Pronti? Via! - Cantook.net

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Collana di narrativa per la scuola media
Fa
Il camaleonte
Una storia dentro
i quadri
a cura di Enza D’Esculapio e Marcella Peviani
Maurizio Elettrico
Excerpt of the full publication
Gruppo Editoriale Esselibri - Simone
®
Il camaleonte
Collana di narrativa per la scuola media
Una storia dentro
i quadri
a cura di Enza D’Esculapio e Marcella Peviani
Maurizio Elettrico
Gruppo Editoriale Esselibri - Simone
®
Excerpt of the full publication
Copyright © 2006 Esselibri S.p.A.
Via F. Russo 33/D
80123 Napoli
Tutti i diritti riservati
È vietata la riproduzione anche parziale
e con qualsiasi mezzo senza l’autorizzazione
scritta dell’editore.
Azienda certificata dal 2003 con sistema qualità ISO 14001: 2004
Per citazioni e illustrazioni di competenza altrui, riprodotte in questo libro, l’editore è a disposizione
degli aventi diritto. L’editore provvederà, altresì, alle opportune correzioni nel caso di errori e/o
omissioni a seguito della segnalazione degli interessati.
Prima edizione: aprile 2006
ISBN 88-244-7872-7
S212 - Una storia dentro i quadri
Ristampe
8 7 6 5 4 3 2 1
2006 2007 2008 2009
Questo volume è stato stampato presso
«Arti Grafiche Italo Cernia»
Via Capri, 67 - Casoria (NA)
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La revisione didattica è delle direttrici di Collana Enza D’Esculapio e Marcella Peviani
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Redazione:
Susanna Cotena
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Illustrazioni:
Giovanni Abeille
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Copertina:
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Una storia dentro i quadri è una vivace narrazione che introduce il ragazzo nel mondo dell’arte degli ultimi due secoli, sensibilizzandolo, attraverso una forma narrativa fantasiosa e divertente, ai grandi temi della Storia dell’arte.
I due bizzarri protagonisti, Flic e Leonardo, compiono uno straordinario viaggio virtuale nel mondo delle arti figurative, interagendo
con i luoghi e i personaggi di alcune famose opere. Il volumetto
riprende quindi i modelli attuali del cartone animato e del videogame, ma si ispira anche al racconto tradizionale.
Le parole colorate rimandano al pratico Glossarietto dei movimenti
artistici che fornisce allo studente un facile e funzionale supporto
teorico da affiancare alle illustrazioni delle opere, presenti con le
rispettive didascalie in ciascun capitolo e talvolta richiamate da un
logo di rinvio. I temi trattati nel corso della narrazione sono inoltre
sviluppati nell’apparato didattico, arricchito ulteriormente da esercitazioni, quiz e giochi.
A corredo del testo Linea di arrivo (Scheda di lettura globale) e I
suggerimenti del camaleonte (Scheda di riepilogo relativa alle tecniche narrative).
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Premessa
Capitolo primo • Anche le statue si annoiano
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • La trafila: A – B = C
Capitolo secondo • Era il 1518 e…
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Avanti o indietro?
Capitolo terzo • Leonardo incontra Flic, intraprendente
bambino alieno
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Chi apparirà?
Capitolo quarto • A bordo di una canzone
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Una dopo l’altra
Capitolo quinto • Viva il raffreddore!
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Le croci “magiche”
Capitolo sesto • Era meglio tenere la bocca chiusa!
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Ancora croci “magiche”!
Capitolo settimo • Un tutù con le pulci!
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • 2 × 2 = Quattro… ovvero
cruciverba automobilistico
Capitolo ottavo • In volo con i corvi
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Poesiola… rompicapo
Capitolo nono • Ma quanti sono i girasoli?
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Che bel girasole!
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Indice •
Capitolo decimo • Finalmente a Tahiti!
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Che… corrente!
Capitolo undicesimo • Non a tutti piacciono gli scarafaggi
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • L’inizio del contrario
Capitolo dodicesimo • Un pomeriggio da… cani!
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Estrazione del cerchio
Capitolo tredicesimo • La rabbia di un angelo
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Somma di iniziali
Capitolo quattordicesimo • Il mostro innamorato
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Un cruciverba… mostruoso
Capitolo quindicesimo • I Nabis e la giungla
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • La colonna centrale
Capitolo sedicesimo • Che incubo!
