02 Relazione generale

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01
00
Maggio
2016
rev.
data
Prima emissione
DESCRIZIONE
gruppo
Territorio energia ambiente spa
Ing. Ravanini
Ing. Pesente
Ing. Ravanini
p.i. Basaglia
redatto
verificato
riesaminato
approvato
Sede legale:
Via Taliercio, 3 – 46100 MANTOVA
tel. 0376 4121 – fax 0376 401109
C.F. e P.I. 01838280202
R.I. Mantova 01838280202
R.E.A. 21253 C.C.I.A.A. Mantova
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COMMITTENTE
SERVIZIO DI INGEGNERIA
Via Taliercio, 3
46100 MANTOVA
tel. 0376 412300
fax. 0376 412349
e-mail: [email protected]
N° COMMESSA
T3D099721142
NOME DEL FILE
02 Relazione generale
TITOLO PROGETTO
TIPO PROGETTO
REVAMPING DEL DEPURATORE A FANGHI ATTIVI
NEL COMUNE DI SUZZARA
(POTENZIALITA 18.000 A.E.)
UBICAZIONE

STUDIO

PRELIMINARE

DEFINITIVO

ESECUTIVO

DIREZIONE LAVORI

AS BUILT
N° DOCUMENTO
COMUNE DI SUZZARA
S721142 FC REL
TITOLO DOCUMENTO
SCALA
RELAZIONE GENERALE
PROGETTISTA
NOTE VARIE
CONSULENTI / ALTRI PROGETTISTI SPECIALISTI / VARIE
dott. ing. Ravanini Nicola

Allegato 1 IT 08 A DT Rev.01 Data: 01/10/2011 Pag. 1 di 1
QUESTO DOCUMENTO È PROPRIETÀ RISERVATA DEL GRUPPO TEA SPA, E NON PUÒ ESSERE RICOPIATO, RIPRODOTTO O MOSTRATO A TERZI SENZA LA NOSTRA AUTORIZZAZIONE SCRITTA
02
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Sommario
1 – ELENCO DEI DOCUMENTI ....................................................................................................................3
2 – STATO DI FATTO .....................................................................................................................................3
3 – LIMITI DI EMISSIONE E VINCOLI PRESENTI ....................................................................................5
4 – FILIERA DI TRATTAMENTO DI PROGETTO .....................................................................................7
5 – DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO ...............................................................8
A)
B)
C)
D)
E)
F)
SOLLEVAMENTO ...................................................................................................................................... 8
SISTEMA DI PRETRATTAMENTO COMPATTO ................................................................................. 8
SELETTORI ANOSSICI ............................................................................................................................ 9
COMPARTO BIOLOGICO AD AERAZIONE INTERMITTENTE ........................................................ 9
SEDIMENTAZIONE SECONDARIA ...................................................................................................... 10
LINEA DI TRATTAMENTO DEI FANGHI DI SUPERO ...................................................................... 10
6 – LAVORAZIONI AGGIUNTIVE PREVISTE ..........................................................................................11
A)
B)
C)
D)
MANUFATTI DA DEMOLIRE E NUOVE REALIZZAZIONI ............................................................... 11
PROPOSTA DI CONVERSIONE E GESTIONE DEL TRANSITORIO ............................................ 11
IMPIANTI ELETTRICI .............................................................................................................................. 11
INDICAZIONI PER ACCESSIBILITA’, UTILIZZO E MANUTEZIONE DELLE OPERE ................. 16
7 – LOCALIZZAZIONE E FATTIBILITA’ DELL’INTERVENTO IN RELAZIONE AI VINCOLI .........17
A)
B)
LOCALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO ............................................................................................. 17
FATTIBILITA’ DELL’INTERVENTO ....................................................................................................... 18
8 – CONCLUSIONI ........................................................................................................................................20
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1 – ELENCO DEI DOCUMENTI
Si rimanda all’elenco allegato al progetto.
2 – STATO DI FATTO
L’attuale impianto di depurazione delle acque reflue di Suzzara è dimensionato per il trattamento di
una popolazione equivalente di progetto di 13.500 AE, prevalentemente di origine civile.
L’impianto si compone di una linea acque costituita da:

pre-trattamenti
meccanici
(grigliatura
grossolana,
sollevamento,
roto-stacciatura,
dissabbiatura/disoleatura);

due linee di trattamento biologico a fanghi attivi, configurate secondo lo schema di
predenitrificazione/ossidazione-nitrificazione, con frazione del volume anossico pari a circa
l’11% dell’intero volume di processo;

due comparti di sedimentazione secondaria;

vasca di clorazione a setti.
La linea fanghi è costituita da una sezione di stabilizzazione aerobica, un comparto di accumulo
con funzione di post-ispessimento ed una disidratazione meccanica mediante centrifuga.
Il sistema di aerazione delle vasche di ossidazione è costituito da due turbine superficiali per linea,
ognuna azionata da un motore da 15 kW.
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Allo stato attuale l’impianto presenta varie criticità che determinano la necessità di procedere
all’adeguamento di molte sezioni di trattamento.
In particolare:

