrale acquista
valuta emettendo €);
 se: B. P. < 0 cioè se defluisce valuta nelle riserve, si ha distruzione di base monetaria (la Banca centrale ritira €
cedendoli in cambio di valuta);
creazione e distruzione della base monetaria tramite il
canale estero
E. Marchetti
84
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Tasso di cambio
Lo scambio di valute visto sopra alimenta il
tasso di cambio Euro/Dollaro
e€ / $ =
mercato dei cambi
€
(= 0.77 oggi )
$
- se
e€ / $
↑ si ha un deprezzamento dell’Euro
- se
e€ / $
↓ si ha un apprezzamento dell’Euro
Regime del tasso di cambio:
dove si forma il
tasso di cambio
ci dice quanti Euro servono per acquistare un dollaro.
può essere flessibile o fisso.
La relazione tra tasso di cambio e B.P. dipende dal regime di cambio:
E. Marchetti
85
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
in cambi flessibili:
Se B.P. (UME) > 0
domanda di € > offerta di €
e€ / $
↓
apprezzamento €
Se B.P. (UME) < 0
domanda di € < offerta di €
e€ / $
↑
deprezzamento €
in cambi fissi:
Se B.P. (UME) > 0
domanda di € > offerta di €
iniezione di base monetaria in € (aumento riserve BCE)
Se B.P. (UME) < 0
domanda di € < offerta di €
distruzione di base monetaria in € (riduzione riserve BCE)
Se la situazione in cambi fissi è troppo onerosa, in termini di variazione delle riserve, la BCE può decidere di
svalutare il cambio
( e€ / $
↑)
o di
rivalutare il cambio
( e€ / $
↓)
E. Marchetti
86
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Il modello reddito – spesa in economia aperta
Y = C + I + G + (X − Z)
Assumiamo cambi fissi, e partiamo dalla definizione di domanda aggregata:
Esportazioni X;
se
e⋅
PF
↑
P
Importazioni Z;
+
⎛ +
P
⎜
X = X ⎜ YF , e ⋅ F
P
⎜
⎝
P
dipendono da YF e da e ⋅ F (tasso di cambio reale)
P
⎞
⎟
⎟
⎟
⎠
le merci interne sono più competitive
⎛+ −
P
⎜
Z = Z ⎜Y , e ⋅ F
P
⎜
⎝
P
dipendono da Y e da e ⋅ F
P
cambi fissi (come i prezzi); quindi consideriamo solo l’effetto di Y:
X=X
e
⎞
⎟
⎟
⎟
⎠
Z = Z + zY
E. Marchetti
87
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Il modello con
le sue equazioni:
⎧Y = AD
⎪ AD ≡ C + I + G + ( X − Z )
⎪
⎪⎪C = C + cY
⎨
⎪X = X
⎪Z = Z + zY
⎪
⎪⎩ I = I
moltiplicatore domanda aggregata:
1
1− c + z
Soluzione:
v
1
[C + I + X − Z ]
1− c + z
(minore di quello in economia chiusa)
Consideriamo una variazione autonoma ΔA ;
In mercato aperto:
Y=
genera un incremento di produzione
i consumi aumentano di
Δ1C = cΔ1Y
ma le importazioni aumentano di
Δ1Z = zΔ1Y
dunque:
Δ 2Y = Δ1C − Δ1Z = (c − z )Δ1Y …
Perché?
Δ1Y = ΔA .
a scapito dei prodotti interni.
E. Marchetti
88
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
1
ΔX
1− c + z
Moltiplicatori di X e I:
ΔY =
Saldo di partite correnti BP:
BP = PX − epF Z
Effetti di variazioni di X:
ΔBP = ΔX − ΔZ
Poiché è:
ΔY =
1
ΔX ,
1− c + z
ΔY =
1
ΔI
1− c + z
con P = ePF = 1 :
BP = X − Z
= ΔX − zΔY
avremo:
ΔBP
= ΔX −
z
ΔX
1− c + z
=
1− c
ΔX > 0
1− c + z
E. Marchetti
89
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Obiettivo interno e vincolo estero
Obiettivo interno:
reddito di pieno impiego: YP
Vincolo estero:
pareggio di BP:
BP = 0
Esiste un solo livello di Y che assicura il vincolo estero:
Se
Y > YXZ
BP < 0
(troppe import.)
Se
Y < YXZ
BP > 0
(poche import.)
(assenza di mov. di capitali)
BP = X − Z − zY = 0
1
YXZ = ( X − Z )
z
Problema per la politica economica:
Se YP = YXZ non ci sono problemi; ma se YP ≠ YXZ ?
E In particolare, se:
YP > YXZ ?
E. Marchetti
90
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Accrescere il reddito interno potrebbe portare a persistenti squilibri di BP.
Nel lungo periodo: si può ovviare a tale problema con diverse politiche strutturali, che riducano Z , z e aumentino
X (ricerca e sviluppo, miglioramento competitività…)
Nel breve periodo?
Agire su: P oppure sul tasso di cambio e
Attuare cioè una:
Svalutazione:
a parità di Y, essa:
X↑
e
Z,z ↓
Controindicazioni:
- aumento dei prezzi interni (inflazione)
- aumento dei costi delle imprese
- peggioramento nei mercati di sbocco
E. Marchetti
91
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
E se invece è
YP < YXZ ?