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • L’eliminazione
Capitolo diciassettesimo • Una vanitosa… decapitatrice
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Cruciverba… innamorato
Capitolo diciottesimo • Un bagnante sfortunato e cinque
danzatrici
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Cruciverba… marino
Capitolo diciannovesimo • Che strano museo!
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Attenti alla doppia!
Capitolo ventesimo • Una chitarra… comoda?!
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Cruciverba… musicale
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Indice •
Capitolo ventunesimo • Quadri… pericolosi
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Lettere… in libertà
Capitolo ventiduesimo • E pensare che non aveva
la bocca…
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Rebus… in giallo
Capitolo ventitreesimo • Triangoli, rettangoli, linee
incrociate…
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Cruciverba sillabico
Capitolo ventiquattresimo • Ragni o fantasmi?
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Un cruciverba… pauroso!
Capitolo venticinquesimo • Che mal d’orecchi!
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Metti la… seconda!
Capitolo ventiseiesimo • Non è facile nuotare
in una piscina a olio!
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Facciamo ordine!
Capitolo ventisettesimo • Ritorno al Tempio dell’Arte
Pronti? Via!
I giochi del camaleonte • Cruciverba a scale
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Glossarietto dei movimenti artistici
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Linea di arrivo • Scheda di lettura globale
» 233
I suggerimenti del camaleonte • Scheda di riepilogo
relativa alle tecniche narrative
» 237
Lettera al camaleonte
» 241
Soluzioni dei giochi del camaleonte
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Capitolo primo
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Su di un trasparente asteroide nella costellazione del Draco (ricavato non si sa se dal dente di un dinosauro intergalattico o dall’arte di qualche vetraio alieno) sorge un tempio, il Tempio dell’Arte,
tutto tondo con un unico foro al centro del
tetto, che pare un occhio che guarda le
stelle. A sorvegliarlo vi sono sette statue di sette artisti, che furono importanti nei tempi passati della storia umana, tutte fatte di metalli diversi. C’è la statua di Michelangelo,
interamente di piombo, i cui occhi
guardano verso Saturno, il pianeta
con gli anelli. Ce ne sono poi altre,
con faccioni un po’ inespressivi, tutte rigorosamente di metallo, che guardano ora questo ora quel pianeta.
Infine, in un luogo più nascosto del
tondeggiante Tempio, si trova la statua di Leonardo da Vinci, alta alta,
tutta d’oro, che sprizza raggi come
se fosse il Sole.
Un giorno come tanti altri Leonardo, annoiato per la sua immobilità “statuaria”, se ne stava in
un angoletto a contemplare l’uni7
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1. Anche le statue si annoiano •
verso. Si sentiva come un vermiciattolo seppellito in terra per
metà, la cui testolina sbucava fuori ad ammirare le stelle luccicanti e libere di muoversi nel cosmo. Era questa la peggiore
pena per un artista come lui, che era stato in più anche scienziato: finire così, come una statua d’oro, che per di più sembrava la
bomboniera di un matrimonio di cattivo gusto, con le mosche di
un pianeta vicino che le ronzavano intorno cercando il sacchetto
dei confetti.
“Ah, che bella fine! – si diceva – E che noia! Qui per ammazzare
il tempo non si può neanche scrivere, perché gli angeli non ti
procurano mai la carta, un computer, poi, manco a parlarne; e se
vuoi dipingere, ti dicono che non è più di moda e che il colore a
olio gocciola giù su stelle e pianeti, macchiandoli e sporcandoli.
Uffa, che barba!!” E in effetti la barba d’oro di Leonardo era
cresciuta a dismisura, addirittura più di trecento chilometri, e costituiva un ricco filone aurifero per le galassie circostanti. Proprio
per questa ragione, l’unico gesto che Leonardo faceva spesso era
quello di scrollare da questa chilometrica barba gli gnomi spaziali
che gliela sfoltivano tutta, perché gli gnomi, anche se spaziali,
restano essenzialmente dei minatori e si davano da fare ininterrottamente su quella “miniera” a cielo aperto! Povero Leonardo! E poi
non andava mai a trovarlo nessuno! Beh, proprio nessuno no… in
verità qualcuno c’era: si trattava di un fantasma, il fantasma di un
gabbiano di nome Georges, che diceva di essere figlio illegittimo
di un poeta francese. Aveva fatto amicizia con lo sciame di mosche
interplanetarie che, in una nuvoletta ronzante, svolazzava sempre
attorno alla statua di Leonardo. C’era un inconveniente, però:
Georges faceva la pupù come un vero e proprio gabbiano e
spesso imbrattava la testa di Leonardo, che si sentiva come la bitta
di un porticciolo malfamato e non sopportava più quella pupù
verde fosforescente.
