Base di discussione per il Convegno Internazionale d Studi presso l’Università degli Studi di Bari «Aldo Moro» 11-13 Dicembre 2014 Esiste una filosofia barocca? (o Esiste un barocco filosofico?) L’idea di fondo del convegno coincide con la domanda: esiste una filosofia barocca? O esiste un barocco filosofico? Sinora si è infatti ricorsi alle denominazioni di pensiero barocco, filosofia dell’epoca barocca o scolastica barocca perlopiù con l’intento di individuare un contesto storico-politico e istituzionale, oppure riprendendo un’analogia con le arti. L’ipotesi che invece il convegno intende verificare è che si possa attribuire alla denominazione di barocco una portata e una funzione specifica: quella di raccogliere, attraversare e armonizzare nella sua cifra molteplici fattori occorrenti nella storia del pensiero tra la seconda metà del XVI secolo e la prima metà del XVIII. In questa accezione si tratta di considerare il Barocco non come una corrente o uno stile di pensiero, quanto piuttosto come un vero e proprio "campo di forze" in cui poter dare ragione di fenomeni e tendenze spesso concorrenti, se non addirittura conflittuali tra loro. Di particolare rilievo è l’incrocio, del tutto peculiare, in cui si intersecano linee o tendenze come la filosofia scolastica insieme con la filosofia moderna, la teologia cattolica insieme con la teologia riformata, il pensiero europeo continentale insieme con la scolastica coloniale. Proponiamo per questo di considerare come termini di una possibile periodizzazione del "barocco" filosofico, da un lato il Concilio di Trento, dall’altro la tarda Schulmetaphysik tedesca, muovendo emblematicamente dal 1563, data della conclusione del Concilio tridentino, per giungere al 1763, anno di pubblicazione dello scritto di Kant intitolato Der einzig mögliche Beweisgrund zu einer Demonstration des Daseins Gottes. Tra i diversi aspetti del prisma barocco potremmo cominciare a individuare i seguenti. 1) Riformulazione del rapporto tra teologia e filosofia. A partire dal Concilio di Trento, si assiste a una complessiva ridefinizione dei contenuti del sapere teologico che apre alla contestuale ridefinizione del rapporto tra teologia e filosofia. In più casi, infatti, si mostrava la necessità di superare il modello della subalternatio medievale, per andare verso una “sistematizzazione” dottrinale dei due saperi che preludeva, a sua volta, alla “sistematizzazione” delle restanti discipline. La fondazione del discorso filosofico-teologico doveva avvenire pertanto all’interno di un systema dotato di nuove regole e criteri epistemici: non è un caso, infatti, che il termine latino systema fosse stato coniato proprio alla fine del XVI secolo, in ambito calvinista, al fine di contrassegnare la specificità di questa massiccia operazione di ridefinizione epistemica. Per estensione, ogni disciplina assumeva il proprio valore solo all’interno del systema, divenendo parte di un modello di sapere inteso spesso in maniera olistica e organicistica. Venivano in questo modo messi da parte i criteri degli Analitici secondi, al cui indebolimento aveva contribuito fortemente il dibattito sulla certezza delle matematiche (Quaestio de certitudine mathematicarum) che si era sviluppato, nella seconda metà del Cinquecento, a partire dall’Università di Padova. Si può dire, pertanto, che il filosofo barocco cercasse un nuovo punto di osservazione dal quale guardare alla teologia e alla filosofia in una prospettiva “architettonica”. Il riferimento va allora alle prime sistematizzazioni disciplinari contenute nelle constitutiones gesuitiche (a partire dal 1558), riprese poi nella Ratio studiorum; come pure al dibattito, in ambito protestante, sugli statuti delle nuove università riformate (Frankfurt a.O., Marburg, Helmestedt, Erfurt ecc.): un dibattito che fu accompagnato dalla fitta pubblicazione di opere con a tema le classificazioni disciplinari (J.T. Freig, M. Neander, J. Bilstenius, B. Copius ecc.). 2) L'età dell'enciclopedismo. Una simile operazione di ridefinizione sistemico-epistemologica degli ambiti scientificodisciplinari portò all’apertura della stagione di un nuovo enciclopedismo. Si tratta di una stagione culturale che dalla metà del XVI secolo si estende per tutto il XVII, e che determinò in molti casi l’emergenza di nuovi àmbiti, nuovi statuti e nuovi oggetti disciplinari, indicati spesso attraverso il ricorso a neologismi (in specie grecismi): psychologia, systema, anthropologia, geopolitica, ontologia sono solo alcuni di questi. Al nuovo enciclopedismo concorsero massicciamente anche filosofie di matrice non-scolastica, come il ramismo o il lullismo, come pure alcune delle istanze che provenivano dal cabalismo rinascimentale. È durante questa stagione dell'età barocca che si registra, peraltro, la prima significativa pubblicazione di vocabolari e lessici filosofici (da HenryLouis Chasteigner La Rocheposay a Rudolph Goclenius, sino a Johannes Micraelius ed Étienne Chauvin ecc.). 