Sembrerebbe un bene:
i) si può raggiungere il livello di pieno impiego;
ii) una volta ottenutolo, si accumulano riserve (BP > 0)
Quindi la Banca centrale espande la base monetaria costantemente. Ciò può risultare indesiderabile.
In tal caso si potrebbe riequilibrare BP tramite rivalutazione del cambio (abbassamento della competitività), in modo
da far sì che
X↓
e
Z,z ↑
inoltre:
- la svalutazione ha effetti inflazionistici
- la rivalutazione ha effetti di riduzione dell’inflazione
In generale:
maggiore stabilità internaz.
maggiore commercio internaz.
minor vincolo estero
E. Marchetti
92
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
EQUILIBRIO IS–LM IN ECONOMIA APERTA
1⎛
M⎞ k
LM : i = ⎜ L − ⎟ + Y
h⎝
P⎠ h
La LM rimane invariata:
La IS cambia; si introducono nuove componenti
della domanda aggregata:
IS:
Y=
1
[C + I − bi + X − Z ]
1− c + z
a): P = ePF = 1
Occorre una relazione che rappresenti
BP = 0
l’equilibrio con l’estero:
BP = X − Z + CF = 0
Ipotesi:
b): X = X
c): Z = Z + zY
d): CF = ϕ (i − iF )
iF = tasso di interesse internazionale
ϕ > 0:
se
i > iF
⇒
afflusso di capitali (saldo attivo di CF)
Saldo dei movimenti di
capitali
E. Marchetti
93
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Dunque BP = 0 implica:
X − Z − zY + ϕ (i − iF ) = 0
i = iF −
Riscrivendo la BB:
1
ϕ
Curva BB:
i = iF +
1
ϕ
(Z − X ) +
z
ϕ
Y
( X − Z − zY )
i
(BP > 0)
BB
iF
- se Y = YXZ (partite correnti in equilibrio) ⇒
i = iF
- se Y > YXZ (saldo p.c. negativo)
⇒
i > iF
- se Y < YXZ (saldo p.c. positivo)
⇒
i < iF
(BP < 0)
YXZ
Pendenza della BB:
tanto più piatta quanto più alto è ϕ
Y
• assenza di movimenti:
ϕ =0
BB verticale
• perfetta mobilità dei capitali:
ϕ →∞
BB orizzontale
E. Marchetti
94
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
IS – LM – BB con perfetta mobilità dei capitali e tassi di cambio fissi (i = iF):
modello di Mundell – Fleming
equilibrio simultaneo:
IS
LM
E
iF
BB
Tre equazioni:
1
⎧
=
:
IS
Y
[C + I − bi + X − Z ]
⎪
1− c
⎪
1⎛
M⎞ k
⎪
⎨ LM : i = ⎜ L − ⎟ + Y
h⎝
P⎠ h
⎪
⎪ BB : i = iF
⎪
⎩
i
Y*
Memo: un saldo non nullo di BP implica
una variazioni di riserve valutarie
- variazioni delle riserve implicano
cambiamenti della base monetaria;
- variazioni della base monetaria
implicano spostamenti di LM
E. Marchetti
95
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Se ci si trova in disequilibrio di BP dovrà dunque spostarsi la LM
Dunque nel sistema:
IS
BP > 0
LM’
LM
E’
iF
BB
E
BP < 0
i
Y*
1
⎧
=
:
IS
Y
[C + I − bi + X − Z ]
⎪
1− c
⎪
M⎞ k
1⎛
⎪
⎨ LM : i = ⎜ L − ⎟ + Y
h⎝
P⎠ h
⎪
⎪ BB : i = iF
⎪
⎩
le incognite sono Y e M, poiché in base
all’ultima equazione i è fissato dai
mercati internazionali.
Cioè: i = iF
E. Marchetti
96
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Obiettivo interno e vincolo estero:
Problema:
LM*
IS*
iF
IS**
le partite correnti sono peggiorate:
LM**
A
E*
E**
BB
i
Y*
YP
perché YP > Y * ;
sono bilanciate da afflussi di capitali, ma
questo crea indebitamento nei confronti
dell’estero.
Per rimediare
occorre attuare politiche strutturali
di lungo periodo che migliorino la
competitività
La politica fiscale – spostando la IS – consente di raggiungere (YP , iF ) .
E. Marchetti
97
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
IS – LM – BB con perfetta mobilità dei capitali e tassi di cambio flessibili
L’aggiustamento ad uno squilibrio in BP avviene tramite variazioni di e:
eccesso di offerta
di € (di domanda
di valuta ex.)
⇒
e↑
⇒
miglioramento
della competitività
⇒
Se BP < 0
X↑ Z↓
(deprezzamento)
riequilibrio di BP
LM*
IS*
iF
IS**
LM**
E*
E**
Effetti di una politica monetaria
espansiva:
BB
A
Ora è la IS a spostarsi –
i
tramite il deprezzamento del cambio che
accresce il saldo corrente X – Z.
Y*
YP
E. Marchetti
98
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
da IS a IS’
Effetti di una politica fiscale espansiva:
Nel punto B è
BP > 0 ;
LM
IS
iF
IS’
- il cambio si apprezza ( e ↓ ) ,
B
- si perde competitività,
- peggiora il saldo X − Z
E
BB
- e la IS ritorna al punto di partenza E
i
Y*
YP
- In regime di cambi fissi:
politica monetaria inefficace
- In regime di cambi flessibili:
politica fiscale inefficace
E. Marchetti
99
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Quale regime del cambio scegliere?
