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Giovanni Baglioni: Cosa avrei potuto desiderare quando
ne avevo l’occasione? La recensione di Unfolding Roma
28/07/2015
Oltre le mani la musica, il visivo. La poetica si propaga nell´aria tra accordi maggiori e minori. Suggestioni, sperimentazione e
assertiva curiosità si trasformano in acustica da vivere e sognare, anche a occhi chiusi.<o:p />
16 luglio. Una serata magica si apre su Le Terrazze al Palazzo dei Congressi, ubicato nel quartiere Eur di Roma. Giovanni
Baglioni si esibisce in tutta la sua maestria. Un cognome importante ce lo fa riconoscere come figlio d'arte. <o:p />
Il suo percorso musicale, prettamente acustico, lo deve a sé stesso. Rendendolo unico nel suo genere si mostra solo con la sua
chitarra. Giovanni Baglioni la utilizza in modo straordinario e incantevole. La vive quasi facendoci l'amore. L'accarezza.<o:p />
Le mani sono battiti su di essa. Vibrazioni infinite. Virtuosismi. Uniformità. Ricerca. Spazio sonoro. Meticolosità e professionalità.
Una giovane promessa. L'astro nascente del panorama musicale italiano evoca poesia e serenità.<o:p />
Così, ammaliante percorre le sue creazioni. Ne narra la nascita donando suggestioni e viaggi emozionali e trovarne titoli è
ingegno. Giovanni Baglioni fa domande a sé stesso e ricerca in profondità ricordando l´infanzia, i giocattoli, gli amori e i fenomeni
visivi. <o:p />
Artista oculato, attento osservatore del mondo, fa di ciò che accade intorno a lui materiale da lavoro. Uno studio e un sentire che
accompagnano ogni brano con la propria storia. Senso liberatorio e di sfida, pace e distensione, circolarità e soave ricercatezza
sono l´insieme di melodie che chiedono di essere rapite anche a occhi chiusi ove l´ascolto diviene certezza.<o:p />
Si immagina di scivolare sulla chitarra saltandoci su e seguire corde e dita e sonorità, le quali, via di fuga, scalpitano di lirismo e di
emozioni trascritte sul pentagramma. Così l´energia trapela dalle immagini che il giovane musico ci dona portandoci in giro per il
mondo. Un viaggio particolare in cui, da seduti, si toccano diversi emisferi. <o:p />
Vari generi musicali prendono vita unendosi, uniformano calma e delicatezza. Sensualità, lentezza, distensione, spaziature
timbriche, richiami rock, attesa e sentirsi sospesi accompagnano gli spettatori in una dimensione incomparabile.<o:p />
Una scoperta di cui essere fieri. Giovanni Baglioni attinge da musicisti che hanno fatto della chitarra il loro strumento. Mentre
introduce il brano successivo gioca con lo strumento per trovare le accordature idonee. Propone agli astanti un repertorio
composto sia dalle sue composizioni sia di cover rock le quali hanno fatto storia e appartengono a una cultura musicale
selezionata e conosciuta. Per i chitarristi d'eccezione.<o:p />
Anima Meccanica, Bloody finger, Sirena, Quando cade una stella, Toro seduto ascendente leone, Miraggio, Il giro del giorno in 80
mondi, Bijoux, Rubik e il brano di chiusura L’insonne, dolce, notturno, inquieto e leggero, ove i passi di danza di Alessandra
Cosimato hanno preso vita. Questi i brani che hanno incantato uniti alle cover Get up, Knock on wood del giovane chitarrista
canadese Justin King e anche un brano di Michael Hedges di puro rock ammorbidito dalla classe stilistica del giovane autore.<o:p
/>
Un sogno che si è reso realtà. <o:p />
Grazie di questo concerto.<o:p />
Annalisa Civitelli<o:p />
Foto di scena: Adriano Di Benedetto<o:p />
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