il volume complessivo disponibile per il trattamento biologico del refluo risulta insufficiente
per il rispetto dei limiti di emissione imposti dalla normativa di riferimento;

l’assenza di ricircolo della miscela aerata determina una concentrazione di azoto nitrico
nell’effluente molto elevata;

le due vasche di sedimentazione secondaria risultano sottodimensionate in rapporto ai
carichi trattati dall’impianto, con il conseguente rischio di fughe di materiale in sospensione
dalla decantazione;

vari manufatti risultano inutilizzati e in uno stato di degrado tale da rendere necessario il
loro smantellamento o sostituzione;

il sistema di ossigenazione, costituito da turbine superficiali, è obsoleto e poco flessibile, e
non consente un’adeguata regolazione dell’ossigeno in vasca e dell’andamento del
processo; è inoltre assente un sistema di regolazione della fornitura di ossigeno.
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3 – LIMITI DI EMISSIONE E VINCOLI PRESENTI
L’impianto di Suzzara è caratterizzato da una potenzialità maggiore di 10.000 AE e scarica in area
sensibile, pertanto valgono i limiti indicati in Tabella 5 dell’Allegato B al R.R. 24 marzo 2006,
integrati con i limiti della Tabella 3 dell’Allegato 5 alla parte Terza del D.Lgs. 152/06, salvo per i
parametri già elencati nel R.R. sopracitato. I limiti allo scarico relativi ai principali inquinanti sono:
Parametro
Simbolo
Unità di misura
Valore
Limiti allo scarico
Sostanza organica come COD
Ste
gCOD/mc
160
Sostanza organica come BOD5
BODe
gBOD5/mc
40
Solidi sospesi totali
SSTe
gSST/mc
35
Azoto totale
Ntot,e
gN/mc
15
Fosforo totale
Pe
gP/mc
2
Azoto nitrico
N-NO3
gN/mc
20
Azoto nitroso
N-NO2
gN/mc
0.6
Azoto ammoniacale
N-NH4
30% dell’azoto totale
Il R.R. 24/3/2006 n. 3 definisce che gli sfioratori di piena delle reti fognarie di tipo unitario devono
lasciar defluire all’impianto di trattamento una portata almeno pari a 750 litri per abitante
equivalente al giorno, valore che è stato considerato per la definizione della portata massima
afferente all’impianto.
Il Piano Regolatore Generale del Comune di Suzzara individua nell’area dell’impianto una Zona G4
(pre-servizi tecnologici) e una Zona E5 (agricola di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e
corsi d’acqua); l’intervento è pertanto in linea con la destinazione d’uso dell’area, avendo cura di
rispettare la fascia E5.
Si riporta nel seguito i dati di progetto alla base del dimensionamento dei comparti di trattamento
dell’impianto di depurazione di Suzzara. Oltre alle condizioni attuali di carico dell’impianto, è stato
considerato nelle verifiche di dimensionamento anche uno scenario relativo a condizioni future con
proiezione a 20 anni, stimate sulla base dell’incremento demografico del Comune di Suzzara degli
ultimi dal 1971 al 2011. Dal momento che le cinetiche di crescita batteriche risultano rallentate al
decrescere della temperatura, il dimensionamento delle volumetrie di processo biologico è stato
effettuato cautelativamente con riferimento alla temperatura di progetto di 12 °C. Il
dimensionamento del sistema di aerazione è stato eseguito a favore di sicurezza alla temperatura
massima di 26 °C dato che la solubilità dell’ossigeno in acqua diminuisce all’aumentare della
temperatura.
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Parametro
Simbolo
Unità di
Scenario 1
Scenario 2
misura
(attuale)
(futuro)
Abitanti equivalenti su base COD
AECOD
AE
16338
17970
Abitanti equivalenti su base BOD5
AEBOD5
AE
15152
16665
Abitanti equivalenti su base TKN
AETKN
AE
13157
14472
Abitanti equivalenti idraulici
AEidr
AE
12543
13796
Portata media
Qm
mc/d mc/h
3010 125
3311 138
Fattore di punta per la portata di calcolo
K1
-
1.3
1.3
Qcalc
mc/d mc/h
3913 163
4304 179
K2
-
3.3
3.125
Portata massima di pioggia
Qpm
mc/d mc/h
9930 414
10347 431
Temperatura di progetto per le verifiche di processo
Tprog
°C
12
12
Temperatura massima per il dimensionamento del
Tmax
°C
26
26
Concentrazione di BOD5
BOD5
mg/L
597.0