Cambi fissi e cambi flessibili hanno ognuno svantaggi e vantaggi.
Cambi Flessibili
Cambi Fissi
Vantaggi
Certezza del cambio –
favorisce gli scambi
Facilitano i confronti
internazionali di produttività
Riduzione dell’impatto della
speculazione valutaria
Svantaggi
Perdita di autonomia della
politica monetaria
Necessità di mantenere
elevati livelli di riserve
Asimmetria nei vincoli esteri
tra i diversi paesi.
Difficoltà con l’obiettivo
interno, se diverso dal
vincolo estero
Vantaggi
Aggiustamento
automatico dei cambi (no
grandi riserve)
Svantaggi
Incertezza del cambio –
ostacola gli scambi
Il peggioramento del cambio
(in BP <0) lascia inalterata
la competitività relativa
Oscurano i confronti
internazionali di produttività
I cambi flessibili isolano
meglio i prezzi interni dalle
variazioni di quelli esteri
(varia solo il tasso e)
Maggiori possibilità per la
speculazione valutaria
Vincoli sulla politica fiscale
E. Marchetti
100
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
IL MODELLO AD–AS
Il livello dei prezzi P è ora una endogena.
Rimuoviamo l’ipotesi di prezzi fissi
Nel modello IS – LM, il reddito di equilibrio era quello che soddisfaceva la domanda aggregata.
YIS* − LM
=
Dunque:
quantità complessiva domandata di beni
Considerando P come variabile endogena nell’IS–LM, otterremo una funzione di domanda aggregata (o
macroeconomica) di beni
M⎞ k
1⎛
LM : i = ⎜ L − ⎟ + Y
h⎝
P⎠ h
che effetto ha un aumento di P?
P↑
⇒
M
↓ ⇒ i ↑ ( ∀ Y)
P
La LM si sposta verso l’alto.
E. Marchetti
101
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
i
LM2
LM1
Tre livelli crescenti:
LM0
P0 < P1 < P2
i*
i
Dall’equilibrio IS-LM:
IS
⎧
1
[C + I − bi ]
⎪ IS : Y =
1
−
c
⎪⎪
⎨
⎪
1
M
k
⎪ LM : i = ⎛⎜ L − ⎞⎟ + Y
⎪⎩
h⎝
P⎠ h
Y
P
P2
P1
P0
Si ottiene una relazione tra Y e P:
la funzione AD:
AD
Y2
Y1 Y0
Y
Y=
mh
mb ⎛ M
⎞
(C + I ) +
⎜ −L⎟
h + mbk
h + mbk ⎝ P
⎠
E. Marchetti
102
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
P
P
Effetti di variazioni di alcune esogene,
aumento di L
aumento di I , C
fermi restando i prezzi P:
AD’
AD
AD
AD’
Y
Y
P
aumento di M
AD’
AD
Y
E. Marchetti
103
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Come determinare i livelli di equilibrio di Y e di P?
Manca una relazione:
Offerta aggregata (AS)
deriva dal comportamento delle imprese:
Due possibili configurazioni di mercato:
massimizzazione del profitto
I)
concorrenza perfetta
II)
oligopolio (concorrenza
imperfetta)
Vediamo il comportamento di un impresa rappresentativa nel caso I)
E. Marchetti
104
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
I) Concorrenza perfetta
Funzione di produzione:
Y = f (N )
Un fattore variabile – lavoro, il cui costo è:
WN
max. profitto:
P = CMa
CMa =
dN
= inverso della produttività
dY
marginale
la produttività marginale
dC d (WN )
dN
=
=W
dY
dY
dY
P=
W
dY / dN
dY
è decrescente rispetto al fattore (N)
dN
quindi il costo marginale CMa =
W
dY / dN
è crescente rispetto a Y.
E. Marchetti
105
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
P,
CMa
CMa
Dunque:
P1
curva costi marginali (CMa) = curva di offerta (AS)
P0
Y0
Offerta AS:
Y
Y1
Y = Y S (P)
con:
dY
>0
dP
E. Marchetti
106
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
II) Oligopolio
Per un impresa oligopolista:
la produttività media e marginale sono costanti fino a un certo tratto, poi decrescono
fissazione del prezzo tramite mark – up ( π ) sui costi medi variabili:
P,
CMa
P = (1 + π )
WN
W
= (1 + π )
Y
q
Produttività madia del
lavoro
AS
Tratto di produttività
media/marg. costante
Tratto di produttività
media/marg. decrescente
Y0
Y1
Y
E. Marchetti
107
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Equilibrio di offerta e domanda aggregata
Analiticamente, la soluzione del
sistema:
mS b
mS h
M
⎧
:
=
(
−
(
/
)
)
+
⋅
E
b
h
L
AD
Y
⎪
h + mS bk P
h + mS bk
⎪
⎪
⎪ Con: E = C + I + G + c(TR − T )
⎨
⎪
⎪
⎪ AS : Y = Y S ( p)
⎪
⎩
P
AS
P*
AD
Y*
determina i valori Y* e P* di equilibrio
Y
E. Marchetti
108
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Statica comparata sull’ AS – AD:
instabilità delle aspettative sugli investimenti ( I ):
AS
P
AS
AD’
AD
P*
P**
B
E*
AD
E**
Y** Y*
Riduzione di I
( ΔI < 0 )
AD’
Y
E**
P**
P*
C
E*
Y*
Y**
Aumento di I
( ΔI > 0 )
E. Marchetti
109
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Y e N di equilibrio dipendono da domanda e offerta aggregata;
la domanda aggregata AD può essere troppo bassa:
Es.
possono entrambi essere inferiori al pieno impiego.