Gli astrobus turistici, invece, lo spaventavano a morte. Quando ne
vedeva uno, si nascondeva dappertutto, dietro le colonne, sul
tetto, in cantina.
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Excerpt of the full publication
1. Anche le statue si annoiano •
Ma il trauma peggiore lo ebbe dall’incontro con una signora aliena
con una permanente altissima e minacciosa e un incarnato verde
iguana. La signora era scesa con una comitiva di cinquantacinque
turisti da un astrobus di cristallo rosa e, mentre i suoi compagni
andavano in giro ad ammirare le opere d’arte custodite nel Tempio, lei si era fissata con il povero Leonardo:
«Scusi, signore, ma lei mica è una statua?» gli aveva detto guardando Leonardo con l’espressione intensa e poco romantica di un
camaleonte strabico.
«Certo, signora, sono la statua di Leonardo o, per essere più esatti,
sono Leonardo in statua.»
«Sarà… Ma, dica un po’, lo sa che l’oro giallo “fa pacchiano”?»
«Ignoro cosa sia “pacchiano”, signora.»
«Lo vedo bene, ne è una dimostrazione evidente, mia cara statua
del signor Leonardo, dal momento che luccica di oro giallo dappertutto. Perché, piuttosto, non si fa cromare di argento o di
platino? È decisamente più chic. Non per dire altro, ma tenga
presente che questo dovrebbe essere il Tempio del Buon Gusto
oltre che dell’Arte. E lei, con questo suo oro sfavillante, non ne è
certo un esempio. Ma ora la saluto, debbo proprio andare.»
E si allontanò, facendo un gesto di insofferenza tutto snob con il
foulard rosa che teneva nella sua unica mano al centro di un
cappottino giallo.
L’unica cosa che sollevava Leonardo da questa solitudine intellettuale e dall’incomprensione di cui si sentiva afflitto erano le visite
che riceveva da alcuni animaletti carini e molto simpatici. Non si
trattava di vere e proprie creature della natura, ma piuttosto di
abitanti di antichi e polverosi libri: infatti venivano tutti da bestiari
medievali e rinascimentali, e sembravano disegnati con gessetti su
lavagne nere dalla mano fantasiosa di un bambino. Loro rivolgevano a Leonardo continue domande sull’arte del Rinascimento,
nelle lingue più strane, facendo uscire dalla testa dei luminosi
punti interrogativi, e lui subito rispondeva, mentre atomi d’oro
saltellavano allegri sulla sua pelle. Intanto il buon Leonardo, a cui
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1. Anche le statue si annoiano •
anche da statua il sale in zucca non mancava, aveva imparato il
significato del chicchichirichìcocochì di un antico e mai esistito
gallo con la coda di gatto. Ma conosceva anche cosa volesse dire
il famoso singsing glugluglu baubau gluglu di una sirena con la
faccia di cagnolino che, su l’intero pianeta Terra, avevano visto, e
per un’unica volta, un ubriaco di Trieste e un pazzo di Bombay.
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scheda operativa
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1 Per ricordare… in generale
comprensione globale
Indica con una x la risposta esatta
1. Dove si trova la statua di Leonardo?
❑ Su un asteroide trasparente
❑ Sul pianeta Saturno
❑ Nel Tempio dell’Arte
2. Quale famoso artista rappresenta l’altra statua che si trova nello stesso luogo?
❑ Giotto
❑ Michelangelo
❑ Raffaello
3. Perché Leonardo si annoia?
❑ Non può parlare con nessuno
❑ Non può scrivere né dipingere
❑ Non ha fatto amicizia con le altre statue
4. Chi va a fargli visita?
❑ Il fantasma di un poeta francese
❑ Il fantasma di un gabbiano
❑ Il fantasma di un pellicano
5. Cosa solleva Leonardo dalla sua solitudine?
❑ La visita di una signora aliena
❑ La visita degli altri artisti
❑ La visita di alcuni animaletti immaginari
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1. Anche le statue si annoiano •