597.0
Concentrazione di COD
COD
mg/L
302.0
302.0
Frazione di COD solubile biodegradabile
fbs
-
33%
33%
Frazione di COD solubile inerte
fus
-
7%
7%
Frazione di COD particolato biodegradabile
fbp
-
54%
54%
Frazione di COD particolato inerte
fup
-
6%
6%
Concentrazione di TKN
TKN
mg/L
52.5
52.5
Concentrazione di solidi sospesi totali
SST
mg/L
9.8
9.8
TP
mg/L
286.0
286.0
Portata di calcolo
Coefficiente moltiplicativo per la portata massima
sistema di aerazione
Concentrazione di fosforo totale
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4 – FILIERA DI TRATTAMENTO DI PROGETTO
La filiera di trattamento di progetto prevede le seguenti sezioni di trattamento:
1. nuovo impianto di sollevamento a quattro pompe sommergibili;
2. unità di pretrattamento compatto dei reflui (grigliatura fine, dissabbiatura e disoleatura) con
sistema di conferimento del materiale grigliato all’interno di cassoni scarrabili;
3. ripartitore a tre vie con sistema di paratoie manuali che alimentano tre selettori anossici;
4. trattamento biologico a fanghi attivi composto da:
a. tre selettori anossici dove confluiscono la portata in ingresso e il flusso dei fanghi
ricircolati dalla sedimentazione secondaria;
b. tre linee di trattamento biologico funzionanti in parallelo con gestione del processo di
nitrificazione/denitrificazione ad aerazione intermittente; le vasche sono equipaggiate
con soffianti, diffusori a bolle fini e miscelatori sommersi;
c. defosfatazione chimica con dosaggio di cloruro ferrico (FeCl3) nei tre selettori anossici;
5. tre linee parallele di sedimentazione secondaria con vasche circolari. Ciascun
sedimentatore è dotato di un pozzetto di raccolta fanghi in cui sono installate le pompe di
ricircolo del fango al selettore anossico; il supero è effettuato per spillamento dalle
tubazioni di ricircolo; le schiume sono raccolte ed inviate alla linea fanghi;
6. vasca di clorazione a setti con dosaggio di acido per acetico (C2H4O3) in casi di emergenza
sanitaria;
7. digestore aerobico con annessa vasca di ispessimento statico del fango. La vasca sarà
equipaggiate con soffiante, diffusori a bolle fini e miscelatore sommerso;
8. locale di disidratazione meccanica dei fanghi digeriti tramite centrifuga e platea di
stoccaggio dei fanghi disidratati, con conferimento all’interno di cassonetti scarrabili. La
movimentazione dei fanghi avverrà tramite un sistema automatizzato di coclee;
9. tre letti di essiccamento per la stabilizzazione dei fanghi in emergenza.
I surnatanti dell’ispessimento, del digestore e le acque madri della centrifuga vengono inviati in
testa impianto.
Oltre alle presenti parti dell’impianto sono previste la conversione dell’attuale sala quadri in un
magazzino e la costruzione di un nuovo fabbricato adibito a cabina di trasformazione, sala quadro
e vano soffianti.
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5 – DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI DI ADEGUAMENTO
Le opere previste interessano aree all’interno dei confini attuali dell’impianto, senza la necessità di
richiedere l’acquisizione di nuove aree. Sono previsti anche interventi di demolizione di opere
esistenti inutilizzate o in condizioni tali da non essere più funzionali. Nei paragrafi seguenti sono
descritti più in dettaglio gli interventi previsti per ogni sezione di trattamento.
A) SOLLEVAMENTO
La stazione di sollevamento verrà ricostruita in altra posizione rispetto all’esistente, con una
superficie maggiore, idonea a contenere n. 4 pompe di sollevamento con mandate separate,
ottimali per una gestione più funzionale che permetterà una miglior ripartizione delle portate e un
minor costo gestionale. Il nuovo sollevamento permetterà anche di dismettere l’attuale grigliatura
grossolana, che non verrà prevista con la trasformazione dell’impianto.
Le singole mandate confluiranno all’interno di una vasca di confluenza che alimenterà il resto
dell’impianto.
B) SISTEMA DI PRETRATTAMENTO COMPATTO
Il sistema compatto è formato dalle seguenti fasi:

grigliatura fine a pettine rotante con coclea integrata per la triplice funzione di pulizia della
griglia stessa, allontanamento con lavaggio del grigliato, compattazione di quest’ultimo
prima dello scarico in un apposito cassonetto;

dissabbiatore longitudinale composto a sua volta da: vasca di calma per la sedimentazione
di sabbie ed altre sostanze grossolane, coclea longitudinale per il convogliamento delle
sabbie in un apposito pozzetto di raccolta;

coclea elevatrice inclinata per l’asportazione, la classificazione e l’asciugatura delle sabbie
stesse;

sistema di aerazione integrato per la flottazione dei grassi presenti nel refluo;

trappola grassi munita di dispositivi di evacuazione e pompa d’asporto degli stessi.
Il tutto è alloggiato in uno speciale contenitore, chiuso completamente al fine di preservare
l’ambiente da eventuali emissioni di liquami e/o cattivi odori. Al suo interno è installata una griglia
fine a pettine rotante. Le acque fluiscono quindi all’interno del cestello inclinato di 35° rispetto
all’orizzontale, dove subiscono la prima fase di grigliatura fine. I solidi, una volta raggiunto
l’intasamento massimo della griglia, vengono allontanati dall’idoneo sistema di pulizia per essere
depositati in appositi cassonetti già lavati e compattati.
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Il refluo passa quindi alla successiva fase di calma, dove avviene la sedimentazione delle sabbie e
la flottazione delle sostanze grasse. Le sabbie sedimentate, tramite una coclea orizzontale,
vengono convogliate in un pozzetto di raccolta, dove una seconda coclea inclinata provvede
all’allontanamento,
alla classificazione ed all’asciugatura delle stesse, prima di depositarle all’esterno in un apposito
cassonetto.
I grassi invece, una volta flottati dall’aria immessa per mezzo di un’apposita soffiante, vengono
convogliati in una trappola, da dove una pompa provvederà al loro allontanamento.
C) SELETTORI ANOSSICI
Le cause più frequenti di bulking/foaming del fango attivo possono essere ricondotte all’instaurarsi
nell’ambiente di reazione di condizioni di crescita della biomassa più idonee per i batteri filamentosi
che per i batteri fiocco-formatori. La proposta progettuale presentata prevede di inserire, a monte
di ogni reattore biologico di nitrificazione/denitrificazione, un volume biologico non aerato che
funga da selettore della biomassa favorendo la crescita dei batteri fioccoformatori. L’impianto già
dispone di due selettori, il terzo sarà oggetto del presente appalto, inoltre nei tre selettori verranno
installati dei miscelatori ad asse verticale, per evitare fenomeni di sedimentazione interna.
D) COMPARTO BIOLOGICO AD AERAZIONE INTERMITTENTE
Nello scenario progettuale, in esito alle verifiche di calcolo di processo, si è optato per
l’adeguamento delle due vasche attualmente adibite a nitrificazione e della vasca attualmente
adibita a stabilizzazione dei fanghi, installando nelle tre vasche un nuovo sistema di aerazione con
soffianti con inverter e diffusori a bolle fini. L’adeguamento dell’impianto rende necessaria
l’integrazione della dotazione strumentale esistente con misuratori di nuova installazione per il
controllo in vasca dei principali parametri di processo.
Si propone di gestire la sezione biologica con aerazione delle vasche in maniera intermittente, in
modo da creare periodicamente condizioni di aerazione per la nitrificazione e la rimozione della
sostanza organica e anossia per la denitrificazione. La possibilità di controllare la durata delle
singole fasi e di modificarla in funzione della variabilità dei carichi da trattare consente di
incrementare la flessibilità dell’impianto, di ridurre il consumo di energia elettrica e di migliorare
l’efficienza di rimozione delle forme azotate. Le opere necessarie alla ristrutturazione dell’impianto
sono legate soprattutto alla pianificazione degli interventi, per evitare di avere dei periodi di fermo
dell’impianto, inoltre verranno rifatte tutte le carpenterie metalliche (piping, passerelle, parapetti,
ecc.).
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E) SEDIMENTAZIONE SECONDARIA
La chiarificazione finale è realizzata nei due sedimentatori esistenti ed in una nuova vasca
circolare di diametro utile pari a 15 m. Il fango sedimentato è raccolto, separatamente per ogni
linea, in un pozzetto dove sono installate due pompe sommergibili addette al ricircolo dei fanghi nel
selettore biologico.
L’estrazione del fango di supero da avviare al digestore aerobico è effettuata tramite spillamento
dalle tubazioni di ricircolo con una specifica pompa per linea.
Le schiume della sedimentazione vengono raccolte tramite apposite pompe di sollevamento che
ruotano assieme al carro a trazione periferica di ogni sedimentatore. Le schiume confluiscono in
pozzetti di ispezione che a gravità rimandano tutto al sollevamento di testa oppure possono essere
inviate al digestore aerobico.
F) LINEA DI TRATTAMENTO DEI FANGHI DI SUPERO
La filiera di progetto della linea di trattamento dei fanghi biologici prevede le seguenti sezioni di
trattamento:

nuova vasca di digestione aerobica dei fanghi per la rimozione della sostanza organica
volatile, con annessa un volume aggiuntivo con funzione di ispessitore statico;