Si può agire con la politica macro per
stimolare la AD.
P
NOTA: la disoccupazione involontaria dovuta
a YP − Y * è in genere associata a qualche
frizione sul mercato del lavoro.
E*
P*
AS
AD
Y*
YP
Potrebbero essere dunque i salari monetari W,
ipotizzati rigidi, a creare la disoccupazione.
Y
Corrisponde a disoccupazione
involontaria (NP – N* ) > 0
E. Marchetti
110
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Effetti di una caduta dei salari nominali
Spostamento verso
il basso della AS
Eccesso di offerta
(fermi i prezzi)
Secondo gli economisti pre–keynesiani:
calano i
prezzi
aumenta M/P e si
riduce il tasso di i
aumentano gli
investimenti
aumentano reddito e
prodotto (lungo la AD)
- “effetto Keynes” -
Secondo Keynes, l’effetto positivo di W ↓ può essere controbilanciato:
• i salariati riducono i consumi; la propensione media al consumo si abbassa, e si riduce la AD (a causa di uno
spostamento della IS)
• la caduta dei prezzi può indurre aspettative di ulteriori riduzioni, facendo rinviare degli acquisti.
Oltre a ciò, ci possono essere dei limiti all’aumento di reddito legato alla diminuzione dei prezzi;
in altri termini, la AD può avere un tratto verticale
E. Marchetti
111
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
i
LM2
LM1
LM0
Ciò è dovuto alla
trappola della liquidità:
i
IS
Y
P
P2
P1
AD
P0
Y
Y2
Y1
Y0
E. Marchetti
112
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Possono esservi casi in cui l’equilibrio si ottiene in corrispondenza del tratto verticale della AD:
P
AD
AS
AS’
AS’’
Y0
YP
Y
E. Marchetti
113
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
LA MACROECONOMIA DAGLI ANNI 70 AD OGGI
inflazione e disoccupazione
Il dibattito si concentra, fino agli anni 90, su:
- spostamenti della AD
Sono i due principali indicatori di malessere macroeconomico
Dall’AD – AS:
- spostamenti della AS
P
AS’
AS*
P*
AD’
AD*
Yp
Y
E. Marchetti
114
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
L’inflazione però è il tasso di crescita dei prezzi nel tempo.
Cosa muove costantemente le due curve AD e AS?
i) Inflazione da costi
(sposta la AS)
P
AS’’
ii) Inflazione da domanda
(sposta la AD)
AS’
P’’
AS*
P’
P*
AD’’
Inflazione da domanda ⇒ incrementi della AD:
AD’
Y=
AD*
Yp Y’
mS h
mS b
M
( E − (b / h) L ) +
⋅
h + mS bk
h + mS bk P
Y
derivanti da aumenti di E o di M quando
l’economia parte da un livello superiore al pieno
impiego YP
E. Marchetti
115
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Inflazione da costi:
⇒
Y = Y S ( P, W , C )
incrementi della AS:
P
AS’’
AS’
P’’’
AS*
P’’
P’
AD’’
P*
AD’
AD*
Y’
Yp
Y
derivanti da aumenti di W (salari) o di C (altri costi per le imprese)
può insorgere anche se l’economia parte da un livello inferiore al pieno impiego YP
E. Marchetti
116
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Come si può analizzare il tasso di variazione dei prezzi (inflazione)?
~
Relazione tra Wt e ut :
~
Wt = w(ut )
con:
~
dWt
<0
dut
Curva di Phillips:
~ W − Wt −1
Wt = t
Wt −1
~
perché esiste questa relazione negativa tra Wt e ut ?
Meccanismo di disciplina dei lavoratori
ut =
ut può includere sia i
disoccupati involontari
che quelli volontari
Squilibrio domanda–offerta di lavoro
la disoccupazione riduce il potere contrattuale dei
lavoratori o dei sindacati:
- se domanda N > offerta N
~
Wt > 0
ut ↑
- se domanda N < offerta N
~
Wt < 0
- se domanda N = offerta N
~
Wt = 0
~
Wt ↓
minor forza contrattuale
meno rivendicazioni
ricorda l’esercito industriale di riserva di Marx.
LFt − N t
LFt
tanto più grande è il divario tra domanda e offerta, tanto più
intensamente varieranno i salari.
E. Marchetti
117
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Dai salari nominali ai prezzi.
con q e π costanti:
~ P − Pt −1
=
Pt = t
Pt −1
Assumiamo un AS orizzontale (oligopolio):
P = (1 + π )
WN
W
= (1 + π )
Y
q
Wt
W
− (1 + π ) t −1
W − Wt −1 ~
q
q
= t
= Wt
Wt −1
W
t −1
(1 + π )
q
~
Pt = p (ut )
~
dPt
con:
<0
dut
(1 + π )
~
L’inflazione Pt sarebbe prociclica:
Curva di Phillips in Italia (1959-1969)
9,0
8,0
7,0
Tasso di inflazione
6,0
5,0
4,0
3,0
2,0
1,0
0,0
-1,0
-2,0
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
4,5
5,0
5,5
6,0
Tasso di disoccupazione
E. Marchetti
118
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Curva di Phillips nel tasso di inflazione:
~
P
u
u
E’ stata interpretata come un menù per la politica economica.
u era considerato come il tasso al quale (in assenza di inflazione) i sindacati non avanzavano rivendicazioni – ma
poteva comportare disoccupazione involontaria.