2 Per ricordare… i particolari
comprensione approfondita
Indica con una x la risposta esatta
1. In quale costellazione si trova l’asteroide su cui sorge il Tempio dell’Arte?
❑ Andromeda
❑ Sagittario
❑ Draco
2. Quante sono le statue degli artisti che si trovano nel Tempio?
❑ 2
❑ 8
❑ 7
3. Perché Leonardo non può scrivere?
❑ Gli angeli non gli procurano la carta
❑ È vietato scrivere nel Tempio
❑ Il computer è guasto
4. Perché Leonardo non può dipingere?
❑ Non ne ha voglia
❑ Il colore gocciola e macchia stelle e pianeti
❑ Non ha colori a olio
5. Chi sfoltisce la barba d’oro di Leonardo?
❑ Gli animaletti di bestiari medievali
❑ Gli gnomi spaziali
❑ Gli angeli
6. Cosa rimprovera a Leonardo la turista aliena?
❑ Di essere poco attivo
❑ Di essere vestito in modo troppo appariscente
❑ Di essere vestito in modo “pacchiano”
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1. Anche le statue si annoiano •
3 Scrivere e riscrivere
produzione
1. Quale altro titolo daresti al capitolo? Scegli fra questi proposti e giustifica la
tua scelta negli appositi righi.
❑ La solitudine di una statua
❑ Leonardo e il Tempio dell’Arte
❑ Che barba!
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I GIOCHI DEL CAMALEONTE
La trafila: A – B = C
Rispondi alle definizioni A e B e riporta le risposte nelle relative colonne; nella colonna C
inserisci la lettera risultante da A – B (la lettera cioè ottenuta sottraendo le parole della
fila B dalle corrispondenti parole della fila A; es.: arca (risposta alla definizione A) - ara
(risposta alla definizione B) = c (che va inserita nella colonna C). Otterrai così il nome di
uno dei protagonisti di questa “storia dentro i quadri”.
훽
훾
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Excerpt of the full publication
훿
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1. Anche le statue si annoiano •
Definizioni A
1. Oggetto rotondo e rimbalzante con cui
giocano i bambini, e non solo…
2. La bella di Troia
3. È un pregiato pesce di mare, che
sembra quasi d’oro
4. Vi rimane l’auto che per un guasto
non cammina più
5. Lo è un luogo ridente, allegro
6. Il nome di un re dei Franchi
veramente… Magno
7. Lo faccio se una barzelletta mi diverte
8. Diminutivo di Giuseppe, che indica
anche un albero
Definizioni B
1. Serve per… spalare
2. È sinonimo di vigore, alacrità
3. Può essere settimanale, mensile, annuale
quando il pagamento è frazionato
4. L’alimento base della mensa degli italiani
5. Il contrario di “più”
6. Riduzione, perdita di peso
7. Piccolo fiume
8. È il numero “segreto” del cellulare
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Capitolo secondo
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Era il 1518 e…
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Nella sua solitudine galattica Leonardo si chiedeva cosa era successo all’arte umana in tutti quei secoli che avevano seguito la sua
scomparsa dalla Terra. Nel 1518 Leonardo, secondo il linguaggio
umano, era morto. Allora la sua anima si era levata in volo come
una colomba pesante e spennata, svolazzando sopra le torri del
piccolo maniero di Clos Lucè a Cloux, e aveva visto giù, sulla
Terra che rapidamente lasciava, il re di Francia piangere davanti
alla sua salma esanime e barbuta. Leonardo purtroppo non aveva
fatto in tempo a dirgli che, pur se morto, stava benissimo, anzi
molto meglio di prima, e che non era il caso di disperarsi a quel
modo, e aveva ripreso a salire verso una stellina da poco nata,
verde come sono le onde del mare in certi momenti dell’anno. Lì,
nel fuoco caldo della stella, aveva provato a costruirsi un nido,
non con rametti, ma con pezzetti di stella.
«Ehi, cosa fa? Mi arruffa tutta la parrucca!» gli aveva gridato la stella.
«Oh, mi scusi, – aveva risposto Leonardo, un po’ disorientato – ma
ho appena terminato la mia esistenza terrena e poi non pensavo
che le stelle avessero una parrucca, e in verità ignoravo anche che
avessero una testa.»
«Ci credeva, insomma, tutte calve e cretine!»
«Oh no, non dicevo questo, gentile signorina; deve scusarmi, ma
sono alquanto stranito: come già le ho detto, in verità sono appena defunto.»