3) Una nuova semantica concettuale. Oltre all’enciclopedismo, il pensiero barocco fornisce una nuova semantica dei concetti filosofico-scientifici fondamentali e degli ambiti epistemici entro cui essi dovevano essere trattati. Una semantica che verrà fatta propria anche in ambiti culturali non-scolastici, come i sistemi della filosofia classica del Seicento e del primo Settecento, da Descartes a Hobbes, da Spinoza a Leibniz ecc. Si pensi al campo semantico di concetti quali "essenza" ed "esistenza", alla costituzione di "sostanza", al nesso tra "causalità" e "principi" noetici, al rapporto tra principi logici e principi metafisici, alla determinazione del concetto di "ente" e di "Dio", alla nozione di "possibilità" tra modalità e non-contraddizione, al concetto di "realtà" tra essenza ed effettività, al rapporto tra univocità e analogia, alla determinazione del principio di individuazione, alla concezione "trascendentale" dell'ontologia, all'idea di una "natura pura", intermedia tra natura integra e natura lapsa, al concetto di legge all'interno del quadro del diritto naturale/diritto positivo/diritto civile/diritto internazionale ecc. Di notevole importanza è poi il fatto che, sebbene la filosofia moderna ha certamente utilizzato le categorie e i procedimenti scolastici in prospettive parzialmente o totalmente diverse; al tempo stesso sono state proprio alcune opzioni teoriche tardo-scolastiche (dalla gnoseologia alla metafisica, dalla teologia alla filosofia del diritto) che hanno aperto nuove prospettive anti-scolastiche del pensiero moderno. E questa concordia discors è una tipica connotazione del la dimensione "barocca" del pensiero moderno. 4) Continuità tra la manualistica cattolica e quella protestante. Assai importante è poi il ruolo dalla manualistica adottata nelle scuole, nei collegi e nelle università durante l’età barocca. Il caso della metafisica attesta, ad esempio, una forte ripresa dei commenti e dei trattati dei Padri gesuiti (B. Perera, P. da Fonseca, F. Suárez) nei primi manuali di ambito riformato (R. Goclenius, C. Timpler, J. Lorhard) e protestante (C. Martini, C. Scheibler). La filosofia scolastica barocca mostrava infatti una grande capacità di coinvolgere e convogliare, in modelli filosofici comuni, argomenti di autori profondamente divisi da un punto di vista confessionale. Non a caso, tra XVI e XVII secolo, conoscerà un’ulteriore espansione quella corrente conciliatrice che traeva le sue origini dall’Umanesimo (Pico della Mirandola, J. Reuchlin). In questo tentativo di conciliazione verranno coinvolti anche alcuni temi neoplatonici, derivati dalla scolastica medievale (Liber de causis, Alberto Magno, Tommaso d’Aquino), come la causazione del soggetto del metafisica (ens). Quella neoplatonica sarà tuttavia una traccia che tenderà ad estenuarsi nel più generale quadro aristotelico, significativamente rappresentato dall’affermazione, trasversale rispetto ai diversi ambiti confessionali, del milieu dell’ontologia. 5) La proto-globalizzazione della ragione europea: diffusione della cultura tardo scolastica nei collegi gesuiti e nelle scuole dei diversi ordini religiosi nel Nuovo mondo “americano” (in un lasso cronologico e problematico che potremmo individuare tra le Relectiones de indiis di Francisco da Vitoria (+1546) e la Logica mexicana di Antonio Rubio (+1615). Il pensiero barocco segna profondamente il rapporto tra l’Europa e il “Nuovo mondo”, anzitutto per l’impatto esercitato dalla cosiddetta “scoperta” e colonizzazione delle Americhe sul pensiero scolastico europeo: si pensi, per fare un solo esempio, alla necessità di rifondare lo statuto del diritto naturale (attraverso una nuova antropologia teologico-giuridica, che tenesse conto del diritto dell’uomo europeo insieme a quello degli indios) e di elaborare un diritto internazionale richiesto dalla diffusione, spesso forzata, dello Stato e della Chiesa tra gli indigeni del “Nuovo mondo”. Ma in secondo luogo il pensiero barocco segna il rapporto tra le due terre oltreoceano per la diffusione del pensiero scolastico (attraverso le istituzioni ecclesiastiche e in particolare i “Collegi” dei Gesuiti e degli altri ordini religiosi) nelle terre americane, al punto che si può parlare di una vera e propria “Scolastica coloniale” in Argentina, Brasile, Cile o Perù, che ha tentato significativi sviluppi nell'àmbito dell'antropologia, della logica e del diritto.