E. Marchetti
119
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Il monetarismo
ripropongono la teoria quantitativa della moneta:
Milton Friedman e la scuola di Chicago
Il problema principale era il ruolo della politica monetaria:
MV = PY
la stagflazione degli anni 70:
Inflazione e dis occupazione in Italia (1970-1980)
25,0
Tasso di inflazione
20,0
15,0
10,0
5,0
0,0
3,5
4
4,5
5
5,5
6
6,5
Tas s o di dis occupazione
E. Marchetti
120
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Mercati concorrenziali:
Curva di Phillips:
~
u = tasso di disocc. con Pt = 0 ; è chiamato: tasso naturale di disoccupazione ( u N )
~
Wt = η (u N − ut )
• Equilibrio del mercato del lavoro: ut = u N ;
~
• se si parte da ut = u N , i salari non dovrebbero variare (Wt = 0 );
• questo però vale per i salari reali; non per quelli monetari; infatti:
• domanda e offerta di lavoro sono funzioni del salario reale
• se P ↑ del 5%
W
P
W ↑ del 5% per mantenere inalterato
W
P
• se ciò non accadesse, i lavoratori soffrirebbero di illusione monetaria
in contrasto con l’ipotesi di
comportamento razionale
E. Marchetti
121
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
~
Occorre modificare la relazione Wt = η (u N − ut ) per evitare la possibilità di illusione monetaria
Pte
Per Friedman, il salario contrattato è influenzato dalle attese sui prezzi futuri:
Wt ↑= Pte ↑
Se vi è equilibrio nel mercato del lavoro ut = u N :
~ ~
• se Wt > Pt e
eccesso di domanda di lavoro: ut < u N
~ ~
• se Wt < Pt e
eccesso di offerta di lavoro: ut > u N
~
Dunque la relazione tra Wt e ut sarà:
~
~
Wt = η (u N − ut ) + Pt e
cioè:
~ ~
Wt = Pt e
Curva di Phillips aumentata con le aspettative
~
~
Pt = η (u N − ut ) + Pt e
E. Marchetti
122
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
I due elementi monetaristi:
- interpretazione di u N come tasso naturale di disoccupazione;
~
~
- introduzione delle aspettative nella curva di Phillips: Pt = η (u N − ut ) + Pt e
potevano spiegare l’assenza di relazione tra inflazione e disoccupazione nel lungo periodo:
Inflazione e disoccupazione in USA 1954 – 1994
Periodo:
Tasso di disoccupazione
Tasso di inflazione
1954 – 1963
5,7
1,6
1964 – 1972
5,6
3,4
1973 – 1978
6,1
9
1979 – 1987
6,2
4,4
1988 – 1994
6,1
2,7
E. Marchetti
123
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Alla base di questa spiegazione vi sono i possibili spostamenti della curva di Phillips:
~
~
Pt = η (u N − ut ) + Pt e ,
~
cioè variazioni di Pt e :
~
Pt
10%
5%
0
~
P e = 10%
uN
~
P e = 5%
u
~
Pe = 0
E. Marchetti
124
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Se
~ ~
Pt > Pt e
ut < u N
Partiamo dal pieno impiego: YP ⇒ u N ;
se:
~ ~
Pt < Pt e
ut > u N
l’inflazione attesa per il tempo t sale al 5% :
~
Pt e = 5%
~
nel caso in cui i salari contrattati aumentino anch’essi del 5% (Wt = 5% ), W/P rimane invariato, la AS si è spostata
verso l’alto a t.
• se anche la AD si sposta verso l’alto del 5% (perché aumenta in tal misura l’offerta di M), il prodotto rimane
YP ⇒ u N .
• se la AD si sposta verso l’alto di più del 5% (l’offerta di M aumenta in misura maggiore), in t ci sarà un aumento
~ ~
maggiore dei prezzi: Pt > Pt e ; quindi Yt > YP ⇒ ut < u N .
• se la AD si sposta verso l’alto di meno del 5% (l’offerta di M aumenta in misura minore), in t ci sarà un aumento
~ ~
minore dei prezzi: Pt < Pt e ; quindi Yt < YP ⇒ ut > u N .
E. Marchetti
125
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Friedman specifica il modello di formazione delle aspettative:
Aspettative adattive:
~
~
~
~
Pt e = P e t −1 + β ( Pt −1 − P e t −1 )
0 < β ≤1
In forma semplificata:
~
~
Pt e = Pt −1
β = 1:
Curva di Phillips:
~ ~
Pt = Pt −1 + η (u N − ut )
Tre principali risultati monetaristi:
aspettative statiche
1. trade-off inflazione – disoccupazione solo nel breve periodo.
2. se l’inflazione è mantenuta costante,
⇒
u N = ut
3. ipotesi accelerazionista: politiche volte a mantenere ut < u N pagano questo risultato con una continua crescita
~ ~
del tasso di inflazione: infatti u N − ut > 0 ⇒
Pt − Pt −1 > 0 .