disidratazione meccanica su centrifuga.
Il fango estratto dalla tramoggia di raccolta dei sedimentatori secondari è raccolto nei pozzetti di
ricircolo, dove sono installate le pompe sommergibili addette al ricircolo dei fanghi nel selettore
biologico. L’estrazione del fango di supero da avviare al comparto è effettuata tramite spillamento
dalle tubazioni di ricircolo. Alla sezione di digestione fanghi vengono avviate, per mezzo di pompe
sommerse dedicate, anche le schiume della sedimentazione secondaria. La stabilizzazione
aerobica ha lo scopo di ridurre la quantità di fango da smaltire e di rimuovere dal fango stesso le
sostanze maggiormente putrescibili. Una pompa monovite estrae il fango digerito per avviarlo alla
centrifuga di disidratazione esistente.
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6 – LAVORAZIONI AGGIUNTIVE PREVISTE
A) MANUFATTI DA DEMOLIRE E NUOVE REALIZZAZIONI
Il presente progetto ha l’obiettivo di adeguare l’impianto di depurazione di Suzzara al fine di
rispettare i limiti di emissione indicati nella Tabella 5 dell’Allegato B al R.R. 24 marzo 2006, e nella
Tabella 3 dell’Allegato 5 alla parte Terza del D.Lgs. 152/06, provvedendo all’adeguamento delle
attuali sezioni di trattamento non idonee alla funzione per le quali sono state progettate. Secondo
la proposta progettuale preliminare, successivamente revisionata dal Servizio di Ingegneria di TEA
spa, parte dei manufatti esistenti (vasche emerse, canali interrati, …) verranno demoliti e, in
sostituzione, verranno realizzate nuove vasche di trattamento. Le fasi di dismissione, demolizione
e nuove realizzazioni avverranno secondo una tempistica opportunamente scelta al fine di
garantire il trattamento del refluo per l’intera durata del cantiere.
B) PROPOSTA DI CONVERSIONE E GESTIONE DEL TRANSITORIO
Gli interventi di adeguamento dovranno essere eseguiti per fasi successive, approntando di volta
in volta tutti gli accorgimenti necessari a ridurre al minimo le interferenze e i ritardi sui lavori. Per
minimizzare gli impatti della realizzazione delle nuove opere sulla normale gestione dell’impianto di
depurazione è stato deciso di separare, per quanto possibile, l’attività di cantiere da quella di
gestione dell’impianto che rimarrà in funzione per tutta la durata dei lavori. In alcuni brevi momenti
si avrà l’indisponibilità di alcune sezioni dell’impianto di depurazione: si tratta di lavorazioni di
connessione idraulica tra opere esistenti ed opere di progetto e lavorazioni sugli impianti elettrici
che richiedono la disconnessione dall’alimentazione elettrica, oltre che della realizzazione della
nuova sezione di pretrattamento.
Per un maggior dettaglio si rimanda all’elaborato “Cronoprogramma” e all’elaborato “Fasi
operative”, allegato al presente progetto.
Data la tipologia di interventi si ritiene necessario un tempo complessivo di esecuzione dei lavori di
circa 413 giorni naturali e consecutivi.
C) IMPIANTI ELETTRICI
Attualmente l’impianto è alimentato mediante un punto di consegna MT a 15.000 V situato sul
confine di proprietà; nel medesimo locale la tensione è trasformata a 400V e posta a servizio
dell’intero impianto.
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Le opere di ampliamento verranno realizzate in più fasi per garantire la massima continuità di
servizio in quanto l’impianto di depurazione non dovrà essere fermato, se non per tempi
relativamente brevi necessari per realizzare i by-pass con i nuovi impianti. La distribuzione
primaria avverrà a mezzo di tubazioni interrate percorsi e quantità meglio esemplificate nelle
planimetrie dedicate.
L’attuale cabina di trasformazione MT/BT verrà convertita a solo locale di consegna, nel quale
verrà installata la protezione generale PG conforme alla Norma CEI 0-16 (la PG sarà accessoriata
con un sistema di protezione generale SPG munito di data-logger), il locale sarà dotato di impianto
luce, prese, ups per servizi ausiliari e quadro elettrico di servizio.
In posizione baricentrica a tutto l’impianto sarà costruito un nuovo edificio destinato a:

Cabina di trasformazione

Locale gruppo elettrogeno

Sala quadri elettrici

Locale soffianti
Il locale cabina di trasformazione conterrà il quadro elettrico di Media Tensione QMT2 posto a
ricezione della linea MT e a protezione del nuovo trasformatore in resina da 630kVA (15/0,4) kV
anch’esso contenuto nel medesimo locale. È stato inoltre prevista l’installazione del quadro
elettrico generale di bassa tensione QGBT nel quale verrà alloggiato l’interruttore generale di
macchina e l’interruttore proveniente dal gruppo elettrogeno posizionato nel locale adiacente, tali
interruttori interbloccati meccanicamente saranno in grado di commutare su uno o sull’altro in
maniera automatica in caso di mancanza della tensione di rete. Il trasformatore completo di
rifasamento fisso verrà accessoriato con una centralina termometrica e tre sonde per rilevare la
temperatura del nucleo.
Il locale gruppo elettrogeno, aperto su due dei quattro lati, avrà le dimensioni adeguate per poter
contenere un gruppo da 450kVA con quadro di avviamento automatico.
La sala quadri elettrici, fulcro per l’alimentazione e l’automazione dell’intero impianto, avrà le
dimensioni indicate nelle allegate tavole planimetriche, comunque idonee a contenere il quadro
elettrico generale depuratore QDEP, il sistema generale di rifasamento automatico da 420kVAR,
l’UPS trifase/monofase da 15kVA (10kW), il quadro del telecontrollo QTELEC, il quadro
dell’impianto centrifuga, l’armadio rack per il sistema antintrusione e TVCC; così come descritto
negli allegati alla presente relazione il locale dovrà avere le aperture di ventilazione adeguate per
mantenere il livello di idrogeno (sviluppato dalle batterie dell’ups) sotto il limite inferiore di
esplodibilità del citato gas.
Il quadro elettrico generale depuratore del dovrà essere realizzato entro armadiatura metallica di
profondità pari a 800mm, altezza minima 2000mm ed una larghezza tale da contenere tutte le
protezioni elettriche, tutto il sistema di gestione ed automazione (PLC, Alimentatori, moduli I/O,
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inverter, switch, pannelli di permutazione, box ottici ecc.) con una riserva pari almeno al 30%;
preventivamente alla costruzione dello stesso.
L’ultimo locale di tale edificio sarà destinato all’installazione delle cinque soffianti di cui quattro in
servizio permanente ed una di riserva; il funzionamento di tali apparecchiature verrà controllato
attraverso inverter dedicato posto nel QDEP; ogni inverter sarà dotato di filtri EMC per mantenere il
livello di distorsione armonica THD% sotto il limite massimo consentito nel livello civile.
La distribuzione principale ed il collegamento tra i vari locali avverrà attraverso cunicoli predisposti,
ovvero in passerelle a filo e tubazioni metalliche.
Ogni locale sarà dotato di impianto luce e prese facenti capo ad un unico un quadro elettrico di
servizio, inoltre sarà presente un sistema di rilevamento delle temperature e di ventilazione forzata
dedicato locale per locale.
Il quadro depuratore, quindi, avrà lo scopo di alimentare l’intero impianto che per comodità, verrà
descritto in base alla propria destinazione d’uso.
All’interno di un locale di nuova costruzione sarà realizzato l’impianto centrifuga; tale impianto
verrà fornito e realizzato da azienda specializzata. Il locale per il tipo di destinazione d’uso conterrà
un’atmosfera molto aggressiva e quindi dovranno essere posti in opera apparecchiature, cavidotti
e impianti idonei per l’ambiente di posa; ove questo non fosse possibile si procederà
all’installazione dei vari impianti esternamente al locale, come ad esempio il quadro elettrico di
servizio e le accensioni dell’impianto luci; i corpi illuminanti saranno corpo in acciaio e diffusore in
vetro; per favorire un ricambio d’aria verrà realizzato un sistema di aspirazione comandato da una
sonda di umidità.
Altro impianto alimentato e gestito dal QDEP sarà quello della linea fanghi costituito nella
fattispecie da reparto ispessitore e reparto digestore aerobico; in questo caso non è presente un
vero e proprio locale, infatti gli impianti saranno tutti posati in esterno, attraverso passerelle a filo;
un sistema di illuminazione verrà installato per evidenziare percorsi di accesso degli operatori.
Anche il reparto disinfezione avrà caratteristiche simili a quelle descritte per la linea fanghi.
In prossimità della cabina di ricezione MT è stata prevista la realizzazione dell’impianto di
sollevamento “testa impianto”, composto da n° 4 pompe sommerse e da un sistema di galleggianti
per determinare in base al livello di liquido il numero di pompe da attivare; tale funzione sarà
gestita in maniera automatica dal PLC contenuto nel QDEP; Il PLC avrà un contatto dedicato
(detto di Watch dog) che in caso di un eventuale malfunzionamento / guasto occorso al PLC
stesso, farà funzionare in modalità semi automatica le 4 pompe accoppiate due a due (P1-P3 e
P2-P4); in prossimità di tale impianto verrà predisposto un gruppo prese per il collegamento del
sistema mobile di autocampionature ingresso.
Nelle opere da realizzare è stato previsto l’ampliamento del comparto biologico con la sostituzione
di tutti i motori, con la realizzazione di nuove strutture/locali per il reparto pretrattamento e
anossico, e l’allaccio di nuovi quadri, nuove sonde e sensori. La distribuzione avverrà a mezzo di
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passerella in acciaio inox munita di coperchio e derivazioni in tubo in acciaio zincato ovvero inox
nelle zone più aggressive; i camminamenti per gli operatori realizzati su passerelle munite di
corrimano saranno tutti illuminati; alcune passerelle elettriche di collegamento tra le varie vasche
risulteranno d’intralcio negli incroci tra i camminamenti pertanto dovrà essere realizzato un sistema
di attraversamento che dovrà garantire l'integrità dei cavi, ed essere in grado di resistere alle
sostante aggressive presenti nella zona; Ogni attraversamento verrà realizzato mediante una
variazione di piano in verticale ed un avanzamento orizzontale sulla nuova quota; la variazione di
piano sia in discesa che in risalita sarà realizzata con n° 4 cavidotti in acciaio inox diametro 50mm