«E lei per una simile sciocchezza procura tutti questi fastidi? La
prego, si allontani! Io devo andare dal parrucchiere, che se la trova
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Excerpt of the full publication
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2. Era il 1518 e… •
sulla mia testa mi farà pagare il doppio la permanente. Su, forza,
agiti le ali e si trovi un altro trespolo, non sia maleducato.»
«Ma guarda un po’ questa! Ora il maleducato sarei io! Piuttosto
dica: proprio lei, che è una stella, anzi una stellina e per di più
fresca di scuola, le sembra educato che una stella parli così?»
«Oltre che cretine e calve ci vorrebbe anche mute? Veramente per
uno che è morto da poco lei se ne dà un bel po’ di arie!»
«E lei, cara signorina, non può parlarmi così!»
«Ah no? Invece un tacchino spolpato e puzzolente com’è lei, caro
signore, avrebbe tutto il diritto di usare la mia parrucca come
trespolo?»
«Badi bene che io non sono un tacchino! Sono Leonardo da Vinci,
principe delle arti, non so se mi spiego…»
Detto questo, il nobile spirito aveva abbandonato quella stella
permalosa e, offesissimo, se ne era andato per il cosmo, vagando
di costellazione in costellazione, perlustrando ogni metro quadro
di universo per trovarvi una comoda sistemazione, finché un bel
giorno non conobbe un buco nero con un gran mal di gola.
«Ieri ho preso freddo…» si lamentava il buco nero con una voce da
gangster.
«Forse le si è incastrato qualcosa tra le tonsille, mi permette di
darvi un’occhiatina?» aveva detto Leonardo.
«La prego, maestro, ma stia attento a non cadermi nel tubo digerente!»
Leonardo aveva guardato dentro quella bocca tutta nera e nel
silenzio maestoso di quelle tenebre vi aveva visto scintillare, su un
grigio asteroide, la più bella architettura che i suoi occhi avessero
mai visto. Era il Tempio dell’Arte, sorretto da colonne di alabastro
bianco incrostate di gemme preziosissime. I pavimenti erano tutti
intarsiati dei marmi più belli che si fossero mai visti. Il tetto d’oro
splendeva quanto un Sole. Ma Leonardo non aveva avuto neanche
il tempo di rimirarlo che l’asteroide con il suo meraviglioso edificio si era portato fuori le fauci ingorde del buco nero. A quel
punto, come in un film di fantascienza, un gran raggio di luce era
partito dall’ingresso del Tempio e aveva investito Leonardo.
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Excerpt of the full publication
2. Era il 1518 e… •
Da quel momento Leonardo decise che quella sarebbe stata la sua
casa. Del resto lì abitavano le statue di tutti i più grandi artisti del
pianeta Terra, realizzate con metalli diversi, che camminavano e
parlavano esattamente come persone vere: c’era anche quella di
Michelangelo Buonarroti! In verità l’artista da vivo gli stava quasi
antipatico, ma ora, da statua di piombo quale era diventato, gli
sembrava proprio un caro amico. Intanto Leonardo, standosene lì
nel Tempio, si accorse che le sue piume da volo erano cadute e
che aveva cambiato pelle, trasformandosi in una statua tutta d’oro.
Anche al Tempio, però, non c’era molto da fare. Lo stesso
Michelangelo non faceva altro che usare la sabbia di una spiaggetta,
che circondava l’asteroide: la bagnava con un innaffiatoio e con
paletta e secchiello ci faceva delle bellissime formine della basilica
di San Pietro.
Leonardo invece, come già sappiamo, non poteva usare i suoi
colori (infatti, dopo un preliminare esperimento, la terrazza di un
sottostante pianeta si era irrimediabilmente macchiata, il che aveva
creato seri problemi condominiali); in verità aveva ottenuto di
poter disegnare con matite e pastelli, però anche così si divertiva
assai poco. È pur vero che un ricco extraterrestre di provincia gli
aveva commissionato il ritratto della moglie, ma il povero Leonardo
non provava gusto nel raffigurare una signora con tre occhi, sei
orecchie e una dozzina di tenaglie per braccia. Aveva perciò cercato di fare un ritratto a mezzo busto della signora, evitando le
tenaglie, ma le sei orecchie restavano pur sempre un problema.
Aveva quindi cercato di ritrarre solo i tre occhi, ma chissà perché
gli riuscivano sempre strabici. Innervosito, aveva mandato alla
malora sia il ritratto che il suo committente e d’allora in poi si era
messo a disegnare soltanto pianeti. Ma anche questa scelta non lo
gratificava un gran che. E poi i pianeti, ve li raccomando, sono dei
vanitosi rompiscatole a conoscerli bene!
