www.tecnologiepulite.it La promozione di tecniche per lo sviluppo sostenibile in Emilia-Romagna a cura di Schede descrittive delle opzioni di miglioramento Distruzione dei fanghi biologici attraverso utilizzo di ozono Descrizione Negli ultimi anni, numerosi progressi si sono avuti nella gestione dei fanghi biologici, tuttavia, attualmente, i costi per il trattamento dei fanghi rappresentano ancora una voce economica particolarmente rilevante nell’ambito della gestione delle acque reflue, raggiungendo in taluni casi il 50%, e anche più dei costi totali di trattamento delle acque. Relativamente allo smaltimento finale dei fanghi, le soluzioni attualmente praticate (principalmente il confinamento in discarica controllata, incenerimento in impianti di termodistruzione per rifiuti o ancora l’impiego in agricoltura1) devono rispettare limiti restrittivi imposti dalla normativa vigente in materia, richiedendo costi elevati. Un utile contributo in questo senso può essere dato dall’applicazione di quelle strategie che consentano la riduzione della produzione di fango, alcune delle quali già utilizzate con successo in applicazioni impiantistiche reali. Diverse esperienze sono state effettuate, principalmente in scala pilota o di laboratorio, sull’impiego dell’ozono per la parziale ossidazione del fango biologico prelevato dalla corrente di ricircolo dal sedimentatore secondario o direttamente dalla vasca di ossidazione della linea acque o anche della linea fanghi. L’effetto dell’ozono sulla biomassa è, in primo luogo, uno stress chimico a livello cellulare che porta alla lisi dei batteri più deboli o già parzialmente danneggiati a formare substrato organico per gli organismi più forti o di classe superiore. Inoltre, i batteri danneggiati hanno la necessità di rigenerare le proprie strutture cellulari funzionali, l’energia necessaria per tale ricostruzione è attinta dall'ossidazione delle materie organiche con conseguente diminuzione di quella disponibile per la duplicazione. Tale stress chimico si esplica più intensamente nei riguardi di alcune popolazioni batteriche a struttura maggiormente ramificata (filamentosi). La selezione di colonie batteriche a struttura più compatta (fiocco), migliora lo SVI (Sludge Volume Index), quindi la sedimentabilità, e la disidratabilità dei fanghi residui prodotti. Una parte dei fanghi di supero o di ricircolo viene sottoposta ad un breve ma intenso trattamento ad ozono, l’attività depurativa biologica non viene intaccata nel suo complesso, da questo processo, poiché esso ha il preciso scopo di rimuovere la frazione più debole (batteri più deboli) dei fanghi biologici, favorendo tra l’altro la sopravvivenza dei “predatori” (protozoi metazoi), e rendere quindi più efficiente la frazione realmente attiva nella rimozione degli inquinanti. Vantaggi ambientali L’applicazione di tale tecnologia ha consentito di ridurre la produzione di fango biologico in percentuali significative (dal 30 al 70% in media), variabili in relazione alla condizioni operative dell’impianto ed al dosaggio di ozono. Al contempo, sono stati riscontrati apprezzabili miglioramenti nelle caratteristiche di sedimentabilità del fango, con particolare riferimento alla riduzione del problema del bulking filamentoso e delle schiume biologiche. Pertanto, l’uso mirato della tecnologia a ozono per la degradazione chimico-biologica del fango secondario comporta i seguenti benefici: 1. riduzione delle quantità di fango da smaltire; 2. migliore caratteristiche drenanti; 3. riduzione dei costi dei chemicals; 4. eliminazione dei batteri filamentosi; 5. migliore sedimentabilità. Campo d’applicazione Impianti di depurazione biologica a fanghi attivi. 1 Altra possibilità è la degradazione anaerobica finalizzata alla produzione di biogas. 1