accessoriate, sia in discesa che in salita, con n° 2 curve a 90 gradi. I componenti saranno posti in
opera in maniera tale da impedire l'ingresso di acqua piovana o di materiali presenti nelle vasche
del comparto biologico; gli stessi saranno uniti tra loro attraverso raccordi idonei con grado di
protezione minimo IP67. L'avanzamento orizzontale verrà realizzato collegando le tubazioni poste
a destra e a sinistra del camminamento mediante un guidacavo metallico flessibile a doppia
aggraffatura in acciaio inossidabile AISI 304 con rivestimento in fibra di vetro e ricoperto in treccia
metallica di acciaio inox tipo NGDAX avente diametro interno pari a 50,5 mm; la connessione tra il
tubo e la guidacavo avverrà mediante raccordi inox atti a garantire un grado di protezione pari ad
IP67. Tutto ciò comporterà la realizzazione di opere murarie atte a creare dei fori di dimensione
adeguata al guidacavo nelle pareti di separazione tra le vasche. Essendo tali pareti realizzate in
cemento armato, prima della realizzazione dei fori, sarà necessaria un'indagine al fine di
identificare i ferri dell'armatura della struttura sottostante la corsia pedonale.
L’ultimo reparto da prendere in considerazione sarà quello di sedimentazione, attualmente
costituito da n° 2 sedimentatori; l’impianto verrà rinnovato attraverso la sostituzione di tutte le
apparecchiature, e ampliato con l’aggiunta di un nuovo sedimentatore completo di carro a trazione
periferica. I nuovi carroponti con relative pompe di raccolta schiuma verranno forniti ed allacciati
alla morsettiera di campo da ditta specifica, così come le vie cavo; le morsettiere di campo invece,
saranno comprese nell’appalto e verranno posizionate alla base di ogni sedimentatore, ed
allacciate al quadro QDEP ovvero al quadro di campo specifico, esse avranno il duplice compito di
portare l’alimentazione di potenza alle utenze e quello della trasmissione dei vari segnali.
In ogni reparto/impianto, tutto ciò che verrà smantellato dovrà essere messo a disposizione di Tea
acque srl per consentirne un eventuale recupero futuro, pertanto tutte le opere di smantellamento
dovranno essere eseguite con la maggiore cura e riguardo possibile.
Per facilitare la connessione e l’alimentazione delle apparecchiature e della strumentazione
dislocata sui vari impianti, verranno realizzati dei quadri di campo entro contenitori a cassetta da
esterno, in vetroresina, materiale isolante resistente all'urto (20J) , colore grigio RAL 7035, con
oblò trasparente, grado di protezione IP65, maniglia con chiusura a chiave, gli stessi verranno
accessoriati con switch (munito di porte ethernet, porte seriali, porta usb, e transceivers per il
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collegamento in fibra ottica) box ottico (per il collegamento ad anello dei vari quadri di campo),
morsettiere di segnale fusibilitate ed alimentatore 230Vac/24Vdc.
Sempre con allegati specifici verrà realizzato anche un impianto di allarme e di tvcc, per la migliore
comprensione degli stessi si rimanda agli elaborati specifici. Attualmente l’impianto di terra è
esistente e coordinato con le protezioni in opera; lo stesso verrà ampliato con la posa di nuova
corda in rame nuda che collegherà tutte le strutture, comprese quelle esistenti (ove possibile) ed
anche quelle in cui non saranno presenti impianti (letti di essiccamento), al fine di realizzare un
impianto di terra globale. L’impianto verrà ampliato e migliorato per tale motivo lo stesso
continuerà ad essere coordinato nei confronti di un eventuale guasto verso terra in media tensione.
Sarà realizzato un nuovo impianto di illuminazione esterna attraverso corpi illuminanti con
tecnologia al LED e posati su pali di altezza pari a nove metri fuori terra; l’impianto garantirà due
livelli di illuminamento attraverso la parzializzazione delle accensioni; un livello di illuminamento
“BASE” acceso tutte le notti per garantire un minimo di sicurezza contro le effrazioni o gli atti di
vandalici, ed un livello di “LAVORO” per garantire gli interventi notturni in caso di guasti.
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D) INDICAZIONI PER ACCESSIBILITA’, UTILIZZO E MANUTEZIONE DELLE
OPERE
Le vasche parzialmente fuori terra sono dotate di parapetti, di opportune passerelle e scale di
accesso, che garantiscono il raggiungimento delle apparecchiature elettromeccaniche e della
strumentazione di controllo per lo svolgimento delle attività di manutenzione delle stesse.
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7 – LOCALIZZAZIONE E FATTIBILITA’ DELL’INTERVENTO IN
RELAZIONE AI VINCOLI
A) LOCALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO
L’intervento progettato riguarda i lavori di adeguamento dell’impianto di depurazione delle acque
reflue del Comune di Suzzara allo scopo di apportare all’impianto esistente tutte le modifiche
processistiche e impiantistiche necessarie al fine del rispetto dei limiti allo scarico imposti dalla
normativa nazionale (Tabella 3 dell’Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. 152/06) e regionale
(Tabella 5 dell’Allegato B al R.R. 24 marzo 2006).
L’area adibita agli interventi di adeguamento dell’impianto di depurazione di Suzzara interessa
l’area pertinente all’attuale impianto di depurazione (particelle n. 686, 688, 755-760, tutte di
proprietà di TEA S.p.A.). Tale area si trova in strada Donella, in una zona di pianura a bassa
densità abitativa, a nord rispetto al centro abitato del Comune di Suzzara. Le aree circostanti sono
adibite ad uso agricolo e artigianale/industriale. Dal punto di vista delle infrastrutture viarie,
Suzzara si localizza all’interno di un sistema stradale ben sviluppato, con la presenza
dell’autostrada A22 con uscita nel vicino Comune di Pegognaga e della Strada Statale 62.
L’impianto di depurazione è raggiungibile attraverso una strada secondaria (strada Donella), alla
quale si arriva passando attraverso il centro abitato di Suzzara.
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B) FATTIBILITA’ DELL’INTERVENTO
Dall’analisi delle relazioni tra il progetto proposto ed i piani o programmi sovra-ordinati si deduce
che:

Secondo il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po, l’area di
intervento è collocata all’interno della Fascia C “Area di inondazione per piena catastrofica”,
costituita dalla porzione di territorio che può essere interessata da inondazione al verificarsi
di eventi di piena più gravosi di quelli di riferimento. Il PAI non specifica vincoli per questo
tipo di area e rimanda agli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica la
regolamentazione delle attività consentite, dei limiti e dei divieti;

L’area di intervento è localizzata vicino al canale Trigolaro, che si congiunge poi al Canale
della Bonifica Reggiana-Mantovana, il quale sfocia nel Fiume Po. Secondo il Programma
di Tutela e Uso delle Acque, il Canale della Bonifica Reggiana-Mantovana è designato
come corso d’acqua significativo secondo il D.Lgs. 152/06, ed è quindi sottoposto a
monitoraggio e classificazione. L’area di intervento è localizzata in zona classificata come
“recapitante nella restante parte del territorio regionale drenante alle aree sensibili delta del
Po e aree costiere dell’Adriatico Nord Occidentale”. L’impianto di depurazione di Suzzara
ricade quindi all’interno di aree sensibili, ed è soggetto quindi al rispetto delle prescrizioni e
dei limiti ridotti per azoto e fosforo;

Secondo il Piano Territoriale Regionale l’area di intervento si trova all’interno dell’ambito di
tutela paesaggistica del sistema vallivo del fiume Po, il quale corrisponde alla fascia C del
PAI. Il PTR rimanda la definizione delle prescrizioni alla pianificazione locale tramite i
P.T.C. provinciali e i P.G.T. comunali;

Secondo il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale l’area di intervento è in
prossimità di un’Area a rischio idraulico ma all’esterno di essa. Il Canale Trigolaro non
ricade all’interno degli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque
ed impianti elettrici, quindi non sussiste il vincolo sulla fascia di rispetto di 150 m, ai sensi
dell’art. 142 del D.Lgs. n. 42/2004;

Secondo il Piano di Governo del Territorio del Comune di Suzzara l’area di intervento è
adibita a servizi di interesse collettivo, nello specifico impianti di depurazione;

Secondo il Piano Regolatore Generale del Comune di Suzzara l’area di intervento
comprende una Zona G4 (pre-servizi tecnologici) e una Zona E5 (agricola di tutela dei
caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua); l’intervento è pertanto in linea con la
destinazione d’uso dell’area, avendo cura di rispettare la fascia E5. Ogni intervento di
realizzazione di impianti di depurazione è comunque subordinato all’acquisizione del parere
dei competenti uffici dell’A.S.L.;

Data l’elevata distanza che separa l’area dell’intervento dai Siti Natura 2000 più vicini, si
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ritiene che l’intervento di potenziamento dell’impianto di depurazione possa essere
classificato come non significativamente incidente sulla rete Natura 2000.
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8 – CONCLUSIONI
L’impianto di depurazione di Suzzara ha dimostrato allo stato attuale delle limitazioni funzionali che
impediscono di raggiungere gli standard depurativi richiesti dalla normativa nazionale (D.Lgs.
152/06) e regionale (R.R. 24 marzo 2006). Al fine di adeguare l’impianto a questi standard
depurativi e di dimensionarlo per soddisfare le esigenze depurative su un orizzonte temporale di
20 anni, raggiungendo una potenzialità di circa 18.000 AE su base COD, si rendono necessari i
seguenti interventi:

costruzione di un nuovo sollevamento;

rifacimento della sezione di pre-trattamento e ripartizione al comparto biologico;

aumento delle volumetrie biologiche tramite la conversione dell’attuale stabilizzazione
aerobica in una terza linea biologica e utilizzo delle attuali vasche di predenitrificazione
come selettori anossici;

adeguamento del sistema di ossigenazione delle vasche biologiche e realizzazione di un
locale adibito all’alloggiamento delle soffianti destinate alla biologia e alla stabilizzazione;

implementazione di uno schema di processo ad aerazione intermittente;

costruzione di una cabina MT/BT e di una sala quadri per il controllo e l’automazione degli
impianti;

realizzazione di una terza linea di sedimentazione secondaria per la chiarificazione
dell’effluente e adeguamento del sistema di ricircolo dei fanghi e di estrazione del supero e
delle schiume surnatanti anche per i sedimentatori esistenti;

rifacimento della vasca di contatto per la disinfezione dell’effluente in condizioni di
emergenza;

adeguamento della linea di trattamento fanghi tramite realizzazione di una vasca di
digestione aerobica con annesso un ispessitore statico;

costruzione di un nuovo locale per la disidratazione dei fanghi e ripristino dei letti di
essiccamento;

sostituzione di tutte le apparecchiature elettromeccaniche con installazione di nuove.
Secondo le disposizioni del presente progetto, alcuni manufatti saranno oggetto di adeguamento e
riutilizzo, mentre si procederà alla dismissione e demolizione dei manufatti non utilizzabili.
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