«Messer Leonardo, e questo cosa sarebbe, il mio ritratto?» aveva
tuonato Marte, sempre in forma smagliante ed elegantissimo. «Ma
io metto sempre una cipria all’elio di una bella tonalità arancio e
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2. Era il 1518 e… •
invece nel vostro ritratto sono
tutto giallino come un poppante che se la fa addosso. E poi il mio papillon rosso fuoco è
molto, ma molto più
rosso!!»
«Messer Leonardo! – si era
espresso con voce
stentorea il vecchio
Saturno – Mi volete forse far credere
che questo è il mio
ritratto? Con tutto
quell’oro sulla faccia
mi sa che voi non
vedete più bene.
Non sembro certo così
vecchio e poi avete anche
sbagliato il numero degli anelli.»
«E io, signor Leonardo, – si era risentito il pianeta Giove, sistemando sul suo occhione violetto un antico monocolo – non ho mica
quell’espressione da pesce ubriaco come me l’avete fatta voi. Il
mio unico occhio è ben più vivo e vispo. Non credete?»
Così Leonardo aveva smesso anche di dipingere i pianeti ed era
ritornato ai suoi bravi cartoncini su cui disegnava all’impazzata
solo soggetti religiosi o comunque strettamente terrestri: qualche
mito, una nuova versione di un disegno che aveva fatto prima di
morire, cioè il diluvio, e poi cavalli, piante, caricature e tante altre
bellissime cose.
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scheda operativa
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Pronti? Via!
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1 Per ricordare… in generale
comprensione globale
Scegli la risposta esatta, segnandola con una x
1. In che secolo è morto Leonardo?
❑ XV
❑ XVI
❑ XVII
2. In quale nazione?
❑ Italia
❑ Francia
❑ Spagna
3. Qual era stata la prima dimora dell’anima di Leonardo?
❑ Un pianeta
❑ Il Sole
❑ Una stella
4. Com’era giunto al Tempio dell’Arte?
❑ Esplorando un buco nero
❑ Chiedendo informazioni a una stella
❑ Accompagnato dagli gnomi spaziali
5. Quale trasformazione era avvenuta in Leonardo, una volta insediatosi nel Tempio?
❑ Gli era caduta la barba e la pelle era diventata d’oro
❑ Gli erano cadute le piume e la pelle era diventata d’oro
❑ Gli erano caduti i capelli e la pelle gli era diventata verde
6. A quale occupazione artistica si era dedicato Leonardo, dopo aver avuto il divieto di dipingere?
❑ Disegnare con matite e pastelli paesaggi alieni
❑ Ritrarre con matite e pastelli personaggi extraterrestri
❑ Affrescare le pareti del Tempio dell’Arte
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Il camaleonte
Collana di narrativa per la scuola media
Leonardo da Vinci, dopo la sua morte, si è trasformato in una statua
d’oro e risiede nel Tempio dell’Arte, collocato su un asteroide della
costellazione del Draco. Un giorno Flic, simpatico bambino alieno dal
naso a trombetta, invita Leonardo a intraprendere un fantastico viaggio
attraverso il tempo e lo spazio per visitare le opere dei più grandi artisti
del Novecento a partire dalla nascita dell’Impressionismo. Inizia così
un’appassionante avventura che trasporterà i due bizzarri protagonisti
all’interno delle opere stesse, dove affronteranno ogni volta inaspettati
e rocamboleschi imprevisti.
Il libro, attraverso una narrazione vivace e fantasiosa, avvicina il
giovanissimo lettore ai grandi temi della storia dell’arte, aiutandolo a
sviluppare la sensibilità necessaria a cogliere gli aspetti salienti di
alcune delle più belle opere figurative contemporanee. Il volumetto è
arricchito della presenza di 47 tavole a colori.
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www.simone.it
APPARATO DIDATTICO
s PRONTI? VIA! - scheda operativa di fine capitolo, costituita da
esercitazioni finalizzate alla comprensione globale, all’analisi approfondita e alla scrittura creativa
s I GIOCHI DEL CAMALEONTE - enigmistica e altro
s LINEA D’ARRIVO - scheda di lettura globale
s I SUGGERIMENTI DEL CAMALEONTE - scheda di riepilogo relativa alle
tecniche narrative
s LETTERA AL CAMALEONTE
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