E. Marchetti
126
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
I risultati 1. e 2. :
~
Pt
PCL
~
P3
~
P2
~
P1
0
breve periodo:
lungo periodo:
~
~
C: P e = P2
~
~
B: P e = P1
u’
uN
u
~
A: P e = 0
Diversa definizione di lungo periodo:
~
~
Pt ≠ Pte (≠ Pt −1 )
~
~
Pt = Pte (= Pt −1 )
- nel breve periodo le previsioni sull’inflazione vengono
riviste;
-
nel lungo esse coincidono con i valori effettivi.
E. Marchetti
127
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Overshooting delle politiche monetarie di rientro dall’inflazione:
~
Pt
~
~
Si parte da P3 : le autorità vogliono raggiungere P1
PCL
~
P3
Le aspettative si aggiustano lentamente e spostano
la curva di Phillips
~
P2
~
P1
0
uN
Prescrizione di politica monetaria:
u’’
u
Ciò sposta momentaneamente la disoccupazione ad
un livello u’’ maggiore di uN
Mantenere costante nel tempo il tasso di
variazione della moneta: la regola del k%
E. Marchetti
128
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
La Nuova Macroeconomia Classica (’70 – ‘80)
- Fondare i modelli macro rigorosamente su ipotesi di comportamento razionale degli agenti e sull’equilibrio
economico generale (microfondazioni)
- ipotesi di aspettative adattive poco coerente con l’ipotesi di razionalità;
⇒
aspettative razionali.
Rafforzamento dei risultati monetaristi:
- le politiche macroeconomiche sono efficaci sulle variabili reali solo se “sorprendono” gli altri agenti economici
– inducono errori nelle aspettative.
- se sono correttamente previste – e ciò accade in media – esse non hanno effetto sulle variabili reali, ma solo su
quelle nominali.
¾ robustezza dei risultati;
Critiche alla NMC:
¾ scarsa capacità di spiegare alcuni fatti stilizzati del ciclo economico;
¾ scarsa capacità di spiegare l’isteresi del tasso di disoccupazione.
E. Marchetti
129
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
La Nuova Economia Keynesiana (’90 – …)
• Si cerca di elaborare modelli macro coerenti con le microfondazioni (comportamenti razionali e equilibrio
generale)
• Tali micorfondazioni cercano però di includere e spiegare anche imperfezioni nel meccanismo di mercato
Un modello macro con concorrenza monopolistica sul mercato dei beni:
Equilibrio del price – maker:
RMa = CMa
elasticità della domanda dei beni al prezzo: E = −
dY P
⇒
dP Y
P+
dP
W
Y=
dY
dY / dN
dP
P
Y =−
dY
E
E. Marchetti
130
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
W
⎛ 1⎞
P ⎜1 − ⎟ =
⎝ E ⎠ dY / dN
La condizione di primo ordine del monopolista è:
W
P
⇒
P=
1
CMa
1 −1/ E
Le imprese prendono W come un dato e fissano P;
con simmetria (agenti tutti uguali):
dY
dN
PRW:
PRW
W ⎛ 1 ⎞ dY
= ⎜1 − ⎟
P ⎝ E ⎠ dN
N
E. Marchetti
131
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Aggiungiamo concorrenza imperfetta nel mercato del lavoro:
lavoratori (sindacati) fissano i salari nominali
Diversi modelli di contrattazione: i salari nominali sono superiori al livello di concorrenza (potere di contrattazione):
W
P
BRW
NS
N
d (W / P) B
BRW: ⇒
> 0 il salario contrattato cresce con l’aumentare dell’occupazione
dN
disoccupazione
⇒
minor rischio di
E. Marchetti
132
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Competing claims equilibrium
cioè equilibrio delle rivendicazioni contrapposte sulla distribuzione del reddito;
W
P
Se
BRW
assumiamo aspettative statiche:
N > N*
⇒ BRW > PRW
I sindacati chiedono maggiori aumenti
salariali che le imprese scaricano sui prezzi
⇒ l’inflazione cresce
NS
(W/P)*
(W/P)p
dY
dN
Se
PRW
N*
Np
N
N < N*
⇒ BRW < PRW
I sindacati chiedono minori aumenti salariali;
le imprese aumentano di meno i prezzi ⇒
l’inflazione cala
disoccupazione involontaria
(FL – N*) / FL = NAIRU (non-accelerating inflation rate of unemployment)
E. Marchetti
133
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Inflazione da conflitto distributivo:
PRW con produttività del lavoro costante:
il meccanismo del competing claims equilibrium
P = (1 + π )
W
q
e m=
π
1+ π
Nota:
W
P
La PRW è
orizzontale
W
= (1 − m )q
P
q = mq +
BRW
W
P
q
mq
(W/P)*
PRW
(1-m)q
N*
quota della
produttività
che và alle
imprese
quota della
produttività che
và ai lavoratori
(= 1 – m)
N
E. Marchetti
134
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Curva di Phillips con NAIRU:
~ ~
Pt = Pt e + η (u * −ut )
In base a questa interpretazione l’inflazione può essere causata anche dal conflitto distributivo:
- Aumento del potere di contrattazione dei lavoratori
- Aumento del potere di fissazione del prezzo delle imprese
La BRW si sposta verso l’alto
La PRW si sposta verso il basso
Il NAIRU si può spostare nel tempo a seguito di spostamenti della BRW e/o della PRW.
Ridurre il NAIRU:
- politiche dei redditi
- politiche della concorrenza
BRW e PRW dipendono anche dalla domanda aggregata:
Politiche della domanda aggregata possono influire sul NAIRU
E. Marchetti
135
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
TEORIA DELLA CRESCITA
sviluppo economico e
crescita economica
Crescita:
PIL reale - Italia 1970-2003
13,8
13,7
13,6
Obiettivo:
spiegare il trend
13,5
13,4
13,3
PIL reale
Trend di lungo periodo
13,2
2002
2000
1998
1996
1994
1992
1990
1988
1986
1984
1982
1980
1978
1976
1974
13
1972
13,1
1970
PIL reale (logaritmi)
Differenza tra
Anni
E. Marchetti
136
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
La teoria della crescita fino agli anni 50: Harrod - Domar
- un solo bene omogeneo
(approccio macro)
- economia chiusa – assenza
di P.A.
Integra la teoria keynesiana della domanda aggregata con l’analisi di lungo periodo:
- un solo bene omogeneo (approccio macro)
- economia chiusa – assenza di P.A.
Funzione di produzione:
Y = f (E ⋅ N , K )
E = efficienza tecnica del lavoro
(progresso tecnologico)
EN = lavoro in unità di efficienza
Tasso di crescita del progresso tecnico
(“neutrale secondo Harrod”):
λ=
Et − Et −1
Et −1
Rendimenti costanti di scala:
αY = f (α ( E ⋅ N ), αK )
Rapporto capitale/prodotto:
ν=
Assenza di ammortamento:
investimento netto = investimento lordo
K
Y
E. Marchetti
137
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Il rapporto
Se:
E↑
K
è un dato:
E⋅N
⇒ aumenta Y ma non cambia v =
Rendimenti di scala costanti
Yt k
=
salario e saggio di rendimento del capitale costanti
K
Y
Il prodotto Y varia nella stessa proporzione in cui varia
capacità produttiva (il prodotto ottenibile impiegando tutto K e tutto EN al tempo
t, cioè per un dato v)
PIL effettivamente prodotto al tempo t:
Yt = Ct + I t = cYt + I t
Vincolo di accumulazione del capitale:
K t +1 = K t + I t
⇒
Y = AD
⇒
K
E⋅N
Yt k =
Yt =
Kt
v
1
1
It = It
1− c
s
E. Marchetti
138
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
L’incremento di capacità produttiva è data dall’accumulazione di capitale:
Assumiamo che al tempo t:
ma: I ↑ ⇒
Yk ↑
1
1
Yt k+1 − Yt k = ( K t +1 − K t ) = I t
v
v
Yt = Yt k
e anche : I ↑ ⇒
Y↑
- al tempo t gli investimenti assicuravano un reddito pari alla capacità produttiva:
I t = sYt k
- affinché ciò sia vero anche a t+1 dovrà valere:
I t +1 = sYt k+1
Variazione degli I che garantisce un aumento di domanda aggregata pari all’aumento di capacità produttiva:
I t +1 − I t = s (Yt k+1 − Yt k )
E. Marchetti
139
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Dunque abbiamo:
►
I t +1 − I t = s (Yt k+1 − Yt k )
Crescita investimenti che garantisce equilibrio Y = AD e coerenza con lo sviluppo
della capacità produttiva.
►
1
Yt k+1 − Yt k = I t
v
Regola di variazione della capacità produttiva
Sostituendo la seconda nella prima:
Tasso di variazione degli investimenti che garantisce che la crescita
della capacità produttiva sia sempre assorbita dalla crescita della AD:
I t +1 − I t s
= = gw
It
v
Se I t crescono al saggio g w
⇒
Yt cresce allo stesso saggio g w :
1
1
I t +1 − I t
Yt +1 − Yt s
s = I t +1 − I t
=
1
It
Yt
It
s
E. Marchetti
140
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
v↓
⇒
aumenta la produttività del capitale
⇒
↑ gw =
s
v
s↑
⇒
aumenta la quota che può essere investita
⇒
↑ gw =
s
v
- Però non è detto che un aumento di s (risparmi) generi per forza un aumento degli investimenti:
- occorre che il maggior risparmio sia assorbito dalla AD
- altrimenti si avrà sottoutilizzo della capacità produttiva
(non vale più la relazione I t = sYt k ∀t ).
Ruolo di lungo periodo per la politica di sostegno alla domanda.
E. Marchetti
141
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
A quale saggio deve crescere Y per assicurare il pieno impiego stabilmente?
qt = produttività del lavoro.
LFt = forze di lavoro
se c’è pieno impiego al tempo t:
Yt = qt ⋅ N t = qt ⋅ LFt
tasso di crescita della popolazione:
tasso di progresso tecnico:
λ=
Et − Et −1 qt +1 − qt
=
Et −1
qt
g n = tasso a cui deve crescere Y per avere sempre il pieno impiego:
Definizione:
Yt +1 = (1 + g n )Yt
LFt +1 − LFt
= nt
LFt
⇒
Sottraendo ambo i membri Yt :
Yt +1 = qt +1 ⋅ N t +1 = (1 + λ )qt ⋅ LFt (1 + n)
Yt +1 − Yt = (λ + n + λn)qt LFt + qt LFt − Yt (= qt LFt )
(λ + n + λn)qt LFt + qt LFt
g n = λ + n ( + λn)
E. Marchetti
142
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
saggio naturale di crescita:
gn = λ + n
può essere uguale o diverso dal saggio garantito
gw =
s
v
se
gw = gn
⇒
crescita di equilibrio senza disoccupazione
se
gw < gn
⇒
crescita di equilibrio della AD con disoccupazione strutturale
se
gw > gn
⇒
crescita dell’occupazione maggiore di quella delle forze lavoro
E. Marchetti
143
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
La teoria della crescita neoclassica: Solow
gw ≠ gn
⇒
meccanismo di
⇒
riequilibrio di mercato
Rendimenti costanti di scala:
poniamo: x =
1
E⋅N
⇒
variazioni in
K
E⋅N
⇒
variazioni in v =
K
Y
⇒
gw ≅ gn
xY = f ( x( E ⋅ N ), xK )
Y
⎛
= f ⎜1,
E⋅N
⎝
Funzione di produzione in forma intensiva:
K ⎞
⎟
E⋅N ⎠
con:
y=
Y
;
E⋅N
k=
K
E⋅N
⇒
y = φ (k )
E. Marchetti
144
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
La funzione di produzione in forma intensiva conserva le proprietà della produttività marginale dei fattori:
dy
>0
dk
y
d2y
<0
dk 2
y = φ (k )
tan a =
tan a =
1
v
y Y / EN Y 1
=
= =
/
k K EN K v
k
man mano che k aumenta,
aumenta anche v =
K
Y
E. Marchetti
145
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Assumiamo che il sistema si sviluppi al tasso garantito g w :
Definiamo:
i=
I
E⋅N
y, i
il risparmio s ⋅ y
gli investimenti e la AD assorbono il risparmio
corrispondente alla capacità produttiva.
è assorbito dagli investimenti
i=
I
E⋅N
ed è coerente con la capacità produttiva:
φ (k ) = y
y = φ (k )
s ⋅ φ (k )
i = s ⋅ φ (k )
tan β =
s⋅ y s
= = gw
v
k
k
E. Marchetti
146
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
y varia a causa di due forze:
se
k = k*
- investimento (aumento cap. prod.), k ↑
- sviluppo di E e di N:
n+λ
(k ↓)
le due forze si bilanciano ⇒ k è costante ⇒ y è costante
Inoltre:
φ (k )
y, i
(n + λ )k
-
se k = k *
⇒
g w = g n (= n + λ )
s ⋅ φ (k )
-
se k > k *
⇒
gw < gn
-
se k < k *
⇒
gw > gn
Quando k = k * si raggiunge lo
→ gn
k*
k
stato stazionario (o stato uniforme)
E. Marchetti
147
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
meccanismo di riequilibrio nel mercato dei fattori
Ipotesi: i mercati dei fattori sono in concorrenza perfetta (lungo periodo)
Se k > k *
⇒ gw < gn
Quando k = k * ⇒
⇒ si forma
gw = gn
disoccupazione
⇒ i salari reali
scendono
le imprese
⇒ assumono più ⇒ k = K diminuisce
E⋅N
lavoro
non c’è più disoccupazione, i salari reali restano stabili e il rapporto k non varia.
In stato uniforme ( k = k * ), tutte le variabili endogene (Y, K, I, N, ecc.) crescono allo stesso tasso:
gn = n + λ
Inoltre:
- i salari reali (in unità di efficienza) sono costanti; quelli assoluti crescono al tasso λ (produttività del lavoro)
- le quote di reddito che vanno ai fattori (capitale e lavoro) restano costanti
E. Marchetti
148
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Effetti di un aumento della propensione marginale al risparmio s:
nuovo stato stazionario: k**
φ (k )
y, i
s '⋅φ (k )
s ⋅ φ (k )
in k* c’è ora eccesso di impiego di lavoro ( g w > g n )
i salari aumentano
si riduce l’utilizzo di lavoro
k*
k**
k
k aumenta portandosi verso k**
Una volta raggiunto k** il tasso di crescita di equilibrio del reddito sarà però sempre uguale a n + λ
E. Marchetti
149
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Sviluppi successivi della teoria della crescita
Uno dei principali problemi dei modelli precedenti è la difficoltà di spiegare le esperienze storiche di sviluppo assai
differenziati di molti paesi e aree del mondo.
- modelli multisettoriali
- sviluppi del modello di Solow (modelli con vintage di capitale)
- modelli di crescita endogena
Sviluppi a partire da Solow
⇒
“neutrale secondo Harrod”:
Y = f (E ⋅ N , K )
“neutrale secondo Hicks”:
Y = E ⋅ f (N , K )
progresso tecnico
il progresso tecnico E si “spande” sui fattori
di produzione in modo uniforme.
E. Marchetti
150
Università di Roma La Sapienza - Facoltà di Economia
Modelli con diverse “annate” (vintage) di beni capitali: ogni K t ha il suo specifico livello di efficienza tecnologica.
tanto maggiore è il tasso di ammortamento del capitale
⇒
tanto più lato è il tasso di crescita del reddito.
Modelli di crescita endogena
nei modelli neoclassici a là Solow il tasso di crescita di equilibrio n + λ è “esogeno” – non è influenzato dalle
decisioni di risparmio degli agenti economici e quindi dalle loro preferenze intertemporali.
Nei modelli di crescita endogena tali preferenze hanno invece un ruolo; ciò è dovuto a:
¾ esternalità di produzione; es. learning by doing (P. Roemer)
¾ accumulazione di capitale umano (R. Lucas).
E. Marchetti